Il blog di Joe7

  1. ZAGOR:"FUCILAZIONE!" (Ivan)

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    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 11 Jan. 2016
     
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    ZAGOR 58-60: FUCILAZIONE! (analisi di Ivan)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 109-111 (usciti nel 1970). I numeri reali di Zagor sono: 58-60. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 58-60.

    TRAMA

    La storia inizia in modo quotidiano: Zagor e Cico raggiungono in canoa una città per vendere delle pelli per conto di un amico malato. Cico, lasciato solo sulla barca, viene avvicinato da una bellissima ragazza che vorrebbe fare un giro in canoa con la sorellina. Cico acconsente subito volentieri: ma, oltre alla sorellina, arriva anche il fratellino, Robertino, che salta sulla canoa sfondandola perchè il piccino pesa diversi quintali.

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    Zagor vorrebbe strozzare Cico per la perdita della canoa, ma bisogna trovare al più presto un'imbarcazione. Salgono su un battello dove, però, vengono derubati e buttati ai pesci. Zagor riesce a liberare lui e il suo amico, e va alla ricerca dei ladri. Dopo aver raggiunto e sconfitto i primi due, trova anche il terzo e ultimo ladro, che aveva appena preso un accordo con tre nuovi clienti da spennare (e ammazzare) successivamente. I tre ingenui clienti scambiano Zagor per un ladro e lo attaccano: ma vengono sconfitti facilmente e il malinteso viene chiarito. I tre sono inglesi e devono raggiungere un posto poco frequentato entro pochi giorni, e Zagor si offre di fare da guida per loro. Da qui parte la storia vera e propria. Durante il viaggio, Zagor salva la vita a Roddy, uno dei tre. Zagor si accorge che il suo gruppo è seguito da uno sconosciuto, ma non riesce ad identificarlo. Alla fine, i tre raggiungono il luogo previsto, dove incontrano un loro connazionale, Warwick, che uccide a sangue freddo la misteriosa persona che seguiva il gruppo e che Zagor aveva appena catturato: come giustificazione, Warwick risponde che doveva trattarsi di un malfattore. Zagor è perplesso su questo, ma non può far altro che salutare Warwick e i tre che se ne vanno. Ma l'uomo misterioso è ancora vivo e viene curato da Zagor. Dice di chiamarsi Harriman e rivela di appartenere al servizio segreto americano: sospetta che Warwick e i tre inglesi facciano parte di un gruppo che vuole ribellarsi agli Stati Uniti per restituirli all'Inghilterra. Dopo varie ricerche, Zagor e Cico scoprono, sorpresi, un intero accampamento nascosto, con delle giubbe rosse dei tempi del secolo scorso agli ordini di Warwick, che ha il ruolo di generale. Zagor manda Cico alla ricerca di aiuto, mentre controlla la situazione: viene però catturato dai due mercanti canadesi di armi per i ribelli, Dubois e Perroquet, che lo portano da Warwick. Il generale pensa di far torturare Zagor dai suoi alleati indiani, ma a sorpresa compare un battaglione di soldati americani, contattati da Cico, che ordina loro la resa. Warwick rifiuta e ordina di fucilare Zagor. Ma il capo del plotone d'esecuzione è Rodd, al quale Zagor aveva salvato la vita, e fa fare ai soldati una finta fucilazione con proiettili a salve. Zagor, dopo aver inscenato la sua morte, aiuta i soldati americani. A causa dell'ostinazione di Warwick, la battaglia diventa una strage: tutti muoiono, compreso Roddy. Zagor è furioso per l'assurdità di quello che è successo, e dà la caccia a Dubois e Perroquet, perchè non possano godere i soldi sporchi di sangue che hanno guadagnato vendendo le armi a Warwick. L'inseguimento è difficile perchè i due canadesi sono abili e spietati: ma, alla fine, anche con l'aiuto di Cico, i due criminali vengono sconfitti. In proposito, vorrei ricordare la scena in cui Cico interviene in una situazione drammatica tagliando la gamba finta di Perroquet: sequenza grottesca e memorabile, un tipico esempio di “gag seria” (il modo migliore di utilizzare Cico).

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    ANALISI DI IVAN

    Quant'è piacevole questa nolittata pre-golden age. Storia semplice e dalla lettura scorrevolissima. L'ho riletta dopo almeno 10 anni, e me la sono proprio goduta. A mio parere potrebbe essere pubblicata tale e quale anche oggi, senza risentire di vintagismo o di datazioni nello stile.

