Il blog di Joe7


Replying to GESU' DI ZEFFIRELLI - 7

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  1. Posted 17/5/2022, 20:11
    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 17/5/2022, 20:20) 
    Agnostico convertito al cattolicesimo? L'opera di Zeffirelli ha compiuto un piccolo miracolo.

    No, Burgess era già convertito al cristianesimo quando si occupò della sceneggiatura del telefilm.
  2. Posted 17/5/2022, 19:20
    Agnostico convertito al cattolicesimo? L'opera di Zeffirelli ha compiuto un piccolo miracolo.
  3. Posted 17/5/2022, 15:29
    "GESU' DI NAZARETH", IL CAPOLAVORO DI ZEFFIRELLI - SETTIMA PARTE
    Il primo articolo si può leggere qui; l'articolo precedente si può leggere qui.

    LA SCENEGGIATURA: ANTHONY BURGESS E SUSO CECCHI D'AMICO

    insieme


    Un film non può seguire pedissequamente il Vangelo, che non è stato fatto per la televisione. Quindi per fare un film è necessario uno sceneggiatore: e la prima versione della sceneggiatura di Gesù di Nazareth fu realizzata dall'inglese Anthony Burgess (1917-1993), uno dei più grandi autori inglesi contemporanei. Agnostico convertito al cattolicesimo, è stato scrittore, critico letterario, glottoteta (cioè creatore di lingue inventate), compositore, librettista, poeta, drammaturgo, giornalista, saggista, traduttore, educatore. E sceneggiatore, ovviamente. Nei suoi numerosi romanzi (tra cui il più famoso è Arancia meccanica), il tema centrale è quello dell'uomo vittima di condizionamenti ideologici che ne limitano la libertà, oppresso dalla macchina dello Stato, o di potenti plutocrati, o da persone potenti e manipolatrici stile 1984. Burgess fa capire che è impossibile che l'uomo diventi buono e virtuoso solo perchè lo ordina lo Stato o chi per lui: difende quindi l'uomo e la sua libertà di scelta.

    Arancia-meccanica
    Il lavoro più famoso di Burgess.


    In due settimane compose la sceneggiatura in sei parti, dopo aver letto e memorizzato non solo i Vangeli, ma anche i molti libri pro e contro sull'argomento, con una memoria degna di Pico della Mirandola. Ne risultò una stesura permeata dal carattere e dal senso del dramma evangelico: ma, spesso, le parole dei personaggi (soprattutto quelle di Gesù) non corrispondevano a quelle dette nel Vangelo. Burgess realizzò un rimpasto storico, teologico e mistico, adatto forse per un romanzo: ma questo non era quello che voleva Zeffirelli. Lui voleva fare un film rigorosamente didattico, aderente - per quanto possibile - ai dialoghi del Vangelo, che sono tra "i più bei dialoghi che siano mai stati concepiti" (parole del regista). Gli stessi esperti evangelici, che Zeffirelli aveva chiamato nella realizzazione del film, gli fecero capire che non era possibile cambiare così radicalmente le parole dei dialoghi, soprattutto quelli di Gesù, "che effettivamente erano inimitabili, insostituibili, assolute" (anche queste sono parole del regista). Ogni cambiamento, anche minimo, dei dialoghi li fa alterare nel loro senso. E' praticamente impossibile modificare quello che dice Gesù nei Vangeli, anche di poco, senza provocare alterazioni serie, anche gravi a volte, nella narrazione e nel suo senso. L'unico modo per affrontare veramente il personaggio di Gesù era l'adesione più ortodossa possibile a quello che c'è scritto nei Vangeli. Invece, Burgess gli aveva attribuito troppo liberamente delle parole umane, diverse, e in definitiva inadatte. Veniva distrutta la statura carismatica e misteriosa, anzi soprannaturale, essenziale per rappresentare il personaggio di Cristo. Però Burgess aveva messo comunque una intelaiatura, uno schema di base che conteneva già tutti i tagli narrativi necessari per raccontare il film. La stesura definitiva della sceneggiatura fu realizzata quindi da Suso Cecchi D'Amico, Masolino D'Amico e David Butler, con l'apporto dello stesso regista, e la consulenza di Pier Emilio Gennarini. Lo stesso Burgess alla fine fu soddisfatto e commosso del risultato. Suso Cecchi D'Amico (1914-2010) era una scrittrice del cinema: il suo vero nome era Susanna Giovanna Cecchi, maritata D'Amico. Il padre era scrittore e la madre pittrice. Il suo primo vero contatto col cinema avvenne negli anni '30, quando suo padre viene nominato direttore di produzione cinematografica per la "Cines". Casa Cecchi divenne così un crocevia di incontri culturali tra scrittori, sceneggiatori, artisti che vivevano a Roma. Visconti la chiamò per scrivere la sua prima sceneggiatura per il cinema, "Bellissima". Collaborerà poi a tutti i successivi film di Visconti: "Senso", "Il Gattopardo", eccetera. Conobbe anche gli assistenti di Visconti, i futuri registi Francesco Rosi e Franco Zeffirelli, con cui collaborerà successivamente ("La Sfida", "Salvatore Giuliano" con Rosi; "Fratello sole, Sorella luna" con Zeffirelli). Da allora, l'attività di sceneggiatrice diventò frenetica: collaborò così con De Sica a Zavattini per "Ladri di Biciclette", "Miracolo a Milano". Scrisse per Lattuada, Camerini, Zampa, Pagliero. Scrisse anche "I vinti" e "Le amiche" per Antonioni; collaborò a diversi film di Comencini. Ebbe un lunghissimo sodalizio con Monicelli, collaborando anche alla stesura de "I soliti ignoti", "Speriamo che sia femmina", ecc. Ricevette diversi riconoscimenti in carriera, tra cui sei Nastri d'argento, il Premio Nonino 2001 e il David di Donatello alla carriera. In varie interviste disse: "Gli sceneggiatori sono in forte declino. Tutti vogliono essere autori a tutto tondo: magari pure recitarli, i loro film e forse anche cantarli. C’è un esibizionismo totale." "L’invasione dei film dagli Stati Uniti ha creato una disaffezione grave e ingiustificata verso i nostri prodotti. Molti bei film, vedi quelli di Monicelli o di Placido, dopo qualche giorno vengono già smontati dalle sale."

    L'IMPATTO DI "GESU' DI NAZARETH" NEL MONDO DELLO SPETTACOLO

    Gesù di Nazareth non fu solo un "telefilm": anzi, fece da spartiacque fra il tradizionale telefilm di prima e i successivi che sarebbero venuti dopo. Infatti, da allora in avanti si useranno sempre più riprese cinematografiche con scene di massa e con l'uso di cast internazionali. Prima di allora, c'erano Pinocchio di Comencini (1972) e Sandokan di Sergio Sollima (1976): dopo il Gesù di Zeffirelli, i telefilm nazionali della RAI divennero più impegnativi, per esempio con Marco Polo interpretato da Ken Marshall (1982), La Piovra (1984), La storia (1986) dal romanzo omonimo della Morante con Claudia Cardinale.

    Kenneth-Marshall
    Kenneth Marshall, il Marco Polo cinematografico del telefilm.



    (Continua qui)

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