Il blog di Joe7


Replying to GRANDE MAZINGA: JUN - 2

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  1. Posted 16/12/2015, 14:54
    CITAZIONE (LUCE5 @ 16/12/2015, 10:34) 
    Sulle prime, sembra in effetti un problema di razzismo inteso nel senso classico del termine, poi leggendo meglio, non è così, è un altro tipo di emarginazione.

    Mi sembra proprio così: anzi, al si può definire una auto-emarginazione. Jun si isola per conto suo: abbandona Boss, non parla nè si confida con nessuno, cambia idea solo quando prega. Il messaggio qui è molto semplice: in certe occasioni, nessuno ti può aiutare, solo Dio.

    CITAZIONE (LUCE5 @ 16/12/2015, 10:34) 
    Intanto vediamo che Jun non è nè chiara, nè scura: dalla foto, il padre risulta essere decisamente di colore. Possiamo dedurre che la madre di Jun sia chiara, quindi la figlia è un miscuglio di due razze e anche questo può essere uno dei motivi della sua emarginazione: mi viene spontaneo collegarlo al film: "Sangue misto", dove la protagonista non era accettata da nessuna delle due razze che riassumeva in sè.

    Infatti, la madre di Jun è giapponese, anche se non sappiamo nulla di lei. Il padre è di origine africana, e come coppia è decisamente insolita: un peccato non sapere la storia che c'è dietro. In sostanza, Jun è meticcia (non è esatto definirla "mulatta", visto che il mulatto è figlio di un bianco e di un'africana (o viceversa), mentre Jun è figlia di una giapponese e di un africano). La cosa curiosa è che "Jun" è un nome insolito in Giappone, visto che sembra un nome occidentale, mentre il suo cognome, Honoo, è tipicamente giapponese. Già nel suo nome Jun mostra di appartenere a due razze diverse.


    CITAZIONE (LUCE5 @ 16/12/2015, 10:34) 
    Ma non credo sia nemmeno questo il problema. Pensando ai giapponesi, li vediamo molto omologati anche fisicamente, hanno tutti gli stessi colori, stesso taglio di occhi, è facilissimo identificarli: aggiungiamo il fatto che l'individuo per loro non esiste, ma solo il "gruppo", solo diventare più forte e non migliore, in pratica sono negate l'originalità, l'individualità, la fantasia, il diritto, ecc.....

    Le divinità giapponesi non sono "persone", ma "enti", "essenze", di cui fa parte il mondo stesso in cui si vive, in un generale panteismo. In questo contesto, non è possibile avere nemmeno il concetto di identità personale. Lo stesso vale per le altre religioni, tutte tendenti al panteismo e quindi al gruppo: quelle indiane, africane, eccetera. Solo con l'ebraismo e, successivamente, il cristianesimo, con l'incarnazione di Gesù Cristo, entra nel mondo il concetto di "persona" e "responsabilità personale".
    L'uomo, comunque, sappiamo che è creato ad immagine e somiglianza di Dio e, anche se è giapponese e crede nel panteismo, ha sempre dei talenti eccezionali che può sviluppare: da qui le opere di Go Nagai, Leiji Matsumoto, Shingo Araki...il punto è che nel mondo giapponese l'iniziativa personale non è accettata, proprio per questi motivi di cui abbiamo parlato. Quindi gli ostacoli che questi autori avranno affrontato non sono stati pochi.
    Per questo le arti non cristiane sono sempre rimaste costanti nei secoli, mentre quelle cristiane hanno avuto variazioni e sviluppi continui: il barocco, il romanico, il rococò, il liberty...proprio perchè il cristianesimo per sua natura sviluppa e incentiva l'iniziativa personale.
    Jun "non fa parte del gruppo", quindi, in senso religioso, non esiste, anzi non ha nemmeno il diritto di esistere perchè contrasta con la sua esistenza l'armonia del gruppo. C'è anche questa visione religiosa nella storia di Jun (anche se non è accennata). Il punto curioso è che, per venirne fuori, Jun va in una chiesa cristiana anzichè in un tempio buddista, come sarebbe stato più logico. E non credo sia stato fatto per farsi notare all'estero: il Grande Mazinga era stato progettato per gli spettatori giapponesi e nessuno pensava di portarlo all'estero.


