Il blog di Joe7


Replying to DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: PURGATORIO, CANTO 1

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  1. Posted 27/6/2022, 08:45
    CITAZIONE (Andrea Cornali @ 27/6/2022, 09:35) 
    Il comunismo odia tutto ciò che non è materialismo

    A dire il vero, il comunismo è materialismo: essendo ateo, non ha nessuna credenza nè in Dio nè nell'aldilà. Più materialista di così.

    Più che odiare, comunque, il comunismo è la religione dell'odio. Per il comunismo l'odio è essenziale, è nella sua natura odiare.
  2. Posted 27/6/2022, 08:35
    Il comunismo odia tutto ciò che non è materialismo
  3. Posted 26/6/2022, 09:27
    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 26/6/2022, 08:33) 
    La tua analisi del purgatorio comincia col botto.

    Ti ringrazio.

    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 26/6/2022, 08:33) 
    Piccola curiosità: in Russia hanno vietato gli isekai perché "incitano a credere nell'aldilà".

    Non è che gli Isekai incitino a credere nell'aldilà: piuttosto fanno credere ad un'aldilà sbagliato, falso. E' per questo che li hanno proibiti.

    Gli Isekai fanno credere infatti che, quando muori, su di te e sulle tue azioni non ci sarà nessun giudizio e, qualunque cosa tu abbia fatto, andrai a divertirti in una specie di Gardaland dove fai quello che vuoi e hai quello che vuoi: donne, picchiare nemici, fare il potente e altre stupidaggini del genere. Questo è falso, e porta ad un rifiuto della vita di quaggiù, pensando a una vita immaginaria e divertente, al Gardaland che ti aspetta E questa è davvero un'alienazione.

    Quindi, in Russia hanno fatto benissimo a fare queste proibizioni: che però non serviranno a molto, perchè chi li vuole leggere li potrà seguire sottobanco. Ma almeno è stato messo un argine. Bisogna piuttosto far capire alla gente che le tue azioni, se malvagie, hanno una grave responsabilità alla quale devi rispondere dopo la tua morte; e, se sono buone, avrai una ricompensa dopo la morte.

    Ma ormai chi ci crede a queste cose? Eppure sono vere le stesso, anche se nessuno ci crede. Il Giudizio resta, indipendentemente dal fatto che tutti credano o meno agli Isekai.
  4. Posted 26/6/2022, 07:33
    La tua analisi del purgatorio comincia col botto.
    Piccola curiosità: in Russia hanno vietato gli isekai perché "incitano a credere nell'aldilà".
  5. Posted 25/6/2022, 18:59
    PURGATORIO, CANTO 1 - SPIAGGIA; CATONE L'UTICENSE
    (primo post: qui; precedente post: qui)

    jpg
    Dante incontra Catone, il Guardiano del Purgatorio.



    IL PURGATORIO

    Il Cantico del Purgatorio, che è il Regno della purificazione dal peccato, appare sin dall'inizio come il cantico della libertà, col famoso verso relativo che sarà detto proprio qui, nel primo canto. Il Purgatorio della Divina Commedia è una montagna presente agli antipodi di Gerusalemme: è composta da sette balze1 che passano dal vizio capitale più grave a quello meno grave. Il "vizio" è un peccato che diventa abitudine: la persona che cade nel vizio perde la consapevolezza della colpa, a causa dell’abitudine acquisita (errare è umano, perseverare nell'errore è diabolico). I vizi principali su cui si cade più spesso sono sette, e sono detti per questo "Capitali", perchè li riassumono tutti quanti. Le sette balze del Purgatorio, come ho detto, rappresentano i sette vizi capitali, dal più grave (la balza più bassa, cioè la prima) al meno grave (la balza più in alto). Le balze, dal basso all'alto, sono in quest'ordine:
    - superbia (il più grave di tutti)
    - invidia
    - ira
    - accidia
    - avarizia e prodigalità
    - gola
    - lussuria

    purgatorio
    La struttura di base del Purgatorio dantesco.


