Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "LA MARCIA DELLA DISPERAZIONE" (Ivan, Joe7)

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    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 27 Nov. 2017
     
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    ZAGOR 112-116: LA MARCIA DELLA DISPERAZIONE (analisi di Ivan e Joe7)

    Testi: Sergio Bonelli/Guido Nolitta
    Disegni: Gallieno Ferri / Franco Bignotti

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 163-167 (usciti nel 1974-75). I numeri reali di Zagor sono: 112-116. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 112-116.

    TRAMA

    La carovana di alcuni nobili europei al seguito del barone Von Swieten, guidata dal cowboy "Memphis" Joe, attraversa i territori di Darkwood dando la caccia ai bisonti per puro divertimento, suscitando l'ira degli indiani e soprattutto di Winter Snake, orgoglioso capo kiowa. Zagor e Cico intervengono, cercando di convincere Von Swieten a cambiare strada, ma vengono ingannati e mandati a morire in pasto alle formiche rosse. Ma una ragazza nobile che era con Von Swieten, Frida Lang, libera i due. Zagor, Frida e Cico tornano alla carovana, ormai assediata dagli indiani di Winter Snake. Da qui inizia un lungo calvario, in cui Zagor cerca di portare in salvo i nobili attraverso un viaggio pericolosissimo e pieno di insidie: Frida e Zagor, in questa impresa, sentono di provare una profonda attrazione reciproca. Ma la situazione precipita: "Memphis" Joe viene ucciso a tradimento dagli uomini della carovana perchè avessero salva la vita e Zagor si offre a Winter Snake come prigioniero da mandare sul palo della tortura, in cambio della vita degli altri. Zagor, al campo kiowa, sfida Winter Snake e i due si affrontano in duello: la vittoria di Zagor pone fine alla disputa. Zagor, quasi moribondo per le ferite, raggiunge a fatica il forte, dove viene curato. Alla fine, Frida vorrebbe stare con Zagor, ma lui, giustamente, le dice che la frontiera non è un posto adatto a lei. La separazione è dolorosa ma necessaria.

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    COMMENTO DI IVAN: PREGI

    L'episodio esce nel pieno della golden age (1974), e, in quanto tale, la sua valutazione parte automaticamente da “splendida storia” in su. Qui siamo al livello di “quasi capolavoro”. Quasi. La storia contiene TUTTI i precetti del sacro verbo nolittiano: trama solida nelle premesse, sviluppo impeccabile, personaggi ben delineati, azione avvincente, colpi di scena, e - rarità! - una forte impronta femminile. Lo stile della narrazione è lineare: nessun mistero e nessuna domanda in sospeso, tutto ciò che il lettore deve sapere lo apprende in tempo reale. Ciò rende assolutamente fluida e scorrevole la lettura di quest'episodio, nonostante che all'epoca avesse stabilito un nuovo record di lunghezza (400 pagine) superando “OCEANO”. Molto ben definito l'antagonista di turno, Winter Snake, fiero pellerossa che prima di scatenare la sua (giustificata) rappresaglia prova a dare una chance al dialogo.

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    E' leale nel rispettare la parola data, e nel rispettare la parola data da altri (emblematica la sua reazione quando rimprovera i suoi guerrieri che volevano bloccare Zagor nella scena in cui si consegna spontaneamente ai Kiowas). Incantevole la figura di Frida Lang, la prima donna “ufficiale” di Zagor. Nolitta rinuncia al facile stereotipo della “damigella-in-pericolo” e la tratteggia come una donna di carattere, intraprendente, coraggiosa, ribelle e dotata di grande sensualità. Pur in un contesto drammaticamente disperato, tra lei e Zagor nasce una reciproca attrazione che culmina nella scena romantica sull'isolotto (peccato per la risoluzione nel finale, che la ridisegna quasi come una palla al piede di cui disfarsi). (nota di Joe7: su questo argomento ne parlo più sotto)

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    Il primo incontro tra Zagor e Frida: l'attrazione c'è subito.


    Anche "Memphis" Joe è una figura azzeccatissima, pur nella sua ambiguità. Nolitta lo presenta come una guida avida e irresponsabile, ma nel contempo nelle situazioni difficili lo fa muovere con un'abilità quasi pari a quella di Zagor.

