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  1. PELINE STORY - EPISODIO 36: "INVITO A PRANZO"

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    Peline Story
    By joe 7 il 18 April 2024
     
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    36 - INVITO A PRANZO
    (primo articolo: qui; precedente episodio: qui)

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    RIASSUNTO

    Siamo verso la fine dell'800: dopo la morte del padre in Bosnia, Peline Pandavoine e sua madre decidono di raggiungere il nonno di Peline a Maraucourt, in Francia. Viaggiano in un carro coperto, trainato dall'asino Palikare e con loro c'è il cane Barone. Dopo diverse avventure, raggiungono Parigi: ma la madre di Peline si ammala e muore. Prima di morire, la madre dà a Peline il documento che attesta che lei è la vera nipote di Vulfran Pandavoine, il nonno di Peline. Dopo un lungo viaggio, Peline arriva finalmente a Maraucourt, dove vede per la prima volta il nonno, che è padrone di una fabbrica tessile ed è cieco. Peline si presenta in paese col falso nome di Aurelie, per sicurezza: è difficile che il nonno la accolga, visto che non aveva approvato il matrimonio tra suo figlio e la madre di Peline. Un giorno, Peline fa da intermediaria a degli ingegneri inglesi nello stabilimento di Saint-Pepoy su richiesta di Pandavoine, perchè la ragazza è l'unica in quel momento che conosce quella lingua. Pandavoine le fa anche leggere delle lettere in inglese, cosa che attira l'attenzione di Toluel, il sovrintendente dell'azienda, che cerca di estorcere delle informazioni da Peline senza riuscirci. Infatti, Pandavoine cerca di trovare il figlio Edmond, il padre di Peline, perchè torni e si occupi della fabbrica: ma lui non sa che suo figlio è morto...(NOTA: i dialoghi sono riassuntivi, non completi)

    STORIA

    Arriva l'autunno. Peline asciuga i panni e se li toglie, mentre Barone abbaia agli scoiattoli. Arriva Rosalie, che le dice che l'ingegner Fabry è tornato dall'Inghilterra.
    "Ha chiesto di te, vuole invitarti a cena all'osteria" aggiunge.
    "Ci verrò volentieri. Oggi è anche una bella domenica."
    Rosalie osserva i panni di Peline che sono stesi e nota che sono ormai logori e consunti. Perplessa, le dice che ha un cappotto usato che non le serve più, potrebbe farle comodo.
    "Ti ringrazio, ma per ora non penso di averne bisogno."
    Rosalie resta in silenzio: per la prima volta ha capito che Peline è davvero povera, ben più di quello che pensava.

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    Più tardi, Peline è a tavola con l'ingegner Fabry: la ragazza gli racconta tutto quello che le è successo.
    "Fare l'interprete è pesante" commenta lei.
    Arriva il padre di Rosalie, che porta il piatto. Peline è contenta per l'arrivo di Fabry, anche se questo significa che non c'è più bisogno di lei come interprete, visto che Fabry conosce bene l'inglese. Domani dovrà ritornare a spostare i carrelli in fabbrica.
    Il giorno dopo, Guillaume, il conducente, porta ancora Peline a Saint-Pepoy. Guillaume, tra vari giri di parole, fa capire a Peline che, se non vuole ritornare ai carrelli, potrebbe spiare Pandavoine per conto di Toluel, come sta facendo lui (anche se questo non lo dice a Peline). La ragazza però si mostra indignata e dice a Guillaume di non parlarne più.

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    Quando Peline arriva, vede l'ingegner Fabry che parla con gli ingegneri inglesi e lei sta da parte, visto che il suo lavoro di interprete non serve più: ormai il suo lavoro è finito e, tra l'altro, si chiede cosa l'hanno portata lì a fare. Ad un certo punto, il signor Pandavoine, presente anche lui sul posto, chiede:
    "Come mai non ho sentito oggi la voce di Aurelie? Non l'avete portata qui?"
    "E' dietro di voi, signor Pandavoine. Non parla perchè non sa cosa fare. Anzi, le chiedo di non riportarla a muovere i carrelli" spiega l'ingegner Fabry.
    "Aurelie, perchè non parli?" chiede Vulfran.
    "Ecco, pensavo di non dover dire niente" spiega Peline.
    "Sentimi bene, Aurelie: non sei tu a decidere per conto tuo cosa fare. Devi agire secondo quello che ti dico di fare. Ingegner Fabry, quando mai ho detto di riportarla ai carrelli? Aurelie, vai nel mio studio: devi tradurmi delle lettere. Ti raggiungerò tra poco."
    "Sì, signor Pandavoine" Peline si allontana.
    "Continui, ingegner Fabry."
    "Sissignore."