    Le anime purganti giungono sulle rive del Purgatorio, iniziano a salire tutte insieme sulla montagna e rimangono nelle balze relative ai loro vizi capitali di cui si sono macchiati, in proporzione alla gravità del "vizio", soffrendo con pazienza la Giustizia di Dio fino a quando saranno degni di entrare in Paradiso. Nel Purgatorio troviamo, in parte, gli stessi peccati dell'Inferno, ma la differenza sta nel pentimento e nella contrizione di chi si affida a Dio ammettendo la sua fragilità e confidando nella sua Misericordia. Nel Purgatorio dantesco si trovano a volte delle anime che hanno commesso colpe anche più gravi rispetto ad altre che si trovano all’Inferno: infatti non è la gravità della colpa a stabilire il giudizio, ma sono il pentimento e la contrizione che permettono all’uomo di ottenere la salvezza, domandandola a Colui che solo può donarla. La giustizia umana non riesce a concepire questa differenza, perchè considera solo i fatti e non la disposizione del cuore, che solo Dio può conoscere. Gesù scommette sempre sull’uomo peccatore, sorprendendo gli altri e mostrando di aver fiducia in lui. La Misericordia di Dio però diventa Giustizia, se l'uomo peccatore rifiuta fino all'ultimo la sua Misericordia. E fare il peccato per poi pentirsi apposta all'ultimo momento non funziona: con Dio non si può fare i furbi. Nell’Inferno, il Regno senza Dio, campeggiano personaggi solitari, individualisti, presi da passioni totali e assolute, dominati dal male senza percepire alcun desiderio di redenzione. Nel Purgatorio, invece, al posto delle urla dei dannati, ci sono i canti delle anime purganti. Dominano gli affetti, le amicizie, il senso della coralità e della comunità: il movimento e il cammino sostituiscono la staticità e l'immobilità dell’Inferno. Il Purgatorio infatti è il cantico più terreno, più vicino alla nostra condizione di pellegrini sulla Terra. L’uomo d'oggi ha dimenticato questa condizione di pellegrino, ben conosciuta nel Medioevo, o meglio Età Cristiana: un'età rappresentata proprio dal movimento continuo. Non solo quello dei pellegrini, ma anche quello dei monaci, che si muovevano per tutta l'Europa, evangelizzando, costruendo monasteri, diffondendo il verbo di Cristo. Ovunque arrivavano, coltivavano i campi, trasmettevano la cultura antica, diventavano un polo di aggregazione per la gente che abitava vicino al monastero (mentre il "Nome della Rosa" di Umberto Eco, compreso il film relativo e tutta la serie realizzata, ne rappresenta solo la parodia rovesciata, falsa anche dal punto di vista storico).

    DESCRIZIONE DEL CANTO

    Dante lascia il "mare crudele dell'Inferno" e inizia a percorrere "acque migliori", secondo le sue parole, perchè il poeta sta per cantare del secondo regno dell'Oltretomba, cioè il Purgatorio, in cui l'anima umana si purifica e diventa degna di salire in Cielo. Dante invoca le Muse che lo aiutino, in particolare Calliope2, perché lo assista con lo stesso canto con cui lei vinse sulle figlie di Pierio, trasformandole in gazze3. Dante ammira il cielo prima dell'alba, di un bell'azzurro intenso. E' la mattina di Pasqua, il giorno della liturgia che segna la Resurrezione di Cristo e la vittoria definitiva sul peccato e su Satana. Dante osserva la stella di Venere nel cielo australe (cioè del Sud), e vede anche quattro stelle che nessuno ha mai visto, eccetto i primi progenitori (cioè i discendenti di Adamo). Non appena Dante distoglie lo sguardo dalle stelle, vede, insieme a Virgilio, un vecchio dall'aspetto molto autorevole: è Catone l'Uticense, di cui avevo già parlato nel Canto 14, e a cui rimando. Catone ha la barba lunga e brizzolata (cioè che sta per diventare bianca), come pure i suoi capelli, dei quali due lunghe trecce ricadono sul petto. La luce delle quattro stelle illumina il suo volto, tanto che Dante lo vede come se fosse di fronte al sole. Il vecchio si rivolge subito ai due poeti, chiedendo chi siano e scambiandoli per due dannati che erano fuggiti dall'Inferno. Chiede chi li abbia guidati fin lì, facendoli uscire dalle profondità della Terra, domandandosi se in Cielo sia stato deciso che i dannati possono accedere al Purgatorio. A questo punto, Virgilio induce Dante a inchinarsi di fronte a Catone, abbassando lo sguardo in segno di deferenza. Dopodichè, il poeta latino risponde di non essere venuto lì di sua iniziativa, ma di esserne stato incaricato da una santa, appunto Beatrice, che gli aveva chiesto di soccorrere Dante e fargli da guida. Virgilio dichiara inoltre che Dante non è morto, anche se, per i suoi peccati, aveva rischiato seriamente la dannazione (la "selva oscura" dell'inizio della Divina Commedia). Virgilio fu inviato a lui per salvarlo e non c'era altro modo di farlo se non percorrendo questa strada, in cui finora gli ha mostrato tutti i dannati, e adesso intende mostrargli le anime dei penitenti, che si purificano sotto il controllo di Catone. Quindi, questo viaggio è stato voluto da Dio e Catone dovrebbe gradire la sua venuta, dal momento che Dante cerca la libertà, che è preziosa, come sa chi per essa rinuncia alla vita. E Virgilio dice, riferendosi a Dante, i famosi versi:

    libertà va cercando, ch’è sì cara,
    come sa chi per lei vita rifiuta.


