Il blog di Joe7

Posts written by joe 7

  1. .
    CITAZIONE (=Althea= @ 30/4/2024, 10:09) 
    Il nome Ruke mi fa un pò specie, Nagai avrebbe potuto far di meglio ed inventarsi un personaggio migliore.

    Forse intendeva dire Luke, visto che la L e la R in Giappone sono simili. Comunque anche Luke Fleed è orrendo come nome...

    CITAZIONE (=Althea= @ 30/4/2024, 10:09) 
    Noto che presenta sempre la mancanza di memoria da parte del protagonista, forse è affascinato da quest'idea.

    Ma l'Actarus originale non ha perso la memoria. Ricorda tutto quello che gli è successo sin dall'inizio, non ha avuto nessuna amnesia. E' questo Luke, Ruke, o quello che è, che ha perso la memoria. A dire il vero, non mi ricordo altri personaggi di Nagai che hanno perso la memoria all'inizio della storia. Forse Ryo Utsugi di Mao Dante...

    CITAZIONE (=Althea= @ 30/4/2024, 10:09) 
    Ti ringrazio Joe per aver citato il Pazzo Mondo come fonte. Alcune persone scopiazzano senza citare il forum come fonte, facendo passare le informazioni come se fossero avvenute in privato.

    Se posso indico sempre le fonti. Quasi niente di questo blog è mio: qualcosa l'ho scritto io, ma ho sempre preso da altre fonti, sempre citate. Io faccio solo il punto della situazione, una volta che raccolgo i dati.

    CITAZIONE (=Althea= @ 30/4/2024, 10:09) 
    Le stesse che hanno questa strana mania di leggere cosa scriviamo e di giudicarci in base a non so cosa. Tu vieni definito come "blogger" io come...mi sembra "l'esule" o qualcosa di simile. Alla fine io mi faccio una grossa risata con le loro pagliacciate :lol:

    Allora sei del sito del Pazzo Mondo di Nagai? Non lo sapevo. Vi faccio i miei complimenti per il vostro lavoro.
  2. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 29/4/2024, 20:14) 
    Non ho letto questa storia, ma conoscevo bene il robottino HERBIE, avendo visto il cartone animato dei FQ.

    Anch'io mi ricordo di averlo visto, ma si tratta di ricordi lontani...

    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 29/4/2024, 20:14) 
    Riguardo al motivo della sua creazione... in una storia degli anni '80, Johnny incontrerà un suo ammiratore in fin di vita, che si era dato fuoco per imitarlo.

    Era una storia dei Fantastici Quattro del periodo di Byrne come sceneggiatore e disegnatore. Byrne ha voluto prendere sul serio quella panzana dei bimbi che si danno fuoco e ci ha fatto su una storia particolare, dove un bambino si era DAVVERO dato fuoco e Johnny ne era rimasto sconvolto. Poi era intervenuto un essere potente, l'Arcano (Beyonder nell'originale) che aveva messo le cose a posto.

    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 29/4/2024, 20:14) 
    Comunque, hai ragione: le storie classiche della Marvel sono le migliori e leggendo la collana Super Heroes Classic me ne rendo sempre più conto.

    E ce ne sono molte altre, spero di presentarle...se non tutte, almeno le più importanti.
  3. .
    GALACTUS CONTRO LA SFINGE (prima parte)

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    Immagine di Dave Cockrum


    Ai tempi della Marvel degli anni '60-'80, ci furono delle saghe indimenticabili. Quella di Galactus contro la Sfinge riassume bene il sense of wonder del mondo della Marvel, quindi può andare bene come punto d'inizio per la presentazione di queste storie. Questa saga uscì in America nel 1979 sulla testata Fantastic Four: fu poi pubblicata per la prima volta in Italia sui Fantastici Quattro della Corno nel 1980:
    F4Corno n. 244: "Andromeda attack!"
    F4Corno n. 245: "Quando i mondi muoiono!"
    F4Corno n. 246: "La sentenza è morte!"

    E poi il seguito fu pubblicato sul Settimanale dell'Uomo Ragno della Corno (SUR) nel 1981:
    SUR n. 21: "La potenza del monocolo!" (però si trattava di una storia fill-in, cioè un riempitivo che non c'entrava nulla con la storia principale)
    SUR n. 22: "Il potere della Sfinge!"
    SUR n. 23: "Intrappolati nello spazio dei Sargassi!" (inizia l'arco narrativo disegnato da John Byrne)
    SUR n. 24: "Alla ricerca di Galactus!"
    SUR n. 25: "Terrax"
    SUR n. 27: "Battaglia di titani"
    SUR n. 28: "Il rebus della Sfinge"
    SUR n. 29: "E poi ne rimase uno solo"

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    L'AUTORE

    L'autore, Marv Wolfman, ha realizzato nella Marvel la serie Tomb of Dracula, e, ironicamente, anche la serie sull'uomo lupo Licantropus, in originale Werewolf: infatti, Wolfman in inglese significa "uomo lupo". Nella serie di Devil realizzò il famoso assassino Bullseye, in cui "nelle sue mani ogni cosa diventa un'arma mortale", tradotto in Italia all'inizio come "Occhio di bue" nel periodo della Corno. Successivamente, si preferì rispettare il nome originale, visto che era un termine intraducibile: "Bullseye", letteralmente "occhio di bue", in americano significa "fare centro": impossibile da rendere in italiano. Realizzerà anche il personaggio di Nova, "il missile umano", e la Sfinge, che compariranno appunto in questa storia.

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    Wolfman realizzerà anche le storie della Donna Ragno (Spider-Woman), con un ispirato Carmine Infantino: Wolfman fu il primo a darle un'identità umana come Jessica Drew (prima era stata un ragno evoluto per opera dell'Alto Evoluzionario). Nel suo arco narrativo sull'Uomo Ragno, fece proporre a Peter Parker il matrimonio con Mary Jane, che però lei rifiutò. Inoltre, sempre nell'Uomo Ragno, Wolfman fece introdurre la simpatica canaglia Gatta Nera (Black Cat), alias Felicia Hardy, che diventò la versione Marvel di Catwoman. Fu Wolfman a realizzare Terrax, l'araldo di Galactus che comparirà in questa storia, indicandolo anche come l'araldo conclusivo e definitivo.
    Successivamente, negli anni'80 passò alla DC e realizzò i Nuovi Giovani Titani (New Teen Titans), in particolare realizzando i personaggi di Nightwing/Robin, Starfire, Raven e Cyborg, che sono usati ancor oggi: la serie ebbe un grande successo. Poi realizzò la Crisi sulle Terre Infinite (Crisis of the Infinite Earths), un enorme reboot di tutta la DC.

    TRAMA

    Mentre Reed Richards esamina i suoi strumenti al Baxter Building, una ragazza compare davanti ai suoi occhi, grazie a un sistema di teletrasporto: si tratta della principessa Adora Suzerain di Xandar, un pianeta attaccato dagli Skrull. Ed è inseguita da uno Skrull che la vuole uccidere: Reed e Ben riescono ad aver ragione dell'alieno e, insieme a Sue, accompagnano Suzerain a Xandar per proteggere il suo pianeta dagli Skrull (Johnny resta sulla Terra). I tre, però, sono catturati dagli Skrull e vengono sottoposti al raggio invecchiante: entro tre giorni moriranno di vecchiaia.

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    Riescono a fuggire e vengono salvati dal gruppo guidato da Nova, un supereroe che ha avuto i suoi poteri proprio dal pianeta Xandar. Insieme a Nova, oltre ai suoi compagni, c'è la Sfinge, un nemico suo e dei Fantastici Quattro, che vuole raggiungere Xandar per i suoi scopi. Infatti, laggiù si trovano i Computer Viventi, dove la Sfinge potrà trovare la soluzione alla sua immortalità. Ma l'acquisto del potere ottenuto dai Computer Viventi gli ha dato un potere infinito, tanto da essere diventato invincibile. I Fantastici Quattro, Nova e i suoi compagni non riescono a prevalere sulla Sfinge, che si dirige verso la Terra per distruggerla.

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    I Fantastici Quattro - ai quali si è unito anche Johnny - decidono di raggiungere Galactus, l'unica persona abbastanza potente da affrontare la Sfinge. Per convincerlo, Richards gli promette che sarà libero dal giuramento di non attaccare più la Terra. Prima di accettare, Galactus li manda sul pianeta Lanlak, dove dovranno sconfiggere il tiranno Tyros e portarlo da lui: così fanno, e Galactus trasforma Tyros nel nuovo araldo, Terrax il domatore.

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    Ma il tempo è passato e i tre Fantastici Quattro - Reed, Sue e Ben - stanno invecchiando sempre di più a causa del raggio invecchiante degli Skrull. Nonostante questo, seguono Galactus sulla Terra, dove lui affronta la Sfinge. Sue, però, crolla e, per salvarla, Reed la mette in una camera criogenica nel Baxter Building: ma anche lui ha il tempo contato. Per peggiorare le cose, lo stesso Terrax compare per ucciderli, perchè vuole vendicarsi di loro per averlo portato da Galactus. Lo scontro è cruento e Ben alla fine cade a terra, dopo aver dato un colpo cruciale a Terrax. La Torcia, con un trucco, riesce a sconfiggerlo temporaneamente. Herbie, il robot costruito da Reed durante il viaggio spaziale, porta Ben nel Baxter Building per mettere anche lui in una camera criogenica. Galactus, intanto, batte la Sfinge e lo ricaccia nel passato, dove dovrà ripercorrere all'infinito al sua vita. Reed, anche se debole, è riuscito a costruire l'Annullatore Assoluto, l'unica arma che Galactus teme, e alla fine lo convince a non attaccare la Terra, almeno per ora. Grazie anche all'aiuto dell'Osservatore, il piano di Reed ha funzionato: ma ormai non ce la fa più nemmeno lui e sviene, privo di forze.

