Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "LA PREDA UMANA" (Ivan)

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    Ivan
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    By joe 7 il 1 July 2019
     
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    ZAGOR 29-30: LA PREDA UMANA (Analisi di Ivan)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 80-81 (usciti nel 1967). I numeri reali sono 29-30. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale: in questo caso, i numeri 29-30. Questa brevissima storia fu pubblicata per la prima volta in formato libretto sui numeri 65-69 della terza serie, anno 1966-67 (gennaio). Successivamente, furono raccolti nel 1967 (novembre-dicembre) negli albi 29-30 di Zagor.

    TRAMA

    Durante un raduno di trappers in cui partecipano anche Zagor e Cico, avviene un attacco indiano: si tratta dei Munsee di Volpe Bianca, che ritengono colpevoli i trappers della scomparsa di alcuni giovani Munsee negli ultimi giorni. Zagor chiede a Volpe Bianca una tregua per trovare il vero colpevole. Le sue indagini lo portano all'Isola Lunga, una zona isolata dove vive Lord Alex Nicholson, un appassionato della caccia, che, in cerca di emozioni sempre più forti, ha iniziato a dare la caccia all'uomo: per questo ha catturato i Munsee e li ha uccisi usandoli come prede. Ed ora tocca a Zagor...
    Nella conclusione della storia, Zagor e Cico fanno il primo breve incontro con l'ambiguo Guitar Jim, il ladro pistolero con la chitarra.

    COMMENTO

    Un classico storico. Assieme a L'avvoltoio e Guerra, fa parte del trittico di storie che ha consacrato Zagor come un prodotto speciale nel panorama fumettistico dell'epoca – ovvero, un fumetto che poteva essere letto sia dai bambini che dagli adulti, soddisfacendo i gusti di entrambi. Un raro caso di fumetto dal target "universale".

    PREGI

    Inizio col sottolineare la relativa BREVITÀ dell'episodio: "solo" 120 pagine, ma intensissime, a smentire il tormentone (infondato, secondo me) che "non sia possibile realizzare buone storie con un ristretto numero di pagine a disposizione".

    Come in quasi tutti i soggetti di Nolitta, la trama di base prende spunto da opere già realizzate (libri, film, o anche fumetti altrui). In questo caso l'ispirazione può essergli stata fornita dal celebre racconto "The most dangerous game" di Richard Connell, da cui è stato tratto il film "Pericolosa partita" (1932), e "La preda umana" (1956), che riprende il tema della preda umana come mero "trofeo di caccia".

    Al di là del fatto che lo spunto di base non sia originale, la sua rielaborazione in chiave zagoriana è riuscitissima. E' probabile che un Nolitta più maturo avrebbe sviluppato la sequenza della caccia in modo più articolato, ma anche così rimane una bellezza.

    La "cornice" della storia può apparire un po' pretestuosa (il rischio di una guerra tra i Munsee e i trappers di Darkwood, accusati della scomparsa di alcuni guerrieri della tribù), ma Nolitta la rende comunque gradevole grazie al suo stile narrativo, accattivante e ricco di colore. A proposito, questo è anche il primo episodio in cui vengono presentati quei trappers che poi diventeranno personaggi ricorrenti nella serie: Rochas, Doc Lester, Doney, Jim Baker...Nell'occasione, Cico trova il modo per farsi benvolere fin da subito da tutti quanti. ^_^

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    Affascinante la caratterizzazione di lord Alex Nicholson, che non appare solo come un assassino pazzoide, bensì come un lucido, educato, elegante aristocratico inglese in cerca di emozioni forti. Per quanto contorta, nella sua filosofia di cacciatore estremo c'è del metodo. Intenso il suo confronto con Zagor durante il pranzo: rimangono impressi i suoi modi raffinati - mentre parla disinvoltamente di uccidere le persone per il puro gusto della caccia - e la dura replica dello spirito con la scure: "Io vi ucciderò stanotte, parola di Zagor!"

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    Nolitta offre il meglio del suo stile nella sequenza della caccia, il cui svolgimento ha un pathos formidabile. Epicità allo stato puro. Ad ottenere questo effetto contribuiscono in buona misura anche le didascalie, usate sempre con grande maestria dal Sergione. :D

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    Nonostante la sua esperienza nel muoversi nella foresta, Zagor non riesce a nascondersi dagli abilissimi servi di Nicholson. E' quindi costretto ad improvvisare di volta in volta la propria difesa, costruendo armi rudimentali e ricorrendo a mosse di astuzia per liberarsi degli inseguitori. Alla fine riesce a disarmare Nicholson e, in perfetto stile-Zagor, gli fa assaggiare un pò della sua stessa medicina, invertendo i ruoli cacciatore/preda (una cosa che sarà ripetuta, anche se in modo diverso, in Tigre!)

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    Pure in punto di morte, l'aristocratico non rinnega la sua filosofia, complimentandosi con Zagor per avergli offerto "la miglior battuta di caccia della sua vita".

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    La parte conclusiva possiamo considerarla un semplice "riempitivo" dell'albetto a striscia, col ripristino della pace fra trappers e Munsee, e il divertente esordio di Guitar Jim in un segmento a sè stante.