    PREGI

    Linearità della trama: E' interessante osservare la linearità del COME Nolitta arriva al nocciolo della vicenda, partendo da premesse di circostanza. Cico perde la canoa –> lui e Zagor devono perciò chiedere un passaggio su una barca –> vengono derubati dall'equipaggio –> Zagor li insegue per recuperare il maltolto –> stende i barcaioli, che avevano già preso accordi con altri ignari passeggeri –> questi ultimi prendono le difese dell'equipaggio e si scontrano con Zagor –> Zagor apprende che i tre sono rimasti senza una guida, e si offre di scortarli a destinazione...e da lì parte la storia vera e propria. Come si può notare, sono tutti passaggi consequenziali l'uno con l'altro, fluidi e senza forzature. I narratori moderni sembrano aver perso un po' questa semplicità nel modo di inanellare gli avvenimenti che portano al nucleo della storia.

    Retroterra storico: La storia rappresenta una delle rare incursioni “politiche” di Nolitta su Zagor; qui ci viene presentato un complotto di revanscisti inglesi per riconquistare i territori persi dopo la Guerra d'Indipendenza (tema poi ripreso anche in “AFFONDATE IL DESTROYER”). Nolitta rende credibili le premesse di base, e da lì può sbizzarrirsi contornandole di avventura pura. (Forma e Contenuto: il semplice segreto di un'opera di narrativa ben riuscita.)

    Il personaggio di Roddy: Fra i comprimari, spicca il personaggio di Roddy, giovane inglese combattuto fra i suoi ideali irredentisti e il fatto di dover ricorrere a mezzi amorali per perseguirli. Un classico personaggio “alla Nolitta”, né buono né malvagio, bensì con molte sfumature di grigio.

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    Somiglianza con altre opere: Al di là della tematica del tutto differente, è da notare la similarità di struttura della trama con l'episodio “GLI EVASI”: anche qui infatti abbiamo la cattura di Zagor, una grande battaglia che si risolve con la vittoria dei “buoni”, e un epilogo avulso in cui Zagor insegue i farabutti responsabili dello scontro.

    I trafficanti d'armi: Ben riusciti i due trafficanti d'armi, Dubois e Perroquet. Nonostante siano comprimari di secondo piano, Nolitta riesce a conferirgli spessore e una credibile pericolosità. I due canadesi sono infatti abili e astuti: per sconfiggerli, Zagor avrà bisogno prima dell'aiuto di Cico e poi del barcaiolo scozzese Mac Enery. Da notare che qui Zagor si comporta in modo “toninelliano”, voltando le spalle a Dubois credendolo ormai fuori gioco...però in questo caso la dinamica della scena rende accettabile il comportamento di Zagor, che nell'occasione appare solo “un po' ingenuo” e non “un babbeo totale” come invece capitava nei suoi voltaspalle di toninelliana fattura.

    La caratterizzazione di Cico: Come sempre in quel periodo, il Cico di Nolitta emerge alla grande. Al di là delle consuete gag (fantastica quella iniziale che innesca la vicenda) il messicano svolge anche ruoli risolutivi. E' un peccato che i narratori moderni lo utilizzino quasi “per forza”, incastrandolo in qualche modo nelle storie solo in virtù del suo essere coprotagonista della collana, e non invece come risorsa aggiunta. La mia impressione è che Cico sia diventato un personaggio disarmonico con la moderna versione di Zagor, mentre invece con Nolitta lui e Zagor erano invece due parti perfettamente complementari.

    La caratterizzazione dei personaggi: Una nota particolare sui dialoghi: una caratteristica di Nolitta era quella di riuscire a descrivere efficacemente situazioni e personalità con una sola breve battuta, senza doverci dedicare vignette (o addirittura pagine) superflue che appesantiscono il ritmo di lettura. Ciò rendeva memorabili gli episodi anche per le battute che in essi venivano pronunciate.

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    La cinica filosofia di Warwick riassunta in una frase


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    L'intera personalità di Dubois descritta in una singola battuta


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    Una frase secca e precisa per innescare l'epilogo



    DIFETTI

    Un pò di spiegazionismo... A spezzare l'assoluta fluidità di lettura di questa storia c'è un'unica parte un po' pesante, ovvero la sequenza di 10 pagine(!) in cui l'agente segreto Harriman informa Zagor sul complotto di Warwick. Decisamente un po' troppo lunghetto come dialogo: di solito, Nolitta era abile anche nel trovare un modo per rendere scorrevoli le pagine spiegazioniste. Qui, invece, si lancia in un dialogo-fiume piuttosto statico.

