Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "TIGRE!" (Ivan)

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    By joe 7 il 28 Aug. 2017
     
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    ZAGOR 136-138: TIGRE! (analisi di Ivan)

    Testi: Guido Nolitta
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 187-189 (usciti nel 1976-77). I numeri reali di Zagor sono: 136, 137, 138. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 136, 137, 138.

    TRAMA

    Un animale feroce si aggira per i boschi facendo stragi: Zagor si mette sulle sue tracce e raggiunge il maniero di Mister Harry Kellog, che nasconde nei sotterranei la belva. Si tratta di un mostruoso uomo-tigre, chiuso in gabbia. Zagor e Cico, prigionieri di Kellog, ascoltano la sua incredibile storia: l'uomo-tigre è suo fratello Wilfred, trasformato così per opera di una maledizione indiana provocata dalla strega Dharma, al servizio di Kubal Singh, un Rajà al quale Wilfred, nonostante gli avvertimenti, gli aveva ucciso la sua preziosa tigre bianca. Alla fine il mostro riesce a scappare e viene inseguito come se fosse ormai non più un uomo, ma una bestia: Zagor viene sopraffatto dalla ferocia dell'uomo-tigre, ma il mostro viene alla fine ucciso dal fratello Harry, che, sopraffatto dalla disperazione, si suicida sparandosi in testa, lasciando attoniti Zagor e Cico.

    OSSERVAZIONI

    Con la storia “TIGRE” la golden age di Zagor si conclude in bellezza. Episodio indimenticabile che condensa in sé tutti i canoni nolittiani:
    - un avversario originale ed affascinante;
    - malvagi mai troppo malvagi (o comunque con una precisa ragione di essere tali);
    - un eroe molto umano, e quindi fallibile (sia nei suoi giudizi che nelle sue imprese);
    - messaggi filosofici più o meno velati...
    ...e soprattutto, grande maestria nell'equilibrare fra loro tutti i vari elementi presentati. (Qualità rara. Chapeau, Sergio.) Anche qui è possibile riscontrare la classica suddivisione nolittiana delle trame in TRE segmenti principali ben distinguibili:
    1) La caccia alla tigre;
    2) La cattura da parte di Harry Kellog e il lungo flashback indiano;
    3) L'inseguimento finale all'uomo-tigre.

    PREGI

    Anche se la trama è fondamentalmente semplice (qui Nolitta mette in campo pochi elementi portanti, e la zona d'azione è circoscritta a 3-4 locations), lo svolgimento è impeccabile e si mantiene interessante anche nelle scene prive di azione. La storia si segnala anche per il fatto di contenere uno dei rarissimi flashback di Nolitta (che notoriamente non stravedeva per questa tecnica narrativa). Affascinante la rappresentazione della cultura dell'India (qui non esposta didatticamente, ma incarnata attraverso il personaggio dell'orgoglioso rajah Kubal Singh). Harry Kellog è molto ben delineato; aristocratico inglese dai modi eleganti, nonché cacciatore, scienziato ed etnologo. Traspare bene il suo rimorso per i crimini che deve commettere per perseguire il suo scopo. Un classico antagonista “alla Nolitta”, mai del tutto negativo, bensì con molte sfumature di “grigio”. Anche la figura di Wilfred Kellog, rappresentato come un rampollo viziato e sprezzante delle tradizioni indiane, è funzionale al suo ruolo di contraltare del fratello. Come uomo-tigre è davvero terrificante, uno dei migliori monsters apparsi sulla collana. Di grande effetto la sua prima apparizione quando protende le braccia oltre le sbarre della gabbia.

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    Impressionante la sua dimostrazione di potenza quando compie la carneficina nel sotterraneo di casa Kellog, sotto lo sguardo impotente di Zagor e Cico. Idem per la scena della sua aggressione alle squaws “lavandaie” e la sua incursione notturna alla carovana di coloni. Con questi tre prologhi, Nolitta fa crescere sapientemente la tensione in previsione dello scontro diretto tra Zagor e il mostro. La battaglia finale è una bellezza. L'uomo-tigre si rivela un avversario di tale ferocia che Zagor, da solo, non sarebbe mai riuscito a batterlo. Magistrale il modo con cui Nolitta fa prendere lentamente il sopravvento al mostro fino all'ultima vignetta, dove Zagor trasmette un senso di resa come mai aveva fatto in precedenza.

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    DIFETTI

    Difficile trovarne di significativi. Una volta accettato il taglio sovrannaturale della vicenda, è d'obbligo sorvolare sui suoi aspetti irrealistici; l'importante è che resti coerente alla propria logica interna - e questa storia resta coerente. Volendo proprio obiettare qualcosa...La scazzottata finale con gli uomini della carovana, secondo me, è una stonatura. Aggiunge azione ad una storia già conclusa, togliendo importanza alla chiosa della morte dei fratelli Kellog (chiosa struggente e amara, che a quel punto aveva solo bisogno di essere contemplata, e non distratta da una inutile sequenza minore). In proposito: ad una lettura attenta, si può notare che ci sono molte altre vignette con dialoghi rallentati o situazioni compattabili, che non appartengono al tipico stile narrativo di Nolitta. Se ciò si somma alla nota precedente, si può ipotizzare che Sergio abbia volutamente dilatato i tempi narrativi della storia per aggiungere qualche pagina in più all'albo (albo che, probabilmente per esigenze editoriali, doveva per forza arrivare a 98 pagine con quella storia senza interromperla prima). Così a occhio, direi che in circostanze normali Nolitta avrebbe compattato questa storia di una quindicina di pagine (alcune lungaggini “innaturali” per il suo stile ci sono e si vedono, a volerci fare caso).

