Il blog di Joe7

Posts written by joe 7

  1. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 24/4/2024, 17:50) 
    A volte penso che storia verrebbe fuori se facessero un cross-over fra Devilman e Mister No.
    Sicuramente, alla fine Nagai direbbe di eliminare tutta l'umanità, mentre Nolitta di limitarsi ai soli bianchi.

    I bianchi ricchi e razzisti. Con la sola eccezione di Mister No, i suoi amici, le sue amiche e familiari. Questo è il sogno di tanti intellettuali: e Mister No, anche se è un avventuriero, è sostanzialmente un intellettuale, tipo Ken Parker.
  2. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 24/4/2024, 17:46) 
    Il discorso del "sollevare domande ma non dare risposte" mi ha ricordato Nolitta.
    Molti mangaka hanno un senso di sfiducia verso l'uomo, dipingendolo in modo poco lusinghiero.

    Non solo i mangaka: molti autori occidentali dipingono l'uomo in modo totalmente, o quasi totalmente, negativo.

    Inoltre, la faccenda del "sollevare domande ma non dare risposte" può darti un'aria da intellettuale, ma dà anche l'impressione che tu le risposte non le voglia trovare...
  3. .
    ANIME, MANGA, AUTORI GIAPPONESI LINK

    AnimeEManga



    MANGA
    ABASHIRI IKKA
    ASADORA N. 1-5
    ASADORA N. 6
    BLACK BUTLER N. 30
    BLACK BUTLER N. 31
    BLACK CLOVER QUARTET KNIGHTS
    BURN THE WITCH
    CHIE LA MONELLA
    DIARI DELLA SPEZIALE N. 1-4
    DR. STONE 14-17
    EDEN'S ZERO
    FABRICANT 100
    FORZA SUGAR
    HARENKI GAKUEN
    KOMI NON PUO' COMUNICARE N. 14-24
    LA SCUOLA SENZA PUDORE
    MOGLIE DI UNA SPIA
    SPY X FAMILY 1
    SPY X FAMILY 1-3
    SPY X FAMILY 1-7
    UNDEAD UNLUCK
    YAWARA

    ANIME
    ANGIE GIRL
    BALDIOS
    BAXINGER
    BRYGER
    GOD SIGMA
    GOLION
    SASURAIGER
    VOLTRON
    YAWARA

    RIVISTE LINK
    ANIME CULT
    NIPPON SHOCK

    AUTORI GIAPPONESI LINK
    GO NAGAI: LA SUA FILOSOFIA
    GOSAKU OTA - in memoria
    JUNICHI HAYAMA (maestro del disegno)
    KAORU MORI (Emma, Otoyomegatari)
    KAZUHIRO FUJITA: Ushio e Tora, Karakuri Circus
    KAZUHIRO FUJITA: Black Museum Springald e altri
    KAZUO KOMATSUBARA: vita e opere
    KAZUO KOMATSUBARA: intervista
    NAOKI URASAWA
    OSAMU DEZAKI E AKIO SUGINO - 1: Il libro di Rumor
    OSAMU DEZAKI E AKIO SUGINO - 2: Filmografia, giochi di luce
    OSAMU DEZAKI E AKIO SUGINO - 3: Esempio con Rocky Joe
    SHINGO ARAKI: vita e opere
    SHINGO ARAKI: intervista
    SHINGO ARAKI: i suoi lavori su Goldrake
    SHINGO ARAKI: approfondimenti
    SHUICHI SEKI (Vickie il vichingo, Peline, Papà Gambalunga)
    YOSHIYUKI TOMINO: Gundam

    ALITA LINK

    image


    PRESENTAZIONE
    TRAMA
    ALITA: IL PERSONAGGIO
    ALITA: IL FILM

    DEVILMAN LINK

    D1


    1 - PRESENTAZIONE E TRAMA
    2 - LE OPERE PRECEDENTI: ABASHIRI IKKA, HARENCHI GAKUEN
    3 - MAO DANTE
    4 - IL SIGNIFICATO DEI NOMI
    5 - LE CONTRADDIZIONI DI DEVILMAN
    6 - DISPREZZO PER L'UOMO
    7 - MA DEVILMAN FU UN VERO SUCCESSO?

    SPY X FAMILY LINK

    SP1


    PRESENTAZIONE
    L'ANIME
    I NOMI "TWILIGHT" E "PRINCIPESSA SPINA"
    USCITE MANGA N. 7 E 8
    IL ROMANZO DI SPY X FAMILY
    INTERVISTA ALL'EDITOR
    LA SECONDA SERIE DELL'ANIME
    LA SECONDA SERIE DELL'ANIME (AGGIORNAMENTO 1)
    IL NUOVO FILM
    IL NUOVO FILM (AGGIORNAMENTO 1)
    SPY X FAMILY A TEATRO

    SPY x FAMILY BIBLIOGRAFIA
    Sito ufficiale dell'anime
    Sito Wiki di Spy x Family
    Sito spagnolo su Spy x Family
    Links Tumblr

    Edited by joe 7 - 25/4/2024, 20:21
  4. .
    YAWARA, LA NATA INVINCIBILE

    Autore: Naoki Urasawa
    Casa editrice: Planet Manga

    Yawara-1-15


    Yawara! Una ragazza judoka alla moda è il titolo completo. Yawara Inokuma è il nome della protagonista, che richiama il judo: infatti, "judo" significa "via" (do) "dell'adattabilità, o cedevolezza, o gentilezza" (ju). Infatti, nello judo non si attacca, ma si usa l'attacco dell'altro, usando la sua stessa forza e la sua spinta per farla rivolgere poi contro di lui. Si chiama appunto "principio yawara", cioè "principio della gentilezza". Infatti "Yawara" significa "gentilezza". Solo che il cognome della ragazza, "Inokuma", significa "cinghiale orso"...Non solo: lo yawara è anche il nome giapponese del kongo/legno yawara, un'arma temibile. Si tratta infatti di un’asta di legno adattata alla mano del combattente: può causare fratture e blocchi muscolari. E' l'arma preferita di Modesty Blaise.

    modesty-interior


    Quindi, la ragazza è dolce fuori, ma pericolosa dentro. Viene allenata al judo sin da piccola da suo nonno, l'autoritario Jigoro Inokuma, il più forte judoka del Giappone. Il vecchietto vuole fare di lei un'atleta a livello mondiale.

    Yawara-e-Jigoro


    Ma Yawara vuole essere invece soltanto "una ragazza alla moda", come dice il titolo. In sostanza, vuole dei vestitini, vuole comprare dei trucchi e dei rossetti ultimo grido, vuole avere un fidanzatino tutto per lei, e fare un lavoro normale tipo la dattilografa, eccetera. Insomma, vuole la superficialità più assoluta, nonostante il suo eccezionale talento nello judo. Riesce a battere senza problemi gli judoka più forti, pensando nel frattempo al prossimo disco degli U2 da comperare assolutamente quando finirà questa stupida sfida. Abbatte l'avversaria Sayaka Honami, pensando intanto a quel delizioso rossetto color pervinca che le sta così bene che deve assolutamente comprarlo prima che scompaia dal negozio dove era andata prima.

    Insomma, talento 100, cervello zero assoluto. Come dire, tanto talento sprecato. Si innamora, sospirando, dei tizi più superficiali e donnaioli che trova e se ne frega altamente dei personaggi che sono veramente interessati a lei. Anche se vincesse tutti i tornei e diventasse la campionessa mondiale dello judo, non ha il minimo interesse a vincere. Si tratta, insomma, di vittorie immeritate, perchè nemmeno volute, nemmeno cercate. In sostanza, Yawara è una testa vuota: però è una testa vuota di talento.

    Yawara-1a-15
    "Devo sbrigarmi, ho un appuntamento alle tre con le mie amiche al bar Profiterol!" PIM PUM PAM "OK, fatto, adesso vado, ciao!" "Aspetti, lei ha vinto il record mondiale, le devo dare la medaglia!" "Me la mandi per posta, grazie"


    NAOKI URASAWA E LE SUE OPERE

    L'autore, Naoki Urasawa, è famoso per i suoi manga, molto elaborati psicologicamente e ricchi di significati sociali e morali. Con Monster e 20th Century Boys, per esempio, solleva questioni morali tipo la libertà di scelta e la confusione tra giusto e sbagliato. Sono opere che non fanno che suscitare delle domande, ma che non danno risposte, perchè l'autore non sa, o non vuole, darle. Solleva delle questioni, ma non propone delle soluzioni nè delle indicazioni. In sostanza, i manga di Urasawa sono provocazioni intelligenti sulle quali si può meditare a lungo, senza però venire mai a capo di niente. Sono fumetti "intellettualistici", più che altro: una delizia per chi ama fermarsi alle domande e non vuole trovare nessuna risposta. Per questo sono trattati come "lavori adulti". Io piuttosto li chiamerei "lavori da sofista", tipo Death Note: sono pieni di ragionamenti sottili e cavillosi che non portano da nessuna parte. Inoltre, mostrano una sostanziale sfiducia nell'uomo e nella capacità reale di realizzare il bene.

    L'ANIME

    Yawara ha avuto una versione animata nel 1989, con ben 124 episodi. Di questi, solo i primi 26 sono stati trasmessi in Italia, col titolo di Ginger, la principessa del Judo, poi cambiato con Jenny la ragazza del judo (un richiamo a Jenny la tennista?). In Italia, infatti, Yawara è stata chiamata Jenny Moore - un nome americano - e il nonno Theodore Moore. L'anime in Giappone ha avuto molto successo, provocando un boom del judo femminile. Anzi, alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, l'atleta di judo Ryoko Tamura vinse la medaglia d'argento e fu addirittura soprannominata "Yawara" dai mass media giapponesi. Non solo: nel 2000, la stessa Tamura vinse la medaglia d'oro a Sydney, sfoggiando, in omaggio alla sua beniamina, lo stesso fiocco che porta Yawara nei capelli.

    IL MESSAGGIO DI URASAWA

    Urasawa con "Yawara" vuole prendere in giro i manga sportivi, dove si vince con lacrime, sudore e sangue. Il problema è che, così facendo, crea un personaggio assurdo. Imbattibile, invincibile, preponderante: anche se, praticamente, non fa niente (gli allenamenti ci sono, ma sono appena accennati: neanche si vedono nel manga) è impresa titanica anche per le atlete più qualificate starle al passo. Insomma, vince sempre senza fare alcuna fatica, ed è un controsenso. L'ironia di Urasawa si è ritorta contro la sua stessa opera: deridendo i manga sportivi, ha creato un manga assurdo.

    Urasawa riesce comunque a raccontare tutto in modo incalzante. Tutti i personaggi sono ben realizzati e molto espressivi: l'autore sa descrivere bene i loro sentimenti con pochi tratti (uno sguardo, un sorriso, una fronte corrucciata). Tuttavia, spesso hanno un tono caricaturale e vagamente antipatico (in particolare il nonno di Yawara: burbero, cafone, infido).

    Yawara-bunko-01-shogakukan-207x300
    Prima della serie animata, uscì un film live action di 97 minuti, "Yawara!" interpretata da Yui Asaka



    QUI I LINK A TUTTI I MANGA

    Edited by joe 7 - 24/4/2024, 19:10
  5. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 23/4/2024, 18:22) 
    Tutti noi vogliamo vedere l'eroe trionfare sul cattivo semplicemente perché é giusto così.
    Possiamo trovare dei cattivi interessanti grazie alla loro caratterizzazione, ma non ci mettiamo a tifare per loro; e soprattutto, non possiamo né dobbiamo giustificare le loro malvagità con scuse tipo "non é colpa loro se agiscono così".
    Esempio: nel manga di Ota, vediamo che il Dr. Hell vuole conquistare il mondo a causa dei soprusi subiti nel corso della sua vita, ma Hell avrebbe potuto invece dire "userò il mio genio per fare del bene, così altri non patiranno le mie stesse sofferenze".
    Lì é stato lui a scegliere il male anziché il bene e non possiamo giustificarlo in alcun modo.