    Virgilio, inoltre, dice che nel Limbo si trova la moglie di Catone, Marzia, che è ancora innamorata di lui: quindi prega Catone di lasciarli andare, in nome dell'amore per la moglie, promettendo di parlare di lui alla donna, una volta che sarà tornato nel Limbo. Catone risponde di aver molto amato Marzia in vita, tanto che la donna ottenne sempre da lui tutto ciò che voleva: ma, adesso che è confinata al di là dell'Acheronte (il fiume del traghettatore Caronte), lei non può più commuoverlo, in forza di una legge che fu stabilita quando lui fu tratto fuori dal Limbo. Tuttavia, poiché Virgilio afferma di essere guidato da una donna del Paradiso, quindi dalla volontà di Dio, non c'è bisogno di ricorrere a lusinghe. Catone invita dunque i due poeti a proseguire, ma raccomanda Virgilio di cingere i fianchi di Dante con un giunco liscio (segno di umiltà: infatti, il giunco si piega davanti alle avversità) e di lavargli il viso, togliendo da esso ogni segno dell'Inferno, poiché non sarebbe opportuno presentarsi in quello stato davanti all'angelo guardiano alla porta del Purgatorio. Successivamente, Catone scompare e Dante si alza: Virgilio dice a Dante di tornare indietro con lui lungo il pendio che da lì conduce alla parte bassa della spiaggia, dove si trovano appunto dei giunchi. È quasi l'alba e si sta facendo giorno: Dante può vedere in lontananza il tremolio dell'acqua del mare. Virgilio pone entrambe le mani sull'erba bagnata di rugiada e lava il viso di Dante, annerito e bagnato di lacrime. Poi i due raggiungono il bagnasciuga e il maestro estrae dal suolo un giunco, col quale cinge i fianchi di Dante. Con grande meraviglia di Dante, là dove Virgilio ha strappato il giunco ne rinasce subito un altro. Dopo non dovranno tornare indietro, secondo le parole di Catone, ma dovranno seguire il corso del sole che sta sorgendo, e trovare così un facile accesso al monte.

    IL GIUNCO SIMBOLEGGIA UMILTA'

    Una virtù indispensabile per la salvezza è l’umiltà, ovvero il riconoscimento che noi siamo polvere, anche se abbiamo nel cuore il desiderio di eternità e siamo fatti per l’eternità. Senza umiltà non si può riconoscere la Divina Misericordia e non si può iniziare neppure un cammino di purificazione. Ecco perché, prima di iniziare il viaggio nel Purgatorio, Dante deve cingersi di un giunco, simbolo dell’umiltà.

    IL MISTERO DELLA CROCE DEL SUD

    La cosa strana è che questa costellazione di quattro stelle che si troverebbe a Sud esiste veramente, anche se, ai tempi di Dante, ovviamente nessuno l'aveva ancora vista, visto che nessuno dell'emisfero nord era ancora andato nell'emisfero sud della Terra. Infatti è la famosa costellazione della Croce del Sud, citata persino nel manga di Ken il Guerriero (era il simbolo della tecnica di Nanto, rivale di quella di Hokuto, la tecnica di Ken, il cui simbolo era la costellazione dell'Orsa Maggiore o Grande Carro, che si trova nell'emisfero a Nord).

    ken-header
    I guerrieri di Nanto (Croce del Sud) e di Hokuto (Orsa Maggiore)


    La Croce del Sud è una delle costellazioni più brillanti e caratteristiche del cielo australe: la disposizione delle sue stelle ricorda perfettamente quella di una croce ed è quindi riconoscibile con estrema facilità. E' anche presente in diverse bandiere di stati e continenti che si trovano a sud: per esempio l'Australia e la Nuova Zelanda. Si trova anche nella bandiera brasiliana. E' probabile che queste quattro stelle rappresentino anche le quattro virtù cardinali: fortezza, prudenza, giustizia e temperanza. Fanno da contraltare ai vizi e sono necessari per la salvezza eterna. Possedere le virtù cardinali, infatti, permette di raggiungere la felicità terrena. e, dopo, quella eterna.