    DIFETTI SECONDO ME (JOE7)

    Sono d'accordo con l'osservazione di Ivan, ma vorrei aggiungere un altro difetto, che trovo ricorrente in diverse storie dello Zagor nolittiano: l'assenza di Zagor come protagonista, ridotto a spettatore di avvenimenti su cui non riesce a dare una vera e propria influenza (lo si è visto in storie come Libertà o morte, Spedizione Punitiva, Arrestate Billy Boy, Vudu). Dharma, Kubal Singh, i "malvagi" effettivi della storia, qui sono solo fantasmi intoccabili e irraggiungibili, rendendo non solo Zagor, ma anche i fratelli Kellog come dei burattini in balia degli eventi. La catarsi della storia avviene solo in una sconfitta, non in una risoluzione. Una sconfitta che, per quanto sia ben raccontata e dia un ottimo tono drammatico alla vicenda, è anche un fallimento del ruolo di Zagor come personaggio.

    DISEGNI

    Qui appare chiaro fin dall'inizio che Ferri aveva tempi stretti di realizzazione. Nella parte finale, inoltre, negli sfondi si può riconoscere anche il tipico stile di Bignotti; è segno che la consegna delle tavole stava proprio sforando i tempi massimi. Gran peccato, perché l'esecuzione grafica di una storia così bella non doveva essere affrettata per esigenze editoriali.

    Storia: 9,5
    Disegni:9 (si alternano tra il 10 e l'8)


    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:12
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    Ho riletto questa storia proprio pochi giorni fa, a distanza di almeno 20 anni dall'ultima volta, e come spesso accade per le storie della Golden Age Nolittiana il mio ricordo era ancora vivo e ben presente (Non nei dettagli, ma sicuramente nella trama e nelle sequenze principali), mentre faccio fatica a ricordare gli albi usciti e letti nel 2016. Ho trovato estremamente suggestiva la fuga finale di Wilfred Kellog, durante la quale ricorda la maledizione inflittagli da Kubal Singh tramite la strega Dharma, e in particolare la terribile promessa di trasformalo da cacciatore in preda. Quelle vignette con l'espressione terrorizzata e umana dell'Uomo Tigre secondo me sono un capolavoro assoluto del maestro Ferri.

    Per quanto riguarda lo Zagor che "non incide", qui come in altre storie nolittiane, che peraltro io giudico straordinarie, la tua obiezione è corretta (In questo caso non avrebbe proprio potuto del resto...), ma che dire se invece lo confrontiamo con lo Zagor di tante storie stra-celebrate di Boselli dove Zagor è un semplice comprimario, anche quando avrebbe potuto avere ben altro peso. Mi piacerebbe sentire un tuo parere.

    Mauro
     
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    Ho riletto questa storia proprio pochi giorni fa, a distanza di almeno 20 anni dall'ultima volta, e come spesso accade per le storie della Golden Age Nolittiana il mio ricordo era ancora vivo e ben presente (Non nei dettagli, ma sicuramente nella trama e nelle sequenze principali), mentre faccio fatica a ricordare gli albi usciti e letti nel 2016.

    Lo stesso capita a me: delle storie recenti di Zagor ho solo vaghi ricordi, al massimo ricordo l'argomento della trama, ma nessuna sequenza memorabile, solo un vago senso di noia.

    Ho trovato estremamente suggestiva la fuga finale di Wilfred Kellog, durante la quale ricorda la maledizione inflittagli da Kubal Singh tramite la strega Dharma, e in particolare la terribile promessa di trasformalo da cacciatore in preda. Quelle vignette con l'espressione terrorizzata e umana dell'Uomo Tigre secondo me sono un capolavoro assoluto del maestro Ferri.

    E' vero: quella scena credo sia l'apice della storia. Wilfred Kellog/uomo tigre è il vero protagonista della storia, gli altri sono solo di contorno. Se ci pensi bene, al posto di Zagor avrebbe potuto esserci qualunque trapper. E il fratello di Kellog è solo la voce narrante.

    Per quanto riguarda lo Zagor che "non incide", qui come in altre storie nolittiane, che peraltro io giudico straordinarie, la tua obiezione è corretta (In questo caso non avrebbe proprio potuto del resto...)

    Sia ben chiaro che anch'io le giudico straordinarie perchè stupendamente raccontate. Non ci si dimentica facilmente della morte di Manetola, della malvagità stupida di Billy Boy, della crudeltà insensata del colonnello Raskin. Zagor avrebbe potuto fare qualcosa? O no? Non so, ma il protagonista, di base, deve sempre risolvere la situazione, altrimenti il vero protagonista è l'avvenimento in sè: lo sterminio dei Seminoles e degli indiani di Wanattah, il processo farsa di Billy Boy, la maledizione indiana. E il personaggio - l'uomo - è annullato. Certo, una storia si può fare anche così: solo che, in questo caso, sono delle non-storie, cioè storie senza un personaggio risolutore e testimone inerte del "vero personaggio" che è la storia in sè. Avviene così soprattutto nei film e fumetti dell'orrore, in Dylan Dog, in storie di fantascienza: il personaggio è ininfluente e può essere sostituito con chiunque. Ma un personaggio seriale come Zagor, in un contesto avventuroso, non è adatto per queste non-storie.

