Il blog di Joe7


Replying to IL FIGLIO DI ASTERIX

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  1. Posted 6/4/2023, 08:47
    CITAZIONE (berlicche6 @ 6/4/2023, 09:44) 
    Sono storie del tipo "3 scapoli e un bebè"

    Ah, ho capito, in effetti Tokyo Godfathers parla dello stesso argomento! Hai ragione, un collegamento c'è! :lol:
  2. Posted 6/4/2023, 08:44
    Sono storie del tipo "3 scapoli e un bebè"
  3. Posted 6/4/2023, 08:43
    CITAZIONE (berlicche6 @ 6/4/2023, 09:31) 
    Hai visto Tokyo Godfathersdi Satoshi Kon?

    Ehm, no, ma ne ho sentito parlare. Ma cosa c'entra questo col Figlio di Asterix? :huh:
  4. Posted 6/4/2023, 08:31
    Hai visto Tokyo Godfathersdi Satoshi Kon?
  5. Posted 10/2/2023, 19:05
    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 10/2/2023, 18:51) 
    Wow, la miglior analisi di una storia di Asterix di sempre.
    Topolino 1730 fu il primo numero che comprai della rivista.
    Per certi versi, questa storia era avanti per i suoi tempi.

    Questa storia era ricca di spunti da approfondire, e ne sono rimasto sorpreso anch'io mentre ci lavoravo. Per esempio, non sapevo nulla della poesia "Barbara", nè della faccenda di Corinto. Non sai mai cosa scopri quando fai delle analisi.

    A quei tempi Topolino lo comperavo spesso: c'erano ancora delle belle storie, e quella mi era piaciuta. E poi Massimo de Vita era una garanzia.
  6. Posted 10/2/2023, 18:51
    Wow, la miglior analisi di una storia di Asterix di sempre.
    Topolino 1730 fu il primo numero che comprai della rivista.
    Per certi versi, questa storia era avanti per i suoi tempi.
  7. Posted 10/2/2023, 18:15
    1983: IL FIGLIO DI ASTERIX

    1983-Il-figlio-di-Asterix


    TRAMA

    Un giorno, Asterix trova, davanti a casa sua, una culla con un neonato e non sa da dove sia venuto. Mentre cerca di tirarlo su con l'aiuto di Obelix - e intanto le donne del villaggio sospettano che lui abbia avuto una tresca con qualche donna - i Romani, soprattutto Bruto, figlio adottivo di Cesare, e il centurione Spinadicactus, si mostrano molto interessati al neonato e usano tutti i modi possibili per riaverlo. Ma il fatto che il bimbo abbia bevuto per errore la bevanda magica rende assai arduo ogni tentativo. Alla fine, Bruto, spazientito, mette a ferro e a fuoco il villaggio. Tuttavia, Bruto viene sconfitto e l'intervento di Cesare, insieme a quello di Cleopatra, fa rivelare alla fine la verità: il bambino è Cesarione1, il figlio di Cesare e Cleopatra, che Bruto voleva eliminare per avere in eredità l'autorità di Cesare. Bruto viene mandato in punizione a combattere in un lontano fronte contro i barbari, mentre la cena finale stavolta è sulla nave di Cesare, con Cesare e Cleopatra come ospiti: il condottiero promette di ricostruire il villaggio, in segno di ringraziamento per aver salvato il bambino.

    L'INCREDIBILE FORZA DEL NEONATO

    download
    Superman da piccino, il modello del marmocchio della storia.


    Quando Cesarione prende la bevanda magica e acquista una forza sovrumana, che ricorda Superman da bambino, è l'occasione per Uderzo di fare tantissime gag sulla capacità del bambino di spaccare tutto e spaventare i Romani che lo vogliono catturare: e a volte questo cade nella ripetizione. Il bambino, infatti, sbatte come un sonaglio il finto venditore romano Fiscus e la finta nutrice Spinadicactus, che alla fine corrono fino all'accampamento, spaventati. Oppure il bimbo spacca porte e oggetti. Uderzo lo rende come uno dei bambini terribili che c'erano all'inizio delle storie dei fumetti: Buster Brown, Bibì e Bibò, Dennis the menace, Gian Burrasca. Tutti bambini che, nella loro innocenza e ignoranza, distruggono ogni cosa: erano personaggi realizzati dagli autori per far capire che ogni bambino che nasce, visto che non sa nulla, è sempre un selvaggio che va educato - nel modo giusto, ovvio - perchè possa vivere bene, rispettando sempre il luogo e le persone con cui vive.

