Il blog di Joe7


Replying to ANNIVERSARI DEL 2023 (ottava parte)

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Last 10 Posts [ In reverse order ]

  1. Posted 14/12/2023, 22:59
    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 14/12/2023, 21:59) 
    Non ho mai letto le storie di Casty, ma devo dire che lui ha capito perfettamente come si realizzano delle belle storie a fumetti.
    Sul discorso dei villain gli do pienamente ragione: il cattivo deve riuscire a mettere in difficoltà l'eroe, mentre oggi si fanno soprattutto dei villain deficienti, che infastidiscono con la loro stupidità.

    E' un peccato che tu non le abbia lette, se ti dovesse capitare di farlo te le consiglio.

    I criminali nelle storie avventurose devono essere pericolosi, se no...non c'è avventura!
  2. Posted 14/12/2023, 21:59
    Non ho mai letto le storie di Casty, ma devo dire che lui ha capito perfettamente come si realizzano delle belle storie a fumetti.
    Sul discorso dei villain gli do pienamente ragione: il cattivo deve riuscire a mettere in difficoltà l'eroe, mentre oggi si fanno soprattutto dei villain deficienti, che infastidiscono con la loro stupidità.
  3. Posted 14/12/2023, 20:28
    20 ANNI FA: ESCE LA PRIMA STORIA DI CASTY (2003)
    (qui la prima parte; qui l'ultima parte)

    Macchine-impazzite
    Disegno di Casty, da "Topolino e le macchine ribelli", la prima in cui è autore completo, sia coi testi che coi disegni.


    Andrea Castellan, in arte Casty, è l’autore che, nei tempi recenti, più di tutti ha saputo realizzare Topolino seguendo le orme di Gottfredson e Romano Scarpa. Esordì nell'agosto 2003 con la storia Topolino e i mostri idrofili, in cui era solo sceneggiatore. Ma già da quella storia si iniziava a scoprire un Topolino con un'impostazione più classica e nello stesso tempo più moderna. Perchè per essere sempre moderni, alla fine bisogna essere sempre classici. E Casty iniziò a pubblicare una serie di storie di stampo classico, con Topolino protagonista, coinvolto in indagini, avventure esotiche, scontri coi criminali conosciuti. In particolare, i criminali di Casty erano davvero dei criminali: Gambadilegno e Macchia Nera già da tempo avevano perso molto della loro iniziale cattiveria, riducendosi troppo spesso a macchiette. Se una visione (iper)protettiva della letteratura per bambini pretende che non si possano più avere anche solo dei vaghi riferimenti alla morte (il Macchia Nera originale usava delle trappole per AMMAZZARE Topolino...), ciò non significa necessariamente che si debba mettere sempre e comunque in burletta i personaggi: altrimenti, il rischio è di non poter offrire a un personaggio d’avventura delle vere minacce da affrontare. Il Gambadilegno di Casty è un carognone, non ha lati buoni, ha dei grandi obiettivi improntati al proprio successo personale, all’arricchimento illecito. E odia Topolino senza se e senza ma. Certo, mantiene un carattere goffo, impacciato dalla sua massa, che può prestare il fianco a qualche battuta, ma non è mai un simpatico bonaccione.

    T5
    Si torna al Gambadilegno DAVVERO CATTIVO di una volta.


    Macchia Nera era stato trattato un po’ meglio nel corso degli anni: Casty ha semplicemente continuato in quel solco, accentuando qua e là i lati più taglienti e insidiosi del personaggio. Macchia Nera diventa così un vero artista del crimine, dotato di una mente scientifica e con un atteggiamento vagamente dandy. Topolino e l’uomo ingannatempo, Topolino e i colpi dell’uomo qualunque, Topolino e il dominatore delle nuvole sono esempi di storie di Casty su Macchia Nera e Topolino che rendono bene l’idea delle ambizioni del criminale e ne mostrano la letalità.

    Macchia-Nera


    In particolare è da citare la Spia Poeta, creata da Bill Walsh e Floyd Gottfredson per la classica storia Topolino e l’Atombrello e riutilizzata da Casty in Topolino e il mondo che verrà, in cui il letale uomo delle rime è una scelta azzeccata per l’intricata e ambiziosa trama imbastita da Castellan.

    T7


    In altre occasioni, l’autore ha creato dei nuovi criminali che potessero essergli utili per il tipo di storia realizzata: l’esempio più riuscito è Vito Doppioscherzo, personaggio dagli echi siegeliani (da Jerry Siegel, il creatore di Superman e di personaggi nemici di Superman come Toyman, l'Uomo dei Giocattoli, simile a Doppioscherzo). Doppioscherzo è dotato di un carattere sopra le righe ed è capace di inventare piani bislacchi, ma pericolosi.

    vnJlMqv


    Un elemento distintivo nella produzione di Casty sono i suoi “kolossal”: vale a dire, storie divise in due, tre o quattro puntate, caratterizzate da un’avventura complessa e stratificata, di largo respiro, nella quale Topolino deve vedersela con pericoli spesso su scala mondiale o particolarmente “totalizzanti”. Sono le storie in cui è maggiormente evidente il debito narrativo dell’autore verso le storie a strisce di Gottfredson, che, al ritmo di 3-4 vignette al giorno, andavano a comporre narrazioni lunghe, con un gusto per il racconto e il fantastico che non aveva nulla da invidiare ai classici romanzi per ragazzi come quelli di Jules Verne o Robert Stevenson. La prima prova in tal senso è la già citata Topolino e il mondo che verrà: quattro puntate serratissime, dove Topolino ed Eta Beta seguono la pista di misteriose basi scientifiche sparse per il globo, robottoni nascosti e dimenticati e di una strana equazione, che li conduce in un piccolo Stato mitteleuropeo.

