Il blog di Joe7

  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: CONFRONTO (inizio)

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 27 May 2021
     
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    LA DIVINA COMMEDIA, CONFRONTO FRA ORIENTE E OCCIDENTE: DANTE ALIGHIERI E GO NAGAI

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    Go Nagai, autore di famosi manga e anime come Mazinga, Goldrake e Devilman, affascinato dalla cultura occidentale e dall’opera “Divina Commedia” di Dante, nel 1993 realizzò la trasposizione del famoso testo in un manga. Essendo orientale di origine, di cultura e di religione, Go Nagai non potè fare a meno di interpretare Dante secondo il suo background culturale e religioso, senza quindi considerare la religione cristiana cattolica, che è invece un presupposto essenziale per capire l’opera. In questo modo, si ha un Dante panteistico e orientaleggiante che non ha nulla a che vedere col Dante reale. Però questo permette di mettere a confronto la religione cristiana con quella orientale, sottolineandone le differenze. E’ molto utile per capirle entrambe.

    INFERNO ABOVE ALL

    Ad un primo sguardo, si può notare che l'Inferno occupa quasi tutto il manga: circa i due terzi dell'opera sono incentrati sulle bolge infernali. Il breve Purgatorio è impostato in un modo abbastanza simile all'Inferno e il Paradiso è presentato sbrigativamente. Infatti, è una costante il fatto che, dei tre volumi della Divina Commedia, nel mondo dei fumetti l'Inferno sia sempre la parte più trattata. Forse perchè è la più facile da capire e da trattare. Gli esempi sono molti: basti pensare all'Inferno di Topolino di Martina e Bioletto (1949), replicato poi con l'Inferno di Paperino di Giulio Chierchini e Massimo Marconi (1987).

    D1


    O del Dante di Marcello Toninelli, che è più famoso per le sue strisce sull'Inferno che sulle successive sul Purgatorio e Paradiso, richiesti nientemeno che dal direttore del giornale cattolico Il Giornalino, don Tommaso Mastrandrea: infatti, complessivamente, con le sue battute, questa è un'opera che si avvicina molto alla blasfemia.

    D3


    Ma si potrebbe continuare. Per esempio, la discesa nell'aldilà dei Cavalieri dello Zodiaco nell'ultima parte del manga di Kurumada: una saga ambientata in sostanza solo nell'Inferno dantesco. Insomma, spesso sono le parti dell'Inferno di Dante quelle più ricordate, invece delle altre.

    D4


    L'IMPOSSIBILITA' DI DESCRIVERE CERTI TEMI

    Ma bisogna tenere presente il fatto che Dante all'Aldilà - Inferno, Purgatorio, Paradiso - ci credeva davvero, come pure credevano e credono ancora i cristiani di oggi, compreso il sottoscritto. Nagai e, probabilmente, anche gli altri autori citati non credono a queste realtà, quindi partono da un presupposto sbagliato, considerando la Divina Commedia solo come un insieme di fantasie di un autore di talento, che vuole sbizzarrirsi a mettere le persone che trova antipatiche all'Inferno e quelle che trova simpatiche in Paradiso. Ma una storia con una impostazione simile può farla chiunque. Prima di presentare la Divina Commedia secondo Nagai, è necessario capire almeno il senso della Divina Commedia, quella vera.

    Parliamoci chiaro: non è che l'Aldilà - pur con la reale esistenza dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso - sia esattamente come descritto da Dante. Infatti è umanamente impossibile descrivere ciò che non è di questo mondo, perchè noi siamo di questo mondo e possiamo solo descrivere le nostre realtà umane. Quindi Dante ha usato una raffigurazione e dei simbolismi per farcelo comprendere come meglio si poteva fare. E' quasi la stessa cosa per San Giovanni, autore dell'Apocalisse, che cercava di descrivere l'indescrivibile nelle visioni che contemplava: ne consiglio la lettura, per capire quello che voglio dire. Noterete la difficoltà di San Giovanni nel descrivere quello che vede. Ma descrivere l'indescrivibile è una contraddizione in termini: è semplicemente impossibile. Quindi, l'autore dell'Apocalisse ha cercato di spiegare come meglio poteva quello che vedeva con termini umani, ben sapendo che non sarebbe mai riuscito a spiegare veramente quello che vedeva. Non so se Dante abbia avuto delle visioni come l'autore dell'Apocalisse (personalmente, credo che qualcosa del genere sia successo, ma è solo una mia opinione), ma ha comunque cercato anche lui di descrivere delle realtà che vanno oltre l'umano.