    CITAZIONE (LUCE5 @ 16/12/2015, 10:34) 
    Il commento che arriva a Jun da un'altra donna fa riferimento a questa omologazione. E' una cosa che ho notato anche da noi, non però in modo così esasperato: negli anni '70 c'era un concetto totalmente diverso sull'aspetto fisico. La donna "doveva" essere androgina per esempio, silicone neanche a parlarne, ora è tutto il contrario, ma questo perchè molta gente ha poca personalità, credono che partecipando a un comune aspetto estetico, significhi essere piacenti, invece quello che ci vuole è "l'unicità" che abbiamo tutti, valorizzare quello che si è, e molte persone hanno avuto successo anche mettendo in mostra quelli che vengono di solito considerati "difetti", ovviamente con la giusta dose di equilibrio e buon gusto.


    Credo che l'esempio che hai citato riguardi la moda, che è una certa forma di omologazione di pensiero. E anche nell'episodio di Jun si parla di moda, perchè lei si chiede se potrà mai sposarsi con la pelle che porta. Quindi pensa al matrimonio e ad essere accettata. Ma da chi, visto che c'è solo Tetsuya nella sua vita? Tra l'altro, Jun e Tetsuya mi sembrano comportarsi più da fratello e sorella, che da innamorati. Non so se Jun pensi veramente di sposarsi con Tetsuya.


    CITAZIONE (LUCE5 @ 16/12/2015, 10:34) 
    E' vero, Jun non si vuole bene, eppure è molto bella, coraggiosa e altro, solo lei si vede non con i suoi occhi, ma con quelli della società in cui ha sempre vissuto, con l'aggravante di avere vicino a sè un Tetsuya che "l'apprezza, l'accetta, senza il suo prezioso aiuto nelle battaglie non potebbe vincere, la fa sentire importante, è corretto ed elegante, sensibile...", coi risultati deleteri che vediamo. raygun suck_kr plane



    Jun ha una crisi di personalità, come si è visto. E questo si aggrava anche per il fatto di essere orfana di entrambi i genitori, e quindi di essere cresciuta senza una vera e propria famiglia. Quindi non è capace di relazionarsi bene con la gente, perchè è troppo influenzata dall'opinione degli altri.
    Per Tetsuya si può dire lo stesso: essendo cresciuto senza una famiglia, non ha punti d'appoggio se non la sua coperta di Linus (Mazinga), quindi non sa rapportarsi nemmeno lui col prossimo.
    E' da notare che Actarus, tra tutti i piloti nagaiani, è cresciuto in una famiglia e per questo è la persona che sa rapportarsi meglio con tutti. Oppure Venusia: cresciuta anche lei in una famiglia, riesce a rapportarsi con gli altri, mentre Maria, che aveva perso i genitori troppo presto, fa fatica ad avere un rapporto sereno con Alcor e con gli altri.
    Certo, non è detto che crescere in una famiglia renda automaticamente migliori, ma aiuta senza dubbio a diventarlo.
  2. Posted 15/12/2015, 22:32
    GRANDE MAZINGA: JUN E IL PROBLEMA DELLA SUA PELLE SCURA (seconda parte)
    La prima parte qui

    L'ANIME: L'EPISODIO 19 DELLA SERIE - TRAMA
    Titolo giapponese: "O neve, tingiti di un giovane ardore!!" (trasmesso il 12 Gennaio 1975)
    Titolo italiano (versione storica): "Giovane sangue sulla neve" (trasmesso per la prima volta probabilmente a Giugno del 1979 su Telelombardia)


    Prima di cominciare, bisogna dire che il disegno dell'anime è più elegante del solito. In genere, Jun è rappresentata con uno stile un pò grezzo:

    Jun_classica_anime Jun_classica_anime_2


    mentre la Jun dell'ep19 è tratteggiata in modo più delicato.