    T9


    A questa avvincente prova ne seguirono presto altre, guidate dallo stesso approccio: Topolino e l’isola di Quandomai, Topolino e il mondo di Tutor, Topolino e la marea dei secoli, Topolino e gli ombronauti, Topolino e l’impero sottozero, Tutto questo accadrà ieri, Tutto questo accadde domani. Si tratta di storie che permettono a Topolino di riottenere quell'aspetto avventuroso che tanto lo contraddistingueva ai tempi di Gottfredson e Scarpa. Di solito, all’inizio il personaggio è in una situazione normalissima, in vacanza o assieme a Minni, e viene coinvolto, suo malgrado, in storie più grandi di lui, decidendo di non tirarsi indietro e di fare la sua parte, mettendo in campo le proprie risorse per il bene. È accompagnato dalla propria fidanzata, dal suo migliore amico Pippo o da altri comprimari come Eta Beta o Atomino Bip-Bip, e queste storie, pur avendo un feeling retrò, sono scritte con un’irresistibile freschezza e sono perfettamente calate nella contemporaneità, sia per ambientazioni che per ritmo narrativo, a dimostrazione che certi meccanismi rimangono sempre attuali nel tempo.

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    Il lavoro di Casty è stato costante negli anni: concentrandosi su Topolino ha scritto e disegnato decine e decine di storie in cui ha riportato il personaggio alle sue connotazioni originali, ottenendo risultati di tutto rispetto e una vera e propria rinascita di Topolino. Da un'intervista dello Spazio Bianco (vedi la bibliografia) si può avere un'idea del lavoro realizzato da Casty:

    La tua carriera ti ha visto tra gli autori di punta di Lupo Alberto, Cattivik e infine di Topolino. Ecco, vorremmo iniziare quest’intervista chiedendoti quali sono le differenze maggiori che hai riscontrato nello scrivere per queste diverse realtà.

    Al di là delle differenze tecniche, la grossa diversità sta proprio nell’approccio alla scrittura. Cattivik si rivolge a un pubblico molto più smaliziato, o anche un po’ -ehm- “becero“, e quindi ci si può permettere di essere politically scorrettissimi. Una volta facemmo addirittura una storia (“La Forbice Censoria“), una cosa metafumettistica in cui Cattivik infrangeva praticamente tutte le regole del politically correct e se la doveva vedere con una forbiciona gigante che lo sforbiciava ad ogni sgarro… uno spasso! Lupo Alberto ha parecchi vincoli in più, ma resta comunque un fumetto dove puoi trattare temi come l’amore, o la morte… o la satira. Topolino, invece, è un fumetto per famiglie: i vincoli a cui prestare attenzione, i cosiddetti “paletti”, sono tantissimi. Molti li considerano un fastidio, un limite, ma io penso che siano giusti, se applicati senza esagerazione, e possono essere addirittura uno stimolo alla fantasia. Personalmente, io sono d’accordo con chi desidera che Topolino mantenga il suo candore, bandendo anche le volgarità: perché lo so che le puzze fanno ridere, ma se voglio vedere… amenità del genere mi leggo, appunto, Cattivik.

    Da anni ormai si parla della crisi di Topolino, sempre più giovani abbandonano il settimanale mentre gli adulti appassionati non si riconoscono nell’impostazione del giornale. Tu cosa ne pensi, condividi queste inquietudini oppure no? E in quest’ottica, come vedi lo stato attuale del fumetto per bambini e ragazzi in Italia?

    Mah, io credo che Topolino paghi, e pesantemente, la deriva culturale in cui s’è impantanato il nostro Paese negli ultimi anni. Perché, ok, dicono che tutta l’editoria è in crisi, ma se guardo i dati di vendita vedo che i giornali di gossip e pettegolezzi comunque fanno belle cifre. Per me c’è qualcosa che non va nei genitori, più che nei bambini: ricordiamo che chi mette i soldini per il giornalino è sempre la mamma (… o il papà, ovvio). Questa estate ho partecipato a un sacco di iniziative con i bambini e ho sempre -sempre- riscontrato un incredibile entusiasmo verso i personaggi Disney, e i fumetti in generale. Ai bambini piace leggerli, piace farli. Il fumetto e il disegno restano la forma più immediata di intrattenimento: non occorre attaccare la spina, o ricaricare le batterie… basta sfogliare le pagine, come, dove e quando vuoi, e sei già immerso in un’avventura. Ho visto dei bambini chiedere ai papà di comprargli Topolino dopo aver visto i disegnatori all’opera, o dopo avergli spiegato per bene chi sono e cosa fanno Topolino, Gambadilegno, ecc. Ahinoi, molti genitori di oggi hanno dimenticato la gioia che da piccoli provavano nella lettura dei fumetti e così la passione non viene tramandata. Un vero peccato.

    Da qualche mese Topolino ha esordito in versione digitale, offrendo lo stesso giornale sia nella versione cartacea che in quella da scaricarsi sui propri dispositivi. Quale è la tua opinione al riguardo?

    Beh… ce se prova. Magari, visto il costo minore e l’appeal digitale, può essere utile per avvicinare a Topolino persone che altrimenti non se lo filerebbero. E che potrebbero poi, se soddisfatte, decidere di acquistare il cartaceo.

