INFERNO, CANTO 19 - OTTAVO CERCHIO O MALEBOLGE
TERZA BOLGIA: SIMONIACI(primo post: qui; precedente post: qui)
I simoniaci sono seppelliti a testa in giù, con solo i piedi scoperti e in fiamme (qui non presenti). Per la precisione, nella Commedia originale erano a testa in giù con le cosce che spuntavano fuori col resto delle gambe.
LA SIMONIADante e Virgilio entrano nella Terza Bolgia dell'Ottavo Cerchio (detto Malebolge): è dedicata ai
simoniaci, che sono coloro che hanno acquistato cariche ecclesiastiche (cioè diventare preti, cardinali, Papi) a pagamento; oppure fanno "servizi religiosi" a pagamento, tipo il battesimo, la cresima, la Messa. Il nome "simonia" viene da
Simone il Mago, o Simon Mago, citato negli Atti degli Apostoli. Simon Mago voleva acquistare da San Pietro la capacità di donare lo Spirito Santo, che Pietro dava imponendo le mani ai cristiani, e a volte si compivano guarigioni. Ma Pietro scacciò via Simone, rifiutando il suo denaro.
Pietro rifiuta l'offerta in oro di Simon Mago.
Però la simonia non è solo questo: si tratta anche di
connivenza col potere, in cui la Chiesa obbedisce ai voleri di Cesare (cioè l'autorità laica), in cambio di oro o di privilegi. Infatti, una Chiesa che si sottomette allo Stato in cambio di privilegi perde la propria libertà, che è di natura divina, e commette peccato di simonia. In pratica, è la stessa cosa che è successa coi
tre mesi di Covid del 2020 (da Febbraio ad Aprile, Pasqua compresa) fatti senza Messa per compiacere Cesare, cioè lo Stato. Oltre ad essere stato un atto sacrilego, è stato anche un atto di simonia. Che anzi continua ad essere commesso, con le rigidissime e assurde regole anticovid imposte dallo Stato e applicate senza esitazione nella Chiesa, soprattutto durante le Messe,
massime in quelle domenicali.
IL BATTISTERO DI FIRENZEDante e Virgilio arrivano sul punto più alto del ponte roccioso che sovrasta la Terza Bolgia. Da lì il poeta vede il fondo della Bolgia pieno di buche circolari, tutte della stessa dimensione, che ricordano le fonti battesimali del Battistero di San Giovanni a Firenze, uno dei quali era stato spezzato da Dante stesso per salvare uno che vi stava annegando, come racconta nel canto.
Il Battistero di San Giovanni a Firenze. Un battistero è il luogo dove vengono battezzati i bambini. Di solito è all'interno della Chiesa, ma nelle chiese importanti, come appunto il Duomo di Santa Maria del Fiore a Firenze, ci sono all'esterno i battisteri, costruzioni fatte apposta per battezzare con maggior solennità. Dentro il Battistero ci sono le fonti battesimali, che contengono l'acqua benedetta per il Battesimo. Dante dice che ne ha ne rotto uno per salvare una persona: deve essere stata una fatica improba e avrà usato un attrezzo pesante, visto che, di norma, le fonti battesimali sono fatte di marmo.