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    L'unico rimasto è Johnny, la Torcia Umana: dopo aver messo Reed nella camera criogenica, cerca degli aiuti, come Tony Stark o la stessa Suzerain di Xandar: ma non c'è niente da fare. Però lo Skrull che aveva attaccato la Suzerain all'inizio della storia, e che si era rigenerato dalla sconfitta, lo attacca e sta per infliggere anche a lui il raggio invecchiante. Johnny lo sconfigge e, grazie all'aiuto di Reed, che Johnny ha fatto uscire temporaneamente dalla camera criogenica, fa convertire la pistola col raggio invecchiante, trasformandolo in un raggio ringiovanitore. Rimette Reed nella camera criogenica e manda il raggio ringiovanitore su tutti e tre. Sembra che non abbia avuto successo; ma, inaspettatamente, i tre si presentano a Johnny, di nuovo giovani come prima. Tutto è bene quello che finisce bene, dice il saggio.

    COMMENTO

    L'INVECCHIAMENTO DEI PERSONAGGI

    Questa storia inizia con calma fino a crescere di tensione in modo impressionante. Marv Wolfman non solo realizza uno degli scontri più memorabili della Marvel tra Galactus e la Sfinge, ma introduce un fattore inaspettato, che rende la storia molto drammatica: l'invecchiamento dei personaggi. In questo arco narrativo, tre membri dei Fantastici Quattro - Reed, Sue e Ben - hanno solo tre giorni di vita. E, mano a mano che la storia va avanti, loro invecchiano sempre di più a causa del raggio invecchiante degli Skrull. Prima affrontano il problema in senso relativo, cercando prima Galactus, poi si occuperanno del loro invecchiamento. Ma più il tempo scorre, più il problema diventa drammatico. All'inizio, pensano che in tre giorni riusciranno a trovare un rimedio: dopotutto, sono ben tre giorni! E il giustiziere Skrull Jaketch li aveva colpiti con un raggio che non aveva fatto loro del male fisico, al massimo li aveva fatti svenire. E all'inizio si sentono uguali a prima. Ma questo è ovvio, l'effetto invecchiante doveva ancora svilupparsi bene. Anche per questo gli Skrull non si erano affatto preoccupati che i tre fossero fuggiti: tanto, il risultato finale non sarebbe cambiato. Già iniziano a notarsi gli effetti del raggio invecchiante: Ben fa fatica a sollevare dei pesi che una volta avrebbe sollevato senza problemi. Anche nelle situazioni drammatiche, l'umorismo di Ben rimane sempre attivo: pensa di mettersi un toupè (parrucchino, in francese) per coprirsi la calvizie. Uno che è senza capelli...

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    E nello stesso tempo, Ben non vuole che un robot qualunque vada a dire per filo e per segno come andranno le cose: quando Herbie descrive dettagliatamente quello che a loro accadrà, Ben gli intima di star zitto, se non vuole finire in rottami. Morire non è un "fatto naturale", come dice Herbie: e la Cosa fa capire al robot che oltre alla morte esiste anche la frantumazione dei robot. E Herbie non insiste più.

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    Ma quando si arriva al dunque, la Cosa crolla, e così anche gli altri. Non c'è più tempo per niente: tutti stanno morendo velocemente di vecchiaia, attimo dopo attimo, e sembra davvero che per loro sia finita. Wolfman riesce a rendere la storia altamente drammatica: oltre allo scontro tra Galactus e la Sfinge, il lettore si chiede come se la caveranno i protagonisti, che stanno letteralmente morendo, vignetta dopo vignetta.

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    Una tensione che nelle storie di oggi non c'è più: tutto è risata, burletta, battutine, assurdità, niente da prendere sul serio. Ma questo non è raccontare: è vaneggiare, è dire solo delle stupidaggini da bar.

    IL PROBLEMA DI SUE

    Ma la situazione, invece di migliorare, peggiora: Sue, che tra i tre è la più giovane, inaspettatamente è la prima a crollare. Johnny, suo fratello, dice che nella sua famiglia, cioè la famiglia Storm, tutti muoiono giovani. L'ombra della morte qui incombe ancora più forte. Reed cerca di salvarla mettendola in una camera criogenica, che rallenta l'invecchiamento: una specie di freezer.

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    Ma è solo un espediente temporaneo, perchè, anche se rallentato, l'invecchiamento va avanti comunque, E Reed, così invecchiato, non ha più il tempo materiale per trovare un rimedio. E, come se non bastasse, bisogna sconfiggere la Sfinge e poi impedire a Galactus di distruggere il pianeta e divorarlo. Nessuna meraviglia che Reed si senta schiacciato da una situazione simile.

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    E fa impressione vedere la Cosa, smunta e invecchiata, dare un pugno impotente contro il muro: nelle sue condizioni normali, il muro lo avrebbe sfracellato. Mai come in questo momento si avverte l'impossibilità di risolvere la situazione. Wolfman e Byrne sanno rendere al meglio il dramma della situazione.

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    Ma perchè Wolfman fa crollare prima Sue? Perchè è invecchiata. Ha i capelli bianchi, la pelle grinzosa, il petto cascante, e non fa piacere a nessuno - neanche a Sue - vedere una donna invecchiata che cerca di combattere. Una donna, per il fatto di essere donna, rappresenta la bellezza, più che la forza. E' diversa dall'uomo: la sua presenza, il suo messaggio, è completamente diverso da quello dell'uomo. Una cosa che adesso, in questi tempi di confusione dei sessi, si capisce sempre meno.

    IL GRUPPO DI NOVA

    La storia riprende la linea narrativa della serie di Nova, realizzata proprio da Wolfman, che dovette chiudere bruscamente per basse vendite dopo 25 numeri (in Italia fu pubblicata per la prima volta sulla collana Gli Eterni della Corno). Questa saga della Sfinge conclude le storie in sospeso su Nova, lasciandolo a Xandar coi suoi compagni a combattere contro gli Skrull. Poi la storia non sarà più ripresa (come è finita poi con gli Skrull? Boh), se non saltuariamente in qualche altra testata. Diciamo che gli Skrull furono sconfitti "fuori campo", senza che nessuno abbia mai letto la storia, e Nova poi è stato usato ogni tanto in qualche altra storia. Oltre a Nova, ci sono i suoi comprimari, realizzati anche loro da Wolfman, che però sembrano essere tutti dei personaggi della DC, più che della Marvel: infatti, non furono più riutilizzati, a quanto ne so. Abbiamo Cometa e suo figlio Crimebuster, Powerhouse e Testa di Diamante (Diamondhead). Questa storia è stata il loro canto del cigno: sono i tipici personaggi che non ce l'hanno fatta.

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    COME ATTRAVERSARE L'UNIVERSO IN UN CLIC

    Una delle cose più incredibili delle storie dei Fantastici Quattro era quella di fare delle cose pazzesche con la stessa tranquillità con cui si beve un caffè. Johnny era rimasto sulla Terra per motivi personali, poi ha raggiunto i suoi amici a Xandar attraverso il teletrasporto. Star Trek, vatti a nascondere, tu e il tuo teletrasporto da età della pietra: Johnny in un attimo attraversa migliaia di anni luce per arrivare in un batter d'occhio a Xandar. Roba da pazzi. Ma qui è normalissimo. :huh:

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    LA CREAZIONE DI HERBIE

    In questa storia, compare per la prima volta il robot tuttofare dei Fantastici Quattro, HERBIE, come il maggiolino tutto matto del film del 1968 (questo fumetto è del 1979). Per essere precisi, HERBIE era già comparso un anno prima, nel 1978, nella serie animata dei Fantastici Quattro, chiamata "I Nuovi Fantastici Quattro", in cui il robot aveva preso il posto della Torcia Umana. Si era detto spesso che la Torcia non era stata inserita nel cartone animato perchè i programmatori avevano paura che i bambini si prendessero fuoco come dei bonzi per imitare la Torcia. No, sul serio. :huh:

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    La verità è che la Torcia Umana a quei tempi era piuttosto popolare e la Marvel stava pensando di fare un film o un cartone animato a sè stante su di lui: quindi i suoi diritti erano semplicemente vincolati altrove, gestiti da una casa di produzione che stava lavorando al progetto (che però alla fine non fu mai realizzato). Quindi, non avendo i diritti sulla Torcia, i produttori crearono un personaggio ex-novo, appunto il robot HERBIE, adatto per i bambini (ma mai apprezzato da loro, comunque).

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    Nel fumetto HERBIE viene creato grazie ai Computer Viventi di Xandar, quindi ha un'origine più complessa di quella dei soliti robot. Johnny, inoltre, sempre nel fumetto, spiega la sua assenza nel cartone animato per il fatto di...essere stato fuori città e quindi di non aver fatto in tempo a firmare per il contratto! :lol: Il nome HERBIE è un acronimo: sta per Humanoid Electronic Robot type B Integrated Electronic (traduzione: Robot Sperimentale Umanoide, Tipo B, Elettronica Integrata).

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    HERBIE starà per poco coi Fantastici Quattro nel fumetto: subito dopo la saga della Sfinge, il Dottor Sun, un criminale, prenderà possesso del robot e HERBIE, per proteggere i suoi creatori, si suicida sfracellandosi contro la parete. Solo in un secondo tempo, ma parecchi numeri dopo, HERBIE sarà ricostruito.

    TRADIMENTI COSMICI

    Oltre alla nascita del nuovo personaggio di HERBIE, in questa storia avviene anche la morte di un personaggio piuttosto importante che è stato presente sin nelle prime storie dei Fantastici Quattro: l'Imperatore degli Skrull, Dorrek, che aveva mandato degli Skrull per la conquista della Terra e che furono poi respinti dai Fantastici Quattro. Inoltre, mandò contro di loro il Super Skrull, che aveva tutti e quattro i poteri dei Fantastici Quattro. Indirettamente, provocò la morte del padre di Johnny e Sue: il vero colpevole comunque era il comandante skrull Morrat, che aveva mandato contro di loro l'Uomo Invincibile. In quella storia, comparì anche la principessa Anele, la figlia dell'Imperatore e innamorata di Morrat. In questo arco narrativo, invece, compare per la prima volta l'ambiziosa imperatrice R'Kill, la moglie di Dorrek, che in questa scena lo uccide a tradimento per assumere il potere e comandare personalmente l'attacco a Xandar. Un nome un destino, visto che l'imperatrice si chiamava R'Kill: infatti conteneva la parola "kill", uccidere...

