Il blog di Joe7

  1. ASTERIX E L'INDOVINO

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    Asterix
    By joe 7 il 8 May 2021
     
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    1972: ASTERIX E L'INDOVINO

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    TRAMA

    In una notte di tempesta, al villaggio gallico arriva un indovino di nome Prolix e tutti sono attratti dal suo carisma, chiedendogli previsioni sul futuro. Asterix è scettico e Panoramix, in quel momento, è assente perchè era andato al raduno annuale dei druidi. Gli uomini e le donne del villaggio vanno di nascosto dall'indovino, che ha trovato un rifugio nel bosco, e gli chiedono delle previsioni sul futuro, in cambio di doni. Prolix in realtà è un imbroglione che sfrutta la credulità popolare. Ma un giorno viene catturato dai Romani e portato all'accampamento, dove il centurione Fapallidaugustus decide di mandarlo nelle miniere di sale, secondo il decreto di Cesare. Allora Prolix getta la maschera e dice di essere un ciarlatano. Ma, siccome ha una grande influenza sui Galli, il centurione lo manda da loro per avvertirli di abbandonare il villaggio se no accadranno delle disgrazie. Il piano funziona e i Galli se ne vanno, nonostante le proteste di Asterix. Con l'arrivo di Panoramix, i Galli, riuniti in un luogo lontano dal villaggio, capiscono il loro errore e tornano al villaggio. Ma le donne continuano a pensare che lui sia un indovino vero: allora Asterix propone a loro e agli uomini del villaggio di attaccare l'accampamento dove si trova l'indovino. Se lui sarà colto di sorpresa, allora non sarà un indovino vero. Mentre l'indovino profetizza al centurione, che si è lasciato ingannare anche lui, arrivano all'improvviso i Galli e le Galle e succede il macello. Prolix viene riconosciuto da tutti come un ciarlatano e fugge via dall'accampamento, mentre il centurione viene degradato. La storia si conclude col classico banchetto.

    COMMENTO

    Dopo aver parlato della tendenza dei Galli (che rappresentano tutti noi, coi nostri pregi e debolezze) alla zizzania, alla gelosia, all'invidia, Goscinny e Uderzo descrivono un'altra debolezza dei personaggi: la facilità a credere ai ciarlatani. Ma non solo loro: anche il centurione romano e lo stesso Giulio Cesare seguono gli aruspici degli indovini. E questa è una cosa attualissima, visto l'enorme seguito che riscuotono non solo i maghi e i fattucchieri, ma anche le centinaia di medici e virologi intervistati nel periodo del coronavirus/covid, che non facevano (e non fanno) altro che spaventare, terrorizzare, ammonire, contraddirsi a vicenda, scrivere libri, proporre pozioni miracolose tipo "il vaccino che risolve tutto", degno degli imbonitori del West. Non c'è nessuna differenza tra loro e il ciarlatano Prolix. E il mondo d'oggi, simile al villaggio gallico, segue le parole dei ciarlatani come se fossero la Verità Rivelata. Se gli abitanti di Asterix abbandonano il villaggio per le ammonizioni dell'indovino, tutta la popolazione - italiana e mondiale - sta in casa per anni per non contraddire le ammonizioni dei ciarlatani. Nulla è cambiato dai tempi di Asterix: l'uomo è sempre lo stesso.

    Contro la credulità e i ciarlatani, la scienza non può nulla, perchè non ha argomenti: pretende solo una fiducia cieca nelle sue analisi, diventando così una religione gestita da fanatici, non più una scienza vera (che invece sa di non essere infallibile e che va per tentativi): diventa così oggetto degli stessi ciarlatani descritti prima, che lo usano come corpo contundente contro chi obietta.

    Nemmeno lo scetticismo illuminista di Asterix può nulla, perchè anch'esso non ha argomenti: ha solo la sua ironia e indignazione. Ma non ha delle basi con cui controbattere.

