Il blog di Joe7

  1. INTELLIGENZA ARTIFICIALE (A.I.)

     
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    INTELLIGENZA ARTIFICIALE: MA QUANDO MAI?
    L'uomo ha intelligenza, libertà, linguaggio, mentre i più progrediti robot non sono vivi, non pensano, non amano

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    Oggi si parla spesso di Intelligenza Artificiale (A.I.), dicendo che è ormai diventata talmente capace di fare delle opere che la renderebbero equivalente all'uomo. E' recente anche la notizia di un seguito di Black Jack, il manga, realizzato con l'Intelligenza Artificiale (i dettagli qui). Eppure resta il fatto che le Intelligenze Artificiali non sono vive, sono solo dei programmi elaborati dall'uomo.

    Oggi i robot possono fare operazioni delicatissime e utilissime, in medicina; possono gradualmente sostituire gli uomini in varie attività e mestieri, compresi quello di badante e di segretario. Quindi, c'è chi crede che i robot e le Intelligenze Artificiali sono davvero assimilabili all'uomo, come nei racconti di Asimov. C'è chi pensa che i robot potranno un giorno pensare, amare, provare sentimenti, addirittura prendere il sopravvento sull'uomo. Ma questa è pessima filosofia.

    UOMO E ROBOT SONO ONTOLOGICAMENTE1 DIVERSI

    Nessuno degli uomini che hanno dato un importante contributo alla storia della meccanica robotica e all'intelligenza artificiale condividerebbe l'equiparazione uomo-macchina.

    Blaise Pascal, il fisico, matematico, filosofo e teologo che costruì la prima macchina calcolatrice, riteneva che l'uomo fosse un unicum: più "grande" dell'universo, perché capace di pensare e di amare. Come lui, così pure gli altri pionieri: il filosofo e matematico Leibniz, Charles Babbage, il creatore dei calcolatori, Ada Lovelace, la creatrice dei primi algoritmi per i computer, e via discorrendo.

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    E' chiaro, infatti, che i robot, anzitutto, non sono vivi. La vita è qualcosa di cui tanto parliamo, anche in biologia, ma che non sappiamo davvero cosa sia, nè come sia nata. Oggi nessun laboratorio al mondo è capace di produrre un solo batterio totalmente artificiale.

    Per questo il filosofo Karl Popper, già nel 1977, riteneva impossibile produrre computer all'altezza del cervello umano, cioè di una realtà così incredibilmente complessa che tutto l'universo materiale insieme risulta, rispetto ad esso, incredibilmente banale.

    Oltre a non avere la vita, i robot non sono capaci di una interazione con l'ambiente tramite corpo, sensi, emozioni, né di alcun pensiero autocosciente. Sono in tutto e per tutto oggetti e non, come gli uomini, soggetti, pensanti, liberi, autocoscienti.

    Proprio lo studio dell'Intelligenza Artificiale ci aiuta a comprendere meglio la grande dignità dell'uomo, che non è equiparabile ad alcuna macchina nè ad alcun meccanismo puramente materiale e deterministico.

    Pensare, amare, sentire, volere, sono capacità che non appartengono ai corpi, agli oggetti, alle macchine, ma solo agli uomini.

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    Lo spiegano molto bene, tra gli altri, Roberto Cingolani, fisico, direttore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, e l'ingegner Giorgio Metta, che guidano lo sviluppo del robot umanoide iCub, esempio di robotica davvero "prodigioso". I robot, hanno scritto in un loro testo, "non hanno alcunché di sentimentale, di personale o di emozionale" e "non esiste tecnologia che possa rendere una macchina intelligente anche dotata di emozioni e di autocoscienza, con buona pace di tanto cinema e letteratura".

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    Il robot umanoide iCub


    Analoga la posizione di Federico Faggin, fisico italiano che lavora alla Silicon Valley, che ha iniziato a 19 anni a realizzare tecnologie all'avanguardia, aprendo le porte alle prime memorie dinamiche, alle prime memorie non volatili, al primo microprocessore monolitico al mondo, agli schermi touch, eccetera. Faggin sostiene che "c'è una differenza incolmabile tra un uomo e un computer. E questa differenza incolmabile, ontologica, sta nella consapevolezza che è qualcosa di immateriale, di "miracoloso". Qualcosa che filosofi e teologi chiamerebbero anima, spirito, coscienza.

    Noi uomini, afferma Faggin, non abbiamo computer abbastanza potenti per eguagliare neppure un paramecio, cioè un protozoo, composto da una singola cellula vivente senza sistema nervoso, che pure nuota con rapidità, "virando i villi con moto squisitamente coordinato, evita gli ostacoli e i predatori, cerca cibo, riconosce un paramecio con cui accoppiarsi e così via".

    Una singola cellula, dunque, è infinitamente più complessa del più progredito dei robot, che non sono vivi, non pensano, non amano: questo tanto per ricordarci che l'uomo ha grandi doni, unici nell'universo (intelligenza, libertà, linguaggio potenzialmente infinito...), ma da qui a diventare il Creatore di nuovi uomini-robot, o di Intelligenze Artificiali, ce ne passa!

