SHANG-CHI, MAESTRO DEL KUNG FU - OTTAVA PARTE(Primo articolo: qui; ultimo articolo: qui).I COMPRIMARI E I MOMENTI IMBARAZZANTILUKEConcludiamo la lunga analisi su Shang-Chi coi comprimari che sono stati pubblicati su entrambe le serie: visto che abbiamo iniziato prima con
Pugno d'Acciaio, il prossimo deve essere per forza
Luke Cage-Power Man. Dopo alcune storie di non eccelsa qualità, pubblicate nella serie in bianco e nero, nella seconda serie a colori viene pubblicata una storia stupenda in due parti di Claremont e Byrne, che in pratica conclude la saga di Luke, Eroe a Pagamento. Infatti a partire da qui cessa di essere un evaso in libertà e si allea con Pugno d'Acciaio, fondando una società di "Eroi a pagamento". Ma da allora Luke non sarà più un solitario con storie tutte sue, ambientate a Harlem: purtroppo perderà la sua caratteristica unica che aveva. Le storie con Power Man e Pugno d'Acciaio insieme, comunque, non saranno mai pubblicate dalla Corno, a causa della rapida chiusura della nuova testata di Shang-Chi. E poi della Corno stressa. Ma in futuro nemmeno la Star, Comics nè la Panini le pubblicheranno mai. Saranno pubblicate solo molti anni dopo dalla Panini su un volumone da tre chili per tizi abbastanza forzuti o dotati di leggio.
Byrne al massimo della forma.
DRACULAPer quanto non sia di mio gusto la storia di un malvagio che vince sempre, i disegni di Colan sono sempre gradevoli e la trama è ben costruita. Curiosamente, uno dei picchi narrativi di Dracula, cioè
lo scontro tra il vampiro e il Dottor Strange, inizia nella prima serie di Shang Chi, in formato album e in bianco e nero, per poi concludersi nella seconda serie, con formato normale e a colori! E i lettori hanno dovuto aspettare per MESI per sapere come sarebbe finita la storia, visto che la seconda serie fu pubblicata solo diversi mesi dopo la prima! Problemi organizzativi della Corno...
Inizio in bianco e nero, finale a colori!
I FIGLI DELLA TIGREQui siamo nelle frattaglie...OK, la storia è questa: nella rivista contenitore
"The deadly hands of Kung-Fu", che affiancava quella originale di Shang-Chi, venivano pubblicati diversi fumetti di arti marziali. Qui abbiamo un cinese, un nero e un bianco che vanno al bar, no cioè:
Lin Sun, il cinese,
Abe Brown, il nero,
Robert Diamond, il bianco (che è sempre l'ultimo delle lista quando vengono presentati) sono allievi del
Maestro Kee, senza spiegare perchè cavolo un maestro cinese dovrebbe avere anche allievi neri e bianchi. Sarà multiculturalista. Comunque questo Maestro Kee, che non vediamo mai, viene ucciso, come nelle migliori tradizioni delle storie di kung-fu, e i tre allievi lo vogliono vendicare. I colpevoli sono gli sporchi
Silenziosi, che, oltre a non dire niente, vogliono anche sterminare l'intera razza umana, nientemeno. E col maestro Kee eliminato, mancano solo ancora 6 miliardi, 999 milioni e 999.999 persone da ammazzare a colpi di Kung fu, certo che è un piano ambizioso.
Ma non temete, o fedeli lettori, nessuno vi eliminerà, perchè i tre allievi hanno avuto in eredità dal Mestro Kee tre amuleti della Tigre: l'amuleto a forma di testa di tigre a Lin il cinese perchè era il cocco del maestro, sporco razzista, e le due zampette al nero e al bianco, non hanno ancora capito qual'è quella di destra e quale quella di sinistra, ma lasciamo perdere. Grazie a questi potenti amuleti e ad una formula - o un "cantico", boh - recitata insieme ad alta voce, tenendo tutti e tre le braccia alzate, triplicano le loro forze, orpo, e rompono le ossa a tutti gli sporchi Silenziosi che incontrano, così non parlano più!
ESCLUSIVO! Ecco il sacro momento in cui i tre recitano la formula con sprezzo del ridicolo!
I testi (noiosissimi e involontariamente comici) sono di Gerry Conway e Bill Mantlo. I disegni sono di Dick Giordano e George Perez, che era agli inizi, ma prometteva bene.
No, per carità, finitela alla svelta!