    E’ innegabile che da quando sei approdato sulle pagine del settimanale Disney hai iniziato a mettere in campo un progetto ben preciso che si è sviluppato e continua a svilupparsi storia dopo storia: la rivalutazione del personaggio di Topolino. Come descriveresti il personaggio dal tuo punto di vista, quali sono secondo te le sue potenzialità e come hai deciso di sfruttarle nelle tue storie?

    Sembra ieri, e invece son passati quasi dieci anni (adesso venti, ma la sostanza non cambia - Joe7). Se ricordi, in quel periodo c’era davvero poco entusiasmo attorno al personaggio di Topolino… anzi, diciamola tutta: nessuno se lo filava, proprio. Sembrava davvero che ormai avesse detto e dato tutto (era anche il "Topolino saccente e perfettino" che nessuno sopportava - Joe7). Per me non era così: io avevo ancora negli occhi e nella mente le stupende avventure di Scarpa e Gottfredson, che avevo letto da piccolo, e avevo un gran desiderio, ora che me ne davano la possibilità, di far (ri)vivere a Topolino avventure di quel genere. Soprattutto volevo restituire a Topolino la freschezza, la gioia di vivere e anche un po’ l’ingenuità che lo avevano caratterizzato in tutte le sue avventure fino ai primi anni ’60. Credo sia logico e giusto rifarsi al modello di chi Topolino l’ha creato. Ok, ha 80 anni e ne ha viste di tutti i colori: però i suoi lettori di anni ne hanno otto, ed è a loro che io penso quando lo faccio agire. Se faccio Topolino che va su Marte, voglio che sia entusiasta, che si stupisca e si spaventi… e non che dica “Yawn, è la quindicesima volta che mi fanno andare su Marte, mi converrebbe fare l’abbonamento“. Non so se hai un figlio, però è lo stesso: pensa a quando vai a farfalle con tuo figlio. Tu le farfalle le hai già viste un miliardo di volte, e non te ne po’ fregà de meno; però quando sei con lui vedi che lui si entusiasma, si diverte nel correrle dietro… e, ohibò, dopo un po’ ti accorgi che ti stai divertendo un sacco anche tu! Questo è il “sense of wonder“, e non dovrebbe mai mancare in un racconto per i bambini (a dir la verità, non dovrebbe mancare in nessun racconto, sia per bambini che per adulti - Joe7).


    Topolino e Minni contro la Spia Poeta, da "Topolino e il mondo che verrà", una delle storie migliori di Casty


    Gambadilegno è un personaggio apparentemente semplice da capire, ma in realtà, fin da alcune strisce di Gottfredson e nelle storie di Scarpa, aveva già avuto modo di mostrare anche un suo lato a tratti amichevole, caratteristica ripresa da Silvano Mezzavilla e poi sviluppata fortemente da Tito Faraci da metà anni ’90 in poi. Se è vero che il valore di un eroe è dato dalla caratura dei suoi rivali, nell’ambito del tuo progetto di rivalutazione di Topolino quanta importanza hai dato alla caratterizzazione del vecchio Pietro e in che ottica lo vedi?

    Io la vedo che Pietro, se può, a Topolino lo accoppa! Poi, ok, il bello dei personaggi Disney è che hanno un sacco di sfaccettature, per cui ognuno può svilupparli come meglio ritiene, eh…Tuttavia, come sottolinei anche tu, l’eroe è dato dalla caratura dei suoi rivali. Il rendere Gambadilegno un ladro di polli (nota: ovviamente non intendo il Gamba di Mezzavilla e Faraci) avrà fatto ridere un po’ di gente, ma non credo abbia giovato al prestigio di Topolino. Recuperare il Gamba “carogna” di Gottfredson e Scarpa è stata un’operazione abbastanza laboriosa: perché non è che se tu scrivi di fila trenta storie con Gamba cattivissimo risolvi la cosa, anzi, corri il rischio di farlo venire a noia. Ho quindi cercato di diluire le sue apparizioni, alternandolo spesso con altri criminali. Se poi proprio non può “accoppà” Topolino, almeno cerca di menarlo per il naso, come nella recente “Il Caso Parallax”: anche lì c’è un Gamba alquanto sveglio e carognetta, che ha però la sventura di trovare qualcuno più carogna di lui…

    Leggendo le tue storie si intuisce subito chi sono gli autori a cui ti ispiri: Gottfredson (e i vari sceneggiatori che gli si sono affiancati), Scarpa, Rodolfo Cimino. Vuoi parlarci un po’ di loro dal tuo punto di vista, cosa ti hanno dato negli anni e come ti ispirano nel tuo lavoro? Ci sono altri autori che rientrano in questo “gruppo“, vuoi dirci qualcosa anche su di loro?