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    Divertenti le scene di “corteggiamento” delle nobildonne a Zagor, che nell'occasione rivela uno dei suoi aspetti più deboli (raramente mostrato prima d'ora). Nolitta si diverte a giocare sulla “non-perfezione” del suo personaggio, permettendosi anche di fargli fare una figura non proprio “eroica” in occasione dell'agguato da parte degli uomini di Memphis Joe. Il senso di logoramento dei fuggitivi (sia fisico che mentale) è reso molto bene. Nolitta si sbizzarrisce nell'offrire ai braccati speranze puntualmente trasformate in delusioni (vedi l'arrivo all'avamposto, o la scoperta delle canoe sfondate). La scena clou è quando il nobile europeo uccide Memphis Joe sparandogli alle spalle; lì tutto il blasone e i valori artificiosi che contraddistinguono l'aristocrazia sono stati spazzati via, e rimane solo un brutale, primordiale istinto di sopravvivenza tipicamente “plebeo” (sottile frecciatina nolittiana alla lotta di classe? Boh, fate vobis...). Nolitta dissemina la storia di piccole perle camuffate da scenette secondarie: l'elenco è lungo. Un esempio per tutte: Quando una nobildonna si lamenta del dover abbandonare i propri gioielli per poter fuggire senza inutili appesantimenti, Zagor le mette al collo una borraccia dicendo: «Questo è un ornamento che per voi potrebbe rivelarsi più prezioso dell'intero tesoro d'Inghilterra». Battuta secca e micidiale. Struggente la fine del violinista Klein. Un tocco di poesia di Nolitta, che con poche battute riesce a dare grande spessore anche ad un banale comprimario di quinta fila. Sequenza indimenticabile.

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    DIFETTI

    (Premessa: Il seguente non lo considero un “difetto” bensì semplicemente una “miglioria mancata”): Il duello finale con Winter Snake è dominato da Zagor, e questo il lettore se lo aspettava già (visto che in genere Zagor vince quasi sempre negli scontri uno-contro-uno), quindi anche questa ennesima vittoria non ha granchè di sorprendente. Data la drammaticità della circostanza (e soprattutto dato il livello della narrazione che l'aveva preceduta), avrei magari preferito vedere Winter Snake in netta supremazia, con Zagor che poi ribaltava l'esito del duello solo con un colpo di coda finale - apparendo insomma molto più umano e meno supereroe spaccamontagne. La chiusura del rapporto con Frida è stridente. Vedere Zagor che sgattaiola dalla finestra e fugge a gambe levate come di fronte al demonio, è una trovata che mi è parsa di dubbio gusto (anche perché una risoluzione del genere ammazza il romanticismo delle epiche scene tra Zagor e Frida ad ogni futura ri-lettura dell'episodio). Forse in quella circostanza sarebbe stato più indicato un addio “serio”, con Zagor che esce normalmente dalla porta dopo l'ultimo discorso di commiato, e cammina tranquillo, magari persino un po' rattristato. Dopotutto, nel corso dell'episodio Frida NON è stata rappresentata come una cercatrice di dote di cui doversi disfare; ed anche nella scena di commiato ha dimostrato di accettare il rifiuto da parte di Zagor, senza dare l'idea di insistere ad arpionarlo...quindi che bisogno aveva Zagor di svignarsela in stile ladro-di-galline? Proprio nessuno. (Ok, se ne è già discusso e di certo se ne discuterà ancora...ma per me quella scena rimane una netta caduta di tono rispetto al resto della storia.)
    infine, una incongruenza nei dialoghi: il comandante del forte afferma che non ci saranno rappresaglie contro i Kiowas poiché “il barone Von Swieten ha chiesto ufficialmente alle autorità di non intervenire”...ma ciò riguarda SOLO i morti che appartenevano alla sua spedizione; non si fa alcun accenno ai soldati uccisi nel forte all'inizio di “LA SABBIA E' ROSSA”. Quei militari erano al di fuori dell'autorità di Von Swieten, e il loro massacro avrebbe dovuto - si presume - scatenare la reazione dell'esercito americano contro i Kiowas indipendentemente dai pareri di Von Swieten, invece...nulla! Pietra sopra, chi è morto è morto e volemose bbene?