    , ma che dire se invece lo confrontiamo con lo Zagor di tante storie stra-celebrate di Boselli dove Zagor è un semplice comprimario, anche quando avrebbe potuto avere ben altro peso. Mi piacerebbe sentire un tuo parere.

    Storie tipo Vampyr, immagino. Come ho detto prima, Zagor per sua natura deve essere il protagonista, ma vedo che gli sceneggiatori attuali non lo sanno utilizzare come tale, perchè lo usano senza convinzione. Spesso le situazioni si dipanano in questo modo:

    - Zagor prende a pugni tutti e risolve la situazione con estrema facilità. Qui non c'è pathos, non c'è tensione, è solo un compitino da realizzare, senza il minimo entusiasmo.

    - Zagor è uno tra mille comprimari che agisce insieme agli altri senza avere particolare influenza: si dà lo spazio a tutti, anche al trapper che passava lì del quale veniamo a sapere che in passato aveva lavorato in una fabbrica e aveva litigato col capomastro, senza che questo abbia una vera importanza per la storia. Zagor in questo contesto è semplicemente incolore, uno tra tanti.

    In storie come Tigre, Libertà o morte, invece, anche se Zagor non risolve la situazione, si partecipa molto alla sua sofferenza, indignazione, impotenza, rabbia. Si partecipa ai suoi tentativi di aiutare, sperando che vengano a buon fine...insomma, anche se Zagor non risolve la situazione, la tensione resta sempre altissima. Nelle storie recenti, invece, dove Zagor è solo uno tra i tanti, si assiste ad un documentario e c'è il rischio di addormentarsi: non c'è nè tensione nè pathos, solo un mucchio di chiacchiere infinite. Ci sono delle eccezioni, ma la tendenza mi sembra questa.
     
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  3. maurocorti
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    Mi riferivo anche A Vampyr, che è un mezzo disastro, ma anche e soprattutto ad altre storie Boselliane, celebrate come eccezionali, ed in effetti non sgradevoli da leggere, forse un filo contorte per la verità, dove Zagor potrebbe serenamente stare a dormire e la storia cambierebbe poco, tipo TEXAS RANGERS, SFIDA A LOS ANGELES, IL CLAN DELLE ISOLE, KRAKEN, Storie in cui i protagonisti sono sempre altri rispetto a quello che lo dovrebbe essere.
    Come ti ho già detto altre volte continuo a leggere Zagor per affetto e perchè ogni tanto qualcosa di buono lo trovo ancora, ma il paragone con la Golden Age non si deve mai fare, altrimenti si dovrebbe smettere da subito, come mi pare abbia fatto tu.
     
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    Mi riferivo anche a Vampyr, che è un mezzo disastro, ma anche e soprattutto ad altre storie Boselliane, celebrate come eccezionali, ed in effetti non sgradevoli da leggere, forse un filo contorte per la verità, dove Zagor potrebbe serenamente stare a dormire e la storia cambierebbe poco, tipo TEXAS RANGERS, SFIDA A LOS ANGELES, IL CLAN DELLE ISOLE, KRAKEN, Storie in cui i protagonisti sono sempre altri rispetto a quello che lo dovrebbe essere.

    In Sfida a Los Angeles Zagor riesce ad avere un ruolo più attivo, almeno nel finale contro Nat Murdo. Comunque, è vero che i comprimari, in queste storie, mettono Zagor in penombra. Il punto è che Zagor è un personaggio che non è facile da gestire, quindi gli sceneggiatori spesso fanno delle storie "fake", cioè storie in cui il protagonista ufficiale è Zagor, ma quelli veri e che risaltano di più sono sempre gli altri, spesso personaggi realizzati dagli sceneggiatori e attorno ai quali gira la storia effettiva. E' vero che Nolitta inseriva sempre dei personaggi nuovi e che rimanevano impressi, ma non toglieva mai Zagor dalle luci della ribalta: il vero personaggio doveva essere lui solo, e nessun altro. Zagor non può fare il presentatore di personaggi.

    Come ti ho già detto altre volte continuo a leggere Zagor per affetto e perchè ogni tanto qualcosa di buono lo trovo ancora, ma il paragone con la Golden Age non si deve mai fare, altrimenti si dovrebbe smettere da subito, come mi pare abbia fatto tu.

    Ci ho provato, ma non posso evitare il paragone con lo Zagor della golden age: sarebbe una mutilazione per me, visto che conosco solo quello. Per questo, alla fine non ce l'ho fatta più e ho mollato. Ora non ho nessun interesse ad analizzare le storie nuove di Zagor. Qualche volta mi capita di prendere un numero, come l'ultimo speciale Zagor con gli ultimi disegni di Ferri, ma non faccio altro che avere delle delusioni in continuazione e un allontanamento ulteriore dalla serie.
     