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    I FANTASTICI QUATTRO CONTRO GLI INSETTONI

    Mi rendo conto che ci voleva un certo periodo prima di raggiungere Galactus in modo da dare il senso del viaggio...ma far combattere i Fantastici Quattro contro degli INSETTONI SENZIENTI è davvero una cosa fuori di testa. E' tutta una storia stile Star Trek, dove si incontrano dei mostriciattoli o delle persone strane, che però ragionano come te e coi quali interagisci come se fossero delle persone normali. "Quello lì (l'insettone) era un poliziotto spaziale e quei furfanti (altri insettoni) l'hanno ucciso! Devono pagarla!" così aveva detto la Cosa. Va bene, ma questo modo di impostare la storia dà come minimo un senso di straniamento. E' impossibile identificarsi in insettoni cattivi e insettoni buoni. E' uno sviluppo che non c'entra nulla con la storia principale: praticamente un racconto a sè. Come quello del Monocolo, per esempio, che la Torcia aveva affrontato prima di andare a Xandar. Ma, se almeno lì si poteva seguire la storia, nella saga degli insettoni siamo nell'assurdo. Una stravaganza di Wolfman.

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    GALACTUS: LO SCIOGLIMENTO DEL SUO GIURAMENTO

    Wolfman, inoltre, provoca un cambiamento basilare nella storia della Marvel: dopo anni dalla sua prima apparizione, Galactus, che ha dovuto promettere di non attaccare più la Terra, in questo arco narrativo viene sciolto dal suo giuramento. Probabilmente era l'unico modo per poterlo convincere ad affrontare la Sfinge: ma è stata una decisione fin troppo pericolosa.

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    Reed aveva promesso a Galactus di scioglierlo dal suo giuramento, se avesse affrontato la Sfinge; poi, per fermarlo, ha costruito un Annullatore Assoluto, l'unico strumento che lo può sconfiggere. Per essere precisi, quello strumento avrebbe provocato la distruzione di tutto l'universo, non solo quella di Galactus. Fu per la pericolosità di quello strumento che Galactus dovette promettere di non attaccare più la Terra. Inoltre, nel loro primo incontro, in cui compariva Galactus per la prima volta, l'Annullatore non fu costruito da Richards, ma fu trovato sull'astronave di Galactus grazie all'intervento dell'Osservatore, un alieno che, sebbene tenuto solo ad osservare, aveva aiutato lo stesso i Fantastici Quattro. E anche in questa storia Reed prende l'Annullatore dall'astronave di Galactus. Però Reed, dopo che Galactus se n'è andato, dirà che aveva usato un Annullatore finto. Ma come poteva ingannare così Galactus, con un Annullatore che era nella sua stessa astronave? Lui, poi, gli avrebbe potuto leggere nella mente.

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    Ma ecco il colpo di scena che Reed, in qualche modo, paventava: l'Osservatore interviene di persona ingannando Galactus, con la scusa che lui doveva valutare questi importanti fatti usando la mente di Reed. E se questo ha impedito l'azione di Galactus, era solo per caso, non per interferenza. Come dice la Torcia, ha forzato le regole. Anzi, a dirla tutta, non le ha rispettate per nulla: l'Osservatore ha interferito. Ma, in qualche modo, Reed ci contava. E' una cosa azzardata quella che ha fatto? Parecchio, visto che si fidava su delle variabili che non dipendevano da lui. Che ne sapeva Reed se l'Osservatore l'avrebbe davvero aiutato? O se lui fosse stato persino presente? Avrebbe anche potuto andare ad osservare qualcos'altro nel frattempo.

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    Senza contare un altro fatto, ancora più grave: ora Galactus è libero dal giuramento e quindi può attaccare la Terra quando vuole. E quel trucchetto dell'Annullatore non funzionerà certamente un'altra volta. Quindi il problema è ancora aperto, e la Terra resta comunque in pericolo. Non è che la soluzione di Reed sia stata azzeccata, visto che, alla fine, ha solo sostituito la minaccia della Sfinge con quella permanente di Galactus... :=/: Può darsi che non ci fosse altro modo. Ma qui si è scherzato col fuoco.

    (Continua qui)

    QUI TUTTE LE SAGHE MIGLIORI DELLA MARVEL

    Edited by joe 7 - 30/4/2024, 19:43
  4. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 28/4/2024, 22:29) 
    Di Grendizer Giga ho chiesto un po' in giro e quasi tutti ne parlano male.
    Io ho sfogliato i volumi per vedere com'era, ma non mi ha ispirato particolarmente.
    Anzi, la scena con Cute Honey mi é sembrata una pacchianata assurda.

    Citando Fantozzi e la Corazzata Potemkin, Grendizer Giga è una boiata pazzesca.

    Inoltre, non c'è nemmeno bisogno di "doverla leggere tutta per poi poter esprimere un giudizio" come dicono sempre i saccenti al riguardo. Basta un assaggio per capire se il piatto è buono. Basta solo sfogliare un attimo il fumetto per capire se vale la pena di prenderlo o meno. Tu lo hai sfogliato e quello che hai visto ti ha dato l'assaggio del fumetto che ti hanno offerto da comperare. Un assaggio che non ti è piaciuto e lo hai lasciato lì. E hai fatto bene. In effetti, è così che si fa: se no, a seguire quelli che ti dicono di "doverla leggere tutta per giudicare", saresti costretto o a leggerla tutta in fumetteria o a comperarla a scatola chiusa, rischiando di perdere dei soldi per avere in mano una ciofeca.
  5. .
    PARADISO CANTO 20 - SESTO CIELO DI GIOVE: SPIRITI GIUSTI: DAVIDE, TRAIANO, EZECHIA, COSTANTINO (prima parte)
    (primo post: qui; precedente post: qui)

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    Il Sesto Cielo di Giove, descritto da Go Nagai: al posto dell'occhio dell'aquila (descritto in questo Canto) c'è l'occhio del pianeta Giove (la famosa macchia visibile sul pianeta)



    CANTO DEI BEATI; L'AQUILA RIPRENDE A PARLARE

    Dante paragona le luci dei beati che formano l'aquila alle stelle che appaiono in cielo alla sera (che è descritta da Dante come " ‘l giorno d’ogne parte si consuma"). Il Sole ("colui che tutto ‘l mondo alluma", cioè illumina) è ormai tramontato e la sua luce, dice Dante, si riflette negli astri.
    Infatti, era cosa comune nel 1300 pensare che le stelle brillassero della luce riflessa del Sole: se fino ad allora si pensava che il Sole fosse al centro dell'Universo, era normale credere che illuminasse di per sè tutte le stelle, visto che, in questa ipotesi, era l'unica luce del cosmo.
    I beati, paragonati alle stelle di Dante, non appena l'aquila (il "sole") ha smesso di parlare, aumentano il loro splendore, proprio come fanno le stelle dopo il tramonto, e intonano un canto, il cui ricordo è ormai svanito dalla memoria del poeta.

    Dante definisce l'aquila come " ‘l segno del mondo e de’ suoi duci", cioè il simbolo del mondo e dei suoi condottieri. L'ardore di carità degli spiriti beati che compongono l'aquila si manifesta nello scintillio delle loro luci. Quando smettono di cantare, Dante sente in quel momento una specie di mormorio, simile a un corso d'acqua, che scende dal monte; oppure, simile al suono della cetra che vibra; o ancora, alla zampogna, quando emette il suo soffio. L'aquila, infatti, sta riprende a parlare con questo tipo di suono, e stavolta il suono sembra uscire dal suo collo, come se fosse forato, trasformandosi poi in voce e in parole distinte.
    L'aquila, che si è trasformata nel simbolo araldico relativo, caratteristica dell'autorità imperiale, ora invita Dante a osservare con attenzione il suo occhio. Infatti, ora che ha la forma di uno stemma araldico, è vista quindi di profilo: si vede perciò solo uno dei suoi occhi.

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    E dice, riferendosi al suo occhio, che Dante deve guardare:

    "la parte in me che vede e pate il sole / ne l’aguglie mortali" (la parte di me che, nelle aquile mortali, vede e sopporta il sole)

    Infatti, si riteneva che l'aquila, che è l'uccello che vola più in alto di tutti, avesse la capacità di sostenere a lungo la vista del Sole.

    GLI SPIRITI GIUSTI: RE DAVIDE

    L'aquila dice che gli spiriti giusti che appaiono nel suo occhio sono, fra tutti gli altri che formano il suo corpo, i più degni in assoluto. Colui che è posto al centro dell'occhio, come se ne fosse la pupilla, è il re Davide.
    Davide (nato a Betlemme il 1040 a.C. circa e morto a Gerusalemme il 970 a.C. circa) fu il secondo re d'Israele (il primo fu Saul). Da Davide discende Giuseppe, il padre putativo di Gesù: per questo Gesù è chiamato "figlio di Davide". E' venerato come santo dalla chiesa cattolica e viene festeggiato il 29 Dicembre.

    Davide
    Davide: re, poeta, cantore, santo.


    Colui che luce in mezzo per pupilla, (Colui che splende in mezzo come la pupilla)
    fu il cantor de lo Spirito Santo, (fu il cantore dello Spirito Santo (re Davide)
    che l’arca traslatò di villa in villa: (che trasportò l'Arca Santa di città in città)

    L'aquila chiama Davide "cantor de lo Spirito Santo" perchè, tradizionalmente, è ritenuto l'autore dei 150 Salmi della Bibbia. Davide, in ogni caso, nella sua vita cantò davvero e compose versi: re Saul lo aveva nella sua corte proprio per le sue capacità di canto. Davide poi fu unto re dopo la morte di Saul. Riguardo al cenno de "l'arca traslatò di villa in villa" significa che Davide portò l'Arca dell'Alleanza, lo scrigno dove stava la Presenza Divina, in vari posti, fino a portarla alla fine a Gerusalemme, quando la conquistò.

    ora conosce il merto del suo canto, (ora conosce il merito del suo canto,)
    in quanto effetto fu del suo consiglio, (poiché fu effetto della sua volontà,)
    per lo remunerar ch’è altrettanto. (grazie alla beatitudine che è ad esso commisurata.)

