Il blog di Joe7


Replying to "CAPITAN AMERICA" DELLA CORNO

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  1. Posted 15/7/2020, 18:28
    CITAZIONE (Andrea Micky @ 15/7/2020, 18:38) 
    Beh, Cap é un super eroe più "umano" rispetto ai suoi colleghi.
    La tua descrizione, per certi versi, me lo ha fatto paragonare a Zagor.

    Praticamente hanno la stessa forza fisica, anche se Cap, disegnato con lo stile Marvel, è più massiccio di Zagor. E' considerato il supereroe modello e "normale", tanto che più volte l'hanno paragonato a Batman in quanto a capacità fisica e abilità di combattimento.
  2. Posted 15/7/2020, 17:38
    Beh, Cap é un super eroe più "umano" rispetto ai suoi colleghi.
    La tua descrizione, per certi versi, me lo ha fatto paragonare a Zagor.
  3. Posted 14/7/2020, 15:15
    50 ANNI DELL'EDITORIALE CORNO: I SUPEREROI IN ITALIA.
    (precedente articolo: qui. Scusate se il titolo è un pò fuorviante: infatti, non sto celebrando i 50 anni della casa editrice Corno, che era nata nel 1960 col nome "Serpente Volante" e che quindi di anni ne dovrebbe avere 60. Qui sto celebrando i 50 anni dei supereroi pubblicati dalla Corno, che iniziarono con l'Uomo Ragno nel 1970, quindi 50 anni fa. )

    CAPITAN AMERICA

    Con l'uscita in Italia delle testate principali dei supereroi della Corno (l'Uomo Ragno, Devil, Thor e i Fantastici Quattro), ormai nel 1973 è un vero boom di successi nelle vendite. La Corno prova quindi ad aumentare il numero di pubblicazioni pubblicazioni con l'entrata di Capitan America, che avrà come comprimari costanti gli X-Men. Ma è una serie che non avrà molta fortuna dal punto di vista commerciale.

    L'INIZIO

    In America, il Capitano, noto sin dai tempi della II guerra mondiale, rientra in sordina nelle pubblicazioni della Marvel Comics degli anni '60 nella serie Tales of Suspense che ospitava le storie di Iron Man: in Tales of Suspence 58, Iron Man affronta Capitan America, credendo che lui fosse un criminale travestito (il classico malinteso supereroistico per farli combattere). Nel numero successivo, il 59, Tales of Suspence avrà due storie separate: una di Iron Man e una di Capitan America. Alla fine, nel numero 100 di Tales of Suspense, la testata cambierà nome in Capitan America e Iron Man avrà una testata tutta sua.

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    Tales of Suspense (TS) 58: entra in scena Capitan America; TS 59: da ora ci saranno due storie separate, una di Cap e una di Iron Man; TS 100: diventa Capitan America 100.


    In ogni caso, nessuna di queste copertine celebrative sembrava adatta per il primo numero della Corno di Capitan America: si voleva un'immagine più emblematica, più chiara. Allora scelsero una stupenda rappresentazione di John Romita con lo scudo sullo sfondo: credo che non potevano fare veramente di meglio. Sin dal primo numero, i comprimari di Cap saranno sempre gli X-Men, dal periodo di Lee e Kirby fino a quello di Claremont.