    DISEGNI

    Appaiono evidenti i problemi editoriali per portare a termine in tempo utile l'esecuzione grafica di questa storia. Ferri è stato affiancato da Bignotti nella parte finale (circa 70 tavole), tuttavia non hanno collaborato insieme sulle stesse tavole (come ad esempio in “TIGRE”, “KANDRAX” o “MAGIA SENZA TEMPO”), bensì ognuno ha portato avanti, da solo, una propria sequenza. Il risultato è che si nota un brusco cambiamento di stile da una tavola all'altra, un effetto visivo piuttosto sgradevole.
    Meglio sarebbe stato adottare la stessa soluzione usata in “TIGRE”, dove Ferri ha realizzato le figure e Bignotti gli sfondi, con un risultato finale più che accettabile.

    Storia: 9,5
    Disegni: 10 (Ferri), 8 (Bignotti)

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    COMMENTO DI JOE7

    Rispetto l'opinione di Ivan e la sua analisi della storia è azzeccata come sempre, ma su certe osservazioni ho opinioni differenti, in sostanza due:

    Lo scontro tra Zagor e Winter Snake: il protagonista deve essere sempre capace di risolvere la situazione, non deve essere un tizio che se la cava con un colpo fortunato e poco convincente come sarebbe stato il "colpo di coda" suggerito da Ivan. Il lettore vuole leggere le storie di un supereroe che lo rassicuri: non uno che solleva le montagne o sposta i palazzi, ma uno che risolve, senza dubbio e in modo netto, la situazione. Non vuole leggere la storia di un personaggio "umano e debole" come lui, ma quella di un "eroe" che combatte e vince. La vittoria di Zagor su Winter Snake quindi doveva essere, a mio avviso, netta e sicura, come effettivamente è stata: e qui non vedo difetti, ma un pregio. La drammaticità dello scontro, inoltre, è sottolineata dal fatto che Zagor - caso raro - combatte già ferito, sebbene non gravemente, dalle squaw che lo avevano frustato prima di essere sottoposto alla tortura. Inoltre, lo stato esaurito di Zagor, dopo lo scontro, mostra chiaramente l'enorme sforzo fisico che ha dovuto fare per vincere: quindi, come scontro, per me, è stato perfetto: è stato persino disegnato da Ferri, proprio in mezzo alla sezione narrativa realizzata da Bignotti, quindi non ho davvero nulla da lamentarmi.

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    L'"addio" a Frida: argomento spinoso, che ha sollevato un mucchio di discussioni tra i fan per anni. Per cominciare, io sono tra quelli che ritiene che Frida e Zagor, nella famosa notte in cui si sono baciati, non sono andati oltre: in quel contesto, con gli indiani appostati in attesa e gli uomini della carovana poco lontano, lo trovo come minimo poco probabile. e anche abbastanza ridicolo. Praticamente l'avrebbero fatto davanti a tutti. Inoltre, Zagor non mi è mai sembrato il tipo che fa queste cose: lui è un eroe, non è un tipo come Mister No (che frequentava i bordelli e le prostitute come un maiale, e diciamolo chiaro una buona volta! :angry: ). A prescindere da questo, comunque, Zagor, nell'accomiatarsi da Frida, dice la cosa giusta: la palude di Darkwood non è un posto adatto per una nobildonna europea. A dirla tutta, a nessuna donna, nobile o meno, piacerebbe vivere in una palude. E Zagor la saluta nel modo migliore: in modo un pò poetico e andando via dalla finestra, e Frida era consapevole di quello che Zagor stava facendo: non era una fuga fatta di nascosto. Ora, come contraltare, ci sta benissimo la versione parodistica dell'addio tra Zagor e Frida con quello tra Cico e la donnona (che non era neanche nobile) col quale Cico aveva legato. Cico è la versione comica di Zagor, di conseguenza una scena come quella ci stava benissimo. E la scena conclusiva, dove Zagor rincorre Cico perchè aveva sentito tutto il discorso del "mitico eroe", è stato uno dei più bei finali che abbia mai visto, che concludeva con una sorriso una storia altamente drammatica. Promosso a pieni voti.

