CIVIL WAR (IL FUMETTO, NON IL FILM):
l'orrore degli eroi senza eroismo e della malvagità esaltata come mezzo per raggiungere il fine.
In questi giorni, su tutti i cinema italiani proietteranno il film di Capitan America
"Civil War". Io andrò a vederlo, naturalmente, ma eviterò di fare riferimento al fumetto originale che uscì in America nel 2007, quasi dieci anni fa. Leggere
Civil War a quei tempi fu per me uno shock, e fu il motivo per cui abbandonai i fumetti Marvel per sempre. Osservate bene la scena che ho postato: due eroi, due amici per la pelle che si attaccano con odio, con una violenza come mai era successa prima nelle loro storie. Iron Man sta spaccando letteralmente la faccia a Capitan America, con tanto di sangue sparso.
Questo è l'emblema del fumetto di Civil War. Una storia gonfia di odio come mai ne ho viste. Tra l'altro, praticamente è da Civil War che il sangue nei fumetti di supereroi viene sparso a litri: prima c'era già qualche avvisaglia (da Frank Miller in poi) ma da lì è partita la stura del sangue sparpagliato nelle vignette. Il fumetto di
Civil War fu l'inizio del capovolgimento degli eroi da persone positive a ributtanti delinquenti, di cui Iron Man fu (ed è) il simbolo: tanto più ributtanti quanto più si sforzano di giustificare i loro atti abominevoli in una visione complessiva. E' un processo di degenerazione dell'eroe che parte da lontano, probabilmente dagli eroi/delinquenti/amorali di
Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons, uscito nel 1986, circa vent'anni prima di Civil War. Vista la morale dei personaggi, è difficile non collegare queste due storie.
LA PREPARAZIONE A CIVIL WARUn articolo di
Comicus spiega bene il percorso storico della Marvel nell'arrivare a realizzare questa storia: è anche da notare che l'articolista mette il fumetto di Civil War nelle possibili
"tre storie più amate", poi, come preso dal dubbio, tra le
"tre storie più importanti",
che credo sia una definizione migliore. Infatti, fu una storia importante sì, ma amata mica tanto. Negli anni '90, la Marvel aveva puntato soprattutto sul merchandising: copertine fluorescenti (dette snobisticamente in Italia "cover" stile Nando Moriconi), numeri uno, copertine in rilievo, eccetera: ma nessun vero impegno nella realizzazione delle storie e quindi nessun vero interesse da parte dei lettori. Ci fu quindi una
bolla di sapone: acquisti spropositati di materiale da parte di collezionisti e investitori che alla fine si ritrovarono coi magazzini pieni di carta straccia che nessuno voleva. Per rialzarsi, la Marvel pensò di rinnovare le storie eliminando la continuity (il fatto cioè che tutti i personaggi Marvel interagiscono nello stesso mondo, cosa invece curiosamente presente nei film attuali sui supereroi), rendendo le storie e i personaggi completamente scollegati l'uno dall'altro. Inoltre i personaggi furono tutti rifatti in un universo alternativo detto
"Ultimate", che oggi sta per chiudere i battenti per le scarse vendite. E altri personaggi furono modificati un una versione più cattiva - non alternativa, ma presente nel mondo classico della Marvel - chiamata
"Marvel Knights", che adesso non c'è più. In sostanza, l'Uomo Ragno/Spiderman, Iron Man e compagnia non erano più dei personaggi veri, o almeno verosimili, con una loro psicologia e storia precisa, come era stato in passato, ma piuttosto dei pupazzetti modificabili in mille modi come il pongo. Una parte della Marvel rimase ancora abbastanza fedele al canone classico (soprattutto i Vendicatori di Busiek, non a caso ristampati in questi giorni): ma tutto crollò dopo l'
11 Settembre 2001, con l'attacco alle Torri Gemelle. E' da notare alcune sinistre coincidenze con quel terribile fatto: poco dopo, a Ottobre 2001, uscì Thor 40 (volume 2, autore Dan Jurgens) in cui il padre di Thor, Odino, fece un'azione kamikaze uccidendo Surtur e morendo a sua volta. Addirittura pochi mesi prima, a Giugno 2001, uscì Avengers (Vendicatori) 41 (volume 3, autore Kurt Busiek) in cui Kang, un nemico dei Vendicatori, manda un raggio dal cielo che distrugge il palazzo dell'ONU, sinistramente simile ad una delle Torri Gemelle.