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    I primi numeri erano realizzati da Stan Lee e Jack Kirby, dove venivano sviluppate le caratteristiche base di Cap: una persona fuori dal suo tempo, che si sente fuori posto dopo vent'anni di ibernazione, e per di più tormentata dal rimorso per non essere riuscito a salvare Bucky, il suo compagno. In questo arco narrativo piuttosto breve, affronta una grande quantità di criminali inventati da Kirby e Stan: Batroc il saltatore, lo Spadaccino, il Laser Vivente, Modok e l'organizzazione criminale AIM, il Super Adattoide, l'Acrobata, il Dottor Faustus. Ma soprattutto i suoi scontro col Teschio Rosso, il criminale nazista per eccellenza, sono stati i più famosi. Il Teschio aveva già affrontato Capitan America ai tempi della guerra ed era anche lui rimasto in ibernazione dopo una battaglia con Capitan America in una grotta, dove dei gas particolari l'avevano mantenuto in animazione sospesa; dopo vent'anni di ibernazione (guarda caso) viene fatti rinvenire per opera dell'AIM. Successivamente, queste origini del Teschio e di Capitan America sono passate un pò in sordina, visto che ormai gli anni '60, in cui Cap e il Teschio teoricamente sono rinvenuti, ormai sono lontani da noi ben più di mezzo secolo. Quindi si è scelto di farli "rinvenire" più avanti o di parlare poco del periodo di ibernazione, se no i problemi cronologici sarebbero stato insormontabili. A parte questo, gli scontri di Cap col Teschio nel periodo di Lee e Kirby sono stati di certo i più drammatici: per esempio, quando il Teschio ha posseduto il Cubo Cosmico, con cui può realizzare ogni desiderio, come il Guanto dell'Infinito. Oppure lo scontro di Cap sull'isola degli Esuli, un rifugio nazista, contro la banda di criminali nazisti, anch'essi chiamati Esuli, al servizio del Teschio Rosso. Oppure ancora lo scontro tra Cap e il Quarto Dormiente, nel numero 18, un'arma nazista fatta riattivare dal Teschio Rosso. Non mancava certo la fantasia in quel periodo. Anzi, erano storie che avrebbero meritato di essere sviluppate più a lungo, invece di essere confinate nelle poche pagine concesse su Tales of Suspence insieme a quelle su Iron Man.

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    Cap contro il Quarto Dormiente: è stato di certo uno degli scontri più pericolosi in assoluto per il capitano.


    Sui numeri 26, 27 e 29 Jim Steranko, sceneggiatore e disegnatore, quindi autore completo (colorazione compresa) realizza una storia di Capitan America che è ricordata ancora oggi, per la sua incredibile capacità narrativa: con un disegno quasi psichedelico ma molto chiaro ed efficace, racconta della presunta morte di Capitan America per mano dell'Hydra. Inoltre questa storia compare per la prima volta Madame Hydra, una criminale carismatica che sarà usata diverse volte in futuro dagli autori, soprattutto da Chris Claremont. "Stanotte muoio" è considerato da molti uno dei capolavori della Marvel. Sarà per questo che misero addirittura dei fustellati e un manifesto in Cap 27? :huh:

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    Come se non bastasse, in questa trilogia c'è una perla: infatti, Steranko non aveva fatto in tempo a pubblicare l'ultima parte della saga, quindi Jack Kirby realizzò un fill-in, cioè una storia riempitivo, pubblicato su Cap 28: "Per non dimenticare". Credendo che Cap sia morto, Iron Man/Tony Stark ne riassume la vita, e così abbiamo tutta la storia di Capitan America disegnata da Kirby dall'inizio della seconda guerra mondiale fino a quel momento. Questa storia è il canto del cigno di Kirby su Capitan America, perchè è l'ultima che realizzerà per questo personaggio prima di andarsene. Ed è una commemorazione verso un personaggio che lui ha molto amato, essendone stato il cocreatore insieme a Joe Simon negli anni '40. Quando Kirby ritornerà anni dopo, sceglierà di realizzare proprio delle storie di Capitan America. Ma di questo ne parliamo più avanti. Inoltre, Cap 30, "L'uomo dietro la maschera", ha una copertina che considero la più bella della serie e che riassume in un attimo tutto Capitan America: il suo essere un simbolo e nello stesso tempo la sua difficoltà nell'esserlo, oltre al fatto di essere una persona di un altro tempo. Qui Romita ha fatto una copertina straordinaria e indimenticabile. ^_^

