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  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 20

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 26 Feb. 2022
     
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    INFERNO, CANTO 20: OTTAVO CERCHIO O MALEBOLGE - QUARTA BOLGIA: GLI INDOVINI
    (primo post: qui; precedente post: qui)

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    Nella Commedia questa scena non c'è: Nagai ha mostrato un demonio che ruota le facce degli indovini come fossero delle lampadine. Tutti gli indovini della Bolgia hanno la faccia rovesciata.


    Dante e Virgilio arrivano alla Quarta Bolgia dell'Ottavo Cerchio, riservato ai Fraudolenti. Questa Bolgia è riservata agli Indovini, un altro tipo di fraudolenti. Su tratta di persone che fanno divinazioni, cioè previsioni sul futuro: salute, amore, lavoro, successo, eccetera. Le solite cose che prevedono gli indovini: in questo caso, i maghi, gli astrologi, i profeti televisivi e persone simili. Costoro violano in modo grave il primo Comandamento, cioè: "Non avrai altro Dio al di fuori di me". Conoscere il futuro non è possibile, perchè solo Dio conosce il futuro e solo Dio può rivelarlo: quindi gli Indovini ingannano o con la menzogna o usando arti magiche, cioè diaboliche. La magia, infatti, è di per sè diabolica, perchè non si basa su Dio, ma su forze demoniache che richiedono l'adorazione del demonio, anche se non esplicitata. Per questo si viola il primo comandamento. Lo stesso vale, anche se a livello minore, per la superstizione: il numero 13, i gatti neri che attraversano la strada, le previsioni dell'oroscopo e dei tarocchi, eccetera.

    Il fondo della Bolgia è tutto bagnato di lacrime, letteralmente: Dante vede avanzare una schiera di dannati che tacciono e piangono, avanzando lentamente come in una processione: ma stanno camminando all'indietro. Guardando più in basso, Dante capisce perchè camminano in quel modo: la loro figura è stravolta, perchè i loro visi sono completamente rivoltati all'indietro, così che essi sono costretti a camminare sempre a ritroso. Dante, essendo anche medico, pensa alla possibilità di una paralisi: ma la esclude subito, perchè sa che non esistono paralisi capaci di fare una cosa simile. E' talmente sconvolto nel vedere la scena che non può evitare di piangere, specie quando vede gli stessi dannati a loro volta versare lacrime che bagnano loro la schiena e le natiche. Dante si abbandona a un pianto dirotto di compassione che suscita l'aspro rimprovero di Virgilio: non si può piangere per delle anime scellerate che si sono rovinate da sole, che hanno rovinato tante altre persone e hanno ricevuto il loro giusto castigo. Nell'inferno non deve esistere la pietà, perchè chi ci va l'ha rifiutata nel modo più totale (Virgilio risponderebbe in questo modo a Nagai che presenta sempre i dannati come "povere vittime").

    indovini
    Dante e Virgilio che incontrano gli indovini: miniatura.


    Virgilio invita Dante a guardare gli indovini: tra questi c'è Anfiarao1. Come tutti gli altri, ha ora la schiena al posto del petto per aver voluto vedere troppo in avanti: ora invece guarda indietro e cammina a ritroso. Virgilio mostra poi Tiresia, l'indovino dell'Iliade, che divenne una donna e tornò uomo dopo aver colpito, ogni volta, due serpenti che si accoppiavano. Lo segue Arunte2, che visse in una spelonca presso la città di Luni, in Liguria. Virgilio indica ancora una dannata le cui lunghe trecce coprono il petto: è Manto, figlia di Tiresia (anche se la Commedia non considera questa parentela). Virgilio spiega che, dopo la morte del padre di Manto, e dopo che la sua città, Tebe, cadde sotto la tirannia di Creonte, lei girò in lungo e in largo per il mondo, raggiungendo il Nord Italia. Laggiù, vide una terra in mezzo alla palude, incolta e disabitata, dove si stabilì per sfuggire ogni contatto umano e per coltivare le sue arti magiche. Laggiù morì e fu seppellita. In seguito, gli uomini che erano sparsi tutt'intorno si raccolsero in quel luogo, ben difeso dalla natura in quanto circondato dalla palude, e costruirono una città sulla tomba di Manto, che chiamarono poi Mantova dal nome dell'indovina. Essendo mantovano, Virgilio ha sentito il dovere di raccontare le origini della sua città a Dante.

    Manto
    Manto raggiunge le paludi della futura Mantova.