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    Zagor non fa parte del nostro mondo. Essendo un eroe, non può venire con noi, nè noi possiamo andare da lui: è un esempio da imitare, non un compagno di merende.



    VOTO: 10 in tutto, trama e disegni. Se non ci fosse stata la sezione disegnata da Bignotti, avrebbe avuto la lode.

    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:00
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    Mi sono appena riletto la seconda parte della storia….. e sebbene conosca già il finale fremo per leggere il resto.
    La sequenza del violinista Klein mi ha quasi fatto piangere; definirla poesia é dire poco.
    Anche un paio di passaggi (Zagor che riflette sull'ironia di dover combattere i Kiowa o la moglie del barone che prende la pistola) restano impressi nella mente.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 10/5/2020, 16:22) 
    Mi sono appena riletto la seconda parte della storia….. e sebbene conosca già il finale fremo per leggere il resto.
    La sequenza del violinista Klein mi ha quasi fatto piangere; definirla poesia é dire poco.
    Anche un paio di passaggi (Zagor che riflette sull'ironia di dover combattere i Kiowa o la moglie del barone che prende la pistola) restano impressi nella mente.

    E' senza dubbio una delle storie migliori di Zagor, piena di scene indimenticabili. Nolitta era in piena forma a quei tempi e sfornava un capolavoro dopo l'altro. Personalmente, considero lo Zagor di Nolitta il miglior personaggio in assoluto della Bonelli: Tex e tutti gli altri non sono mai riusciti a darmi un decimo delle emozioni e coinvolgimenti che mi hanno dato le storie dello Zagor nolittiano. ^_^
     
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    Anche io la penso così: lo Zagor di Nolitta é stato il più grande eroe della Bonelli e forse, dell'intero fumetto italiano.

    Comunque, ho appena finito di leggermi la storia e concordo con le osservazioni di Joe7.
    Il duello fra Zagor e Winter Snake é stato avvincente e lo reputo uno dei migliori della saga.
    Il rapporto fra Zagor e Frida mi é piaciuto moltissimo e capisco bene perché il personaggio é rimasto impresso a molti fans.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 17/5/2020, 15:37) 
    Anche io la penso così: lo Zagor di Nolitta é stato il più grande eroe della Bonelli e forse, dell'intero fumetto italiano.

    Comunque, ho appena finito di leggermi la storia e concordo con le osservazioni di Joe7.
    Il duello fra Zagor e Winter Snake é stato avvincente e lo reputo uno dei migliori della saga.
    Il rapporto fra Zagor e Frida mi é piaciuto moltissimo e capisco bene perché il personaggio é rimasto impresso a molti fans.

    "La marcia della disperazione" è stata sempre tra le dieci, o anche tra le 5, delle storie migliori di Zagor. E' anche la preferita di moltissimi. Lì c'è tutto di Zagor. La mia preferita è Oceano, ma la Marcia ci va vicinissimo...

    Tex è senza dubbio più famoso di Zagor, ma è meno elaborato e meno coinvolgente. Il punto è che le storie di Zagor - le migliori, almeno - erano, secondo me, più difficili da realizzare di quelle di Tex. Quando Nolitta era in forma e sfornava i suoi capolavori, le vendite di Zagor rivaleggiavano con quelle di Tex, tanto per dire. Ma la qualità delle storie di Zagor non è una qualità che si può mantenere a lungo, purtroppo. :(
     