    CATONE L'UTICENSE, IL SUICIDA SALVATO

    Il fatto che Catone, che morì suicida, fu messo da Dante come guardiano del Purgatorio, ha lasciato sempre perplessi i commentatori. Dante infatti riserva a Catone questo ruolo, basandosi anche su una lunga tradizione antica che riconosceva in Catone un altissimo esempio di vita morale e dignitosa, diffusa anche fra gli scrittori cristiani, che interpretarono allegoricamente la sua vita e quella della moglie Marzia. Dante, a prescindere dal suo atto finale di suicida, vede in Catone il simbolo di chi lotta tenacemente per la libertà, sia politica che dal peccato, che è il motivo essenziale della rappresentazione del Purgatorio. Catone infatti è anche un esempio clamoroso di salvezza inattesa dovuta al giudizio e alla misericordia divina. Dante afferma che Catone l'Uticense è stato nel Limbo fino a quando Cristo, con la risurrezione, lo ha tratto fuori insieme ai patriarchi biblici (Abramo, Mosè, ecc.).

    "LIBERTA' VA CERCANDO, CH'E' SI' CARA, COME SA CHI PER LEI VITA RIFIUTA": I TERRIBILI FRAINTENDIMENTI DI QUELLA FRASE

    L'uomo è stato creato da Dio per la libertà. Vivere senza libertà, infatti, non è vivere, e a una vita simile sarebbe preferibile la morte. Catone, in nome della libertà, si suicidò a Utica: pur essendo un atto sbagliato, Dante lo mise ugualmente nel Purgatorio, come simbolo della vera libertà, che solo Dio può dare. Ma NON lo mise affatto come simbolo di esaltazione del suicidio come forma di liberazione o di indipendenza.
    Ora, questi versi sono rimasti famosi e più volte citati da scrittori successivi, come Ugo Foscolo nel descrivere il suicidio di Jacopo Ortis. Il problema è che quel libro - "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", appunto - e il suo successo provocò una valanga di suicidi per amore, perchè, in pratica, Foscolo con quel libro fece un elogio al suicidio, provocando un "Effetto Werther" (da "I dolori del giovane Werther" di Goethe: anche qui il protagonista, Werther, si suicida per una delusione amorosa). Si tratta di un fenomeno in cui la notizia di un suicidio, pubblicata dai mezzi di comunicazione di massa, provoca nella società una catena di altri suicidi.

    Ultime-lettere
    Un libro che fece spargere molto sangue tra i lettori dell'800, male interpretando la frase di Dante.


    Si contrappone all'"effetto Papageno", in cui la notizia di una persona che rinuncia agli istinti suicidari provoca una emulazione positiva della notizia, portando le altre persone con istinti suicidi a scegliere la vita, invece che il suicidio. L'effetto Papageno è chiamato così dal personaggio di Papageno, dell'opera "Il flauto magico" di Mozart: qui Papageno stava contemplando il suicidio, fino a quando altri personaggi non gli mostrarono un modo diverso di risolvere i suoi problemi. Anche oggi ci sono questi due effetti: infatti, tutti i richiami all'eutanasia e la pubblicità ad essa riferita provocano appunto un Effetto Werther, favorendo i suicidi di persone disperate, o incerte e insicure; mentre i divieti del suicidio da parte della Chiesa cattolica portano ad un Effetto Papageno, salvando dalla disperazione del suicidio tante persone.

    LA VERSIONE DI NAGAI

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    Se l'Inferno occupa ben due dei tre volumi del manga di Nagai sulla Divina Commedia, il Purgatorio e il Paradiso, tutti insieme, sono riassunti in un volume solo. Di conseguenza, la versione di Nagai avrà parecchi tagli. Nel manga, Catone chiede chi siano Dante e Virgilio senza scambiarli per dannati; e Virgilio risponde a Catone di essere lì perchè glie l'ha chiesto "qualcuno che risiede nell'alto dei Cieli". Il riferimento a Beatrice è evidente, anche se non è nominata: ma qui non c'è riferimento a Dio o al fatto che è la volontà di Dio e la Sua misericordia a portare alla salvezza Dante. Ci stiamo avvicinando alla versione orientale degli Antenati, che intervengono per aiutare i discendenti: qui Dio non è nemmeno accennato, infatti. La "religione" giapponese - e tutta quella orientale - è essenzialmente una religione atea, dove l'uomo si salva da solo o in compagnia degli altri, vivi o morti che siano. Che praticamente è una costante in tutti i manga. Inoltre, Virgilio dice:

    "Quest'uomo (Dante) vuole ottenere la libertà della sua anima. Ecco perchè ha intrapreso questo cammino, pronto a rinunciare alla propria esistenza terrena."