    Ai tre che hai detto aggiungo, intanto e sicuramente, Carl Barks. Sono cresciuto leggendo e rileggendo le loro storie e ancor oggi, quando mi ricapitano sottomano, resto ogni volta meravigliato dalla potenza epica, dal… turbinio di sentimenti che sprigionano. Nelle loro mani, i personaggi non sono macchiette che interpretano stancamente un ruolo, ma sono persone vive, che tra loro si vogliono un gran bene e che insieme affrontano le cattiverie del mondo. Credo che, al di là degli insegnamenti tecnici, sia questa la più importante lezione che ho imparato dai quattro Maestri. Un’altra cosa fondamentale che ho appreso è che la fantasia va sì scatenata, ma dev’essere infine sempre “ricondotta nei ranghi”, in modo da ottenere una storia che abbia logica e coerenza. A fianco dei mostri sacri, metto poi Giorgio Pezzin: di lui mi piace la straordinaria capacità di cambiare registro, passando dal comico scatenato di, chessò, “L’Eroico Smemorato”1 a storie dal tema serio come ad esempio “C’era una volta in America” o le storie di Top de Tops. Penso che la varietà di “toni” nel raccontare le storie sia fondamentale per non annoiare e, anzi, sorprendere sempre il lettore. Infine, non sul podio ma come passione quasi segreta, ho un debole per Jerry Siegel (l'autore di Superman) e le sue storie sgangherate. Sì, so che molti lo criticano per le sue stramberie, però… ah, ah, lui almeno le faceva consapevolmente! Ho un po’ di soggetti “siegeliani” nel cassetto, ma me li tengo per quando sarò vecchio…così coi lettori almeno avrò la scusa di esser rincitrullito!

    Per Cimino hai anche disegnato una storia: “Topolino e la sorpresa delle noci giganti”: com’è lavorare su una sceneggiatura del celebre autore, e più in generale disegnare una storia scritta da proprio idolo?

    Bé, è stata una grande emozione aprire la busta e trovarci dentro una sceneggiatura del Maestro da disegnare! Per un momento son tornato piccino, hai presente quando ti danno un disegno già fatto, da colorare coi pennarelli? Ecco, stessa cosa. La cosa più divertente è stata vedere come Cimino, che ha ottant’anni e centinaia di storie sulle spalle, ancora si diverta a schizzare i suoi storyboard, con una grazia che molti giovani si sognano. La trama era piuttosto semplice, ma c’erano un sacco di scenette in cui era richiesta una recitazione molto espressiva…e ho avuto un bel da fare, nel cercare di riprodurre fedelmente la vivacità dello storyboard del Maestro. Alla fine sono pure andato a trovarlo per fargliele vedere, e mi ha fatto grandi complimenti: per me è stata davvero una delle più grandi soddisfazioni da quando sono alla Disney.

    Su Topolino hai iniziato solo come sceneggiatore, poi ad un certo punto sei diventato anche disegnatore delle tue storie, fino ad esserlo anche per storie scritte da altri. Come è avvenuto il passaggio? Ti senti più sceneggiatore, disegnatore o autore completo?

    Sono arrivato in Disney che ero reduce da dieci anni di scuola silverian-bonfattiana, e il mio segno era fortemente influenzato dal loro stile, che è bellissimo, ma è praticamente l’antitesi del segno Disney. Per poter disegnare Topolino, ho quindi dovuto allenarmi tanto (ma davvero tanto tanto, ne sa qualcosa la mia schiena) e nel frattempo mi occupavo solo delle sceneggiature. La mia idea era di alternare le competenze, magari tenendo per me le storie tecnicamente meno difficili da disegnare, oppure quelle in cui era richiesta una recitazione molto espressiva. Mi piace molto fare l’autore completo. Però è anche vero che, quando scrivo una storia, mi capita di pensare: “Uh, questa andrebbe benissimo per Faccini!” oppure “Ah, qua ci vorrebbe Pastrovicchio” o ancora “Aaaaaaargh, questa è troppissimo bella, speriamo che la diano a Cavazzano!“. Alla Disney ci sono talmente tanti eccellenti disegnatori che mi verrebbe voglia di “farmeli” tutti, ah,ah! Tornando seri, direi che alla fine l’importante è che il disegnatore sia adeguato al tono della storia: per capirci, con Massimo De Vita abbiamo fatto dei thriller che sono stati molto apprezzati, e questo perché il Maestro ha un tratto molto “serio”, che ben si addice a questo genere di avventure. Allo stesso modo, non credo che “Topolino e la Jellamolecola” sarebbe venuta così divertente se non fosse stata disegnata da altri che Enrico Faccini. Azzeccare il connubio disegnatore-sceneggiatore è fondamentale per la buona riuscita di una storia. Sembra una banalità, però, pensa a quante belle avventure, nelle storie di Topolino (e non solo... - Joe7), sono state “smorzate” da brutti disegni e quanti bei disegni sono andati sprecati per delle storielline di poco peso…

    Con “Topolino e il Colosso di Rodi” e “Topolino e le Miniere di Fantametallo” hai delineato una specie di saga di Atlantide ancora da concludersi. Come ti è venuta in mente quest’idea? Troviamo che abbia per certi versi un gusto gottfredsoniano nelle storie, ma anche qualcosa del Siegel disneyano… condividi? E’ in cantiere la storia conclusiva del ciclo?

    Evviva, finalmente qualcuno nomina Siegel… e senza sottintesi negativi! Grazie, grazie…Partendo dalla fine: no, sob, il ciclo di Atlantide è finito lì. Anzi, è finito quattro anni fa (er, quattordici... - Joe7), visto che la “Le Miniere di Fantametallo” è del 2007. L’idea di mettere Topolino, Pippo ed Eurasia alla ricerca di Atlantide risale al 2005: le prime due avventure one-shot con la topolona archeologa erano state molto gradite e si pensava quindi a un modo di farla apparire in maniera ricorrente. Così scrissi un ciclo di cinque/sei storie di ampio respiro (tipo “Il Colosso di Rodi”, per capirci) in cui i nostri indagavano su svariati misteri dell’antichità, fino a scoprire il filo che li collegava e che li avrebbe portati all’agognata città perduta. Con il cambio della direzione (nella primavera del 2007) fu però deciso di dare priorità ad altre iniziative, e il progetto Atlantis… “cadde nell’oblìo (visssh…)“. “Le Miniere di Fantametallo” era tuttavia già in lavorazione, e così mi fu chiesto di decurtarla della metà e di renderla il più autoconclusiva possibile. Anche se ce ne fosse l’opportunità, non credo che rimetterei mano al ciclo: troppi anni son passati dal primo episodio, e inoltre alcune idee sono confluite in storie che ho successivamente scritto. Non è escluso però che Eurasia in futuro ritorni, magari con un reboot. Ah, venendo all’influenza siegel-gottfredsoniana: mah, per certi versi, sì. I villain che i nostri incontrano (e che avrebbero incontrato) in questa serie sono piuttosto “pazzerelli”, e possono ricordarne lo stile. L’impianto generale era però basato su reali e documentati misteri archeologici, e quindi da questo punto di vista è più assimilabile alle “Top Stories” di Pezzin. Diciamo che, come sempre mi accade, le ispirazioni stilistiche sono molteplici.