    BIBLIOGRAFIA

    Articolo di Francesco Agnoli

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    1 Ontologicamente: da "ontologia": è la dottrina filosofica che descrive il fondamento di ogni sistema dal punto di vista oggettivo. In sostanza, descrive l'essere in quanto tale. Per esempio: ontologicamente l'uomo è una persona, e la carta è una cosa: sono quindi ontologicamente diversi, cioè sono due esistenze di base che sono completamente diverse come essenza.

    QUI TUTTE LE RIFLESSIONI
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    Il tuo articolo dice cose giuste per quanto l'idea di un robot senziente sia simpatica, soprattutto grazie alle opere di fantasia, non é materialmente realizzabile.

    Il tuo discorso mi ha anche ricordato Daitarn 3, dove Haran Banjo rinfaccia praticamente ad ogni comandante meganoide la superiorità degli umani sui cyborg.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 15/6/2023, 19:23) 
    Il tuo articolo dice cose giuste per quanto l'idea di un robot senziente sia simpatica, soprattutto grazie alle opere di fantasia, non é materialmente realizzabile.

    Ci sono stati tanti personaggi robotici senzienti nei fumetti: la Visione dei Vendicatori, Astroboy, eccetera. O nei romanzi di Asimov. Ma restano personaggi irreali: non esiste, nè esisterà mai un robot vivo, un'intelligenza artificiale viva. Chi pensa invece che questo un giorno sia possibile non ha ancora capito l'infinita differenza tra una cosa e una persona.

    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 15/6/2023, 19:23) 
    Il tuo discorso mi ha anche ricordato Daitarn 3, dove Haran Banjo rinfaccia praticamente ad ogni comandante meganoide la superiorità degli umani sui cyborg.

    Un cyborg è in parte uomo e in parte macchina, quindi resta sempre una persona: i Meganoidi quindi non sono macchine, ma esseri umani come tutti. Quindi non ha senso la "superiorità" di Banjo sui Meganoidi, visto che sono esseri umani come lui. Al massimo Banjo avrà una superiorità morale, ma non ontologica.
     
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    Uno dei taxi automatizzati che stanno sperimentando negli Stati Uniti, si è schiantato contro un camion dei Vigili del fuoco che stava attraversando con il rosso e la sirena azionata.
    I programmatori avevano previsto che il veicolo si fermasse quando registra il suono della sirena, ma in quel caso c'era molta confusione e non è stata avvertita in tempo.
    Di casi simili a questi ne sono avvenuti a decine.
    Questo per dire che l'uomo ha comunque il dovere di sorvegliare come un robot o un computer esegue le sue istruzioni più complesse, in cui possono verificarsi una infinità varietà di eventi imprevisti.
    Io mi limito a chiamare l'assistente del supermercato ogni volta che la cassa automatica non legge un codice.
     
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    CITAZIONE (Stella di Latta @ 13/3/2024, 15:46) 
    Uno dei taxi automatizzati che stanno sperimentando negli Stati Uniti, si è schiantato contro un camion dei Vigili del fuoco che stava attraversando con il rosso e la sirena azionata. I programmatori avevano previsto che il veicolo si fermasse quando registra il suono della sirena, ma in quel caso c'era molta confusione e non è stata avvertita in tempo. Di casi simili a questi ne sono avvenuti a decine.
    Questo per dire che l'uomo ha comunque il dovere di sorvegliare come un robot o un computer esegue le sue istruzioni più complesse, in cui possono verificarsi una infinità varietà di eventi imprevisti. Io mi limito a chiamare l'assistente del supermercato ogni volta che la cassa automatica non legge un codice.

    L'uomo ha l'eterna tentazione di fare Dio, cioè di creare una persona uguale a lui, dotata di coscienza e indipendenza: una cosa che può fare il Creatore, ma non una creatura quali siamo noi.

    Nei romanzi di Asimov i personaggi hanno creato dei robot indipendenti, con una loro coscienza e hanno dei problemi per questo. Inoltre, questi robot sono "puri", cioè sinceri, quindi migliori dell' "impuro" uomo. Quindi l'uomo impuro in quei romanzi di fantascienza ha creato un essere non solo come lui, ma persino migliore di lui: ancora più assurdo. Come se un carbone generasse un diamante.

    Non esiste un'Intelligenza Artificiale: si costruisce semplicemente un oggetto, una cosa, che risponde agli stimoli che gli mandi. Esattamente come la tastiera del computer che sto battendo adesso: nessuna differenza. Ma la stupidità dell'uomo insuperbito è tale da credere di poter fare un computer che scriva da solo e di sua iniziativa. Da qui i disastri come quelli del taxi automatizzato americano. Ma loro risponderanno: "non è vero, basta programmarlo meglio". E avanti pure con gli sfracelli.

    Non conoscere nè accettare i limiti è il modo migliore per sbattercisi contro, e con violenza. =_=
     
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