DANTE E I PAPI SIMONIACINella Bolgia, ogni simoniaco è confitto a testa in giù nella buca, lasciando emergere solo le gambe fino alle cosce. Le piante dei piedi, dal calcagno alle dita, sono accese da fiammelle perenni che bruciano in continuazione come sulle cose unte. Forse si riferiscono alle fiammelle dello Spirito Santo, che, il giorno di Pentecoste, scesero dall'alto in forma di lingue di fuoco e si depositarono sulle teste di Maria SS e degli Apostoli
(Atti degli Apostoli 2, 1-11). E Simon Mago aveva cercato appunto di acquistare da Pietro il potere di dispensare lo Spirito Santo con le mani. I simoniaci scalciano con forza, ma Dante nota qualcuno che sembra lamentarsi più degli altri e ha le fiammelle con un colore più vivo delle altre. Chiede a Virgilio chi possa essere, e lui risponde che può chiederlo al dannato stesso, se vuole: lo porterà al fondo della Bolgia per parlargli. Dopo la discesa, Dante si avvicina al simoniaco e gli chiede di parlare, e Dante fa il paragone col frate che confessa l'assassino prima dell'esecuzione. Effettivamente, nel Medioevo gli assassini venivano messi a testa in giù in una buca, poi riempita di sabbia che li soffocava: una cosa atroce. Il dannato scambia Dante per
papa Bonifacio VIII e gli chiede perché sia giunto lì così presto e se non sia già stanco di fare scempio della Chiesa. Dante, sorpreso, non sa che dire e Virgilio lo invita a correggerlo. Dopo averlo fatto, il dannato storce dolorosamente i piedi e si presenta come
Papa Niccolò III. Con taglio ironico, si definisce
"figliuol de l'Orsa", cioè appartenente alla famiglia degli Orsini, intento ad
"avanzar li orsatti" (cioè dare da magiare agli orsetti), che erano i suoi parenti, grazie ai suoi atti di corruzione. Infatti, nei bestiari medievali l'orsa era descritta come un animale avido e ingordo, particolarmente attaccata alla prole. Papa Niccolò III afferma inoltre che, se in vita aveva messo il denaro in borsa, nell'Inferno lui ha messo se stesso "in borsa", ovvero si è guadagnato la dannazione ("bolgia" è sinonimo di "borsa", "sacco" in volgare fiorentino): il Papa usa un ricercato gioco di parole. Sotto di lui, nella stessa buca, sono conficcati altri simoniaci, tutti appiattiti nella roccia, e anche lui verrà spinto più in basso, quando arriverà realmente Bonifacio VIII. Ma questi rimarrà nella buca coi piedi di fuori per meno tempo di lui: infatti, lo seguirà un altro papa simoniaco,
Clemente V, che spingerà di sotto entrambi dopo aver goduto in vita del favore del re di Francia,
Filippo il Bello. Clemente V, infatti, favorì le mire di Filippo il Bello,
trasferendo la sede papale da Roma ad Avignone, in Francia, iniziando così la "Cattività Avignonese" che durò per ben 70 anni.
Il Palazzo dei Papi ad Avignone.
Inoltre, Papa Clemente V appoggiò tutte le decisioni di Filippo il Bello (compresa
la soppressione dei Templari e la requisizione dei loro beni da parte di Filippo il Bello). Papa Niccolò III - sempre il Papa dannato intervistato da Dante - paragona Papa Clemente V a
Giasone, che era un personaggio del Secondo Libro dei Maccabei (
Capitolo 4, Versetti 7-8, Bibbia, Antico Testamento). L'israelita Giasone era il fratello del Sommo Sacerdote Onia: anche se non aveva l'autorità di diventare Sommo Sacerdote come il fratello, lo diventò lo stesso perchè comprò dal re
Antioco Epifane la carica sacerdotale, in cambio di 440 talenti d'argento.
Dante annuncia così la dannazione di Papa Bonifacio VIII, che sicuramente era già morto al tempo in cui Dante scrisse questo Canto. Però il Dante/personaggio della Commedia è vissuto nell'anno 1300, in cui Bonifacio VIII era ancora vivo: per questo non era ancora all'inferno nel Canto. Ma il Dante scrittore compose questo Canto sicuramente mentre era ancora vivo il Papa che succedette a Bonifacio VII, appunto Clemente V. Tutti questi Papi citati nel Canto sono vissuti negli stessi anni di Dante (durante la vita di Dante si succedettero ben 9 Papi). Se nel
Canto VII Dante aveva incluso fra gli avari del IV Cerchio papi e cardinali senza fare alcun nome, qui la sua accusa alla corruzione ecclesiastica e alla simonia della Chiesa è ben più dettagliata, includendo di fatto tra i simoniaci ben tre papi, di cui uno probabilmente ancora vivo quando l' "Inferno" di Dante iniziò a circolare in Italia.
DANTE ACCUSA I SIMONIACI
L'invettiva di Dante.
A questo punto, lo sdegno di Dante esplode in una violenta invettiva contro Papa Niccolò III e tutti i simoniaci: chiede ironicamente al dannato quanti soldi volle Gesù da san Pietro prima di affidargli le chiavi del regno dei cieli; oppure quanti soldi vollero gli Apostoli da Mattia, perchè prendesse il posto di Giuda, l'Apostolo traditore. Lui è dunque giustamente punito: solo il rispetto per il ruolo del Papa impedisce a Dante di usare parole ancora più gravi. La violenta invettiva di Dante è piena di echi biblici e di sacro furore, dovuto allo sdegno provato dal poeta contro i cattivi pastori, che hanno sovvertito la giustizia nel mondo, sollevando i malvagi e calpestando i buoni (
"calcando i buoni e sollevando i pravi"). L'avarizia dei papi simoniaci ha sovvertito la giustizia,
trasformando la Chiesa in un'orrida bestia asservita agli interessi dei potenti (
"puttaneggiar coi regi", cioè coi re, dice Dante violentemente). E' esattamente quello che sta succedendo oggi, nella Chiesa simoniaca e asservita allo Stato tanto da identificarsi addirittura con esso, avallando la sua dittatura sanitaria, che emana leggi oppressive da campo di concentramento: leggi ingiuste, considerate però come leggi giuste e divine dalla Chiesa simoniaca di oggi.