In ogni caso, da allora i fumetti Marvel divennero più violenti, più crudi, più pessimisti, più pieni di colori cupi: non c'era più la fiducia nel domani che, bene o male, gli eroi della Marvel trasmettevano. Solo tre anni dopo (2004), si arrivò al culmine con
Vendicatori divisi di
Bendis, in cui il concetto classico di Vendicatore scomparve per sempre. In questa storia, con un'altra mossa kamikaze, che richiama sempre l'attentato alle Torri Gemelle, la Visione, uno dei Vendicatori, si schianta con il quinjet sulla base stessa dei Vendicatori, distruggendola: da lì inizia una storia che è un vero e proprio delirio assurdo che non riuscirei a riassumere qui: è senza dubbio una delle storie più brutte che abbia mai letto. In ogni caso, "Vendicatori divisi" si conclude con la Scarlet, una dei Vendicatori classici, che impazzisce e lo scioglimento del gruppo. Da notare,
en passant, l'inutile azione kamikaze di Occhio Di Falco contro un'astronave Kree: un'altra azione suicida. Queste sono tutte storie che parlano di morte. In ogni caso, anche dopo Vendicatori divisi i Vendicatori tornarono a riunirsi, ma in diversi modi e con filosofie diverse: il giuramento dei Vendicatori di "non uccidere" per esempio, l'hanno messo nel bagno al posto della carta igienica. Inoltre, inserirono dei personaggi eterogenei che sono per loro natura solitari (l'Uomo Ragno, Luke e Wolverine) per rendere la testata più appetibile, fino all'arrivo di Millar e di
Civil War.
LA STORIA DI CIVIL WAR: L'INIZIOI fatti: in una riscrittura totale della storia della Marvel,
Mark Millar racconta che, in pratica, sin dall'inizio, i personaggi più influenti della Marvel (Iron Man, Dottor Strange, Reed Richards, Henry Pym, Freccia Nera, Sub Mariner) hanno formato in segreto un'associazione da cupola mafiosa-massonica detta
Gli Illuminati, in cui si arrogano da soli, per il semplice fatto di essere dei superuomini, il diritto di influenzare le attività dei supereroi e del mondo. Quindi, gli avvenimenti della Marvel, sin dai primi anni '60 ad oggi, sono tutti da riscrivere, trasformando così degli eroi in sordidi complottatori. Iron Man-Tony Stark è in pratica il capo di questa associazione mafiosa/massonica/illuministica (lo dice anche il nome).
Poi, un brutto giorno, nella città (realmente esistente) di Stamford, nel Connecticut, un gruppo di supereroi chiamati
New Warriors combatte contro Nitro, un criminale. In questa battaglia, gli "eroi" sono ripresi dalle telecamere, perchè si sta girando un
reality show in cui i New Warriors fanno i protagonisti. Tra l'altro, si noti la meschinità dell'idea del reality: un eroe ridotto a pagliaccio da palcoscenico, in perfetto stile Millar. In ogni caso, Nitro provoca una gigantesca esplosione. I New Warriors muoiono insieme agli abitanti della città: centinaia di morti. Per essere precisi, come ripetono
ad nauseam per tutta la storia di Civil War, 600 morti, tra cui 60 bambini. Se ci aggiungiamo i protagonisti, i 5 NewWarriors e Nitro, facciamo 6 e abbiamo insieme un bel 666, il numero del diavolo. Sarà casuale, poi Nitro e un New Warrior sono sopravvissuti, ma diciamo che questa idea già puzza di zolfo.