    DIFETTI

    A mio avviso ci sono un paio di cadute di tono nel finale:

    - Piuttosto gratuita la fine di Nicholson tra gli artigli di due coguari comparsi dal nulla.
    Probabilmente, Nolitta non sapeva bene che esito dare all'inversione di ruoli cacciatore/preda tra Zagor e Nicholson, così ha optato per una "facile" soluzione che bypassasse il problema...ma l'idea dei coguari è una stonatura. Ci si chiede dove stavano prima, questi due pericolosissimi felini, che si inseriscono di punto in bianco nella narrazione. Infatti, queste belve avrebbero potuto benissimo aggredire le "prede umane" – o anche lo stesso Nicholson – pure nelle precedenti cacce all'uomo... :huh:

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    - I due sgherri di Nicholson, assediati da Zagor, si eliminano da soli provocando un incendio della capanna.
    Una soluzione un po' frettolosa e anche poco credibile nella sua dinamica. Diamine: intorno a loro la baracca va a fuoco...e questi due idioti continuano ad azzuffarsi come se niente fosse, finché il soffitto non crolla loro in testa? :huh:

    DISEGNI

    Ferri sempre più in crescita. Dopo L'avvoltoio, questo è l'episodio che maggiormente attesta la sua straordinaria abilità nel rappresentare le atmosfere notturne. Seppur a sprazzi, già si intravede la magia del suo inimitabile segno (magia che raggiungerà il suo culmine in Angoscia).

    Storia: 8
    Disegni: 9

    P.S.: DIDASCALIE

    Inutile sottolineare la magnificenza e l'efficacia delle didascalie. Trasformate quella vignetta di Zagor, che attende i cacciatori con l'arco in mano, in uno schema "moderno", "attuale", "al passo coi tempi". Risultato: o Zagor si fa una telecronaca mentale che striderà come unghie sulla lavagna, o saranno delle vignette mute che perderanno così il 90% del pathos. Tipo:

    OKZ



    QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:17
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    Questa storia é disponibile in versione Super gulp su YT, ma devo avvertirvi che si tratta di un lavoro piuttosto grezzo.
    Cico che fa conoscenza (a modo suo) dei trappers é sul podio dei migliori siparietti comici di sempre.
    Graffiante ed ironica la tua critica finale alla narrazione moderna: un lavoro degno dei Simpson Golden Age.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 28/3/2020, 15:56) 
    Questa storia é disponibile in versione Super gulp su YT, ma devo avvertirvi che si tratta di un lavoro piuttosto grezzo.
    Cico che fa conoscenza (a modo suo) dei trappers é sul podio dei migliori siparietti comici di sempre.
    Graffiante ed ironica la tua critica finale alla narrazione moderna: un lavoro degno dei Simpson Golden Age.

    Il merito è tutto di Ivan, non è farina del mio sacco...lui è eccezionale nel rimarcare i difetti e i pregi narrativi, se la cava meglio di me! ^_^

    Ho guardato su Youtube la versione Supergulp, effettivamente si poteva fare di meglio... :(
     
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    In effetti questo episodio si discosta, almeno parzialmente, dalle “storielle” dei primi numeri della collana, storielle dimenticabili sia come trama che come disegni. Dico parzialmente, perchè se il duo Nolitta/Ferri si fosse accontentato di questo risultato, certo non sarebbe poi riuscito a creare quel fumetto che ha affascinato così tante persone. Però qui c’è già un’evoluzione rispetto ai primi albi: c’è più cura dei dettagli, si dà importanza alla presenza ed alla descrizione degli ambienti: quando gli uomini si muovono ed agiscono, lo fanno prestando attenzione alle paludi, alle liane, agli alberi. I personaggi secondari cominciano ad essere meno abbozzati. Succede ad esempio, che uno dei servi neri di Lord Nicholson chieda al padrone di rimanergli “vicino”, perchè possiede soltanto una lancia, avendo il cacciatore bianco voluto così. Questo frase, oltre alla paura, sembra nascondere un celato rimprovero, rivelando un rapporto tra i due molto più intimo e familiare di quello che sembrerebbe esserci nell’archetipo servo/padrone. Sembra quasi sotto intendere una devozione/fiducia reciproca, che travalica di parecchio la figura stereotipata del “sì buana -no buana”.
    I difetti stanno a mio parere invece nella credibilità e nell’ errato svolgimento di alcune parti della trama, quelle che ha sottolineato Ivan.
    La morte di Nicholson fa storcere il naso al lettore, sia per i giaguari spuntati dal nulla, sia perchè Zagor li abbatte entrambi quasi a mani nude, come se fosse Tarzan, senza subire un graffio. La scena con cui gli altri due tirapiedi si eliminano praticamente da soli, è vero è un pò assurda, ma soprattutto non aggiunge alcun pathos alla vicenda, vuoi per lo svolgimento, dato che Zagor rimane quasi passivo, vuoi perchè a noi sinceramente fregava poco della loro sorte, essendo due figure anonime. Se fossero state caratterizzate meglio avremmo partecipato alla loro sorte con più coinvolgimento. Queste ingenuità spariranno pian piano nelle storie successive di Zagor, con la piena maturazione di Nolitta come scrittore.
    Tutto ciò conferma che bisogna dare tempo alle idee di maturare, imparando dagli errori.
    Cosa sarebbe successo se Sergio Bonelli si fosse stancato di Zagor, dopo aver sceneggiato i primi 30 albi?
    Probabilmente avrebbe iniziato un altro personaggio ed un altro ancora, avremmo avuto tanti eroi scialbi ed incompiuti, anzichè leggerci queste meravigliose storie. Che la caccia continui allora!
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 20/2/2022, 19:01) 
    Cosa sarebbe successo se Sergio Bonelli si fosse stancato di Zagor, dopo aver sceneggiato i primi 30 albi?
    Probabilmente avrebbe iniziato un altro personaggio ed un altro ancora, avremmo avuto tanti eroi scialbi ed incompiuti, anzichè leggerci queste meravigliose storie. Che la caccia continui allora!