    Il dottor Hell viene presentato nel manga come una vittima maltrattata: come se questo giustificasse le sue azioni.

    I suoi esperimenti sugli ebrei ad Auschwitz, per esempio. Quindi lui li torturava atrocemente solo perchè da piccolo lo maltrattavano, quindi questo cambia tutto. Gli ebrei saranno stati felici di saperlo...

    Oppure gli scienziati che lui ha ammazzato facendoli bruciare vivi a Rodi. Saranno stati felici di sapere che lui aveva fatto così perchè da piccolo lo picchiavano...

    Oppure le innumerevoli volte che lui ha fatto devastare intere città con cataste di morti. Ma da piccolo lo picchiavano, quindi i morti saranno stati felici di saperlo...

    Basta solo pensarci un momento per capire quanto sia stupida l'idea del "è malvagio perchè lo maltrattavano".

    Ognuno è responsabile delle sue azioni, buone o cattive che siano. Ed è ingannevole dare la colpa a un altro, che siano i genitori, la società, quelli che fanno bullismo e altri "cattivi" da colpevolizzare per giustificare le proprie atrocità. Manco fossimo dei bambini incapaci di avere un minimo di responsabilità. Tutti noi siamo responsabili, personalmente, di quello che facciamo.
  6. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 23/4/2024, 18:10) 
    Veramente:
    1)dopo la trasformazione, la ragazza trasformata farà da cavia per il crudele Professor Rainuma, per poi essere salvata da Devilman ed unirsi al suo esercito.

    Sì, ma come comparsa e basta. Il suo problema rimane...

    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 23/4/2024, 18:10) 
    2)Durante il suo scontro con Devilman, Jinmen cita Buddah, dicendo di essere virtuoso quanto lui, visto che divora vive le sue vittime, a differenza degli umani, che non considerano importante la vita degli animali di cui si nutrono, ma solamente la loro.
    é da discorsi come quest'ultimo che si capisce come Nagai non volesse raccontare nulla in Devilman, ma solo fare dell'ideologia.

    Non ho mai sentito questo discorso di Jinmen, Nagai avrà modificato qualche dialogo.

    Resta il fatto che quello di Jinmen è un ragionamento idiota, visto che qui la "virtù" non c'entra un fico.

    Poi qui va di mezzo l'animalismo, come al solito: quando si abbandona Dio, si diventa tutti animalisti. E così si pensa che l'animale è migliore dell'uomo, e quindi l'uomo è peggiore dell'animale. Quando ci si allontana da Dio, fatalmente si disprezza l'uomo, perchè lui, anche se peccatore, è fatto lo stesso a immagine e somiglianza di Dio. Togli via Dio dall'orizzonte e otterrai solo una catasta di morti.
  7. .
    BENE E MALE, EROI E MALVAGI: UNA REALTA' NEGATA

    0096-022
    L'eroe (Goku) contro il malvagio (Taobaibai)


    Oggi sono passati 750 anni dalla morte di San Tommaso d'Aquino (morì nel 1274): la sua filosofia e teologia hanno una logica ferrea e si fondano sulla realtà dei fatti. Per esempio, afferma quello che per lui era un'evidenza: nella società umana ci sono i virtuosi e i malvagi. Cioè, esistono le persone buone e le persone malvagie. Questo è un giudizio, un'affermazione che per San Tommaso e i suoi contemporanei del 1200 era innocua, ovvia: tanto era lapalissiana nel suo oggettivo realismo. Ma per noi del 2020 non lo è per niente.

    Infatti, oggi parlare di "virtù" e "malvagità" non è di moda, non è politicamente corretto, perchè si tratta di parole ritenute obsolete, superate, risibili. Anche un tantino bigotte. La virtù e la malvagità, si dice oggi, non esistono: sono solo concetti astratti. È solo la nostra personalissima griglia di valori a considerarle tali. Esistono solo delle scelte personali che, finché non offendono gli altri, sono lecite. Non ci sono dunque persone cattive: e, se ci sono, lo sono perchè sono persone fragili, in ricerca, ferite, poverine. E' tutta colpa della società, dei genitori, di chi lo aveva picchiato da piccolo, se sono diventati così. La colpa, insomma, è sempre di un altro. Mai che sia colpa del cattivo e delle sue scelte disgraziate.

    Ecco, questa visione dell'uomo, "buono sempre e comunque, semmai corrotto da sovrastrutture sociali", che va di moda oggi nell'Anno del Signore 2024 e da un mucchio di tempo, era esclusa da Tommaso, non solo dal punto di vista cristiano a motivo del peccato originale: ma anche perché era una cosa evidente, sia a lui che ai suoi contemporanei del 1200, che tutti noi compiamo il male, magari senza rendercene conto, e che, anzi, ci sono delle persone totalmente dedite al male.

    Cioè, in sostanza: gli uomini e le donne malvagi esistono. Un realismo inaccettabile oggi, per via del il buonismo imperante, nato da un approccio relativista, dove ogni scelta è insindacabile. Buonismo, però, solo di facciata, perché, nel privato, ciascuno di noi bolla gli altri spesso come spregevoli, mediocri, invidiosi, eccetera. In sostanza, il buonismo è quella vecchia cosa che si chiamava un tempo ipocrisia.

    Ma l'eroe (quello a cui si dovrebbe tendere) e il malvagio (tutto ciò che si dovrebbe evitare) sono modelli che esistono, fanno parte della nostra vita, in cui, nel nostro cuore, si combattono il bene e il male: e c'è chi sceglie il bene, come c'è chi sceglie il male. C'è l'eroe e il malvagio.

    L'EROE

    L'eroe è una persona che s'impone all'ammirazione di tutti per le sue virtù eccezionali di coraggio e abnegazione. L'abnegazione è la disposizione spirituale di chi rinuncia a far prevalere i suoi propri istinti, i desideri e gli interessi personali, e lo fa per motivi superiori. L'eroe, in sostanza, è colui che è sempre disposto a sacrificarsi personalmente per gli altri.

    Nei fumetti esistono gli eroi e i malvagi: l'eroe è la persona buona. Non è un imbecille, nè un cretino, anche se spesso oggi viene considerato così. E' nella natura dell'eroe fare la cosa giusta. Non è perfetto, nè infallibile: può fare degli errori, può crescere, può avere dei dubbi. Ma, in definitiva, non mollerà mai e non sceglierà mai il male. E' di natura già buono: cioè ha scelto il bene sempre e comunque. Anzi, eroi come Superman, Capitan America, Son Goku sono tali da ispirare gli stessi altri comprimari delle loro storie a comportarsi come loro: oltre ad essere degli eroi, sono dei modelli per gli altri. Non accettano l'ingiustizia in nessun modo e ispirano, con le proprie gesta e il proprio esempio, la gente comune ad essere migliore; mostrano che si può essere migliori. Danno speranza.

    BATMAN-JOKER
    L'eroe (Batman) contro il malvagio (Joker)


    IL MALVAGIO

    Il malvagio è l'antagonista. E' veramente malvagio. Cioè, gode nel fare il male. Non è senza raziocinio, non è pazzo: il malvagio ha degli obiettivi, ha dei piani precisi, ha molta scaltrezza. Ma, semplicemente, la sua motivazione profonda è quella di essere una grandissima carogna dal cuore nero come il carbone nero. La sua natura è quella ed è sempre stata quella. Ha scelto il male, ci gode e rimane nella logica del male. E' nato storto ed ha continuato ad essere storto.

    zgr161i
    "Butcher", il macellaio: un perfetto esempio di malvagio carogna.


    Caronte, il traghettatore dell'Inferno, lo chiamerebbe "anima prava", cioè "anima storta", e lo caricherebbe sul suo battello per portarlo all'Inferno. Per esempio, il Joker, l'Imperatore di Guerre Stellari, Crudelia Demon, Iron Man di Civil War, Hans Gruber di Die Hard-Trappola di cristallo, rappresentano il Male: una negatività primordiale, contro la quale ci si può solo opporre, altrimenti si verrà distrutti. Si potrebbe dire che sono il diavolo allo stato puro.

    PERCHE' I MALVAGI NON SONO CONSIDERATI MALVAGI?

    Si pensa sempre che questi due personaggi, l'eroe e il malvagio, siano solo dei personaggi bidimensionali e poco interessanti. Solo dai personaggi che ho citato ed altri che potrei nominare, penso vi siate resi conto di quanto questo luogo comune sia sbagliato. Sono tutti personaggi con lo stesso potenziale di complessità di qualsiasi altro: e, nello stesso tempo, sono semplicemente la massima rappresentazione del Bene e del Male che un personaggio di fantasia potrà mai essere.

    Allora perchè si sta cercando di negare questi due modelli? Perchè si tenta di distruggerli nella cultura popolare? Perchè si tenta di convincere la gente che gli eroi sono solo dei fetenti, come fa Alan Moore con Watchmen, e i malvagi invece sono solo degli antieroi incompresi?

    Perchè l'ideologia di oggi (la sinistra, la massoneria, il modo di pensare attuale, eccetera) credono nel relativismo. Per loro, tutto è relativo: la scienza è relativa, la biologia è relativa, la morale è relativa e il Bene e il Male sono relativi. O, per meglio dire, non esistono. Ma dire che il Bene e il Male sono relativi o non esistono è follia, perchè implica non solo una filosofia di vita sempre autoassolutoria, ma implica anche il fatto che il Giusto e lo Sbagliato non esistano: dipendono solo da noi. Invece, l'eroe e il malvagio esistono proprio per ricordare che invece il Bene e il Male esistono, sono sempre esistiti, così come, di conseguenza, il Giusto e lo Sbagliato esistono, sono sempre esistiti. E questo significa che chiunque può andare a dire loro che stanno sbagliando, che hanno torto per ragioni precise e concrete.

    CAPITAN-MARVEL-THANOS
    L'eroe (Capitan Marvel) contro il malvagio (Thanos)


    Questo, la sinistra, la massoneria, eccetera, non lo sopportano e non possono affrontarlo, perchè loro appoggiano il proprio equilibrio interiore (o psicologico, se preferite) su delle menzogne che si raccontano da soli, su una loro visione del mondo che non esiste, che viene frantumata in due minuti, se messa a confronto con la realtà e coi fatti concreti. E' un sostegno psicologico molto fragile e traballante e si tiene insieme solamente se nessuno lo mette in dubbio. Per fare sì che nessuno lo metta in dubbio, tutti devono esserne convinti ed accettarlo come nuova verità, e quindi tutto ciò che dimostra il contrario deve essere decostruito e stravolto (oppure distrutto) per appoggiare questa "nuova verità". E spesso questo lo si fa con violenza, con minacce, non certo col dialogo o col dibattito, che loro, sì, invocano sempre... ma solo per gli altri. Mai per se stessi. Perchè loro sono la Verità.

    Inoltre, per loro, i malvagi sono eroi e li trovano simpatetici (cioè si accordano perfettamente al loro modo di pensare e di sentire) perchè, sostanzialmente, impongono il loro egoistico bisogno e la loro personale visione sugli altri. Quindi non è colpa dei malvagi, ma della società (qualunque cosa voglia dire questo termine: ma in sostanza, sono "gli altri", mai loro), che si merita qualunque cosa di orribile questi personaggi possano commettere.