    LO SCOPO DELLA DIVINA COMMEDIA

    Perchè allora Dante ha scritto la Divina Commedia1 ? Un'opera così incredibilmente complessa, che, se provi ad analizzarla veramente, ti vengono le vertigini? Dante stesso ha scritto una volta che ha composto la Divina Commedia per la felicità dell'uomo. Cioè: con quest'opera, Dante voleva aiutare noi uomini (sia quelli del suo tempo che noi del dopo 2000) ad allontanarsi dalla tristezza, cioè dalla nostra condizione di miseria, di peccato, per raggiungere la vera gioia, la felicità e la beatitudine: in sostanza, la salvezza eterna, il Paradiso. Dante dice che due sono gli obiettivi dell'uomo: la felicità in questa vita e la beatitudine nell’altra vita (De monarchia). La Divina Commedia è una via per comprendere il mistero dell'uomo (chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?) e aiutarlo a raggiungere il suo fine, cioè il Paradiso, la Somma Gioia. Dante desidera testimoniare la verità da lui vista e incontrata, quella cristiana. Una verità che coincide con la bellezza e la sua contemplazione. Una verità, quindi, che non è un concetto filosofico da apprendere, ma piuttosto qualcosa di infinitamente bello da contemplare. Un passaggio quindi dall'Inferno (quello vero) al Paradiso (quello vero).

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    La Divina Commedia parla dell’uomo, della sua vita, e lo fa con la potenza e la capacità di comunicazione del genio proprio di Dante. Parla dell’uomo di ogni tempo: quello di ieri, quello di oggi, quello di domani. L’uomo infatti è sempre lo stesso, con le sue aspirazioni all’infinito e la consapevolezza dei suoi limiti. E Dante sa esprimere queste cose meglio di come possiamo fare noi.

    La Divina Commedia è un viaggio che rappresenta il cammino della vita di ogni uomo. Nel Dante che vuole salire da solo il colle luminoso (cioè raggiungere la felicità) all’inizio del poema, ci ritroviamo tutti noi. Dobbiamo capire che da soli non riusciamo a salire, cioè ad essere felici e dobbiamo, come Dante, mendicare, chiedere aiuto e gridare “Miserere di me”, cioè: "abbi pietà di me". Per grazia incontriamo una compagnia umana che ci salva dalla selva oscura (nel caso di Dante è Virgilio: ma nella nostra vita – e in quella di Dante - è Cristo il nostro Virgilio), con cui poter intraprendere il viaggio di salvezza. Non c’è verso della Commedia in cui non si respiri l’esperienza e la fatica o di uomini che vogliono fare da soli, rifiutando la luce e l’amore di Dio, o che, invece, si lasciano abbracciare dall’amore e dalla grazia di Dio e si lasciano aiutare da Lui.

    LA "DIVINA COMMEDIA" VISTA DA NAGAI

    In Nagai, invece, manca questa prospettiva. Nella Commedia nagaiana Dio è assente, lontano, addirittura un nemico: tutti i personaggi dell'Inferno nagaiano sono visti come "povere vittime innocenti tormentate ingiustamente", senza mai badare al male che hanno fatto, alterando così il senso della parola "giustizia divina" facendola apparire erroneamente come "ingiustizia divina". Ne parleremo meglio più avanti.

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    1 Dante ha voluto chiamare la sua opera "Commedia", che era un genere letterario caratterizzato dall’inizio difficile e dalla conclusione felice, con una commistione di linguaggi e di toni eterogenei. Boccaccio fu colui che aggiunse l'aggettivo "Divina" alla Commedia", che da allora venne chiamata così.

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI

    Edited by joe 7 - 20/3/2022, 22:28
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    Da quando ho 9 anni l'inferno dantesco é una delle mie opere preferite, quindi seguirò con attenzione la tua analisi.
    Un mio amico sostiene che l'inferno é la parte più conosciuta della Divina Commedia per la varietà delle pene inflitte ai dannati.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 27/5/2021, 21:07) 
    Da quando ho 9 anni l'inferno dantesco é una delle mie opere preferite, quindi seguirò con attenzione la tua analisi.
    Un mio amico sostiene che l'inferno é la parte più conosciuta della Divina Commedia per la varietà delle pene inflitte ai dannati.