    Bib-e-Bib
    Bibì e Bibò


    IL POLITICALLY CORRECT IN QUESTA STORIA

    Negli anni ’80, l'Occidente aveva raggiunto la più alta percentuale di donne lavoratrici del mondo: il marito, da allora, fu costretto, di conseguenza, a fare, oltre al suo lavoro, anche quello della madre. Un fatto che provocò, e provoca ancora, grandi difficoltà alle famiglie, di cui se ne parla ben poco nei media. L'imbarazzo di Asterix e Obelix nell'allattare il bambino e di prendersi cura di lui è evidente: ma oggi questo imbarazzo non c'è più, essendo ormai questa una scena frequente. Ma, anche se non è più evidente, la difficoltà resta: l'uomo è costretto oggi a fare delle cose per cui non si sente portato e che non sono nella sua natura. Solo una donna, infatti, può capire fino in fondo un bambino.
    Uderzo, invece, sostiene questa ideologia di "intercambiabilità" tra uomo e donna, con la scena in cui Cesarione dà un fortissimo pugno a Beniamina, facendola volar via con un occhio nero. Infatti, Beniamina aveva detto solo che "è della dolcezza di una madre ciò di cui il bambino ha bisogno". Un'osservazione giusta e naturale, ma non corretta, nel mondo d'oggi. Di conseguenza, è stata "punita"...

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    Infatti, il politically correct cavalcò l'onda delle donne lavoratrici e degli uomini che fanno le donne: i tempi in cui uscì questa storia erano gli stessi di film come Tre uomini e una culla del 1985, due anni dopo il fumetto. Fu campione d’incassi al botteghino francese (curiosamente fu inedito in Italia, fino al 2021). Non solo: poco dopo, nel 1987, ci fu il remake della Disney, l'americano Tre scapoli e un bebè. Anche la Disney italiana, coi fumetti di Topolino, aveva seguito la moda, con "Tre paperi e un bebè", di Bruno Sarda e Massimo De Vita, nel 1989, quando ormai il fenomeno era diventato mondiale.

    Topolino-1730-1989
    Una bella storia, ma con un messaggio sbagliato.


    Nel fumetto, Asterix e Obelix fanno del loro meglio per occuparsi del bambino, ma senza affidarlo a nessuna donna, come invece sarebbe stato più giusto e corretto fare (ed era proprio quello che proponeva appunto Beniamina, quella del pugno in faccia). In quei tempi, fino ad oggi, si iniziò a pensare, erroneamente, che i ruoli del padre e della madre siano solo una "convenzione sociale". Invece è la stessa natura dell'uomo e della donna a farli agire naturalmente come hanno sempre fatto sin dall'alba dei tempi. Semmai è il contrario: è proprio la società di oggi (il governo, i mass media, gli intellettuali, eccetera) a imporre all'uomo e alla donna dei ruoli che esistono solo nelle loro costruzioni intellettuali. Quella, sì, è una "imposizione sociale".

    I SOSPETTI SU ASTERIX

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    Vi sembrano argomenti da ragazzini? :huh:


    C'è pure un lato scabroso della storia: cioè il sospetto, sostenuto dalle donne del villaggio (Beniamina in primis), che Asterix abbia avuto un'avventura con una sconosciuta, magari la moglie di un altro, che poi gli ha lasciato il bambino nato dal loro rapporto e poi se n'è andata, nascondendo così la tresca. Infatti, Cesarione ha i capelli biondi come quelli di Asterix, cosa che poteva far nascere qualche sospetto. Comunque, anche se Giulio Cesare ha i capelli bianchi, è difficile che un romano abbia i capelli biondi: quindi sia Cesare che Cleopatra hanno i capelli neri. Di conseguenza, è difficile che il figlio della coppia abbia i capelli biondi. Ma in fondo sono dettagli.
    Uderzo presenta la faccenda come sottintesa, così che chi è più adulto capisce e un ragazzo non potrà certo capirlo in pieno. Però non era certo un soggetto adatto per un fumetto per ragazzi come Asterix.