    Quindi abbiamo cose come il film su Crudelia Demon (mi rifiuto di chiamarla Cruella: in Italia è Crudelia da prima che io nascessi e solo perchè chi si occupa di adattare i film ormai segue ossequiosamente l'originale inglese non significa che io debba adattarmi a quello che scelgono loro). Ovvero un film che pretende di spiegarti le origini, le motivazioni, le scusanti e farti simpatizzare per un personaggio che sostanzialmente ha lo scopo di scuoiare 100 cuccioli di dalmata per farsene una pelliccia. Perchè ovviamente tutto è relativo e nessuno è davvero malvagio. Peccato che Crudelia Demon invece lo sia, malvagia: il personaggio è stato creato per essere malvagio e basta. Non ha bisogno di spiegazioni, nè di sapere la causa per la quale è diventata così, perchè non esiste. Crudelia è una vecchiaccia schifosa dal cuore nero e così è sempre stata. E Malefica? Uguale. E' il Male ed è lì per rappresentare il Male nella sua essenza, da contrapporre a ciò che rappresenta l'Eroe. Harley Quinn? E' una psicopatica omicida che sente le voci nella testa che ha scelto di seguire il Joker. Non è un personaggio eroico.

    Prendiamo un altro esempio: Norman Stansfield, il cattivo del film Leon magistralmente interpretato da Gary Oldman (e magistralmente doppiato dal nostro compianto Tonino Accolla: diamo a Cesare quel che è di Cesare). Il film ci fa capire che Norman è un poliziotto corrotto, coinvolto direttamente con lo spaccio di droga, drogato lui stesso, chiaramente instabile a livello psicologico e palesemente un individuo negativo e malvagio. C'è bisogno di sapere come è diventato così e renderlo più simpatico al pubblico o fargli dire: "poverino, non è colpa sua"? No, perchè Norman è lì unicamente per essere un essere malvagio e abietto. Un interessante malvagio e abietto, magari, ma pur sempre un malvagio e abietto. Un ruolo che viene svolto alla perfezione. E' un individuo malvagio fino al midollo, che entra nella vita dei protagonisti e la stravolge. Non c'è bisogno di sapere altro di lui. Si potrebbe dire lo stesso di Hans Gruber di Die Hard, già citato.

    Abbiamo poi Superman, che è il simbolo della Speranza (con la S maiuscola) ed è l'eroe per eccellenza. Superman è stato presentato perfettamente nel primo film di Richard Donner, interpretato da Christopher Reeve: aveva la gentilezza, l'altruismo, il costume dai colori brillanti, la determinazione, l'integrità...tutte cose che davano alla gente il desiderio di provare ad essere un pò migliori. Poi è arrivato Zack Snyder col suo Superman pessimista, che si è arreso ancora prima di iniziare e col suo costume dai colori spenti, morti e deprimenti. Un Superman che, tra l'altro, uccide. Lo so che è abbastanza inflazionato come argomento riguardo a quel film: però resta il fatto che Superman, quello vero, non lo avrebbe mai fatto. Piuttosto, avrebbe rischiato una mano per coprire gli occhi a Zodd, ma non lo avrebbe ammazzato, perchè Superman esiste per insegnare ad essere migliori.

    SUPERMAN-DOOMSDAY
    L'eroe (Superman) contro il malvagio (Doomsday)


    Vogliamo parlare di He-Man? Potrei dire molto, ma preferisco citare Mark Taylor, uno dei maggiori responsabili della creazione dei Masters: "...He-Man era un esempio per i bambini, era il loro migliore amico: un uomo buono ed onesto, in grado di sbaragliare qualsiasi nemico". Quanto bisogna essere perversi per voler smontare qualcosa di così positivo?

    Il Bene esiste. Il Male esiste. Esistono il Giusto e lo Sbagliato. Esistono la Ragione ed il Torto. E chi li determina? Qualcosa di superiore a noi: l'evidenza. Non si può dire Dio, perchè tanti non ci credono: e allora diciamo l'evidenza. Il buon senso. Il contatto con la realtà. Se io dico che le foglie sono verdi, non può saltare su uno a dirmi che invece sono blu, solo perchè a lui piacerebbe di più così e vuole credere che sia altrettanto giusto. Sono verdi e basta, scientificamente è spiegato e dimostrato il motivo per il quale sono verdi: questa è evidenza. Io ho ragione e lui ha torto, non ci sono scappatoie e se lui ci rimane male si arrangia, perchè alla realtà e ai fatti concreti non importa nulla dei suoi sentimenti. La realtà non muterà solo per farlo contento e reggergli la balla che si racconta da solo.

    CAP-TESCHIO
    L'eroe (Capitan America) contro il malvagio (Teschio Rosso)


    Allo stesso modo, queste idee innate, questi archetipi, sono quelli, sono sempre stati quelli e restano immutabili: saranno sempre così. Perchè, fin da quando, all'alba dei tempi, l'uomo ha camminato sulla Terra e ha iniziato a creare delle storie (e questo lo ha fatto subito), i concetti di Bene e di Male sono stati sempre presenti, in ogni parte del mondo e senza che nessuno li andasse ad insegnare.

    Basterebbe pensare alle fiabe con l'orco, o col lupo, o col drago. Sono usati spontaneamente, perchè stanno alla base del raccontare una storia. Vuoi stravolgerli o frantumarli? Ok, ma ti uscirà fuori una storia assurda, senza capo nè coda. E' la matematica della narrativa, se mi concedete questa definizione. Serve la consapevolezza del Bene e del Male, serve la consapevolezza che si può aver ragione e che si può avere torto: senza scappatoie, senza se e senza ma. E' così e non muore nessuno per questo. Anzi, si sta meglio a saperlo.

    THOR-MANGOG
    L'eroe (Thor) contro il malvagio (Mangog)



    BIBLIOGRAFIA
    Bastabugie
    Fantasia Errante

    QUI TUTTI I LINK ALLE RIFLESSIONI
  8. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 22/4/2024, 23:08) 
    Una contraddizione che ho trovato io é che una ragazza sopravvissuta alla fusione coi demoni e ritrovatasi in una situazione simile a quella di Akira supplica Dio di farla tornare normale; ma questa non é una cosa che una giapponese farebbe, visto che in quel paese non si crede nel cristianesimo.

    Credo che la ragazza si sia rivolta a un "Dio" generico, più che al Dio cristiano. Comunque sono situazioni assurde, che però mostrano un Dio assente: la ragazza rimarrà così e non comparirà più. In questo modo, Nagai ha fatto vedere un Dio indifferente, sordo alle suppliche della ragazza.

    Sembra che Nagai creda nel diavolo, visto che lo presenta addirittura con un'aria positiva (Ryo Asuka), da "vittima", da "eroe", ma non crede in Dio.

    In un ambiente shintoista-buddista, come è il Giappone, Nagai nel manga non fa mai cenno nè al shintoismo nè al buddismo. I buddisti-devilman sembrano dei superesseri che se la cavano da soli, più che uomini religiosi. Non c'è una vera fiducia nel trascendente: quello che fa la ragazza, pregando Dio, è una supplica inascoltata. Appunto: nessuna fiducia nel trascendente.

    Facci caso: in un manga orientale come Devilman non c' nessuna religione, nemmeno quella orientale. In Devilman sono tutti "laici", o atei: non si vede nemmeno una scena che mostri una qualche tradizione religiosa. Di "religioso" compare solo Ryo Asuka, una figura che richiama satana, il diavolo della fede cristiana. Insomma, in Devilman l'unico riferimento religioso è il diavolo. Per dire.

    Dio è visto come un Essere assente o nemico: vedi la scena in cui i soldati si tramutano in sale e la scena finale dove compaiono gli angeli attorno a satana/Ryo Asuka accanto al corpo senza vita di Akira Fudo.

    Quella di Devilman è una visione nichilista, capovolta, appunto "diabolica", dell'uomo e del mondo, di tutta la realtà.
  9. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 22/4/2024, 20:17) 
    100 anni sono un bel traguardo. Nemmeno il corriere dei Piccoli ci é arrivato.

    Infatti il Corriere dei Piccoli è durato "solo" 88 anni. Il Giornalino invece ha passato la boa, ma non è che sia in grandi condizioni...

    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 22/4/2024, 20:17) 
    Da piccolo lessi qualche numero del giornalino: ricordo soprattutto Pinky e i fumetti con i personaggi Hanna-Barbera (iniziati alla fine del 1991).

    Quando si parla del Giornalino, spunta sempre fuori il nome di Pinky: lui è stato il simbolo della rivista. ^_^

    pinky_personaggio_163


    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 22/4/2024, 20:17) 
    Certo che una volta, nel campo dei fumetti, c'era una gran voglia di fare; oggi, invece ci si limita al minimo sindacale.

    Mancano le idee, manca la speranza nel futuro. Ci vuole soprattutto quella: la speranza, poi verranno le idee. Io ce l'ho, ma non disegno, nè faccio storie. Quindi auguro che chi le fa torni a sperare. C'è qualcuno tra loro che ancora spera: ma bisogna pregare perchè siano di più. Allora cose come Il Giornalino torneranno.
  10. .
    IL GIORNALINO COMPIE (MALE) CENT'ANNI

    COPERTINA-17118165194638
    Bob Kent di Giuliano Giovetti, autore completo (storia e sceneggiatura): quasi il Ken Falco italiano (anche se con tematiche completamente diverse), è stato uno dei fumetti più apprezzati del Giornalino.


    C'è stato un tempo in cui c'era la possibilità di riunire in una rivista i migliori autori di fumetti: prima col Corriere dei Piccoli, poi col Vittorioso e l'Avventuroso, poi col Corriere dei Ragazzi...il Giornalino fu l'ultimo, e possiamo dire che questo periodo finì in bellezza. Il Giornalino c'è ancora, ma è ben lontano dalle qualità dei lavori di un tempo.

    LE EDIZIONI SAN PAOLO

    Tutto iniziò ad Alba (Cuneo), nel Piemonte. Siamo nel 1914 ed è iniziata la Prima Guerra Mondiale: nonostante questo, il beato Don Giacomo Alberione, parroco e padre spirituale del seminario di Alba, fondò le Edizioni San Paolo, quelle che pubblicheranno Il Giornalino, in una riunione con altri sacerdoti e fedeli in una tipografia cattolica presso la chiesa di Alba.

    Don-Alberione
    Il beato Don Alberione, fondatore della San Paolo


    Ispirato da Don Bosco, Don Alberione fu il primo ecclesiastico contemporaneo ad occuparsi esclusivamente dei mass media. La San Paolo realizzò, oltre al Giornalino, Famiglia Cristiana, Jesus. Lo scopo della nuova casa editrice era, ovviamente, diffondere la fede cristiana a mezzo stampa. Il nome San Paolo si richiama all'omonimo santo, l'evangelizzatore per eccellenza. Dal secondo dopoguerra, la San Paolo si diffuse anche all'estero e si trasferì a Milano. Oltre alla buona stampa, si impegnarono anche nell'attività cinematografica, fondando la San Paolo film: realizzarono il film Abuna Messias (la vita del predicatore Guglielmo Massaia che andò in Abissinia e fu chiamato dalla gente "Abuna Messias", il suo nome in etiope), e nel 1950 "Mater Dei", il primo lungometraggio a colori realizzato in Italia, che parla della vita della Madonna. Infatti, "Totò a colori" fu realizzato dopo, nel 1952: quindi non è stato il primo film italiano a colori. Tra i film più famosi della San Paolo Film ricordiamo Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, con Nino Manfredi, che ebbe un successo strepitoso, fino a diventare il "Pinocchio" definitivo.

