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  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: PURGATORIO, CANTO 2

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 3 Sep. 2022
     
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    PURGATORIO CANTO 2: SPIAGGIA - CASELLA
    (primo post: qui; precedente post: qui)

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    Dante e Virgilio vedono la nave delle anime destinate al Purgatorio, portate dall'angelo.


    STORIA

    A Gerusalemme, da dove Dante era partito per il suo viaggio attraverso l'Inferno, il sole tramonta, mentre al Purgatorio, che è al lato opposto del mondo, inizia l'alba. Dante e Virgilio sono ancora sulla spiaggia, quando il poeta vede una luce che si sta avvicinando verso la riva. Questa diventa sempre più grande e Virgilio, appena capisce che quella luce sono delle ali luminose, capisce che è l'angelo nocchiero che trasporta le anime al Purgatorio: quindi ordina subito a Dante di inginocchiarsi e di unire le mani in preghiera. Virgilio spiega a Dante che l'angelo non usa remi né vele o altri strumenti umani per trasportare la barca, ma tiene solo le ali aperte e dritte verso il cielo, fendendo l'aria con penne eterne che non cadono mai. Man mano che l'angelo si avvicina, diventa più visibile a Dante: questi però non riesce a reggerne il suo sguardo e deve volgere gli occhi a terra. Poi il nocchiero celeste viene a riva, con la barca che non affonda minimamente nell'acqua. L'angelo sta a poppa (sul davanti della nave) e nella barca di sono più di cento anime, che intonano a una voce, in latino, il salmo 114 (113): In exitu Israel de Aegypto. ("Quando Israele uscì dall'Egitto"). E' il salmo che rievoca la fuga degli Ebrei dall'Egitto: cantano cioè la liberazione dal peccato (rappresentato dall'Egitto) e la loro partenza per il Paradiso. L'angelo fa fare loro il segno della croce, quindi le anime scendono sulla spiaggia e l'angelo riparte con la sua barca, con la stessa velocità con cui è venuto. C'è un'enorme differenza tra il traghettatore angelico e il nocchiero infernale Caronte, che trasportava le anime dannate al di là dell'Acheronte. Inoltre, l'angelo non usa strumenti umani (Caronte, invece, usava un remo): si limita solo a spingere da poppa la barca, che non affonda nell'acqua. Le anime si guardano intorno, come qualcuno che è inesperto del luogo. Si rivolgono ai due poeti, chiedendo di mostrar loro la via per salire sul monte: ma Virgilio risponde che anche loro sono appena arrivati, attraverso una via talmente aspra che l'ascesa del monte sembrerà uno scherzo. Le anime si accorgono che Dante è vivo: stupite, si accalcano intorno a lui per curiosità, come fa la gente attorno al messaggero che porta notizie di pace, quasi dimenticandosi di accedere al monte per purificarsi dai loro peccati. Dante vede una della anime farsi avanti per abbracciarlo. Il poeta fa altrettanto, ma i suoi tre tentativi vanno a vuoto1: le sue braccia attraversano lo spirito inconsistente e tornano al suo petto. I due si appartano e Dante lo riconosce come Casella, il suo amico poeta e musicista (su di lui, dal punto di vista storico, non si sa nulla).