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    Jun_elegante_2 Jun_elegante_3


    Infatti, il sakkan qui è Kazuo Nakamura, il character designer di Jeeg Robot, che ha lavorato anche sul Grande Mazinga. Inoltre, in questo episodio per la prima volta Tetsuya è stato "ringiovanito" con le basette più corte e più arricciate, oltre ai tratti più morbidi.

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    L’anime inizia con Angoras (generale dei pesci) e Dreidor (generale dei rettili) che vengono mandati in missione: la Fortezza della Scienza è stata danneggiata, quindi si tratta solo di un semplice e brutale attacco sorpresa.

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    In una piscina, Shiro e Tetsuya gareggiano a nuoto, e Tetsuya, ovviamente, arriva primo, sale sul bordo della piscina e dice a Shiro: "E' qui tutto quello che sai fare? E tu saresti un uomo?" (evidentemente, anche dopo diversi mesi, l'intelligente pilota del Grande Mazinga non ha ancora capito che Shiro non è un adulto, ma un bambino di sette-otto anni che va alle elementari). E, ovviamente, Shiro, sfinito, non ce la fa più e cade a fondo sott'acqua nella piscina. Non si vede Tetsuya che va a soccorrere Shiro: lo lascia affogare?

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    Jun è dalla parrucchiera e sente i commenti delle donne sulla sua pelle ("Le donne dovrebbero avere la pelle chiara"): il suo volto si intristisce e pensa se potrà mai sposarsi: "questa pelle bruna non si nasconde col trucco", pensa.

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    Jun torna alla Fortezza scoraggiata, ma non dice nulla al professor Kabuto, che intuisce che c'è qualcosa non va. In bagno, Jun si lava un braccio con violenza, sfregandolo in continuazione, come per cancellare la sua pelle, ottenendo solo il risultato di farla sanguinare (e mi chiedo con quanta violenza abbia sfregato la pelle, per arrivare fino a questo punto. C'è qui quel certo disprezzo-distacco del corpo, tipico dell'oriente). "E' inutile, non si cancella...così la mia pelle non diventerà mai bianca". Sul serio pensava di cancellare il colore scuro della pelle come si fa con la gomma e la matita? Qui la fissazione di Jun arriva ad un livello di pazzia.

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    Kabuto chiede a Jun se lei ha litigato di nuovo con Tetsuya, visto che la vede un pò giù. Jun lo rassicura, ma Kabuto scopre nel cestino una foto strappata da Jun: è quella del padre della ragazza, un uomo di colore. E’ l’unica volta in assoluto che si vede di sfuggita la sua figura: di lui non sappiamo nemmeno il nome. Per quanto riguarda la madre di Jun, anche di lei non sappiamo nulla.

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    Tetsuya parla con Jun e le dice rudemente di smetterla con queste fisime, dandole anche una sberla. Nel prossimo post, spiegherò meglio i dialoghi.

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    Angoras e Dreidor attaccano con due mostri guerrieri.

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    Jun, a bordo di Venus Alfa, ricorda la sua infanzia, quando era stata rifiutata dagli altri bambini per via della sua pelle, e ad un certo punto si ritira, abbandonando Boss Robot da solo contro il mostro guerriero (e quindi, indirettamente, ne provoca la possibile morte, tra l'altro!)

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    Successivamente, va in una chiesa a pregare: è l'unica volta che vediamo Jun fare questo, e appare molto forzato. Successivamente analizzerò il dialogo tra lei e il prete. Una piccola nota: se Jun è scesa da Venus Alfa per andare in chiesa, l'ha fatto con una fune? L'astronave è ancora nella testa del robot!

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    Adesso si arriva alla scena assurda: quando Jun, a bordo di Venus Alfa, ritorna ad aiutare Tetsuya, dice:
    Jun: "Combatterò in nome di chi odia la guerra. Questo è il motivo per cui sono nata" e Tetsuya, quando vede arrivare Jun, la Jun che ha fatto tutta questa meditazione, la Jun alla quale dicono sempre di combattere, la Jun insomma sulla quale è stato costruito tutto l'episodio...cosa dice Tetsuya? Dice "Jun sei arrivata, finalmente"? Macchè. Ecco qua cosa dice il prode guerriero:
    Tetsuya: "STUPIDA! NON E' UN AVVERSARIO ALLA TUA ALTEZZA!"

