1992: IL TESORO DEGLI ZAR - COMMENTO(La trama si trova qui.)Si tratta di una storia dai toni grotteschi, dove accadono cose troppo assurde anche per un anime di Lupin. Per esempio:
- una bibliotecaria mezza nuda che prende a pugni Lupin e Zenigata, scassando tutte le librerie della biblioteca;
- Judy che vive in una topaia lurida, però si è appena fatta una bella doccia e riceve degli sconosciuti con solo addosso un asciugamano.
- una rapina fatta in una banca dove, dall'hangar lì vicino, sfrecciano qualcosa come 20 camion di fila e nessuno si fa qualche domanda su una simile concentrazione improvvisa di automezzi.
E altro. Tutta roba a livello di credibilità zero. I disegni non sono molto buoni, nonostante l'apporto di Dezaki, e la storia non è ben costruita; in certi punti non è nemmeno originale. Per esempio, il camion schiacciasassi l'abbiamo già visto nella
Pietra della Saggezza. I comprimari non convincono: i due killer da mezza tacca hanno troppo spazio e sopravvivono per fin troppo tempo: sono un peso inutile del film.
Judy poi è un personaggio assurdo: è una discendente dei Romanov che vive in una topaia a New York, ma è elegantissima. Come fa? Fa un lavoro, non so quale, dove è stata molestata sessualmente e ha fatto causa. Si è messa d'accordo con Fujiko per avere l'oro dei suoi antenati. Ha preso in prestito il libro col codice (poi mai più restituito alla biblioteca, perchè il killer Lucky se l'è mangiato, oh, più o meno è così), mentre bastava che Lupin se lo prendesse e poi facesse lui il lavoro. Porta dell'oro da Rasputon per ingannarlo senza neanche chiedersi come cavolo farà a portargli via 500 tonnellate d'oro, che fanno una montagna equivalente a un palazzo. Insomma, è un personaggio che non sta in piedi: come fa a fare tutte quelle cose, che sembrano fin troppo raffazzonate e messe insieme per caso? Anche Rasputon è un personaggio assurdo, sopra le righe come lo è tutta la storia.
Il titolo originale giapponese,
Lupin III: dalla Russia con amore, ovviamente è stato preso dall'omonimo film di James Bond. E' il quarto special televisivo di Lupin, diretto dal regista Osamu Dezaki. Fu prodotto in onore della dinastia Romanov, sette mesi dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1989, che viene menzionato in una scena.
IL LIBRO COL CODICEChe senso ha fare un codice segreto sul tesoro dei Romanov sull'ultima pagina di
un libro che parla dei Romanov? Un libro stampato in non so quante copie e che si trova comodamente in biblioteca? Sembra uno di quegli indovinelli da settimana enigmistica, tant'è vero che non solo Lupin riesce a decifrare il codice, ma
ci riesce anche il killer da mezza tacca Lucky! A questo punto tutti e il mio gatto sono capaci di sapere dov'è il tesoro dello Zar.
Inoltre, dovrebbe essere "il riscatto dello ZAR Romanov", non "del re Romanov". Uno Zar non è un re, o almeno non è chiamato così. Ma lasciamo perdere.
RASPUTON, IL GRANDE DITATORERasputon è un personaggio piuttosto sgradevole, perchè ha il vizio di ficcare le dita
in ogni cavità facciale dell'altro: bocca, narici, orecchie. Persino OCCHI: ha accecato così Donbino. E' proprio
un grande ditatore. Inoltre, non muore quando Lupin gli spara sulla fronte: trova la forza di premere un bottone in un punto e quindi di farsi bruciare. Ma uno che ha una pallottola in testa è già morto e non dovrebbe fare niente. Rasputon è forse il personaggio più assurdo di tutta la storia.
Per esempio, dove lo trovate uno che, mentre telefona, si mette a mangiare
un'iguana viva??
GLI OCCHIALI ANTIPROIETTILEUna delle cose più idiote dell'anime sono gli occhiali indistruttibili e antiproiettile che portano i due killer. Ma stiamo scherzando? E da quando Jigen
spara agli occhi?
LA SCENA PIU' ORRENDA DEL FILMIl grosso killer Big che si fa la doccia nudo con solo i mini occhialini addosso. Peggio persino dell'iguana.
IL PICASSO PERDUTOLupin riconosce una Jacqueline di Picasso, un quadro preziosissimo. Jacqueline era la moglie di Picasso, e il famoso pittore fece ben 400 quadri su di lei.
L'UOMO DALLE PISTOLE D'OROLo sceriffo da operetta che si occupa della rapina alla banca di Lupin sfoggia ben
due pistole d'oro. Magari saranno dorate, ma sono ridicole lo stesso. Oltre al titolo originale del film ("Dalla Russia con amore), che richiama 007, ora abbiamo anche l'Uomo dalla pistola d'oro, tratto da un altro film di Bond.
IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO SIBERIANORasputon nel fare la sua base segreta in Siberia ha voluto copiare il Castello di Cagliostro.
FUJIKO FASHIONNella
locandina Fujiko compare con un vestito verde, che non si vede bene perchè è quasi tutto coperto da Lupin. In ogni caso, quel vestito nel film non compare mai. Al suo posto, Fujiko porta un aderente top rosso senza maniche insieme a una minigonna intonata. Oltre a una cintura nera abbinata con le scarpe, porta una borsetta a tracolla con due file di catenelle dorate. Appariscente ma molto sexy. Solo, non so se è il vestito adatto per andare in un
tribunale.