    Nemmeno la religione pagana ha argomenti contro gli indovini, perchè erano persone comunemente accettate. Per quanto i Galli siano religiosi qui (è forse l'unica storia in cui parlano dei loro dei in modo più dettagliato), essendo pagani non ricusano gli indovini. E lo stesso discorso si può fare per Giulio Cesare e la religione romana.

    L'unica risposta ai ciarlatani, maghi, indovini (e medici, virologi e simili) è la religione cattolica, perchè condanna chiaramente la credulità col Primo Comandamento: "Non avrai altro Dio al di fuori di me". Solo Dio sa il futuro. Gli altri - indovini, medici e virologi - non sono degli dei, ma degli uomini e quindi non possono essere trattati da dei. Ovviamente, lo stesso discorso vale per gli Ebrei, che seguono anch'essi il Primo Comandamento. Per questo i Cristiani e gli Ebrei non hanno mai voluto gli indovini e li hanno sempre scacciati.

    Il personaggio di Prolix è un capolavoro: magro, spigoloso, con uno sguardo da faina che simula saggezza, con una pelle di lupo addosso che simula la povertà, è una persona intelligente e subdola. Ma, in realtà, come tutti i subdoli, è solo un pavido. Usa tutti i metodi tipici dei ciarlatani, che sono dotati di grande psicologia (sanno quando spaventare e quando rassicurare), sanno dire quello che la gente vuole, sanno stare sul vago affermando e negando, dicendo senza dire (come i tremendi DPCM che hanno fatto stragi attraverso affermazioni e negazioni). In questo modo, può dire di tutto senza temere di essere contraddetto. Quando Prolix dice a Beniamina che lei vivrà a Lutezia, la capitale (ha capito subito che Beniamina è una donna ambiziosa), non dice mai quando, perciò non può essere contraddetto. Oppure, quando dice a Obelix che incontrerà l'amore, aveva capito subito che lui era un tipo solitario e che aveva bisogno di un'anima gemella (basta ricordarsi di Falbalà di Asterix Legionario). Ma non dice mai quando accadrà: rimane sempre sul vago, mantenendo così la sua aura di autorità e nascondendo la sua mediocrità (proprio come i DPCM).

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    Le donne del villaggio sono messe in mostra anche in questo numero, mostrando la loro grande capacità di influenzare gli uomini: in questo caso, però, in negativo, come in Asterix e la zizzania: se in quella storia le donne hanno accentuato la zizzania nel villaggio con le loro chiacchiere, in questa storia accentuano la credulità degli uomini. Infatti, se prima sono le donne ad andare di nascosto dall'indovino, poi ci vanno anche gli uomini, compreso Abraracourcix, il capo del villaggio. Sia Prolix che Detritus, il personaggio negativo di Asterix e la zizzania, capiscono l'enorme capacità femminile di influenzare gli uomini e approfittano di questo. Detritus dà il vaso, che provocherà discordia, ad Abraracourcix in presenza della moglie di lui, Beniamina. Prolix incanta prima le donne, poi gli uomini vengono a valanga. E' una cosa che sanno anche i venditori: se riescono a convincere la donna che accompagna l'uomo a fare un acquisto, l'acquisto sarà assicurato. E' stata la stessa tattica del serpente che ingannò Eva nell'Eden.

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    Beniamina, la moglie del capo, è sempre meglio tratteggiata in questa storia: è una Madame Bovary insoddisfatta, in ricerca di qualcosa di più grandioso e più adatto a lei. Ma nello stesso tempo vuole bene comunque al marito e alla fine comprende la lezione di Asterix. E' un personaggio dalle diverse sfaccettature.

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    La moglie di Matusalemix qui si rivela scaltra e attenta ai movimenti di Beniamina: è la prima, dopo di lei, ad accorgersi del fatto che l'indovino si è insediato nel bosco vicino al villaggio. E anzi Obelix ne è attratto grazie alle chiacchiere dell'indovino, anche se si tratterà solo di un momento. L'inizio della storia è insolitamente drammatico, con tanto di pioggia e tuoni, con la comparsa di un essere mezzo uomo e mezzo bestia, a giudicare dall'ombra, dando un tono horror alla scena (Uderzo ha anche detto che forse la copertina non ha favorito le vendite, che in questo caso furono leggermente inferiori del solito). L'indovino, comunque, non poteva scegliere un momento migliore per comparire: gli è capitata un'occasione fortunata. E "spesso la fortuna sta dalle parte delle canaglie", come dice il proverbio.