    LA NASCITA DEL"GIORNALINO"

    Il Giornalino è il settimanale più longevo d’Europa: è nato infatti cent'anni fa, il 1° ottobre 1924, in formato giornale. Allora c'era già un certo numero di riviste destinate a bambini e ragazzi: il Correre dei Piccoli, i cattolici Italia Missionaria e Messaggero dei Ragazzi, e compagni. Ma a quei tempi non c'era ancora la stampa di massa e la diffusione del cinematografo come oggi: il concetto di "mass-media", cioè "cultura di massa". non c'era ancora.

    Però fu proprio negli anni Venti che iniziò il processo che vide l’editoria trasformarsi da fenomeno di élite (e anticlericale) di fine Ottocento a fenomeno di massa, grazie all’impulso di nuove tecnologie di stampa e grazie ai cambiamenti sociali di allora (eravamo al primo dopoguerra, tutto era ancora da ricostruire: questo diede stimolo a nuove iniziative). Iniziarono così i primi passi di quell’industria culturale che attraverserà tutto il Novecento fino ai giorni nostri. Per dire: nello stesso 1924, l'anno del Giornalino, fu fondata la Metro-Goldwyn-Mayer, il famoso leone ruggente della storia del cinema, nacque l’URI, l'Unione Radiofonica Italiana, che iniziò le prime trasmissioni radio dalla stazione di Roma, fu inaugurata la prima autostrada del mondo, la Varese-Milano.

    Don Alberione decise di investire sui ragazzi rivolgendosi direttamente a loro con un giornale, appunto il Giornalino, che unisca in sé elementi per una formazione integrale della persona, in un equilibrato mix di divertimento, formazione e informazione. Infatti, una caratteristica del Giornalino è sempre stata l'accompagnamento scolastico: una cosa che ci vorrebbe al giorno d'oggi. Per questo fu realizzato il famoso inserto “Conoscere Insieme”: lì c'erano le interviste ai personaggi famosi della storia, degli articoli su un aspetto della cultura, della geografia, della natura; tanti approfondimenti sulle opere famose, sui personaggi, scoperte, scienza, sugli eventi storici e così via, accompagnate da immagini di grande livello, realizzate dai migliori autori italiani. Roba che adesso se la sognano, Eppure a quei tempi c'era ogni settimana.

    C4


    All'inizio, Il Giornalino era distribuito solo nelle parrocchie: aveva il formato grande da giornale come il Corriere dei Piccoli di un tempo, con tanto di immagini e fumetti con le rime in calce. Negli anni '50 iniziarono a comparire i balloon dei fumetti ed ebbe il formato rivista attuale. Il periodo d'oro iniziò negli anni '70: nel 1970, infatti, chiuse il Vittorioso, un importante settimanale cattolico, e i suoi autori - tutti di grande talento - passarono sulle pagine del Giornalino. Da allora furono pubblicate le serie a fumetti più famose: Larry Yuma, Il commissario Spada, Pinky, eccetera. Fecero anche le trasposizioni a fumetti di romanzi classici, tipo I promessi sposi e altri, che diventeranno una caratteristica della testata.

    DON TOMMASO MASTRANDREA, DETTO ZIO GIO': L'ANIMA DEL "GIORNALINO"

    Don-Tommaso-Mastrandrea
    Don Tommaso Mastrandrea (1942-2021), il redattore più famoso del Giornalino: lo gestì per vent'anni, dal 1976 al 1999.


    Il pugliese Don Tommaso Mastrandrea fu il direttore del Giornalino nel suo periodo d'oro (dal 1976 al 1999). Portava il soprannome di Zio Giò, al quale scrivevano i lettori nella rubrica della posta, parlando dei loro problemi e ai quali "Zio Giò" rispondeva. E' stato anche sceneggiatore: realizzò La Bibbia a fumetti negli anni '90, coi disegni di Marco Rostagno, e Il segreto dei quattro codici, disegnato da Sergio Toppi: era una storia sulla vita del beato Giacomo Alberione, fondatore del Giornalino e della San Paolo. La sua opera più famosa, però, è Paulus: una rivisitazione fantascientifica della vita di San Paolo, disegnata da Gianni de Luca. Mastrandrea fece il soggetto e Renata Gelardini si occupò della sceneggiatura. Appena mi sarà possibile ve ne parlerò.

    A1



    UN MUCCHIO DI AUTORI

    Il Giornalino ha sempre cercato di coniugare avventura, fumetto ed educazione, accompagnando la crescita dei ragazzi, sempre nella logica del fratello maggiore, un po’ complice e un po’ punto di riferimento. Riguardo ai fumetti (e illustrazioni, l'ossatura del giornale nella sezione delle rubriche), l'elenco degli autori è sterminato. Abbiamo Attilio Mussino, per esempio, il più famoso illustratore di Pinocchio.

    jpg


    Oppure Antonio Rubino (autore liberty famoso per il personaggio di Quadratino del Corriere dei Piccoli); Sebastiano Craveri (autore di molte storie di animali umanizzati); Santo D’Amico (grande autore di storie come Guglielmo Tell; ha anche disegnato alcune avventure italiane dell'Uomo Mascherato); Ennio Zedda (famoso autore sardo); Lino Landolfi (suo il Padre Brown a fumetti); Ruggero Giovannini (realizzò i disegni di Capitan Erik e I biondi lupi del Nord); Gianni De Luca (di cui ho già parlato qui); Gino Gavioli (famose le sue riduzioni di romanzi e fiabe a fumetti); Franco Caprioli (autore dal tratto realista, fece molte riduzioni di romanzi, soprattutto di Giulio Verne); Rino Albertarelli (KIt Carson, Dottor Faust; sul Giornalino fece solo delle illustrazioni); Luciano Bottaro (autore di Pon Pon); Massimo Mattioli (autore del coniglio rosa Pinky, un personaggio simbolo del Giornalino). Ricordiamo tra gli illustratori anche Angelo Bioletto: tra il 1948 e il 1950 disegnò tre famose storie a fumetti di Topolino, scritte da Guido Martina: Topolino e il cobra bianco, Topolino e i grilli atomici, L'inferno di Topolino (1949): quest'ultima fu il capostipite delle "Grandi Parodie" della Disney in Italia. Successivamente, si dedicò all'illustrazione di libri per ragazzi.

    ANGELO-BIOLETTO
    Cenerentola illustrata da Bioletto


    Poi abbiamo: Giovanni Boselli (realizzò i fintomedievali Bellocchio e Leccamuffo, e il gangster fallito Gec Sparaspara, preso da Jak Mandolino di Jacovitti); Carlo Boscarato, il disegnatore ufficiale di Larry Yuma; Alfredo Brasioli, di cui ho parlato qui. E mi fermo, se no farei un libro. Ma ne parlerò meglio più avanti.

    SCRIVERE PER RAGAZZI NON E' ROBA DA BAMBINI, ANZI.

    "Scrivere per fanciulli" diceva don Alberione "è un'arte singolarmente difficile. Oltre a richiedere una vocazione speciale, richiede anche nell’apostolo (così lui chiamava i suoi collaboratori) una preparazione adeguata e un'attività sapiente". E' un lavoro affascinante, ma anche complesso, che richiede flessibilità e cultura.

    La grande produzione di personaggi e di serie a fumetti realizzata dal Giornalino lo mette in un posto di tutto rispetto nella produzione fumettistica italiana. Non sono mancate le incursioni all’estero (Asterix, i Puffi e Lucky Luke, per esempio), ma la produzione è stata tutta prevalentemente italiana.

    Oltre a questo, il Giornalino aveva presentato anche delle interviste, commenti, inchieste e reportage, invitando scrittori e giornalisti a realizzare degli articoli sul settimanale. Per esempio, tra i giornalisti che scrissero sul Giornalino abbiamo: Folco Quilici, Indro Montanelli, Piero Angela, Ambrogio Fogar, Piero Bianucci, Giancarlo Ligabue, Fulco Pratesi, Maurizio Leigheb, Alfredo e Angelo Castiglioni. Anche lo sport non è stato certo trascurato, con le firme di Gian Paolo Ormezzano a Giacinto Facchetti, Antonio Cabrini, Michel Platini, Paolo Maldini.

    Attualmente, il Giornalino di oggi, purtroppo, non ha più lo stesso livello di allora, e usa un linguaggio più adatto a bambini, che è diventato il nuovo lettore tipo a cui rivolgersi, non più il pubblico di ragazzi di allora. Torna anche ad avere una distribuzione limitata, a livello parrocchiale, anzi, forse meno ancora (ai tempi d'oro, il Giornalino era arrivato anche nelle edicole). Oggi, praticamente, lo si trova solo in qualche libreria delle Paoline, o in abbonamento. Diciamo che vivacchia: ha raggiunto i 100 anni, ma non so se andrà molto oltre.

    (continua)

    BIBLIOGRAFIA

    Fumettologica

    Edited by joe 7 - 22/4/2024, 19:11
  11. .
    CITAZIONE (=Althea= @ 22/4/2024, 10:22) 
    CITAZIONE (joe 7 @ 18/4/2024, 19:42) 
    I prezzi ormai sono diventati spropositati. Praticamente coi fumetti ho chiuso, anche se qualcuno lo prendo ancora. Ma pochi. E, se va avanti così, alla fine non prendo neanche quelli.

    E' una situazione in cui mi ritrovo anch'ìo. Alcuni vorrei prenderli, vedo i prezzi e mi scoraggio: devo far in conti con la spesa e robe varie.
    Spendere sui 20-30 euro per una storia di fumetti vorrei pure farlo, solo che alla fine rinuncio. Non significa che abbia smesso di leggere, perchè sui 15 euro acquisto un buon libro e amen. Per compensare, ho la possibilità di vedere le recensioni di alcuni youtuber sui vari fumetti mensili, e quindi anche se non li possiedo conosco più o meno la storia e mi faccio un'idea generale.

    Ho visto anch'io qualche trasmissione degli youtuber sui fumetti, e possono dare un'idea di quello che è stato pubblicato. Resta il fatto che i prezzi sono ormai troppo alti. E' una situazione generale, non solo dei fumetti: gli stipendi medi attuali non permettono di gestire, da soli, un buon tenore di vita. Per pubblicare dei fumetti più alla portata dei nostri portafogli, dovrebbero fare delle edizioni più economiche, con poche pagine o in bianco e nero, in modo da tenere un prezzo di vendita bassissimo. Solo allora ci sarebbe la possibilità di un acquisto che non diventi uno sproposito. Ma da quest'orecchio non ci sentono. Gli editori puntano sugli appassionati, che sono pochi ma spendono tanto. In questo modo, però, il mercato del fumetto praticamente è scomparso.
  12. .
    CITAZIONE (Stella di Latta @ 20/4/2024, 20:39) 
    Io spero che continuerai a fare le recensioni dei fumetti, delle anime, dei personaggi del periodo d'oro, caro Joe.

    Certo, questa è la mia intenzione: per esempio, quest'anno si festeggiano i 100 anni del Giornalino, e stavo iniziando a preparare qualcosa.

    CITAZIONE (Stella di Latta @ 20/4/2024, 20:39) 
    Ce n'è bisogno, per farli conoscere ai ragazzi, visto che in edicola si trova poco: le nuove serie sono orride, le ristampe spesso sono raccolte in volumi costosi.

    Costosi e pesanti. Per alcuni ci vorrebbe un leggio come quelli della Messa per leggerli. Una cosa assurda.

    In quanto alla bassa qualità dei fumetti di oggi, questo è vero: alcuni sono addirittura delle oscenità, spacciate però come delle cose normali.

    Le eccezioni sono rare. Stiamo attraversando un periodo di aridità, durante il quale è bene conservare quello che è stato pubblicato di buono in passato, in modo che possa servire come spunto per il futuro. Si deve conservare il seme.

