Il blog di Joe7


Replying to FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 107

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  1. Posted 15/7/2016, 13:15
    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 107
    CUORE E ACCIAIO, TU SEI JEEG ROBOT! COMBATTI FINO ALLA FINE!

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui. Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui. Inoltre, c'è il riassunto a fumetti delle puntate dalla prima alla 79 qui.

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    RIASSUNTO: Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Rex, il loro figlio appena nato, è stato rapito dall’Oscuro, che lo sacrificherà a Darkhold, il suo pianeta-castello, quando sette stelle saranno allineate, ottenendo così il potere assoluto. Dopo diverse peripezie, gli amici di Goldrake si sono riuniti a Darkhold, proteggendo i sei cristalli disposti sulle torri. Manca il settimo cristallo, da mettere sulla settima torre: Goldrake sta combattendo contro l’Oscuro in persona per prendergli il settimo cristallo. Una volta collocato sulla settima torre, si otterrà la vittoria finale. Intanto, lo scontro si fa più difficile del previsto: tra i tanti, sono caduti anche Daitarn 3 e Getter Robot. Venusia, alla fine, dopo una lunga avventura, è arrivata all’altare del sacrificio per salvare Rex: riesce a vincere lo stregone nero Sukeli, aiutata da Isparana e Jocasta, le sue amiche amazzoni. Ma, all’improvviso, compare Jezabel, il braccio destro dell’Oscuro stesso, che odia Venusia per via della ferita sul volto che quest’ultima le fece tempo fa…

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    Intanto, in un angolo nascosto di Darkhold, abbastanza vicino al luogo dove Goldrake e l’Oscuro si stanno fronteggiando, Maria Fleed è seduta nella posizione del loto, cercando di raccogliere la massima concentrazione. Il professor Procton è stato chiaro, parlando con Alcor e con lei via radio:
    “Ho capito perché i sigilli di Goldrake non funzionano” aveva detto il professore.
    “C’è qualcosa che li blocca, giusto?” aveva chiesto Alcor.
    “Al contrario. Sono perfettamente funzionanti”
    “Ma allora?” aveva aggiunto Maria.
    “Actarus ha liberato i sigilli, ma non tutti. Ne manca uno, il più importante. Quello della mente”
    “Della mente?”
    “Esatto, Maria: Actarus ha un blocco mentale. Me ne aveva parlato in passato. Suo padre non voleva che si togliessero i sigilli, perché mettevano a rischio la vita del pilota: per questo, gli aveva messo il sigillo definitivo, quello della mente”
    “Cosa? Ma, allora, se togliamo il sigillo nella sua mente, Actarus potrebbe forse vincere, ma morirebbe?”
    “Non so cosa dire…Actarus, in questo momento, sta perdendo. Non è abbastanza forte per battere l’Oscuro. Riesce a fronteggiarlo appena, non a prevalere. I miei calcoli lo confermano. E’ allo stremo delle forze. Forse, con l’ultimo sigillo liberato, potrebbe sopravvivere. Ma, se non lo aiutiamo, morirà sicuramente”
    Maria era impallidita nel sentirlo. Guardava in basso, senza osservare niente in particolare: tutto intorno a lei era diventato buio per la disperazione che sentiva nel cuore. Suo fratello rischiava di morire, in entrambi i casi. Ed erano già morti in tanti…questa storia si stava concludendo in una strage. Bisognava finirla, e al più presto: inoltre, Procton aveva detto che Actarus, forse, poteva sopravvivere.
    “Lo farò” aveva risposto, decisa, al professore, davanti alla radio “Entrerò nella mente di Actarus e libererò questo sigillo. Non l’ho mai fatto, ma farò di tutto per riuscirci! Per il Drago Spaziale, per tutti i nostri amici che sono morti…per il bambino di Actarus e Venusia…dobbiamo farcela! Dobbiamo battere l’Oscuro una volta per tutte!” aveva concluso, stringendo il pugno.
    “Bene, Maria. Fatti coraggio!” aveva risposto Procton “Ora, concentrati, entra nella mente di Actarus e trova la parola che libererà il sigillo mentale”
    “La parola?”
    “Esatto. E’ una parola chiave, quasi come la password per un computer. E’ quella che devi scoprire. Se entri nella mente di Actarus, la scoprirai e la pronuncerai tu al suo posto: tutto verrà di conseguenza!”
    Da allora, per diversi minuti, Maria era seduta nella posizione del loto, ad occhi chiusi, davanti allo sguardo preoccupato di Alcor, cercando di liberare la sua mente e cercando di contattare telepaticamente suo fratello. Ma è difficile: la barriera che l’Oscuro aveva messo ostacola anche questo tipo di contatto. Ma Maria non molla.
    Ci riuscirò! Troverò quella parola! pensa a denti stretti, sudando per lo sforzo.