    Eurasia_1
    Ahimè, brutte nuove per Eurasia Tost, personaggio ottimo, ma sfortunato. :( Comunque poi tornò in Topolino e il raggio di Atlantide nel 2016. Poi più nulla.


    Le tue storie sono molto varie, dato che hai scritto spesso gialli, ma altrettante volte ti sei cimentato con storie avventurose, di sapore archeologico, improntate sull’assurdo. Nella narrazione prediligi l’epicità o il sense of wonder?

    In verità, a me piace scrivere di tutto. Ho a disposizione il più grande attore, Topolino, l’Harrison Ford della Disney, e ho quindi la possibilità di scrivere qualsiasi tipo di storia, sicuro che lui la interpreterà sempre in maniera egregia. Mi piacerebbe un giorno fare anche qualche storia più semplice, chessò, cose di intrecci amorosi o tipo commedia degli equivoci. A me piace un sacco fare i “kolossal de fantascienza” ma, alla ottava volta di fila che Topolino salva il mondo, la cosa può diventar uggiosa… L’importante, come dicevo prima, è variare temi e toni: adesso, per esempio, sto lavorando a una storiellina corta e per nulla epica, però mi ci sto divertendo un sacco.

    A proposito di caratterizzazione dei personaggi, in una delle tue ultime storie pubblicate, “Topolino e il Pippo fortunificato” offri una versione inusuale di Pippo, lontano dall’essere un sempliciotto nel senso più basso del termine. Pensando ad altre storie, come ad esempio “Topolino e le borbottiglie di Avaloa” ci si accorge del rilievo che dai a Pippo. A che modelli ti sei rifatto per delineare il personaggio, e come lo vedi tu?

    Molti si arrovellano a cercare le definizioni più cervellotiche possibili per Pippo, ma a me ne viene in mente una sola: Pippo è BUONO. Se (SE) sembra uno sciocco è solo perché viviamo in questa società del “menga”, in cui la bontà viene sistematicamente scambiata per dabbenaggine. Anche per Pippo, i modelli di riferimento sono Gottfredson e Scarpa. Ma, a dire il vero, non c’è stato nemmeno bisogno di studiarli, poiché chi sa che cos’è l’amicizia sa cosa fanno, come interagiscono due amici. Ecco, prendi per esempio “Pippo e i Parastinchi di Olympia”: quella storia lì è l’esempio perfetto di chi è Pippo. Ogni volta che ripenso alla scena del litigio con Topolino, snif, mi commuovo…

    “Il mondo che verrà” è stata una storia evento molto attesa dai lettori disneyani man mano che ne trapelavano le anticipazioni. Cosa ti ha spinto a recuperare la Spia poeta delle origini, ignorando la versione di Goresi e Asteriti del 1994?

    Ho letto “la Spia” di Gottfredson per la prima volta solo pochi anni fa, e ne sono rimasto subito folgorato: non avevo mai visto un cattivo così spietato, e spaventevolmente affascinante, su Topolino! Mi venne così quasi subito l’idea di (ri)utilizzarlo. Sapevo che un ripescaggio era già stato effettuato (quello di Goresi, appunto) ma, dopo averlo letto, mi fu chiaro che il gelataio rimaiolo di quella storia non aveva niente a che fare con l’originale: non mi sono quindi nemmeno posto il problema di rispettare la presunta continuity.

    E sempre restando a “Il mondo che verrà“, da quale teoria scientifica (o da quale spunto o ispirazione) hai ideato il complesso sistema di modifica della realtà basato sulla matematica?

    La teoria scientifica si rifà più o meno a… io che smanetto con un programma di 3D e mi viene da pensare “Uh, che bello se si potesse fare ‘sta cosa nella realtà vera!” Perché appunto stavo tirando su montagne e, cambiandone i parametri, le potevi fare più o meno alte, larghe, ecc. Da lì è partita l’idea, che poi si è sviluppata nell’intreccio fanta-thriller che conosciamo.

    “Il mondo che verrà“, oltre a fornire molti spunti scarpiani (l’Inusitania, dal termine "inusitato", spesso usato da Scarpa, con quel suo re che sembra tanto una riproposizione di Tapioco Sesto) e… mysteriosi, mette in campo due comprimari classici come Eta Beta e Minni. Nelle tue storie utilizzi spesso comprimari stabili tra personaggi classici e personaggi ideati ad hoc (vedi ad esempio Vito Doppioscherzo, una sorta di variazione sul Giocattolaio disneyano, o la simpatica Eurasia Tost) e altri destinati a durare solo per un’unica storia. Con quale filosofia ti approcci ai comprimari e decidi di optare per quelli classici piuttosto che per quelli creati da te?

