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  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 34

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 11 June 2022
     
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    INFERNO, CANTO 34 - NONO CERCHIO - LAGO DI COCITO - GIUDECCA: LUCIFERO, GIUDA, BRUTO, CASSIO
    (primo post: qui; precedente post: qui)

    129-128
    Dante e Virgilio (nel cerchio rosso) osservano Lucifero prigioniero in mezzo al lago di ghiaccio del Cocito, che divora Giuda, Bruto e Cassio (non si nota che ha tre facce). Disegno di Nagai preso dalla litografia di Gustave Dorè.


    GIUDECCA (TRADITORI DEI BENEFATTORI)

    Virgilio avverte Dante che si avvicinano i vessilli (cioè le insegne) del re dell'Inferno (Lucifero), e lo dice in latino:

    "Vexilla regis prodeunt inferni" ("I vessilli del re dell'Inferno si avvicinano a noi")

    Si tratta di una parafrasi del verso inziale dell'Inno alla Croce di Venanzio Fortunato, uno scrittore cristiano del quinto secolo, o 600. Era vescovo di Poitiers e scrisse l'inno in occasione dell'arrivo da Costantinopoli della reliquia del legno della Croce, mandata a S. Radegonda, regina di Francia. L'inno comincia così:

    Vexilla regis prodeunt, (Si avvicinano i vessilli del sovrano)
    fulget Crucis mysterium, (rifulge il mistero della Croce)
    quo carne carnis conditor (il patibolo cui fu inchiodato Gesù)
    suspensus est patibulo (nostro Creatore, in carne ed ossa)

    La preghiera veniva recitata un tempo in occasione dei riti del Venerdì Santo (giorno della crocifissione e morte di Gesù). Virgilio invita quindi Dante a guardare davanti a sé, per vedere questi "vessilli". Dante, in lontananza e nella semioscurità, distingue solo quello che gli sembra essere un enorme, gigantesco mulino, che fa ruotare le sue pale. Capisce che il vento gelido, che diventa sempre più forte e più freddo mano a mano che ci si avvicina, viene da quelle "pale" e, per proteggersi in qualche modo, si ripara dietro a Virgilio. I due proseguono ed entrano nella quarta e ultima zona di Cocito, la Giudecca, in cui sono puniti i Traditori dei benefattori. Dante vede i dannati completamente imprigionati nel ghiaccio, da cui traspaiono come pagliuzze nel vetro: alcuni sono rivolti verso il basso, altri verso l'alto con la testa o i piedi, altri ancora sono raggomitolati su se stessi. Questi dannati sono gli unici coi quali Dante, nell'Inferno, non parla: e non solo perchè sono bloccati nel ghiaccio. Infatti, che cos'avrebbero da dire, se non storie atroci, come quella di Villarbasse1?

    LUCIFERO

    Giudizio-Universale-di-Giotto
    Lucifero: dal Giudizio Universale di Giotto


    I due poeti avanzano un poco: ad un certo punto, Virgilio avvisa Dante che è il momento che lui veda Lucifero e lo avverte che deve armarsi di molto coraggio. Dante invita qui il lettore a non chiedergli di spiegare come rimase raggelato e ammutolito di terrore alla vista di Lucifero, perché ogni parola sarebbe inadeguata. Il poeta non morì e nello stesso tempo non rimase vivo, restando in una specie di stato sospeso che non si può spiegare. Lucifero fuoriesce dal ghiaccio del Cocito dalla cintola in su. Le sue dimensioni sono tali che è più facile fare delle misure di confronto fra Dante e un gigante, che tra un gigante e le sole braccia di Lucifero: questo dà un'idea di quanto sia smisurato quell'essere. Se Lucifero, che una volta fu un angelo, fu tanto bello (il più bello tra gli angeli, dice la tradizione) quanto adesso è orrendo, e, nonostante ciò, osò ribellarsi per superbia al suo Creatore, Dio, allora è giusto, dice Dante, che da lui derivi ogni male. L'origine del peccato, di ogni male e di ogni sofferenza, sia fisica che spirituale, nel mondo, nella storia e in ogni uomo, viene infatti proprio da Lucifero, o Satana, "il vermo reo che ’l mondo fóra" cioè "l'orrendo animale che guasta il mondo" come lo definisce Virgilio, rivolgendosi a Dante.