La "Bestia" citata da Dante fa riferimento all'Apocalisse di San Giovanni
(Capitolo 17, versetti 1-3):
"...vidi una donna (una meretrice)
seduta sopra una bestia scarlatta, piena di nomi blasfemi, con sette testa e dieci corna": secondo l'interpretazione di Dante, le sette teste sono i sacramenti, le dieci corna sono i comandamenti. I Papi simoniaci, continua Dante, sono simili agli idolatri, perchè, come loro, adorano degli dei d'oro e argento (in sostanza: la ricchezza, il potere, il dominio). La coraggiosa denuncia del poeta contro la corruzione dei Papi si ricollega a quella contro l'avarizia, che è fonte di tutti i mali e che è all'origine di molti dei peccati puniti nelle Malebolge (il discorso contro l'avarizia era già iniziato con
Brunetto Latini e i tre sodomiti fiorentini, nonché con gli
usurai visti subito prima della discesa nell'VIII Cerchio). Concludendo l'invettiva, Dante aggiunge che molto male ha prodotto alla Chiesa la
Donazione di Costantino, che per Dante era la fonte prima della corruzione della Chiesa. Mentre Dante accusa violentemente Papa Niccolò III, il dannato scalcia con forza in aria, come se fosse preso dall'ira o dalla coscienza sporca. Virgilio approva il discorso del suo discepolo. Dopodiché, sorregge Dante con entrambe le braccia e lo riporta sull'argine della Bolgia, dirigendosi poi alla Bolgia successiva.
LA "DONAZIONE DI COSTANTINO"...Ma cos'era la
Donazione di Costantino? Si trattava di un documento del 321 (mille anni prima della Divina Commedia, che fu pubblicata proprio nel 1321), con cui l'Imperatore
Costantino diede alla Chiesa la giurisdizione su Roma, sull'Italia e su tutto l'Impero Romano d'Occidente: insomma le dava l'autorità di agire liberamente sul suo territorio. Ma quel documento era un falso storico: già ai tempi di Dante si discuteva della validità di questo documento (per esempio, il re Ottone Primo ne mise in dubbio la validità nel 1001). Nel 1440, dopo la morte di Dante, l'erudito umanista
Lorenzo Valla pubblicò il breve testo
"La falsa donazione di Costantino", che dimostrava la falsità di quella "donazione" sulla quale si era costruito il potere temporale della Chiesa. Lo pseudo documento era stato attribuito a un Costantino che, convertitosi al cristianesimo, decideva di trasferire se stesso e la nuova capitale (Costantinopoli, appunto) nella porzione orientale dell'Impero. Quanto alla parte occidentale, Roma compresa, era donata alla Chiesa e al suo Papa. Ebbene, dimostrava Valla, il documento era stato redatto da qualche anonimo monaco nell'alto Medioevo per giustificare il potere ecclesiale non solo in Cielo ma anche in Terra.
...CHE EVITO' UNA GUERRAPur dopo la dimostrazione della falsità, il papato prese misure di decisiva importanza storica proprio basandosi sullo stesso documento, già riconosciuto come falso. Quando, nel 1492, Cristoforo Colombo aveva scoperto, in nome della Spagna, quelle isole che riveleranno poi essere un continente, il Portogallo reclamava un'esclusiva sull'Oceano Atlantico, dove i suoi navigatori si erano inoltrati da molto tempo e dove aveva scoperto e iniziato a colonizzare l'arcipelago delle Azzorre. E' certo che, senza la "Donazione di Costantino" - per falsa che fosse - la disputa tra Spagna e Portogallo sarebbe sfociata in una guerra. Ma, poichè la Chiesa affermava di essere stata dichiarata dall'antico imperatore come avente autorità sull'Occidente intero, Spagna e Portogallo si rivolsero necessariamente al Papa. Questi fece disegnare dai suoi geografi una linea che divideva in due l'Atlantico: le terre ad Oriente della linea erano attribuite al Portogallo, quelle a Occidente alla Spagna. E questo spiega perchè il Brasile parli portoghese e tutto il resto dell'America del Sud parli spagnolo.
