1966 (Maggio) ASTERIX E I NORMANNI
Le due versioni della copertina fatte da Uderzo: la prima è quella classica, la seconda è la nuova versione, realizzata per l'edizione del 2006, l'anno di uscita del cartone animato "Asterix e i Vichinghi". Nella copertina classica, Menabotte, che è biondo, ha i capelli arancione.
Copertina dell'edizione italiana della Oscar Mondadori in bianco e nero
TRAMAMenabotte, il nipote di Abraracourcix, arriva al villaggio gallico, sconvolgendolo con le sue abitudini canore, mentre i Normanni sbarcano vicino al villaggio. Vogliono trovare una persona che insegni loro cos'è la paura, un sentimento che non conoscono, ma al quale sono interessati, perchè lo ritengono un misterioso potere che rende capaci di volare, dal detto "La paura mette le ali". Scoprono che Menabotte è un pauroso e lo rapiscono perchè insegni loro cos'è la paura. Asterix e Obelix si dirigono nell'accampamento normanno per liberare Menabotte: quando vengono a sapere del motivo dei Normanni, si mettono d'accordo col loro capo
Grandibaf perchè ascoltino le canzoni di Assurancetourix, il bardo. La sua musica fa sobbalzare i Normanni, che per la prima volta capiscono cos'è la paura: tornano sulle loro navi e si allontanano, mentre Menabotte ha imparato ad essere coraggioso.
OSSERVAZIONIL'idea di far incontrare Asterix coi Vichinghi era venuta in mente a Goscinny seguendo un dibattito sui Vichinghi e sul fatto che abbiano scoperto l'America o no (e questo lo si vedrà soprattutto in
Asterix in America). Il punto è che i Vichinghi sono vissuti otto-novecento anni dopo Asterix, quindi Goscinny li sostituì coi generici "Normanni", gente del nord. Anche se, nel 2006, quando questa storia avrà una versione animata, i titolisti e traduttori se ne fregheranno altamente delle incongruenze storiche e la intitoleranno nel prevedibile
"Asterix e i Vichinghi" (Astérix et les Vikings). Una curiosità: all'inizio gli autori volevano mandare Asterix e Obelix all'Isola di Pasqua, ma sarebbe stata una cosa troppo forzata anche per un fumetto. Il dibattito seguito da Goscinny e di cui abbiamo parlato fu la scintilla che diede i natali a questa storia e gli fece abbandonare definitivamente l'idea.
Il DVD di Asterix e i Vichinghi
Buona parte della vicenda si svolge proprio sulle coste della Normandia, dove nel secolo 800 avvenne lo sbarco dei Vichinghi che assediarono Parigi; e nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, avvenne lo sbarco del D-Day degli Americani. Oltre alla presenza dei Normanni, nella storia abbiamo l'introduzione del personaggio di
Menabotte, un adolescente, con cui si sottolinea il divario che si è creato tra la vecchia e la nuova generazione: un distacco che diventerà drammaticamente più grande fino ai giorni nostri, con l'introduzione di nuovi modi di vivere completamente diversi da quelli della generazione precedente.
Menabotte
Infatti, i giovani nati dopo la Seconda Guerra Mondiale si trovano a vivere in un mondo ricco di possibilità che le generazioni passate non avevano mai avuto. Col grande sviluppo culturale, economico, tecnologico (dalla TV fino ai cellulari e computer nostrani), il lavoro diventa sempre più rimandato, passando anni o decenni interi a studiare alle università. Se prima erano un lusso per pochi, adesso diventano spesso delle occasioni per bighellonare. Per questo, a quei tempi, si cercò di rimediare al problema mandando i figli in collegio, oppure nell’esercito o in campagna, luoghi dove ancora esistevano i valori tradizionali. È quello che succede anche a Menabotte, mandato da suo padre in visita allo zio Abraracourcix. Qui Menabotte, in pratica, è l'unico adolescente del villaggio (a parte le ragazze, che sono solo delle comparse), e questo è un fatto curioso. Tutti i personaggi Galli infatti sono degli adulti, a differenza dei lettori di Asterix, che sono adolescenti.
Il nome originale di Menabotte è
Goudurix, composto da
goût (gusto) e
risque (rischio): quindi "amante del rischio" cosa che Menabotte, almeno all'inizio della storia, non è. Nel film
Asterix e i Vichinghi Menabotte è chiamato
Spaccaossix, ha un comportamento psicologico un pò diverso, balla la break dance e possiede un piccione viaggiatore chiamato Essemmesse (SMS). E' stato anche protagonista di una serie di quattro libri-giochi che sono a metà tra le storie a bivi e i giochi di ruolo: Menabotte è stato scelto forse per il fatto di avere la stessa età dei lettori. Inoltre, visto che era comparso solo in una storia, era adatto per fare delle storie non ufficiali e interagire con gli altri personaggi della serie.
Menabotte appare snob e critica tutto ciò che ritiene antiquato; chiama gli abitanti del villaggio "paesanotti",
plix in francese, che è la versione asterixiana di
ploucs, "campagnoli". E' un termine dispregiativo tipico dei parigini quando escono dalla capitale per incontrare i francesi delle altre città o regioni. Quindi non è una sorpresa se Asterix ne è irritato. E' anche un pò la storia dell'altezzoso topo di città che incontra il topo di campagna dotato di buon senso. Stavolta la presa in giro riguarda non solo i Normanni, ma anche il modo con cui si vedono tra loro certi tipi di francesi.