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    Si era in un periodo in cui Nolitta cominciava a sperimentare un altro tipo di narrazione. Già in "Kandrax il mago" avevamo visto un insolito numero di coprotagonisti mentre quì come detto si fa un uso ampio del flashback e da Darkwood veniamo trasportati nella misteriosa ed affascinante India. L' autore vi aveva fatto un' incursione con "La dea nera", ma quì lo svolgimento raggiunge picchi davvero elevati: la cupezza della vicenda, il confronto di pensiero tra il raja ed il più giovane dei Kellog, le scene del rito e della trasformazione... una storia avvincente dallo stampo ecologista senza essere pedante (altro che "Goblin" di Dylan Dog! XD). L' avventura emana un fascino esotico tutto suo coadiuvata da delle grandi copertine! La lessi 20 anni fa nel volume Mondadori assieme a "Zagor contro il vampiro" che, a pensarci a posteriori, conteneva la prima e l' ultima storia della golden age! XD
    Parlando di Kubal Sing e Dharma, ne "Il passato di Ramath" la loro personalità verrà rispettivamente in parte ed in toto stravolta! Si è parlato più volte, secondo me a torto, di stravolgimenti per Supermike ed Hellingen con Castelli e Boselli, ma nessuno ha mai posto più di tanto l' accento su questi due personaggi. Forse perché non affrontavano Zagor? Perché non erano all' epoca dei cattivi? Boh! Come abbia fatto il Sergione a dare l' avallo rimarrà un mistero.
    A proposito del creatore della serie, egli avrebbe continuato a variare ancora un pochino come ne "Il sigillo dell' imperatore", storia che vedeva stavolta i nostri assieme a Fishleg e la sua ciurma impegnati non più in un viaggio avventuroso, ma in un giallo thriller. L' uso del flahback tornerà anche in "Il tiranno del lago" e "Il vendicatore alato" (un pò un epigono di questa storia con le dovute differenze).

    "è anche un fallimento del ruolo di Zagor come personaggio."

    Non sono d' accordo. Grazie a lui il bambino indiano viene salvato oltre al fatto che scopre tutta la faccenda. Sullo Zagor più "spettatore" posso essere d' accordo. La storia però si discosta dalle altre citate perché li vi è uno Zagor protagonista in toto anche se non ne esce come eroe assoluto. Ed era pure il bello dell' autore. XD

    CITAZIONE (maurocorti @ 28/8/2017, 19:49) 
    Mi riferivo anche A Vampyr, che è un mezzo disastro, ma anche e soprattutto ad altre storie Boselliane, celebrate come eccezionali, ed in effetti non sgradevoli da leggere, forse un filo contorte per la verità, dove Zagor potrebbe serenamente stare a dormire e la storia cambierebbe poco, tipo TEXAS RANGERS, SFIDA A LOS ANGELES, IL CLAN DELLE ISOLE, KRAKEN, Storie in cui i protagonisti sono sempre altri rispetto a quello che lo dovrebbe essere.

    Non sono d' accordo. Boselli a volte è "criticato", a torto o a ragione a seconda dei casi, anche su Tex, perché inserisce dei personaggi all' altezza del protagonista che rischiano magari di rubargli spazio (senza alla fine effettivamente riuscirci di solito), ma non ha mai fatto di Zagor un comprimario. Come fa in "Kraken" la storia a cambiare poco che se non fosse per lui Cain ucciderebbe i due ragazzi e rimarrebbe un monotematico ed "esaltato" cacciatore di streghe (oltre ad essere sempre in prima linea e determinante nei combattimenti)? In "Texas ranger" è praticamente protagonista assieme a Cico di tutto quasi il primo albo e mezzo e salva il ranger. Non ho capito il citare "Sfida a Los Angeles" che è uno Zagor vs Nat Murdo! ! "Vampyr" e ICDI sono storie più corali, ma se il nostro lì è comprimario... Frida nella miniera chi la salva? Chi insegue Murdo per le campagne scozzesi ed insieme accorre ad aiutare gli altri?

    CITAZIONE (maurocorti68@gmail.com1 @ 28/8/2017, 15:26) 
    Ho trovato estremamente suggestiva la fuga finale di Wilfred Kellog, durante la quale ricorda la maledizione inflittagli da Kubal Singh tramite la strega Dharma, e in particolare la terribile promessa di trasformalo da cacciatore in preda. Quelle vignette con l'espressione terrorizzata e umana dell'Uomo Tigre secondo me sono un capolavoro assoluto del maestro Ferri.

    Già! ^^ Davvero suggestiva ed affascinante!

    CITAZIONE (joe 7 @ 28/8/2017, 20:58) 
    [color=black]Ci ho provato, ma non posso evitare il paragone con lo Zagor della golden age: sarebbe una mutilazione per me, visto che conosco solo quello. Per questo, alla fine non ce l'ho fatta più e ho mollato. Ora non ho nessun interesse ad analizzare le storie nuove di Zagor.

    Purtroppo è successo anche a me. Come hai scritto in un' altra discussione c' è differenza tra limitarsi a scrivere un storia e voler raccontare una storia. Oltre al fatto che Zagor come è stato fatto notare non ha quasi più quegli aspetti che lo rendevano "particolare" come gli scatti d' ira, la spacconeria ironica qua e la, i momenti d' indignazione, il suo stupore al soprannaturale... ad un certo punto si è scelto di farne, chissà perché, un eroe più ragionato. Boh!

