Il blog di Joe7

  1. DAISENSO (1)

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    Daisenso
    Goldrake
    By joe 7 il 6 Oct. 2015
     
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    UCHU ENBAN DAISENSO, IL PROTOTIPO DI GOLDRAKE (prima parte)
    (Dati bibliografici: Alessandro Montosi, "Ufo Robot Goldrake", ed. Coniglio; Alessandro Montosi, "Goldrake", collana "I love anime", ed. Jacobelli; sito nagaifans Mangazine 23)
    Il seguito qui.

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    La nascita di Goldrake in Giappone ha avuto una lunga gestazione, tanto che il risultato finale, come spesso accade coi capolavori, è stato assai diverso da come previsto all’inizio. Ma andiamo con ordine. La storia della creazione di Goldrake ha radici lontane. Nel 1972, sulla Fuji TV, uno dei più importanti canali televisivi giapponesi, fu trasmesso per la prima volta Mazinga Z; due anni dopo, nel 1974, fu trasmesso il Grande Mazinga. Il programma era quello di fare una trilogia, e, quindi, dopo il Grande Mazinga, sarebbe dovuto arrivare un God Mazinger, guidato da Koji Kabuto, per concludere degnamente la serie. Questo era il prototipo:

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    LA MODA DEGLI UFO

    E qui accadde l’imprevisto: nel 1975, mentre la serie del Grande Mazinga era ancora in onda, fu proiettato sugli schermi del cinema il contrometraggio "Daisenso". Come era nata l'idea? Tra gli anni ’60 e ’70 era esplosa la mania degli UFO: erano veri o finti? Siamo davvero soli nell’universo? e tante altre domande simili, su cui ci si dibatteva con un animo ancora più acceso di adesso. Anche nel paese del Sol Levante giunse il celebre telefilm britannico UFO, nei primi anni ’60. Era ambientato nel futuro prossimo (allora) del 1980, dove il coraggioso comandante Ed Straker, a capo dell’Organizzazione Shado, lotta contro malvagi invasori alieni, decisi a conquistare la Terra ad ogni costo, perché il loro pianeta natale sta morendo. Questo telefilm, e altri prodotti simili (pensiamo a "Incontri ravvicinati del Terzo tipo", per esempio), fornirono parecchi spunti per la creazione di Goldrake.

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    IL CORTOMETRAGGIO IN CUI NON CI CREDEVA NESSUNO

    Per cavalcare questo interesse, i produttori della TOEI (tra cui Toshio Katsuta e Ken Ariga) decisero di fare un cortometraggio animato di 30 minuti, con dischi volanti e alieni come protagonisti. Sarebbe stato solo un test, sul quale non ci scommettevano molto, tant'è vero che lo proiettarono in sala come "comprimario" del ben più importante e promettente "Grande Mazinga contro Getter Robot G". Il titolo sarebbe stato: “La grande guerra dei dischi volanti”, in originale: “Uchu Enban Daisenso”. A progetto iniziato, coinvolsero Go Nagai, chiedendogli di sviluppare un soggetto avvincente con personaggi intriganti. Il cortometraggio ottenne un successo enorme, assai superiore a quello del "Grande Mazinga contro Getter robot G", che al contrario delude un pò il pubblico.

    IL SUCCESSO DI DAISENSO APRE LA STRADA A GOLDRAKE

    Il successo è tale da suggerire ai produttori della Toei la nuova serie che avrebbe sostituito il Grande Mazinga, e che avrebbe alterato il progetto originario di Nagai. Infatti, inaspettatamente per Nagai stesso, la Toei gli chiese di sviluppare le tematiche di Daisenso, trasformandolo in una nuova serie che sarebbe diventata la terza parte ufficiale della “Trilogia di Mazinga”, ma se ne sarebbe distaccata completamente, in quanto a tematiche e impostazione. In effetti, la differenza tra il futuro Goldrake coi due Mazinga era così stridente, che i produttori (soprattutto Toshio Katsuta, responsabile della progettazione di Goldrake), nonostante il parere contrario di Nagai, vollero inserire anche Koji Kabuto nella serie, per dare ad essa una parvenza di continuità con le precedenti due serie di Mazinga. Infatti, nell’idea originaria, Koji Kabuto non avrebbe dovuto esserci, in quanto, in Daisenso, Duke Fleed agisce da solo, senza un amico “terrestre”.

    I MOTIVI DEL SUCCESSO

    Quali sono i motivi del successo del lungometraggio? Daisenso aveva trovato un nuovo modo di impostare il racconto robotico, e non solo quello. L'aspetto dei mecha era innovativo: dei dischi spaziali capaci di trasformarsi in robot o in mezzi di combattimento, o che contengono addirittura un robot. Ma non fu questo il fattore chiave, per quanto importante sia stato: lo fu la grande cura verso la caratterizzazione psicologica dei protagonisti.
    Il personaggio principale, infatti, Duke Fleed, è tormentato da un opprimente conflitto interiore: tornare ad usare il robot Gattiger significa per lui abbandonare definitivamente la tranquilla vita sulla Terra, rischiando, tra l'altro, di coinvolgere anche questo pianeta in una cruenta guerra. Ma non solo: il dramma è accentuato da una vera e propria tragedia romantica, cioè l'amore non più possibile tra Telonna e Duke Fleed, che coinvolge in modo particolare per il fatto - raro a quei tempi - che tutti gli alieni avessero un aspetto umano. La grande attenzione alla psicologia dei personaggi è dunque centrale, mentre il combattimento tra i robot è qui solo una presenza marginale, quasi un obbligo da pagare per rispettare le attese del pubblico. In effetti, queste saranno anche le linee narrative di Goldrake: negli episodi di Naida e Rubina, per esempio, non compare nemmeno il combattimento tra i robot.

    IL LINGUAGGIO USATO NEI DIALOGHI

    Da notare un'altra particolarità, rilevata da Gerdha: lo stile dei dialoghi di Uchu Enban Daisenso e della serie UFO Robot Grendizer è molto ricercato, forbito e soprattutto poetico sotto il profilo letterario. Esso rappresenta un caso piuttosto raro nell'animazione giapponese. Solo pochi altri anime realizzati negli anni '70 utilizzano il medesimo stile narrativo (ad esempio, Battleship Yamato e Galaxy Express 999).

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    Edited by joe 7 - 1/9/2018, 15:43
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