    CITAZIONE (Stella di Latta @ 20/4/2024, 20:39) 
    Rileggendo quei capolavori si può ritrovare lo spirito giusto per scriverne altri, magari con forme diverse, perchè è il contenuto che conta.
    Le tue recensioni mettono in evidenza le parti importanti di queste opere, utilizzi un linguaggio accessibile anche a chi non è esperto e si vede la passione per queste letture. Non si tratta di avere nostalgia del passato.

    Infatti non mi interessa rimpiangere il passato: non c'è niente di più sterile. Il passato va conservato solo perchè dia la spinta al presente perchè possa sviluppare un futuro. Il passato serve a dare speranza, non rimpianto o disperazione: serve per affrontare e vivere il futuro. La nostalgia qui non c'entra nulla.

    CITAZIONE (Stella di Latta @ 20/4/2024, 20:39) 
    Le cose belle sono per sempre vive e riescono ad uscire dallo schermo e dalle pagine di carta.

    Il bello richiama a Dio e per questo è sempre eterno: non può mai passare di moda. L'Odissea, per esempio, avrà sempre qualcosa da dire anche tra mille anni e più. Sono cose che sfidano i secoli perchè parlano dell'uomo e del suo destino: anche un cartone animato come Goldrake lo fa.

    Il messaggio di base di tutte queste opere è lo stesso: l'uomo e le sue aspirazioni; la vita come mistero, la vita come avventura, la vita come battaglia, la vita come conquista, la vita come sorpresa, la vita come scoperta, la vita come dolore e prova da affrontare per diventare migliori, diventare più uomini. Sono messaggi sempre validi, perchè non c'è differenza tra il primo uomo e l'uomo del 2024. Parliamo sempre degli stessi uomini.

    CITAZIONE (Stella di Latta @ 20/4/2024, 20:39) 
    Anche quando ero giovane e cercavo in modo onnivoro le novità, anche allora mi rendevo conto che avevo trovato dei punti fermi, come dei sassolini che mi avrebbero aiutato a ritrovare il mio sentiero. Qualcuno li ha chiamati "classici" questi punti fermi: di loro non è mai sbagliato diffonderne il ricordo.

    Il classico è un'opera che ha sempre qualcosa da raccontare. Anche se lo leggi per la millesima volta. ^_^
  13. .
    PARADISO CANTO 19 - SESTO CIELO DI GIOVE: SPIRITI GIUSTI - IL PROBLEMA DELLA SALVEZZA
    (primo post: qui; precedente post: qui)

    AQUILA
    L'aquila composta dai beati inizia a formarsi nel Cielo di Giove, quello dei Giusti. E' il Cielo dei Re e del Giudizio: per questo si parla qui del Giudizio Finale.


    L'AQUILA - CIOE' I MOLTI IN UNO - INIZIA A PARLARE

    Nel Sesto Cielo di Giove, quello degli Spiriti Giusti, l'aquila di prima si staglia di fronte a Dante con le ali aperte: è composta da migliaia di spiriti giusti, che godono della visione divina. Ognuno di essi sembra un rubino che scintilla, colpito dai raggi del sole. Ad un tratto, tutte le anime iniziano a parlare insieme come se fossero una cosa sola. Un evento straordinario che Dante si sforza di descrivere: è come se a parlare fosse l'aquila col suo becco, dicendo "io" e "mio", anziché "noi" e "nostro". E' un'unità totale.

    Parea dinanzi a me con l’ali aperte (Appariva davanti a me, con le ali spiegate,)
    la bella image che nel dolce frui (la bella immagine (l'aquila) che, nella dolce visione di Dio)
    liete facevan l’anime conserte; (era formata dalle anime liete)

    "Frui" è "fruire": un infinito sostantivato che significa "godimento". Dal latino "frui", "godere".

    parea ciascuna rubinetto in cui (ognuna delle anime sembrava un rubino)
    raggio di sole ardesse sì acceso, (colpito da un raggio di sole, talmente splendente)
    che ne’ miei occhi rifrangesse lui. (da rifletterne la luce nei miei occhi.)

    E quel che mi convien ritrar testeso, (E ciò che ora devo descrivere)
    non portò voce mai, né scrisse incostro, (non fu mai pronunciato a voce, né scritto con l'inchiostro,)
    né fu per fantasia già mai compreso; (né mai concepito dalla fantasia umana;)

    ch’io vidi e anche udi’ parlar lo rostro, (infatti io vidi e udii anche il becco dell'aquila)
    e sonar ne la voce e «io» e «mio», (che parlava e diceva con la sua voce «io» e «mio»,)
    quand’era nel concetto e ‘noi’ e ‘nostro’ (volendo in realtà dire «noi» e «nostro».)

    Infatti l'aquila parla usando "io" come soggetto, ma per la verità stanno parlando tutti insieme i beati che la compongono, all'unisono:

    E cominciò: «Per esser giusto e pio (E iniziò: «Per essere stato in vita giusto e devoto,)
    son io qui essaltato a quella gloria (io sono qui innalzato a quella gloria)
    che non si lascia vincere a disio; (che non viene vinta da alcun desiderio mortale;)

    e in terra lasciai la mia memoria (e sulla Terra lasciai un tale ricordo,)
    sì fatta, che le genti lì malvage (che persino gli uomini malvagi)
    commendan lei, ma non seguon la storia». (lo lodano, anche se poi non lo seguono».)

    L'aquila - o i beati che la compongono, se preferite - afferma che gli spiriti che la compongono sono stati sulla Terra giusti e devoti: hanno cioè dimostrato le due virtù (giustizia e pietà) attribuite a Traiano nell'episodio del Purgatorio, in cui, nella Cornice dei Superbi, si facevano vedere i modelli di umiltà, come appunto l'imperatore Traiano che ascoltava una vedova. Per questo si pensa che i beati che compongono l'aquila siano soprattutto dei re e principi.
    Dopo questo, Dante sottolinea il fatto dei tanti che parlano come fossero uno solo, col paragone delle braci: come da molte braci promana un unico calore, così dalle molte anime di quell'immagine di aquila usciva un unico suono.

    IL DUBBIO DI DANTE: LA SALVEZZA DEI NON CREDENTI

    Dante si rivolge agli spiriti che formano l'aquila, e che gli sembrano dei fiori che emanano un solo profumo: vuole che gli chiariscano un dubbio, che lui chiama "gran digiuno": sulla Terra non è riuscito mai a chiarirlo (e, sempre in riferimento al digiuno, Dante lo spiega dicendo che questo dubbio-digiuno "lungamente m’ha tenuto in fame"). Si tratta del problema della salvezza per i non credenti. Dante precisa che la giustizia divina si riflette nella gerarchia angelica dei Troni: qui però siamo nel Cielo di Giove, dove c'è la gerarchia angelica delle Dominazioni. Solo nel Cielo successivo, quello di Saturno, c'è la gerarchia angelica dei Troni, che riflettono appunto la Giustizia Divina. Tuttavia Dante è certo che quegli spiriti beati conoscono la Giustizia Divina senza veli. Egli è pronto ad ascoltare la loro risposta, poiché essi conoscono già la sua domanda.

    GERARCHIE ANGELICHE

    Mi rendo conto che, con questi discorsi sui Troni e Dominazioni sia facile perdere un pò il filo del discorso. Per chiarirmi, interrompo un momento la Commedia e presento qui tutte le Gerarchie Angeliche, alle quali avevo già accennato qui:

    CHERUBINI


    - ANGELI: sono la gerarchia più bassa e più vicina agli uomini. Per esempio, ognuno di noi ha un Angelo Custode. Gestiscono il cielo della Luna, il più basso.
    - ARCANGELI: sono sopra gli Angeli: si occupano dei gruppi e delle nazioni. Ogni Nazione, o popolazione, o gruppo etnico, eccetera, ha il suo Arcangelo. Gestiscono il Cielo di Mercurio.
    - PRINCIPATI: sono sopra gli Arcangeli. Sono gli angeli della storia e del tempo, guardiani delle nazioni e delle contee (gruppi di nazioni), e di tutto quello che concerne i loro problemi ed eventi, inclusa la politica, i problemi militari, il commercio e lo scambio. Gestiscono il Cielo di Venere.
    - POTESTA': sono sopra i Principati. Gestiscono la sapienza e quindi discipline come la filosofia, la teologia, la religione, e a tutti i documenti che appartengono a questi studi. Gestiscono il Cielo del Sole.
    - VIRTU': sono sopra le Potestà. Si chiamano anche "Fortezze". Gestiscono il coraggio saldo e intrepido in tutte le attività, accogliendo le illuminazioni donate da Dio. Sono gli Angeli combattenti e presiedono ai grandi cambiamenti della storia. Gestiscono il cielo di Marte.
    - DOMINAZIONI: sono sopra le Virtù. Sono Angeli che hanno l'incarico di regolare i compiti degli angeli inferiori: ricevono i loro ordini dagli Angeli superiori (Troni, Serafini, Cherubini o anche direttamente da Dio). Gestiscono il Cosmo: devono assicurarsi che il cosmo sia sempre in ordine. Sono gli angeli ai quali Dio affida la forza del dominare. Gestiscono il Cielo di Giove.
    - TRONI: sono sopra le Dominazioni. Il loro compito è quello di tradurre in opera la sapienza e il pensiero elaborato dai Cherubini (per questo riflettono anche la Giustizia Divina, come dice Dante). Gestiscono il Cielo di Saturno.
    - CHERUBINI: sono sopra i Troni. Sono perciò i guardiani della luce e delle stelle: rielaborano le intuizioni immediate dei Serafini traducendole in riflessioni e pensieri di saggezza, riguardanti l'evoluzione dei sistemi planetari. Sono Angeli dediti alla protezione, quindi sono posti a guardia dell'Eden e del trono di Dio. Ad essi è attribuita una perfetta conoscenza di Dio, superata soltanto dall'amore di Dio dei Serafini. Le sculture di due Cherubini contrapposti erano rappresentate sul coperchio dell'Arca dell'Alleanza. Gestiscono il Cielo delle Stelle.
    - SERAFINI: Sono l'ordine più elevato degli Angeli: gestiscono il Cielo Cristallino o del Primo Mobile, il più vicino a Dio. Dall'Empireo, cioè dalla Presenza Divina, ricevono in forma immediata le idee e le direttive con cui far evolvere tutto il complesso cosmico. La Bibbia li raffigura come angeli dotati di sei ali: due per volare, due per coprirsi il volto e due per coprirsi i piedi. Cantano continuamente le lodi di Dio: «Santo, Santo, Santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della Sua gloria». Cantano la musica dei Cieli e regolano il movimento del cielo, così come loro comandato. Ardendo di amore e di zelo per Dio, emanano una luce così potente e brillante che nessuno, se non con occhi divini, può guardarli. Lucifero era un Serafino: dopo la sua ribellione a Dio, diventò satana, che significa "l'avversario", o diavolo (da "diabolos": "colui che divide") e cadde nell'inferno, cioè nell'assenza di Dio, nell'odio eterno.

    L'INIZIO DELLA RISPOSTA

    Nel rispondere alla domanda di Dante, l'aquila sembra un falcone al quale sia stato tolto il cappuccio: infatti, quando questo succede, il falcone inizia a muovere la testa e apre le ali, felice di librarsi in cielo ("Quasi falcone ch’esce del cappello, / move la testa e con l’ali si plaude, / voglia mostrando e faccendosi bello,"). Inoltre, le anime che la compongono intonano un canto che solo loro possono comprendere.