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    Dante incontra Casella


    Casella gli dice che gli vuole ancora bene da morto come gli voleva bene da vivo, e gli chiede perché si trovi in quel luogo. Dante risponde che fa questo viaggio per salvarsi l'anima e chiede a sua volta a Casella perché giunga solo ora in Purgatorio dopo la sua morte (Casella era morto prima che Dante iniziasse questo viaggio). Il penitente spiega che lui, insieme con le altre anime destinate al Purgatorio, era rimasto per diverso tempo alle foci del Tevere, prima che l'angelo lo chiamasse sulla barca per portarlo al Purgatorio. Non gli è stato fatto alcun torto per questo, perchè la volontà dell'angelo era conforme a quella di Dio. A questo punto, Dante prega Casella, se una nuova legge non glielo vieta, di confortarlo col suo canto, come lui faceva quand'era in vita, poiché il poeta è giunto lì con tutto il corpo ed è quindi particolarmente affaticato. Casella acconsente ed inizia a intonare la canzone Amor che ne la mente mi ragiona, cantando con tal dolcezza che essa è ancora presente nell'animo di Dante mentre scrive il poema. Non solo lui, ma anche Virgilio e tutte le anime stanno ad ascoltare il canto di Casella, contenti e appagati come se non avessero altri pensieri. Sono tutti attenti alle note, quando ricompare all'improvviso Catone, il guardiano del Purgatorio che era comparso nel primo canto, che rimprovera aspramente le anime, accusandole di lentezza e negligenza. Le sprona a correre al monte per purificarsi dai peccati, che impediscono loro di vedere Dio. Le anime fuggono disordinatamente verso il monte, come quando i colombi, che stanno beccando tranquillamente il loro pasto, sono spaventati da qualcosa e volano via d'improvviso. Anche i due poeti scappano allo stesso modo.

    COMMENTO

    Questo canto è diviso in due parti: la prima riguarda l'arrivo dell'angelo nocchiero con la barca dei penitenti (con un inizio che descrive la complessa astronomia del luogo) e la seconda con l'incontro col musico Casella, che si conclude col rimprovero di Catone.

    UN'INCREDIBILE CONOSCENZA ASTRONOMICA

    La descrizione astronomica è un capolavoro che spiega bene la visione della Terra che avevano allora gli uomini del '300, uguale alla nostra (e questo la dice lunga sul "buio medioevo"): Dante descrive il sole e la notte come due figure astronomiche che percorrono la stessa strada ai punti opposti del cielo, per cui il sole sta tramontando a Gerusalemme e la notte sta spuntando sul Gange, il punto estremo dell'Occidente. Inoltre, parla della congiunzione con la costellazione della Bilancia, dell'equinozio di autunno e della descrizione dell'aurora (personificata come la dea omonima), che è rossastra quando il sole sta per sorgere e diventa giallo-arancione all'alba. La metafora astronomica prosegue a metà circa del canto, quando Dante spiegherà che "il sole è salito nel cielo, tanto da aver cacciato il Capricorno dallo zenit". Insomma, una conoscenza astronomica di tutto rispetto.

    CASELLA "IL BUONO" E CATONE "IL CATTIVO"?

    L'incontro con l'amico e musico fiorentino Casella è il primo colloquio con l'anima di un penitente nel Purgatorio: l'episodio costituisce una pausa narrativa, caratterizzata da grande serenità e pace, dopo l'asprezza della discesa attraverso l'Inferno. L'indulgenza per l'anno 1300 del Giubileo da parte di Papa Bonifacio VIII aveva permesso a tutte le anime sul Tevere, destinate al Purgatorio, di salire sulla barca, ed è per questo che Casella ha potuto fare il suo arrivo in Purgatorio. La canzone di Casella "Amor che ne la mente mi ragiona" era stata commentata in passato da Dante nel III Trattato del Convivio. La canzone, forse dedicata inizialmente a Beatrice e rientrante nei canoni dello Stilnovo, era stata reinterpretata allegoricamente alla luce della donna gentile e della Filosofia, quindi rimanda al periodo del cosiddetto «traviamento» di Dante e del peccato che la stessa Beatrice gli rinfaccerà nei Canti finali del Purgatorio. Infatti è probabile che quell'opera, il Convivio, costituisse un tentativo, pericoloso sul piano dottrinale, di arrivare alla verità non attraverso la grazia, la teologia e la ragione, ma esclusivamente con l'uso della ragione umana. Una cosa sbagliata e dettata dall'orgoglio umano: infatti, per arrivare a Dio e alla verità la ragione è importante, ma da sola non basta. Sono necessarie la fede, la religione cristiana, l'aiuto di Dio, cioè la grazia, che Lui la dà a chi la chiede. Il canto di Casella è così melodioso che tutti, incluso Virgilio, si attardano ad ascoltarne le note, come se nessun altro pensiero toccasse loro la mente, avvinti dal potere della musica che Dante, proprio nel Convivio, descriveva come irresistibile. È a questo punto che si inserisce il duro rimprovero di Catone, che riappare all'improvviso e mette fine al canto, esortando gli spiriti a non essere lenti e a non peccare di negligenza, indugiando ad ascoltare della bella musica, invece di correre al monte per iniziare il percorso di purificazione e di raggiungimento del Paradiso, cosa ben più importante.