    Qui Dante vuole dire che Davide, ora che è in Paradiso, comprende meglio l'importanza del suo dono di cantare, frutto ("merto") dello Spirito Santo e del suo "consiglio", cioè della volontà di Davide di seguire le ispirazioni divine, che gli davano la capacità di comporre i Salmi. Si tratta, in sostanza, della collaborazione tra Dio e l'uomo, che porta a grandi cose, di cui il canto è un simbolo. L'espressione "ora conosce" sarà ripetuta per sei volte, per ognuno degli spiriti indicati dall'aquila, sempre all'inizio delle due terzine dedicate a ciascuno di loro.

    GLI SPIRITI GIUSTI: L'IMPERATORE TRAIANO

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    L'imperatore Traiano che ascolta la vedova.


    L'aquila presenta poi gli altri cinque beati, che formano il ciglio (o contorno) dell'occhio. Quello più vicino al becco è l'imperatore Traiano, che fece giustizia alla vedova (ne ha già parlato Dante tra gli esempi di umiltà nella Cornice dei Superbi del Purgatorio, nel Canto 10).

    Dei cinque che mi fan cerchio per ciglio, (Dei cinque beati che formano il cerchio che mi fa da ciglio,)
    colui che più al becco mi s’accosta, (colui che è più vicino al mio becco)
    la vedovella consolò del figlio: (consolò la vedovella facendo giustizia del figlio (Traiano)

    ora conosce quanto caro costa (ora sa quanto costa caro)
    non seguir Cristo, per l’esperienza (non seguire Cristo, poiché ha sperimentato)
    di questa dolce vita e de l’opposta. (sia la vita in Paradiso sia quella all'Inferno.)

    L'aquila allude al fatto che Traiano, secondo una leggenda, rimase nel Limbo fino a quando fu portato in Paradiso grazie alle preghiere di un importante Papa del secolo 500: san Gregorio Magno. Infatti, il santo, avendo saputo della bontà di Traiano, che era morto da tempo (Traiano morì nel 117), con le sue preghiere lo avrebbe fatto risorgere, battezzare e mandare in Paradiso. Cosa c'è di vero in questa leggenda? Intanto, come già ho detto, la Chiesa non riconosce l'esistenza del Limbo: anche ai tempi di Dante non era una verità di fede. Ma Dante inserisce comunque il Limbo nella Commedia proprio per ricordare l'importanza del Battesimo, che rende il Cristiano parte del Corpo di Cristo e gli apre la Salvezza, e la differenza quindi tra essere cristiani e non esserlo. E' una cosa infatti che è facile da dimenticare. Il resto, cioè la risurrezione di Traiano e il suo battesimo, è assai forzato, anche se ci sono stati dei casi di risurrezione ottenuti grazie alla preghiera: negli Atti degli Apostoli San Pietro, con le sue preghiere, fece risorgere la cristiana Tabità. E ci sono stati altri casi di risurrezione, anche ai giorni nostri. Comunque, è più probabile che San Gregorio Magno abbia "semplicemente" visto Traiano già in Paradiso.

    San Tommaso d’Aquino nel De Veritate, a proposito delle persone che non hanno avuto occasione di sentire l’annuncio del Vangelo (sia prima che dopo Cristo), partendo dal principio che Dio vuole salvi tutti gli uomini (1 Tm 2,4), scrive:
    “Dal fatto che tutti gli uomini sono tenuti a credere esplicitamente alcune verità per salvarsi, non c’è inconveniente alcuno che qualcuno viva nelle selve o tra gli animali bruti (cioè: nessuno è destinato a vivere nell'ignoranza). Poiché appartiene alla Divina Provvidenza provvedere a ciascuno le cose necessarie per la salvezza: perciò, se uno, educato secondo la ragione naturale, si comporta in maniera da praticare il bene e fuggire il male, si deve tenere per cosa certissima che Dio gli rivelerà, per interna ispirazione, le cose che deve credere necessariamente (e qui lasciamo fare a Lui dirgli quali cose e in che modo) o (nel caso che sia vissuto dopo la resurrezione) gli invierà qualche predicatore della fede, come fece con S. Pietro e Cornelio (San Pietro andò a trovare Cornelio parlandogli di Cristo e rendendolo cristiano col battesimo)” (De Veritate, 14, 11, ad 1).

    Insomma, se un non cristiano è buono, poi Dio lo aiuterà, in vie che sa solo Lui. Non stupisce quindi che Dio, per interna ispirazione, abbia potuto infondere in Traiano, universalmente noto per la sua bontà e la sua rettitudine, le nozioni essenziali per la sua salvezza. È lecito anche supporre che tali persone avrebbero desiderato esplicitamente il Battesimo, se ne avessero conosciuta la necessità: si tratta di quello che la Chiesa chiama "battesimo di desiderio".

    Dante sapeva del fatto che quella di Traiano era una leggenda: ma inserendola ha indicato delle cose fondamentali. Prima di tutto, l'importanza della preghiera (quella di Gregorio Magno), che salva anche le anime degli altri, non solo la propria; e il fatto che chi non è cristiano può salvarsi. Quello che interessava a Dante era l'insegnamento della leggenda, non la sua veridicità.

    GLI SPIRITI GIUSTI: RE EZECHIA

    Ezechia
    Ezechia chiede a Dio di farlo vivere ancora per qualche tempo e viene esaudito.


    L'aquila poi presenta, sempre nel suo occhio, Re Ezechia. Era un re di Gerusalemme: visse tra il 700 e il 600 a.C. Fu un re giusto, che rimosse con forza il politeismo nel regno di Giuda e rinforzò la fede nel Dio unico. E' famoso perchè chiese una grazia a Dio: piangendo ("per vera penitenza" dice Dante ), supplicò Dio di differirgli la morte, che gli era stata annunciata dal profeta Isaia: alla fine ottenne la grazia di vivere diversi anni ancora (quindici, per l'esattezza). La Chiesa Cattolica lo venera come santo e lo festeggia il 28 Agosto.

    E quel che segue in la circunferenza (E il beato che lo segue nel cerchio (dell'occhio dell'aquila)
    di che ragiono, per l’arco superno, (di cui parlo, nella parte alta (cioè: la parte superiore dll'occhio)
    morte indugiò per vera penitenza (ritardò la propria morte con una vera penitenza (re Ezechia)

    ora conosce che ‘l giudicio etterno (ora sa che il giudizio eterno)
    non si trasmuta, quando degno preco (non viene mutato, quando la preghiera di un'anima degna)
    fa crastino là giù de l’odierno. (sulla Terra rimanda quello che è già stato pronunciato.)

    Dante qui vuole dire che il giudizio divino - la morte, cioè - può essere rimandata con la preghiera, come ha fatto Ezechia, ma alla fine avviene.

    GLI SPIRITI GIUSTI: L'IMPERATORE COSTANTINO

    Costantino
    Costantino, con la famosa scritta che vide in cielo: "In hoc signo vinces", "In questo segno (la croce) vincerai"


    Viene dopo di lui Costantino (274-337), l'Imperatore romano che promulgò la libertà religiosa dei cristiani con l'Editto di Milano e spostò la capitale da Roma a Costantinopoli.
    Prima che Costantino diventasse imperatore, ci fu un periodo di guerre civili: Massenzio, di origini imperiali, si proclamò Imperatore di Roma con l'appoggio di tutti: esercito, senato, popolo. Mentre Massenzio prendeva il potere a Roma, Costantino, nominato anche lui imperatore, ma solo di nome, stava combattendo contro i Britanni e i Franchi. Costantino aveva l'appoggio del suo esercito e dei barbari che gli si erano sottomessi: ma questo non sarebbe bastato per battere Massenzio, che aveva in mano Roma e tutta l'Italia, con un esercito di gran lunga superiore al suo. Incerto, Costantino stava marciando col suo esercito verso Roma. Un giorno, al tramonto, Costantino, alzando lo sguardo verso il sole calante, vide sul cielo una croce di luce, sovrapposta al sole, e sotto di essa la scritta "In hoc signo vinces", cioè “con questo segno vincerai”. E non fu solo Costantino a vedere quella visione: anche gli altri soldati con lui rimasero stupiti nel vedere quella misteriosa scena. Insicuro del significato di questa visione, quella notte, Costantino rifletteva nella sua tenda. Gli apparve Cristo, che gli ordinò di usare il segno della croce, sotto forma di cristogramma, contro i suoi nemici, e in questo modo vincerà. Un cristogramma è una combinazione di alcune lettere dell'alfabeto greco o latino che formano un'abbreviazione del nome di Gesù. Nel caso di Costantino, il cristogramma usato fu quello più famoso di tutti: il Chi-Rho. Ha infatti le lettere greche Chi e Rho. "Chi" è la lettera greca "C" di Cristo e "Rho" la lettera greca "R": sono le prime due lettere del suo nome. "Chi" in greco si scrive con una "X" (che richiama quindi la croce) e nell'alfabeto latino corrisponde a "ch"; "Rho" in greco si scrive con una "P" e nell'alfabeto latino corrisponde alla "r".

    cristogramma
    Cristogramma Chi-Rho. Ai lati ci sono le lettere Alfa e Omega, che sono la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco. Significa che Cristo è l'Inizio e la Fine, cioè è Tutto.


    Costantino seguì le indicazioni di Gesù e mise sul suo stendardo e sugli scudi dei suoi soldati il cristogramma Chi-Rho. Massenzio dispose i suoi soldati nei pressi di Saxa Rubra, cioè "grotte rosse" (il luogo era chiamato così per via della presenza di grotte di tufo rosso nella zona. Ma successivamente il luogo sarà chiamato così anche a causa dello scontro sanguinoso tra gli eserciti di Massenzio e Costantino, in cui la terra si tinse di sangue da ogni parte. Laggiù si trova attualmente il centro di produzione più importante della RAI). La zona di Saxa Rubra aveva il fiume Tevere alle spalle, e Massenzio fece costruire un ponte di barche alle sue spalle: il Ponte Milvio. Col fiume alle spalle, Massenzio era convinto che le truppe avrebbero combattuto con maggior furore; inoltre, la località poco pianeggiante avrebbe sfavorito la cavalleria di Costantino. Il 28 ottobre 312 avvenne la battaglia: Costantino attaccò furiosamente i fianchi dell'esercito di Massenzio, guidando personalmente la cavalleria. Il nemico andò in rotta, ritirandosi sul Ponte Milvio, che non poté reggere il peso di tanti uomini in fuga e crollò, facendo annegare tutti i soldati, compreso lo stesso Massenzio. Il giorno seguente, Costantino entrò trionfalmente a Roma, alzando la testa mozzata del suo avversario.