    L'aquila, successivamente, parla: vista la complessità dell'argomento, inizia da lontano. Dice che Dio ha creato l'Universo:

    "Colui che volse il sesto / a lo stremo del mondo"

    cioè "tracciò col compasso i confini dell'Universo". "Sesto" è il termine antico di "compasso". Dio ha creato le cose visibili e invisibili:

    "dentro ad esso / distinse tanto occulto e manifesto" (dentro l'Universo / fece le cose invisibili e visibili)

    Nella creazione, però, il Verbo di Dio (cioè, la sua Essenza, la sua Persona) resta infinitamente oltre ogni creatura. Cioè: nessuno, per quanto grande sia, può contenere Dio: Dio non può essere "contenuto" in una creatura, anche se fosse un Angelo. Per questo, Lucifero, chiamato dall'aquila " ‘l primo superbo", che fu la più alta di ogni creatura, si ribellò per la sua superbia e per non aver atteso la Grazia divina, cioè accettare l'azione amorevole di Dio su di lui. Nella sua superbia, Lucifero non solo si reputò come Dio, ma si credette addirittura superiore a Lui:

    E ciò fa certo che ‘l primo superbo, (E di ciò è prova il fatto che il primo peccatore di superbia (Lucifero)
    che fu la somma d’ogne creatura, (che fu la più perfetta di ogni creatura,)
    per non aspettar lume, cadde acerbo; (fu precipitato dal Cielo per non aver atteso il lume della grazia divina;)

    La visione umana, chiamata dall'aquila "vostra veduta", viene da Dio stesso:

    "convene / esser alcun de’ raggi de la mente / di che tutte le cose son ripiene" ("essa (la visione umana) / è solo uno dei raggi della mente divina / di Colui che è presente in tutte le cose")

    E la visione umana non è in grado, per sua natura, di comprendere il primo principio, Dio:

    "non pò da sua natura esser possente / tanto che suo principio discerna"

    Dio, infatti, è al di là della portata dei sensi dell'uomo:

    "molto di là da quel che l’è parvente"

    Ed è chiaro che qui Dante, per "sensi", non intende solo i cinque sensi, come la vista eccetera: intende anche tutte le capacità intellettuali dell'uomo.

    Per fare un paragone, l'aquila parla dell'occhio umano che vede la profondità del mare all'inizio, quando si trova alla riva. Ma, quando è in mezzo all'Oceano, questo è impossibile farlo. Eppure il fondo del mare c'è lo stesso, come alla riva, anche se non si vede. Allo stesso modo, l'uomo non può vedere la profondità della giustizia divina. Non nel senso che la giustizia divina possa essere ingiusta: anzi è assolutamente giusta. Però è al di là della comprensione dell'uomo.

    oceano
    Non si può vedere il fondo del mare: allo stesso modo non si può pretendere di vedere fino in fondo i giusti giudizi di Dio.


    Solo la luce che deriva direttamente da Dio può illuminare l'uomo:

    "Lume non è, se non vien dal sereno (Dio) / che non si turba mai"

    E questa luce è tale da non essere mai offuscata ("che non si turba mai"). Ogni conoscenza umana, invece, di per sè, essendo limitata, è imperfetta: è oscura ("tenebra"), è viziata dai sensi e dai limiti del corpo ("ombra de la carne") e può portare a credenze errate ("suo veleno"). L'uomo non è onnipotente nè onnisciente: Dio sì. Questo dice l'aquila, in sintesi. E' la prima cosa da tenere da conto.

    UN PROBLEMA SEMPRE SENTITO

    Dante, a questo punto, può capire la risposta al suo dubbio. Lo ripeto in sintesi: se qualcuno nasce in luoghi lontani

    "Un uom nasce a la riva / de l’Indo" (cioè in un luogo lontanissimo)

    dove non ha mai sentito parlare di Cristo

    "e quivi non è chi ragioni / di Cristo né chi legga né chi scriva" (cioè lì nessuno parla, o insegna, o scrive, di Cristo)

    e vive un'esistenza virtuosa senza commettere alcun peccato, insomma è una persona buona - per quanto sia possibile esserlo - e muore senza essere stato battezzato e quindi è privo della fede cristiana (condizione necessaria per essere salvati)...allora non può ottenere la salvezza? Non può salvarsi? Che colpa aveva lui nel non credere?

    "ov’è la colpa sua, se ei non crede?"

    Come può questo conciliarsi con la giustizia divina? Questa domanda se la chiedono anche gli uomini d'oggi: però, come si vede a leggere Dante, non è certo una cosa che l'uomo ha scoperto nel 2000. Il problema si sentiva già nel Medioevo: anzi, c'è già nel Vangelo di Giovanni (14, 22), per esempio, in cui l'apostolo Giuda Taddeo (non Giuda Iscariota, il traditore) chiede a Gesù: "Signore, che è mai successo che tu stai per manifestare te stesso a noi e non al mondo?". Cioè, se tu sei Dio, perchè non ti riveli subito a tutti, visto che lo puoi fare? Perchè ti riveli solo a noi? E Gesù risponde senza dare una risposta diretta, perchè vuole sottolineare qual'è la cosa importante: seguirlo, non farsi delle domande sul suo operato. Chiede insomma fiducia in Lui, anche su questo problema. E la sua risposta è: "Se qualcuno mi ama, osserverà la mia parola". E questo vale per gli uomini di tutti i tempi (anche prima di Cristo) e di tutti i luoghi. E' in pratica la risposta che darà l'aquila a Dante.

    Giuda-Taddeo
    Giuda Taddeo, spesso confuso con Giuda il traditore. Apostolo e cugino di Gesù, è considerato il santo dei casi impossibili: ogni preghiera a lui è sicura di essere esaudita.


    LA RISPOSTA

    Per prima cosa, l'aquila spiega che Dante, in quanto uomo, non può certo ergersi a giudice di una questione così profonda, né pretendere di vedere con la sua vista limitata una verità che dista mille miglia da lui. Sono cose troppo alte da comprendere appieno. Non bisogna pretendere di capire ogni cosa: altrimenti saresti come il bambino che vuole capire tutto del padre, sia della sua vita che del mondo attorno a lui, compresi i problemi politici e sociali. Tipo Mafalda, la bambina di Quino, che pretende di capire tutto senza capire nulla.

    Or tu chi se’, che vuo’ sedere a scranna, (Ora chi sei tu, che vuoi ergerti a giudice)
    per giudicar di lungi mille miglia (e sentenziare a mille miglia di distanza,)
    con la veduta corta d’una spanna? (con la vista che a malapena arriva a una spanna?)

    L'aquila dice che chi fa dei ragionamenti elaborati e sottili sulla giustizia divina su questo problema, senza tenere da conto quello che dice la Bibbia, va a finire che sragiona. Per esempio, la Bibbia dice: "Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità." (Prima Lettera di San Paolo a Timoteo 2, 3-4). In sostanza, la Scrittura dice che è verità di fede che Dio vuole tutti salvi, anche quelli lontani: come, in che modo, questo lo sa Lui. E ognuno, credente o no, è libero di scegliere se accogliere la Sua salvezza o no. L'importante, però, è non preoccuparsi di questo problema, ma seguire Gesù e predicarlo con la propria vita agli altri. Esattamente quello che ha detto Gesù a Giuda Taddeo nell'esempio di prima.

    Certo a colui che meco s’assottiglia, (Certo colui che fa sottili ragionamenti ("s'assottiglia") su di me (cioè sulla giustizia divina: l'aquila qui si identifica con essa)
    se la Scrittura sovra voi non fosse, (se non ci fosse al di sopra di voi la Sacra Scrittura)
    da dubitar sarebbe a maraviglia. (potrebbe dubitare in modo sorprendente)

    L'aquila deplora la superficialità dei giudizi umani. La volontà di Dio è di per sé buona e non si è mai allontanata da se stessa: è come dire che Dio è buono, anzi "solo Dio è buono", e resta sempre tale. E quindi vuole, come un Padre, la salvezza di tutti i suoi figli. La risposta, però, spetta sempre a loro, che siano credenti o meno. Nel Giudizio Finale, Gesù giudicherà non chi è stato cristiano e chi non lo è stato, ma chi ha amato e chi no. "Venite, o benedetti del Padre mio: perchè ero affamato e mi avete dato da mangiare; ero assetato e mi avete dato da bere; ero nudo e mi avete vestito; ero malato e mi avete visitato; ero in prigione e siete venuti a trovarmi. E agli altri: Via, lontano da me, maledetti, perchè ero affamato e non mi avete dato da mangiare; ero assetato e non mi avete dato da bere; ero nudo e non mi avete vestito; ero malato e non mi avete visitato; ero in prigione e non siete venuti a trovarmi."

    Oh terreni animali! oh menti grosse! (Oh, creature terrene! Oh, menti grossolane!)
    La prima volontà, ch’è da sé buona, (La prima volontà (Dio), che è buona di per sé,)
    da sé, ch’è sommo ben, mai non si mosse. (non si è mai mossa da se stessa che è il sommo bene.)

    Qui è la conclusione dell'aquila: la volontà divina è giusta, perchè è buona ed è da essa che viene la bontà delle azioni umane. Infatti, ogni buona azione dell'uomo viene da Dio, non dall'uomo: è Dio che ci fa buoni, non siamo noi a diventarlo con le nostre forze. Non significa però che siamo delle marionette: Dio ci ispira il bene, però siamo noi a rispondere liberamente alle sue ispirazioni, accettandole (quindi facendo il bene) o rifiutandole (quindi facendo il male):

    Cotanto è giusto quanto a lei consuona: (Tutto ciò che è conforme alla volontà divina è giusto: )
    nullo creato bene a sé la tira, (nessuna creatura è capace, da sola, di attirare a sé Dio, (cioè di fare il bene senza di Lui)
    ma essa, radiando, lui cagiona».(ma è Dio stesso che ci manda ("radiando") la grazia di amare e di essere buoni)

    Che c'entra questo con il problema dei non cristiani? C'entra, perchè è Dio che ispira tutti - cristiani e non - alla salvezza. Quindi, non bisogna stare a dire "poverini, quelli lì non conoscono Dio": piuttosto, è Dio che conosce loro. Per questo bisogna lasciar fare a Lui. Senza però, per questo, da parte nostra, trascurare quello che Gesù ha comandato a noi cristiani: la predicazione della fede cristiana ai non credenti.

    giustizia
    La giustizia divina è infinitamente più giusta e più misericordiosa della nostra. Perchè noi non vediamo tutto: Dio sì.


    L'IMPORTANTE E' CREDERE E AGIRE DI CONSEGUENZA

    Al termine del suo discorso, l'aquila inizia a volteggiare intorno a Dante, come fa una cicogna che ha appena sfamato i piccoli, e il poeta la guarda ammirato. L'aquila intona un canto che Dante non comprende: come lui non comprende il canto, così lui non può comprendere la giustizia divina, spiega l'aquila. Essa è giusta, ma è oltre la comprensione umana. Come dire: se te la spiegassi, non la capiresti. Proprio come faceva il padre di Mafalda - una bambina delle Elementari - che rispondeva in questo modo alle sue richieste di spiegarle la situazione della guerra in Vietnam:

    "Mafalda, anche se ti spiegassi il problema del Vietnam, non lo capiresti."

    Mafalda
    Il mondo, Mafalda, non è un mappamondo. Non puoi capire tutto.


    L'aquila riprende la sua posizione e torna ad essere simile al simbolo dell'Impero Romano, quindi ricomincia a parlare e dichiara che nessuno è mai asceso al Paradiso, senza aver creduto in Cristo venturo o venuto:

    esso ricominciò: «A questo regno (l'aquila, diventata il simbolo dell'Impero Romano riprese a dire: «In questo regno (in Paradiso)
    non salì mai chi non credette ‘n Cristo, (non è mai asceso chi non ha creduto in Cristo,)
    né pria né poi ch’el si chiavasse al legno. (prima o dopo la sua crocifissione.)

