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  1. ANNIVERSARI DEL 2023 (prima parte)

     
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    ANNIVERSARI DEL 2023 (prima parte)

    Per concludere l'anno, faccio l'elenco di tutti gli anniversari che mi è capitato di notare, chiedendo scusa a tutti quelli che ho trascurato.

    150 ANNI: ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ALESSANDRO MANZONI, LO SCRITTORE DEI "PROMESSI SPOSI" (1873)

    Il Manzoni morì nel 1873 in seguito a una brutta caduta, in cui battè la testa su uno scalino all'uscita dalla chiesa di San Fedele di Milano: fu sepolto nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano. La sua opera più famosa, "I promessi Sposi", è un capolavoro letterario, sia della letteratura italiana che di quella mondiale: Manzoni gettò le basi del romanzo moderno di natura storica, basato sulla quotidianità dei personaggi e sulla realtà del contesto storico in cui vivono. La narrazione si basa su un narratore onnisciente che racconta i fatti e li commenta. Anche i fumetti attuali hanno una simile impostazione: si pensi alla Storia del West, per esempio.

    Tuttavia, il Manzoni incontrò le critiche di cattolici come Giovanni Papini o Don Bosco, che non approvava un personaggio così vile e meschino come il prete Don Abbondio, o una donna perduta come la Monaca di Monza, che era una suora: infatti sono personaggi di cattivo esempio, che mettono in cattiva luce, con un certo compiacimento, i sacerdoti e le suore.

    Il più importante adattamento a fumetti dei Promessi Sposi è sicuramente quello di Claudio Nizzi, coi disegni di Paolo Piffarerio, realizzato nel 1989 sul Giornalino, la principale testata cattolica a fumetti del periodo, che a quei tempi aveva realizzato dei veri e propri capolavori a fumetti. Infatti, gli anni '70 e '80 del Giornalino furono gli anni d'oro della rivista: nei mercatini del fumetto usato quelle annate non le trovate facilmente, tanto per dire. L’adattamento dei Promessi Sposi qui è molto fedele, con disegni ben realizzati e una narrazione fluida e coinvolgente, in cui lo stesso Manzoni compare come narratore.

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    100 ANNI: ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA WALT DISNEY COMPANY (1923). MA C'E' POCO DA FESTEGGIARE.

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    Buon Compleanno e cento di questi giorni!


    Nel 1923, Walt Disney e suo fratello Roy fondarono la Disney Brothers Cartoon Studio a Los Angeles, in California, nel quartiere di Hollywood: il nome forse fu scelto come imitazione della Warner Bros (appunto, i "fratelli Warner: nel 1918 i quattro fratelli Harry, Albert, Sam e Jack Warner fondarono il loro primo studio sul Sunset Boulevard di Hollywood, appunto la Warner Bros). Il nome della ditta ebbe diversi cambiamenti: nel 1926 fu rinominata The Walt Disney Studio, per poi passare a Walt Disney Productions e arrivare infine al nome attuale, Walt Disney Company, nel 1986. Successivamente, nel 2006 acquistò la Pixar (che, prima di passare alla Disney, fu la realizzatrice di Toy Story e Gli Incredibili). Nel 2009 acquistò la Marvel Comics, iniziando così l'infinita trafila di film di supereroi. Nel 2012 acquistò la Lucasfilm, e anche da qui partì una serie infinita di film, telefilm, franchising basato su Guerre Stellari, o Star Wars, se preferite.

    Oggi la Disney (e la Marvel, Pixar e Lucasfilm compresi in essa) non se la passa bene. Infatti, la maggior parte dei film Disney, sia quelli sui supereroi che quelli classici, negli ultimi anni hanno avuto un comune denominatore: cast basati in gran parte su attori di colore, infilando ovunque omosessuali e lesbiche, trans ecc. Il pubblico è fuggito a gambe levate. Oltre a ciò, c'è anche una qualità pessima di testi e sceneggiature, con trame davvero ridicole, sperando di nascondere tutto ciò con gli effetti speciali, che sono diventati il tappeto dove nascondere sotto lo sporco. Ma se lo sporco è una montagna, si nota che il tappeto ha un bel bubbone: cioè, anche gli effetti speciali non riescono più a nascondere cose fin troppo evidenti.

