CITAZIONE (Kirihito @ 20/4/2023, 16:06)
Grazie davvero per il tuo racconto Joe, il mio è questo.
Io iniziai leggendo "Zagor contro il vampiro" nel garage dove lavorava le maglie la mamma di un mio amico.
Mi colpì il titolo, mi colpirono i disegni e il fatto che ci fosse commedia e dramma mescolati insieme.
Avevo 6 anni penso. Ero un avido lettore, ma non conoscevo i fumetti Bonelli.
Un anno dopo a Riccione in vacanza trovai "Molok!", un'altra storia di terrore.
L'episodio successivo però, "I falchi delle nevi", era di tutt'altra natura.
Un western nella neve con banditi sugli sci!
Che cosa mi potevo aspettare dal prossimo albo? Era un fumetto davvero imprevedibile!
Leggevo le ristampe che mi comprava mia madre, che però preferiva il Comandante Mark.
Molto spesso avevo un solo episodio della storia. Non lo rimpiango tanto, perchè questo non sapere accendeva come un fuoco la mia fantasia.
Mark era un fumetto molto tradizionale, molto "tranquillo": sapevi ciò che avresti trovato, sapevi che la storia sarebbe finita nell'ultima pagina, sapevi come si sarebbero comportati i personaggi buoni e quelli cattivi. Non dava insomma molto spazio alla sorpresa...era un buon fumetto, ma normalissimo: era solo un semplice giro in giostra, di quelle che girano in tondo coi cavalli mobili. Andare su Zagor invece era come andare su un ottovolante.
CITAZIONE (Kirihito @ 20/4/2023, 16:06)
Comunque lessi "Tre Uomini in pericolo" e soprattutto "La sabbia è rossa!"
Strana coincidenza, anch'io comincia ad acquistare la serie originale con la storia del Vendicatore Alato.
Però mi accorsi che gli episodi successivi erano di qualità altalenante e saltai diversi numeri,
finchè dopo aver letto "L'orrendo contagio" mi misi a seguire regolarmente la collana.
"L'orrendo contagio" fu l'ultima storia di Zagor che mi coinvolse, tanto che credevo davvero che fosse di Nolitta. Quando scoprii che era stata realizzata invece da Castelli, ne rimasi sorpreso. Poi, analizzandolo, notai un pò di "Castelli" in quella storia...ma mi era sempre sembrato significativo che un autore fosse riuscito ad ingannarmi facendomi credere che quella storia era di Nolitta. Quindi fare storie "nolittiane" non sembrava essere una cosa impossibile. E invece...
CITAZIONE (Kirihito @ 20/4/2023, 16:06)
Nel momento sbagliato!
Insomma mi sono beccato prima Sclavi e poi Toninelli...per fortuna riuscivo a trovare le ristampe e qualche numero lo presi anche richiedendolo alla casa editrice.
Riuscii a resistere fino al numero 290 "Tenebre", poi dissi basta e non l'ho più comprato.
"Tenebre" è uno degli Zagor che non ho mai letto: allora avevo abbandonato Zagor, e lo comperavo solo occasionalmente. Quindi ce ne sono di storie che non ho letto (e che non ho voglia di leggere...)
CITAZIONE (Kirihito @ 20/4/2023, 16:06)
Non era lo Zagor che mi piaceva, perchè:
- era disegnato ormai da troppe mani diverse;
- le storie erano scialbe. Non ricordo nemmeno una trama di Toninelli, nemmeno un personaggio.
Lo Zagor di Toninelli infatti era soporifero e scialbo. L'unica storia di Toninelli che ricordo volentieri, e che mi era capitata per caso, era quella del viaggio per scommessa di Occhio Nascosto che incontra i Mandan (NAUFRAGIO SUL MISSOURI, Zagor 231-234).
CITAZIONE (Kirihito @ 20/4/2023, 16:06)
Di Scavi invece ricordo solo la storia con il Signore Nero, le altre finite nell'oblio, compresa Incubi.
Di "Incubi" ne ho già parlato. "Il Signore Nero" mi era sembrato bello all'inizio, ma poi a rileggerlo mi deluse parecchio: un coacervo di luoghi comuni fantasy e di frasi banalotte.
CITAZIONE (Kirihito @ 20/4/2023, 16:06)
- la violenza veniva rappresentata in modo più cruento, tipo lo Yeti o il mostro di Tenebre che staccano un braccio ad una persona.
- c'era una escalation verso le storie horror o con personaggi assurdi che mi sembravano indicare la mancanza di idee buone.
Quando mi capita di leggere, per caso, una storia di Burattini sullo Zagor di adesso, so già che troverò sangue a fiumi, atrocità, squartamenti, oltre a chiacchiere interminabili. Purtroppo è come dici tu: su Zagor adesso c'è una forte tendenza verso lo splatter. Come se il sangue, di per sé, potesse coprire le mancanze di idee.
CITAZIONE (Kirihito @ 20/4/2023, 16:06)
Per quasi 30 anni non lessi più niente, avevano cominciato a fare eroi a pezzi, eroi cupi, invece a me piacevano quelli interi e limpidi. Non era più il tempo di Zagor, Sandokan, Goldrake.
Per sua natura, un eroe non è cupo nè mezzo delinquente. Un eroe è sempre un modello a cui tendere, perchè rappresenta l'altruismo, il sacrificio, l'amicizia, il sorriso, la speranza, la certezza che giustizia sarà fatta. Senza mai, per questo, diventare noioso o pedante: se lo diventa, significa che l'autore non ha capito chi è un eroe.
CITAZIONE (Kirihito @ 20/4/2023, 16:06)
Poi nel periodo in cui eravamo tutti rinchiusi mi venne voglia di cercare notizie su Zagor e trovai questo blog, con i commenti appassionati di Ivan e Joe. Furono decisivi per farmi tornare in soffitta, dove in un baule degno di quelli che cerca Digging Bill, mi erano rimasti i vecchi Tex e Zagor, gli unici sopravvissuti che non avevo regalato.
Sono contento di averti fatto riscoprire il personaggio.
CITAZIONE (Kirihito @ 20/4/2023, 16:06)
Lo Zagor che vedo oggi in edicola ( attività che piano piano sta scomparendo) è invecchiato male.
E' un eufemismo: io lo Zagor di adesso lo vedo morto.
CITAZIONE (Kirihito @ 20/4/2023, 16:06)
Le copertine sembrano quelle di un super eroe, anzi forse di un cosplayer.
Me ne hanno parlato, dello Zagor di Piccinelli che si spara le pose in copertina come se dovessero fargli una foto. Siamo lontani anni luce dalla drammaticità delle copertine di Ferri. Che come copertinista non lo batteva nessuno, neanche Villa, oso dire.
CITAZIONE (Kirihito @ 20/4/2023, 16:06)
Lui e Cico sono diventati personaggi quasi secondari, c’è immancabilmente qualcuno che ruba loro la scena. Posso capire che l'eroe non va più di moda, allora cambiategli nome, cambiategli abito. Non confondetelo con un altro. Io rileggo le sue vecchie storie, 150 albi che conservano ancora adesso la freschezza di una volta.
Le storie belle restano sempre fresche. Quando le rileggo, queste storie di Zagor classiche, restano sempre attuali, non deludono mai e non sembrano invecchiate. Al contrario di tantissime altre storie zagoriane.