    Ponte-Milvio
    La battaglia di Ponte Milvio. Fu una svolta storica, sia per Roma, che per i cristiani, che per il mondo intero.


    Nel 313, Costantino promulgò l'Editto di Milano, che diede la libertà religiosa definitiva ai cristiani. Non si trattò di "Costantino che appoggia la maggioranza popolare approvando il Cristianesimo", come si dice spesso parlando dell'Editto di Milano: i cristiani a quel tempo erano ben lungi dall'essere la maggioranza. Anzi, erano reduci da una spaventosa persecuzione avuta da uno dei precedenti imperatori, Diocleziano: fu l'ultima, ma anche la più terribile, persecuzione romana dei cristiani, superiore persino a quella di Nerone. Lo stesso Costantino, che era pagano, scriveva di essere stanco e disgustato dalle crudeltà che i carnefici avevano commesso contro i cristiani sotto Diocleziano: infatti la ferocia dei persecutori era tale che anche gli altri pagani ne erano inorriditi. Costantino si fece battezzare sul letto di morte, nel 337.
    L'aquila così presenta Costantino:

    L’altro che segue, con le leggi e meco, (L'altro che vien dopo (Costantino)
    sotto buona intenzion che fé mal frutto, (in base a una buona intenzione che poi diede cattivi frutti,)
    per cedere al pastor si fece greco: (per lasciare Roma al Papa trasferì il governo imperiale a Costantinopoli)

    Costantino infatti trasferì il governo imperiale da Roma a Costantinopoli ("con le leggi e meco...si fece greco". "meco" significa se stesso), lasciando la città in mano al Papa. Una cosa, dice Dante, che diede amari frutti, perchè così l'Italia rimase senza un governo stabile. Infatti, col governo nella lontana Costantinopoli, l'Italia fu soggetta alle invasioni barbariche, fronteggiate con fatica dalla Chiesa e dai vari alleati che riusciva a trovare (Longobardi, orientali, ecc.)

    Tuttavia, la scelta di Costantino (che Dante chiama "bene operar") doveva essere stata fatta in base alle circostanze storiche di allora, perchè, come si vede, non c'è nessuna colpa per quello che ha fatto, visto che adesso è in Paradiso. Resta il fatto che un Impero lontano ha portato a dei pericoli vicini, come nota amaramente Dante ("avvegna che sia 'l mondo indi distrutto"):

    ora conosce come il mal dedutto (ora vede che il male scaturito)
    dal suo bene operar non li è nocivo, (dalle sue buone azioni non gli ha nuociuto)
    avvegna che sia ‘l mondo indi distrutto. (benché il mondo ne sia stato guastato.)

    BIBLIOGRAFIA

    https://divinacommedia.weebly.com/paradiso-canto-xx.html

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

    Edited by joe 7 - 4/5/2024, 17:39
  6. .
    CITAZIONE (Rubina @ 27/4/2024, 12:52) 
    Nell'estate 1984 alla Rai, hanno ripetuto tutta la seconda e terza serie di Goldrake. Le puntate sono finite a metà settembre.

    E' vero, dimenticavo che c'è stato questo periodo di repliche sulla RAI (inserendo anche alcuni episodi inediti): si vede che in quel periodo le polemiche si erano acquietate (erano passati tre-quattro anni) e avevano pensato di riproporre Goldrake. Poi l'anime fu dimenticato dalla RAI: tant'è vero che, successivamente, fu riproposto solo nelle televisioni private.

    CITAZIONE (caneparo @ 27/4/2024, 13:05)
    Ricordo che ai tempi del liceo (94/98) Goldrake veniva trasmesso su Telepuglia (junior tv) e anche su Telecapri e Tele Radio Matera. In seguito probabilmente scomparse con il progressivo scomparire delle tv private (ai tempi compariva il prequel della doro tv ricordi?). Un cartone che è scomparso dai radar per 20 anni fu Mazinga Z. Credo che nel 87/88 fosse stato trasmesso su Italia 7 (Telenorba dalle mie parti). La versione era quella rai con diversi tagli (di fatto tagli per ridurre il minutaggio) e a volte non era trasmessa la sigla finale. Il cartone mi piacque moltissimo (ed è di fatto il preferito dei miei figli della trilogia) ma fu interrotto con la famigerata puntata del furto della lega z ad opera di…babbo natale mostro meccanico.

    Sì, poi ci fu il DVD di Mazinga Z con tutta la continuazione.
    Il successo del robot in Italia credo sia dovuto al fatto di essere un racconto pieno di colpi di scena: Koji trova il robot, cerca di guidarlo, trova Afrodite A, incontra i mostri meccanici, i mostri diventano più pericolosi, trovano dei rimedi contro i mostri, i mostri sanno volare, Mazinga riesce alla fine a volare, interviene Blocken con la base volante Gool, ogni mostro meccanico che esce fuori ha una sua caratteristica principale che bisogna vincere con l'intelligenza per batterlo...insomma, era sempre una gimcana. Per forza che appassionava. Non mi meraviglia che sia il più seguito dai tuoi figli e da te.

    CITAZIONE (caneparo @ 27/4/2024, 13:05)
    Sempre ai tempi nel garage di mio nonno trovai una collezione di radiocorriere tv (la rivista eri sulla televisione) proprio del 1980 e feci la colezione di tutti i trafiletti che citavano le trasmissioni di mazinga z. Scoprii anche che mazinga z fu trasmesso in italia solo pochi giorni della mia nascita. In effetti la passione e la curiosità verso questi cartoni ti portava a cercare qualsiasi materiale che ti permettessi di ammirare ma anche solo ricordare i disegni del cartone

    Radiocorriere TV aveva degli ottimi servizi e informava in modo dettagliato su tutte le uscite in TV. Il fatto che tuo nonno lo conservasse significa che per lui quella non era soltanto una rivista con l'orario delle uscite televisive: era anche un vero e proprio approfondimento su ciò che si seguiva. Diverse persone conservavano i numeri di Radiocorriere TV proprio per questo.
  7. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 26/4/2024, 23:17) 
    Mi fa strano il fatto che nella sigla italiana dell'anime, Baldios venga definito invincibile, visto che alla fine perde.

    E come dovevano chiamarlo? Baldios il perdente? La sigla deve essere fatta per esaltare l'eroe, si sa. Solo che, in questo caso, l'eroe è un fallito, quindi il contrasto è stridente.

    E gli eroi falliti non piacciono a nessuno: distruggono la speranza. Infatti, la storia di Baldios fu tribolata e incompleta proprio perchè a ben pochi interessava la storia di un perdente. Solo agli intellettuali e a pochi appassionati: pochissimi, ma talmente agguerriti che tanto fecero e tanto dissero che alla fine fu realizzato il film riassuntivo di Baldios, che chiarì le cose in sospeso. Ma col protagonista sempre perdente: perchè a loro, chissà perchè, piaceva così.

    Immagino quale sia la motivazione: l'avrò sentita miliardi di volte. "Bisogna dire le cose come stanno, mica sempre si vince" eccetera.

    Sai che novità. E' vero che mica sempre si vince. Lo sapevano sin dai tempi di Omero. Ma, se hanno fatto sempre delle storie nel corso dei secoli in cui il protagonista vinceva, con ben poche eccezioni, ci sarà stata una ragione. E la ragione è questa: dare sempre della speranza.

    Agli appassionati di Baldios e delle storie pessimiste sarebbe piaciuta la fiaba del brutto anatroccolo che viene preso a calci per tutta la storia e poi muore abbandonato da tutti, perchè tante volte nella vita accadono queste cose. Ed è vero, ma in questo modo la fiaba del brutto anatroccolo non avrebbe dato speranza. Non avrebbe detto a ciascuno di noi brutti anatroccoli che un giorno saremmo diventati dei cigni. Non ci avrebbe dato la gioia di sperare. Basta davvero poco perchè appaia un pò di luce, anche nei momenti più bui. Ma, con un brutto anatroccolo (o Baldios, o quello che vuoi tu) come lo vogliono loro, non ci sarebbe stata nemmeno quella luce.

    E' proprio per questo che detesto storie come Baldios o Gundam. Tolgono la speranza.
  8. .
    CITAZIONE (caneparo @ 26/4/2024, 22:09) 
    Grazie per aver apprezzato. Tra l’altro all’epoca mia nonna era costretta a letto da una malattia e io accompagnavo mia madre da lei dopo il pranzo. Mia madre stava con lei nella sua stanza e guardavano agenzia matrimoniale su canale 5 condotta da marta flavi. Per fortuna c’era un’altra tv nella cucina su cui cercavo di guardare junior tv. Purtroppo lo schermo era al limite del rumore bianco ma stranamente i suoni erano nitidissimi. Forse perché la tv che ripeteva il segnale di junior tv, teleregione color, trasmetteva da quasi 80 km dalla mia città. Infatti dopo qualche mese il segnale scomparve definitivamente. Io ero disperato perché volevo vedere gokdrake, telefonai addirittura a telenorba e teledue di Conversano (che erano le tv più importanti della puglia) richiedendo che trasmettessero quel cartone. Junior tv inizio ad essere ripetuta da telepuglia a inizio anni 90 e fui felicissimo quando ritrasmisero gokdrake ero ormai alla fine delle medie e mia nonna era già morta da qualche anno.

    A quei tempi c'erano canali che apparivano e scomparivano facilmente: ogni casa aveva il suo "giratore di antenna", con cui si cercava di far muovere l'antenna sul tetto attraverso una manopola, in modo da poter intercettare la frequenza che si voleva vedere. "Vai così!" "No, aspetta, torna indietro, prima si vedeva!" "No, imbecille, perchè l'hai mossa? Adesso non si vede!" C'erano un mare di discussioni attorno a quella tremenda manopola. Quindi non eri il solo ad avere dei problemi di ricezione. E non sarai stato l'unico a telefonare a Telenorba e Teledue, ci scommetto...