    È opportuno scegliere con cura i compagni di avventure, e i villain, perché spesso sono loro a determinare il tono della storia. Con Eta Beta al fianco, per esempio, possiamo star sicuri che Topolino si ritroverà ad affrontare pericoli quanto mai bizzarri, vedi ad esempio “Il Buz Pappapianeti” o “La Neve Spazzastoria” e ci sarà per me la possibilità di giocare con gag surreali e bislacche. E la stessa cosa accade quando il villain è Doppioscherzo, anch’esso un personaggio che si muove bene nelle storie sopra le righe. Macchia Nera invece è un cattivo molto serio, e di conseguenza anche le storie a cui partecipa hanno un tono più realistico. Quando faccio il casting mi domando sempre se già esiste un personaggio che possa ricoprire il determinato ruolo e, se non c’è, lo invento. Non si dovrebbe aver timore di affiancare a Topolino altri personaggi, oltre a Pippo. Se hai bisogno di un tipo (più) sveglio, utilizza Bruto, o Gancio, o anche Orazio, perché no. E Minni, che, lungi dall’essere la civetta imbellettata che in tanti anni ci hanno propinato, è in realtà una ragazza molto in gamba e coraggiosa… solo che quasi nessuno (intendo gli autori) le dà occasione per dimostrarlo.

    Casty-libro
    Il libro-analisi su Casty che gli ha dedicato il sito Papersera.


    “Il Mondo che Verrà”, “L’Isola di Quandomai”, “Il Mondo di Tutor”. Sono tre storie di ampio respiro in cui fai recitare ottimamente il cast topolinese all’interno di trame complesse e che sanno di kolossal. Non a caso per tutte e tre esistono delle locandine cinematografiche disegnate da te che celebrano la bellezza delle suddette avventure. Vuoi parlarci di come sono nate queste tre grandi storie, in cui tra il ritorno di un vecchio villain, una citazione al serial americano Lost e un sottotesto ambientalistico si sono create delle pagine stupende? Quale risultato volevi raggiungere con queste tre storie, e ritieni di averlo raggiunto?

    Beh, dopo tante storie solo sceneggiate e dopo qualche storia “di prova” – “Le Macchine Ribelli”, “Il Grande Pippunga” – sentivo l’esigenza di cimentarmi con qualcosa di più complesso, sia come trama che come disegni. In Il Mondo Che Verrà misi tutto ciò che avevo imparato fino a quel momento, anche perché all’epoca pareva dovesse essere il mio “testamento artistico”, in Disney…fortunatamente poi non fu così. Credo sia la storia che mi ha dato più soddisfazioni, anche a livello internazionale, ma nel contempo è diventata anche una sorta di pietra di paragone, tant’è che quando leggo le recensioni sul web riguardo a nuove storie in uscita, nove volte su dieci iniziano con “Eh, non è il Mondo che Verrà…“ Ah, già che ci siamo: in Il Mondo Che Verrà c’era (c’è) un inside joke che fa riferimento a “Le miniere di fantametallo”, chi lo trova non vince niente… L'"Isola Di Quandomai" è stata la prima storia scritta sotto la nuova gestione. L’intento era di far dimenticare Il Mondo Che Verrà che, ok, era piaciuta un sacco, però mi aveva anche fatto sembrare “quello che fa le storie stile anni ’40“… e ciò poteva anche non essere una cosa positiva, sotto certi punti di vista. Volevo quindi fare una storia molto “moderna”, evitando ogni citazione od omaggio anche velato che potesse far dire “arieccolo, l’integralista scarpiano…“ Lost (ah, che bello!) è stata sicuramente la scintilla che ha ispirato il tutto, tant’è che nel progetto iniziale L'Isola di Quandomai era quasi un serial, con misteri ancora più fitti e la presenza, sull’isola, di Orazio e Clarabella. Poi però si optò per le due puntate, che è una misura in cui mi trovo davvero a mio agio, e non è stato quindi complicato riscrivere la storia. Come Il Mondo che verrà, L'Isola di Quandomai è uscita anche negli Stati Uniti, ottenendo critiche molto positive: sono molto affezionato a queste due storie. Il Mondo di Tutor è invece una storia scritta su commissione: mi ha fatto dannare per i disegni, perché avevo dei tempi strettissimi per la consegna e, tanto per cambiare, c’era la schiena che non mi dava pace. Ci ho perso pure un po’ di vista, sopra. Forse è la storia a cui ho più compartecipato emotivamente, tant’è che addirittura ci… “appaio”, come voce fuori campo. Venendo al “progetto” nell’insieme, il mio intento (compatibilmente con le esigenze redazionali, ovvio) sarebbe di produrre una “storiona” una o due volte l’anno: credo che Topolino abbia bisogno, periodicamente, di vivere delle avventure un po’ speciali. E non necessariamente di fantascienza, anzi: prima o poi un giallone a-la “Voce Spezzata” o “Unghia di Kalì” mi piacerebbe farlo. Il riscontro avuto anche all’estero da queste avventure mi conferma che i lettori hanno desiderio di vedere Topolino impegnato in una “grande avventura”, che tra l’altro mi sembra l’unico sistema per competere in qualche modo con gli sbriluccicanti effetti speciali del cinema e dei videogames. Quale risultato volevo ottenere? Beh, direi che non solo con queste storie, ma fin dal principio, il mio scopo era far rinascere l’entusiasmo attorno al personaggio di Topolino. E mi sembra che, “mena e remena”, in tal senso qualcosa si sia mosso. Ora non mi resta che far “entusiasmare” la Egmont… – che ha da qualche anno cessato la produzione di storie con Topolino (ndr)– ma lì la vedo assai dura…

    Domanda finale: se dovessi consigliare un fumetto a una persona che non ha mai letto fumetti, in modo da convincerla della potenza del medium, quale opera citeresti?

