Il blog di Joe7

  1. DEVILMAN ANALISI MANGA - SECONDA PARTE

    DEVILMAN, IL MANGA - SECONDA PARTE
    (prima parte qui)

    Primo-numero-su-Weekly-Shonen-Magazine
    Il numero 716 di Weekly Shonen Magazine (cioè il numero 25 dell'anno 1972, 11 Giugno), con la prima puntata di Devilman. Si noti la Silen nascosta sullo sfondo: il personaggio era già stato realizzato sin dall'inizio, non è stato inventato dopo. E' da notare che questa copertina è l'unica fatta su Devilman sulla rivista per tutto il tempo della pubblicazione del manga: segno che non era molto popolare. "Rocky Joe", al contrario, pubblicato sulla stessa rivista, ebbe diverse copertine.



    Il manga di Devilman (1972-73) fu realizzato ufficialmente come sostegno dell'anime, che era già stato progettato prima del manga. In sostanza, il progetto iniziale per il manga era quello di farne un comicalize: spiegherò tra poco il significato della parola. Come si vede, Devilman è stato messo subito sulla copertina di Weekly Shonen Magazine sin dalla prima puntata. Il nome di Nagai, infatti, era famoso già a quei tempi per i suoi manga che erano sì umoristici, ma con una comicità di grana grossa: "Harenki Gakuen", "Abashiri Ikka" e altri. Ma questo manga, che si riallacciava al cupo Mao Dante, non aveva nulla di comico. Una curiosità: mentre veniva pubblicato Devilman, sulla stessa rivista veniva pubblicato anche Rocky Joe.

    COS'E' UN COMICALIZE?

    Un comicalize è la riduzione in manga di un anime: a volte segue le linee narrative dell'anime, altre volte l'autore va per conto suo. Anche i manga-spaghetti italiani delle riviste degli anni '80 (Cartoni in TV, la Banda TV Ragazzi, TV Junior) erano, in fondo, dei comicalize, nelle cui avventure inventate usavano come protagonisti quelli degli anime, senza seguire le storie originali. La pratica del comicalize era molto diffusa in Giappone tra gli anni '60-'90. Le riviste con fumetti comicalize di Goldrake, Jeeg, Mazinga e compagnia erano, in genere, per un pubblico di ragazzi, o, al limite, di bambini, con molte immagini colorate e poco testo. Anche i manga di Gosaku Ota (la trilogia Mazinga Z-Grande Mazinga-Goldrake) erano dei comicalize, almeno all'inizio. Molti autori di manga hanno iniziato coi comicalize, come Mitsuru Adachi, per esempio, con Rainbowman, il guerriero dell'amore (alla faccia di Cutie Honey): faceva riferimento a un telefilm simile ai Power Rangers. E anche il manga di Devilman avrebbe dovuto essere un comicalize che segue l'anime e basta: notate qui sopra, sulla copertina della rivista, la Silen sullo sfondo, a sinistra. Anche se è semicoperta dalla scritta, si vede bene che è identica alla versione dell'anime, non a come comparirà nel manga. Proprio come in un comicalize. Ma poi Nagai andò avanti per conto suo, e questo sin dall'inizio della storia: per esempio, Ryo Asuka, che compare subito nel manga, nell'anime non compare nemmeno, se non più avanti e fugacemente. E Silen - durante la visione che Akira Fudo osserva all'interno della maschera-manufatto che gli presenta Ryo - compare sin dall'inizio nel manga, con una versione diversa da quella dell'anime, che era presente in copertina.

