Il blog di Joe7


Replying to FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 108

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  1. Posted 16/7/2016, 13:32
    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 108
    JEZABEL E SHIGURE: DUELLO ALL'ULTIMO SANGUE!

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui. Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui. Inoltre, c'è il riassunto a fumetti delle puntate dalla prima alla 79 qui.

    Duello_Elsa


    RIASSUNTO: Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Rex, il loro figlio appena nato, è stato rapito dall’Oscuro, che lo sacrificherà a Darkhold, il suo pianeta-castello, quando sette stelle saranno allineate, ottenendo così il potere assoluto. Dopo diverse peripezie, gli amici di Goldrake si sono riuniti a Darkhold, proteggendo i sei cristalli disposti sulle torri. Manca il settimo cristallo, da mettere sulla settima torre: Goldrake sta combattendo contro l’Oscuro in persona per prendergli il settimo cristallo. Una volta collocato sulla settima torre, si otterrà la vittoria finale. Intanto, lo scontro si fa più difficile del previsto: tra i tanti, sono caduti anche Daitarn 3 e Getter Robot. Venusia, alla fine, dopo una lunga avventura, è arrivata all’altare del sacrificio per salvare Rex: riesce a vincere lo stregone nero Sukeli, aiutata da Isparana e Jocasta, le sue amiche amazzoni. Ma, all’improvviso, compare Jezabel, il braccio destro dell’Oscuro stesso, che odia Venusia per via della ferita sul volto che quest’ultima le fece tempo fa…

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    Lo scontro tra Jezabel e Shigure è impressionante: Isparana e Jocasta non riescono quasi a seguirle con lo sguardo. La spadaccina, a causa dello scontro all’ultimo sangue con Sagara, è esaurita e non ha quasi più forze. Jezabel alla fine la colpisce con un calcio allo stomaco, che fa sbattere la maestra di spada a terra lungo i gradini. Jezabel salta in alto per finirla con le sue dita, tramutate in artigli affilati, ma il colpo va a vuoto, distruggendo solo delle pietre. Shigure si è spostata in un lampo e osserva l’avversaria sulle scale, dal basso all’alto: alza contro di lei la sua spada Narami, che però trema leggermente. Non riesce più a reggerla con forza. Il suo respiro è affannoso, mentre Jezabel, al contrario, non è stanca.
    “Notevole. Sei mezza morta, Shigure, e hai ancora la forza di reagire. Sei divertente”
    “Ti diverti a uccidere, vero, Jezabel? Ma alla fine non otterrai nulla. Uccidi finché vuoi, la persona che ami non sarà mai tua!”
    Per la prima volta, Jezabel è scossa.
    “Cosa…che stai dicendo?”
    “Tu ami Davan Shakari, l’Oscuro. Ma lui non ama nessuno. Non ti amerà mai. Mai, qualunque cosa tu faccia, anche uccidendo all’infinito per lui. Sei e resterai sempre perdente. Le tue mani resteranno vuote, e saranno solo piene di sangue.”
    Per un attimo, lo sguardo di Jezabel è lo stesso di quand’era bambina: impaurita, spaventata, in lotta per la sopravvivenza. Sente, dentro di sé, che quello che le ha detto Shigure è vero. Era sola quand’era bambina, è restata sola anche ora. L’Oscuro non le ha cambiato nulla. Il penoso tentativo di lei per avvicinarsi a lui si era risolto in un fallimento: lui pensava solo alla morta Clorinda, e a null’altro. La paura della solitudine che sente ora più acuta si trasforma però in odio feroce verso la donna che l’ha smascherata davanti a tutti. Ora odia Shigure con tutta l’anima per averle detto la verità che lei non voleva mai vedere. Attacca gridando, impazzita di rabbia.

    Maria Fleed è finalmente riuscita ad entrare nella mente di Actarus: ma sente che c’è qualcosa che non va. C’è del buio, una sensazione di freddo.
    Cosa succede? Actarus non è così.
    Sente amarezza, dolore, rabbia, rancore. Rancore? Actarus che prova rancore? E contro chi? Avverte persino un amore disperato, ossessivo, che porta fino alla pazzia.
    Cosa sta succedendo? Non capisco, si chiede Maria, nella sua forma spirituale.
    Poi vede dei volti che non conosce: una donna bionda, con una tunica azzurra. Avverte l’amore totale di Actarus per lei. Poi vede una persona accanto a lei, che la tiene a braccetto: è un bell’uomo, alto, con dei tratti che somigliano un po’ ad Actarus. E avverte che l’odio di Actarus è verso quell’uomo. Clorinda e Kail: ecco come si chiamano la donna e l’uomo. E Kail è suo fratello…
    No, no, no! esclama nella sua mente Maria, che alla fine ha capito: si è sbagliata. E’ finita nella mente dell’Oscuro, non in quella di Actarus! E non riesce ad uscirne fuori!

    Jezabel aggredisce ferocemente Shigure: la spadaccina sapeva il pericolo che avrebbe scatenato, parlando in quel modo. Ma l’aveva fatto per due motivi: il primo, che un avversario furioso è più facile da controllare. Il secondo, più importante: in questo modo, Jezabel avrebbe dimenticato Venusia e si sarebbe sfogata solo su di lei, permettendo così alla donna e al figlio di scappare.
    Mentre, alla fine, Jezabel riesce a disarmare Shigure facendo volare lontano la sua spada, la afferra per la gola, pronta a finirla, quando una voce tonante la ferma all’improvviso:
    “ADESSO BASTA!”
    Jezabel, sorpresa per l’urlo, si volta. La sua espressione è alterata, come una persona che si riprende dopo un momento di pazzia. Una luce di follia le brilla ancora negli occhi: il suo volto è diventato pallido e il suo aspetto è quello di una persona sconvolta. Le parole di Shigure l’avevano profondamente scossa: i suoi lunghi capelli neri, una volta ordinati, sono disposti alla rinfusa, con alcune ciocche che le cadono davanti al volto. Per la prima volta, Jezabel ha guardato in faccia la sua disperazione.
    A parlare è stata Venusia, che adesso è in piedi davanti all’altare, fissando intensamente l’avversaria con occhi di fuoco.
    “D’ora in avanti non ucciderai più nessuno, Jezabel! Vieni, finiamo la nostra storia una volta per tutte!”
    Jezabel è ancora più sorpresa. Venusia è impazzita? Lascia andare Shigure, che cade a terra ansimando, senza più la forza di rialzarsi.
    “No, Venusia…” sussurra lei con voce rotta “…dovevi scappare…non puoi vincerla…”
    Isparana e Jocasta non hanno neanche il coraggio di muoversi: a parte il fatto che sono ormai prive di forze, sono anche terrorizzate: lo sguardo di Jezabel ora fa paura. E’ diventata completamente folle.
    “Mi ero dimenticata di te, Venusia” dice lei con voce roca “Hai fatto bene a chiamarmi. Ammazzerò te e tuo figlio, qui e adesso!”
    Sale con calma la scala, verso Venusia che è in cima: da parte sua, la ragazza sostiene il suo sguardo senza arretrare. E’ stanca e ferita, ma non ha intenzione di scappare.
    E’ lo scontro finale tra me e te, Jezabel. Adesso tutto finirà.

    (108 - Continua qui)


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