    Il punto è che, ahimè, avevi cominciato a guardare Goldrake troppo tardi. La prima trasmissione del 1978 era della RAI, quindi su un'antenna stabile e sicura, visto che era quella nazionale: nessuno aveva problemi nel riceverla. Goldrake finì nel 1980 e poi la RAI, per via delle polemiche, non lo ritrasmise mai più, nonostante il suo successo epocale. Troppa paura della stampa e delle inchieste del governo. Tuttavia, le reti private ogni tanto ne facevano delle repliche. Che però erano difficili da ricevere, purtroppo...ecco spiegato il problema. Poi Goldrake, dopo gli anni '90, non fu più trasmesso: era diventato un cartone dimenticato dalla televisione. Solo con l'arrivo dei DVD del dopo 2000 (prima con quella oscenità dell'edizione incompleta D-Visual, poi con le edizioni successive) si poté finalmente seguire completamente Goldrake.
  9. .
    CITAZIONE (caneparo @ 26/4/2024, 20:43) 
    Episodio molto molto bello che mi fa tornare a fine anni 80 quando goldrake era trasmesso su junior tv. Io purtroppo non ricevevo quel canale, dovevo andare a casa dei miei nonni dove almeno si sentiva l’audio su immagini disturbatissime. Allora portavo un vecchissimo registratore con microfono di audiocassette dei primi anni 70 per potere riascoltare la puntata a casa con calma. Questa fu la prima puntata che riuscii a registrare e posso dire che è stata la prima puntata di goldrake che ho ascoltato

    Ne approfitto per dire che tra un pò riprendo la presentazione degli episodi di Goldrake: ci sto ancora lavorando.

    Comunque, è una bella storia quelle che mi hai raccontato, appassionante. Ci sono stati proprio questi momenti avventurosi in cui si cercava di seguire le prime trasmissioni di Goldrake. Avevo sentito parlare anche da altri che avevano registrato l'audio delle puntate, in modo da poterle riascoltare con calma. Era l'unico modo, in assenza di registratori e DVD vari, di poter tenere in mano qualcosa di quelle trasmissioni bellissime ma sfuggenti. E forse proprio il fatto di esserlo - bellissime e sfuggenti - ne aumentava il fascino. Una volta vista una puntata, chissà se, e quando, l'avresti mai più rivista. Ringraziamo la venuta dei DVD per questo...
  10. .
    37 - RITORNO ALLA FABBRICA
    (primo articolo: qui; precedente episodio: qui)

    g4


    RIASSUNTO

    Siamo verso la fine dell'800: dopo la morte del padre in Bosnia, Peline Pandavoine e sua madre decidono di raggiungere il nonno di Peline a Maraucourt, in Francia. Viaggiano in un carro coperto, trainato dall'asino Palikare e con loro c'è il cane Barone. Ma a Parigi la madre di Peline si ammala e muore: prima di morire, dà alla figlia il documento che attesta che lei è la vera nipote di Vulfran Pandavoine, il nonno di Peline. Dopo un lungo viaggio, Peline arriva finalmente a Maraucourt, dove vede per la prima volta il nonno, che è padrone di una fabbrica tessile ed è cieco. Peline si presenta in paese col falso nome di Aurelie, per sicurezza: il nonno infatti non aveva mai approvato il matrimonio tra suo figlio e la madre di Peline. Quindi non sa se sarà accettata da lui o meno. Un giorno, Peline fa da intermediaria a degli ingegneri inglesi nello stabilimento di Saint-Pepoy su richiesta di Pandavoine, perchè la ragazza è l'unica in quel momento che conosce quella lingua. Pandavoine le fa anche leggere delle lettere in inglese: infatti, sta cercando di trovare il figlio Edmond, il padre di Peline, perchè torni e si occupi della fabbrica: ma lui non sa che suo figlio è morto. Intanto, Peline, su richiesta di Pandavoine, gli racconta la sua storia: come è arrivata a Maraucourt e tutto quello che ha passato, senza rivelare però la sua identità. Pandavoine ne è colpito. A causa dell'assenza del cocchiere, Peline fa da guida alla carrozza di Pandavoine, che però licenzia bruscamente Guillaume, il cocchiere, per la sua trascuratezza. Peline è colpita dall'inflessibilità del nonno e non sa come fare per rivelarsi a lui. (NOTA: i dialoghi sono riassuntivi, non completi)

    STORIA

    Peline ha un incubo: va alla villa Pandavoine, dove entra e chiama il signor Pandavoine, che è seduto sulla scrivania. Gli dice:
    "Nonno, sono io!"
    Il nonno si alza e cerca di vederla, ma non ci riesce, perchè è cieco. La porta si chiude dietro a Peline, tutto è buio e passano Toluel e Theodore, senza dire niente. Peline chiama il nonno, ma inutilmente. Poi si sveglia, e sente la persiana della finestra agitarsi, anche se è chiusa. Peline la apre e sente il vento che si agita.
    "Comincia a far freddo la notte" commenta lei.
    Infatti siamo in autunno inoltrato: l'inverno si avvicina.

    a3


    Peline si veste e tossisce.
    "Faceva freddo stanotte, Barone. Mi spiace, ma credo che prima o poi dovremo lasciare questo posto."
    Va alla fabbrica e saluta Rosalie, e nel farlo starnutisce ancora.
    "Ti sei raffreddata?" chiede Rosalie.
    "Un pò, devo stare attenta."
    "Torni ai carrelli oggi?"
    "Sì, il lavoro di traduttrice è terminato."
    "Sei diventata famosa, sai? Tutti ne parlano."
    "E' un pò una seccatura" commenta Peline.
    "Ti facevi capire bene da loro, vero?"
    "Ma no, cercavo di cavarmela."
    "Non fare la modesta, sei la ragazza più in gamba della fabbrica" dice Rosalie, mettendole un braccio al collo.

    c5


    Quando Peline raggiunge la fabbrica, il capomastro le dice:
    "Purtroppo ti abbiamo sostituito."
    "Allora potrei occuparmi delle macchine" risponde Peline.
    "Lo sai fare?"
    "No, ma prima o poi cominciano tutti, no?"
    "Mi spiace, ma non abbiamo bisogno adesso di te: tutte le macchine sono in uso."
    "Allora cosa posso fare?"
    "Perchè non ne parli al direttore Toluel?"
    Peline va da Toluel. Poco dopo arriva l'ingegner Fabry, che si rivolge al capomastro:
    "Dov'è Aurelie?"
    "E' andata dal direttore, perchè?"
    "Allora lei sa già la notizia?"
    "Che notizia?" chiede il capomastro.
    "Il signor Pandavoine le vuole parlare."
    "Eh? Non ne sapevo niente" risponde lui, sorpreso.
    "E allora perchè è andata da Toluel?"
    "Perchè non ha più nessun lavoro qui."

    d1


    Peline viene ricevuta freddamente da Toluel, che le dice:
    "Aspetta che finisco di leggere questo."
    "Va bene" e la fa aspettare.
    Alla fine, il direttore si accende con calma una sigaretta e le dice:
    "Da adesso non c'è più un lavoro per te."
    "Ma non è giusto, sono andata a fare l'interprete per ordine del signor Pandavoine e adesso che l'ho fatto mi togliete il posto!"
    "Potrei licenziarti adesso, sai."
    Arriva l'ingegner Fabry, che dice che il signor Pandavoine vorrebbe parlare con Aurelie. Toluel sussulta e dice a Peline:
    "Ti accompagno dal presidente."
    "Ma ha chiamato solo lei..." obietta Fabry.
    Ma Toluel insiste: può aver bisogno di un intermediario. Soprattutto, vuole capire che sta succedendo e perchè il signor Pandavoine sia così interessato ad Aurelie.

    e1


    Quando i due entrano nello studio di Pandavoine, lui dice seccato:
    "Avevo chiamato solo Aurelie, signor Toluel. Lei può andarsene."
    "Mi sono permesso di accompagnarla, perchè potrebbe aver bisogno di aiuto per capire la situazione..."
    "Non si preoccupi. La ragazza è una persona sveglia. Potete andare."
    Toluel esce, seccato, e origlia dalla porta. Ma viene beccato da Theodore, il nipote di Pandavoine, e lui sobbalza:
    "Sst! Il signor Pandavoine ha chiamato quella ragazza, Aurelie."
    "Eh? E perchè mai?"
    "Credo per farsi tradurre quelle lettere dall'inglese."
    All'improvviso si apre la porta e Pandavoine dice:
    "Cosa bisbigliate tra di voi qui fuori? Theodore, hai chiamato l'avvocato?"
    "Ecco, non ancora..."
    "Allora muoviti! Signor Toluel, torni nel suo studio" e chiude la porta, andando a sedere sul divano accanto a Peline.

    f9


    Pandavoine inizia a parlare:
    "Con la perdita della vista, il mio udito si è raffinato molto, ma quello sciocco di Theodore non l'ha ancora capito. Ti chiederai perchè ti ho chiamato, vero?"
    "Ecco, sì..."
    "Ho deciso di prenderti con me come mia segretaria privata."
    "EH?"
    "Sei troppo giovane per lavorare nell'azienda. Ti dò l'incarico."
    "Ma io non so se ne sono all'altezza!"
    "Ho saputo della tua storia. Hai volontà e coraggio."
    "Avete un'opinione troppo alta di me."
    "No, non mi sbaglio. Avrai 90 franchi al mese."
    "90 franchi?"
    "Prima quanto guadagnavi al mese?"
    "8 franchi e 60 centesimi..."
    "Bene. Sai fare i conti alla svelta. Hai sommato tutte le tue paghe settimanali."
    (questo significa che Peline prendeva 2 franchi e 15 centesimi alla settimana, ndr)

    h1


    Pandavoine si alza e va a sedersi alla sua scrivania.
    "Dovrai anche cambiarti d'abito. Come segretaria dovrai accompagnarmi, quindi dovrai essere ben vestita. Avrai un permesso per acquistare dei vestiti da madame Lachaise. Potrai scegliere quello che ti pare. Giudicherò il tuo carattere dai vestiti che indosserai."
    "La ringrazio, signor Pandavoine" dice Peline, ancora incredula.
    Poi Pandavoine chiama Toluel e gli dice che ora Aurelie è la sua nuova segretaria. Toluel è stupefatto, ma si congratula con Peline per l'incarico.