    Una fucilazione in cui gli occhi bendati li hanno i soldati: Un po' improbabile la dinamica della finta fucilazione, dove nessuno dei soldati del plotone si accorge che in realtà il prigioniero non è stato colpito da nessun proiettile. Anche la frase che Nolitta mette in bocca a Zagor (“Una manciata di sangue animale gettata sulla mia casacca al momento giusto...”) sa di rattoppo alla bell'e meglio, che denota la difficoltosità di rendere narrativamente credibile una scena del genere. Ma va be'; per una volta, anche Nolitta si è accontentato del COSA raccontare più che del COME raccontarlo. ;)

    I fratelli di Cico: Non è un “difetto”, bensì solo una piccola incongruenza che riguarda la gag finale con Cico:

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    In realtà, sappiamo da “CICO STORY” che il messicano ha altri 7 fratelli. Probabilmente, Nolitta si ricordava di questa scena, ma ha glissato in favore della nuova idea. E tutto sommato ha fatto bene; le buone idee non devono essere obbligatoriamente vincolate ad una rigorosa coerenza con il passato. Un esempio lampante è il ripescaggio di Hellingen in “ORA ZERO”, dove Nolitta ha scansato tout-court la sua morte avvenuta nell'albo “VITTORIA”.

    DISEGNI

    Un Ferri lanciatissimo verso la piena maturità artistica. Non siamo ancora ai livelli di “ANGOSCIA”, ma la magia del suo segno si fa già sentire. Soprattutto nei giochi di chiaroscuro nei primi piani, che diventerà uno dei suoi tratti distintivi.

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    VOTI
    Storia: 8,5
    Disegni: 9

    COMMENTO PERSONALE (JOE7)

    Oltre all'accurata analisi di Ivan, sulla quale non ho molto da aggiungere, posso solo dire le mie impressioni. La storia, come tante in quel periodo, inizia tranquillamente per poi salire in un crescendo emotivo con due picchi: il primo, nell'assurda e spietata fine degli inglesi e il secondo, ancora più drammatico e coinvolgente, nella caccia a Dubois e Perroquet. Infatti, della storia ricordavo soprattutto quello: la caccia determinata e terribile che fa Zagor ai due trafficanti, che si rivelano veramente pericolosi, lasciando una scia di sangue sulla loro strada. La storia di Nolitta descrive sia le crudeltà del fanatismo (Warwick) che del cinismo (Dubois e Perroquet), con un Cico in ottima forma e uno Zagor idealista e determinato come non mai, senza che ci sia qualcuno a cantargli delle lodi tipo: "E' lo Spirito con la scure, ce la farà" eccetera. Nolitta preferiva i fatti agli elogi, senza dubbio. Sostanzialmente, i miei voti sono gli stessi di Ivan.


    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:33
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    Ho appena cominciato a leggere la storia.
    il "piccino" che salta nella canoa mi ha fatto scompisciare.
    La sequenza del (poco) che ho letto a rimanermi più impressa é stata quella delt ronco usato come ponte: inizia con premesse e battute comiche, per poi passare alla drammatica sequenza di Zagor che cerca di salvare se stesso e lo svenuto Roddy dalle acque del fiume.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 6/1/2021, 13:44) 
    Ho appena cominciato a leggere la storia.
    il "piccino" che salta nella canoa mi ha fatto scompisciare.
    La sequenza del (poco) che ho letto a rimanermi più impressa é stata quella delt ronco usato come ponte: inizia con premesse e battute comiche, per poi passare alla drammatica sequenza di Zagor che cerca di salvare se stesso e lo svenuto Roddy dalle acque del fiume.

    Sei davvero fortunato a leggere queste storie per la prima volta. E, sì, Robertino è insuperabile! :lol:
     