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    Ragazzi. Storie così,Zagor così , fumetti così......non se ne vedono e non ne fanno più. .
    Comincia così il mio commento perché ritengo questa storia ancora oggi qualcosa di speciale. Il capolavoro assoluto.
    Nel novero delle storie di Zagor è senz'altro la storia regina , la numero uno , quella che sta al primo posto là in alto e anche tra i capolavori del fumetto italiano .
    La sua collocazione numerica non è un caso trovarsi nei primi 200 numeri , quantità numerica appunto entro i quali dopo questi non ci sarà mai più il vero Zagor . E facendo seguito a questo mio modo di vedere la mia collezione infatti si ferma a questi 200. Detto questo preambolo ,che cosa posso dire su questa storia che già si è detto e scritto da anni ? Niente che possa aggiungere se non la immensa bravura della coppia Nolitta - Ferri qui perfetta . umanità, poesia , avventura, tragedia, orgoglio, cupidigia , disperazione, amore e ogni altro sentimento umano è qui miscelato . C'è tutto. Adrenalina allo stato puro . Solitamente a conclusione assegno un voto , ma qui si va oltre . In ogni caso restando il voto un termine di riferimento , a dimostrazione della bellezza narrativa oltre il 10 e lode metto il segno + oltre il quale non c'è più niente. Infine vorrei dire solo due righe su Joe , l'amministratore , proprio qui sulle pagine della marcia e non è un caso visto come ritenuta il massimo sia da me che da molti altri lettori. Il lavoro che ha fatto fatto Joe su questo sito ha qualcosa di incredibile e vorrei esprimere i miei complimenti per la quantità e qualità da meritare anche lui in bel 10 e lode +.

    Edited by Ernesto62 - 29/3/2022, 08:53
     
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    CITAZIONE (Ernesto62 @ 29/3/2022, 08:01) 
    Ragazzi. Storie così, Zagor così , fumetti così......non se ne vedono e non ne fanno più. .
    Comincia così il mio commento perché ritengo questa storia ancora oggi qualcosa di speciale. Il capolavoro assoluto.
    Nel novero delle storie di Zagor è senz'altro la storia regina , la numero uno , quella che sta al primo posto là in alto e anche tra i capolavori del fumetto italiano .

    Sono stati momenti di grazia e circostanze fortunate, che hanno permesso la realizzazione di simili storie: per esempio, il talento innegabile di Nolitta e il fatto di essere figlio di Gianluigi Bonelli, cosa che gli permetteva di osare oltre quello che avrebbe potuto fare uno sceneggiatore qualunque, anche bravo, al suo posto. Per non parlare dei disegnatori: le persone giuste al momento giusto. Anche per questo, credo impossibile che una simile magia possa ripetersi.

    CITAZIONE (Ernesto62 @ 29/3/2022, 08:01) 
    La sua collocazione numerica non è un caso trovarsi nei primi 200 numeri , quantità numerica appunto entro i quali dopo questi non ci sarà mai più il vero Zagor . E facendo seguito a questo mio modo di vedere la mia collezione infatti si ferma a questi 200.

    Anche per me, anzi prima ancora. Diciamo che la mia "collezione standard" di Zagor si ferma con l'"Orrendo contagio" di Castelli e Ferri, il numero 189 della serie. Dopodichè, il diluvio, almeno per me.

    CITAZIONE (Ernesto62 @ 29/3/2022, 08:01) 
    Detto questo preambolo ,che cosa posso dire su questa storia che già si è detto e scritto da anni ? Niente che possa aggiungere se non la immensa bravura della coppia Nolitta - Ferri qui perfetta . umanità, poesia , avventura, tragedia, orgoglio, cupidigia , disperazione, amore e ogni altro sentimento umano è qui miscelato . C'è tutto. Adrenalina allo stato puro . Solitamente a conclusione assegno un voto , ma qui si va oltre . In ogni caso restando il voto un termine di riferimento , a dimostrazione della bellezza narrativa oltre il 10 e lode metto il segno + oltre il quale non c'è più niente.

    Infatti è una storia indimenticabile. ^_^ Spero sempre di poterla far leggere a qualche ragazzo se mi capita.

    CITAZIONE (Ernesto62 @ 29/3/2022, 08:01) 
    Infine vorrei dire solo due righe su Joe , l'amministratore , proprio qui sulle pagine della marcia e non è un caso visto come ritenuta il massimo sia da me che da molti altri lettori. Il lavoro che ha fatto fatto Joe su questo sito ha qualcosa di incredibile e vorrei esprimere i miei complimenti per la quantità e qualità da meritare anche lui in bel 10 e lode +.