    Il poeta si meraviglia nel vedere che Lucifero ha tre facce in una sola testa (una orrenda parodia della Trinità): la faccia al centro (che divora Giuda) è rossa e le altre due si aggiungono a questa a metà di ogni spalla, unendosi nella parte posteriore del capo. La faccia destra (che divora Cassio) è di colore giallastro, mentre la faccia sinistra (che divora Bruto) ha il colore nero degli abitanti dell'Etiopia (gli africani, in sostanza). Sotto ogni faccia escono due enormi ali, proporzionate alle dimensioni del mostro e più grandi delle vele di qualunque nave. Non sono piumate, ma sembrano di pipistrello (che rappresentano l'opposto delle ali di colomba dello Spirito Santo), e Lucifero le sbatte in continuazione, producendo tre venti gelidi che fanno congelare tutto il lago di Cocito. Il vento prodotto da Lucifero è una parodia del soffio dello Spirito Santo, che procede dal Padre e dal Figlio: se lo Spirito Santo è fuoco di amore, il vento freddo di Lucifero che fa raggelare il Cocito è ghiaccio di odio, il suo opposto. Il mostro piange coi suoi sei occhi senza avere alcuna espressione e le sue lacrime gocciolano lungo i suoi tre menti, mescolandosi al sangue dei dannati, che diventa una sorta di bava sanguinolenta. Il diavolo, o Satana, è il sommo traditore, avendo tradito ed essendosi ribellato per superbia a Dio, suo benefattore: essendo il supremo tradimento, questo spiega perché Lucifero sia conficcato al centro del Nono Cerchio, in cui proprio tale peccato è punito.

    Come ho detto, Lucifero maciulla in ognuna delle sue tre bocche un peccatore, provocando loro enorme sofferenza. Il dannato al centro, Giuda Iscariota, il traditore di Gesù, non viene solo dilaniato dai denti del mostro, ma la sua schiena è graffiata dagli artigli e ne viene totalmente spellata. Giuda ha la testa dentro la bocca e fa pendere le gambe di fuori. Gli altri due, Bruto e Cassio (i traditori e assassini di Giulio Cesare) hanno invece il capo rivolto verso il basso. Bruto si contorce e non dice nulla; e così pure Cassio.

    VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA

    terra


    A questo punto, Virgilio avverte Dante che devono rimettersi in cammino, poiché ormai hanno visto tutto l'Inferno. Invita Dante ad abbracciarlo intorno al collo: poi, cogliendo il momento opportuno, quando le ali del mostro sono abbastanza aperte, si aggrappa alle costole pelose di Lucifero e scende lungo i fianchi del demone, attraversando il ghiaccio del Cocito. Il poeta, poi, ansimando dalla fatica, "si gira": infatti, in quel punto i due sono al centro della Terra e, una volta raggiunto quel punto, non si scende più, ma si inizia a risalire. Quindi, per quanto può sembrare strano, ci si trova capovolti: in quel punto, Virgilio e Dante smettono di scendere lungo Lucifero e si mettono a salire, arrampicandosi sulle sue gambe. Non è facile da capire istintivamente il fatto che, ad un certo punto, invece di scendere, si sale: eppure accade proprio questo. Se capitassimo anche noi al centro della Terra, ad un certo punto dovremmo salire e non più scendere: quindi ci "capovolgeremmo". Anche se è strano a pensarci, bisogna ricordare che ai nostri antipodi le persone sono in posizione capovolta rispetto a noi.

    Anche Dante è confuso: infatti, capisce che sta salendo verso l'alto e pensa in un primo momento che sta tornando indietro all'Inferno. Virgilio e Dante si allontanano dalle gambe di Lucifero, che sono ora rovesciate, vedendo solo le basi dei suoi piedi: raggiungono la spaccatura di una roccia e iniziano a risalire da un lungo budello che attraversa tutto l'altro emisfero terrestre. Dante fa tre domande a Virgilio:
    - Dov'è finito il ghiaccio del Cocito, che adesso non c'è più?
    - Com'è possibile che Lucifero sia sottosopra rispetto alla posizione precedente?
    - Come può essere già mattina, essendo trascorso poco tempo (dovrebbe essere notte profonda)?
    Virgilio risponde alle tre domande con una spiegazione complessiva: Dante si sbaglia perchè pensa di essere ancora nell'emisfero boreale, cioè quello a nord della Terra2, mentre invece i due hanno oltrepassato il centro della Terra, che è il punto "al qual si traggon d’ogne parte i pesi", cioè il punto verso il quale tendono tutti i pesi del mondo. In sostanza, il centro della Terra è anche il centro della gravità terrestre: un concetto scientificamente valido ancor oggi. Avendo oltrepassato questo punto, si trovano ora nell'emisfero opposto a quello boreale, quindi nell'emisfero a sud della Terra, chiamato australe3. E, se nell'emisfero boreale è sera, in quello australe è mattina. da qui la risposta alla domanda di Dante relativa al tempo. Di conseguenza, avendo superato il centro della Terra, non seguono più la gravità e non possono più scendere: la contrastano e devono quindi risalire. In sostanza, Virgilio (e Dante per bocca sua) parla dell'attrazione gravitazionale, una realtà che sarà codificata da Newton secoli dopo, ma che era ben conosciuta già nell'età medievale e antica. Inoltre, la Divina Commedia (conosciuta anche a livello popolare) conferma, come da tanti altri dati, che gli uomini del Medioevo e anche gli antichi sapevano che la Terra era rotonda. La faccenda di Cristoforo Colombo che va in America "per dimostrare che la Terra non è piatta, ma è rotonda" è un falso storico.