    h5


    Intanto, Rosalie è preoccupata e dice a Fabry che teme che Peline venga licenziata.
    "Non credo, Rosalie: il signor Pandavoine l'ha chiamata, credo per farle leggere delle lettere in inglese" risponde lui.
    "Ehi, Rosalie, torna al lavoro!" dice il capomastro.
    "Dite ad Aurelie che l'aspetto al solito posto a pranzo" dice Rosalie prima di andarsene.
    "Va bene" risponde Fabry, e Rosalie torna alla macchina tessile.
    Poco dopo, Theodore vuole parlare a Fabry, che ne è infastidito.
    "Cosa volete, signor Theodore?"
    "Ingegner Fabry, il signor Pandavoine non ha più la testa a posto...vorrei sentire un vostro parere..."
    "Perchè, cos'ha fatto?"
    "Ha assunto quella ragazzina, Aurelie, come sua segretaria privata!"
    "Eh?"
    "Rideranno di lui!"
    "Non si preoccupi, sono sicuro che Aurelie se la caverà bene" e Fabry si allontana, soddisfatto.

    i8


    Intanto, Peline è nello studio della segretaria, accanto a quella di Pandavoine, senza sapere cosa fare. All'improvviso bussano: è l'ingegner Fabry, e Peline è felice di rivederlo.
    "Ho saputo la notizia: congratulazioni, Aurelie!" Nota però che è preoccupata. "Ma cosa c'è?"
    "Ecco, ho una gran confusione in testa, non so cosa fare nè cosa dire...non mi sento all'altezza."
    "Non ti preoccupare, sono sicuro che diventerai un'ottima segretaria."
    "E' sicuro?"
    "Ma certo, hai tutti i numeri per farlo."
    Peline quasi piange: "Vi ringrazio."
    "Ma che ti prende? Sei sempre stata in gamba fino ad adesso, e ora sei in crisi?"
    "Dopotutto, sono solo una ragazza."
    "Coraggio, andrà tutto bene."
    "Farò del mio meglio."
    "Ci vediamo. Ah, Rosalie mi ha detto che ti aspetta a pranzo al solito posto."
    "Certo, ci sarò."

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    Dopo che Fabry è uscito, Peline va a sedersi alla scrivania della segretaria. Sta per suonare mezzogiorno.
    "Quanto dovrò aspettare qui?" si chiede.
    Intanto, Toluel e Theodore discutono con Pandavoine riguardo alla sua decisione su Peline.
    "Insomma, pensate che io sia rimbambito?" sbotta alla fine Pandavoine "Aurelie è in gamba, è intelligente, la ritengo all'altezza. Ma vedo che non ne siete convinti. Va bene, faremo una prova. Seguitemi."

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    Mentre Rosalie aspetta la sua amica, Pandavoine chiede a Peline di accompagnarlo, insieme a Theodore e Toluel, al magazzino del materiale grezzo, dove depositano il cotone da lavorare.
    "Vedo che è arrivata la canapa" dice Pandavoine, una volta arrivato.
    "Come fate a capirlo?" chiede Peline.
    "Lo capisco dall'odore. Aurelie, ascoltami: devi dirmi di che colore è la canapa che vedi. Vedi dei colori particolari?"
    "Ecco, mi sembrano tutti dello stesso colore."
    Pandavoine afferra una ciocca di canapa.
    "Guarda bene. Alcune sono rossicce, altre tendono al verde."
    "Ma zio, è inesperta..." obietta Theodore.
    "Silenzio!"
    Peline osserva con attenzione: "Sì, ci sono delle sfumature diverse."
    "Di che colore?"
    "Rossiccio."
    "Passamela."
    Porge la ciocca a Pandavoine, che l'annusa e dice: "Hai visto giusto. Vede, Toluel?"
    "Come ha fatto a capirlo?" chiede Peline.
    "La canapa rossiccia ha un odore caratteristico. Hai un buon spirito di osservazione. Osserva questa ciocca. Di che colore è?"
    "Tende al verde."
    "Ci sono diverse gradazioni di verde. Che tipo di verde è, Aurelie?"
    "Hmm...molto chiaro, con delle macchie diffuse."
    "Come? Delle macchie? Chiamatemi Jacques, il magazziniere!"
    Quando lui arriva, Pandavoine gli dice di togliere quella partita di canapa.
    "Hai visto giusto, Aurelie. Se ci sono delle macchie, significa che la canapa è di qualità scadente. Hai superato la prova."

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    Quando escono, Pandavoine ha un leggero capogiro e Peline gli chiede:
    "Vi tengo per mano?"
    "No, non è niente..." però poi ci ripensa e dice: "Aurelie, dammi la mano."
    Per la prima volta, Peline stringe la mano del nonno. Arriva Rosalie, che stava aspettando Peline.
    "Rosalie, sei tu?" dice Pandavoine "Adesso Aurelie è la mia segretaria. Scusa la sua assenza, aveva da fare fino ad adesso. Dopo che arriviamo all'ufficio, Aurelie, puoi andare da lei."
    Pandavoine e Peline attraversano la fabbrica, sotto gli occhi stupiti dei lavoratori. Con questo giorno, sono passati due mesi dall'arrivo di Peline a Maraucourt.

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    LA VESTIZIONE DI PELINE

    Come si vede, Peline ha una sottoveste bianca, sulla quale si mette una camicia grigia, piuttosto lunga. Poi aggiunge il corpetto marrone coi lacci e la gonna rosso scuro. Questo è il vestito tipico di Peline, che lei porta per quasi tutta la serie. Ma il prossimo episodio, col cambio di vestiti, sarà l'ultimo con Peline coi vestiti classici, per sottolineare il grande punto di svolta della sua vita.

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    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK A PELINE STORY

    Edited by joe 7 - 3/5/2024, 17:19
  11. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 25/4/2024, 18:49) 
    Buone nuove: www.gonagaiworld.com/il-trailer-di...peo-e-go-nagai/

    Dedicherai un post a questo progetto, in futuro?

    Senza dubbio, mi sembra un progetto molto interessante, spero davvero che si realizzi.
  12. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 25/4/2024, 18:42) 
    Oggi ho trovato questo: www.gonagaiworld.com/sono-trascors...na-di-danguard/Mi ha colpito la parte in cui Danguard viene paragonato ai real robots. Personalmente, ritengo che il Capitano Dan sia indimenticabile per essere uno CENSURA. Anche se erano cattive, preferisco Judy e Milla come personaggi da ricordare.

    In un certo senso, Danguard è stato un pò il precursore di Gundam, visto che gli avversari erano tutti terrestri.

    Ma c'è una differenza di fondo: il bene e il male si vedevano chiaramente. Doppler era malvagio e quelli della Base Jasdam erano i buoni. C'era insomma una storia che aveva un suo sviluppo. In Gundam, invece, non c'è una vera distinzione tra buoni e cattivi: ufficialmente i cattivi sono quelli di Zeon, ma poi si dice subito che loro, in fondo, hanno delle ragioni, e che nella guerra tutti sono colpevoli, eccetera. In questo modo, però, la storia non ha senso, comunque vada: se tutti sono cattivi, che senso ha sapere chi vince?

    E infatti in Gundam è una guerra infinita. Tutti si pestano in continuazione, una volta con una storia presa da un punto di vista, un'altra volta con una storia presa da un altro punto di vista e così via, in un relativismo continuo. Ma quando tutto è relativo, non esiste più nessuna storia decente da sviluppare. Quando tutto è relativo, non ci si appoggia più su niente e crolla tutto.

    Abbiamo già capito che il Capitano Dan è un uomo meraviglioso. L'importante è non incontrarlo mai.

    Milla e Judy non erano certo cattive, poverette: erano solo state plagiate da Crapapelata Doppler.
  13. .
    29 - POMERIGGIO NEL BOSCO
    (primo post dell'analisi di Heidi: qui. Precedente post: qui)

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    RIASSUNTO: Siamo a Dorfli, in Svizzera, ai primi dell'Ottocento. Dete porta sua nipote, la bambina Heidi, dal Vecchio dell'Alpe, il nonno della bimba: un uomo burbero e solitario, che vive nella sua baita, lontano dal paese. Dete deve andare a Francoforte per lavoro e il nonno è l'unico che può badare alla bimba. Nei giorni successivi, Heidi si ambienta al mondo della montagna, mentre il nonno si prende cura della bambina e inizia ad affezionarsi a lei. Un giorno, Dete ritorna: dice di aver trovato un posto per Heidi a Francoforte e la porta dalla signorina Rottenmeier, la tutrice di Clara Sesemann, una ragazzina che è rimasta paralizzata alle gambe per una malattia. Heidi si affeziona a Clara, ma sente la nostalgia delle montagne. I suoi tentativi di ritrovare l'ambiente di casa vengono sempre stornati dalla Rottenmeier. Ad un certo punto, arriva il padre di Clara, il signor Sesemann, che prende in simpatia Heidi. Successivamente, arriva la nonna di Clara, e Heidi e Clara sono molto contente di conoscerla. In particolare, la nonna insegna a Heidi a leggere e a fare i conti. Ma si rende conto che la bambina ha bisogno di stare all'aperto, e la porta al parco insieme a Clara...

    STORIA

    Heidi e Clara sono nel prato del bosco di Francoforte: vedono una farfalla e Heidi cerca di prenderla per farla vedere a Clara. Due bambini su un ramo ridono perchè vedono della gente di città. Gareggiano con Heidi per prendere la farfalla. Clara è turbata, perchè vede Heidi e gli altri che corrono per prendere la farfalla, mentre lei deve restare sulla carrozzella.
    "Siete molto ricchi" dice un bambino a Heidi, indicando la carrozza.
    "Quella è la carrozza del papà di Clara" spiega Heidi.
    "E dov'è questa Clara?"
    "E' lì."
    "E perchè sta seduta?"
    "Perchè non può camminare".
    Clara è contrariata e imbronciata.
    "L'abbiamo presa!" dicono i bambini, una volta catturata la farfalla, poi uno di loro dice:
    "Andiamo, Klaus!" e se ne vanno.
    Heidi porta la farfalla a Clara, ma la bambina non la vuole più vedere.
    "Ero su questa stupida sedia e tu mi hai dimenticata" accusa lei "Potevi venire un pò più vicino, visto che non potevo venire da voi" e piange.
    "Ma Clara, io ti volevo solo prendere la farfalla" dice Heidi, preoccupata.