    IL "BRUTO" DI UDERZO

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    Bruto (qui chiamato Brutus), e Spinadicactus si comportano quasi come una coppia comica, che richiama, anche per le loro fattezze, Jack Lemmon e Tony Curtis. Anzi, Spinadicactus si traveste addirittura da donna, come nel film "A qualcuno piace caldo": sostenendo però, anche in questo modo, la teoria sbagliata dell'intercambiabilità dei sessi.

    Il personaggio di Bruto era stato usato in passato da Goscinny solo per fare delle brevi gag, in cui era mostrato come un tipo ottuso e un pò tontolone: però con un lato un pò inquietante, nei vari sottintesi in cui Goscinny faceva riferimento al futuro tradimento che compirà contro Cesare. Per esempio, quando lui gioca coi coltelli (facendosi male), o quando pensa, riferendosi a Cesare: "Sempre a parlarmi così, lui, un giorno io gliela..." Qui, invece, Uderzo lo raffigura coi tratti più marcati e lo presenta come un assassino di bambini e come l'unico che abbia messo a ferro e a fuoco il villaggio gallico, cosa mai fatta prima.

    Le intenzioni omicide di Bruto non possono certo realizzarsi in un fumetto di Asterix, quindi si arriva a certe situazioni assurde dove lui e Spinadicactus pensano solo a portare via il bambino, mentre basterebbe semplicemente ammazzarlo sul posto. Addirittura, dopo aver incendiato l'intero villaggio, Bruto strappa via il bambino da Beniamina e lo porta via su una galera di pirati. Ma, invece di fare tutto questo ambaradan, non sarebbe stato più semplice ammazzarlo e amen?

    Un'altra stranezza è il fatto che Bruto non vuole fare sapere la sua presenza a Cesare: e fin qui va bene, vuole agire in incognito. Però lui va in Gallia con un'intera guarnigione :huh: e costruisce, vicino al villaggio gallico, un nuovo accampamento romano, :huh: aggiungendolo così agli altri quattro attorno al villaggio. E meno male che voleva agire in segreto.

    Un'altra incongruenza è la blanda punizione di Cesare a Bruto: lui aveva cercato di uccidere Cesarione, suo figlio, e Cesare, per punizione, lo manda solo al confino a combattere contro i barbari. Sarebbe stata più logica la condanna a morte o la prigione perpetua, per un reato così grave.

    ESAGERAZIONI

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    L'Asterix di Uderzo si allontana sempre più dall'originale: è diventato assai facile all'ira, più cattivo e pronto all'insulto. Anzi, in questa storia, dice proprio "grosso" al suo amico Obelix, che è la parola che lui più detesta. Non sono espressioni caratteristiche del personaggio, che si comporta fin troppo sopra le righe.

    Oppure, come fa Asterix a urlare a Beniamina, che dopotutto è la moglie di Abraracourcix, il capovillaggio, una cosa come "FATE TACERE QUELLA LINGUACCIA O LA RIDUCO IN SALMI'!" :huh: E' un Asterix spropositato e nervoso.

    E poi, che senso ha andare a massacrare tutti i romani dei quattro accampamenti solo per sapere qualcosa sul bambino? E lo fanno solo Asterix e Obelix. Capisco la faccenda degli Irriducibili Galli, la bevanda magica e tutto il resto, ma qui stiamo perdendo le proporzioni. In Asterix e la zizzania c'era voluto TUTTO IL VILLAGGIO (con tutti che avevano preso la bevanda magica) per respingere gli attacchi dei quattro eserciti dei quattro accampamenti. E qui, invece, tò, bastano due tizi con un pò di bevanda magica a pestarli tutti e quattro, questi eserciti, senza neanche stancarsi. Qui Uderzo esaspera troppo le situazioni tipiche di Asterix.

    Anzi, forse il suo capolavoro è l'arrivo di Cleopatra: una regina egiziana che va fino in Gallia, con tanto di enorme sfinge-portantina, trasportata da decine di persone. Ha fatto il teletrasporto alla Star Trek? A questo punto, manca solo che compaia anche Mazinga e siamo a posto. :?

    IL VILLAGGIO IN FIAMME

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    Alla fine, caso unico nella serie di Asterix, il villaggio viene dato alle fiamme per opera di Bruto, creando così una forte incongruenza: se era stato così facile incendiare il terribile villaggio gallico, c'è da chiedersi allora perchè i Romani non l'hanno mai fatto prima. :huh: Senza contare che la storia termina in un modo ancora più assurdo: Cesare che ricostruisce il villaggio gallico e poi partecipa alla tavolata finale, che stavolta si fa sulla sua nave. Va bene che lo fa per ringraziare i Galli per aver salvato suo figlio, ma è comunque una situazione assurda. In questo caso, non si capisce neanche perchè i Galli e i Romani debbano combattere l'uno contro l'altro, visto che qui finisce tutto - letteralmente - a tarallucci e vino.