    Inoltre, Virgilio spiega che, quando Satana fu sconfitto, cadde nell'emisfero boreale a nord, sprofondando nel centro della Terra, e la terra - nel senso di terreno - si ritrasse da lui, per non entrare a contatto col mostro. La terra dell'emisfero boreale, quindi fece il vuoto attorno a Lucifero e l'eccesso della terra si raccolse nell'emisfero australe, a sud, formando la montagna del Purgatorio.

    Dante e Virgilio si mettono in cammino lungo il budello che attraversa tutto l'emisfero australe, per tornare alla luce del sole. Alla fine Dante intravede gli astri del cielo e quindi i due escono, rivedendo finalmente le stelle. Ora Dante e Virgilio sono sulla spiaggia del Purgatorio, proprio al sorgere del sole, alla mattina della domenica di Pasqua, che segna evidentemente la vittoria sul peccato: e il dato più evidente è quello visivo, con l'aria serena e il cielo terso, che si offrono nuovamente alla vista del poeta, il cui cuore era stato contristato dalla drammatica esperienza della discesa attraverso l'Inferno.

    COMMENTO

    Protagonista assoluto di questo Canto, che conclude la Prima Cantica della Divina Commedia, dedicata all'Inferno, è Lucifero, lo 'mperador del doloroso regno, secondo Dante: l'angelo che era il più bello, il più vicino a Dio, diventa l'immenso mostro a tre teste che è all'origine del male. Dante conclude, con questa visione di Lucifero, il suo viaggio nell'Inferno: un inferno tutt'altro che vuoto, come conferma la Bibbia. L’angelo che era il più bello, il più vicino a Dio, ha preferito ribellarsi a Lui, invece di esserGli grato per quanto aveva ricevuto da Lui. Questo è il segno del vero male, del vero peccato, della vera immoralità: l’essere più attaccati a se stessi che affezionati alla verità. Colui che aveva la Verità stessa davanti a sè si è posto lui stesso come menzogna e inganno al posto di Dio. Non può che diventare una «scimmia di Dio». "Mentitore e omicida fin dal principio" viene definito Satana da Gesù. Il Lucifero dantesco è tre in uno, è divisione, discordia, tre teste in un solo corpo, parodia del Dio uno e trino. La "divina potestate, la somma sapienza e il primo amore" (la Trinità così come è indicata sull’epigrafe della porta infernale) si traducono in Lucifero nell’impotenza, nell’ignoranza e nell’odio. Dante descrive quest’angelo decaduto di gigantesche dimensioni, che stanno a significare il pericolo costante che lui è per la nostra vita. I nuclei portanti dell’Inferno dantesco sono suffragati dalla tradizione biblica: nella Bibbia, infatti, l’Inferno è presentato come una condizione eterna che spetta alle anime empie, dove si soffre sensibilmente e in cui l’anima dannata è esclusa dalla comunione con Dio. Questa esclusione è trasmessa da Dante nell’Inferno dal fatto che Dio non è mai nominato esplicitamente nella cantica, ma solo attraverso perifrasi. L’Inferno è, così, il luogo dell’assenza di Dio. La tradizione biblica, poi, conferma l’incredibile numero di anime che finiscono all’Inferno, come ha descritto Dante nel suo poema e come hanno attestato le rivelazioni private. Nonostante quello che dicono teologi come Von Balthasar, Dio è sì misericordioso, ma è anche giusto: non può ignorare il male fatto, se no diventerebbe Lui stesso complice del male, contraddicendosi: mentre Dio, Essere perfetto, non può contraddirsi.