Fujiko camionista. Porta un vestito più sportivo, con occhiali scuri e una giacchetta azzurra che ne evidenzia le forme, sottolineate da un top con una scollatura da far venire il capogiro. Aggiungete un paio di calze lunghe sopra il ginocchio e ogni camionista sarà disposto a gettarsi nel fuoco per lei. Assumere 30 camionisti per una così è uno scherzo.
Nella scena finale, Fujiko è poco sexy, tutta bardata da pilota siberiana. Tuttavia neanche una simile impalcatura riesce a nascondere le sue curve.
Come ultima aggiunta, un pò di storia:
LA TRAGICA FINE DEI ROMANOV
La famiglia reale presentata nell'anime.
A Febbraio 1917, in piena Guerra Mondiale, scoppiò la Rivoluzione Russa guidata da Lenin: a Marzo, lo Zar
Nicola II abdicò al trono, senza eleggere un suo successore. Divenne così il cittadino comune Nicola Romanov. I comunisti tennero la famiglia Romanov prigioniera (
Nicola II, la moglie
Alessandra e i loro cinque figli: le sorelle
Olga, Tatjana, Marija e
Anastasia e l'unico figlio maschio,
Aleksej, 14 anni, che soffriva di emofilia). La spostarono continuamente di luogo in luogo, per nascondere la loro imbarazzante presenza in uno Stato ormai diventato comunista, dove non potevano esistere nemmeno i ricordi del precedente impero zarista. Alla fine, circa un anno dopo, nel Luglio 1918, la famiglia dello Zar, compreso Nicola, fu sterminata brutalmente a Ekaterinburg.
Lo Zar Nicola II
Grigorij Rasputin, religioso e mistico, di origini incerte, aveva una grande influenza a corte, garantendo di curare la pericolosa emofilia del figlio regnante Aleksej (una sola ferita da taglio avrebbe provocato nel bambino delle terribili emorragie di sangue). Rasputin era comunque fedele allo Zar e al governo zarista: siccome non sarebbe stato favorevole alla venuta dello Stato comunista, e per evitare la sua influenza sullo Zar, fu attirato in un'imboscata e ucciso nel 1916, due anni prima dello sterminio della famiglia dei Romanov, da parte di congiurati guidati dal nobile
Feliks Jusupov. Usarono prima del veleno, che si rivelò inefficace, poi lo finirono a colpi di pistola. Il suo corpo fu gettato in un fiume ghiacciato e successivamente recuperato. Lo Zar aprì un'inchiesta e mandò in esilio Jusupov.
Il vero Rasputin: anche lui, come lo Zar, fu ucciso in modo atroce.
Ekaterinburg, dove lo Zar e la famiglia incontrarono la loro fine, era la città più radicalizzata della Russia, fortemente comunista e anti-zarista. Lì la famiglia alloggiava in un grosso edificio dove rimasero confinati: non potevano uscire da lì ed era vietato parlare con loro.
Jakov Jurovskij, l’uomo al comando dei comunisti a Ekaterinburg (citato nell'anime) organizzò per conto suo lo sterminio di tutti gli elementi della famiglia reale, compresi i bambini e i servi. Non ci fu nessun "salvataggio dello Zar" ad opera di Jurovskij, come invece racconta Lupin nell'anime.
Il Jurovskij dell'anime e quello reale, responsabile dello sterminio dello Zar e di tutta la sua famiglia, servi compresi. Ovviamente non indossava la divisa da ufficiale zarista che si vede nell'anime.
I Romanov, la notte dell'esecuzione, il 17 Luglio 1918, furono trasferiti nel seminterrato: anche la servitù li seguì (il medico di famiglia Evgenij Botkin, la cameriera Anna Demidova, il cuoco Ivan Kharitonov e il domestico Aleksej Trupp) e fu massacrata insieme a loro. Alla faccia dei "comunisti che non sono contro la classe lavoratrice". Jurovskij si avvicinò, con i carnefici dietro di lui sulla soglia, e lesse ai prigionieri la sua dichiarazione:
"Il praesidium del soviet regionale, adempiendo al volere della rivoluzione, ha decretato che l’ex zar Nicola Romanov, colpevole di innumerevoli sanguinosi crimini contro il popolo, debba essere fucilato". Dopo venti minuti di puro orrore (non ci fu solo la fucilazione: fu un macello), l’intera famiglia e il seguito, colpiti da proiettili, armi da taglio e mani nude, furono tutti uccisi. Gli undici corpi furono trascinati fuori di casa e caricati su una camionetta. Aleksej e Marija furono scaricati e gettati nella foresta accanto. Gli altri furono cosparsi di acido, bruciati e sepolti in una fossa. I decessi sarebbero stati ufficialmente confermati solo nel 1926, e anche allora i comunisti rifiutarono di assumersi la responsabilità dell’esecuzione. Jurovskij morì vent'anni dopo, all'ospedale del Cremlino nel 1938. Il silenzio forzato attorno al destino dei Romanov rimase tale fino a dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Nel 1998 i resti delle vittime furono sepolti nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di San Pietroburgo, che era il luogo tradizionale di sepoltura degli zar. Nel 2000 la Chiesa ortodossa russa canonizzò Nicola, Alessandra e i loro figli come “martiri della passione”. A Ganina Jama – il primo luogo in cui i comunisti tentarono di disfarsi dei corpi – la Chiesa ortodossa russa costruì un monastero.
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