    CITAZIONE (joe 7 @ 28/8/2017, 19:00) 
    ma vedo che gli sceneggiatori attuali non lo sanno utilizzare come tale, perchè lo usano senza convinzione. Spesso le situazioni si dipanano in questo modo:

    - Zagor prende a pugni tutti e risolve la situazione con estrema facilità. Qui non c'è pathos, non c'è tensione, è solo un compitino da realizzare, senza il minimo entusiasmo.

    Già! Boh! Eppure in passato altri autori avevano ottenuto risultati più profondi. Mah!

    CITAZIONE (joe 7 @ 28/8/2017, 19:00) 
    si dà lo spazio a tutti, anche al trapper che passava lì del quale veniamo a sapere che in passato aveva lavorato in una fabbrica e aveva litigato col capomastro, senza che questo abbia una vera importanza per la storia.

    Già! XD Sic! Aggiungerei anche il fatto che, sarà un' impressione mia, ma i dialoghi in generale sono davvero più concisi ed il ritmo dell' avventura più veloce oltre al fatto che non si usano quasi più le didascalie. Ormai gli albi poi costano 3.50. Un pò spropositato visto il tempo di lettura rapido. XD Quest' ultima era un pò una battuta, però preferisco le storie in cui il ritmo si dipana tra un' alternanza di scene dinamiche e di momenti di "pausa" per approfondire i personaggi.

    Edited by Francesco Romani - 24/12/2017, 00:26
     
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    Si era in un periodo in cui Nolitta cominciava a sperimentare un altro tipo di narrazione. Già in "Kandrax il mago" avevamo visto un insolito numero di coprotagonisti mentre quì come detto si fa un uso ampio del flashback e da Darkwood veniamo trasportati nella misteriosa ed affascinante India. L' autore vi aveva fatto un' incursione con "La dea nera", ma quì lo svolgimento raggiunge picchi davvero elevati: la cupezza della vicenda, il confronto di pensiero tra il raja ed il più giovane dei Kellog, le scene del rito e della trasformazione... una storia avvincente dallo stampo ecologista senza essere pedante (altro che "Goblin" di Dylan Dog! XD). L' avventura emana un fascino esotico tutto suo coadiuvata da delle grandi copertine! La lessi 20 anni fa nel volume Mondadori assieme a "Zagor contro il vampiro" che, a pensarci a posteriori, conteneva la prima e l' ultima storia della golden age! XD
    Parlando di Kubal Sing e Dharma, ne "Il passato di Ramath" la loro personalità verrà rispettivamente in parte ed in toto stravolta! Si è parlato più volte, secondo me a torto, di stravolgimenti per Supermike ed Hellingen con Castelli e Boselli, ma nessuno ha mai posto più di tanto l' accento su questi due personaggi. Forse perché non affrontavano Zagor? Perché non erano all' epoca dei cattivi? Boh! Come abbia fatto il Sergione a dare l' avallo rimarrà un mistero.


    Nel "Passato di Ramath", Kubal Singh e Dharma sono due "cattivi" senza un particolare approfondimento: rappresentano i misteri terribili e oscuri dell'Oriente, ma non sono personaggi veri, con una loro psicologia delineata. Dharma è una strega e basta; Kubal Singh è solo l'orgoglioso rappresentante della nobiltà indù. Portare due personaggi così radicati nel loro mondo in America a Darkwood mi aveva dato la stessa impressione delle bestie esotiche portate in uno zoo di Londra. Sono completamente fuori contesto. Si potrebbe fare il paragone col russo Conte Boris di Novograd: ma noi non sappiamo nulla del passato del Conte, quindi non possiamo immaginarlo come era in Russia. Invece, per Kubal Singh e Dharma, di cui conosciamo il passato, vederli in un contesto diverso li snatura già in partenza. Avrei visto meglio uno Zagor in viaggio in India contro di loro: sarebbe stato molto più reale e drammatico. Ma, aggiungo, molto difficile da scrivere...Inoltre, vorrei aggiungere una nota di demerito, e molto grave, su questa particolare storia di Burattini e Priarone: non mi è piaciuta per nulla la loro rappresentazione del personaggio nobile inglese grasso e sadico che maltratta la schiava indù ed è uguale in tutto e per tutto, fisicamente, allo scrittore inglese cattolico Gilbert Keith Chesterton, uno dei miei autori preferitì e che ha scritto molto sulla fede cristiana. Un vero e proprio sfregio fatto ad un personaggio di ben altra levatura dal laido e crudele pancione inglese rappresentato nel fumetto.

    "è anche un fallimento del ruolo di Zagor come personaggio." Non sono d' accordo. Grazie a lui il bambino indiano viene salvato oltre al fatto che scopre tutta la faccenda. Sullo Zagor più "spettatore" posso essere d' accordo. La storia però si discosta dalle altre citate perché li vi è uno Zagor protagonista in toto anche se non ne esce come eroe assoluto. Ed era pure il bello dell' autore. XD

    Ma è veramente troppo poco il salvataggio del bambino indiano e la scoperta della faccenda. Sono dettagli rispetto alla storia principale: il protagonista le storie le deve risolvere, e in modo totale, non parziale. Il lettore vuole un eroe che vinca, magari soffrendo, ma che vinca davvero contro tutto quello che affronta. Non ha bisogno di personaggi che non vincono, o sono inerti: nella vita vera di botte e delusioni ne riceve fin troppo, per aver voglia di rivederle anche in un fumetto. Per questo i perdenti non vendono mai: Mister No, Ken Parker, Brendon e simili saranno molto esaltati dalla critica e dagli appassionati, ma non saranno mai graditi dalla gente, che vuole che il malvagio sia semplicemente preso a pugni in faccia. Anche questo è il segreto di fumetti di successo come Tex o i manga, in cui i protagonisti di rado perdono. Rispondono alle esigenze della gente.

