Il blog di Joe7

  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: PARADISO, CANTO 20 (prima parte)

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 27 April 2024
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    PARADISO CANTO 20 - SESTO CIELO DI GIOVE: SPIRITI GIUSTI: DAVIDE, TRAIANO, EZECHIA, COSTANTINO (prima parte)
    (primo post: qui; precedente post: qui)

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    Il Sesto Cielo di Giove, descritto da Go Nagai: al posto dell'occhio dell'aquila (descritto in questo Canto) c'è l'occhio del pianeta Giove (la famosa macchia visibile sul pianeta)



    CANTO DEI BEATI; L'AQUILA RIPRENDE A PARLARE

    Dante paragona le luci dei beati che formano l'aquila alle stelle che appaiono in cielo alla sera (che è descritta da Dante come " ‘l giorno d’ogne parte si consuma"). Il Sole ("colui che tutto ‘l mondo alluma", cioè illumina) è ormai tramontato e la sua luce, dice Dante, si riflette negli astri.
    Infatti, era cosa comune nel 1300 pensare che le stelle brillassero della luce riflessa del Sole: se fino ad allora si pensava che il Sole fosse al centro dell'Universo, era normale credere che illuminasse di per sè tutte le stelle, visto che, in questa ipotesi, era l'unica luce del cosmo.
    I beati, paragonati alle stelle di Dante, non appena l'aquila (il "sole") ha smesso di parlare, aumentano il loro splendore, proprio come fanno le stelle dopo il tramonto, e intonano un canto, il cui ricordo è ormai svanito dalla memoria del poeta.

    Dante definisce l'aquila come " ‘l segno del mondo e de’ suoi duci", cioè il simbolo del mondo e dei suoi condottieri. L'ardore di carità degli spiriti beati che compongono l'aquila si manifesta nello scintillio delle loro luci. Quando smettono di cantare, Dante sente in quel momento una specie di mormorio, simile a un corso d'acqua, che scende dal monte; oppure, simile al suono della cetra che vibra; o ancora, alla zampogna, quando emette il suo soffio. L'aquila, infatti, sta riprende a parlare con questo tipo di suono, e stavolta il suono sembra uscire dal suo collo, come se fosse forato, trasformandosi poi in voce e in parole distinte.
    L'aquila, che si è trasformata nel simbolo araldico relativo, caratteristica dell'autorità imperiale, ora invita Dante a osservare con attenzione il suo occhio. Infatti, ora che ha l...

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    Last Post by joe 7 il 27 April 2024
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  2. PELINE STORY - EPISODIO 37: "RITORNO ALLA FABBRICA"

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    Peline Story
    By joe 7 il 26 April 2024
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    37 - RITORNO ALLA FABBRICA
    (primo articolo: qui; precedente episodio: qui)

    g4


    RIASSUNTO

    Siamo verso la fine dell'800: dopo la morte del padre in Bosnia, Peline Pandavoine e sua madre decidono di raggiungere il nonno di Peline a Maraucourt, in Francia. Viaggiano in un carro coperto, trainato dall'asino Palikare e con loro c'è il cane Barone. Ma a Parigi la madre di Peline si ammala e muore: prima di morire, dà alla figlia il documento che attesta che lei è la vera nipote di Vulfran Pandavoine, il nonno di Peline. Dopo un lungo viaggio, Peline arriva finalmente a Maraucourt, dove vede per la prima volta il nonno, che è padrone di una fabbrica tessile ed è cieco. Peline si presenta in paese col falso nome di Aurelie, per sicurezza: il nonno infatti non aveva mai approvato il matrimonio tra suo figlio e la madre di Peline. Quindi non sa se sarà accettata da lui o meno. Un giorno, Peline fa da intermediaria a degli ingegneri inglesi nello stabilimento di Saint-Pepoy su richiesta di Pandavoine, perchè la ragazza è l'unica in quel momento che conosce quella lingua. Pandavoine le fa anche leggere delle lettere in inglese: infatti, sta cercando di trovare il figlio Edmond, il padre di Peline, perchè torni e si occupi della fabbrica: ma lui non sa che suo figlio è morto. Intanto, Peline, su richiesta di Pandavoine, gli racconta la sua storia: come è arrivata a Maraucourt e tutto quello che ha passato, senza rivelare però la sua identità. Pandavoine ne è colpito. A causa dell'assenza del cocchiere, Peline fa da guida alla carrozza di Pandavoine, che però licenzia bruscamente Guillaume, il cocchiere, per la sua trascuratezza. Peline è colpita dall'inflessibilità del nonno e non sa come fare per rivelarsi a lui. (NOTA: i dialoghi sono riassuntivi, non completi)

    STORIA

    Peline ha un incubo: va alla villa Pandavoine, dove entra e chiama il signor Pandavoine, che è seduto sulla scrivania. Gli...

