1970 (Gennaio): ASTERIX E LA ZIZZANIATRAMAGiulio Cesare manda
Tullius Detritus, un abile seminatore di discordia, per gettare confusione, divisioni e zizzania nel villaggio gallico. I suoi tentativi sono abilissimi: consegnando un vaso prezioso ad Asterix anziché al capo del villaggio Abraracourcix, al quale il vaso avrebbe dovuto spettare, fa sollevare invidie, rancori e meschinità come mai era successo nel villaggio. Inoltre, fa credere agli abitanti del villaggio che Asterix e il druido Panoramix abbiano venduto ai romani la formula della pozione magica. Per la prima volta tutte le guarnigioni dei quattro accampamenti romani di Babaorum, Laudanum, Petibonum e Aquarium, disposti attorno al villaggio, marciano insieme agli ordini del centurione alleato di Detritus,
Caius Aerobus. Asterix usa la sua furbizia per cambiare le carte in tavola e far cadere Detritus nella sua stessa trappola, facendolo accusare falsamente davanti ai Romani, e mettendo insieme l'intero villaggio contro il nemico. Detritus finisce in catene per alto tradimento davanti a Cesare e nel villaggio ritorna la pace.
COMMENTOAsterix e la zizzania è di certo una delle migliori storie di Asterix, che mostra una sottile e profonda conoscenza psicologica dell'uomo: ma è anche una delle più
disincantate. I personaggi, sia quelli del villaggio gallico che tutti gli altri, mostrano la loro complessità e anche i loro lati negativi, con un realistico impasto di bene e di male che c'è in ogni uomo. Il pacifico villaggio, per la prima volta, è profondamente disgregato. A riguardo, l scena del banchetto in onore del compleanno di Abraracourcix, in cui quasi nessuno parla, e che avviene a metà della storia, è molto significativa. In questa storia si mostrano le inquietudini e le divisioni di quell'anno fatale, il 1968, che divennero ben visibili nel 1970, due anni dopo: l'anno in cui uscì questa storia.
UNA STORIA TORMENTATADue anni prima dell'uscita di questa storia, nel fatidico 1968, l'anno a partire dal quale le ideolo
gie di sinistra si svilupperanno in modo virulento e feroce, un evento segna profondamente Goscinny: la rivista
Pilote, di cui lui è direttore, lo accusa pesantemente. Infatti, i vari autori che ci lavorano - come Mandryka e Giraud - lo sottopongono ad una sorta di "tribunale stalinista del popolo", che lo accusa di essere "un servo dei padroni". Le persone che accusano Goscinny avevano avuto successo proprio grazie alla sua stessa rivista, e questa ingratitudine segnerà profondamente l'autore. Non solo gli darà lo spunto per la storia di
"Asterix e la zizzania", l'unica di Asterix in cui si ha una riconciliazione alla fine della storia, ma che ha un sapore di
fragilità: lo si vede bene nella scena del litigio nel villaggio che avviene
dopo la vittoria del villaggio e la sconfitta di Detritus. Da quel momento in avanti, i rapporti di Goscinny con la redazione non saranno più gli stessi. Infatti, da allora, dopo il "processo", si dimise quasi del tutto dalla direzione di
Pilote e rifiutò ogni contatto coi disegnatori, ad eccezione, ovviamente, di Uderzo. Due anni dopo, nel 1972, Bretecher, Gotlib e Mandryka, tre autori che erano stati molto vicini a Goscinny, lasciarono
Pilote per fondare una nuova rivista, l'
Echo des Savanes. E infine ci sarà l'abbandono dello stesso Goscinny e del suo collega Uderzo da
Pilote nel 1974, con la storia conclusiva
"Asterix in Corsica", che fu l'ultima pubblicata direttamente su
Pilote. La storia successiva,
"Asterix e il regalo di Cesare", sarà la prima che verrà pubblicata direttamente in volume, come le altre che seguiranno.
VIAGGIO NEI LATI NEGATIVI DELL'UOMOIn questa storia, Goscinny e Uderzo hanno fatto
un capolavoro psicologico, mostrando l'umanità e la debolezza di tutti i personaggi di Asterix, da Cesare agli stessi pirati. Hanno anche avuto l'idea geniale di colorare di verde i dialoghi pieni di zizzania e di rosa quelli pieni di pace. Ma questo è il meno: qui gli autori mostrano la fallibilità dell'uomo, facile a credere alla calunnia e alle maldicenze, all'invidia e alla discussione litigiosa.