    Spero che l'analisi ti piaccia: se tutto va bene, conto di fare un post a settimana, perchè sarà lungo. Infatti, non sarà solo sull'Inferno, ma anche sul Purgatorio e Paradiso. Almeno nelle mie intenzioni.

    Credo che il tuo amico abbia ragione: l'inferno é la parte più conosciuta della Divina Commedia per la varietà delle pene inflitte ai dannati. Il concetto di "punizione" infatti ci è più familiare del concetto di "premio". Voglio dire che, per noi uomini, è più facile accusare che perdonare o comprendere, o comunque provare misericordia. Non a caso, l'atto di "amare" nel Vangelo non è un sentimento, ma un ordine che ci viene dato: un Comandamento, appunto, da "comandare". Perchè non è spontaneo: basti pensare al concetto di amare il nemico. Per amare bisogna veramente volerlo, insieme all'aiuto di Dio. A causa del peccato originale che abbiamo tutti, amare non è spontaneo. Come dice Yoda, il Lato Oscuro non è più forte di quello buono, però è più facile, più rapido, più spontaneo. Anche se la Forza non c'entra niente col cristianesimo, Yoda ha detto una verità.
     
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  3. Mao Dante
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    Voglio dire che, per noi uomini, è più facile accusare che perdonare o comprendere, o comunque provare misericordia. Non a caso, l'atto di "amare" nel Vangelo non è un sentimento, ma un ordine che ci viene dato: un Comandamento, appunto, da "comandare". Perchè non è spontaneo: basti pensare al concetto di amare il nemico. Per amare bisogna veramente volerlo, insieme all'aiuto di Dio. A causa del peccato originale che abbiamo tutti, amare non è spontaneo

    e meno male che Dante è buono e insegna la pratica dell'amore : i dannati sono sottoposti alle più inimmaginabili torture, anche chi è una brava persona ma non è cristiano (ciò che conta non è la bontà d'animo ma l'appartenenza ad una determinata corrente religiosa) è escluso dal paradiso e la beatitudine eterna è una specie di lobotomia (volere ciò che Dio vuole).
    Oltretutto amare è un comandamento, è ordinato però deve essere eseguito volontariamente e con autoconvinzione.
    Peggior regime assolutista non potrebbe esistere
     
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    CITAZIONE (Mao Dante @ 28/5/2021, 17:52) 
    e meno male che Dante è buono e insegna la pratica dell'amore : i dannati sono sottoposti alle più inimmaginabili torture, anche chi è una brava persona ma non è cristiano (ciò che conta non è la bontà d'animo ma l'appartenenza ad una determinata corrente religiosa) è escluso dal paradiso e la beatitudine eterna è una specie di lobotomia (volere ciò che Dio vuole).
    Oltretutto amare è un comandamento, è ordinato però deve essere eseguito volontariamente e con autoconvinzione.
    Peggior regime assolutista non potrebbe esistere

    All'inferno ci va chi ci vuole andare. Dio non manda nessuno all'inferno, perchè vuole salvare tutti, anche i non cristiani che non credono in lui perchè non lo conoscono, ma si comportano bene. Dio però lascia libertà di scelta totale all'uomo, anche quella di rinnegarlo.

    Amare non è una cosa facile: richiede volontà, sacrificio, accettazione del prossimo e dei suoi difetti. E' l'amore di volontà che conta. Quello di sentimento va bene, ma non basta: è troppo superficiale e, se ci si ferma solo lì, è egoista: alla fine ami solo quelli che ti sono simpatici. E Dio, che è Amore, insegna a tutti come amare veramente, se qualcuno glielo chiede. E se non ami veramente non ti realizzi veramente.
     
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    leggendo alcune opere di Nagai (Devilman Lady, Devilman G) mi sono convinto che egli concepisce il Dio cristiano come il demiurgo degli gnostici: un autore di norme arbitrarie e insensate che tiene prigioniero il mondo, sia per i dannati che per i beati, ma è esso stesso ignorante
    mi chiedo cosa gli abbia suggerito questa idea...
     
