Il blog di Joe7

  1. JACOPO NACCI: UN OTTIMO LIBRO DI ANALISI SUI ROBOT

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    Goldrake
    Jacopo Nacci
    By joe 7 il 12 Dec. 2016
     
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    JACOPO NACCI: GUIDA AI SUPER ROBOT

    GUIDA_AI_SUPER_ROBOT


    Come dice il sottotitolo, il libro si occupa dell'animazione robotica giapponese dal 1972 (l'anno di Mazinga Z) al 1980 (l'anno di Gundam), ed è ben più di una semplice "guida", con tanto di riassunti eccetera. Ci sono sì i riassunti, ma questi sono solo i punti base da cui parte l'analisi dell'autore. Come mai viene analizzato solo questo periodo? Perchè il tema narrativo affrontato è quello dei "Super Robot", che hanno delle caratteristiche costanti che prima non c'erano mai state: per esempio, il concetto del protagonista orfano, del padre, del professore, del disastro iniziale, della catarsi, insieme al simbolismo ancestrale, mitico, religioso che fa di questa particolare narrativa un unicum. Gundam fu la fine di questo tipo di narrazione: da quel momento, i robot giganti dovettero fare i conti col mondo reale e dare quindi una certa giustificazione per la loro esistenza (come in Evangelion, Escaflowne, Gurren Lagann, Patlabor, ecc) oppure da trattare in chiave parodistica (Gekiganger III, Il pazzo mondo di Go Nagai, Robot Girls Z...). Ma Gundam non fu esattamente la serie che provocò l'arresto di questa narratività: piuttosto ne fu il normale risultato della sua evoluzione, come spiega l'autore. Infatti, da Mazinga Z in avanti, fino a Zambot 3, Trider G7, Daltanious ecc., il passaggio al "mondo reale" diventò sempre più marcato. Gundam è quindi il passaggio successivo a Mazinga Z, che però ha comportato un cambiamento totale delle impostazioni narrative di base inaugurate dal Mazinga Z.

    MAZINGA_Z GUNDAM


    Fatto sta che, nonostante la loro apparente semplicità, i robot giganti hanno dei significati nascosti, sia a livello simbolico che narrativo, che li rendono davvero un mondo a sè, ancora da esplorare e da capire fino in fondo. In passato, in diverse occasioni sono state fatte delle analisi su certi aspetti del mondo dei "Super Robot", un termine usato per distinguerli dai "Real Robot" tipo Gundam e i suoi fratelli. Nel mio piccolo, l'analisi di Gerdha su Actarus e Venusia e quella
    su Naida e Rubina, relative all'anime di Goldrake (UFO Robot Grendizer), è stata una di quelle. Jacopo Nacci, l'autore, nella sua analisi su Goldrake, ha tenuto conto anche di queste due analisi, e lo ringrazio per averle citate. Tranne poche eccezioni, è la prima volta che queste analisi sono state considerate positivamente: nonostante la cura elevatissima e l'enorme documentazione che è stata fatta al riguardo, soprattutto quella di Naida e Rubina che si basa anche sui dialoghi giapponesi originali, sono state snobbate moltissimo dai forum e da altri siti che trattano il tema, e senza mai mostrare uno straccio di prova contraria, ma solo insultandole e bollandole come "invenzioni sul nulla", mentre sono invece il risultato di un'analisi accuratissima, con tantissimi dati e prove concrete a favore. Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Per essere precisi, nel libro di Nacci è stata trattata soprattutto l'analisi su Venusia: quella su Naida e Rubina è stata solo accennata. Infatti, essa riguarda un approfondimento troppo specifico sulla serie e sui personaggi ed è difficile da inserire nel quadro generale delle serie robotiche che l'autore vuole fare.