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    Ma state scherzando o fate sul serio? :huh:


    I BAMBINI NEI TEMPI ANTICHI

    E' da notare che nei tempi pagani, prima del cristianesimo, per i Romani e i barbari il bambino non aveva nessun valore: non era nemmeno considerato "persona", ma "infans", cioè "non parlante", da cui il nostro "infante". Una volta nato, il padre - se lo accettava - lo affidava alla madre. Però lo poteva rifiutare, buttandolo in mezzo alla strada a morire, senza che nessuno si potesse scandalizzare per questo. Visto che il bambino non era considerato persona, se lo si uccideva questo non era considerato omicidio. Quando il bambino raggiungeva i sei anni era presentato al padre, con addosso una toga rossa: la toga praetexta: da cui il nostro termine "pretesto". Il padre, da allora, lo educava a diventare un cittadino romano. Le bambine, invece, sempre se accettate, erano affidate solo alle madri, fino a quando non avrebbero trovato un marito per lei. E la scelta dei genitori sulla persona per sposarla era insindacabile. E questo nella civile Roma, figurarsi gli altri popoli.

    Questo dà un'idea della rivoluzione cristiana e della sorpresa della gente nel vedere Gesù che parlava ai bambini e li difendeva, cosa mai successa prima al mondo. E del fatto che le donne cristiane volevano restare vergini, nonostante la volontà dei genitori, assumendo così il diritto di essere considerate anche loro delle persone. Da lì nacque il diritto della donna di scegliere chi voleva per sposarsi, e anche il fatto di essere libera di volersi sposare o meno: cosa inaudita a quei tempi. La vera libertà per le donne e i bambini la diede proprio il cristianesimo.

    CITAZIONE LATINA

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    La citazione latina del braccio destro del pirata Barbarossa stavolta è piuttosto elaborata: Non licet omnibus adire Corinthum (qui "Brivatum"). Cioè, "non è consentito a tutti andare a Corinto". E' una frase del poeta Orazio: infatti, l'antica città greca di Corinto, che si trovava a metà strada tra Atene e Sparta, aveva un'ottima posizione geografica per i commerci e i trasporti. Quindi era una città molto ricca, caratterizzata da uno sfrenato stile di vita molto costoso. Al tempio di Afrodite, la dea dell'amore, i ricchi mercanti e funzionari spendevano una gran quantità di denaro per i favori delle prostitute sacre. Infatti, una cosa che non si dice mai dei tempi antichi, molto elogiati oggigiorno, è che i templi sacri erano anche dei bordelli. Bordelli sacri finchè si vuole, ma la sostanza era la stessa. E le sacerdotesse dell'antichità avevano solo questa funzione: quella della, er, "sacra prostituzione". Tanto per rispondere a chi elogia ancor oggi la presenza del sacerdozio femminile tra i pagani. Anzi, la parola greca Korinthiazomai, cioè "vivere come un Corinziano", a quei tempi, significava fornicare o andare a prostitute, per dire. Per estensione del significato, oggi dire "non è consentito a tutti andare a Corinto" si intende il fatto che la possibilità di accedere a luoghi ricchi è riservata solo a poche persone, ovviamente, per la mancanza di mezzi economici, materiali o intellettuali di molti.

    BARBARA CHI?

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    In una scena, il capo dei pirati, Barbarossa, dice che a Brest (Brivates Portus nel fumetto) "ne approfitterò per fare una visitina a Barbara". E chi sarebbe questa ragazza? Non lo sappiamo, ma la frase è un'allusione alla poesia "Barbara" del poeta francese Jacques Prevert. Questa poesia fu poi musicata dal famoso compositore ungherese Joseph Kosma e interpretata dall'attore e cantante Yves Montand come canzone antimilitarista. Infatti, la poesia evoca la distruzione della città di Brest, per opera dei bombardamenti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale.