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    E la gente del villaggio, con le sue paure e incertezze, non è lontana da noi: Goscinny e Uderzo mostrano le loro debolezze, ma senza mai impalcarsi a giudici, sia loro che i lettori: al contrario, c'è complicità, perchè certi sentimenti, sensazioni, paure, desideri, sono universali. I Galli sono umani, e gli autori non li trattano mai da imbecilli o da persone perfette: ma come uomini, con le loro grandezze e le loro debolezze. L'ironia di Goscinny è beffarda, ma mai cattiva: è sempre benevola verso i personaggi. Essere cattivi coi personaggi significa snaturarli: questa è una lezione importante per gli sceneggiatori. Infatti, fare personaggi antipatici e odiosi, e quindi trattarli male, danneggia sempre la storia.

    Asterix e Panoramix, essendo i personaggi positivi, possono apparire troppo perfetti: ma è giusto che siano così, perchè questi due personaggi sono l'argine che impedisce alla follia di comandare e di far crollare la diga. Sono necessari perchè la storia si sviluppi bene. Per fare un paragone, in un giallo è necessario l'investigatore: e deve essere moralmente migliore degli altri, perchè è appunto l'argine che impedisce alla follia e al male di avanzare. E' un espediente narrativo efficace: in sostanza, perchè una storia funzioni bene, ci deve essere sempre un Salvatore. Le storie senza un "salvatore" sono storie di disperazione.

    Tornando ad Asterix e Panoramix, gli autori hanno fatto un notevole ritratto psicologico dei personaggi, differenziando i loro sorrisi. Quello di Asterix è beffardo e ironico: è il sorriso dei philosophes, tipico degli intellettuali illuministi, che non credono in niente e sbeffeggiano chi crede. Il contesto di Asterix è diverso, ma il suo sorriso è lo stesso dei filosofi. Ha una punta di amarezza e di cattiveria. Il sorriso di Panoramix, invece, è benevolo, comprensivo, di un anziano che ha visto il mondo e gli uomini e sa comprenderli bene. E' un sorriso da padre: più "caldo", che contraddice quello "freddo", da "fratello maggiore" di Asterix. Loro sono d'accordo e agiscono insieme, ma hanno un atteggiamento di fondo diverso.

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    Una curiosità: nella scena in cui gli autori spiegano chi siano gli indovini, compaiono la casa di campagna di Uderzo e alcuni palazzi del quartiere parigino de La Défense. Inoltre, la scena in cui l'indovino taglia un pesce di Ordinalfabetix è un rifacimento del famoso dipinto di Rembrandt "Lezione di anatomia del dottor Tulp". Ai francesi piacciono gli omaggi culturali elevati... ^_^

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    Tulip


    Complessivamente, si tratta di una storia ben costruita e ottimamente disegnata, come tutte le altre di Asterix, e scava nel profondo dell'animo umano. E il personaggio dell'indovino Prolix è indimenticabile.

    QUI TUTTI I LINK SU ASTERIX

    Edited by joe 7 - 30/1/2022, 23:33
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    Una delle tue analisi più approfondite di sempre, che mi ha fatto venire voglia di rileggere la storia.
    Anche io avevo notato il tocco horror della copertina e lo avevo interpretato come un avviso sulla natura malvagia dell'indovino.
    Oltre ad una trasposizione animata, Prolix appare anche nel live action del 1999.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 8/5/2021, 17:17) 
    Una delle tue analisi più approfondite di sempre, che mi ha fatto venire voglia di rileggere la storia.
    Anche io avevo notato il tocco horror della copertina e lo avevo interpretato come un avviso sulla natura malvagia dell'indovino.
    Oltre ad una trasposizione animata, Prolix appare anche nel live action del 1999.