    Di conseguenza, quest'anno c'è stato il taglio di ben 7.000 posti di lavoro e una perdita di 5 miliardi di dollari e mezzo (a citare questi dati è Bob Iger, amministratore delegato della Disney). Anzi, secondo i recenti report riportati da Bloomberg, Disney ha perso 900 milioni di euro a causa degli ultimi film. Ma non solo: abbiamo anche il ribasso degli abbonati alla piattaforma streaming Disney+. Milano Finanza parla del crollo delle azioni Disney nel 2022, criticando anche il recente investimento della Disney sulla Fox, definendolo troppo costoso, vista la posizione debitoria di Disney. Cioè, la Disney è anche carica di debiti. Quindi c'è ben poco da festeggiare i 100 anni.

    Se il bilancio riesce a segnare ancora qualche punto in attivo, questo è dovuto - guarda caso - ai ricavi che arrivano da parchi, esperienze e prodotti della vecchia Disney classica, quella di Biancaneve, Robin Hood e a Spada nella Roccia, che attira ancora delle persone perchè trasmettono dei messaggi normali e non plagiati dal politicamente corretto. E sono anche storie molto migliori qualitativamente.

    Anche per la Marvel, che produce i fumetti dei supereroi (anche questi politicamente corretti con personaggi LGBT, omosessuali, versione nera o asiatica ecc. dei supereroi) le cose non vanno bene: la Disney ha licenziato Ike Perlmutter dal vertice del consiglio di amministrazione della Marvel, e, insieme a lui, ci sono stati altri siluramenti nell'ambito di un progetto di riduzione dei costi a seguito dei flop cinematografici e fumettistici che hanno squassato i bilanci. I lettori scappano a gambe levate e pure gli spettatori disertano le sale da quando i capi della compagnia si sono messi a fare indottrinamento lgbt, woke, inclusivo, ecc. E così è stato deciso di tagliare tutto il tagliabile.

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    Zio Walt, dove sei?


    Anzi, sui siti americani sono cominciate a circolare voci secondo le quali i vertici della Disney vorrebbero disfarsi del settore editoriale della Marvel, come del resto hanno fatto coi fumetti di Topolino, che oggi sono prodotti su licenza da altri editori (in Italia avviene così da decenni). L'incasso di una serie a fumetti è infatti molto modesto. Nessuna serie Marvel supera la quota di 100.000 copie e la media è scesa sotto le 35.000 copie. Per una compagnia come Disney l'incasso vendite di tali serie a fumetti equivale a spiccioli e tenere su il settore non conviene più.

    Per di più, il mercato, a causa di tante scelte sbagliate, si è ridotto ad una nicchia di fan che non è che il 10% di quello di una volta. Quando Claremont scriveva gli X-Men a metà anni '80, ogni numero vendeva circa 700.000 copie. Erano fumetti molto popolari, venduti a meno di un dollaro e ogni mese riversavano milioni di dollari nelle casse della società. Oggi un fumetto Marvel costa in media 4,99 dollari e data la crisi socio-economica del Paese accanto alle scelte narrative infelici non è più pensabile di vendere come una volta dopo la perdita di credibilità.

    In questo momento, la Marvel come struttura autonoma di fumetti non esiste più e il suo presidente, Dan Buckley, è stato posto sotto la direzione di Kevin Feige, che dirige i Marvel Studios, la divisione che produce i film. Con la perdita di ogni autonomia, il settore fumetti Marvel è passato sotto il controllo di quello filmico. Questo significa che le trame future dei fumetti saranno realizzate in funzione delle pellicole: quindi, sviluppi assurdi e psicologia da bambini dell'asilo.

    Senza una struttura editoriale a sè stante, la Disney potrebbe decidere di affidare la produzione dei fumetti Marvel a editori esterni su licenza, come fa coi fumetti di Topolino. E non è detto che siano tutti affidati allo stesso editore. Per ora si tratta solo ipotesi estreme, in quanto nell'immediato non dovrebbe accadere nulla: ma alla Disney la situazione è grave e l'intero settore entertainment sta traballando.

    Solo qualche esempio: il film "The Marvels" col Capitan Marvel femmina e le sue colleghe donne (una nera e una musulmana), è stato un flop pazzesco. Stesso discorso per Strange World (un film col protagonista omosessuale e di colore, con ambientalismo, animalismo e comunismo con l'annullamento della proprietà privata: un tonfo colossale), The Elemental (storia di elementi vivi contro la xenofobia), Red (una ragazza cinese che diventa un panda rosso), Soul (un cantante di colore che deve riunire la sua anima e il suo corpo dopo essere morto), Onward, Encanto, Lightyear (con un bacio lesbico, personaggi LGBT, fecondazioni artificiali), le varie Live Action della Sirenetta (nera) e di Mulan. Insomma, continuate pure a farvi del male, se ci tenete tanto: ne parleremo al prossimo centenario, se ci sarete ancora.