    Qui ci sono due errori gravi:

    1) Dante non vuole ottenere "la libertà della sua anima", ma la salvezza in Paradiso. Cosa che riguarda sia l'anima che il corpo, che qui non è citato. Infatti, in Oriente si crede (erroneamente) nella reincarnazione, cosa che fa pensare al corpo come a un vestito da togliere e da sostituire. Lo si vede anche negli innumerevoli manga Isekai4, che ultimamente sono diventati di moda. L'uomo, così, viene identificato come solo spirito, disprezzando così' il corpo, visto solo come un guscio vuoto. Invece l'uomo è "sinolo", cioè composto di anima e corpo: noi non "abbiamo" un corpo, siamo un corpo. Io sono il mio corpo, non solo la mia anima. Quindi la salvezza riguarda sia lo spirito che il corpo, che è uno solo: non ne abbiamo, nè ne avremo, degli altri. Questa è la salvezza cristiana, che riguarda sia lo spirito che il corpo. Il Paradiso (come pure l'Inferno) è pieno di CORPI FISICI, per quanto trasfigurati (quelli in Paradiso; nell'Inferno sono "sfigurati"). E sono dotati di spirito, naturalmente: lo stesso che abbiamo avuto sulla Terra.

    2) Dante non ha intenzione di "rinunciare alla propria esistenza terrena", tant'è vero che, alla fine della Divina Commedia, torna sulla Terra. Perchè in Paradiso si va attraverso la propria esistenza terrena, non attraverso la sua negazione. Questa visione della "negazione" è buddista/orientale che vede "il mondo come un'illusione", mentre invece è realtà, nella quale vivere e credere come vera, per potersi salvare.

    Inoltre, sembra, dalle parole di Virgilio, che tutto derivi dalla volontà di Dante: "lui vuole ottenere la libertà; lui vuole vedere coi suoi occhi le anime che si purificano" eccetera. Qui Dio sembra superfluo, basta la volontà di Dante e tutto si mette a posto. Allora tanto valeva lasciarlo nella Selva Oscura, che tanto con la sua volontà avrebbe fatto tutto. In questa versione nagaiana, manca la dipendenza di Dante da Dio: è Dio che salva e ti porta alla salvezza, non la volontà umana, anche se pure questa è necessaria. Ma tutto viene da Dio, anche la propria volontà. "Tutto è grazia", nella visione cristiana: ma in quella nagaiana sembra che "tutto sia volontà" o "volere è potere". Insomma, una visione solo umana.

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    1 balza, balze: Una balza (spesso indicata col plurale, balze) è una parete quasi verticale di un monte, che si è formata a causa dell'azione erosiva degli agenti atmosferici. Oppure, una zona prevalentemente argillosa che, in seguito all'erosione dell'atmosfera, ha preso forme tormentate e scoscese, spesso con strapiombi e precipizi. Un esempio di balze sono le Balze del Valdarno, in Toscana, tra Firenze ed Arezzo. Sono considerate come la "Monument Valley italiana".

    balze-del-valdarno-1


    2 Calliope: è la maggiore delle Muse: ispira la poesia epica. E' anche dea dell'eloquenza, qualità che conferiva a re e a principi. Spesso è raffigurata con in mano una lira.
    3 Dante si riferisce alle Piche, o Pieridi. Erano le mitiche figlie di Pierio, re della Tessaglia (antica regione della Grecia). Un giorno osarono sfidare le Muse nel canto e furono vinte da Calliope, che, per punizione del loro orgoglio, le trasformò in gazze, dal gracchiare stridulo.
    4 Isekai: (letteralmente: "mondo differente") E' un sottogenere di light novel, manga e anime, di solito di genere fantasy, in cui una persona viene trasportata, o evocata, o reincarnata o intrappolata in un universo parallelo. Di solito però il personaggio muore all'inizio per poi reincarnarsi in un'altra forma nell'universo fantasy. Ci sono stati dei casi reali di persone orientali che si sono suicidate per potersi reincarnare in un altro mondo isekai.

    BIBLIOGRAFIA

    https://divinacommedia.weebly.com/purgatorio-canto-i.html

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

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