Detritus, un personaggio quasi diabolico (il suo nome in latino significa "rifiuto": come dire, qualcosa di inquinante), conosce queste manchevolezze e le sfrutta abilmente: usa Asterix come strumento inconsapevole di discordia, facendo capire agli abitanti del villaggio che potrebbe essere lui il vero capo del villaggio, e che, per diventarlo, ha venduto il segreto della bevanda magica ai Romani.
Tullius Detritus: difficile trovare su Asterix un personaggio più malvagio e inquietante di questo.
Questa calunnia, come "un venticel sottile", non viene mai detta chiaramente, ma insinuata, mormorata, con molte allusioni dagli uomini del villaggio, ma soprattutto dalle donne. Che, in quanto a seminare discordia, sono abilissime: infatti, ciascuna si chiede perchè mai l'eroe dovrebbe essere Asterix, invece di essere il proprio rispettivo marito? Per non parlare della stessa Beniamina, la moglie di Abraracourcix, il capo, che in uno scoppio d'ira, dice al marito che "se qualche imbecille in futuro farà delle storie sul villaggio, non le intitolerà certo "le avventure di Abraracourcix il gallico!". Un riferimento metanarrativo e un picco estremo di esplosione di zizzania e veleno: infatti, qui la risata liberatoria non arriva e diventa una risata amara.
Un autoriferimento agli autori - chiamati "imbecilli" - e uno scoppio di zizzania al massimo.
Quando qualcuno cerca di difendere Asterix, come fa Ordinalfabetix, viene aggredito a livello personale, nel suo caso facendo allusione ai suoi pesci marci. Non si cerca insomma di trovare la verità, si sta attaccati alla calunnia e si aggredisce chi cerca di vederci chiaro. E' un comportamento meschino, ma molto umano e tutti noi siamo capaci di comportarci così. In questa storia,
nessuno è innocente: e non si può concludere che, se tutti sono colpevoli, allora nessuno lo è. Il banchetto finale viene raggiunto solo quando tutti gli uomini del villaggio capiscono che hanno sbagliato a credere alle calunnie. Ammettere di aver sbagliato è il primo passo da fare: insieme al fatto che si deve dare anche ragione a chi
davvero aveva ragione, cioè Asterix e Panoramix. Infatti, quello che Detritus non aveva previsto nell'usare Asterix come grimaldello per scardinare l'unità del villaggio è proprio
Asterix stesso: il piccolo gallo non ha ambizioni, non vuole prendere il posto del capo e vuole solo difendere il villaggio e tenerlo unito. La fermezza e la mancanza di malizia di Asterix provoca il crollo dei piani di Detritus. Anzi, lo stesso Asterix usa il trucco di Detritus contro di lui: consegnandogli il vaso - lo stesso ricevuto da lui - in segno di ringraziamento, fa credere ai Romani che Detritus li abbia traditi. Diventando così lui stesso seminatore di zizzania: ma tra i Romani, stavolta.
PAZZI, MA UNITILa resistenza del "villaggio dei pazzi" come lo chiamano i Romani, non è dovuta tanto alla bevanda magica - per quanto sia importante, ovviamente - ma all'unione, amicizia e fiducia degli abitanti tra di loro. Questo fa capire la storia di "Asterix e la zizzania": ed è riassunto in quello che dice il druido Panoramix quando lui e Asterix smascherano i piani di Detritus davanti agli uomini del villaggio. Il druido infatti, in quel momento, quando li vede determinati ad agire insieme nonostante gli inganni di Detritus, dice: "Finalmente ora vi riconosco. Pazzi sì, ma uniti!". Non è un caso se Goscinny e Uderzo sono stati insieme per anni nel loro lavoro, fino alla fine, coltivando una grande amicizia, proprio come Asterix e Obelix, il loro specchio, e come pure tutti gli uomini del villaggio.
Siamo tutti una banda di pazzi. Ma l'importante è che stiamo uniti.
LA GUERRA PSICOLOGICAA quei tempi, i giornali e i mass media parlavano in continuazione della "guerra psicologica", e Goscinny ne ridicolizza il termine con questa storia. Infatti, ai tempi degli anni '70 la Guerra Fredda era chiamata anche "guerra psicologica", e sarà quella che usata da Detritus per ingannare i Galli, seminando abilmente la zizzania. Ma questa "guerra psicologica" sarà fraintesa dai legionari romani - che non sono delle cime - come il dare semplicemente una randellata in testa all'avversario. E questo vale in particolare per l'ottuso legionario Sapienscosenus, un richiamo a
Cosinus, un protofumetto dell'800 di
Christophe in cui il protagonista era appunto lo scienziato Cosinus.