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  3. HEIDI EPISODIO 29: "POMERIGGIO NEL BOSCO"

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    Heidi
    By joe 7 il 25 April 2024
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    29 - POMERIGGIO NEL BOSCO
    (primo post dell'analisi di Heidi: qui. Precedente post: qui)

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    RIASSUNTO: Siamo a Dorfli, in Svizzera, ai primi dell'Ottocento. Dete porta sua nipote, la bambina Heidi, dal Vecchio dell'Alpe, il nonno della bimba: un uomo burbero e solitario, che vive nella sua baita, lontano dal paese. Dete deve andare a Francoforte per lavoro e il nonno è l'unico che può badare alla bimba. Nei giorni successivi, Heidi si ambienta al mondo della montagna, mentre il nonno si prende cura della bambina e inizia ad affezionarsi a lei. Un giorno, Dete ritorna: dice di aver trovato un posto per Heidi a Francoforte e la porta dalla signorina Rottenmeier, la tutrice di Clara Sesemann, una ragazzina che è rimasta paralizzata alle gambe per una malattia. Heidi si affeziona a Clara, ma sente la nostalgia delle montagne. I suoi tentativi di ritrovare l'ambiente di casa vengono sempre stornati dalla Rottenmeier. Ad un certo punto, arriva il padre di Clara, il signor Sesemann, che prende in simpatia Heidi. Successivamente, arriva la nonna di Clara, e Heidi e Clara sono molto contente di conoscerla. In particolare, la nonna insegna a Heidi a leggere e a fare i conti. Ma si rende conto che la bambina ha bisogno di stare all'aperto, e la porta al parco insieme a Clara...

    STORIA

    Heidi e Clara sono nel prato del bosco di Francoforte: vedono una farfalla e Heidi cerca di prenderla per farla vedere a Clara. Due bambini su un ramo ridono perchè vedono della gente di città. Gareggiano con Heidi per prendere la farfalla. Clara è turbata, perchè vede Heidi e gli altri che corrono per prendere la farfalla, mentre lei deve restare sulla carrozzella.
    "Siete molto ricchi" dice un bambino a Heidi, indicando la carrozza.
    "Quella è la carrozza del papà di Clara" spiega Heidi.
    "E dov'è questa Clara?"
    "E' lì."
    "E perchè sta seduta?"
    "Perchè non può camminare".
    Clara è contrariata e imbronciata.
    "L'abbiamo presa!" dicono i bambini, una volta catturata la farfalla, poi uno di loro dice:
    "...

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    Last Post by joe 7 il 25 April 2024
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  4. LINK MANGA

  5. YAWARA

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    manga
    Urasawa
    Yawara
    By joe 7 il 24 April 2024
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    YAWARA, LA NATA INVINCIBILE

    Autore: Naoki Urasawa
    Casa editrice: Planet Manga

    Yawara-1-15


    Yawara! Una ragazza judoka alla moda è il titolo completo. Yawara Inokuma è il nome della protagonista, che richiama il judo: infatti, "judo" significa "via" (do) "dell'adattabilità, o cedevolezza, o gentilezza" (ju). Infatti, nello judo non si attacca, ma si usa l'attacco dell'altro, usando la sua stessa forza e la sua spinta per farla rivolgere poi contro di lui. Si chiama appunto "principio yawara", cioè "principio della gentilezza". Infatti "Yawara" significa "gentilezza". Solo che il cognome della ragazza, "Inokuma", significa "cinghiale orso"...Non solo: lo yawara è anche il nome giapponese del kongo/legno yawara, un'arma temibile. Si tratta infatti di un’asta di legno adattata alla mano del combattente: può causare fratture e blocchi muscolari. E' l'arma preferita di Modesty Blaise.

    modesty-interior


    Quindi, la ragazza è dolce fuori, ma pericolosa dentro. Viene allenata al judo sin da piccola da suo nonno, l'autoritario Jigoro Inokuma, il più forte judoka del Giappone. Il vecchietto vuole fare di lei un'atleta a livello mondiale.