    In Paradiso non ci va chi non crede in Cristo: nè prima della sua venuta, nè dopo di essa. E' come dire che quello che conta non è nascere prima o dopo Cristo, ma credere in Lui. E, in un modo misterioso, ci sono i pagani che hanno creduto in Cristo senza conoscerlo: "Chi è dalla verità ascolta la mia voce", dice Gesù a Pilato. Questo però significa che i cristiani, che hanno saputo la verità in modo diretto grazie alla Chiesa, davanti a Dio sono molto più responsabili di chi non ha potuto conoscere questa verità in vita. Infatti, poco dopo, l'aquila farà un monito severo a tanti cosiddetti "principi cristiani" che, invece, si sono comportati da pagani che non hanno mai conosciuto Cristo. E la loro punizione sarà più dura: "A chi è stato dato molto, sarà chiesto molto" dice sempre Gesù.

    Molti cristiani sulla Terra, dice l'aquila, hanno sempre il nome di Cristo sulle labbra: ma, nel Giorno del Giudizio, saranno a Lui molto meno vicini di tutti quegli altri uomini che non l'hanno mai conosciuto e sono morti senza battesimo, ma l'hanno amato senza conoscerlo. E un Etiope, morto senza la fede, potrà condannare quei falsi cristiani nel momento in cui il giudizio divino separerà in eterno le anime fra gli eletti, destinati alla salvezza, e i reprobi, destinati alla dannazione. Che diranno i Persiani (cioè, gli infedeli), aggiunge l'aquila, ai vostri re cosiddetti "cristiani", quando vedranno aperto il Libro della Vita, quel libro nel quale Dio ha scritto tutte le loro malefatte?

    I PRINCIPI CRISTIANI CORROTTI

    Nel presentare i cristiani corrotti, l'aquila userà dodici terzine (composizioni di tre versi: per esempio, "Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai in una selva oscura / dove la dritta via era smarrita" è una terzina). Queste terzine si possono riunire in tre gruppi di quattro:
    - il primo gruppo inizia sempre con la "L" di "Lì si vedrà";
    - il secondo gruppo inizia sempre con la "V" di "Vedrassi";
    - il terzo gruppo inizia sempre con "E".
    Unendo le iniziali, si forma così LVE, cioè "lue", sinonimo di «peste». Dante così fa riferimento alla lue dei principi cristiani corrotti che sono di cattivo esempio, nonostante dicano sempre: "Signore, Signore".

    Nel Libro della Vita, inizia l'aquila, si leggeranno tutte le cattive azioni di re e sovrani che si dicono "cristiani" come:
    - l'Imperatore Alberto I Asburgo d'Austria, che nel 1304 invase la Boemia e la capitale Praga, provocandone la distruzione;
    - Filippo il Bello (il re di Francia famoso autore dello schiaffo di Anagni e della Cattività Avignonese, oltre al falso processo ai Templari), che causerà danno alla Francia, coniando monete false per sopperire alle spese della guerra contro le Fiandre. Morirà per il colpo di un cinghiale (il re infatti cadde da cavallo durante una battuta di caccia, perché un cinghiale si mise tra le zampe della sua cavalcatura);
    - i re di Scozia e d'Inghilterra, che non si rassegnano a restare nei propri confini e si fanno guerra tra di loro (Edoardo I qui è il re d'Inghilterra);
    - Ferdinando IV, re di Spagna, lussurioso e vizioso;
    - Venceslao II di Boemia, pure lui lussurioso; questo re e il precedente non conobbero mai, né vollero, alcun "valore", cioè fare azioni positive;
    - Carlo II d'Angiò, (chiamato con disprezzo "ciotto di Ierusalemme", cioè "lo zoppo di Gerusalemme": era zoppo e si era fregiato del titolo onorifico di "re di Gerusalemme") con pochissime buone azioni (indicate con una "I", uno in cifre romane, cioè pochissime), e moltissime malvagità (indicate con una M, mille in cifre romane: quindi tantissime);
    - Federico II d'Aragona re di Sicilia ("l’isola del foco, / ove Anchise finì la lunga etate", cioè, dove morì Anchise, il padre di Enea. "Isola del foco" per la presenza dell'Etna). Avaro e vile, le sue cattive azioni saranno scritte con caratteri abbreviati per mostrare la sua dappocaggine (cioè: si potranno scrivere le sue molte malefatte con caratteri piccoli, in un piccolo spazio, per risparmiare e metterli tutti).
    - Giacomo re di Maiorca, zio di Federico II, autore di varie empietà;
    - Giacomo II d'Aragona, fratello di Federico II: sia lo zio che il fratello hanno disonorato la loro famiglia e due corone.
    - Dionigi, re di Portogallo, autore di malefatte;
    - Acone V, re di Norvegia, autore di altre malefatte;
    - Stefano Uros, re di Serbia ("Rascia", il nome antico della Serbia), pure lui autore di malefatte: sostituì la moneta veneziana, diffusa in tutti i Balcani, con la propria, con un'operazione fraudolenta;
    - come eccezione, felice sarà l'Ungheria, perché conoscerà il buon governo di re Caroberto, figlio di Carlo Martello d'Angiò;
    - la Navarra, nonostante la difesa dei monti Pirenei, passerà sotto la monarchia francese, con suo grave danno.
    - come anticipo di questo si duole già l'isola di Cipro (Niccosia e Famagosta), sottoposta al governo di Arrigo II di Lusignano ("la lor bestia"), anch'egli appartenente alla casa di Francia.

    In pratica, non si salva nessuno. O quasi.

    COMMENTO

    Dante capisce che in Terra è necessario un garante della giustizia per tutti, non solo per i potenti e i ricchi. Questo garante è, nella sua visione, l'Imperatore. Oggi non c'è più un "garante per tutti", ma è necessario che ci sia un'autorità - democratica o regale - che faccia giustizia. Nel sesto cielo di Giove, come si è visto nel Canto precedente, alcune anime si dispongono di fronte a Dante, creando la scritta Diligite iustitiam, qui iudicatis terram ovvero «amate la giustizia voi che giudicate la terra». E' il primo versetto del Libro della Sapienza, redatto da Re Salomone. Quindi è stato scritto da un re, che avvisa agli altri re su come comportarsi. E questo è uno dei temi principali del Cielo di Giove: la giustizia terrena amministrata dai potenti.

    Il Canto affronta anche il problema della giustizia divina e della salvezza di chi non ha mai conosciuto Cristo, argomento che continuerà col Canto successivo. Per la prima volta, qui in Paradiso c'è...un "elenco dei cattivi". Cattivi cristiani regnanti, messi in contrapposizione con chi non conosce Cristo direttamente, ma, per grazia di Dio, lo può conoscere.

    La giustizia di Dio opera in modo misterioso con gli uomini vissuti in modo virtuoso, ma senza conoscere il messaggio cristiano: i pagani vissuti prima di Cristo, o quelli che non l'hanno mai conosciuto dopo la sua venuta. Oppure i bimbi morti senza battesimo. Dante presenta il Limbo per questo tipo di anime, nella Commedia: questo non è un dogma di fede, ma una supposizione. Comunque, vero o no che sia il Limbo, Dante, con quella realtà, aveva indicato la necessità del battesimo e della diffusione della verità cristiana a tutte le genti. Gesù infatti aveva detto agli Apostoli di diffondere il Vangelo e il Battesimo a tutte le genti: al resto ci pensava Lui, in modi che noi non sappiamo. Però i cristiani, intanto, devono fare la loro parte: diffusione del Vangelo e Battesimo.

    L'aquila sostiene l'imperfezione e la limitatezza della ragione umana al cospetto di quella divina; inoltre, dichiara che l'intelletto umano non può pretendere di capire la giustizia di Dio, che è sì giusta, ma nello stesso tempo è oltre le capacità limitate di comprensione dell'uomo, che è solo una creatura. Bisogna aver fede nella sua Potenza e nel Suo amore, come disse Dio a Giobbe. Poi l'aquila ammonisce gli uomini a non essere superbi come Lucifero, e a non pretendere di vedere con la propria vista limitata quelle verità che distano mille miglia da lui. Prende poi spunto dal suo discorso sulla giustizia divina per rivolgere un'aspra invettiva contro i cattivi principi cristiani, che, nonostante abbiano avuto il lume della fede, hanno commesso innumerevoli malefatte.

    Se nel Quinto Cielo di Marte prevaleva l’immagine della croce, simbolo della redenzione, nel Sesto Cielo di Giove si staglia l’immagine dell’Aquila, simbolo dell’Impero: all’Impero infatti la provvidenza di Dio ha affidato l’ordine universale. Dal cielo di Giove deriva quindi la giustizia umana, che l’Impero ha il compito di mantenere nel mondo. Oggi, al posto dell'Impero, ci sono i Governi: ma la sostanza - e la responsabilità, attenzione - non cambia.

    BIBLIOGRAFIA
    https://divinacommedia.weebly.com/paradiso-canto-xix.html

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

    Edited by joe 7 - 27/4/2024, 19:15
  14. .
    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 20/4/2024, 16:04) 
    La nuova serie di Braccio di Ferro ha 4 numeri in programma e tutti a 8,90 euro.
    Probabilmente non andrà molto oltre.

    Evidentemente lo sapevano anche loro.
  15. .
    ZAGOR 161-165: AFFONDATE IL DESTROYER! (analisi di Ivan)
    (Qui l'analisi di Joe7)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli) e Decio Canzio
    Disegni: Franco Donatelli e Francesco Gamba
    Pagine: 380
    Anno: 1979

    jpg


    Zagor edizione originale Zenith: n. 212-216 (usciti nel 1978-79). I numeri reali di Zagor sono 161-165. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè coi numeri 161-165.

    TRAMA
    Nota: essendo una storia piena di colpi di scena, contiene quindi molti SPOILER. Chi legge è avvertito.

    Zagor e Cico vanno verso la zona dei Grandi Laghi, nel paese di Big Bay, per rispondere alla chiamata di Daniel Bowie, un amico di Zagor. Durante il viaggio, incontrano il colonnello Grant, che viene assalito insieme alla sua scorta da una banda di fanatici separatisti che vogliono ritornare ad essere governati dagli inglesi (siamo vicini al confine col Canada, territorio inglese). Zagor aiuta Grant a superare il blocco e alla fine incontra Daniel, al cimitero di Big Bay, dove commemora le lapidi dei suoi compagni uccisi dal "Destroyer", una corazzata galleggiante costruita dagli inglesi per compiere atti di pirateria e usurpare la proprietà dei Grandi Laghi agli americani, dando così sostegno ai separatisti. Il "Destroyer" è comandato dal generale Butcher "il macellaio", un uomo crudele e spietato, che non solo attacca le imbarcazioni, ma mette a ferro e a fuoco anche la città di Barley, vicino a Big Bay, attaccandola coi suoi cannoni. Per evitare una guerra aperta con l'Inghilterra, il generale Grant propone a Zagor e Daniel, insieme al trapper Mac Enroe, che conosce la zona, di inoltrarsi sotto falso nome nei boschi del Canada per distruggere quella fortezza galleggiante. Ma l'impresa, dopo molte difficoltà, finisce in un fallimento e quasi tutti finiscono ammazzati, compreso Mac Enroe, a causa del tradimento di Neal, un uomo del gruppo di Grant, che si rivela essere al servizio degli inglesi. Tutti diventano prigionieri di Butcher e Zagor viene torturato dallo spietato comandante. Quando tutto sembra perduto, Zagor, aiutato dalla pioggia, riesce a liberarsi e a uccidere Neal, liberando i suoi compagni. Approfittando della notte, salgono di nascosto sul Destroyer, catturando Butcher e gli altri. Preso possesso del Destroyer, Zagor e Grant lo usano contro la nave della marina inglese che aiutava Butcher. Successivamente, piazzano delle cariche esplosive e mettono Butcher e i suoi uomini su una scialuppa. Al momento della distruzione del Destroyer, Butcher sale, non visto, sul Destroyer, per avere la rivalsa, ma rimane coinvolto nell'esplosione.