Menabotte è l’unico che apprezza la musica di Assurancetourix: anzi, i suoi complimenti spingono il bardo ad abbandonare il villaggio e andare a Lutezia per avere successo. Questo ragazzo, insomma, è diverso dal tipico guerriero gallo: fu immaginato da Goscinny e Uderzo come una caricatura del giovane degli anni ’60, simile a quelli dei giorni nostri. E' di natura anticonformista (che è un controsenso: se tutti sono anticonformisti, si diventa automaticamente conformisti), ribelle rispetto alle convenzioni sociali (idem: se tutti sono ribelli rispetto alle convenzioni sociali, automaticamente si diventa seguaci delle convenzioni sociali), contrario alla guerra e alla violenza (idem come sopra). Inoltre, Menabotte è proprietario di una lussuosa spider fatta a Mediolanum, (Milano): è un richiamo alle Ferrari e Alfa Romeo italiane, apprezzate da Uderzo, che è sempre stato appassionato delle macchine da corsa. Il ragazzo è anche l’idolo delle ragazzine, che lui fa ballare ai ritmi sfrenati dello yé-yé, la musica di moda di allora. Quando anche Obelix si mette a ballare seguendo la musica di Menabotte, lui dice che "bisogna essere al passo coi tempi, bisogna essere antiquati!" al posto della classica frase che si direbbe oggi: "bisogna essere moderni". E' una frecciata di Goscinny sull'ossessiva ricerca del nuovo, che diventa antiquato in poco tempo.
Quando Menabotte grida contro i Normanni per ripartire per il loro paese, esclama: "mergitur o no, fluctuat! Capito? Fluctuat!".
Mergitur nec fluctuat (naviga ma non affonda), è il motto latino di Parigi. Inoltre, in questa storia Obelix agisce da solo, cercando Assurancetourix: ormai il portatore di menhir è diventato un vero e proprio comprimario e non più solo una spalla. Appare per la prima volta la sensibilità di Idefix per gli alberi, tanto che piange appena ne vede uno sradicato. Nella storia compare ancora l’utilizzo della voce fuori campo, già usato prima, ma qui in modo ancora più frequente. Il racconto fuori campo era usato di rado nei fumetti, ma Goscinny amava sperimentare nuove tecniche narrative. Goscinny ha fatto i Normanni forti e imbecilli: il cattivo imbecille è il tipo di personaggio che l'autore amava molto fare. "Gli imbecilli cattivi hanno una forza comica straordinaria" diceva "Amo il loro candore, la loro tenacia, la loro infallibilità nell'errore, la loro luce di falsa intelligenza che brilla negli occhi". Sembra un ritratto del trio Drombo degli Yattaman. Tuttavia, i Normanni, essendo sanguinari, portano Goscinny a fare dei rari esempi di umorismo nero: tipo la battuta di Grandibaf sui servizi di crani perfetti per bere, così numerosi che chi li aveva ricevuti "non sapeva più
dove sbattere la testa". Il termine "Morte alle renne" citato nella scena un cui un uomo della polizia normanna (...) viene investito da un tizio che gli risponde con questa battuta, ha un significato anarcoide: infatti, "Mort au vaches" ("Morte alle vacche") era un insulto rivolto alla polizia o all'ordine costituito. Le "vacche", un tempo, erano le sentinelle dell'esercito tedesco, quindi nemiche, dette "Wache".
La voce fuori campo era poco usata nei fumetti di allora.
In una scena, i Normanni bevono da una bevanda misteriosa che dà loro la forza di continuare combattere, quasi come la bevanda magica. Nella versione italiana è la "cranica", in riferimento ai crani dai quali si bevono: nell'originale è detta "Calva". E' un richiamo al Calvados, un'acquavite di sidro di mela, oggi prodotto proprio nella Normandia. L'invenzione di Goscinny sui Normanni che non conoscono la paura è anche un richiamo alla leggenda nordica di Sigfrido cantata da Wagner. L'eroe nibelungo infatti non conosce la paura e cerca di sapere cos'è: lo scoprirà solo osservando l'addormentata Brunilde, prigioniera di un incantesimo.
Sigfrido sveglia Brunilde, nella splendida versione a fumetti di Gelardini e Brasioli sul Giornalino (1985)
La musica di Assurancetourix ricalca le canzoni ye-yè dell'epoca, in particolare quelle quella del cantante Antoine, popolare a quei tempi, tutte incentrate sulla ribellione, sui capelli lunghi, sul danzare freneticamente e simili, con l'intercalare "Oh, oui!" o "Oh, yeah!". Inoltre, il bardo, sempre davanti ai Normanni, cita anche il cantante-attore Charles Trenet col suo "Un rien me fait chanter" ("Un nulla mi fa cantare") del film "La Romance de Paris" ("Romanticismo parigino"), che aveva un testo simile: "Amiamo i nostri padri, le nostre madri, la Francia, il Buon Dio, e poi le donne, le donne, le donne che hanno gli occhi blu..." Praticamente ogni canto di Assurancetourix in tutta la serie di Asterix è una citazione di altri cantanti famosi parigini.
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E poi, come dice Asterix in questa storia, "in Gallia tutto finisce cantando": è una citazione delle
Nozze di Figaro di Beaumarchais. Tanto che in questa storia, per una volta, il bardo, che ha avuto un ruolo chiave, non finisce legato durante il banchetto e al suo posto c'è addirittura Automatix, il picchiatore di bardi, appeso ad un ramo. Il successo della storia è enorme: la prima edizione della versione in volume è di ben un milione e 200.000 copie e, nonostante questo, è esaurita in tre giorni.
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