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    Yawara
    By joe 7 il 24 April 2024
     
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    YAWARA, LA NATA INVINCIBILE

    Autore: Naoki Urasawa
    Casa editrice: Planet Manga

    Yawara-1-15


    Yawara! Una ragazza judoka alla moda è il titolo completo. Yawara Inokuma è il nome della protagonista, che richiama il judo: infatti, "judo" significa "via" (do) "dell'adattabilità, o cedevolezza, o gentilezza" (ju). Infatti, nello judo non si attacca, ma si usa l'attacco dell'altro, usando la sua stessa forza e la sua spinta per farla rivolgere poi contro di lui. Si chiama appunto "principio yawara", cioè "principio della gentilezza". Infatti "Yawara" significa "gentilezza". Solo che il cognome della ragazza, "Inokuma", significa "cinghiale orso"...Non solo: lo yawara è anche il nome giapponese del kongo/legno yawara, un'arma temibile. Si tratta infatti di un’asta di legno adattata alla mano del combattente: può causare fratture e blocchi muscolari. E' l'arma preferita di Modesty Blaise.

    modesty-interior


    Quindi, la ragazza è dolce fuori, ma pericolosa dentro. Viene allenata al judo sin da piccola da suo nonno, l'autoritario Jigoro Inokuma, il più forte judoka del Giappone. Il vecchietto vuole fare di lei un'atleta a livello mondiale.

    Yawara-e-Jigoro


    Ma Yawara vuole essere invece soltanto "una ragazza alla moda", come dice il titolo. In sostanza, vuole dei vestitini, vuole comprare dei trucchi e dei rossetti ultimo grido, vuole avere un fidanzatino tutto per lei, e fare un lavoro normale tipo la dattilografa, eccetera. Insomma, vuole la superficialità più assoluta, nonostante il suo eccezionale talento nello judo. Riesce a battere senza problemi gli judoka più forti, pensando nel frattempo al prossimo disco degli U2 da comperare assolutamente quando finirà questa stupida sfida. Abbatte l'avversaria Sayaka Honami, pensando intanto a quel delizioso rossetto color pervinca che le sta così bene che deve assolutamente comprarlo prima che scompaia dal negozio dove era andata prima.

    Insomma, talento 100, cervello zero assoluto. Come dire, tanto talento sprecato. Si innamora, sospirando, dei tizi più superficiali e donnaioli che trova e se ne frega altamente dei personaggi che sono veramente interessati a lei. Anche se vincesse tutti i tornei e diventasse la campionessa mondiale dello judo, non ha il minimo interesse a vincere. Si tratta, insomma, di vittorie immeritate, perchè nemmeno volute, nemmeno cercate. In sostanza, Yawara è una testa vuota: però è una testa vuota di talento.

    Yawara-1a-15
    "Devo sbrigarmi, ho un appuntamento alle tre con le mie amiche al bar Profiterol!" PIM PUM PAM "OK, fatto, adesso vado, ciao!" "Aspetti, lei ha vinto il record mondiale, le devo dare la medaglia!" "Me la mandi per posta, grazie"


    NAOKI URASAWA E LE SUE OPERE

    L'autore, Naoki Urasawa, è famoso per i suoi manga, molto elaborati psicologicamente e ricchi di significati sociali e morali. Con Monster e 20th Century Boys, per esempio, solleva questioni morali tipo la libertà di scelta e la confusione tra giusto e sbagliato. Sono opere che non fanno che suscitare delle domande, ma che non danno risposte, perchè l'autore non sa, o non vuole, darle. Solleva delle questioni, ma non propone delle soluzioni nè delle indicazioni. In sostanza, i manga di Urasawa sono provocazioni intelligenti sulle quali si può meditare a lungo, senza però venire mai a capo di niente. Sono fumetti "intellettualistici", più che altro: una delizia per chi ama fermarsi alle domande e non vuole trovare nessuna risposta. Per questo sono trattati come "lavori adulti". Io piuttosto li chiamerei "lavori da sofista", tipo Death Note: sono pieni di ragionamenti sottili e cavillosi che non portano da nessuna parte. Inoltre, mostrano una sostanziale sfiducia nell'uomo e nella capacità reale di realizzare il bene.

    L'ANIME

    Yawara ha avuto una versione animata nel 1989, con ben 124 episodi. Di questi, solo i primi 26 sono stati trasmessi in Italia, col titolo di Ginger, la principessa del Judo, poi cambiato con Jenny la ragazza del judo (un richiamo a Jenny la tennista?). In Italia, infatti, Yawara è stata chiamata Jenny Moore - un nome americano - e il nonno Theodore Moore. L'anime in Giappone ha avuto molto successo, provocando un boom del judo femminile. Anzi, alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, l'atleta di judo Ryoko Tamura vinse la medaglia d'argento e fu addirittura soprannominata "Yawara" dai mass media giapponesi. Non solo: nel 2000, la stessa Tamura vinse la medaglia d'oro a Sydney, sfoggiando, in omaggio alla sua beniamina, lo stesso fiocco che porta Yawara nei capelli.