    Ti ringrazio, spero di meritarmelo: è un blog nato un pezzo alla volta, aggiungendo argomenti su argomenti, un pò come tutti gli altri. Se a qualcuno fa piacere leggere qualche articolo qui (non sono tutti miei, ci sono anche quelli di Gerdha e Ivan, per esempio), ne sono contento.
     
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    Dopo aver letto "La sabbia è rossa" mi sono innamorato di Zagor.
    Prima di allora lo consideravo un fumetto interessante, uno tra quelli che leggevo alla ricerca della fantasia e dell'arte di raccontare la bellezza. Leggevo anche molti libri, soprattutto i classici.
    E da quel momento decisi che, tra tutti i fumetti, quello possedeva qualcosa di speciale.
    Era la prima volta che mi accorgevo che la poesia poteva essere raccontata non solo con le parole,
    ma anche attraverso le immagini.
    Quei personaggi vivi ed emozionanti che trovavo nei grandi romanzi, ora li potevo trovare anche in un libricino comprato in edicola. Certo tutto era più concentrato, più stilizzato, più semplice.
    Ma era un difetto? No, semplicemente un modo diverso di raccontare.
     
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    E' vero, e non vale il discorso "ti piaceva perchè eri un ragazzo": come si vede da quello che hai scritto, già allora, quando eri ragazzo, avevi capito la differenza tra le storie di Zagor e le altre. Si possono leggere molte cose, ma quelle che rimangono impresse sono, molto probabilmente, le migliori, quelle raccontate meglio, che parlano al cuore, che ti fanno entrare dentro la storia senza quasi che tu te ne accorga. "La marcia della disperazione" è una di queste.

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    Si può anche notare, tra l'altro, il doppio senso di "marcia", camminata, e "marcia", motivo musicale. Questa immagine, quindi, è molto emblematica. Per la cronaca, se non ricordo male, Klein suonava "La campanella" di Paganini.

     
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    Riguardo il finale, questo per me è uno dei più indimenticabili della saga.
    Devo averlo riletto tante volte, dato che ricordavo benissimo le vignette anche dopo 30 anni. Dopo una lunga e drammatica avventura, abbiamo un finale da commedia.
    C’è la gioia di Frida, lo stupore di Zagor e la preoccupazione di Cico, poi la delusione di Frida, la rabbia di Clotilde, l’imbarazzo del messicano…la corsa finale dei due fuori dal forte non può non strappare una risata!
    Capisco tuttavia il commento di Ivan, magari sarebbe stato meglio disegnare Zagor che si allontana camminando, anzichè correndo, ma penso che servisse a preparare l’atmosfera comica per la gag di Cico. In ogni caso non è un elemento che da solo rovina la bellezza di tutta la scena e poi dopo tutti quei morti, un finale divertente era una boccata d'aria fresca.
    Mi dispiacque per la bella e coraggiosa Frida, che aveva salvato i nostri due dalle formiche rosse e che era stata l’unica ad opporsi al sacrificio di Zagor, nel momento più angosciante della storia.
    Giustamente lo Spirito con la Scure le dice che dovrebbe attenderlo anche per mesi e che un giorno potrebbe anche non verificarsi il suo ritorno.
    Inoltre non è pensabile che una donna possa vivere da sola nel suo rifugio in mezzo alla palude, sarebbe costantemente in pericolo. Zagor non è il comandante Mark, che lascia la fidanzata Betty al sicuro dentro Forte Ontario.
    Insomma si tratta di uno di quegli “amori impossibili”, cioè di quelle unioni tra un uomo e una donna che non possono realizzarsi di fronte ad una missione da compiere.
    Zagor è nato come un fumetto di avventura, quindi principalmente destinato a lettori maschi, bambine e ragazze sicuramente leggevano altro.
    Quindi è naturale che la presenza delle donne fosse limitata a presenze di secondo piano, che sono comunque numerose. I ruoli invece principali erano quelle classici del racconto avventuroso: la donna da salvare ( Margie, Viriginia), quella innamorata dell’eroe (Frida), la donna “pericolosa” ( Priscilla,Blondie).
    Non c’è nulla di strano in questo, combattere dovrebbe essere compito dell’uomo e non è una cosa piacevole, perchè a volte devi essere feroce e senza pietà per il nemico.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 13/1/2024, 11:18) 
    Riguardo il finale, questo per me è uno dei più indimenticabili della saga.
    Devo averlo riletto tante volte, dato che ricordavo benissimo le vignette anche dopo 30 anni. Dopo una lunga e drammatica avventura, abbiamo un finale da commedia.
    C’è la gioia di Frida, lo stupore di Zagor e la preoccupazione di Cico, poi la delusione di Frida, la rabbia di Clotilde, l’imbarazzo del messicano…la corsa finale dei due fuori dal forte non può non strappare una risata!
    Capisco tuttavia il commento di Ivan, magari sarebbe stato meglio disegnare Zagor che si allontana camminando, anzichè correndo, ma penso che servisse a preparare l’atmosfera comica per la gag di Cico. In ogni caso non è un elemento che da solo rovina la bellezza di tutta la scena e poi dopo tutti quei morti, un finale divertente era una boccata d'aria fresca.

