Il blog di Joe7


Replying to PAPA' GAMBALUNGA EPISODIO 22: "LEONORA E' GRAVE"

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  1. Posted 12/10/2023, 15:25
    22 – LEONORA E' GRAVE
    "La neve cade dalla finestra" (titolo originale giapponese)
    (L'inizio si trova qui; l'episodio precedente si trova qui)

    Nuova-immagine-2


    RIASSUNTO: Siamo in America, nei primi anni del '900. L'orfana Judy Abbott, dell'orfanotrofio John Grier, viene adottata da una misteriosa persona, chiamata da lei Papà Gambalunga a causa della lunghezza delle gambe della sua ombra: l'unica cosa di lui che è riuscita a vedere. Grazie a lui, frequenta il prestigioso Istituto Femminile Abramo Lincoln di New York, dove fa la conoscenza delle sue compagne di stanza: l'altezzosa Julia Pendleton e la modesta Sallie McBride, con cui fa amicizia. Judy fa anche la conoscenza di Jervis Pendleton, lo zio di Julia, e ne resta affascinata. Inoltre, conosce Jimmie McBride, il fratello di Sallie: Julia, la compagna di camera di Judy, si innamora di Jimmie, ma sembra che lui abbia occhi solo per Judy. Un giorno, arriva in collegio Leonora Fenton, una nuova compagna di classe, con la quale Judy all'inizio è in conflitto, per le sue osservazioni sulle poesie che lei le ha fatto: ma poi si rappacificano. Però, successivamente, Judy viene a sapere che Leonora è malata di cuore da tempo. Prima delle vacanze di Natale, il collegio invita le studentesse a un'esposizione di poesie, e Leonora spera che suo padre possa venire a sentirla. Ma Judy viene a sapere che lui non può venire a causa di un contrattempo...

    TRAMA

    Judy torna all'auditorio senza sapere cosa fare. Proprio adesso, che tra poco Leonora sarà chiamata a recitare la sua poesia, come farà lei a dirle che suo padre non verrà? Torna al suo posto, e le sue amiche Julia e Sallie la guardano preoccupate. "Che è successo?" "Gli hai telefonato?" "Al padre di Leonora? Sì, ha detto che non può venire." Poi Judy si guarda intorno. Leonora non si trova. "Ehi, dov'è andata Leonora?" "Cosa? Era qui un momento fa..." In quel momento, il professor Melnore chiama Leonora. "Miss Leonora Fenton. Ehm...Leonora Fenton? Può salire sul palco?" Judy si decide: "Vado a cercarla!" Judy cerca di sgattaiolare fuori dall'auditorium, mentre Melnore continua.
    "Ehm...allora miss Judy Abbott. Judy Abbott? Miss Abbott, cosa sta facendo?" Vistosi scoperta, Judy si alza. "Ehm...mi scusi, ma mi sono ricordata di una cosa molto importante, dovrei uscire..." "Una cosa importante? Ma qui siamo in classe!" "Lo so, mi scusi." Judy esce. "Che ragazza sfacciata!" sbotta Melnore.

    Judy si mette la giacca pesante: fuori nevica. "Leonora, dove sei? Leonora!" Judy continua a cercare, fino a che vede Leonora a terra in mezzo alla neve: ha camminato senza coprirsi per tutto un lungo tratto sotto la neve, poi non ce l'ha più fatta. "Leonora!" La ragazza non risponde: Judy la copre con la sua giacca e se la porta in spalla fino all'infermeria.

    Laggiù, la dottoressa e le infermiere la esaminano preoccupate. Un'infermiera esce e torna in continuazione dalla sala. Judy, preoccupata, le chiede: "Andrà tutto bene?" "La dottoressa la sta esaminando, adesso non può entrare." Arrivano Julia e Sallie, che dice: "Judy, ho saputo adesso...come sta?" "Non lo so. E' colpa mia! Se non avessi parlato al padre di Leonora della recita delle poesie..." "Smettila, piangere non serve" dice Julia "non fare questi discorsi!" Un'infermiera esce e le chiedono di Leonora. "Ha ancora febbre, se non scende non so..." Le tre ragazze non sanno che fare.