    A1 A2

    image image


    So che, per via del fatto che l'autore del libro abbia citato, tra le altre, anche le analisi presenti in questo blog, questo articolo può sembrare solo interessato: ma, se si legge il libro di Nacci senza pregiudizi di sorta, si rimarrà sorpresi della profondità degli argomenti citati. Attenzione: non è un libro facile, richiede un certo impegno per essere seguito. E qui vorrei fare un appunto per una eventuale seconda edizione: sarebbe meglio usare i nomi italiani invece di quelli giapponesi (per esempio, Venusia e Actarus invece di Hikaru e Daisuke, o Goldrake invece di Grendizer, o Astrorobot invece dell'anonimo Blocker Gundan che fa venire in mente Gundam). Infatti, l'uso dei nomi originali giapponesi rende necessaria una continua associazione mentale per seguire la lettura, già abbastanza difficile per conto suo. Siamo in Italia, e personalmente sono contrario all'utilizzo dei nomi giapponesi non usati in Italia, che ci rendono alieni i personaggi. Potrà piacere agli appassionati, ma sono la minoranza: mentre la maggioranza sa chi è Actarus o Venusia o Goldrake. Quindi i nomi originali li metterei nelle note a piè pagina e userei solo quelli italiani per ottenere una maggior chiarezza e velocità di lettura.


    Immagine presa da [color=red]Rebloggy


    Infatti, non è un libro semplice, tanto che l'autore stesso ha dovuto mettere alla fine una specie di "glossario mitologico" per spiegare i termini simbolici e gli archetipi che ha usato: "Abisso", "Cosmogonia monistica e dualistica", "Figura spiritualizzata", eccetera. Richiede quindi una certa attenzione, soprattutto per chi non conosce alcune serie robotiche: ma ne vale la pena. I riassunti poi aiutano a rimediare al fatto di non conoscere la trama di una serie. In questo modo, si scoprono molti aspetti interessanti che aiutano a capire il senso di molte serie di Super Robot: a partire dai primitivi Tetsujin 28 e Astroganga, si arriva a conoscere la complessa simbologia di Mazinga Z e del Grande Mazinga, per passare al caso sicuramente unico di Goldrake. Tanto che, ai bordi di ogni pagina del libro, c'è un'immagine del volto di Duke Fleed. Inoltre, nelle tabelle coi riassunti delle serie, accanto all'immagine del robot presentato nella tabella ci sono sempre il Delfino Spaziale di Venusia e l'astronave di Goldrake col robot guidato da Actarus: una curiosa associazione della coppia base di Goldrake.

    ACTARUS_E_VENUSIA


    Inoltre, si scoprono dei risvolti importanti, come in Daitan 3, dove l'autore conferma quello che avevo sospettato di quella serie: ha davvero un lato oscuro, che avevo intuito ma non ho mai voluto approfondire perchè mi metteva a disagio. Ma quello che dice nel libro convalida i miei timori e spiega molte cose irrisolte nella serie. Anche il terribile e angosciante Zambot 3 con il personaggio allucinante e crudele di Killer the Butcher ha dei legami insospettabili con Daitan 3...che non sono solo il fatto di essere realizzati entrambi da Tomino. C'è molto altro.

    DAITAN_3 ZAMBOT_3


    Anche i robot con più piloti sono analizzati, insieme ai concetti dello smilzo, del ciccione, dell'eroe, del piccoletto, della ragazza (che assume una valenza particolare in Gakeen e soprattutto Astrorobot, con le due regine avversarie, Hellqueen e Sandra). Si arriva alla fine ai risvolti cosmici di Daltanious e Daikengo, alla quotidianità di Trider G7, all'abisso di Baldios e Ideon. E' un ottimo libro che farà discutere e sarà lo spunto di molti altri approfondimenti. Decisamente consigliato per chi non considera le serie robotiche come "roba da bambini" ma come una vera forma di cultura, come storie vere con profondi significati. E non ha paura di impegnarsi per capirle.

    ARTICOLO DI JACOPO NACCI SUI 40 ANNI DI GOLDRAKE

    Jacopo Nacci ha fatto anche un articolo sui quarant'anni di Goldrake dove analizza la psicologia di Actarus. L'articolo è ottimo e interessante, accennando, tra l'altro, anche al contesto teologico di Goldrake, una cosa di solito poco notata (ne avevo fatto cenno sul mio articolo in cui parlavo del cristianesimo in Goldrake). Infatti, in tutte le religioni si parla di una caduta dell'uomo e di un conflitto all'inizio della storia: Goldrake, in questo senso, come dice Nacci, tocca corde profonde nell'animo. Tuttavia, l'analisi di Nacci differisce da quella di Gerdha, con la quale personalmente sono d'accordo. Infatti, Nacci indica Actarus come una persona oppressa dal suo essere un eroe ("immagine opprimente che ha di se stesso, del proprio ruolo e delle proprie responsabilità"; "allucinato egoriferimento"), dal fatto di avere su di sé il peso delle sue responsabilità dalle quali fuggire ("Actarus ha su di sé il peso del mondo, tragedie comprese, salvezze comprese, ed evidentemente è da questo peso che fuggiva, ed è per il ritorno di questo peso che si dispera alla ricomparsa di Vega nella sua vita"). Se così fosse, Actarus sarebbe un personaggio psicologicamente contraddittorio: fugge dalle sue responsabilità e ne rimane schiacciato, tuttavia agisce lo stesso in modo responsabile per tutta la serie. Sarebbe una cosa piuttosto strana. Invece, Actarus - secondo l'analisi di Gerdha - non crolla davanti a Naida a causa del peso delle sue responsabilità, né a causa del peso che gli provoca il fatto di essere l'eroe e il salvatore, né per aver abbandonato Fleed (cosa che lui non aveva fatto, tra l'altro): crolla perchè sa di essere stato responsabile, anche se in modo inconsapevole, della rovina e distruzione del suo popolo. Actarus non cerca di "scrollarsi di dosso le colpe ingiuste" perchè una colpa personale, in effetti, c'era stata. Come costruzione psicologica, l'analisi di Gerdha mi pare più convincente: senza contare che si basa su molti dati presi dalla versione originale dell'anime, non da supposizioni. Ma questo non toglie nulla all'accuratezza e profondità dell'articolo di Nacci.

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    "GUIDA AI SUPER ROBOT - L'animazione robotica giapponese dal 1972 al 1980"
    Jacopo Nacci
    Edizioni Odoya - 304 pagine più copertina e retro - 20 €
    Anno 2016, formato 15,2 x 20,7 cm



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    Edited by joe 7 - 30/3/2020, 11:13
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  1. Danji
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    Ciao Joe,

    Grazie per la splendida recensione.
    Sulla questione dei nomi italiani, che è assolutamente sensata, provo a risponderti come meglio posso. Banalmente la scelta andava fatta, e c’erano due possibilità: quella indicata da te e quella che ho scelto io, ognuna ha le sue ragioni e ognuna perde qualcosa. Come puoi immaginare è stata una delle questioni su cui ho riflettuto di più (e ha comportato anche una mole di lavoro notevole).
    Credo che tutto sommato le ragioni che mi hanno spinto a questa scelta siano due: in primo luogo, un tentativo di maggiore precisione formale nel riferirmi alle opere prese in sé stesse (ma anche: nel momento in cui ho deciso di pensare in maniera strettamente narrativa, senza appoggiarmi alle psicologie/biografie degli autori o alle condizioni di produzione, ho capito che se prescindevo dalle condizioni esterne dietro le storie, per così dire, dovevo prescindere anche da quelle davanti, e accogliere quelle storie con la migliore approssimazione al tutto-tondo di cui fossi capace, pro e contro; e ancora: non sono sicurissimo che, nei mondi possibili, la storia di Vultus 5 e quella di Voltes V siano esattamente la stessa storia, ma questa è una mia strana idea); in secondo luogo una presa di posizione rispetto a un certo nostalgismo; ma questa è una faccenda che richiede molta riflessione, molta precisione e molto spazio, e spero di trovare l’occasione di parlarne almeno sul mio blog. Nel qual caso ti inviterò a partecipare alla discussione. :) Ti confesso che mi piacerebbe che un giorno si potesse parlare di Daisuke e Hikaru, ma è un sogno proibito, lo so. :)
    Intanto mi fa molto piacere che la guidina ti abbia lasciato qualcosa, in fondo è il motivo per cui lo facciamo.
    Grazie di nuovo. A presto!
    JN
     