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    CITAZIONE (Gabriele Simion @ 9/6/2021, 15:37) 
    leggendo alcune opere di Nagai (Devilman Lady, Devilman G) mi sono convinto che egli concepisce il Dio cristiano come il demiurgo degli gnostici: un autore di norme arbitrarie e insensate che tiene prigioniero il mondo, sia per i dannati che per i beati, ma è esso stesso ignorante
    mi chiedo cosa gli abbia suggerito questa idea...

    Credo sia dovuto alla sua religione orientale: indipendentemente dal fatto che Nagai ci creda o no, ne è comunque influenzato. In Oriente infatti non ci sono spiegazioni razionali allo stato di cose del mondo, è così e basta. E lo stesso si può dire delle altre religioni. La religione cristiana, invece, è l'unica che parla di ragione nella religione: infatti Dio è Logos, cioè Ragione. C'è quindi un premio finale per le buone azioni e una punizione finale per le cattive azioni. Dio è quindi comprensibile razionalmente per l'uomo, anche se non è possibile esaurire il mistero di Dio: un mistero, però, che non schiaccia la ragione, ma la esalta e nello stesso tempo la supera, va oltre. E' un discorso molto vasto, quindi scusa la semplificazione.
     
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    Ricordo di aver letto in un mio libro di storia che il Cristianesimo si diffuse molto perché era una religione più completa rispetto alle altre, nel senso che dava certe risposte alle domande dei fedeli.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 9/6/2021, 18:58) 
    Ricordo di aver letto in un mio libro di storia che il Cristianesimo si diffuse molto perché era una religione più completa rispetto alle altre, nel senso che dava certe risposte alle domande dei fedeli.

    Anche se il libro di storia non può dirlo, perchè perderebbe la sua "neutralità", il Cristianesimo si diffuse per tre principali motivi:

    1) perchè è vero, visto che parla di un avvenimento veramente accaduto, non di una leggenda: che cioè Gesù è Dio ed è risorto. In senso stretto, il cristianesimo non è una religione: è un fatto - la resurrezione di Gesù - e le conseguenze di quel fatto. Se si toglie la risurrezione, tutto il cristianesimo cade e diventa un insieme di buoni sentimenti ed esortazioni filosofiche che lasciano il tempo che trovano.

    2) i miracoli: oltre alla risurrezione di Gesù, i miracoli compiuti dagli Apostoli e dai cristiani in Suo nome nei secoli sono stati innumerevoli e continuano ancora oggi. Basta fare poche indagini per scoprirne a migliaia, ed è solo la punta dell'iceberg.

    3) il sangue versato come testimonianza. Tutti gli apostoli e i martiri hanno testimoniato la verità di quello che dicevano, fino a farsi uccidere. Nessuno si fa uccidere per una bugia. Ci possono essere dei fanatici che muoiono per una convinzione, ma non possono essere stati fanatici tutti e dodici gli Apostoli, per non parlare di tutti gli altri cristiani, di ieri e di oggi (anche oggi molti cristiani vengono ammazzati perchè credono che Gesù è risorto). Se, in particolare, i primi cristiani che hanno conosciuto Gesù hanno testimoniato fino a morire ammazzati e torturati, è perchè sapevano che era tutto vero.

    Ma quello che ha detto il tuo libro è vero, perchè il cristianesimo in effetti spiega ogni cosa in modo comprensibile a tutti: lo stesso Gesù lo faceva con quelli che lo interrogavano. Il fatto che Dio si sia fatto uomo significa infatti che si è reso disponibile alla ragione umana. Da qui la teologia, cioè, letteralmente, "lo studio su Dio", che è una cosa solo cristiana. Infatti, in nessun'altra religione esiste la teologia: gli dei sono accettati e basta, non si applica mai a loro la ragione umana.
     
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    Se ti mettessi a fare il predicatore, convertiresti un bel po' di atei.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 11/6/2021, 21:58) 
    Se ti mettessi a fare il predicatore, convertiresti un bel po' di atei.

    Chi converte è Dio, nessuno può convertire nessuno. Gesù ha detto di annunciare a tutte le genti, non di convertire tutte le genti, cosa impossibile all'uomo. Il cristiano annuncia e basta, sia con le parole che con le opere: è Dio che converte i cuori attraverso quell'annuncio e quelle opere.
     