    Mi verrebbe da consigliare Nausicaa, o L’Eternauta… Ma se ‘sta persona non ha mai letto fumetti, la vedo dura farla iniziare con due tomi del genere. Ah, ecco, tanto per cambiare: le consiglierei di leggere “Topolino e la Dimensione Delta”. Quella storia contiene tutto, ma proprio tutto ciò che fa grande un fumetto. Humour, suspense, colpi di scena e… bellissimi disegni: se non scocca la scintilla lì… A me la passione per i fumetti è nata proprio con questa storia.


    TUTTE LE STORIE PRINCIPALI DI CASTY

    T2
    La prima pagina di "Topolino e i mostri idrofili", che fu l'inizio della carriera di Casty.



    2003
    Topolino 2488: TOPOLINO E I MOSTRI IDROFILI (testo di Casty, disegni di Andrea Ferraris)
    Topolino 2506: TOPOLINO E LA MACCHINA DELL'OBLIO (testo di Casty, disegni di Massimo De Vita)
    Topolino 2507: TOPOLINO E LA SPEDIZIONE PERDUTA (testo di Casty, disegni di Giorgio Cavazzano. E' la prima apparizione di Eurasia Tost.)
    Topolino 2543: TOPOLINO E IL MISTERO DEL POP (testo di Casty, disegni di Massimo De Vita)

    2004
    Topolino 2535: TOPOLINO E IL MAGNIFICO DOPPIOSCHERZO (testo di Casty, disegni di Massimo De Vita. E' la prima apparizione di Vito Doppioscherzo)
    Topolino 2555: TOPOLINO E GLI SCHERZODOLLARI (testo di Casty, disegni di Silvio Camboni. Ritorna Doppioscherzo)
    Topolino 2558: TOPOLINO E LA DILAGANTE SCHERZELLETTA (testo di Casty, disegni di Marco Mazzarello. Ancora Doppioscherzo)

    2005
    Topolino 2580: TOPOLINO E LE REGOLISSIME DEL GUAZZABU' (testo di Casty, disegni di Massimo De Vita. Ancora Doppioscherzo)
    Topolino 2593: TOPOLINO E IL COLOSSO DI RODI (testo di Casty, disegni di Massimo De Vita. Torna Eurasia Tost. Storia doppia in un numero. Copertina di Cavazzano relativa alla storia: credo sia la prima relativa ad un racconto di Casty)
    Topolino 2597: TOPOLINO E L'UOMO INGANNATEMPO (testo di Casty, disegni di Massimo De Vita. Copertina che fa riferimento alla storia e realizzata in parte da Casty e in parte da Zemolin)
    Topolino 2613: TOPOLINO E LE MACCHINE RIBELLI (testo e disegni di Casty. E' la sua prima storia come disegnatore: è una storia natalizia)

    2006
    Topolino 2619: TOPOLINO E IL CASO SOTTILISSIMO (testo di Casty, disegni di Lorenzo Pastrovicchio. E' la prima collaborazione tra Casty e Pastrovicchio)
    Topolino 2646-2647: TOPOLINO E IL DOMINATORE DELLE NUVOLE (testo di Casty, disegni di Giorgio Cavazzano)
    Topolino 2658: TOPOLINO E PIPPO CITTADINI DEL NULLA (testo di Casty, disegni di Marco Gervasio, copertina sul soggetto)

    2007
    Topolino 2686: TOPOLINO E LA BIONDA MINACCIA (testo, disegni e copertina di Casty)[/color]
    Topolino 2705: TOPOLINO E LA NEVE SPAZZASTORIA (testo e disegni di Casty. Compaiono Doppioscherzo e Eta Beta)

    2008
    Topolino 2721-2722-2723-2724: TOPOLINO E IL MONDO CHE VERRA' (testo e disegni di Casty. Compare la Spia Poeta. Copertina di Casty relativa alla storia nel n. 2722)
    Topolino 2753: TOPOLINO E IL GRANDE PIPPUNGA (testo e disegni di Casty)
    Topolino 2757: TOPOLINO E LA JELLAMOLECOLA (testo di Casty, disegni di Enrico Faccini. E' la prima collaborazione tra Casty e Faccini)

    2009
    Topolino 2779: TOPOLINO E IL SIGNORE DEI PUPAZZI (testo di Casty, disegni di Massimo De Vita)
    Topolino 2798: TOPOLINO E LE BORBOTTIGLIE DI AVALOA (testo e disegni di Casty. E' un omaggio a Rodolfo Cimino)
    Topolino 2810: TOPOLINO E L'INCUBO ORBITALE (testo, disegni e copertina di Casty)

    2010
    Topolino 2832-2833: TOPOLINO E L'ISOLA DI QUANDOMAI (testo e disegni di Casty. Copertina di Casty sull'episodio sul n. 2832. Ispirata a Lost)
    Topolino 2839: TOPOLINO E IL MONDO DI TUTOR (testo e disegni di Casty. Storia dedicata a temi ambientali)
    Topolino 2843: ZIO PAPERONE E IL MOLTIPLICATORE DI SIMPLICIUS (testo di Casty, disegni di Andrea Ferraris)
    Topolino 2845: ETA BETA E IL BUZ PAPPAPIANETI (testo e disegni di Casty)