LA MALIZIA FEMMINILEIn questa storia sono soprattutto
le chiacchiere delle donne del villaggio che sviluppano i semi di zizzania lanciati da Detritus. Beniamina cerca di difendere il prestigio del marito Abraracourcix, il capo del villaggio, come pure fanno tutte le altre, che vogliono mettere in risalto il proprio marito, azzuffandosi tra di loro e facendo azzuffare gli altri. Tra queste, spicca per la prima volta
la moglie di Matusalemix, che è priva di un nome (non lo avrà mai). Dopo Falbalà, di certo è la donna più avvenente del villaggio, sposata con l’uomo più anziano: si tratta di un omaggio alla moglie di Goscinny.
In mezzo ai pettegolezzi femminili, abbiamo la prima apparizione della moglie di Matusalemix.
Da notare il verde del balloon. La zizzania comincia a circolare.
ASSURANCETOURIX IL POETALa scena in cui Assurancetourix è l'unico a notare il cupo silenzio del banchetto per la festa di compleanno del capo, e in cui immagina di vederli tutti legati e imbavagliati in silenzio, fa capire come il bardo, per quanto stonato e messo sempre a tacere, sia comunque
l'anima del villaggio e il poeta del luogo. La sua sensibilità infatti gli fa capire per primo la gravità della discordia e divisione dentro il villaggio. Il poeta vero è sempre colui che vede lontano.
AEROBUS, IL CENTURIONE COLTOIl centurione Caius Aerobus ha le fattezze dell'attore
Lino Ventura, che a quei tempi era all'apice della sua fama come caratterista del cinema francese, specializzandosi in ruoli di duro dal cuore tenero. L'attore non è molto noto in Italia. Inoltre, il nome "Aerobus" richiama l'Airbus, l'aereo europeo allora in fase di progettazione. Le sue citazioni sono coltissime: il "sangue chiaro sulla sabbia calda" di cui lui parla esaltando il valore dei suoi legionari è stato preso dallo slogan francese dei tempi della conquista del Marocco, preso dalla canzone Mon Legionnaire di Edith Piaf. Oppure quando si lamenta di "essere giunto troppo tardi in un mondo troppo vecchio", preso dai versi di "Rolla" del poeta Alfred de Musset.
Forse era meglio se faceva il filosofo invece del centurione.
GIOCHI DI RUOLOUderzo fa vedere qui addirittura
un'intera tavola illustrativa in cui spiega con frecce e descrizioni come avviene il combattimento finale del villaggio contro le quattro legioni degli accampamenti. Un richiamo ai futuri giochi di ruolo che si faranno vent'anni più tardi?
IL SIMPOSIO DI CESAREAll'inizio della storia, Cesare fa una riunione coi suoi uomini per trovare una soluzione contro il villaggio gallico, uno smacco che gli è stato rinfacciato dal senatore Stradivarius dall' ''armoniosissima voce" (il riferimento a Stradivari e ai suoi violini è ovvio). Cesare usa la definizione, poco usata oggi, di "
simposio": si trattava allora di un banchetto in cui si discutevano argomenti importanti, un pò come le cene degli affaristi attuali. Di fatto si fa un
brainstorming, in cui ciascuno suggerisce la sua idea. E' da notare la finezza di Goscinny, in cui chi presenta la sua idea la denigra subito, dicendo per esempio: "Forse dico una bestialità, ma...", così da presentarla sotto una buona luce agli altri, che altrimenti l'avrebbero contraddetto subito. Si tratta di un trucco psicologico. Un'altra sottigliezza è l'uso delle iniziali di Giulio Cesare,
"G.C.", usato in senso onorifico, come era nella moda di quegli anni: per esempio, JFK che stava per John Fitzgerald Kennedy. Lo si vede anche nel
Robin Hood della Disney (che è del 1973, quindi di quegli stessi anni di Asterix e la Zizzania), dove si adula il cattivo, il Principe Giovanni, chiamandolo P.G.
QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ASTERIXEdited by joe 7 - 30/1/2022, 23:31
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