LA "DONAZIONE DI COSTANTINO", ANCHE SE FALSA, ERA LA GIUSTA RIVENDICAZIONE DEL RUOLO ACQUISITO DALLA CHIESAMa torniamo alla presunta ""Donazione": Lutero per primo, e indi tutti i riformatori del XVI secolo, cui si aggiunsero poi gli illuministi e gli anticattolici sino a noi, impugnarono ovviamente come un randello quel documento falso. Non ci fu, e non c'è, alcun anticlericale che non ricorra polemicamente a questa "truffa". Ma Benedetto Croce, che era uno storico agnostico, ammoniva: "La storia non deve essere giustiziera, ma giustificatrice". Che significa? Che non ha senso giudicare certe cose col metro di oggi, senza calarsi nel contesto storico di allora. Un altro agnostico, Umberto Eco, lo spiega bene: "Il Medioevo era pieno di falsi. Ma non tanto per disonestà, come si penserebbe subito, quanto perchè la Tradizione, e cioè la verità tramandata oralmente, a voce, era più accreditata del documento. A quei tempi, infatti, fare degli accordi
a voce era talmente vincolante che valeva come un contratto scritto e firmato oggi. Nel Medioevo la
parola era importantissima. Noi usiamo documenti per accreditare o discreditare le Tradizioni, mentre i medievali ricorrevano alle Tradizioni per accreditare o discreditare i documenti. Ecco perchè, in quei secoli, fioriscono tanti falsi, tra i quali il più celebre è la Donazione di Costantino. Si ragionava così: noi sappiamo per certo che ci appartengono da secoli questi e questi altri privilegi. Pertanto, si costruisca un documento scritto che lo attesti. Quella che noi chiameremmo malafede era giustificata da una diversa nozione di verità che non è quella della filologia moderna (di cui Lorenzo Valla era stato uno dei primi fautori). Se una cosa era ritenuta vera, ogni mezzo era buono per farla credere". Insomma, prima di condannare bisogna capire, per non cadere nell'anacronismo di chi applica al passato il nostro modo di pensare e di giudicare.
NON CI FU SOLO LA "DONAZIONE DI COSTANTINO"A parte la falsa Donazione di Costantino, però, nel 728 ci fu la vera
Donazione di Sutri, in cui il re dei Longobardi,
Liutprando, diede alla Chiesa alcuni castelli del Ducato romano (il più importante era appunto quello di Sutri, a nord della capitale) per la difesa di Roma, attaccata dai barbari e dai musulmani (una difesa inutile: nell'830 e nell'846 i pirati saraceni misero a ferro e a fuoco Roma). Infatti, a quei tempi,
attorno a Roma non c'era più alcuna autorità, se non quella della Chiesa: l'impero bizantino era assente e Liutprando doveva pensare al Nord.
LA CHIESA FU COSTRETTA AD OCCUPARSI DELL'AMMINISTRAZIONE TEMPORALESuo malgrado, la Chiesa, nella persona di Papa
Gregorio I, dovette occuparsi non solo dell'amministrazione religiosa e spirituale del popolo romano, ma anche di quella
civile e amministrativa, appunto perchè
non c'era più alcuna autorità laica. Non c'era più niente o quasi. La popolazione romana e dei dintorni era persino colpita da carestie e pestilenze e si doveva pensare quindi anche al vettovagliamento. Per non parlare della costruzione delle Mura Leonine, fatte erigere da
San Papa Leone I Magno (lo stesso che fermò
Attila nel famoso incontro a Governolo), dopo le aggressioni musulmane già citate. In pratica, la Chiesa doveva occuparsi anche dell'amministrazione civile, di cui più nessuno a Roma e nei dintorni si occupava.
Papa Leone Magno ferma Attila.
Di conseguenza, la Chiesa dovette intervenire
anche militarmente per difendere Roma, richiamando le truppe bizantine rimaste nei dintorni. E anche
politicamente, per fermare le mire di Liutprando o di altri potenti. Si può quindi far risalire a questo periodo l'acquisizione
de facto da parte del papato di un nuovo ruolo politico-istituzionale sul territorio di Roma e dei dintorni: non in virtù di una formale sovranità territoriale, ma
in base al riconoscimento ottenuto dalla popolazione romana stessa, ben consapevole che, senza l'aiuto della Chiesa, sarebbe stata semplicemente annientata.