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    Ma allora cosa ci sta a fare Jun? E tutto l'intero episodio, se lei non vale una cicca? In ogni caso, l'azione di Venus Alfa è semplicissima: si fa colpire in pieno dal missile che doveva distruggere Mazinga e basta. Davvero una grande impresa. E non capisco perchè Venus Alfa perde solo un braccio se il missile è così potente. Comunque, Mazinga approfitta del momento di distrazione del mostro per vincere. Amen. Non c’è nessuna azione attiva di Venus Alfa: si è solo fatta colpire come un tordo. Jun ha voluto aiutare, ma è stata trattata praticamente a pedate nel sedere. Almeno, la "stupida" ha salvato il Grande Mazinga (che, evidentemente, non era neanche lui all'altezza del mostro, visto che era rimasto sempre lì a prenderle).

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    Alla fine, i due piloti si trovano ancora insieme alla Fortezza della Scienza, nello stesso punto dove prima avevano litigato. Jun ha un braccio al collo, e questa è una cosa strana, visto che era stata Venus Alfa quella che aveva perso un braccio, non la ragazza (e poi il braccio è quello sbagliato). Credo sia dovuto alla "simbiosi" tra il pilota e il robot: se soffre il robot, soffre anche il pilota. il professor Kabuto fa un'osservazione simil-filosofica: "La neve non sta forse bruciando, tinta del tuo giovane ardore? Quello è il colore della giovinezza, il colore di un essere umano. Il tuo colore" In sostanza, Jun ha capito che bisogna combattere e basta. Ma come risposta bisogna dire che è assai misera.

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    COMMENTI

    Innanzitutto, mi sembra strano che si parli sempre di questa storia come di una "storia antirazzista". Qui il razzismo c'entra poco, anzi per nulla, se intendiamo il razzismo nella sua definizione corretta. Infatti, per definizione, il razzista pensa che esistano razze superiori e inferiori: e nell'anime non ci sono richiami razzisti su Jun, tipo "lei appartiene a una razza inferiore". Le donne del negozio di parrucchiere, per esempio, dicono, riferendosi a Jun, che "le donne dovrebbero avere la pelle chiara". Ma questa appare solo come una tipica cattiveria femminile e nient'altro, altrochè commento razzista. Se Jun avesse avuto il naso lungo, o le orecchie a sventola, o il seno piatto, l'avrebbero presa ugualmente in giro su queste caratteristiche. Passiamo ai bambini del ricordo di Jun: mi sembra ridicolo definire"razzisti" i bambini solo perchè avevano escluso Jun dai loro giochi. Quanti di noi sono stati esclusi dai giochi degli altri da piccoli per qualche motivo? Si tratta delle tipiche cattiverie dei bambini, che hanno le loro preferenze e le loro antipatie. Da questo punto di vista, le donne del negozio del parrucchiere hanno la stessa mentalità da "io sì, tu no" dei bambini del flashback di Jun, più che avere un comportamento razzista. Senza contare che, nell'ep52, Jun ricorda il suo amico Shinichiro che le era stato vicino quando era piccola: quindi non è vero che tutti ce l'avevano con lei.

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    Si tratta insomma di una crisi di autovittimismo di Jun, che ingigantisce i suoi problemi: infatti, il problema di base non è il presunto "razzismo" degli altri, ma Jun stessa, che non si accetta così com'è e vorrebbe essere un'altra persona, illudendosi di stare meglio se non avesse la pelle scura ma una bella pelle rosa. Ma il problema sarebbe rimasto anche se Jun avesse avuto per miracolo una pelle rosa: avrebbe trovato difetti anche lì. Il problema di questa storia non è il razzismo, ma l'autoaccettazione di sè. In sostanza, il volersi bene. E Jun non si vuole bene. Poi ne riparliamo.

    (continua qui)

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