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    Gli episodi successivi, dal 33 al 35, contengono una svolta molto importante: il Teschio Rosso ha di nuovo il Cubo Cosmico e cerca di distruggere moralmente Capitan America in diversi modi. Ma, una volta che non ci è riuscito, lo manda ad affrontare gli Esuli. Durante lo scontro, però, Cap trova un alleato in Sam Wilson, un uomo di colore che viveva in un villaggio vicino all'insediamento degli Esuli. Oltre a sconfiggerli, Cap allena Sam e gli abitanti del villaggio gli danno un costume affine al falco ammaestrato che lui porta sempre con sè, Redwing. Nasce così Falcon, il secondo eroe di colore dopo Pantera Nera e che diventerà il partner principale di Capitan America. Insieme riescono a sconfiggere il Teschio Rosso e Falcon vivrà le sue avventure insieme a Cap. Ma con questa storia si è arrivati ad un punto di svolta: infatti, da ora in poi ci saranno avventure soprattutto "sociali", dove, oltre ai vari criminali, si parlerà anche di integrazione dei neri, razzismo, povertà, mafie criminali, droga eccetera: il lato oscuro dell'America. Ma in questo modo le storie di Cap perderanno sempre più il loro mordente iniziale. Infatti, coinvolgere un personaggio di fantasia nei problemi reali della vita quotidiana lo rende ancora più assurdo.

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    E si arriva al numero 50, con adesivi in regalo: la copertina è efficace, ma la storia...non dico che sia brutta, ma non è niente di eccezionale. Cap deve affrontare uno scienziato, Erik Gorbo, che diventa uno scimmione e interviene anche l'Uomo Talpa. Però i disegni di Gene Colan sono sempre notevoli: col suo tratteggio ombroso dà un'aria minacciosa alla creatura scimmiesca e all'ambiente cupo di Subterrania, il luogo dove vive l'Uomo Talpa. Ma soprattutto, dal punto di vista del design, l'immagine in alto a sinistra cambia: dal volto nervoso del Cap di Kirby si passa al volto rilassato e sorridente di Romita. In genere, TUTTE le testate della Corno avevano in alto a sinistra un'immagine del protagonista fatta da Romita. Non per niente era l'Art Director della Marvel, e la Corno aveva capito bene il perchè.

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    Sul numero 60, "Il grande sonno" si conclude l'arco narrativo in cui, nell'affrontare di nuovo l'organizzazione criminale Hydra, Cap e Falcon hanno a che fare con Kingpin, che era a capo dell'Hydra. Ma dietro tutti c'era il Teschio Rosso, che era riuscito a realizzare il suo nuovo e definitivo Quinto Dormiente, un enorme robot mazinghico guidato dal teschio. Il titolo italiano non è un errore di traduzione, come si potrebbe pensare (in cui si confonde "dormiente" (sleeper) con "sonno" (sleep): il titolo originale è proprio "The Big Sleep", il grande sonno: una citazione del film di Bogart che è anche una battuta ironica sul Grande Dormiente stile Mazinga che compare nella storia. E' da notare che questa storia del 1972 col Quinto Dormiente (Captain America and Falcon 148) è CONTEMPORANEA a Mazinga Z (il manga e l'anime sono del 1972). A parte questo, nella copertina originale il Teschio parla del Quinto Dormiente, mentre in quella italiana c'è solo il titolo "Il grande sonno", confondendo il lettore italiano...in molti si saranno chiesti cos'era questo "sonno"! :D La storia, coi testi di Gary Friedrich e con Sal Buscema come disegnatore è una saga memorabile: non perfetta, ma comunque davvero buona.

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    Ma è con l'arrivo di Steve Englehart che avvengono le storie più memorabili di Cap: sul numero 68 si conclude lo scontro tra il Capitan America di adesso e l'altro Capitan America degli anni '50. Infatti, dopo che Cap aveva cessato le pubblicazioni alla fine della guerra (nel 1945 o poco dopo) e prima che Cap tornasse ad essere pubblicato nelle storie della Marvel a partire dagli anni '60, durante gli anni intermedi, quegli anni '50 in cui i toni della Guerra Fredda erano molto intensi, furono pubblicate delle storie di Capitan America che spaccava la faccia ai comunisti. Poi quelle storie furono dimenticate, ma Englehart le fece riesumare: il Capitan America anticomunista, ufficialmente, non era Steve Rogers, ma un'altra persona mezzo impazzita. Così Englehart gli fece affrontare il Capitan America che conosciamo. La vittoria è scontata: ma è stato comunque uno scontro memorabile, e che aprirà la strada ad una crisi più profonda di Cap sui valori americani, di cui si parlerà tra poco.