ALTRE VERE DONAZIONIGli stessi sovrani Longobardi, e non solo loro, guardavano la Chiesa, a questo punto, ormai come
necessario interlocutore negli equilibri politici della penisola: una cosa che ora andava oltre la sua forza puramente "spirituale". D'altra parte,
la Santa Sede era già proprietaria di numerosi territori, chiamati "Patrimonia", storicamente documentati e mediante i quali venivano donati chiese e monasteri, e che erano pervenuti sin dalla fine del III secolo, come già testimoniato nell'
Editto di Milano, mediante il quale Costantino ordina che alla Chiesa venissero restituiti i beni ad essa in precedenza confiscati. Tra il 739 e il 741 a Sutri si aggiunsero: Gallese (per riscatto) e per donazione i castra di Ameria (Amelia), Orte, Bieda (Blera), e Polimartium (Bomarzo) e ancora nel 743 re Liutprando restituiva al Pontefice papa Zaccaria quattro città da lui occupate (Vetralla, Palestrina, Ninfa e Norma) e una parte dei patrimoni della Chiesa in Sabina, ad essa sottratti oltre trent'anni prima dai duchi di Spoleto. Di poco successiva è la
Promissio Carisiaca, sottoscritta a Pavia dal re dei Franchi
Pipino il Breve nel 754. Ormai la Repubblica di San Pietro era diventato
un ente avente soggettività giurisdizionale riconosciuta ormai da più parti.
LA CHIESA HA SEMPRE BISOGNO DI UN SUO TERRITORIO PER RESTARE INDIPENDENTEIn ogni caso, è sempre stato necessario che la Chiesa, per esercitare la sua missione, cioè predicare Cristo,
debba avere una sua indipendenza. E non può averla senza possedere
una terra che sia sua, permettendole così di agire in piena autonomia. Altrimenti, diventerebbe vassallo del potente di turno. Durante i settant'anni di cattività avignonese, la Chiesa si spostò da Roma ad Avignone, in Francia, diventando così vassalla dei Re francesi e perdendo così la sua autonomia, perchè ogni sua decisione era filtrata dal volere del Re di Francia. Invece
la Chiesa non deve dipendere da nessuno se non da Dio. Solo così potrà esercitare liberamente il suo ruolo. Di conseguenza, è necessario che la Chiesa abbia un suo territorio, anche ridotto al minimo: e la
Città del Vaticano, che è di proprietà della Chiesa, è lo Stato più piccolo del mondo. Però è uno Stato, e come tale ha una sua propria indipendenza dagli altri Stati.
Plastico della Città del Vaticano
Tutta la storia della Chiesa è stata uno scontro con l'Imperatore di turno: tutta la lunga
Lotta per le investiture fu combattuta perché l'imperatore voleva sottomettere a sè la Chiesa decidendo lui la nomina dei vescovi, o dei Papi, scegliendo quelli più consenzienti alla sua autorità. E si raggiunse l'apice con l'imperatore che regnava nel 1327,
Ludovico IV il Bavaro, che aveva deciso di tagliare del tutto il cordone ombelicale con la Chiesa, facendosi incoronare non dal Pontefice, come era sempre stato fin da allora, ma da un laico,
Sciarra Colonna , l'autore dello schiaffo di Anagni contro il papa Bonifacio VIII. Con quel gesto, simbolicamente, si chiuse il Medioevo cristianissimo. Bonifacio VIII lo comprese benissimo, tant'è che ne morì di crepacuore subito dopo. E la Chiesa, da allora, finì alla mercé del potere politico, col trasferimento ad Avignone del Papa, sequestrato e deportato in Francia da re Filippo il Bello, il distruttore dei templari. E furono settant'anni di papi e cardinali guarda caso
francesi, cui seguì il disastro del
Grande Scisma (tre papi, ognuno dei quali si dichiarava legittimo). Il potere politico, da allora, privo della guida e del freno di un'autorità morale come lo era quella della Chiesa,
divenne sempre più assoluto (da
"ab-solutus", cioè: svincolato da ogni limite), culminando infine nel
totalitarismo nazionalsocialista hitleriano e nel totalitarismo comunista del secolo XX. Fino ovviamente al
totalitarismo sanitario attuale.
IL DANTE DI NAGAIQuesto Canto viene presentato da Nagai in solo due pagine (d'altra parte, non era certo un affare farlo parlare a lungo con dei piedi rovesciati...), in cui c'è la presentazione dei dannati e l'invettiva di Dante contro di loro. I nomi dei Papi non sono citati.
BIBLIOGRAFIAhttps://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-xix.htmlwww.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6626www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5870https://it.wikipedia.org/wiki/Schiaffo_di_Anagni(Continua qui)QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE