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  1. 2018: UN BILANCIO (2)

    By joe 7 il 8 Jan. 2019
     
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    2018: IL MEGLIO E IL PEGGIO - OSSERVAZIONI - SECONDA PARTE

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    IL MEGLIO: FUMETTI CHE APPASSIONANO. IL PEGGIO: FUMETTI POLITICO-SOCIALI

    In pratica, il 2018, in Italia, è stato l'anno dei fumetti politici o sociali. C'erano anche prima, ma la tendenza ormai è diventata un crescendo. Tante volte, più che fare delle storie, si è fatta solo della propaganda: e non solo propaganda politica, ma anche sociale, con argomenti tipo omosessualità, transessualità, gender, immigrazione, eccetera, e questo ha danneggiato la qualità delle storie. Non solo i fumetti italiani, ma anche quelli americani, francesi, persino giapponesi hanno seguito l'andazzo. Anche per questo c'è stata una fortissima flessione delle vendite: alla gente comune non piace sentir parlare di questi problemi, che sente ben lontani dalla loro vita normale. Vogliono solo seguire delle belle storie che appassionino. Ma temo che per molto tempo, invece, si andrà avanti su questa strada, mascherando la caduta delle vendite con la classica scusa che "bisogna rassegnarsi, ormai tutti guardano telefonini e computer". Eppure in Giappone, patria dei computer e telefonini, i manga hanno delle vendite stellari, con la punta di diamante di One Piece che, senza parlare di politica, gender, immigrazione eccetera, ma facendo solo storie appassionanti con personaggi azzeccati, ha raggiunto la bellezza di 350 MILIONI DI COPIE.


    Cifre che polverizzano letteralmente le vendite della Bonelli, Panini, DC e Marvel, che, insieme ad altre case editrici, preferiscono invece seguire la vecchia via intellettualoide dell'"istruzione politica e sociale che è nostro dovere dare ad una massa di decerebrati che non capisce niente e vota peggio". Ma il disprezzo intellettuale, anche se viene sempre applaudito dai mass-media, non viene mai premiato nelle vendite. Per il loro bene, spero che lo capiscano: se no, in futuro assisteremo ad un mare di chiusure, e sarà una strage.

    BONELLI: IL MEGLIO E IL PEGGIO

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    La palma della storia migliore della Bonelli è senza dubbio riservata al quarto Tex Magazine, che festeggia i settant'anni di Tex con una bellissima storia, "Il segreto di Lilyth", con Tex e Lilyth, la moglie indiana, ai tempi di quando era ancora viva, sceneggiata da Mauro Boselli e disegnata da Fabio Civitelli: ormai è diventata una tradizione, dopo il classico Sul sentiero dei ricordi, realizzato da Nizzi e Civitelli, che festeggiava i sessant'anni di Tex. Inoltre, il Tex Magazine contiene anche un'altra grande sorpresa: una storia su Dinamite, il primo cavallo di Tex. Il titolo è un sobrio "Dinamite" ed è stato ralizzato da Mauro Boselli, sceneggiatore, e Maurizio Dotti, disegnatore. Entrambe le storie si meritano il primo premio 2018.
    E la storia peggiore? Difficile dirlo. Praticamente tutto della Bonelli non mi è piaciuto quest'anno. La casa editrice è diventata talmente politicizzata che sembra di leggere degli allegati dell'Unità dei tempi degli anni di piombo. Tipo Cani Sciolti, il Mister No del Vietnam, il Dylan Dog di Recchioni e altre trovate tardosinistrorse. E dire che la Bonelli di un tempo non si occupava mai di politica: adesso invece è diventata un megafono di ovvietà populiste. O volgari e sporche come Deadwood Dick, vera pattumiera bonelliana, tra l'altro pure razzista al contrario perchè è per principio contro tutti gli uomini dalla pelle bianca. Oppure pieno di pessimismo cosmico (Morgan Lost e simili) o di tuffi nel letame del subconscio umano (Julia, Mercurio Loi), come se l'uomo fosse solo spazzatura. Tutte queste storie sono spesso esaltate perchè "adulte", secondo la mentalità corrente, che considera "adulto" tutto ciò che è pieno di sesso, parolacce, volgarità, scene discutibili e altro: mentre invece sono soltanto un mare di porcherie infantili. Quando non sono "impegnate" nè "adulte", spesso le storie sono piene di tremende banalità stile "avventure fatte come compitino", senza il minimo entusiasmo nè interesse per i personaggi, ottenendo così delle storie che sono emozionanti quanto un documentario sui castori. Per esempio, l'ultima storia di Zagor alle prese con la figlia di Dharma (Zagor 638-640), una cattiva di serie Z che ride sempre e con dei colpi di scena talmente telefonati che neanche un bimbo di dieci anni. Oppure la nuova serie di Tex, Tex Willer, con un Tex giovane che non si può neanche guardare e con un tal concentrato di banalità western che erano già vecchie ai tempi di mio nonno. Per non parlare del pessimo, orribile speciale Martin Mystere-Dylan Dog, con la caricatura di Hellingen in chiave razzista secondo la visione di Burattini, per fare così della propaganda filo immigrazionista e dare dei razzisti per principio a quelli che sono contrari. Uno dei tanti esempi bonelliani attuali di propaganda politico-sociale, facendo così del volantinaggio e non un fumetto.

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    (Continua qui. La prima parte qui.)

    QUI TUTTI I LINK SUL MEGLIO E IL PEGGIO DEI VARI ANNI

    Edited by joe 7 - 9/6/2019, 22:15
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    " Tutte queste storie sono spesso esaltate perché "adulte", secondo la mentalità corrente, che considera "adulto" tutto ciò che è pieno di sesso, parolacce, volgarità, scene discutibili e altro: mentre invece sono soltanto un mare di porcherie infantili."

    Questo spiega perché serie come South Park sono elogiate dalla critica.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 23/4/2020, 22:34) 
    " Tutte queste storie sono spesso esaltate perché "adulte", secondo la mentalità corrente, che considera "adulto" tutto ciò che è pieno di sesso, parolacce, volgarità, scene discutibili e altro: mentre invece sono soltanto un mare di porcherie infantili."

    Questo spiega perché serie come South Park sono elogiate dalla critica.

    E questo spiega perchè South Park e simili, dopo che hanno finito di stare sotto i riflettori, cadano subito nel dimenticatoio, mentre Tex, One Piece, Topolino e tutti i fumetti "normali" vendano ancora nonostante la crisi.
     
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