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    "Devo chiamare ancora il padre di Leonora! Deve sentirmi, deve sapere cosa sta succedendo!" esclama Judy, correndo al dormitorio dove si trova la segreteria della direttrice Sloan, che contiene un telefono. Julia e Sallie la seguono. In un primo tempo, pensano che la signora Sloan (miss Throne in Italia) sia andata a dormire - è quasi notte - ma la direttrice compare in quel momento. E' piuttosto restia a concedere l'uso del telefono, perchè crede che sia per il ragazzo di qualcuna. Ma quando le dicono di Leonora, passa subito loro il telefono. "Pronto? Signor Fenton, pronto? Come sarebbe a dire che la linea è occupata?" esclama Judy.

    "Fammi provare" dice Julia, prendendole il telefono "Sentite, qui è un'emergenza...uh? Maledizione, è caduta la linea!" Judy non vuole mollare: "Andremo da lui di persona!" Sallie replica, sorpresa: "Ma se è a Filadelfia, qui siamo a New York!" (si tratta di 150 km) "Andremo in macchina, lasciate fare a me!" esclama Julia, afferrando la cornetta e facendo un numero "Pronto? Sì, sono Julia Pendleton, è il Dipartimento di Trasporto? Ascoltatemi bene..."

    Sallie intanto va a prendere l'indirizzo del padre di Leonora, mentre Judy va a vedere come sta la ragazza. Julia conclude la telefonata:
    "Non vi preoccupate, parlerò io con mio padre. E' imperativo che veniate, è in gioco la vita di un'amica! Non mi interessa se avete tutto prenotato per un party, deve esserci qualcuno!" Julia riattacca. "Niente da fare. Ma com'è possibile che non ne azzecchiamo neanche una? E adesso Leonora chi la aiuta?"

    Judy, Julia e Sallie vedono Leonora: delira e continua a chiamare suo padre. "Ha bisogno di essere operata" dice la dottoressa. "Ma perchè non è stato fatto prima?" chiede Judy. "Voleva venire in questo collegio prima dell'operazione un'ultima volta: per fare l'operazione deve essere trasferita in un altro ospedale." Stanno tutte e tre accanto a Leonora, quando arriva la signora Sloan (Throne), che le tranquillizza:
    "Sentite, la dottoressa mi ha detto che non è più in condizioni critiche. Ho fatto mandare un telegramma al padre di Leonora, vedrete che verrà. Venite a mangiare qualcosa, è quasi ora di cena." Julia e Sallie accettano, ma Judy vorrebbe restare con Leonora, e resta accanto a lei tutta la notte, mentre l'ammalata ogni tanto piange o delira.

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    A Judy vengono in mente i momenti in cui aveva giocato a pallacanestro prima di crollare, e le vengono le lacrime agli occhi. Si addormenta anche lei fino al mattino, quando all'improvviso arriva il padre di Leonora. "Leonora, come stai?" Judy è sorpresa, però gli rimprovera il fatto di non essere venuto. "Lei non sa quanto Leonora la aspettasse!" "Sì, mi spiace, ma..." "Il lavoro, gli imprevisti, lo so"

    Leonora si riprende e si rivolge a Judy: "Non biasimare mio padre, Judy, la colpa è mia. Ti ho solo causato problemi" "No, Leonora, non è così..." dice lui. "Ho deciso, non farò l'operazione. Non voglio più essere un peso" "Ma che stai dicendo?" Anche Judy non crede alle sue orecchie. "Ne ho abbastanza, sarebbe stato meglio se io non esistessi più. Avrei dovuto morire come la mamma..." Il padre le dà una sberla. "Ma che stai dicendo? Dici di non voler essere un peso, ma con queste parole mi fai solo soffrire!" "Non voglio niente, lasciatemi sola! Ti ostacolo il tuo lavoro al cantiere navale, no? Non voglio che tu ti preoccupi più per me!"