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    A partire dal numero 77, Capitan America e Falcon hanno a che fare con l'Artiglio Giallo, un criminale cinese alla Fu Manchu in procinto di conquistare il mondo coi suoi complotti, le sue apparecchiature e i suoi mostri, in una saga di Englehart e Sal Buscema che conclude i punti in sospeso con la storia dell'Artiglio Giallo contro Nick Fury in un grandioso arco narrativo di Steranko. Ma, in particolare, a partire da questo numero vengono pubblicate le storie di Luke Cage/Power Man, l'eroe a pagamento, dalle pagine degli "ASE", gli Albi dei Super Eroi (di cui parleremo poi), concludendo una storia rimasta aperta, in cui Luke aveva fatto un lavoro per il Dottor Destino, ma lui non l'aveva pagato e Luke è andato fino a Latveria, il regno di Destino, per avere i soldi che gli spettano. Una storia pazzesca, ma resa bene: qui si vede il carattere del personaggio. Luke vive in una New York dei bassifondi piena di malavitosi, trafficanti di droga, rapitori, assassini e altro, dove fa le sue azioni "eroiche" a pagamento, appunto, anche se poi spesso non ci ricava quasi niente e magari poi devolve i soldi ai parenti delle vittime. Il classico duro dal cuore d'oro, insomma: un finto cinico. E' uno dei miei personaggi preferiti, forse perchè, col suo carattere burbero e la sua tendenza a risolvere tutto a cazzotti, sembra un gigante buono che ricorda molto Bud Spencer (infatti diverse volte si incavola se vengono picchiati dei bambini, e quando succede son dolori).

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    Per dire il tipo di personaggio e il contesto in cui si muove, basta questa scena: Luke è incatenato nella villa di "Piranha" Jones, un capobanda mafioso coi denti appunto come quelli dei piranha (i cattivi di Luke spesso sono dei mezzi mostri alla Dick Tracy), ed è tenuto sotto bada da "Cockroach" Hamiton, detto Roach, che gli punta contro la sua amata arma: un fucile a sei canne mozze, che lui chiama affettuosamente "Josh". Anche se Luke è invulnerabile ai proiettili, preferisce non rischiare: se Roach gli spara a quella distanza, potrebbe rimanerci secco. Nella scena qui sotto si capisce il contesto e lo stile del personaggio. ^_^

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    In ogni caso, il ciclo di Englehart su Capitan America è famoso per via dell'arco narrativo in cui Cap, coinvolto negli inganni del Segreto Impero, viene messo sotto accusa ingiustamente per omicidio e, nel cercare di trovare le prove della sua innocenza, scopre alla fine che il capo del Segreto Impero è nientemeno che il Presidente degli Stati Uniti, che si suicida davanti a lui. Cap, sconvolto per il fatto, abbandona la sua identità diventando Nomad, un eroe senza più alcun legame con l'America. Successivamente, quando il Teschio Rosso uccide Roscoe, un amico di Cap che voleva essere il nuovo Capitan America, decide di tornare ad essere il capitano. La copertina qui sotto (Cap 90) esprime bene il senso di smarrimento che perdura lungo tutta questa saga. Per non parlare del fatto che, a metà della saga, Sal Buscema interrompe il suo lavoro su Capitan America e gli subentra Frank Robbins, famoso per il fumetto di Johnny Hazard: una scelta infelice che durerà per molti numeri, visto che Robbins non era un disegnatore adatto per le storie di supereroi.

