NOTTE BIANCATesto di Carlo Geminiani, sulla base degli scritti di Giulio Bedeschi. Musica del maestro Bepi De Marzi. Preso
qui.
Siamo nell'inverno della ritirata di Russia del 1943: dopo giorni di marcia nella steppa gelata, il 26 gennaio gli alpini, sotto la guida del generale Reverberi della "Tridentina", riuscirono finalmente a sfondare le linee russe al ponte della ferrovia di Nikolajewka, rompendo l'accerchiamento russo. Fu raggiunta così la libertà, attraverso però una durissima battaglia contro il gelo, la mancanza di mezzi e il nemico. L’approssimativa preparazione e l’inadeguatezza degli equipaggiamenti venivano ora pagate a duro prezzo dagli alpini, che nella ritirata fino a Nikolajewka iniziarono una tremenda marcia verso casa, armati solo del loro coraggio e della loro resistenza contro il terribile inverno russo. Un storia raccontata in modo magistrale da Giulio Bedeschi in "Centomila gavette di ghiaccio". Questo canto natalizio ricorda quella prova tremenda e la speranza del Natale che dava agli alpini la forza di andare avanti.
Era la notte bianca di Natale
ed era l’ultima notte degli alpini;
silenzioso come frullo d’ale
c’era il fuoco grande nei camini.
Nella pianura grande e sconfinata
e lungo il fiume - parea come un lamento -
una nenia triste e desolata
che piangeva sull’alito del vento.
Cammina cammina
la casa è lontana
la morte è vicina
e c’è una campana
che suona, che suona:
Din don, dan...
Che suona, che suona:
Din don, dan...
(Recitato)
Mormorando, stremata, centomila
voci stanche di un coro che si perde
fino al cielo, avanzava in lunga fila
la marcia dei fantasmi in grigioverde.
Non è il sole che illumina gli stanchi
gigli di neve sulla terra rossa.
Gli alpini vanno come angeli bianchi
e ad ogni passo coprono una fossa.
(Cantato)
Tutto ora tace. A illuminar la neve
neppure s’alza l’ombra di una voce
lo zaino è divenuto un peso greve;
ora l’arma s’è mutata in croce.
Lungo le piste sporche e insanguinate
son mille e mille croci degli alpini,
cantate piano, non li disturbate,
ora dormono il sonno dei bambini.
Cammina cammina
la guerra è lontana
la casa è vicina
e c’è una campana
che suona, ma piano:
Din, don, dan...
Che suona, ma piano:
Din, don, dan...
...
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