SUPEREROI NEL MONDO REALE?In ogni caso, l'idea della strage di Stamford è, scusate il termine, stupida. A parte il fatto che non capisco perchè abbiano scelto una città vera per fare lo spettacolo della tragedia, invece di inventarne una, il problema di base è che un supereroe non provoca disastri, se no è un supercretino. Ma Millar vuole appunto fare una storia di supercretini, dicendo di
"mettere i supereroi nel mondo reale". Ma un eroe coi superpoteri appartiene al mondo del fumetto, non al nostro: metterlo nel mondo reale, facendogli fare massacri e omicidi vari significa umiliarlo, istupidirlo e renderlo un pagliaccio: pericoloso, ma sempre un pagliaccio. Da questo momento in poi, il supereroe sarà sempre messo nel "reale": ma cos'è il "reale" per gli autori attuali della Marvel? Presto detto: politica ed economia; sesso senza senso e con chi ti pare; morale zero e convenienza a mille; psicologia a livello di bambini dell'asilo; marmellata di personaggi per ogni splash-page da mettere ogni due o tre pagine; esplosioni galattiche; crani fracassati, mandibole sfasciate, braccia e gambe amputate, sangue a livelli oceanici. A me sembra ancora più assurdo del normale mondo supereroistico: lo chiamerei film horror. Da adesso in poi non si bada più alla psicologia e alla quotidianità del personaggio: scordatevi l'Uomo Ragno innamorato di Gwen Stacy e preoccupato per la bolletta della luce da pagare. Al suo posto ci sarà sempre un "supereroe" (le virgolette sono d'obbligo) in relazione solo al suo contesto sociale, non al suo mondo interiore e alle sue relazioni personali, rendendolo sempre più assurdo. Se prima i supereroi erano uomini che cercavano di convivere in situazioni difficili, ora gli autori sono attenti solo all'aspetto sociale e attuale, mai a quello umano. In questo modo, non ci sono più dei personaggi veri, ma dei
simulacri che rappresentano l'ideologia dell'autore, spesso di estrema sinistra: così può trasmettere le sue idee in un fumetto. Ma torniamo a
Civil War.
CIVIL WAR: LA CONCLUSIONEDopo questa strage, il governo americano emana una legge che obbliga i supereroi a registrarsi ufficialmente alle autorità dicendo pubblicamente il proprio nome, in alternativa dirlo solo ai propri superiori. Ma l'identità segreta è essenziale per un supereroe: in questo modo, invece, prima o poi i criminali sapranno la loro vera identità e le loro famiglie e i loro amici saranno in pericolo. E non c'è programma protezioni che tenga, viso che la gente da proteggere sarebbe troppa, contro avversari sovrumani. Insomma, è una palese violazione dei diritti, non solo dei supereroi, ma anche delle loro famiglie e dei loro amici. Per rimediare al massacro di Stamford, di conseguenza, ne accadranno parecchi altri. Bella soluzione. Ma per Tony Stark/Iron Man questo non conta: è arrivato il suo momento, in cui lui, insieme ai suoi compagni di merende Illuminati, potranno modificare il mondo (almeno quello americano) come vogliono loro. Per prima cosa, usando l'inganno, mandano via Hulk - un loro amico, dopotutto - in un razzo spaziale, così si tolgono dai piedi un pericolo pubblico. Poi preparano una cella per i supereroi ribelli, che sarà in un'altra dimensione chiamata Zona Negativa. Successivamente, sempre per stroncare i ribelli, preparano una squadra speciale di assalto, formata dai più efferati delinquenti al servizio del governo perchè diano la caccia ai ribelli (faranno strage dell'Uomo Ragno, e non scherzo). Questi criminali dovranno obbedire per via di veleni o bombe installate nel loro corpo. Gli eroi che, invece, accettano le condizioni del governo, saranno irreggimentati in scuole di addestramento, così non faranno più disastri, dice Stark, perchè sono addestrati. Che idea balorda: potrei citare un mare di disastri e rovine compiuti da militari altamente addestrati. Come si vede, è un'azione da Russia stalinista, o da Germania nazionalsocialista, o da rivoluzione francese: le sofferenze e i conflitti ottenuti da queste idee aberranti saranno innumerevoli. Scontri all'ultimo sangue tra il gruppo di Iron Man, con gli eroi che sono con lui, contro Capitan America e gli eroi che sono con Cap. Con Iron Man non esiste dialogo: o ti sottometti o muori. Alla fine, Cap finisce in prigione perchè si arrende per via della protesta contro di lui fatta da persone comuni che erano intervenute personalmente nel conflitto tra superesseri.
Ma chi ci crede ad un'azione simile? Quando due forzuti si prendono a pugni, chi può essere tanto cretino da mettersi di mezzo rischiando la vita? Questa è un'altra pagliacciata di Millar, che vuole così far credere che le decisioni draconiane di Iron Man siano state viste con simpatia dalle persone comuni.
IL MOMENTO CLOU DI CIVIL WARSiamo alla fine: Capitan America è in cella e finirà sotto processo, e Tony Stark, con la benedizione del Presidente, è diventato il salvatore della patria e il capo dello Shield (l'organizzazione internazionale americana contro il crimine). Tony va a trovare il suo ex-amico e compagno di tante avventure in cella: è da notare che non si toglie mai la maschera. Tony, in sostanza, dice a Cap che lui ha ragione sulla faccenda della registrazione obbligatoria perchè Tony non è finito in prigione e Capitan America invece sì. E' un ragionamento che mostra l'idiozia di Tony: di innocenti che avevano ragione le carceri sono piene. Qui non siamo nella civiltà, ma nella giungla della legge del più forte: io ti ho battuto, quindi io sono nel giusto perchè picchio più forte. La civiltà serviva anche per difendersi da questi concetti aberranti.