    Infatti Nolitta era un consumato narratore: sapeva equilibrare bene i tempi, senza mai eccedere. Dopo il dramma e la tragedia, riesce a concludere a sorpresa con una risata. Geniale. ^_^

    CITAZIONE (Kirihito @ 13/1/2024, 11:18) 
    Mi dispiacque per la bella e coraggiosa Frida, che aveva salvato i nostri due dalle formiche rosse e che era stata l’unica ad opporsi al sacrificio di Zagor, nel momento più angosciante della storia.
    Giustamente lo Spirito con la Scure le dice che dovrebbe attenderlo anche per mesi e che un giorno potrebbe anche non verificarsi il suo ritorno.
    Inoltre non è pensabile che una donna possa vivere da sola nel suo rifugio in mezzo alla palude, sarebbe costantemente in pericolo. Zagor non è il comandante Mark, che lascia la fidanzata Betty al sicuro dentro Forte Ontario.
    Insomma si tratta di uno di quegli “amori impossibili”, cioè di quelle unioni tra un uomo e una donna che non possono realizzarsi di fronte ad una missione da compiere.
    Zagor è nato come un fumetto di avventura, quindi principalmente destinato a lettori maschi, bambine e ragazze sicuramente leggevano altro.
    Quindi è naturale che la presenza delle donne fosse limitata a presenze di secondo piano, che sono comunque numerose. I ruoli invece principali erano quelle classici del racconto avventuroso: la donna da salvare ( Margie, Viriginia), quella innamorata dell’eroe (Frida), la donna “pericolosa” ( Priscilla,Blondie).
    Non c’è nulla di strano in questo, combattere dovrebbe essere compito dell’uomo e non è una cosa piacevole, perchè a volte devi essere feroce e senza pietà per il nemico.

    Hai detto una cosa molto importante e che oggi non è capita, soprattutto dalle donne e dagli uomini femministi, che urlano sempre all'uomo maschilista e sessista.

    L'uomo non vuole che la donna combatta, non perchè lui la consideri inferiore a lui o incapace rispetto a lui. Invece è proprio perchè la considera superiore a lui che non vuole che combatta. Mi spiego meglio.

    L'uomo cristiano - quello vero e non una sua parodia - è il modello dell'uomo perfetto. E questo modello è semplificato con l'idea del cavaliere. Il cavaliere combatte, soffre, se necessario muore anche, pur di proteggere la sua dama. Non perchè lui la consideri inferiore, ma è proprio perchè lui la considera superiore che combatte per lei. Tanto che per il cavaliere è un onore morire per la sua signora, purchè il suo sacrificio serva a salvarla. Un uomo che si è ferito per salvare una donna non si sconvolge più di tanto: anzi, è contento perchè lei non si è fatta niente. Ma una donna che è rimasta ferita perchè lui non è riuscito a difenderla, per l'uomo è un disonore: non ha fatto il suo dovere.