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    Quando Pandavoine entra nello studio, porge delle lettere a Peline, ma, prima di toccarle, Pandavoine gli dice:
    "Ho saputo che hai perso tua madre, è così?"
    "Sì, è morta a Parigi qualche mese fa."
    "E tuo padre?"
    "E' morto anche lui, prima della mamma."
    "Ma come hai fatto a venire fin qui da Parigi a Maraucourt?"
    "Ecco, avevo preso un treno, ma non avevo abbastanza soldi e mi sono fermata alla prima stazione: da lì sono andata avanti a piedi."
    "A piedi? Fino a Maraucourt?" commenta Pandavoine sorpreso.
    "Sì."
    "Ma avevi dei soldi, almeno?"
    "Circa 5 franchi."
    "Assurdo. Raccontami come hai fatto a fare un viaggio simile."
    "Ma le lettere..."
    "Non mi interessano! Dimmi come hai fatto ad arrivare fin qui. Che razza di viaggio hai fatto a piedi? Raccontami."
    Peline inizia a raccontare: la storia della fornaia che l'aveva imbrogliata, il suo crollo, l'aiuto di La Rocquerie. Pandavoine ascolta tutto in silenzio.

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    Alla fine chiede: "Quanti anni hai?"
    "13 anni."
    Pandavoine non sa cosa dire. All'improvviso, suonano le sette.
    "Abbiamo fatto tardi, devo tornare a Maraucourt. Metti via le lettere, le leggerai dopo" dice Pandavoine, alzandosi.
    Quando scendono, si accorgono che la carrozza è senza il cocchiere, Guillaume.
    "Che significa, Benoix? Dov'è Guillaume?" chiede Pandavoine seccato.
    "Er...ecco...al momento non c'è, mi dispiace, potrebbe aspettare un pò?"
    "Sta scherzando? Devo andare adesso a Maraucourt! Trovi un altro cocchiere, subito!"
    "Ma...non ce ne sono" balbetta spaventato Benoix.
    Peline allora dice che lei è capace di guidare una carrozza.
    "Va bene. Allora sali alla guida" dice Pandavoine.
    Benoix protesta, dicendo che è imprudente far guidare una carrozza da una ragazzina, ma Pandavoine non replica nemmeno.
    "Parti."

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    La carrozza si avvia, e Pandavoine commenta: "Sei brava a guidare la carrozza."
    "Lo faccio da anni" risponde lei.
    A quel punto, esce Guillaume, ubriaco, dall'osteria e vede, sorpreso, la carrozza di Pandavoine, guidata da Peline. Si mette davanti al cavallo e Peline è costretta a fermarsi.
    "Che succede?" chiede Pandavoine.
    "E' il vostro cocchiere, signor Pandavoine. Si era messo davanti al cavallo" spiega Peline.
    "Adesso posso guidare io" le dice Guillaume "Grazie per aver guidato fin qui."
    Peline si alza per dargli il posto, ma Pandavoine, con un gesto, la ferma e chiede al cocchiere:
    "Hai bevuto di nuovo, vero, Guillaume?"
    "Ecco, signor Pandavoine..." replica lui, sudando freddo.
    "Ti avevo detto più volte di non farlo, vero?"
    "Sì, signor Pandavoine, mi dispiace."
    "Non ho più bisogno di te, Guillaume. Sei licenziato."
    "Cosa? Ma sono stato al vostro servizio per 15 anni, signor Pandavoine! Non potete..."
    Anche Peline replica a Pandavoine: "Ma..."
    "Non perdono chi mi tradisce. VIA!"
    Pandavoine colpisce il cavallo col bastone, che nitrisce e galoppa via. Guillaume si accascia a terra, vedendo la carrozza che si allontana:
    "Perdono, signor Pandavoine! Non lo farò mai più!"
    Ma ormai la carrozza è scomparsa.

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    Quando arrivano alla fabbrica, Toluel è sorpreso di vedere Peline alla guida della carrozza di Pandavoine.
    "Ma, signor Pandavoine, che è successo a Guillaume?"
    "L'ho licenziato."
    "Cosa?" Toluel è esterrefatto.
    "Puoi andare a casa, Aurelie" conclude Pandavoine.
    Peline torna alla sua casetta, sorpresa dalla severità del nonno: capisce che è meglio tacere sulla sua identità. Ma cosa può fare adesso, che c'è l'autunno alle porte e non potrà più stare nella costruzione di legno, che è una postazione per i cacciatori? Dove andrà?

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    (Continua qui)

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    Edited by joe 7 - 26/4/2024, 19:48
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