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    Arriviamo ora al numero 100, "L'assalto dell'Alchemoide": Englehart ha lasciato di botto la serie concludendo in fretta la saga precedente, e i nuovi sceneggiatori non sanno bene che pesci pigliare, quindi mettono subito il Druido, un criminale di serie B, che di mestiere fa l'alchimista, con un robot, androide, creatura o quello che è, l'Alchemoide appunto. Una storia che si risolve in poco tempo: di certo non è molto commemorativa. Niente adesivi, solo la scritta lapalissiana sulla copertina: "Il 100° di Cap" e basta, e questo è un brutto segno. Poche vendite, pochi guadagni, quindi zero adesivi e manifesti. Prosit.

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    Col numero 106 arrivano gli Invasori, una serie di Roy Thomas coi disegni di Frank Robbins, purtroppo. Si tratta di storie ambientate nella II Guerra Mondiale dove Cap, Bucky, Sub-Mariner, l'Originale Torcia Umana e Toro formano il gruppo degli Invasori contro gli sporchi nazy. Che hanno da parte loro i rispettivi supercriminali: il Super-Uomo, che richiama vagamente Superman, la Donna Guerriera, U-Man, il Prosciugatore di Cervelli, il Barone Sangue (un vampiro nazista, mica male come idea). E ovviamente il Teschio Rosso. Le storie sono buone, ma appaiono piuttosto datate, e non perchè sono ambientate negli anni '40, ma perchè si ha un senso di straniamento nel vedere personaggi così assurdi in un contesto reale. E coi disegni di Frank Robbins.

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    La prima copertina è di Frank Robbins, la seconda di John Romita. Giudicate voi quale sia quella più vicina allo stile Marvel.


    Con Capitan America 114 avviene un evento storico: per la prima volta vengono pubblicati in Italia gli X-Men di Chris Claremont (anche se questo primo episodio è di Len Wein e Dave Cockrum). Compaiono così per la prima volta Tempesta, Colosso, Nightcrawler e Thunderbird, con Wolverine nella sua prima apparizione come X-Men, dopo la sua prima e unica presenza sulle pagine di Hulk di Len Wein e Herb Trimpe.

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    Mai titolo fu più adatto: era stata davvero una "seconda genesi"


    Con Capitan America 115 ritorna Jack Kirby come autore completo: storia e disegno. Il suo Capitan America è una figura statica, psicologicamente piatta e monodimensionale, in un contesto straniante e disturbante. L'arco narrativo della Bomba della Follia (che celebra il Bicentenario Americano che fu festeggiato nel 1977, l'anno di uscita della storia) è pesante, noioso e prolisso, con momenti dinamici spropositati e facce mostruose che spuntano un pò dappertutto, in un clima da incubo che la conclusione della storia non dissipa di certo.

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    E si arriva alla fine, con l'ultimo numero, Capitan America 128: "Colpo mortale" (titolo azzeccatissimo!). Abbiamo qui una storia degli Invasori di Frank Robbins, che ha voluto avere l'ultima parola, e con una copertina di Jack Kirby. Gli Invasori combattono contro un cretino che fa il missile vivente in un ospedale. Come storia e come soggetto è particolarmente idiota, ma credo che simboleggi bene la decadenza della testata. Con la brusca chiusura di Capitan America, si interrompe l'arco narrativo dei nuovi X-Men che devono affrontare la nascita della Fenice e la minaccia del Cristallo di M'Kraan: la storia proseguirà su Thor e i Vendicatori.

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    Che dire su questa serie? E' stata dedicata a un personaggio che è l'Eroe per eccellenza nella Marvel: sono riusciti a non renderlo invincibile stile Superman, ma come uno che le prende e poi le dà, tipo "lotta, cade, sempre si rialzerà". E ha portato in Italia le storie degli X-Men, facendoli conoscere per la prima volta al pubblico italiano, insieme a quelle di Luke, che, per quanto minore, ha avuto molto carisma e molta presenza nelle storie della Marvel, e non è una cosa che possono dire in molti. Comunque Cap e il suo frisbee resteranno sempre un'icona nel mondo della Marvel. ^_^

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SUI 50 ANNI DELLA CORNO E SULLA MARVEL

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