    Nel frattempo, attorno alle sei torri, la barriera di ghiaccio che la flotta del capitano Maltholm aveva costruito sussulta davanti agli attacchi furiosi e insistenti dei Distruttori: i controllori, a bordo delle astronavi di Maltholm, osservano preoccupati sui quadranti, i dati sulla barriera. Anche a ricostruirla a mano a mano che si incrina non basta più.
    “Allora?” chiede il capitano.
    “Brutta faccenda, signore” esclama il capo controllore “La barriera dovrebbe essere indistruttibile, ma non ha mai dovuto sostenere un’aggressione simile: è tanto potente che è persino oltre le capacità di misurazione del computer”
    “Non me ne frega niente se il computer va in tilt. Peggio per lui. Quanto tempo durerà la barriera? E’ questo che m’interessa!” esclama Maltholm.
    “Pochi minuti, capitano”
    “Disponete la flotta a semiarco e innalzate i cannoni Doven: dovranno sparare appena quei mostri abbatteranno la barriera!”
    “Sissignore!”
    “Avete sentito, ragazzi?” chiede Maltholm ai piloti dei robot rimasti.
    “Chiaro e forte” rispondono Koji e Sayaka.
    “Meglio così. Preferisco l’attacco alla difesa” esclama Tetsuya. Stranamente, Jun non risponde.
    Siamo fregati, pensa Boss, mentre Lisa, la ragazza lupo, è preoccupata solo per Tetsuya. Si mette la mano sul mento, riflettendo: sta pensando a qualcosa…
    “Hiroshi, hai sentito?” chiede Miwa.
    “Ma sì, ma sì, sai che scoperta. Mi basta vedere la scena coi miei occhi per capirlo. La barriera ha più crepe di un puzzle. Quel Maltholm ha fatto la scoperta dell’acqua calda.” risponde serafico l’altro, nella forma di Jeeg Robot.
    “Fai meno lo smargiasso, Hiroshi!” risponde Miwa, piccata “Cerca piuttosto di colpirli sempre nello stesso punto: così si potranno distruggere. Michiru aveva detto questo, prima di morire!”
    “Non è una gran soluzione” commenta Hiroshi “Come si fa a trovare il tempo a colpire più volte nello stesso punto centinaia di nemici? Non sono Ken il guerriero: sono solo Jeeg Robot. E Jeeg combatte a modo suo!”
    “E potrebbe anche perdere a modo suo…”conclude sottovoce Miwa.
    Ormai la barriera è già caduta, praticamente: dalle crepe, i Distruttori penetrano all’interno, lanciando raggi rosso rubino da ogni parte: la flotta di Maltholm riesce a respingerli coi cannoni Doven, proteggendo le torri, ma non riuscirà a farlo per molto. La situazione è disperata.
    Dall’alto, una figura veloce come una freccia scatta, colpendo coi missili perforanti che possiede al posto delle braccia. La testa di uno dei distruttori viene colpita in pieno, e, mentre Jeeg si allontana, il Big Shooter lancia i missili megatomici nello stesso punto dove Jeeg ha colpito: l’effetto è devastante per il mostro, e la sua testa esplode in mille pezzi. La stessa azione viene effettuata in continuazione: Jeeg colpisce in un punto, il Big Shooter nello stesso punto subito dopo. L’azione avviene rapidamente e in continuazione: i distruttori esplodono a catena. Gli avversari, sorpresi, sono respinti dietro la barriera, che si riforma. Subito dopo, tornano ad assalirla, ma intanto, Hiroshi e Miwa hanno un po’ di tempo per raccogliere le forze. La ragazza emette un lungo sospiro di sollievo: almeno per ora ce l’hanno fatta. Poi osserva il quadrante e resta senza parole.
    “Sei rimasta senza missili, vero?” esclama Hiroshi via radio. Sorpresa, Miwa alza la testa: Jeeg si è messo in piedi sopra il Big Shooter, appoggiandosi sulle ali dell’astronave.
    “Bè…ne ho ancora…” obietta Miwa.
    “Ma non basteranno per la prossima ondata, Miwa, lo sai. Consegnami Antares e restituiscimi le braccia: i missili perforanti mi seguiranno dietro. Ah, e mandami anche gli scudi rotanti. Visto che adesso i missili e gli scudi hanno una loro autonomia, potranno seguirmi a mezz’aria: così potrò colpire due volte in continuazione questi distruttori da due soldi”