    Il fatto avvenne durante lo sbarco in Normandia per il D-Day: bisognava espugnare appunto il porto di Brest, che era in mano ai tedeschi. Gli americani e gli inglesi, quindi, seguirono la loro dottrina militare, in cui si preferiva sfruttare la superiorità della potenza di fuoco dell'artiglieria della flotta aerea, piuttosto che affrontare una battaglia corpo a corpo (tra l'altro, fu la stessa tattica che utilizzarono in Irak. O, se vogliamo, in Aliens-scontro finale: "Decolliamo e nuclearizziamo"). Ma, nonostante la loro presunta facilità di espugnare Brest solo con gli aerei, la battaglia fu durissima e le truppe alleate trovarono molta difficoltà lo stesso a distruggere le fortificazioni tedesche, nonostante il fatto che fossero finite sotto un fuoco incessante proveniente da tutte le parti. Al termine della battaglia, la città di Brest fu interamente rasa al suolo, tranne qualche vecchia fortificazione medievale in pietra, che aveva miracolosamente resistito.

    Tornando a "Barbara": si tratta di una poesia straziante, che ruota attorno a due soggetti: Barbara e la città di Brest. Prévert racconta l’incontro casuale del poeta con questa donna, un giorno a Brest, sotto la pioggia. Tra di loro non c'è uno scambio di parole, nè una conoscenza intima, ma solo un sorriso di saluto tra due sconosciuti. Il poeta ricorda quel momento, descrivendo la donna appena incrociata, felice e rapita dalla pioggia incessante che le veniva addosso. Barbara, quel giorno, si incontrò con l’uomo amato - non il poeta - che gridò il suo nome da sotto un portico. Una scena tra le più romantiche descritte da Prévert che, in pochi versi, si trasforma in un ricordo lontano. Il presente - con Brest distrutta sotto i bombardamenti - è ben diverso, nonostante la pioggia sia la stessa. Alla fine del poema, Prevert non esorta più la donna al ricordo, ma le rivolge un sospiro di triste compassione. Ora Brest è rasa al suolo, la guerra ha distrutto tutto e l’amore non c’è più, disperso o ucciso dalla ferocia dell’uomo. Ecco il testo della poesia:

    Ricordati, Barbara
    Pioveva senza tregua quel giorno su Brest
    E tu camminavi sorridente
    Raggiante rapita grondante, sotto la pioggia
    Ricordati Barbara
    Pioveva senza tregua su Brest
    E t'ho incontrata in rue de Siam
    E tu sorridevi, e sorridevo anche io
    Ricordati Barbara
    Tu che io non conoscevo
    Tu che non mi conoscevi
    Ricordati, ricordati comunque di quel giorno
    Non dimenticare
    Un uomo si riparava sotto un portico
    E ha gridato il tuo nome
    Barbara
    E tu sei corsa incontro a lui sotto la pioggia
    Grondante rapita raggiante
    Gettandoti tra le sue braccia
    Ricordati di questo Barbara
    E non volermene se ti do del tu
    Io do del tu a tutti quelli che amo
    Anche se non li ho visti che una sola volta
    Io do del tu a tutti quelli che si amano
    Anche se non li conosco
    Ricordati Barbara, non dimenticare
    Questa pioggia buona e felice
    Sul tuo viso felice
    Su questa città felice
    Questa pioggia sul mare, sull'arsenale
    Sul battello d' Ouessant
    Oh Barbara, che idiozia la guerra
    E cosa sei diventata adesso
    Sotto questa pioggia di ferro
    Di fuoco acciaio e sangue
    E lui che ti stringeva fra le braccia
    Amorosamente
    È forse morto disperso o invece vive ancora
    Oh Barbara
    Piove senza tregua su Brest
    Come pioveva prima
    Ma non è più cosi e tutto si è guastato
    È una pioggia di morte desolata e crudele
    Non è nemmeno più bufera
    Di ferro acciaio sangue
    Ma solamente nuvole
    Che schiattano come cani
    Come cani che spariscono
    Seguendo la corrente su Brest
    E scappano lontano a imputridire
    Lontano lontano da Brest
    Dove non c'è più niente.

    4481917udinebombardamentorovine


    -----------------------------
    1 Cesarione: (in latino: "piccolo Cesare") figlio di Cesare e Cleopatra, divenne il faraone Tolomeo XV e fu l'ultimo faraone della dinastia tolemaica, alla quale faceva parte ovviamente Cleopatra. Fu ucciso dall'imperatore Augusto dopo la morte della madre e di Marco Antonio.

    QUI TUTTI I LINK SU ASTERIX

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