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  11. Dai Amon
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    Il fatto che Dio si sia fatto uomo significa infatti che si è reso disponibile alla ragione umana. Da qui la teologia, cioè, letteralmente, "lo studio su Dio", che è una cosa solo cristiana. Infatti, in nessun'altra religione esiste la teologia: gli dei sono accettati e basta, non si applica mai a loro la ragione umana.

    Una ragione che però non serve a niente perché se non la pensi come ti dicono è sbagliato e vai all'inferno. La vera libertà di pensiero è arrivare ad una conclusione propria, che può essere diversa da quella di un altro, e accettarla e rispettarla se non fa male a nessuno.
    Non significa portare una persona ad accettare razionalmente quello che dico io perché è giusto.
    E' come lasciare libera una persona di gettarsi o meno in un dirupo con le armi puntate. E' più onesto spingercelo dentro

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    Dio però lascia libertà di scelta totale all'uomo, anche quella di rinnegarlo

    Rinnegare = non pensarla così = dannazione eterna
    Viva la libertà!
     
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    Una ragione che però non serve a niente perché se non la pensi come ti dicono è sbagliato e vai all'inferno.

    Non è così. Si va all'inferno perchè si sceglie - liberamente - di fare il male fino alla fine senza pentirsi mai delle proprie azioni.

    La vera libertà di pensiero è arrivare ad una conclusione propria, che può essere diversa da quella di un altro, e accettarla e rispettarla se non fa male a nessuno.

    La libertà di pensiero è quella di cercare la verità: "chi è dalla verità ascolta la mia voce", dice Gesù. Chi cerca la verità trova Gesù Cristo perchè Lui è la verità. La verità è anche adesione al vero e al reale: non è detto che "arrivare ad una conclusione propria" significhi aver trovato la verità. Puoi anche fare una conclusione personale errata senza saperlo. La verità va cercata seriamente, non basta "farsi una conclusione propria". E puoi fare del male agli altrui con la tua "conclusione propria" senza saperlo.

    Rinnegare = non pensarla così = dannazione eterna. Viva la libertà!

    Come ho detto, alla dannazione eterna ci va chi fa il male fino alla fine. Se per esempio uno pensa che uccidere sia una cosa buona e di conseguenza uccide, allora pensa male. Dio vuole che tutti vadano in Paradiso - per forza, siamo figli suoi ed è anche morto in croce per noi! - e ha dato i Comandamenti per questo, ha dato la Chiesa, ma non può obbligare nessuno ad andarci. Deve essere una libera scelta, quella di fare il bene ed evitare di fare il male. Così si è felici, pur in mezzo alle tribolazioni. Chi fa il male è infelice già qui sulla Terra. Non si può fare il male ed essere felici.
     
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    Un paio di settimane fa, ho comprato il Dante di Toninelli e sebbene mi sembri divertente, (ho letto solo i primi 4 canti) ha inserito della battute su Dio che trovo davvero offensive, se non proprio blasfeme.
    Lo stesso difetto di Ortolani, faccio notare.
    PS: in un sito in cui risponde ai lettori, Toninelli ha affermato di essere ateo.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 20/2/2023, 18:19) 
    Un paio di settimane fa, ho comprato il Dante di Toninelli e sebbene mi sembri divertente, (ho letto solo i primi 4 canti) ha inserito della battute su Dio che trovo davvero offensive, se non proprio blasfeme.
    Lo stesso difetto di Ortolani, faccio notare.
    PS: in un sito in cui risponde ai lettori, Toninelli ha affermato di essere ateo.

    Infatti non ha senso che un ateo scriva di cose di fede: non può fare altro che dire delle sciocchezze, delle sconcezze, e, peggio ancora, delle bestemmie e blasfemie senza che se ne renda conto. Come se io mi mettessi a parlare di argomenti che non so: direi solo delle stupidaggini enormi. E' la stessa cosa che ha fatto Toninelli.

    Solo che, dire delle "stupidaggini" in quel campo significa dire delle blasfemie. E non mi sembra consigliabile mettersi ad offendere Dio, anche se indirettamente. Ovviamente lo stesso discorso vale anche per Leo Ortolani.
     
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