    IL MESSAGGIO DI URASAWA

    Urasawa con "Yawara" vuole prendere in giro i manga sportivi, dove si vince con lacrime, sudore e sangue. Il problema è che, così facendo, crea un personaggio assurdo. Imbattibile, invincibile, preponderante: anche se, praticamente, non fa niente (gli allenamenti ci sono, ma sono appena accennati: neanche si vedono nel manga) è impresa titanica anche per le atlete più qualificate starle al passo. Insomma, vince sempre senza fare alcuna fatica, ed è un controsenso. L'ironia di Urasawa si è ritorta contro la sua stessa opera: deridendo i manga sportivi, ha creato un manga assurdo.

    Urasawa riesce comunque a raccontare tutto in modo incalzante. Tutti i personaggi sono ben realizzati e molto espressivi: l'autore sa descrivere bene i loro sentimenti con pochi tratti (uno sguardo, un sorriso, una fronte corrucciata). Tuttavia, spesso hanno un tono caricaturale e vagamente antipatico (in particolare il nonno di Yawara: burbero, cafone, infido).

    Yawara-bunko-01-shogakukan-207x300
    Prima della serie animata, uscì un film live action di 97 minuti, "Yawara!" interpretata da Yui Asaka



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    Edited by joe 7 - 24/4/2024, 19:10
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    Il discorso del "sollevare domande ma non dare risposte" mi ha ricordato Nolitta.
    Molti mangaka hanno un senso di sfiducia verso l'uomo, dipingendolo in modo poco lushinghiero.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 24/4/2024, 17:46) 
    Il discorso del "sollevare domande ma non dare risposte" mi ha ricordato Nolitta.
    Molti mangaka hanno un senso di sfiducia verso l'uomo, dipingendolo in modo poco lusinghiero.

    Non solo i mangaka: molti autori occidentali dipingono l'uomo in modo totalmente, o quasi totalmente, negativo.

    Inoltre, la faccenda del "sollevare domande ma non dare risposte" può darti un'aria da intellettuale, ma dà anche l'impressione che tu le risposte non le voglia trovare...
     
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    Forse Urusawa scrive per chi vuole trovare la propria risposta alle domande che solleva l'autore. Quindi, come dici tu,sono fumetti per intellettuali. Di Urusawa ho letto solo il primo capitolo di Billy Bat. Questi manga sono formati in genere da diversi volumetti, abbastanza costosi...o li compri tutti in blocco quando capita l'occasione oppure rischi di non avere la storia completa per molto tempo. A me non piacerebbe spendere 100-200 euro per un fumetto che non so se apprezzerei fino in fondo. Urusawa mi incuriosisce e tuttavia temo che i suoi racconti finirebbero tra quelli a cui dedicherei una sola lettura.
     
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    CITAZIONE (Stella di Latta @ 25/4/2024, 10:15) 
    Forse Urasawa scrive per chi vuole trovare la propria risposta alle domande che solleva l'autore. Quindi, come dici tu, sono fumetti per intellettuali.

    Urasawa nelle sue storie più impegnate usa delle sottigliezze da sofista che non portano a nessuna vera risposta. Quindi dubito molto che si possa leggere Urasawa, con le domande che lui pone, impegnandosi a trovare una risposta. Al massimo arriverà alla stessa conclusione di Urasawa: che cioè non c'è nessuna risposta, in una specie di nichilismo filosofico. Le domande di Urasawa infatti non sono vere, non sono serie, perchè non portano a niente. Perchè lui non vuole spiegare le cose, ma intorbidirle: nelle sue storie mette confusione tra il giusto e lo sbagliato, alterandoli e quindi togliendo di base ogni possibilità di trovare delle risposte.

    CITAZIONE (Stella di Latta @ 25/4/2024, 10:15) 
    Di Urasawa ho letto solo il primo capitolo di Billy Bat. Questi manga sono formati in genere da diversi volumetti, abbastanza costosi...o li compri tutti in blocco quando capita l'occasione oppure rischi di non avere la storia completa per molto tempo. A me non piacerebbe spendere 100-200 euro per un fumetto che non so se apprezzerei fino in fondo. Urusawa mi incuriosisce e tuttavia temo che i suoi racconti finirebbero tra quelli a cui dedicherei una sola lettura.

    "Billy Bat" è un esercizio intellettuale, più che un racconto, dove Urasawa mostra la sua filosofia nichilista, col suo solito personaggio (vedi anche "Monsters") che va a caccia di una risposta senza mai trovarne una e comprendendo alla fine che non c'è nessuna risposta.

    Quindi alla fine hai un malloppone di storia, con tot volumetti che ti occupano uno scaffale, che ti dice in sostanza che non c'è niente da capire, niente da dire, sulla vita, sul mondo, sull'uomo, eccetera.

    Non mi sembra una lettura che valga la pena di essere letta, visto che non ti dice niente di chiaro. Ma chi vuole, può leggerla, non è un problema: io parlo per me.

    A parte la storia e i vari sviluppi, i colpi di scena, i bei disegni, le ottime inquadrature...il racconto intellettuale di Urasawa non dice nulla, o meglio, dice che nella vita non c'è nulla di vero, di chiaro, di comprensibile. E quindi, quello che conta è lasciarsi vivere e non fare delle domande. In sostanza, propone un comportamento da decerebrati alla Forrest Gump.

    Mentre invece il primo dovere dell'uomo è capire chi è, capire che senso ha la sua vita, da dove viene, cosa è giusto e cosa è sbagliato, perchè esiste la morte. Tutte cose che Urasawa evita e vuole evitare. Le sue sono finte domande, perchè non vuole sapere le risposte.
     
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