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    Ciao Joe,
    Grazie per la splendida recensione. Sulla questione dei nomi italiani, che è assolutamente sensata, provo a risponderti come meglio posso. Banalmente la scelta andava fatta, e c’erano due possibilità: quella indicata da te e quella che ho scelto io, ognuna ha le sue ragioni e ognuna perde qualcosa. Come puoi immaginare è stata una delle questioni su cui ho riflettuto di più (e ha comportato anche una mole di lavoro notevole). Credo che tutto sommato le ragioni che mi hanno spinto a questa scelta siano due: in primo luogo, un tentativo di maggiore precisione formale nel riferirmi alle opere prese in sé stesse (ma anche: nel momento in cui ho deciso di pensare in maniera strettamente narrativa, senza appoggiarmi alle psicologie/biografie degli autori o alle condizioni di produzione, ho capito che se prescindevo dalle condizioni esterne dietro le storie, per così dire, dovevo prescindere anche da quelle davanti, e accogliere quelle storie con la migliore approssimazione al tutto-tondo di cui fossi capace, pro e contro; e ancora: non sono sicurissimo che, nei mondi possibili, la storia di Vultus 5 e quella di Voltes V siano esattamente la stessa storia, ma questa è una mia strana idea); in secondo luogo una presa di posizione rispetto a un certo nostalgismo; ma questa è una faccenda che richiede molta riflessione, molta precisione e molto spazio, e spero di trovare l’occasione di parlarne almeno sul mio blog. Nel qual caso ti inviterò a partecipare alla discussione. :) Ti confesso che mi piacerebbe che un giorno si potesse parlare di Daisuke e Hikaru, ma è un sogno proibito, lo so. :) Intanto mi fa molto piacere che la guidina ti abbia lasciato qualcosa, in fondo è il motivo per cui lo facciamo.Grazie di nuovo. A presto!JN



    Ti ringrazio della risposta e può darsi che tu abbia ragione sulla faccenda dei nomi. Qui vorrei solo dire come imposto io le cose nel mio blog: il mio obiettivo è parlare a chi non è uno specialista e di Goldrake - per fare un esempio - sa solo quello che ha visto quand'era piccolo. Di conseguenza, voglio rendere le cose più facili per lui: è per questo che uso sempre i termini italiani coi quali questo mio lettore si troverà più a suo agio perchè familiari a lui. Actarus è più evocativo di un anonimo Daisuke; Alabarda Spaziale dice molto di più di un'anonima Double Harken. Se una persona è cresciuta ascoltando quei nomi, io non me la sento di usarne di diversi, perchè la confondo. Voglio che chi legga quello che scrivo capisca subito - per quanto mi è possibile - di cosa sto parlando. Poi ciascuno può preferire vie diverse: quella che io pratico e preferisco fare è questa, senza togliere nulla a chi preferisce usare altri metodi. Inoltre, a dirla tutta, anch'io sono a disagio davanti ai vari Daisuke, Koji, Hikaru, Danbei e compagnia bella: anch'io sono cresciuto seguendo i nomi italiani che ormai fanno parte della cultura italiana e preferisco rispettarli. Non dico che la tua sia una scelta sbagliata, solo che io personalmente preferisco fare così. E in ogni caso, questo è un dettaglio: il tuo libro l'ho letto con piacere lo stesso, indipendentemente dai nomi usati.
    Ciao!

    Joe7
     
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  3. Danji
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    Sì, ma infatti hai notato una cosa importante, hai mosso un appunto sensato, e mi sembrava giusto assumermi la responsabilità della scelta spiegando le mie motivazioni, specialmente quando l'appunto è mosso da un autore che stimo e la cui analisi di Goldrake reputo magistrale. Tutto qui. :)
    Grazie ancora, Joe, e a presto!
     
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    CITAZIONE (LUCE 5 @ 11/1/2017, 16:05) 
    Ho finito di leggere il libro due settimane fa e ho scoperto un mondo di robot che nemmeno immaginavo, addirittura il primo risale al 1962! :B): Sugli anime che non ho mai visto ho trovato difficoltà a tutta prima, so già che lo dovrò rileggere nel tempo almeno un altro paio di volte, ma sarà un vero piacere! :rolleyes: La prossima verso marzo-aprile, l'altra sotto il sole estivo :lol: Sono storie complicate, con significati, trame con intrecci, tutt'altro che per bambini. Grazie di questo lavoro, ciao.



    Sono sicuro che a Jacopo Nacci farà piacere la tua recensione. Il libro non è semplice, ma offre spunti molto interessanti di approfondimento. ^_^
     
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