INTELLIGENZA ARTIFICIALE: MA QUANDO MAI?L'uomo ha intelligenza, libertà, linguaggio, mentre i più progrediti robot non sono vivi, non pensano, non amanoOggi si parla spesso di
Intelligenza Artificiale (A.I.), dicendo che è ormai diventata talmente capace di fare delle opere che la renderebbero equivalente all'uomo. E' recente anche la notizia di un seguito di
Black Jack, il manga, realizzato con l'Intelligenza Artificiale (i dettagli
qui). Eppure resta il fatto che le Intelligenze Artificiali non sono vive, sono solo dei programmi elaborati dall'uomo.
Oggi i robot possono fare operazioni delicatissime e utilissime, in medicina; possono gradualmente sostituire gli uomini in varie attività e mestieri, compresi quello di badante e di segretario. Quindi, c'è chi crede che i robot e le Intelligenze Artificiali sono davvero assimilabili all'uomo, come nei racconti di Asimov. C'è chi pensa che i robot potranno un giorno pensare, amare, provare sentimenti, addirittura prendere il sopravvento sull'uomo. Ma questa è pessima filosofia.
UOMO E ROBOT SONO ONTOLOGICAMENTE1 DIVERSINessuno degli uomini che hanno dato un importante contributo alla storia della meccanica robotica e all'intelligenza artificiale condividerebbe l'equiparazione uomo-macchina.
Blaise Pascal, il fisico, matematico, filosofo e teologo che costruì la prima macchina calcolatrice, riteneva che l'uomo fosse un
unicum: più "grande" dell'universo, perché capace di pensare e di amare. Come lui, così pure gli altri pionieri: il filosofo e matematico
Leibniz,
Charles Babbage, il creatore dei calcolatori,
Ada Lovelace, la creatrice dei primi algoritmi per i computer, e via discorrendo.
E' chiaro, infatti, che i robot, anzitutto,
non sono vivi. La vita è qualcosa di cui tanto parliamo, anche in biologia, ma che
non sappiamo davvero cosa sia,
nè come sia nata. Oggi nessun laboratorio al mondo è capace di produrre un solo batterio totalmente artificiale.
Per questo il filosofo
Karl Popper, già nel 1977, riteneva impossibil...
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