ZAGOR 129-133: KANDRAX IL MAGO (analisi di Doc Lester 1975)(la storia di Kandrax è già stata analizzata qui. In questo articolo posto un'altra analisi, molto interessante, realizzata da Doc Lester 1975, un utente di spiritoconlascure.it (un forum su Zagor), che mi ha dato il permesso di postarla qui. Spero vi piaccia: buona lettura. ).
Non saprei dire con certezza se questa, per me, sia la migliore delle storie di Zagor. Probabilmente sì, assieme ad
Oceano ed alla
Marcia. Una cosa mi sento di affermarla:
è la storia più zagoriana in assoluto. C'è tutto. Proverò a scrivere due righe con la consapevolezza che non mi basterebbero dieci libri per indicare tutti quegli aspetti e quei passaggi che l'hanno resa indimenticabile. Erano diversi anni - non so quanti, ma tanti - che non la rileggevo, e mi sono chiesto se la magia provata da adolescente sarebbe scomparsa, se potevo restare deluso considerando le ingenuità, se ci avessi ormai fatto il callo al nuovo modo di sceneggiare... no, nulla di tutto questo: sono rimasto incantato e rapito, esattamente come la prima volta che la lessi. Non scherziamo, questo è un altro pianeta rispetto alle storie contemporanee, anche quelle riuscite meglio.
L'ambientazione nel Vermont è meravigliosa: non mi stancherò mai di ripetere che questi paesaggi freschi, queste foreste affascinanti, i fiumi, i laghi, sono il primo motivo per cui io da ragazzino ho scelto Zagor. Mi bastava aprire un albo: i paesaggi di Tex erano respingenti, quelli di Zagor seducenti, un vero incanto. Grazie anche alla maestria di Ferri, ovviamente, alle sue tavole rigogliose (e oggi qualcuno apprezza Chiarolla con le sue sterpaglie, i suoi rami secchi e le sue persone deformi. Mah!). Nel Vermont, ecco il microcosmo della fattoria dei Coleman e di Stone-Hill: straordinario Nolitta nel saper circoscrivere l'avventura nello spazio in modo da farci entrare dentro il lettore. Quando leggi questa storia, ti sembra dav...
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