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    Il Dante di Nagai non apprezza l'intervento di Catone. Casella "il buono" e Catone "il cattivo"? Per la verità è il contrario.


    Il rimprovero di Catone sembra troppo aspro, ma non è così: anzi, aiuta a comprendere quanto sia importante non ingannarsi. Nel Medioevo, che può essere definito meglio come "Era Cristiana", la musica e l'arte non avevano come fine solo quello di dare piacere o di appagare, come invece lo ritiene il pensiero di oggi. Il loro fine era piuttosto quello di fornire un utile ammaestramento e insegnamento di carattere morale per raggiungere la salvezza eterna. Perchè, in fin dei conti, è solo quello che conta: il resto è accessorio, e può essere pericoloso, se fa dimenticare l'essenziale (che cioè abbiamo bisogno di essere salvati facendo il bene e confidando in Dio). Ogni manifestazione artistica che distolga l'animo umano dai suoi doveri e lo appaghi, inducendo a dimenticarsi dei propri obblighi, portandolo a vivere in un mondo egoista e tutto suo, non solo è disdicevole, ma addirittura pericoloso: in questo senso va interpretato il rimprovero di Catone. Dante respinge quindi qualsiasi concezione dell'arte, inclusa la poesia, che sia di carattere puramente edonistico e non finalizzata alla salvezza, come del resto già aveva fatto nell'episodio di Paolo e Francesca, che stavano appunto leggendo per diletto la storia di Lancillotto e Ginevra ed erano caduti nel peccato. Il canto solitario di Casella si contrappone a quello corale del salmo che tutte le anime avevano intonato a una voce, quello su Israele che esce dall'Egitto. Lo scopo del salmo non è infatti quello di consolare, ma di celebrare la liberazione dal peccato (l'unica cosa che rende tristi) e dal dolore. Il rimprovero di Casella è molto attuale, in tempi di playstation e di realtà virtuali, in cui l'uomo si immerge dimenticando se stesso e la sua vita reale.

    DANTE SECONDO NAGAI

    Sostanzialmente, non ci sono variazioni importanti: il canto di Casella comunque non c'è, perchè qui Catone interrompe tutto prima che Casella canti. E Dante, senza darlo a vedere, non approva l'intervento di Catone, mentre invece nel poema non c'è questa critica.

    BIBLIOGRAFIA

    https://divinacommedia.weebly.com/purgatorio-canto-ii.html

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    1 Nell'Eneide, Enea scende nell'Ade e incontra la moglie morta Creusa e il padre Anchise: cerca di abbracciarli tre volte e fallisce ogni volta. Dante richiama quella scena nel suo incontro con Casella.

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

    Edited by joe 7 - 19/1/2023, 15:37
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    La scena dell'angelo nocchiero ben risalta le differenze fra l'inferno e il purgatorio.
    Il rimprovero di Catone mi ha ricordato il detto "prima il dovere e poi il piacere": infatti il canto di Casella (il piacere) distoglie le anime dalla penitenza (il dovere).
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 3/9/2022, 18:02) 
    La scena dell'angelo nocchiero ben risalta le differenze fra l'inferno e il purgatorio.
    Il rimprovero di Catone mi ha ricordato il detto "prima il dovere e poi il piacere": infatti il canto di Casella (il piacere) distoglie le anime dalla penitenza (il dovere).

    Non proprio dalla penitenza: da Dio, più che dalla penitenza in sè. Il canto di Casella, per quanto bello, aveva distolto le anime del Purgatorio dall'andare verso la Bellezza Assoluta, cioè Dio, in confronto al quale lo stesso canto di Casella è niente.
     
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