    Miwa è perplessa: Hiroshi ha parlato con un tono strano, che non le è piaciuto. Sente che qualcosa non quadra. Comunque, manda subito Antares, il cavallo-robot, che si congiunge con Jeeg, diventando un centauro, mentre il robot, oltre alle braccia, ha in mano anche la lancia
    “Non credere che io non faccia niente, Hiroshi!” esclama Miwa, che comincia a capire “Non ho nessuna intenzione di restare indietro!”
    “Invece tu resterai indietro, Miwa. Appena la barriera si aprirà, tu dovrai partire subito verso l’astronave di Procton: mi aspetterai lì. Ora, il Big Shooter ha fatto più che abbastanza”
    “Te lo scordi!” risponde lei, furiosa.
    “Non è per te, Miwa. E’ per nostra figlia. Ti sei dimenticata che aspetti una bambina?”
    “Cosa…?” Miwa, nella battaglia, se n’era completamente dimenticata.
    E’ vero, la bambina…Shizuri…l’avevo chiamata così per ricordare la signora delle nevi…che adesso è morta…
    Il silenzio improvviso di Miwa è già una risposta per Hiroshi. Poco dopo, però, avverte ancora la sua voce via radio.
    “Ma…Hiroshi…io…non posso abbandonarti! Tu non…cioè…”
    “Ehi, pensi che questi mentecatti possano sconfiggere Jeeg Robot?” risponde lui, alzando il pollice in segno di coraggio. “Vai tranquilla, anzi, andate tranquille, tu e Shizuri: vi raggiungerò presto. Andate, ora: la barriera sta cedendo”
    Miwa resta ancora incerta. Abbandonare Hiroshi…dopo tutto quello che hanno passato insieme…
    Intanto, i distruttori tornano ad attaccare, e Jeeg galoppa verso di loro a mezz’aria, iniziando a colpire con la lancia, mentre i missili perforanti lo accompagnano, seguiti anche dagli scudi rotanti: i mostri esplodono in continuazione. Miwa si sente un po’ rassicurata. Accende i motori del Big Shooter e inizia ad allontanarsi.
    “Non farmi degli scherzi, Hiroshi! Torna sano e salvo!”
    “Vai tranquilla” risponde lui, osservando il Big Shooter che si allontana.
    Hiroshi, però, non si fa illusioni: i nemici si possono battere per un certo tempo, ma sono troppi. Anche a colpirli e a distruggerli in un modo così laborioso, non si può battere un mondo intero: e qui ci sono tutte le forze di Darkhold riunite.
    Addio, Miwa. Mi sarebbe piaciuto vedere la bambina…almeno, adesso sarà salva…spero!
    I nemici avanzano, silenziosi e inesorabili, come una grande onda.
    “Bene, Antares” esclama Hiroshi, facendo girare la lancia e puntandola alla fine verso i nemici. “Andiamo!”
    Antares galoppa veloce, seguito dietro dai missili perforanti e dagli scudi rotanti.
    Non rimpiango nulla di ciò che ho fatto: ho combattuto, ho amato. Forse sono più cuore che acciaio. Comunque sia, cyborg o umano, io sono e sarò sempre Jeeg Robot!
    La battaglia che segue è talmente cruenta che le esplosioni si susseguono in continuazione, con vampe di fuoco che gettano lontano enormi frammenti di metallo. I missili perforanti, gli scudi rotanti, la lancia di Jeeg Robot lacerano senza pietà, mentre i distruttori cercano invano di bloccarlo. Per diverso tempo, è impossibile passare oltre l’area difesa da Jeeg Robot e Antares: ma la forza del numero, a poco a poco, prevale. Il robot-centauro viene letteralmente sopraffatto dalle ondate successive e, anche se combatte fino allo stremo, i distruttori lo colpiscono tutti insieme, trasformando il robot cuore e acciaio e il suo destriero in un’immensa fiammata accecante: quando il bagliore scompare, non c’è più traccia di Jeeg, se non frammenti sparsi. Nello stesso tempo, Miwa sente una stretta al cuore e, osservando i quadranti di contatto spenti, capisce subito quello che è successo: Hiroshi è morto. Crolla in lacrime, mentre il Big Shooter raggiunge l’astronave di Procton, seguendo il pilota automatico.

    (107 - Continua qui)


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