    Dante ringrazia Virgilio per la dotta spiegazione e chiede se fra gli indovini della Bolgia ve ne siano altri degni di attenzione. Il maestro risponde che il dannato la cui barba gli copre le spalle è Euripilo, un personaggio dell'Eneide, che riferì quello che disse l'Oracolo di Delfi, che cioè si doveva sacrificare la vergine Ifigenia per poter salpare ed attaccare Troia. Non era direttamente un indovino, ma ne era stato la voce. Un altro dannato dai fianchi esili è Michele Scoto3, detto Scotto nel poema. sempre dedito alle arti magiche e divinatorie; poi ci sono gli astrologi Guido Bonatti4 e Asdente5, che vorrebbe essersi dedicato solo al mestiere di calzolaio e ora si pente tardivamente. Ci sono anche molte donne che lasciarono le opere femminili per dedicarsi alla divinazione, facendo magie con erbe e con immagini, diventando così delle fattucchiere. Poi Virgilio invita il discepolo ad allontanarsi.

    COMMENTO

    Il Canto è interamente dedicato agli indovini della IV Bolgia ed è strutturalmente diviso in tre parti: la presentazione di alcuni antichi indovini, le origini di Mantova, la presentazione di indovini più recenti. Maghi e indovini si sono macchiati di un grave peccato di presunzione intellettuale, con la loro folle pretesa di antivedere il futuro, cosa che è consentita solo a Dio e a nessuna creatura mortale. La loro pena è particolarmente crudele e dal chiaro contrappasso, dal momento che hanno la testa rivoltata all'indietro e sono costretti a camminare a ritroso per aver voluto vedere troppo avanti. La condanna da parte di Dante è netta, in quanto essi sfruttarono le arti divinatorie per trarne vantaggio personale e quindi sono degli imbroglioni. Riguardo all'astrologia, la Chiesa ammette gli influssi astrali, escludendo però in modo categorico che annullino la libera azione dell'uomo.

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    L'indovino Prolix di Asterix, simbolo di tutti gli indovini passati e presenti.


    Il rimprovero di Virgilio nei confronti di Dante, che prova compassione per i dannati Indovini, è significativo, visto che il peccato di Dante potrebbe essere di natura intellettuale. Cioè quella di salvarsi senza Dio e raggiungendo la propria realizzazione solo attraverso la filosofia e la ragione, che qui è rappresentata proprio da Virgilio. Questi, inoltre, tiene a precisare che l'origine di Mantova non è in alcun modo legata alle arti magiche di Manto: i fondatori della città la chiamarono così ispirandosi al nome della maga, ma "senz'altra sorte", senza cioè ricorrere a sortilegi o augùri di nessun tipo. Il poeta sembra voler allontanare ogni sospetto di contaminazioni magiche nell'origine di Mantova, cui era affettivamente legato. Nell'Eneide, comunque (X, 199-200). Virgilio aveva dichiarato che la città era stata fondata da Ocno, figlio di Manto.

    VERSIONE DI NAGAI

    La Bolgia degli Indovini è trattata da Nagai in solo due pagine, in cui Virgilio spiega a Dante la loro punizione. Non ci sono cenni nè su Manto nè sugli altri indovini.

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    1 Anfiarao era un indovino e uno dei Sette Eroi che attaccarono Tebe. La storia è raccontata nella Tebaide di Stazio. Attaccò la porta tebana di Omoloide, ma fu sconfitto e le sue truppe furono disperse. Fu costretto alla fuga, e solo l'intervento di Zeus impedì che venisse ucciso dai soldati tebani. Zeus decise di farlo precipitare in una fossa, e fece sì che quel luogo diventasse sacro. Anfiarao, nella visione dantesca, cadde nelle viscere della terra e precipitò direttamente nell'Oltretomba al cospetto di Minosse.

    2 Arunte era un aruspice etrusco, personaggio della Pharsalia di Lucano (che parla della guerra civile tra Cesare e Pompeo). Fu convocato a Roma poco prima della guerra civile, per interpretare alcuni portentosi accadimenti: egli vaticinò sia la guerra civile che la vittoria di Cesare.

    3 Michele Scoto (cioè "scozzese") Esperto di matematica, filosofia e astrologia, entrò alla corte dell'Imperatore Federico II a Palermo. Fu famoso non solo come letterato, ma anche come indovino e necromante (che cioè fa parlare i morti).

    4 Guido Bonatti: astrologo e astronomo di corte (quelle di Federico II e Ezzelino da Romano). Sostenne l'influenza degli astri sull'uomo, privandolo del suo libero arbitrio, e facendo previsioni da indovino.

    5 Asdente: celebre indovino medievale ed ex-ciabattino.

    BIBLIOGRAFIA

    https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-xx.html

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

    Edited by joe 7 - 22/11/2022, 19:23
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    Anche io avevo pensato subito a Prolix, dato l'argomento di questo canto.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 26/2/2022, 15:11) 
    Anche io avevo pensato subito a Prolix, dato l'argomento di questo canto.

    Allora pensare a lui diventa automatico, visto che l'abbiamo fatto in due! D'altra parte, la storia si chiamava Asterix e l'Indovino... :rolleyes:
     
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