    NAGAI

    Passando alla versione manga di Go Nagai, Virgilio qui chiama Satana "il Dio degli Inferi", una definizione errata dal punto di vista cristiano: solo Dio è Dio, mentre Satana è soltanto una creatura. Qui si segue invece il pensiero pagano, dove ci sono più dei e Lucifero è visto come se fosse Ade o Plutone, la divinità greca degli Inferi. Inoltre, Virgilio nel manga dice a Dante di fare appello a tutto il suo coraggio, se no finirà congelato dal vento delle ali di Lucifero. Ma, nella Commedia, invece, Virgilio dice a Dante di farsi coraggio non per il vento, ma perchè sarà terribile per lui solo posare gli occhi su Lucifero. Nagai, poi, parla delle lacrime come quelle dei dannati Giuda, Bruto e Cassio: non le indica come lacrime di Lucifero. Nagai poi parla dettagliatamente della ribellione di Lucifero e dei suoi angeli, che divennero demoni come lui: e qui la visione cristiana è stata rispettata. Nagai parla anche dell'"ira divina" che fece sprofondare Satana negli Inferi: ma più che di "ira" si deve parlare di "giustizia", dove Dio ha giustamente punito chi è diventato il male stesso. Però, da qui in avanti, Nagai parte per la tangente: parla di una seconda ribellione di Satana (che non c'è stata) e dei suoi angeli, che erano persino sul punto disconfiggere gli angeli, ma l'arcangelo Michele radunò gli angeli e sconfisse Satana e gli altri demoni. Ma qui si tratta della stessa ribellione di prima, non di una seconda dove fu appunto l'Arcangelo Michele a sconfiggere Satana per conto di Dio.

    jpg
    L'Arcangelo Michele sconfigge Satana


    Una seconda, e finale, ribellione di Satana ci sarà, come dice l'Apocalisse, che Nagai cita, ma solo in parte: infatti non dice come va a finire (ha fatto la stessa cosa citando in parte l'Apocalisse nel manga di Devilman). Eppure, l'Apocalisse lo dice chiaramente: Satana sarà definitivamente sconfitto in un attimo da Dio, senza nessuno sforzo, e brucerà per sempre insieme alla morte, che non esisterà più, perchè ci sarà il Giudizio Finale e la fine del mondo. Lo dice anche il Vangelo: "Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti". E nell’Apocalisse è scritto: "il diavolo...fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo e sarà tormentato giorno e notte per i secoli dei secoli. La morte e l'Ade saranno gettati nello stagno di fuoco. Per i vili e gli increduli, gli abietti e gli omicidi, gli immorali, i maghi, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. Questa è la seconda morte. Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli".

    Infine, quando Dante e Virgilio escono dal budello e raggiungono la spiaggia del Purgatorio, nel manga il poeta vede Beatrice e si commuove: un incontro che non avviene nella Commedia. L'incontro tra Dante e Beatrice avverrà alla fine del Purgatorio, non all'inizio.

    BIBLIOGRAFIA
    https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-xxxiv.html

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    1 La strage di Villarbasse: Si tratta di un avvenimento così atroce che impressionò molte persone a quei tempi. Poco dopo la guerra, a Villarbasse, in Piemonte, vicino a Torino, una famiglia di contadini, proprietari di una cascina, diedero ospitalità a dei siciliani, dando loro lavoro, soldi e un riparo. Fecero anche amicizia. Una sera (il 20 Novembre 1945), i siciliani, che da tempo si erano organizzati per questo, fecero una terribile strage, sterminando tutta la famiglia a bastonate, bambini compresi, buttandoli ancora vivi in una cisterna e facendoli affogare. Tutto solo per avere i loro soldi (anche se il bottino fu magro). Alla fine gli assassini di Villarbasse furono catturati e fucilati: fu anche l'ultima condanna a morte ufficiale fatta in Italia.

    2 Boreale significa appartenente al Nord, o relativo al Nord. L'emisfero boreale è la metà della Terra che è rivolta a Nord. Il nome deriva da Borea, dio greco del vento del Nord.

    3 Australe significa appartenente al Sud, o relativo al Sud. L'emisfero australe è la metà della Terra che è rivolta a Sud. Il nome deriva da Austro, dio greco del vento del Sud.

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

    Edited by joe 7 - 25/6/2022, 20:01
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    E così, si conclude l'Inferno dantesco.
    Nonostante le cose terribili che vi sono descritte, mi spiace che sia finito.

    Per celebrare degnamente l'avvenimento, segnalo questo:
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 11/6/2022, 20:14) 
    E così, si conclude l'Inferno dantesco.
    Nonostante le cose terribili che vi sono descritte, mi spiace che sia finito.

    Per celebrare degnamente l'avvenimento, segnalo questo: www.youtube.com/watch?v=bhcyGT0vv6Q

    Grazie del link, non sapevo che avessero fatto un film muto sull'Inferno dantesco! Roba del 1911, più di cent'anni fa! E' sicuramente un documento storico. ^_^

    Tra un pò, comunque, inizierò il Purgatorio, visto che Nagai è stato uno dei pochi che ha trattato tutte e tre le Cantiche: l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Nella maggior parte dei casi (e questo film non fa eccezione) parlano solo dell'Inferno.

    Sono contento che questo lavoro ti sia piaciuto.
     
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