Capitan America, senza la maschera, chiede a Tony/Iron Man se valeva la pena di fare tutte queste mostruosità. Cerca di fargli capire che non è vero il concetto che Tony ha espresso. Ma la risposta di Iron Man è piena di veleno e disprezzo:
"Sai...sei proprio un perdente, Capitan America".
Il cuore di Civil War di Millar è proprio questa frase piena di veleno: chi osa distinguere tra bene e male è da disprezzare come stupido fanatico e, in ultima analisi, come un perdente.
CONSIDERAZIONI FINALIQuesta è una tipica storia di sinistra, o di "protesta contro il sistema", dove il protagonista (Capitan America, in questo caso) perde contro il sistema digrignando di rabbia. E' impossibile leggere Civil War in modo rilassato senza indignarsi in continuazione per le oscenità compiute da Tony e per la sua vittoria finale: è una storia fatta per odiare. Con questa orrenda storia, Millar butta nella spazzatura tutta la storia Marvel fatta finora, con le sue amicizie sincere e eroismi, trasformandola in un nauseante piatto di complottismo, inganni, sospetti, rancore e odio senza fine. I personaggi sono stravolti in modo incredibile: o non hanno nessuna profondità psicologica, o hanno la psicologia tipica di funzionari ottusi al servizio di benemeriti macellai. Gli Illuminati sono una sorta di "eroi intellettuali" (ma privi di intelletto) che progettano l'impostazione del mondo a tavolino camminando sui cadaveri dei propri amici, per il bene di tutti, naturalmente.
I disegni di Steve McNiven sono iperrealisti all'eccesso, coi personaggi che hanno delle facce che sembrano ricalcate dalle fotografie. Danno un senso di straniamento: dei supereroi disegnati così diventano ancora più ridicoli e meno credibili di prima. In pratica è come se si vedessero
davvero delle persone comuni come me e te che vanno in giro vestiti da Gran Dixan o Mastro Lindo. Ma anche
la narrazione è assurda: si passa da primi piani (con le facce, a volte, fastidiosamente incollate come se ti guardassero attaccate al vetro), a piani panoramici con mille personaggi che se le danno di santa ragione, o, se va bene, a qualche splash-page ad effetto con solo due o tre personaggi. In ogni caso, si tratta di una costruzione disarmonica che cerca di imitare (male) la trasmissione televisiva e il manga giapponese. Civil War fu anche un punto di svolta della narrazione per immagini: da allora le storie della Marvel furono tutte impostate allo stesso modo confusionario. Ma
l'idea stessa di Civil War (il concetto di registrazione e libertà individuale)
è troppo complessa da essere adeguatamente sviluppata e risolta in un fumetto supereroistico, dove la semplificazione è d'obbligo. Si deve fare una storia, ci sono dei superesseri: quindi, invece di fare una conferenza (inadatta in un fumetto), è più interessante far vedere dei tizi che si menano. E la complessità della Marvel, della psicologia e del background dei personaggi va a remengo, trasformando tutto in uno squallido ring di super wrestling dove le persone semplicemente si odiano, si pestano e basta, senza badare per nulla alle storie e amicizie passate.
Viuuuulenzaaaaaa, direbbe Abatantuono.
Il classico motto del creatore di supereroi Marvel, Stan Lee, "supereroi con superproblemi", è stato rovesciato nei giorni nostri in
"superproblemi con supereroi". Infatti, adesso i veri protagonisti sono i problemi sociali, politici, economici, di attualità, di costume, eccetera (i "superproblemi"), conditi con un pò di supereroi qua e là per fare scena, ma come importanza scenica contano quanto il due di briscola, diventano intercambiabili. Non sono più personaggi, ma emanazioni del pensiero dell'autore.
Caro Stan Lee, stavolta non dico "Excelsior" (sempre più in alto) come facevi tu, ma "Addio per sempre, Marvel, è stato bello". Spero almeno che il film sia meglio.
QUI TUTTI I LINK SULLA MARVELEdited by joe 7 - 14/6/2023, 19:44
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