    Yawara-e-Jigoro


    Ma Yawara vuole essere invece soltanto "una ragazza alla moda", come dice il titolo. In sostanza, vuole dei vestitini, vuole comprare dei trucchi e dei rossetti ultimo grido, vuole avere un fidanzatino tutto per lei, e fare un lavoro normale tipo la dattilografa, eccetera. Insomma, vuole la superficialità più assoluta, nonostante il suo eccezionale talento nello judo. Riesce a battere senza problemi gli judoka più forti, pensando nel frattempo al prossimo disco degli U2 da comperare assolutamente quando finirà questa stupida sfida. Abbatte l'avversaria Sayaka Honami, pensando intanto a quel delizioso rossetto color pervinca che le sta così bene che deve assolutamente comprarlo prima che scompaia dal negozio dove era andata prima.

    Insomma, talento 100, cervello zero assoluto. Come dire, tanto talento sprecato. Si innamora, sospirando, dei tizi più superficiali e donnaioli che trova e se ne frega altamente dei personaggi che sono veramente interessati a lei. Anche se vincesse tutt...

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    Last Post by joe 7 il 25 April 2024
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  6. IL BENE E IL MALE ESISTONO

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    Riflessioni
    Tommaso d'Aquino
    By joe 7 il 23 April 2024
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    BENE E MALE, EROI E MALVAGI: UNA REALTA' NEGATA

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    L'eroe (Goku) contro il malvagio (Taobaibai)


    Oggi sono passati 750 anni dalla morte di San Tommaso d'Aquino (morì nel 1274): la sua filosofia e teologia hanno una logica ferrea e si fondano sulla realtà dei fatti. Per esempio, afferma quello che per lui era un'evidenza: nella società umana ci sono i virtuosi e i malvagi. Cioè, esistono le persone buone e le persone malvagie. Questo è un giudizio, un'affermazione che per San Tommaso e i suoi contemporanei del 1200 era innocua, ovvia: tanto era lapalissiana nel suo oggettivo realismo. Ma per noi del 2020 non lo è per niente.

    Infatti, oggi parlare di "virtù" e "malvagità" non è di moda, non è politicamente corretto, perchè si tratta di parole ritenute obsolete, superate, risibili. Anche un tantino bigotte. La virtù e la malvagità, si dice oggi, non esistono: sono solo concetti astratti. È solo la nostra personalissima griglia di valori a considerarle tali. Esistono solo delle scelte personali che, finché non offendono gli altri, sono lecite. Non ci sono dunque persone cattive: e, se ci sono, lo sono perchè sono persone fragili, in ricerca, ferite, poverine. E' tutta colpa della società, dei genitori, di chi lo aveva picchiato da piccolo, se sono diventati così. La colpa, insomma, è sempre di un altro. Mai che sia colpa del cattivo e delle sue scelte disgraziate.

    Ecco, questa visione dell'uomo, "buono sempre e comunque, semmai corrotto da sovrastrutture sociali", che va di moda oggi nell'Anno del Signore 2024 e da un mucchio di tempo, era esclusa da Tommaso, non solo dal punto di vista cristiano a motivo del peccato originale: ma anche perché era una cosa evidente, sia a lui che ai suoi contemporanei del 1200, che tutti noi compiamo il male, magari senza rendercene conto, e che, anzi, ci sono delle persone totalmente dedite al male.

    Cioè, in sostanza: gli uomini e le donne malvagi esistono. Un realismo inaccettabile oggi, per via del il buonismo imperante, nato da un approccio relativista, dove ogni scelta è insindacabile. Buonismo, però, solo di facciata, perché, nel privato, ciascuno di noi bolla gli altri spesso come spregevoli, mediocri, invidiosi, eccetera. In sostanza, il buonismo è quella vecchia cosa che si chiamava un tempo ipocrisia.

    Ma l'eroe (quello a cui si dovrebbe tendere) e il malvagio (tutto ciò che si dovrebbe evitare) sono modelli che esistono, fanno parte della nostra vita, in cui, nel nostro cuore, si combattono il bene e il male: e c'è chi sceglie il bene, come c&...

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    Last Post by joe 7 il 23 April 2024
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  7. I CENT'ANNI DEL GIORNALINO DOSSIER - 1

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    Il Giornalino
    By joe 7 il 22 April 2024
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    IL GIORNALINO COMPIE (MALE) CENT'ANNI

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    Bob Kent di Giuliano Giovetti, autore completo (storia e sceneggiatura): quasi il Ken Falco italiano (anche se con tematiche completamente diverse), è stato uno dei fumetti più apprezzati del Giornalino.