    CITAZIONE (maurocorti @ 28/8/2017, 19:49) 
    Mi riferivo anche A Vampyr, che è un mezzo disastro, ma anche e soprattutto ad altre storie Boselliane, celebrate come eccezionali, ed in effetti non sgradevoli da leggere, forse un filo contorte per la verità, dove Zagor potrebbe serenamente stare a dormire e la storia cambierebbe poco, tipo TEXAS RANGERS, SFIDA A LOS ANGELES, IL CLAN DELLE ISOLE, KRAKEN, Storie in cui i protagonisti sono sempre altri rispetto a quello che lo dovrebbe essere.

    Non sono d' accordo. Boselli a volte è "criticato", a torto o a ragione a seconda dei casi, anche su Tex, perché inserisce dei personaggi all' altezza del protagonista che rischiano magari di rubargli spazio (senza alla fine effettivamente riuscirci di solito), ma non ha mai fatto di Zagor un comprimario. Come fa in "Kraken" la storia a cambiare poco che se non fosse per lui Cain ucciderebbe i due ragazzi e rimarrebbe un monotematico ed "esaltato" cacciatore di streghe (oltre ad essere sempre in prima linea e determinante nei combattimenti)? In "Texas ranger" è praticamente protagonista assieme a Cico di tutto quasi il primo albo e mezzo e salva il ranger. Non ho capito il citare "Sfida a Los Angeles" che è uno Zagor vs Nat Murdo! ! "Vampyr" e ICDI sono storie più corali, ma se il nostro lì è comprimario... Frida nella miniera chi la salva? Chi insegue Murdo per le campagne scozzesi ed insieme accorre ad aiutare gli altri?


    Queste erano le opinioni di Mauro Corti, non le mie. Inoltre, non ho letto "Texas Rangers" e "Kraken" lo ricordo vagamente: in "Sfida a Los Angeles" Zagor è colui che risolve la situazione, su questo non ci piove. Infatti è una storia che mi è piaciuta. Inoltre, non basta salvare una persona o partecipare a una missione per essere il protagonista: per capirci, se in "Pattuglia Eroica" Zagor risolve la situazione pur stando con gli altri, nell'ultima storia dei vampiri di Rauch non risolve nulla, lasciando addirittura scappare il malvagio, cosa di per sè gravissima. Il protagonista, invece, deve sempre salvare la situazione: è questo che vuole il lettore: e deve salvarla attraverso fatiche, drammi, sofferenze eccetera, ma la deve risolvere, e deve farlo solo lui. E' una regola di base per una buona storia.

    CITAZIONE (joe 7 @ 28/8/2017, 20:58) 
    [color=black]Ci ho provato, ma non posso evitare il paragone con lo Zagor della golden age: sarebbe una mutilazione per me, visto che conosco solo quello. Per questo, alla fine non ce l'ho fatta più e ho mollato. Ora non ho nessun interesse ad analizzare le storie nuove di Zagor.

    Purtroppo è successo anche a me. Come hai scritto in un' altra discussione c' è differenza tra limitarsi a scrivere un storia e voler raccontare una storia. Oltre al fatto che Zagor come è stato fatto notare non ha quasi più quegli aspetti che lo rendevano "particolare" come gli scatti d' ira, la spacconeria ironica qua e la, i momenti d' indignazione, il suo stupore al soprannaturale... ad un certo punto si è scelto di farne, chissà perché, un eroe più ragionato. Boh!


    Più che ragionato, noioso. Sembra di leggere le avventure del ragionier Zagor, di professione Spirito Con la Scure. E' un personaggio che gli sceneggiatori di oggi non capiscono, e svolgono le storie come compitini per un personaggio sconosciuto: dicono di amarlo, ma non credo, perchè con queste storie dimostrano di non aver capito niente di lui. Inoltre si vede che non c'è feeling nè partecipazione: se Zagor è un personaggio bolso, gli altri (soprattutto Cico) sono peggio, a meno che non siano personaggi nuovi presentati dal nuovo sceneggiatore, che così in pratica fa una storia con un suo personaggio, travestendolo da storia di Zagor.

    CITAZIONE (joe 7 @ 28/8/2017, 19:00) 
    ma vedo che gli sceneggiatori attuali non lo sanno utilizzare come tale, perchè lo usano senza convinzione. Spesso le situazioni si dipanano in questo modo:
    - Zagor prende a pugni tutti e risolve la situazione con estrema facilità. Qui non c'è pathos, non c'è tensione, è solo un compitino da realizzare, senza il minimo entusiasmo.

    Già! Boh! Eppure in passato altri autori avevano ottenuto risultati più profondi. Mah!


    Infatti, quando parlavo del personaggio che vince, non intendevo per nulla dire: "e arriva lui e con quattro cazzotti e tre vignette sistema tutto e poi va a bere un caffè". Storie così le possono fare anche lo spazzino o l'idraulico. Manca totalmente il pathos, il dramma, la partecipazione.