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    Clara poi si riprende e dice a Heidi:
    "Scusa, è ingiusto quello che ti ho detto."
    "Ti porto dalla nonna" dice Heidi.
    La nonna sta arrivando con una collana di fiori: si accorge però che Clara è triste.
    "Rimanda Heidi in montagna" dice lei "Non voglio più vederla."
    "Non capisco" dice la nonna.
    "Prendevamo la farfalla, l'abbiamo lasciata sola" dice Heidi.
    "Su, non è successo niente" dice la nonna.
    "Voglio tornare a casa" esclama Clara. Heidi preferirebbe restare, ma va a chiamare la carrozza.
    "Siamo appena arrivate. Volete tornare a fare i compiti con la Rottenmeier?" dice la nonna a Clara, rimproverandola "Heidi ti è rimasta indifferente?"
    Clara è pensierosa, poi esclama a Heidi "Aspetta, torna qui, lascia stare, voglio rimanere."
    Heidi ritorna.
    "Clara è pentita. Erano solo sciocchezze" spiega la nonna e, rivolta a Clara, le dice: "Di' qualcosa di carino a Heidi, lei ti vuole bene" e le mette la ghirlanda di fiori.

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    Una farfalla si appoggia su uno dei fiori.
    "Sembra un fiocco" dice Clara, contenta.
    Fanno il picnic. Heidi vede uno scoiattolo e porta Clara nel bosco per farglielo vedere. Ad un certo punto, la nonna le cerca: Clara dice a Heidi di nascondersi tutte e due, e mentre vanno vedono un laghetto. Si nascondono per fare uno scherzo alla nonna, ma lei le vede e fa finta di disperarsi dicendo:
    "Non me la perdonerò mai di averle lasciate andare, poverette, chissà dove sono?"
    Le due bambine si preoccupano e saltano subito fuori per tranquillizzarla: la nonna dice loro che stava facendo finta.

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    All'improvviso vedono un battello sul laghetto e vi salgono sopra, mentre Giovanni, il carrettiere, li segue a terra con Sebastiano a bordo della carrozza. Dal battello vedono le mucche e anche delle capre.
    "Assomigliano alle tue?" chiede Clara.
    "Certo" risponde Heidi "Possiamo scendere a vederle?"
    "Certo" risponde la nonna. Scendono e Heidi insegue la capra.
    "Non far correre le mie capre, se no si stancano" dice la contadina che le custodisce.
    "Posso avere del latte di capra?" chiede Heidi, e la nonna paga la contadina, che inizia a mungere.
    "Posso mungerla io?" chiede Heidi.
    La contadina, scettica, le risponde: "Non sei capace."
    "Invece sì" risponde lei.
    Prende uno sgabello e inizia a mungere.
    "Perbacco, sei brava!"
    La capra bela e Clara sobbalza. Poi prendono il tè coi dolci e col latte di capra.
    "Oggi hai mangiato più di Heidi" commenta la nonna a Clara.
    Al tramonto, tornano a casa in carrozza e Heidi e Clara cantano.

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    "Siete tornate più tardi del previsto" osserva la Rottenmeier quando arrivano. Clara e Heidi dormono sulla carrozza.
    "Clara si è affaticata" aggiunge la Rottenmeier.
    "Ma no, non si preoccupi" la tranquillizza la nonna.
    Ma Sebastiano nota che Clara ha la fronte calda: ha la febbre. La portano subito dentro, mentre Heidi si sveglia.
    "Scendi" dice Giovanni, il conducente "Devo andare subito dal dottore, la signorina Clara si è ammalata!"
    "Clara si è ammalata?" chiede lei preoccupata.
    Mentre Clara è a letto, la Rottenmeier si sfoga:
    "La mia opinione viene sempre ignorata. Clara è malata e delicata, è stata un'idea sbagliata. Questa Heidi vi ha stregato tutti!"
    "Basta, signora Rottenmeier, ne parliamo più tardi" taglia corto la nonna.
    "Scusa, Clara, è colpa mia" pensa Heidi "Ti avevo lasciata sola mentre cercavo la farfalla. L'ho fatta ammalare io."
    Arriva il dottore, che ha sentito le preoccupazioni di Heidi.
    "Su, non credo proprio che sia colpa tua. Vedo quello che posso fare" dice lui.
    La nonna consola Heidi: "Ha solo un pò di febbre."
    "Posso fare qualcosa per Clara?"
    "Lo sta già facendo il dottore, vedrai."
    "Posso stare tranquilla?"
    "Certo."

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    Il dottore esce e dice che la febbre scenderà. Clara vuole parlare con Heidi da sola, e senza la Rottenmeier.
    "Va bene" dice lei seccata "Si vede che qui si è persa la buona educazione."
    Clara dice a Heidi:
    "Sono stata cattiva con te. Mi spiace molto. Non pensavo quelle cose. Resta con me."
    "Certo, torneremo nel bosco quando guarirai."
    "Ci andremo tutti i giorni."
    Da allora Clara e Heidi diventano vere amiche. Clara però non guarisce subito.

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    (Continua)

    QUI TUTTI I LINK SU HEIDI

    Edited by joe 7 - 2/5/2024, 14:28
  14. .
    CITAZIONE (Stella di Latta @ 25/4/2024, 12:10) 
    Si parla tanto dell'"Esploratore scomparso". Tu che lo hai letto, cosa ne pensi? Io pochi giorni fa avevo la possibilità di comprare i primi numeri di questa saga ad un prezzo buono, ma sfogliando le pagine non mi ha convinto. Borselli è un bravo narratore, ma così diverso da Nolitta...forse, se fosse subentrato subito, avrei seguito l'evoluzione del personaggio.....invece dopo una tonnellata di toninellate mi ero ormai disaffezionato. Dopotutto Boselli non ha scritto molte storie di Zagor mi sembra. Burattini e gli altri non mi sembrano migliori di Toninelli.

    Dovrei analizzarlo, "L'esploratore scomparso", un giorno. Appena avrò un pò di tempo, magari lo farò. I disegni di Marcello sono ottimi (lui mi è sempre piaciuto come disegnatore), e la storia è un buon viaggio zagoriano in terre inesplorate fatto con cura. Abbiamo un buon nemico, ed è bello rivedere il capitano Fishleg.

    Di certo è una storia assai migliore delle varie toninellate con mercanti d'armi e whisky, con uno Zagor che inciampa come un cretino su ogni sasso prendendosi una storta, o che viene picchiato a sangue da barman di saloon, sconosciuti cattivi panzoni, vari Fantozzi De' Smidollatus ai quali volta sempre la schiena stile "sono stupido, picchiatemi".

    Ma...

    Ma manca l'umorismo, manca il dramma. Manca proprio "Nolitta", come dici tu. Si ride poco, anzi non si ride affatto: è una storia avventurosa e seria, con uno Zagor serio, un Cico che cerca di far ridere ma non ci riesce neanche se piange. Essendo stata però una storia fatta molto meglio delle varie frattaglie fatte prima, fu comunque l'inizio di una rinascita zagoriana. Che adesso è tornata alle toninellate. =_=
  15. .
    CITAZIONE (Stella di Latta @ 25/4/2024, 10:15) 
    Forse Urasawa scrive per chi vuole trovare la propria risposta alle domande che solleva l'autore. Quindi, come dici tu, sono fumetti per intellettuali.

    Urasawa nelle sue storie più impegnate usa delle sottigliezze da sofista che non portano a nessuna vera risposta. Quindi dubito molto che si possa leggere Urasawa, con le domande che lui pone, impegnandosi a trovare una risposta. Al massimo arriverà alla stessa conclusione di Urasawa: che cioè non c'è nessuna risposta, in una specie di nichilismo filosofico. Le domande di Urasawa infatti non sono vere, non sono serie, perchè non portano a niente. Perchè lui non vuole spiegare le cose, ma intorbidirle: nelle sue storie mette confusione tra il giusto e lo sbagliato, alterandoli e quindi togliendo di base ogni possibilità di trovare delle risposte.

    CITAZIONE (Stella di Latta @ 25/4/2024, 10:15) 
    Di Urasawa ho letto solo il primo capitolo di Billy Bat. Questi manga sono formati in genere da diversi volumetti, abbastanza costosi...o li compri tutti in blocco quando capita l'occasione oppure rischi di non avere la storia completa per molto tempo. A me non piacerebbe spendere 100-200 euro per un fumetto che non so se apprezzerei fino in fondo. Urusawa mi incuriosisce e tuttavia temo che i suoi racconti finirebbero tra quelli a cui dedicherei una sola lettura.

    "Billy Bat" è un esercizio intellettuale, più che un racconto, dove Urasawa mostra la sua filosofia nichilista, col suo solito personaggio (vedi anche "Monsters") che va a caccia di una risposta senza mai trovarne una e comprendendo alla fine che non c'è nessuna risposta.

    Quindi alla fine hai un malloppone di storia, con tot volumetti che ti occupano uno scaffale, che ti dice in sostanza che non c'è niente da capire, niente da dire, sulla vita, sul mondo, sull'uomo, eccetera.

    Non mi sembra una lettura che valga la pena di essere letta, visto che non ti dice niente di chiaro. Ma chi vuole, può leggerla, non è un problema: io parlo per me.

    A parte la storia e i vari sviluppi, i colpi di scena, i bei disegni, le ottime inquadrature...il racconto intellettuale di Urasawa non dice nulla, o meglio, dice che nella vita non c'è nulla di vero, di chiaro, di comprensibile. E quindi, quello che conta è lasciarsi vivere e non fare delle domande. In sostanza, propone un comportamento da decerebrati alla Forrest Gump.

    Mentre invece il primo dovere dell'uomo è capire chi è, capire che senso ha la sua vita, da dove viene, cosa è giusto e cosa è sbagliato, perchè esiste la morte. Tutte cose che Urasawa evita e vuole evitare. Le sue sono finte domande, perchè non vuole sapere le risposte.
4907 replies since 31/8/2013
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