    C'è stato un tempo in cui c'era la possibilità di riunire in una rivista i migliori autori di fumetti: prima col Corriere dei Piccoli, poi col Vittorioso e l'Avventuroso, poi col Corriere dei Ragazzi...il Giornalino fu l'ultimo, e possiamo dire che questo periodo finì in bellezza. Il Giornalino c'è ancora, ma è ben lontano dalle qualità dei lavori di un tempo.

    LE EDIZIONI SAN PAOLO

    Tutto iniziò ad Alba (Cuneo), nel Piemonte. Siamo nel 1914 ed è iniziata la Prima Guerra Mondiale: nonostante questo, il beato Don Giacomo Alberione, parroco e padre spirituale del seminario di Alba, fondò le Edizioni San Paolo, quelle che pubblicheranno Il Giornalino, in una riunione con altri sacerdoti e fedeli in una tipografia cattolica presso la chiesa di Alba.

    Don-Alberione
    Il beato Don Alberione, fondatore della San Paolo


    Ispirato da Don Bosco, Don Alberione fu il primo ecclesiastico contemporaneo ad occuparsi esclusivamente dei mass media. La San Paolo realizzò, oltre al Giornalino, Famiglia Cristiana, Jesus. Lo scopo della nuova casa editrice era, ovviamente, diffondere la fede cristiana a mezzo stampa. Il nome San Paolo si richiama all'omonimo santo, l'evangelizzatore per eccellenza. Dal secondo dopoguerra, la San Paolo si diffuse anche all'estero e si trasferì a Milano. Oltre alla buona stampa, si impegnarono anche nell'attività cinematografica, fondando la San Paolo film: realizzarono il film Abuna Messias (la vita del predicatore Guglielmo Massaia che andò in Abissinia e fu chiamato dalla gente "Abuna Messias", il suo nome in etiope), e nel 1950 "Mater Dei", il primo lungometraggio a colori realizzato in Italia, che parla della vita della Madonna. Infatti, "Totò a colori" fu realizzato dopo, nel 1952: quindi non è stato il primo film italiano a colori. Tra i film più famosi della San Paolo Film ricordiamo Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, con Nino Manfredi, che ebbe un successo strepitoso, fino a diventare il &qu...

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    Last Post by joe 7 il 22 April 2024
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  8. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: PARADISO, CANTO 19

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 20 April 2024
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    PARADISO CANTO 19 - SESTO CIELO DI GIOVE: SPIRITI GIUSTI - IL PROBLEMA DELLA SALVEZZA
    (primo post: qui; precedente post: qui)

    AQUILA
    L'aquila composta dai beati inizia a formarsi nel Cielo di Giove, quello dei Giusti. E' il Cielo dei Re e del Giudizio: per questo si parla qui del Giudizio Finale.


    L'AQUILA - CIOE' I MOLTI IN UNO - INIZIA A PARLARE

    Nel Sesto Cielo di Giove, quello degli Spiriti Giusti, l'aquila di prima si staglia di fronte a Dante con le ali aperte: è composta da migliaia di spiriti giusti, che godono della visione divina. Ognuno di essi sembra un rubino che scintilla, colpito dai raggi del sole. Ad un tratto, tutte le anime iniziano a parlare insieme come se fossero una cosa sola. Un evento straordinario che Dante si sforza di descrivere: è come se a parlare fosse l'aquila col suo becco, dicendo "io" e "mio", anziché "noi" e "nostro". E' un'unità totale.

    Parea dinanzi a me con l’ali aperte (Appariva davanti a me, con le ali spiegate,)
    la bella image che nel dolce frui (la bella immagine (l'aquila) che, nella dolce visione di Dio)
    liete facevan l’anime conserte; (era formata dalle anime liete)

    "Frui" è "fruire": un infinito sostantivato che significa "godimento". Dal latino "frui", "godere".

    parea ciascuna rubinetto in cui (ognuna delle anime sembrava un rubino)
    raggio di sole ardesse sì acceso, (colpito da un raggio di sole, talmente splendente)
    che ne’ miei occhi rifr...