    Perchè i Cavalieri dello Zodiaco hanno avuto un successo così grande? Proprio perchè, pur essendo orientali, presentano il modello cristiano del cavaliere, avvertito comunque in ogni uomo, cristiano o no: infatti combattono e muoiono per Lady Isabel. Come dice la sigla: Invincibili guerrieri / valenti condottieri / votati anima e corpo / a lady Isabel.

    Soltanto l'uomo è capace di dire quanto sia preziosa la donna. Una donna non potrà mai farlo.

    Certo, è una forma idealizzata, nei rapporti veri ci sono sempre delle magagne, delle difficoltà, tutti, uomini e donne, siamo imperfetti, la vita reale è difficile. Ma il modello del cavaliere resta sempre quello perfetto per spiegare il vero rapporto tra l'uomo e la donna, a cui si dovrebbe tendere.
     
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    Negli anime abbiamo molti esempi di cavalleria: Kasuya di Tosho Daimos, Tuxedo Mask di Sailor Moon (https://www.google.com/search?sca_esv=5981...0&bih=783&dpr=2), ma anche a sessi invertiti, come in Monster Musume tra il protagonista Kimihito Kurusu e la centaura Centorea Shianus
     
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    CITAZIONE (berlicche677 @ 13/1/2024, 15:46) 
    Negli anime abbiamo molti esempi di cavalleria: Kasuya di Tosho Daimos, Tuxedo Mask di Sailor Moon (www.google.com/search?sca_esv=5981...0&bih=783&dpr=2), ma anche a sessi invertiti, come in Monster Musume tra il protagonista Kimihito Kurusu e la centaura Centorea Shianus

    Una donna che difende un uomo è una cosa comica, e infatti avviene nelle storie comiche.

    In Daimos, Kazuya è innamorato di Erika e cerca di trovarla: questa è la ricerca dell'amata, per essere precisi, non la cavalleria.

    "Cavalleria" significa protezione, cura, rispetto dell'amata, il combattere in suo nome. Per quanto sia derisorio, il personaggio di Don Chisciotte è un vero cavaliere, perchè combatte nel nome della sua amata Dulcinea del Toboso.

    Tuxedo Mask è una spalla di Sailor Moon. Combatte assieme a lei, ma non è che lui la "difenda": è una specie di compagno d'armi. Tutta un'altra cosa dal rapporto cavaliere/dama. Una donna combattente come Sailormoon e altre donne combattenti non hanno bisogno di cavalieri: anzi non hanno bisogno di nessuno, essendo personaggi "donna" e "uomo" insieme. Ma sono anche donne sole. Chi non ha bisogno di nessuno, infatti, non sta con nessuno. Amore implica umiltà: cioè, "aver bisogno".

    Per questo l'orgoglioso non ama: lui, o lei, non ha bisogno di nessuno. Lucy di Linus dice orgogliosamente: "Io sono mia": e questa è la stessa cosa che dice il diavolo, che è orgoglio infinito. Chi ama invece dice "Io sono tuo" o "io sono tua". Amore è donarsi.

    Cavalleria è l'educazione, rispetto, attenzione verso la donna. Amore è servizio: il cavaliere è il servo, la donna è la regina. L'uomo comanda, ma è come il servo che comanda agli altri servitori, perchè stia bene la regina.

    Un esempio classico di cavalleria è Rhett Butler, che in Via col vento comprende benissimo Rossella O'Hara e fa di tutto per salvarla dal disastro di Atlanta. Oppure Humphrey Bogart che si sacrifica perchè Ingrid Bergman possa andare via e salvarsi col suo uomo in Casablanca.

    Se poi guardiamo gli anime, un esempio è Musashi Tomoe in Getter Robot, che stende Michiru per morire al suo posto, facendo la sua mossa suicida contro l'Impero dei Dinosauri: se qualcuno deve morire, pensa Musashi, deve essere lui e non Michiru. Oppure Capitan Harlock, che combatte contro l'Impero di Mazone e salva la Terra solo per la bambina Mayu.

    Amore e sacrificio sono insieme. Se no, è un amore falso.
     
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    Per concludere, San Giuseppe è il modello del cristiano e del cavaliere. Come vedi qui, lui, come servo, è al servizio della "Regina" e la protegge, e con lei il Figlio e la loro salute.

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