    CITAZIONE (joe 7 @ 28/8/2017, 19:00) 
    si dà lo spazio a tutti, anche al trapper che passava lì del quale veniamo a sapere che in passato aveva lavorato in una fabbrica e aveva litigato col capomastro, senza che questo abbia una vera importanza per la storia.

    Già! XD Sic! Aggiungerei anche il fatto che, sarà un' impressione mia, ma i dialoghi in generale sono davvero più concisi ed il ritmo dell' avventura più veloce oltre al fatto che non si usano quasi più le didascalie. Ormai gli albi poi costano 3.50. Un pò spropositato visto il tempo di lettura rapido. XD Quest' ultima era un pò una battuta, però preferisco le storie in cui il ritmo si dipana tra un' alternanza di scene dinamiche e di momenti di "pausa" per approfondire i personaggi.


    Infatti il fumetto costa molto perchè è diventato un interesse per pochi, visto che le nuove generazioni preferiscono il digitale (anche se questa è una spiegazione che non mi ha mai convinto del tutto: e allora in Giappone, dove c'è la tecnologia digitale all'ultimo grido e i manga si vendono a tonnellate?). Riguardo al tempo di lettura rapido, in America siamo messi peggio: le storie di supereroi sono in pratica dei videogiochi pieni di vignettone con mille personaggi e frasi intelligenti tipo "Oh!" "Ah!" "Maledetto, prendi questo!". E costano un frappo, tra l'altro. E poi si chiedono perchè non vendono. Come tu hai giustamente detto, una storia va raccontata con le sua pause e i suoi momenti, non può andare a spron battuto manco fosse una giostra del Luna Park.
     
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    Sto leggendo la storia adesso e mi sta piacendo molto.
    Adoro quando Cico fa cadere Kellog con un pretesto, dimostrandosi "il Cico risorsa" anziché "il Cico palla al piede" che é oggi.
    Anche la scazzottata di Zagor coi due domestici fa la sua bella figura, sebbene si tratti di semplici tirapiedi.
    Sinceramente, trovo giusta l'indignazione del marajà verso il giovane Kellog, che appare proprio come un viziato ed odioso rampollo.
    Piccola curiosità: la figlia di Dharma, villain apparsa un paio d'anni fa, é imparentata con la strega di questo episodio?
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 27/6/2020, 15:35) 
    Sto leggendo la storia adesso e mi sta piacendo molto.
    Adoro quando Cico fa cadere Kellog con un pretesto, dimostrandosi "il Cico risorsa" anziché "il Cico palla al piede" che é oggi.
    Anche la scazzottata di Zagor coi due domestici fa la sua bella figura, sebbene si tratti di semplici tirapiedi.
    Sinceramente, trovo giusta l'indignazione del marajà verso il giovane Kellog, che appare proprio come un viziato ed odioso rampollo.
    Piccola curiosità: la figlia di Dharma, villain apparsa un paio d'anni fa, é imparentata con la strega di questo episodio?

    E' una storia molto bella anche se anomala, visto il suo particolare sviluppo.

    E, sì, la figlia di Dharma è proprio la figlia della stregaccia. Le sue frasi tipiche sono: "Ora la pagherai, Zagor!" "Ah ah ah siete caduti nella mia trappola!" "Non riuscirete mai a battermi!" "Mi vendicherò!" "Maledizione, la pagherai, Zagor!" eccetera. E' uno splendido personaggio da playstation, dice tutte le frasi tipiche del cattivo premendo il bottone apposito.

    Z1


    Anche la figlia di Skull è uguale. I cattivi oggi li fanno tutti con lo stampino. Si vede bene che non si sforzano molto di farli, trattando i lettori da decerebrati ai quali si pensa che basti mettere un cattivo che fa "ah ah" per farli contenti.

    Z2


    E poi si meravigliano se Zagor non vende. E dicono che è "normale, nell'ordine delle cose che a lungo andare si venda meno, i tempi cambiano, internet, telefonini eccetera". Non possono ammettere che fanno delle storie talmente patetiche che neanche Ridolini.
     
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    Già: le storie di Zagor moderne sono noiose e fatte proprio un tanto al chilo.
    Ma tanto per sapere...perché la figlia di Dharma ha combattuto Zagor se (come giustamente é detto nella recensione) la madre manco lo ha incontrato?
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 27/6/2020, 19:00) 
    Già: le storie di Zagor moderne sono noiose e fatte proprio un tanto al chilo.
    Ma tanto per sapere...perché la figlia di Dharma ha combattuto Zagor se (come giustamente é detto nella recensione) la madre manco lo ha incontrato?

    Infatti in "Tigre" Dharma non ha mai incontrato Zagor. Ma, successivamente, in una storia di Burattini, Dharma e Kubal Singh affrontano Zagor a causa di Ramath, il fachiro della Golden Baby, che è rimasto coinvolto nei loro traffici. Nella storia, ovviamente partecipano anche Fishleg con gli altri membri della nave. A dirla così sembra una bella storia, ma ti assicuro che non è un granchè (almeno per me, oh, a un altro può essere piaciuta moltissimo, i gusti sono gusti). Si tratta dei numeri 444-446 di Zagor qui sotto.