    Prima o poi mi occuperò della versione animata e live action: sto seguendo l'ordine cronologico, quindi ci vorrà un pò per arrivarci...

    Il tono un pò horror della copertina è forse l'unico caso accaduto in Asterix...dopotutto il personaggio trattato appare inquietante all'inizio, quindi si vede che gli autori hanno voluto sottolineare questo fatto.

    Sono contento che ti sia piaciuta l'analisi.
     
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    Sul fatto che ci debba essere un personaggio migliore di altri hai perfettamente ragione.
     
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    CITAZIONE (Berlicche @ 8/5/2021, 20:21) 
    Sul fatto che ci debba essere un personaggio migliore di altri hai perfettamente ragione.

    E' una condizione che ritengo necessaria per dare stabilità alla storia: se in una storia tutti sono malvagi, o immorali, o comunque non positivi, è una storia che non va da nessuna parte e finisce come è iniziata. Il male è un'acqua stagnante, il bene è un fiume che scorre.
     
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    Essere cattivi coi personaggi significa snaturarli: questa è una lezione importante per gli sceneggiatori. Infatti, fare personaggi antipatici e odiosi, e quindi trattarli male, danneggia sempre la storia.

    Questo è verissimo !
    Di più : non è necessario rendere i personaggi odiosi, basta descrivere anche i 'normali' in maniera beffarda, mettendone in risalto sempre e solo le debolezze e i difetti, deridendoli. E' quello che succede per esempio nei romanzi di Fruttero e Lucentini, che ti lasciano addosso un senso di gelo.
     
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    CITAZIONE (Galerius61 @ 7/7/2021, 20:25) 
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    Essere cattivi coi personaggi significa snaturarli: questa è una lezione importante per gli sceneggiatori. Infatti, fare personaggi antipatici e odiosi, e quindi trattarli male, danneggia sempre la storia.

    Questo è verissimo !
    Di più : non è necessario rendere i personaggi odiosi, basta descrivere anche i 'normali' in maniera beffarda, mettendone in risalto sempre e solo le debolezze e i difetti, deridendoli. E' quello che succede per esempio nei romanzi di Fruttero e Lucentini, che ti lasciano addosso un senso di gelo.

    Infatti quello è l'umorismo acido, il sarcasmo, la risata cattiva. Si ride, ma si ride amaramente: non c'è benevolenza nè comprensione in quella risata. E' una specie di condanna senza appello. Lo si vede - almeno secondo me - nei film di Fantozzi, nella serie "Amici Miei", nel "Sorpasso". Oppure negli attuali fumetti di supereroi, in cui sono trattati tutti come una masnada di farabutti o di incapaci, come in Civil War. Non è più un racconto, è un'accusa senza misericordia. E senza speranza. :(
     
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    Concordo nuovamente, e infatti né Fantozzi ( di Villaggio mi piaceva solo il Fracchia televisivo ) né "Amici miei" ( di cui mi disturbano anche le fredde volgarità ) sono tra i miei 'cult'.
    Sul "Sorpasso" concordo in parte - è una bella carrellata di personaggi visti con sarcasmo - ma almeno un personaggio dipinto con tenerezza c'è, Roberto Mariani, anche se il finale lo vede soccombere.
     
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    CITAZIONE (Galerius61 @ 8/7/2021, 02:36) 
    Concordo nuovamente, e infatti né Fantozzi ( di Villaggio mi piaceva solo il Fracchia televisivo ) né "Amici miei" ( di cui mi disturbano anche le fredde volgarità ) sono tra i miei 'cult'.
    Sul "Sorpasso" concordo in parte - è una bella carrellata di personaggi visti con sarcasmo - ma almeno un personaggio dipinto con tenerezza c'è, Roberto Mariani, anche se il finale lo vede soccombere.

    Il "Sorpasso" non è una storia di taglio umoristico come le altre, quindi l'ho citato un pò a sproposito.
     
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