    COMMENTO

    Buona storia del periodo "Silver Age", con la particolarità di essere stata scritta a quattro mani da Nolitta e da Canzio. Il risultato finale è più che buono, anche se è difficile attribuire i vari pregi & difetti ad un autore oppure all'altro.

    Sulla paternità di questa storia girano tante voci non confermate. A quanto pare, il soggetto è di Nolitta, che avrebbe scritto anche la sceneggiatura della prima parte (non si sa bene fino a quale punto) per poi venire completata da Canzio sulla base del soggetto nolittiano. Come che sia, si nota che non è una storia "nolittiana al 100%": in alcune sequenze, non possiede il suo tipico pathos...ma è difficile stabilire se ciò sia dovuto al cambio di mano con Canzio oppure al personale mutamento di stile che il Sergione stava già attuando da qualche tempo sulla testata Zagor. :=/:

    Tutta la prima parte (quella sceneggiata presumibilmente dal solo Nolitta) funziona piuttosto bene. Spiccano in particolare:
    - Le cruente azioni di guerra del Destroyer;
    - L'impotenza della flotta americana;
    - La prudenza delle autorità per evitare incidenti diplomatici tra USA e Inghilterra;
    - La conseguente decisione di organizzare un commando che sconfini in incognito sul suolo anglo-canadese per far esplodere la corazzata.
    Tutto molto dinamico ed avvincente (al netto di alcune lungaggini di troppo nel ritmo narrativo).

    La vera discriminante tra lo stile di Nolitta e quello di Canzio sta nei DIALOGHI. Nella seconda parte, è infatti possibile riscontrare molti dialoghi non in linea con quelli "tradizionali" del Sergione. Li definirei banalotti, freddamente funzionali, ma privi di quella enfasi tipicamente nolittiana.

    Anche le invenzioni per far procedere la trama sono ben poco nolittiane; probabilmente nel soggetto di Nolitta erano riportate solo delle indicazioni sommarie, e Canzio le ha risolte alla propria maniera (cioè più in stile "Piccolo Ranger" che in stile "Zagor"). :=/:

    (NOTA: Canzio è stato sceneggiatore di molte storie del Piccolo Ranger, dove capitavano spesso situazioni simili)

    Pure le gag di Cico, a volte, non sono coerenti con quelle tipiche del Cico nolittiano. Sembrano battute di un autore che ha studiato il personaggio solo superficialmente, e lo fa agire/parlare per semplice imitazione a grandi linee dell'originale, ma senza averne colto l'essenza di fondo. Ribadisco la mia idea che nessun autore può comprendere appieno il vero Zagor se non comprende anche il vero Cico. Per me questa è una regola imprescindibile.

    Daniel incarna bene lo stereotipo del patriota americano su una terra di confine. Di lui val la pena menzionare la struggente scena iniziale al cimitero, e la sua reazione indignata ad una frase "disfattista" di Cico:

    zgr161e


    Butcher (di nome e di fatto): decisamente una carogna come poche. Svolge bene il ruolo di antagonista, ed è odioso quanto basta per risultare indimenticabile...però, secondo me, il suo aspetto crudele è stato sovraccaricato oltremisura, al punto che, più che un fanatico revanscista, appare un sadico che si è unito alla causa inglese solo per poter sfogare liberamente i suoi istinti omicidi. A mio parere, avrebbe dovuto essere più caratterizzato dal punto di vista "ideologico", in modo da relazionare la sua crudeltà ad un preciso scopo militare. Intendo: sghignazzare compiaciuto mentre cannoneggia dei poveracci non ha nulla a che fare con un'ideologia politica, è solo gusto personale nel veder soffrire altri esseri umani. Lo avrei visto meglio più flemmatico (tipo il suo omologo Warwick in Fucilazione, che mai lo si è visto godere per i massacri commessi dal suo esercito). :=/:

    zgr161f


    Il (finto) giallo del traditore. Orsù, alzi la mano chi non aveva già capito con largo anticipo che la spia del gruppo era Neal (la inutilmente lunga – in apparenza – sequenza dell'accensione del sigaro avrebbe fatto nascere immediati sospetti persino ad un lettore ritardato.) :rolleyes:

    zgr161h


    I gialli di Nolitta sono sempre stati abbastanza all'acqua di rose, ma del resto non ha mai dimostrato molta passione per il giallo di tipo "whodunit" ("Chi l'ha fatto?"). Quindi Neal poteva benissimo essere mostrato fin da subito come il traditore, tanto l'importante è che non lo sapessero i suoi compagni di pattuglia (poiché la storia viene vissuta attraverso gli occhi dei protagonisti e non dei lettori).

    La scena della trappola nell'avamposto mi sembra realizzata male. I soldati inglesi aspettano allo scoperto i nostri eroi, gettando alle ortiche l'effetto sorpresa. Che tattica sarebbe? Quella di scambiarsi fucilate, sperando di sparare meglio degli avversari? Il difetto sta nella sua dinamica: il commando di Grant finisce in una trappola, vengono circondati dai soldati inglesi, hanno una dozzina di fucili puntati su di loro...e nonostante ciò, reagiscono facendo secchi tutti come se nulla fosse! :huh: Insomma, una situazione disperata risolta con una faciloneria disarmante, per nulla verosimile (cosa sono 'sti soldati inglesi, dei bradipi? Alla prima mossa sospetta dei circondati, dovrebbero ridurli tutti a un colabrodo in 1 secondo). =_= Lì ci voleva un'invenzione narrativa che riequilibrasse la posizione di estremo svantaggio degli assediati, tipo il minacciare di far esplodere la bomba se gli inglesi non avessero abbassato i fucili, o un qualche altro trucco a sorpresa...ma così come si è vista, la scena non convince proprio. :?

    Intensa la scena del confronto tra Butcher e Zagor appeso sottosopra. Lo stile dei dialoghi rivela che è opera di Canzio, tuttavia questa sequenza gli è riuscita in modo particolarmente...nolittiano. Raramente si è visto un cattivo così amorale e fiero di esserlo nella saga. Un approfondimento psicologico sublime ma che dura troppo poco, in particolare in quel che poteva uscire nel confronto con l'eroe.

    zgr161i


    Canzio aveva fatto tutto bene...ma ha rischiato di rovinare tutto con la replica finale di Zagor "Ho capito: sei un idiota!" =_=

    zgr161o


    No, Butcher non è affatto un "idiota". Questo potrebbe pensarlo solo una persona superficiale che ha bisogno di risposte facili facili sul PERCHE' certi individui commettono atroci nefandezze: "Fanno del male perché sono degli idioti, punto". E per Canzio non c'è da sprecare altro tempo in riflessioni (mentre invece di elementi su cui riflettere ce ne sarebbero eccome...ma non è questa la sede per approfondire l'argomento). Al posto di "Sei un idiota", sarebbe stato più appropriato se Zagor avesse risposto una cosa tipo "Certo che ho capito, Butcher...In realtà tu sei solo un sadico vigliacco che si nasconde dietro l'alibi della causa inglese per soddisfare il suo gusto di fare del male agli indifesi!" Non la trovate più funzionale?
    Butcher è un malvagio abbastanza particolare, dato che, di solito, i cattivi lo sono "funzionalmente": cioè, vogliono impossessarsi di qualcosa, o uccidere qualcuno. Lui invece lo era "a prescindere", proprio per come è fatto. Insomma, Butcher è l'uomo che alla domanda: "Perché fai tutto questo male?", risponde compiaciuto: "Perché posso". Infatti. Solo per quello, "perché può". E tanto gli basta. Mi sembra infatti che a Butcher non importi un granché della causa inglese, e che, se gli americani gli avessero offerto lo stesso incarico (cioè poter massacrare cittadini inglesi inermi) per lui non avrebbe fatto nessuna differenza. Del resto, lui stesso non ha mai detto "Io disprezzo gli americani", bensì "Io disprezzo la gente comune"...quindi, presumibilmente, anche la gente comune di cittadinanza inglese.

    Dopo la conquista del Destroyer, lascia perplessi la scelta del colonnello Grant di lasciare libero Butcher. :huh: Ma scherziamo? Il Macellaio deve rispondere di genocidio contro cittadini inermi, mica bruscolini! (Insomma...Ve li immaginate gli abitanti di Big Bay, se gli dicessero che il responsabile dei vili massacri è stato lasciato tranquillamente andare dopo la sua cattura? Se volessero impiccare Grant, non potrei certo dargli torto.) :angry:

    zgr161l


    Il contro-assalto di Butcher è un'ottima trovata, che rivitalizza una storia che sembrava ormai conclusa. Efficace il modo in cui Nolitta/Canzio gioca sul fattore tempo, facendo coincidere l'esplosione del Destroyer proprio con l'istante in cui Butcher stava per attivare il cannone che avrebbe spazzato via la barca di Zagor & C.

    zgr161m


    Altra perplessità nel finale, quando Zagor appare quasi rattristato per la fine di Butcher. :huh:

    zgr161n


    Personalmente l'ho trovato uno spreco di sentimentalismo, del tutto fuori luogo. Un commiato di omaggio ad un nemico può starci bene – ad esempio – per la morte di Ben Stevens...ma non certo per quella di Butcher, il quale non era altro che un folle assassino senza nessuna attenuante per i suoi crimini. <_< Qui probabilmente Canzio non ha studiato bene la filosofia con cui Zagor mostra pietas verso un nemico morto; secondo me, Nolitta non avrebbe mai fatto concedere da Zagor questo onore ad una carogna come Butcher. E se lo avesse fatto, è presumibile che avrebbe espresso lo stesso concetto con parole meno banali (diciamolo: il discorso di Zagor è scioccherello, da chierichetto mormone. "Chi siamo noi per giudicare?" Ma santo cielo, Canzio...Cosa dovremmo pensare, allora, della "giudiziosa" promessa fatta da Zagor a Nicholson, che in confronto a Butcher era un angioletto?)

    zgr29e


    IN DEFINITIVA:

    La storia è buona, ma non buonissima. Avrebbe potuto esserlo SE fosse stata interamente sceneggiata da Nolitta. E' il tipico esempio che dimostra che il COSA raccontare (il soggetto) conta assai meno del COME raccontarlo (la sceneggiatura). In questo caso, Canzio si è attenuto fedelmente al soggetto di Nolitta: ma le differenze di stile narrativo sul COME trasporre le medesime scene risaltano notevolmente (almeno qui sulla testata Zagor; probabilmente sul Piccolo Ranger sarebbero risultate invece meno stridenti). Insomma, nonostante che il risultato finale sia più che dignitoso, parlerei tranquillamente di occasione mancata per realizzare una storia da top ten. :=/:

    DISEGNI: Curioso lavoro in tandem tra Donatelli e Gamba, come già visto in Il cavaliere misterioso. Tuttavia, data la similarità del loro segno, il contrasto di stili non stona più di tanto. Sul piano delle copertine, magnifica quella di LA RESA DEI CONTI.

    zgr161c



    Storia: 7,5 (8 le parti di Nolitta, 7 quelle di Canzio)
    Disegni: 7 (Donatelli) 6,5 (Gamba)

    QUI TUTTI I LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 19/4/2024, 17:27
4907 replies since 31/8/2013
.