    2011
    Topolino 2880: TOPOLINO E LE MINIERE DI FANTAMETALLO (testo e disegni di Casty. Torna Eurasia Tost. La storia si connette col Colosso di Rodi)
    Topolino 2897: TOPOLINO E LA SORPRESA DELLE NOCI GIGANTI (testo di Rodolfo Cimino, disegni di Casty)
    Topolino 2899: TOPOLINO E IL PIPPO FORTUNIFICATO (testo di Casty, disegni di Lorenzo Pastrovicchio)
    Topolino 2900: TOPOLINO E LA RIVOLTA DELLE DIDASCALIE (testo e disegni di Casty)
    Topolino 2918 (cap 1-2) - 2919 (cap 3-4): TOPOLINO E LA MAREA DEI SECOLI (testo e disegni di Casty)
    Topolino 2926: TOPOLINO E IL CAPPOTTO DA UN DOLLARO (testo, disegni e copertina di Casty. Storia natalizia)

    2012
    Topolino 2955: TOPOLINO E IL CLUB DEGLI SPETTRI (testo di Casty, disegni di Enrico Faccini)
    Topolino 2972-2074: TOPOLINO E GLI OMBRONAUTI (testo e disegni di Casty. Il ritorno di Atomino Bip Bip. Copertina di Casty sul numero 2972)

    2013
    Topolino 2990: TOPOLINO E L'OPERAZIONE "ASSO" (testo di Casty, disegni di Massimo De Vita. Parodia di Pippo che fa James Bond)
    Topolino 2998: TOPOLINO E IL DOTTOR TICK-TOCK (testo di Casty ed Enrico Faccini, disegni di Casty. Eta Beta compare. Copertina di Casty)
    Topolino 3000: TOPOLINO E IL SORPRENDENTE 3000 (testo e disegni di Casty. Televisore videogioco di Eta Beta in cui sono tutti prigionieri)
    Topolino 3020: TOPOLINO E GLI INCONTENIBILI SQUEE (testo e disegni di Casty. Copertina relativa di Casty)
    Topolino 3024-3027: DARKENBLOT 2.0 (testo di Casty, disegni di Lorenzo Pastrovicchio. Due copertine di Pastrovicchio. Seconda storia di Darkenblot, con la donna poliziotto Neve)
    Topolino 3031: TOPOLINO E IL DIROMPENTE DIRIMPETTAIO (testo di Casty, disegni di Silvio Camboni. Con Topesio)

    2014
    Topolino 3036-3037: TOPOLINO E LE VORAGINI ENIGMATICHE (testo di Casty, disegni di Massimo De Vita. Copertina relativa di Casty sul 3036)
    Topolino 3041: TOPOLINO E IL TEATRINO DI BAMBOLIER (testo di Casty, disegni di Enrico Faccini)
    Topolino 3075: TOPOLINO E I CASI DELL'ISPETTORE BONTON (testo e disegni di Casty. Copertina di Casty)
    Topolino 3077: TOPOLINO E I 7 BOGLINS (testo di Casty, disegni di Casty e Faccini)

    2015
    Topolino 3092-3093: TOPOLINO E L'IMPERO SOTTOZERO (testo e disegni di Casty. Con interviste. Copertina di Casty sul 3093)
    Topolino 3099: TOPOLINO E LE PIPPOSCARPE MNEMONICHE (testo di Casty, disegni di Faccini)
    Topolino 3127: TOPOLINO E IL RAMPIRO DI TANSVITANIA (testo di Casty, disegni di Faccini. Copertina Casty+ Versione Lucca)
    Topolino 3130: TUTTO QUESTO ACCADRA' IERI (testo di Casty, disegni di Casty e Bonfatti)

    2016
    Topolino 3177-3178: TOPOLINO E IL RAGGIO DI ATLANTIDE (testo e disegni di Casty; torna Eurasia. Copertina di Casty (3177)
    Topolino 3187: TOPOLINO E L'ELETTROMISTERO DI NATALIMBURGO (testo e disegni di Casty)

    2017
    Topolino 3221: TOPOLINO E LA LEGGENDA DEL CHUCA-CANUCHA (testo di Casty, disegni di Giuseppe Zironi)
    Topolino 3232: TOPOLINO E LA MINACCIA PICCOLINA (testo di Casty, disegni di Alessandro Perina)

    2018
    Topolino 3250-3251: TOPIN MYSTERE E OROBOMIS LA CITTA' CHE CAMMINA (testo e disegni di Casty. Copertina di Casty. Versione disneyana di Martin Mystere)
    Topolino 3284: TUTTO QUESTO ACCADDE DOMANI (testo di Casty, disegni di Casty e Bonfatti. Copertina di Casty. Versione Lucca)

    2023
    Topolino 3515: TOPOLINO E L'IPOTETICO DOPPIOSCHERZO (testo e disegni di Casty)

    BIBLIOGRAFIA

    www.lospaziobianco.it/casty-il-cla...uovo-millennio/
    2017: intervista IL FUMETTO

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    1 Paperino e Paperoga, ricercando personaggi famosi da intervistare, trovano solo un vecchio pilota di guerra che soffre di amnesia, Fhon Watt; per fargli tornare la memoria devono fargli rivivere l'evento che gli ha causato la perdita di memoria. Paperone compra quindi una vera corazzata sulla quale l'ex pilota di guerra si lancia in picchiata.

    Casty



    (Continua qui)

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