STASERA ARRIVA SANTA LUCIA!Santa Lucia dalle mie parti della Bassa è famosissima: nella notte di Santa Lucia, "la notte più lunga che ci sia", lei veniva con il suo asinello, accompagnata dal suono delle campanelle, che noi sentivamo durante la cena, e ci portava i regali. Bisognava andare a letto presto e non vedere niente, se no la Santa i regali non li portava. La tensione che noi bambini provavamo alla sera era qualcosa di indescrivibile: la mattina successiva era una festa, nel vedere e scartare i regali alla mattina prestissimo, appena ti alzavi. Posto qui un racconto di Guareschi su Santa Lucia, in ricordo di quei momenti.
FAVOLA DI SANTA LUCIA DI GIOVANNINO GUARESCHICesarino si alzò e, prima ancora di lavarsi, prese il lapis blu e cancellò sul calendario un altro giorno. Ne rimanevano ancora tre, che poi erano due, in quanto il terzo era quello famoso. Mentre si lavava con l’acqua gelata, Cesarino d’improvviso ebbe un pensiero:
“E la crusca?” Era una cosa importante. Ma risultava anche logico che non ci avesse pensato, perché, fino all'anno prima, tutto si era svolto laggiù, al paese, dove, per trovare della crusca, bastava allungare una mano. Gli venne in mente il pane fatto in casa, e il profumo che usciva dal forno. Risentì il cigolio della gramola e pensò a sua madre. Uscì in fretta e passando dalla portineria, si fermò per consegnare la chiave alla portinaia: suo padre era andato via alle quattro perché, in quei giorni, c’era un sacco di lavoro per chi aveva un camion.
La strada era piena di gente che aveva una premura maledetta e la nebbia di quella fradicia mattina di dicembre era traditrice, perché macchine e ciclisti saltavano fuori d’improvviso da ogni parte e bisognava stare attenti. Non poté pensare molto alla faccenda della crusca, ma quando fu a scuola, riprese a pensarci. Aveva dimenticato l’asino e adesso erano guai. Bisognava mettere sul davanzale, vicino alla scarpa, anche il sacchetto pieno di crusca per l’asino che portava le ceste dei regali. A non mettere la crusca, Santa Lucia si sarebbe offesa certamente.
Cesarino, quando alle dodici e mezzo lo lasciarono libero, corse subito alla panetteria e domandò un po’ di crusca. Ma di crusca non ne avevano. Ed era anche logico perché, in una città come Milano, a cosa potrebbe servire la crusca? Provò da un altro panettiere, poi da un terzo e, alla fine, perdette la speranza.
Arrivato a casa, trovò la chiave ancora in portineria: suo ...
Read the whole post...
Last comments