    Z0

     
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    Sinceramente non concordo con Ivan sulla scazzottata con gli uomini della carovana.
    Personalmente, ritengo che essa rifletta lo stato d'animo di uno Zagor "sconfitto", che non ha potuto fare nulla per impedire la tragedia dei fratelli Kellog e lo renda più umano.
    Pensiamoci bene: quanti di noi, dopo aver appreso o assistito ad un fatto grave sono altamente irritabili e finiscono col prendersela anche con chi non c'entra?

    Perfetto contro altare a questa scena é l'incontro con il giovane indiano, a cui segue una gustosa gag di Cico.

    Infine...lo avranno chiesto in molti, ma com'é possibile che le vecchie megere abbiano delle figlie che sembrano modelle (alludo a Dharma, ovviamente)?
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 5/7/2020, 14:24) 
    Sinceramente non concordo con Ivan sulla scazzottata con gli uomini della carovana.
    Personalmente, ritengo che essa rifletta lo stato d'animo di uno Zagor "sconfitto", che non ha potuto fare nulla per impedire la tragedia dei fratelli Kellog e lo renda più umano.
    Pensiamoci bene: quanti di noi, dopo aver appreso o assistito ad un fatto grave sono altamente irritabili e finiscono col prendersela anche con chi non c'entra?

    Perfetto contro altare a questa scena é l'incontro con il giovane indiano, a cui segue una gustosa gag di Cico.

    Infine...lo avranno chiesto in molti, ma com'é possibile che le vecchie megere abbiano delle figlie che sembrano modelle (alludo a Dharma, ovviamente)?

    Per la legge del fumetto, le avversarie devono essere tutte belle. Se no si perde il fascino della storia. ^_^

    Riguardo alla scazzottata con gli uomini della carovana: è vero, dal punto di vista psicologico hai ragione. Ma dal punto di vista narrativo credo che abbia ragione Ivan. La scazzottata era una scena completamente inutile, che diminuiva l'importanza del dramma. Quando avviene una tragedia, o un momento culminante, non ha senso poi inserire delle altre scene che rovinerebbero il momento clou della vicenda. E' una legge narrativa non scritta, se vogliamo chiamarla così.

    Per fare un esempio: se, alla fine di Via col Vento, dopo che Rhett Butler se n'è andato e Rossella ha detto "Domani è un altro giorno", subito dopo lei fosse andata a fare quattro chiacchiere con un'amica, si sarebbe rovinato completamente il finale, diminuendone l'importanza.

    Quando si racconta una storia, e si è finito di raccontarla, ci deve essere la parola "fine": qualunque altra cosa aggiunta sarebbe solo un allungamento del brodo. Nolitta ha dovuto inserire la scazzottata per completare l'albo, secondo me: se no non si spiegherebbe il fatto che un narratore consumato come lui abbia voluto aggiungere un inutile post-it al dramma di "Tigre". Adatto dal punto di vista psicologico, magari, ma inadatto dal punto di vista narrativo.
     
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    Ciao!

    Ho scoperto da pochissimo (e per puro caso) questo bel blog e intervengo solo per dire che sono un ammiratore di Chesterton anch'io, nel mio soggetto (poi rimaneggiato da Burattini) il personaggio non c'era.

    Il nome di Hellingen, Garth, era stato un mio suggerimento a Moreno, così come il fatto che fosse stato membro di Altrove. Nel mio spunto, però, cacciato per l'invidia dei colleghi, non per un razzismo mai stato, per me, nelle corde del personaggio, per me Hellingen si considera (non del tutto a torto per certi versi) superiore a tutti, che siano bianchi, neri o indiani.

    A me Incubi di Sclavi era piaciuto, una storia di Zagor decostruzionistica (anche se adesso forse ridimensionerei il giudizio un po' troppo lusinghiero scritto sull'Index) per me l'errore è stato non considerarla fuori continuty e far uscire Hellingen dalla cabina di teletrasporto, come da idea di Bonelli (se non di quello del 1980 di Magia senza tempo di certo di quello del 1983 di FantaCico).
     
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    Ciao, Stefano, ti rispondo subito.

    Se intendi la storia del passato di Ramath, si vede che il personaggio di "Chesterton" l'ha poi inserito Burattini: una cosa che, come ho detto, non mi è piaciuta per nulla e l'ho trovata estremamente sgradevole. Ha insultato pesantemente un uomo che ammiro moltissimo... :sick:

    Riguardo al nome Garth, mi lascia perplesso, come pure l'idea che lui sia uno di Altrove (Burattini è fissato su questa mania di Altrove, peggio del prezzemolo). Anche per me Hellingen col razzismo non c'entra nulla, ma credo che l'idea sia stata inserita da Burattini per fare la solita propaganda "antirazzista" che spesso fa la Bonelli. Un'opera di volantinaggio e di inserimento degli usuali slogan, insomma.

    Riguardo ad Incubi, mi dispiace, ma devo essere sincero con te: non mi è piaciuto per nulla e non l'ho mai trovato nelle corde del personaggio di Zagor, qui maltrattato all'inverosimile fin nella sua essenza. Non ho mai visto un'opera così distruttiva su Zagor: più che "decostruzione" la chiamerei "distruzione". Zagor ne esce semplicemente annientato. E' fuori dalla continuity di fatto, tanto è assurda, anche se è considerata canonica.
     
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