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    Last Post by joe 7 il 20 April 2024
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  9. ZAGOR: "AFFONDATE IL DESTROYER!" (Ivan)

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    Zagor
    By joe 7 il 19 April 2024
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    ZAGOR 161-165: AFFONDATE IL DESTROYER! (analisi di Ivan)
    (Qui l'analisi di Joe7)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli) e Decio Canzio
    Disegni: Franco Donatelli e Francesco Gamba
    Pagine: 380
    Anno: 1979

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 212-216 (usciti nel 1978-79). I numeri reali di Zagor sono 161-165. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè coi numeri 161-165.

    TRAMA
    Nota: essendo una storia piena di colpi di scena, contiene quindi molti SPOILER. Chi legge è avvertito.

    Zagor e Cico vanno verso la zona dei Grandi Laghi, nel paese di Big Bay, per rispondere alla chiamata di Daniel Bowie, un amico di Zagor. Durante il viaggio, incontrano il colonnello Grant, che viene assalito insieme alla sua scorta da una banda di fanatici separatisti che vogliono ritornare ad essere governati dagli inglesi (siamo vicini al confine col Canada, territorio inglese). Zagor aiuta Grant a superare il blocco e alla fine incontra Daniel, al cimitero di Big Bay, dove commemora le lapidi dei suoi compagni uccisi dal "Destroyer", una corazzata galleggiante costruita dagli inglesi per compiere atti di pirateria e usurpare la proprietà dei Grandi Laghi agli americani, dando così sostegno ai separatisti. Il "Destroyer" è comandato dal generale Butcher "il macellaio", un uomo crudele e spietato, che non solo attacca le imbarcazioni, ma mette a ferro e a fuoco anche la città di Barley, vicino a Big Bay, attaccandola coi suoi cannoni. Per evitare una guerra aperta con l'Inghilterra, il generale Grant propone a Zagor e Daniel, insieme al trapper Mac Enroe, che conosce la zona, di inoltrarsi sotto falso nome nei boschi del Canada per distruggere quella fortezza galleggiante. Ma l'impresa, dopo molte difficoltà, finisce in un fallimento e quasi tutti finiscono ammazzati, compreso Mac Enroe, a causa del tradimento di Neal, un uomo del gruppo di Grant, che si rivela essere al servizio degli inglesi. ...

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    Last Post by joe 7 il 19 April 2024
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  10. PELINE STORY - EPISODIO 36: "INVITO A PRANZO"

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    Peline Story
    By joe 7 il 18 April 2024
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    36 - INVITO A PRANZO
    (primo articolo: qui; precedente episodio: qui)

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    RIASSUNTO

    Siamo verso la fine dell'800: dopo la morte del padre in Bosnia, Peline Pandavoine e sua madre decidono di raggiungere il nonno di Peline a Maraucourt, in Francia. Viaggiano in un carro coperto, trainato dall'asino Palikare e con loro c'è il cane Barone. Dopo diverse avventure, raggiungono Parigi: ma la madre di Peline si ammala e muore. Prima di morire, la madre dà a Peline il documento che attesta che lei è la vera nipote di Vulfran Pandavoine, il nonno di Peline. Dopo un lungo viaggio, Peline arriva finalmente a Maraucourt, dove vede per la prima volta il nonno, che è padrone di una fabbrica tessile ed è cieco. Peline si presenta in paese col falso nome di Aurelie, per sicurezza: è difficile che il nonno la accolga, visto che non aveva approvato il matrimonio tra suo figlio e la madre di Peline. Un giorno, Peline fa da intermediaria a degli ingegneri inglesi nello stabilimento di Saint-Pepoy su richiesta di Pandavoine, perchè la ragazza è l'unica in quel momento che conosce quella lingua. Pandavoine le fa anche leggere delle lettere in inglese, cosa che attira l'attenzione di Toluel, il sovrintendente dell'azienda, che cerca di estorcere delle informazioni da Peline senza riuscirci. Infatti, Pandavoine cerca di trovare il figlio Edmond, il padre di Peline, perchè torni e si occupi della fabbrica: ma lui non sa che suo figlio è morto...(NOTA: i dialoghi sono riassuntivi, non completi)

    STORIA

    Arriva l'autunno. Peline asciuga i panni e se li toglie, mentre Barone abbaia agli scoiattoli. Arriva Rosalie, che le dice che l'ingegner Fabry è tornato dall'Inghilterra.
    "Ha chiesto di te, vuole invitarti a cena all'osteria" aggiunge.
    "Ci verrò volentieri. Oggi è anche una bella domenica."
    Rosalie osserva i panni di Peline che sono stesi e nota che sono ormai logori ...

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    Last Post by joe 7 il 18 April 2024
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