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    Letta anche la seconda parte.
    Per me che adoro l'Inghilterra é stato spontaneo tifare per i soldati inglesi, sebbene trovassi sbagliato il loro fanatismo, che li rende estranei alla loro stessa patria.
    Fra i suddetti spicca la riconoscenza di Roddy e la sua esecuzione a freddo lascia l'amaro in bocca, in quanto é lui l'unico vero inglese in mezzo ad un branco di fanatici.
    La scena della mattanza dei soldati inglesi é molto curata, offrendo ottime didascalie e scene che rivelano l'umanità di personaggi che il lettore può aver trovato odiosi.
    Ma quello che rimane più impresso é lo sfogo di Zagor, che distrugge i fucili, mosso da una giustificata rabbia; e quest'ultima scena é una di quelle perle che dimostrano la maestria di Nolitta nel definire i suoi personaggi.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 10/1/2021, 12:16) 
    Letta anche la seconda parte.
    Per me che adoro l'Inghilterra é stato spontaneo tifare per i soldati inglesi, sebbene trovassi sbagliato il loro fanatismo, che li rende estranei alla loro stessa patria.
    Fra i suddetti spicca la riconoscenza di Roddy e la sua esecuzione a freddo lascia l'amaro in bocca, in quanto é lui l'unico vero inglese in mezzo ad un branco di fanatici.
    La scena della mattanza dei soldati inglesi é molto curata, offrendo ottime didascalie e scene che rivelano l'umanità di personaggi che il lettore può aver trovato odiosi.
    Ma quello che rimane più impresso é lo sfogo di Zagor, che distrugge i fucili, mosso da una giustificata rabbia; e quest'ultima scena é una di quelle perle che dimostrano la maestria di Nolitta nel definire i suoi personaggi.

    Infatti la rabbia di Zagor contro i trafficanti Dubois e Perroquet, che finora erano state solo delle comparse, è un momento forte della storia, in cui Zagor, in un finale crudele come quello che è successo, cerca di mettere giustizia almeno catturando chi, con questo macello, ci ha guadagnato sopra. Anche qui la maestria narrativa di Nolitta è stata eccezionale.
     
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    Ti confesso che la cosa ha reso ancora più stridente il caso dell'usurpatore Hazon in Britannia.
    Ma questa é un'altra storia.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 10/1/2021, 13:02) 
    Ti confesso che la cosa ha reso ancora più stridente il caso dell'usurpatore Hazon in Britannia.
    Ma questa é un'altra storia.

    Sembra che stiano preparando il seguito, ma per me è una cosa che non ha senso...fare il seguito di una storia di più di vent'anni fa? Col cattivo che è ancora lì, è ovvio che ci si debba chiedere perchè Zagor ci abbia messo così tanto a decidersi ad affrontarlo. E poi dubito anche della qualità della storia. Spero almeno che Hazon venga punito come merita.
     
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    Ho letto anche la parte conclusiva, con la caccia ai due contrabbandieri.
    Certo che Nolitta ha ben caratterizzato Dubois e Parroquet, che in poche pagine fanno la figura delle peggiori carogne mai apparse in un fumetto.
    Anche lo scozzese che offre ospitalità a Zagor e Cico é un bel personaggio, per quel poco che lo si vede.
    Infine, la gag sui fratelli di Cico é veramente esilarante.
    Altro momento che mi é rimasto impresso é quando l'indiano derubato della canoa incita Zagor a punire i colpevoli, "a nome di tutti i fratelli rossi, maltrattati dagli invasori bianchi"; in quel ballon si sente tutta l'amarezza che l'autore vuole esprimere.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 17/1/2021, 11:36) 
    Ho letto anche la parte conclusiva, con la caccia ai due contrabbandieri.
    Certo che Nolitta ha ben caratterizzato Dubois e Parroquet, che in poche pagine fanno la figura delle peggiori carogne mai apparse in un fumetto.
    Anche lo scozzese che offre ospitalità a Zagor e Cico é un bel personaggio, per quel poco che lo si vede.
    Infine, la gag sui fratelli di Cico é veramente esilarante.
    Altro momento che mi é rimasto impresso é quando l'indiano derubato della canoa incita Zagor a punire i colpevoli, "a nome di tutti i fratelli rossi, maltrattati dagli invasori bianchi"; in quel ballon si sente tutta l'amarezza che l'autore vuole esprimere.

    Infatti Dubois e Perroquet me li ricordo bene anche a distanza di anni; in una storia di oggi sarebbero stati solo due cattivi anonimi che si vedono a un soldo la dozzina. E persino lo scozzese me lo ricordo. Nolitta era un maestro nella caratterizzazione dei personaggi.

    La frase dell'indiano derubato dalla canoa invece non mi è piaciuta: sa di retorica sul solito panegirico dei cattivi bianchi e del buon uomo rosso. E' una frase razzista, contro la "razza bianca", anche se a prima vista non si direbbe. Perchè sparare sui cattivi bianchi è come sparare sulla Croce Rossa: lo fanno tutti, anche i bianchi. Ma resta lo stesso un atteggiamento razzista.
     
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