    Judy non ce la fa più ed esplode. "MA LEONORA! Tu hai un padre con cui puoi parlare, che si prende cura di te, non puoi trattarlo in questo modo! Io un padre non ce l'ho, e tu ti lamenti perchè ce l'hai? Io lo vorrei un padre, ma non posso averlo! Renditi conto della fortuna che hai, e che io non ho, e mai avrò! Non metterti a fare i capricci!" Leonora e il padre la guardano sorpresi. "Ehm, scusate, ho un pò esagerato..." Leonora e il padre si guardano e si abbracciano.

    Pochi giorni dopo, Leonora, che si è ripresa, può recitare la sua poesia in classe davanti a suo padre, come voleva. Tutte le studentesse la applaudono e lei è imbarazzata: si rivolge al professor Melnore. "Devo proprio recitarla qui?" "Certo. Coraggio!" Leonora inizia:

    "La gentilezza solitaria riecheggia nel profondo mare nebbioso.
    Insegue una piccola nave che vaga nel vasto oceano.
    Posso sentire la tua voce, anche se non riesco più a vedere.
    So che sei qui, anche se non posso vederti.
    Posso sentire la tua gentilezza vicino a me,
    anche se armeggio alla cieca,
    cercando le tue mani.
    Non perderò la mia strada,
    nemmeno attraverso le onde impetuose,
    nè attraverso il profondo oceano infinito e nebbioso.
    Posso affrontare queste cose senza paura.
    Urla solitarie intrise di coraggio
    e amore senza pari.
    Andrò avanti senza esitazione.
    Continua a sperare, non importa quale sia la situazione,
    anche se non puoi vedere la luce:
    finché posso sentire la tua voce,
    non perderò mai la mia strada."


    Gli applausi sono fragorosi e Leonora abbraccia il padre, che è commosso.

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    Judy conclude la giornata raccontando nella sua lettera settimanale a Papà Gambalunga:

    "Caro Papà Gambalunga,

    Leonora ha lasciato l'ospedale del collegio riprendendosi completamente. Ora andrà in un altro ospedale, in Florida, dove le faranno l'operazione che la guarirà definitivamente dalla malattia al cuore. Sì, finalmente ha deciso. Prima di partire, lei e suo padre si sono fermati a salutarci: io, Julia e Sallie. Eravamo tristi e liete nello stesso tempo. Leonora mi aveva ringraziato per tutto, ma io le ho detto che non ho fatto nulla. Mi ha anche detto che, quando sarà guarita, studierà di più e diventerà un'autrice, forse una poetessa. Le ho detto che ce la farà sicuramente. "Fà del tuo meglio, Judy, io non mi arrenderò", mi ha detto, e le ho risposto: "Certo. Ti manderò tutto quello che scrivo. Criticami ancora, per favore!" "Certo, ricorda però che sono solo osservazioni, pensieri...non critiche!" Sì, Leonora mi ha insegnato tante cose, come per esempio che la vera gentilezza è cercare di comprendersi l'un l'altro. E così, Leonora è partita in macchina con suo papà, salutandoci dal finestrino. Noi l'abbiamo salutata, poi è saltata su Julia che mi ha messo in imbarazzo: voleva leggere la mia poesia, e lei e Sallie sono corse nel mio studio per leggere la poesia che avrei dovuto leggere quel giorno della recitazione. Non potevo dire loro che non avevo scritto niente...e poi Leonora nella sua poesia ha detto tutto quello che io volevo dire. Spero in futuro di poter scrivere qualcosa di meraviglioso come ha fatto lei.

    Con affetto,

    Judy."

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    (Continua qui)

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