    Davvero una buona analisi, complimenti! Per quanto riguarda la possibilità che Sergio Bonelli si stancasse di Zagor a quel tempo, lo trovo assai improbabile: si vede bene che aveva molta voglia di raccontare, aveva il "fuoco sacro" ed è entrato in quello "stato di grazia" in cui si fanno dei capolavori, tipo i primi Disney o le storie di Lee e Kirby. Sono dei doni che Dio dà all'umanità. E non si possono riavere: Paganini non replica. Ma ne arriveranno altri. ^_^
     
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    Davvero una buona analisi, complimenti! Per quanto riguarda la possibilità che Sergio Bonelli si stancasse di Zagor a quel tempo, lo trovo assai improbabile: si vede bene che aveva molta voglia di raccontare, aveva il "fuoco sacro" ed è entrato in quello "stato di grazia" in cui si fanno dei capolavori, tipo i primi Disney o le storie di Lee e Kirby. Sono dei doni che Dio dà all'umanità. E non si possono riavere: Paganini non replica. Ma ne arriveranno altri. ^_^
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    Hai perfettamente ragione Joe! Ma io non volevo dire che Nolitta che era stanco di scrivere Zagor, forse mi sono espresso male! Volevo solo sottolineare come i grandi artisti uniscono al talento la tenacia e riescono a raggiungere il risultato sperato, anche dopo una fase iniziale titubante ed incerta. Danno il tempo alle idee di maturare, perchè i sogni più belli necessitano di tempo per essere realizzati!
    Grazie per il tuo commento, mi piacerebbe sapere quali sono le tue storie Disney e di Stan Lee preferite.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 21/2/2022, 19:47) 
    Grazie per il tuo commento, mi piacerebbe sapere quali sono le tue storie Disney e di Stan Lee preferite.

    Difficile dire quali siano le mie storie Disney preferite, visto che lui ha fatto cartoni animati, il mondo dei paperi e quello dei topi...In linea di massima, posso dire (guarda che è in linea di massima, non è definitiva quindi):
    Cartoni animati Disney preferiti: Bianca e Bernie e Robin Hood.
    Topolino: Topolino sosia di Re Sorcio, La banda dei Piombatori, L'unghia di Kalì.
    Paperino: Zio Paperone e la Stella del Polo, Il ventino fatale.
    Walt Disney era stato un genio, che, oltre a realizzare delle storie, ha saputo scoprire altri geni e svilupparli in modo fruttuoso: come Gottfredson e Barks, oltre ai disegnatori e autori dei cartoni animati. Disney (soprattutto lui) e gli altri sono stati degli autori che hanno rivoluzionato la narrativa, sia scritta che animata.

    Riguardo a Stan Lee, mi sono piaciute anche molte storie Marvel non di Stan. Ma, limitandomi solo a quello che ha fatto lui, direi:
    La saga di Galactus e di Destino che assume i poteri di Silver Surfer;
    L'arco narrativo di Thor contro Infinito, Hela e Loki, realizzato con John Buscema;
    Capitan America contro gli Esuli del Teschio Rosso e il Dormiente;
    Devil contro Sub-Mariner con i disegni di Wally Wood;
    e tanti altri: difficile fare una scelta.
    Comunque, Stan Lee, come Disney, è stato soprattutto uno scopritore di idee, oltre ad essere un narratore: i personaggi che lui ha creato sono stati talmente validi che sono usati ancora adesso, per quanto siano ora praticamente irriconoscibili dal punto di vista psicologico e narrativo. Certo, per la realizzazione di questi personaggi hanno collaborato, e molto, anche i disegnatori: ma, senza Stan, nessuno di loro avrebbe creato un solo personaggio memorabile. Questa è una cosa che dovrebbe sempre essere ricordata. Il cuore della storia è il narratore, poi viene il disegnatore.
     
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    Spero di fare cosa gradita:


    La parte che interessa tutti comincia a 02:10.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 10/9/2022, 07:49) 
    Spero di fare cosa gradita: www.youtube.com/watch?v=5H29fQQHb9o

    La parte che interessa tutti comincia a 02:10.

    Bellissimo! ^_^
     
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