    (Continua qui)

    QUI I LINK SUL 2023 E SUGLI ALTRI ANNI

    Edited by joe 7 - 5/12/2023, 17:08
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    Wow, una bella trovata la tua di questo articolo.

    Manzoni é il miglior autore italiano dopo Dante.
    Dei promessi Sposi ho letto solo qualche capitolo, ma che mi é rimasto impresso.
    Riguardo alle critiche a Don Abbondio e la Monaca di Monza, penso sia stato giusto fare i personaggi così, perché é giusto mostrare che i membri del clero sono persone come le altre e pertanto, non esenti dai difetti umani (viltà, lussuria).

    Riguardo alla Disney: io seguo soprattutto le serie animate, ma avevo notato che nei film ci sono sempre personaggi LGBTQ+ anche se inutili ai fini della trama.
    Il fallimento in casa Marvel delle iniziative Politically Correct é dimostrato dal fatto che quando la Miss Marvel Mususlmana é deceduta, la tanto temute reazioni negative dei fans non ci sono state.
    Casualmente, ho appena trovato questo articolo: https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/i...8c421b1a03&ei=7
     
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    Grazie per il link.

    Don Bosco aveva criticato i personaggi di Don Abbondio e della Monaca di Monza perchè sono uomini di Dio che non hanno una loro positività: Don Abbondio vigliacco ed egoista, la Monaca di Monza vittima e persecutrice, che commette peccati di carne con Egidio e rimane così, senza cambiamenti. E così pure Don Abbondio. Non si tratta di "mostrare i difetti umani delle persone": si tratta di far vedere dei sacerdoti e delle suore in un modo degradante, e descritti con un certo compiacimento, senza una condanna chiara e forte sulle loro azioni. Anzi, c'è una certa complicità del Manzoni su di loro e sui loro atti. E sono d'accordo con don Bosco: questa non è una cosa positiva, anche se la fa un grandissimo scrittore come il Manzoni.

    Riguardo alla Disney, lei, insieme alla Marvel (ma c'è anche la DC, anche se non è della Disney) è sempre stata in prima fila nel diffondere l'ideologia LGBTQ, woke, gender, personaggi neri o musulmani o altro. Un fallimento totale su tutta la linea. Possono continuare a fare così, se vogliono, ma saranno disastri sempre più grandi. Adesso stanno correndo ai ripari, ma non so se sarà servita la lezione. Si vedrà. Anche perchè non c'è solo la Disney a diffondere l'ideologia omosessuale eccetera: c'è anche la Bonelli col prossimo numero di Julia di questo Dicembre, per esempio, con un matrimonio omosessuale schiaffato in copertina. E anche la Bonelli se la sta passando male, tra l'altro...
     
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    Don Bosco ha ragione: proprio grazie al talento di Manzoni, Don Abbondio e la Monaca di Monza sono diventati personaggi così famosi da creare dei luoghi comuni denigratori sui religiosi cattolici.
    Io comunque amo ricordare Fra Cristoforo e il cardinale Borromeo, piuttosto che Don Abbondio e Gertrude.
    Chissà, forse sono stati messi lì da Manzoni per esaltare maggiormente il burbero coraggioso frate, che sembra l'opposto del pauroso curato, e il solare e gioioso Borromeo di fronte alla cupa e contorta Gertrude.
    Ammetto che ai tempi del liceo "I Promessi Sposi" non mi aveva affatto colpito.
    Poi mia nonna un giorno mi chiese di leggerle la scena della mamma di Agnese, la bambina uccisa dalla peste e vidi che i suoi occhi diventavano umidi...ma sono tanti i momenti che fanno aprire il cuore in questo romanzo.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 5/12/2023, 17:07) 
    Don Bosco ha ragione: proprio grazie al talento di Manzoni, Don Abbondio e la Monaca di Monza sono diventati personaggi così famosi da creare dei luoghi comuni denigratori sui religiosi cattolici.

    A causa dei Promessi Sposi, nessuno infatti chiamerebbe più Abbondio suo figlio, per esempio. Eppure sant'Abbondio era stato vescovo di Como, proprio il paese di Renzo e Lucia, e chiaramente i genitori avevano chiamato Abbondio il figlio prete dei Promessi Sposi in onore del Santo. Che da adesso in poi non potrà fare più da santo protettore per nessuno, grazie al Manzoni...

    Per quanto riguarda la Monaca di Monza, non c'è nessuna figura di monaca, o suora, "buona" nei Promessi Sposi che faccia da contraltare a questa monaca, che, se non cattiva, è comunque deviata.

    Senza togliere nulla al talento del Manzoni, con momenti di alta narrativa come quella della mamma di Agnese, che hai citato.
     
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