LA TIGRE BIANCAI Figli della Tigre non vanno benissimo (ma và?), anzi c'è un crollo delle vendite ogni volta che compaiono. Quindi gli autori corrono ai ripari: dopo una "
lunga battaglia sul piano astrale", tanto per farla finita coi Silenziosi, che da allora non parlano più, i Figli della Tigre si mettono a litigare tra di loro, soprattutto per via di una ragazza (chi dice donna dice danno) e si separano. I tre amuleti finiscono in un bidone della spazzatura e vengono scoperti da un sudamericano che evidentemente passa il tempo a ravanare nella spazzatura:
Hector Ayala, che si mette al collo tutti e tre gli amuleti, diventando la
Tigre Bianca (anche se sembra solo la versione bianca della Pantera Nera, visto che il costume non ha strisce). Oltre ad un'abilità nelle arti marziali (ovviamente), non ha altri poteri e l'autore, Bill Mantlo, non sa cosa combinare con lui, a parte farlo parlare con qualche termine spagnolo, per far capire che lui è un portoricano, e la serie finisce presto.
L'energia "fluisce" sempre da quelle parti.
Comunque nella serie della "Tigre Bianca" fa il suo esordio l'eroe chiamato
Fante di Cuori, l'incubo dei disegnatori, vista la complessità del suo costume da fante delle carte da poker (appunto).
Mamma mia, adesso devo combattere contro delle carte da gioco!
L'ARTIGLIO GIALLOSi tratta di storie degli anni '50, in pieno "pericolo giallo", realizzate soprattutto da Jack Kirby. Il malvagio
Artiglio Giallo vuole dominare il mondo, ovviamente, ma i suoi perfidi piani vengono sventati dal coraggioso agente segreto
Jimmy Woo, un cinese anche lui, ma buono, e da
Suwan, la nipote di Artiglio Giallo, innamorata di Jimmy: per questo tradisce lo zio in continuazione rovinandogli i piani. Ma l'Artiglio non la ammazza perchè in fondo è la sua nipotina, e lui in fondo è un tenerone.
CROSSOVERNei numeri 9 e 43 di Shang-Chi Corno prima serie ci sono dei crossover del protagonista con gli altri colleghi di arti marziali: nel primo caso,
"Il magistrale piano di Fu Manchu", Shang-Chi combatte a fianco di Pugno d'Acciaio e i Figli della Tigre. In particolare, riguardo a Pugno d'Acciaio, i suoi fumetti non erano ancora stati pubblicati nella testata di Shang-Chi, quindi quella era stata la sua prima apparizione in Italia. Ed era chiamato "Iron Fist", il suo nome originale, probabilmente perchè non sapevano ancora bene come tradurlo. Per la cronaca, Pugno d'Acciaio comparve anche nell'Uomo Ragno Corno prima serie n. 172 in una storia intitolata "Pugno di ferro", un nome che è stato subito abbandonato (ma anche in quella storia Pugno d'Acciaio/Pugno di Ferro veniva chiamato sempre Iron Fist, tanto per complicare di più la cosa). "Pugno d'Acciaio" non era una traduzione esatta di Iron Fist, in effetti: però suonava bene. Invece "Pugno di ferro" suonava male...troppo "fascista", forse, come nome. Poi in Shang-Chi 43,
"La fortezza di Sahra Sharn", sono solo Pugno d'Acciaio e Shang Chi a collaborare insieme.
Riunione dei maestri di arti marziali per opera di Big John Buscema.
I MOMENTI IMBARAZZANTI DI SHANG-CHIPer concludere l'analisi su Shang-Chi, non potevano mancare i
momenti imbarazzanti. E qui ne cito solo due: il primo è la storia su Shang-Chi n. 27, in cui affronta dei mostriciattoli degni di film horror di serie Z o di comprimari di Guerre Stellari, su una ragnatela detta della
Morte Nera, appunto, guidati dal terribile Darkstrider, un nome da far pietà...
Letteralmente significa: "l'Oscuro che fa lunghi passi quando cammina o corre". Ma per favore.
Ma il capolavoro è questo: i numeri 24, 25 e 42 di Shang Chi hanno come comprimario
Groucho Marx.
Si fa chiamare
Rufus T. Hackstabber, che letteralmente significa: rosso (rufus) ferita (hack) da pugnale (stabber: accoltellatore), cioè: ferita rossa da pugnale, nome drammatico che fa da contrasto al personaggio. Comunque richiama i tipici nomi con cui Groucho si faceva chiamare nei suoi film, come il Capitano Jeffrey T. Spaulding (in
Animal Crackers), o Rufus T. Firefly (in
La guerra lampo dei Fratelli Marx), o Hugo Z. Hackenbush (in
Un giorno alle corse). In particolare, il suo casco coloniale fa riferimento al personaggio di Spaulding di
Animal Crackers.
Queste regole sono semplicissime, le capirebbe un bambino di cinque anni! Andatemi a prendere un bambino di cinque anni, che io qui non ci capisco niente!
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