    LE ORIGINI DEL MANGA: LA RIBELLIONE

    Prima di analizzare Devilman, per farlo bisogna capire il contesto in cui è nato. Devilman è un manga figlio del suo tempo. Dopo la rivoluzione del '68 (sessuale, politica, sociale, intellettuale e tutto il resto che c'è dietro), gli anni successivi, quelli di Devilman, furono gli "anni di piombo" (e non solo in Italia), caratterizzati da una grande violenza rivoluzionaria, con numerosi attentati. Se in Italia ci furono le efferatezze delle Brigate Rosse, che culminarono con l'omicidio di Aldo Moro, all'estero ci furono degli attentati sanguinosi da parte degli estremisti di sinistra, come la strage di Monaco. Pure in Giappone ci furono insurrezioni e rivolte contro la polizia, con numerosi arresti. Anzi, fu famoso l'attentato giapponese in Palestina: il 30 Maggio 1972, a Tel-Aviv, in Israele, all'aeroporto internazionale di Lod, un commando terroristico di giapponesi di sinistra uccise 26 persone di varie nazionalità e ne ferirono gravemente 80, provocando un massacro di passeggeri innocenti.

    Anni-di-piombo2
    La violenza terroristica e il nichilismo filosofico furono l'humus per la nascita di Devilman.


    Anche i manga cavalcarono la protesta: a quei tempi, era esploso anche il manga "gekiga" (letteralmente “immagini drammatiche”), dai toni più adulti. Era già presente prima, ma ebbe il suo picco di successi proprio in quegli anni. Abbiamo così i manga di Golgo 13, Kamui, Lone Wolf and cub, Rocky Joe, Lupin III, eccetera: avevano tutti dei messaggi di ribellione verso la società. Non solo: gli shojo manga sostenevano l'emancipazione femminile, in particolare quelli realizzati dal gruppo di autrici che si fecero chiamare "I fiori dell'anno 24", perchè molte di loro erano nate nel 24° anno dell'era Showa (1947: quindi nel '68 erano tutte ventenni). Così furono realizzati i famosi shojo manga di Lady Oscar e Candy Candy, per esempio, che propugnavano l'indipendenza femminile (Lady Oscar, infatti, fa il soldato e Candy Candy fa un lavoro indipendente).

    LA FAMIGLIA ABASHIRI ("ABASHIRI IKKA"): LA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA

    Abashiri-Ikka
    Gli elementi della famiglia Abashiri; il capofamiglia fu poi riciclato nel personaggio di Rigel in Goldrake. Da notare che Kikunosuke, la figlia, che è un maschiaccio e viene scambiata spesso per un ragazzo, porta delle bende al posto dei reggiseni: sarà il modello di Ryunosuke di Lamù.


    Anche Go Nagai partecipò a questa critica, ma in modo assai più estremo degli altri. Col manga di Abashiri Ikka (1969-1973), per esempio, presentava una "normale" famiglia di assassini e delinquenti (Abashiri era anche il nome di un famoso penitenziario giapponese, tra l'altro). I protagonisti compiono omicidi e disastri; inoltre, è un manga pieno di scene erotiche e violente, con spargimenti di sangue, uccisioni cruente, eccetera. Anche se la narrazione era umoristico-grottesca, restava comunque una forma di ribellione contro il concetto stesso di famiglia, che qui è vista come una banda di pazzi assassini, e il concetto di società, che in Abashiri Ikka è semplicemente grottesca. Ma è con Harenchi Gakuen, "La scuola senza pudore", che Nagai andrà ancora più a fondo.

    LA SCUOLA SENZA PUDORE ("HARENCHI GAKUEN"): LA DISTRUZIONE DEL PUDORE

    Scuola-senza-pudore
    Harenchi Gakuen: il primo successo importante di Nagai, in cui l'uomo e la donna sono visto solo come ricettacoli di emozioni e null'altro. Ma non come depositari di dignità.


    Nello stesso tempo, insieme ad Abashiri Ikka, Nagai realizzò anche "Harenchi Gakuen" cioè "La scuola senza pudore" (1968-1972). Qui Nagai infranse tutti i tabù possibili: infatti è considerato il primo manga erotico. Da quel momento, i manga e gli anime di ogni tipo iniziarono a mettere sempre delle scene erotiche nelle loro storie ogni tanto, inaugurando un filone di perversioni, a volte esplicite, a volte blande e sottili, a volte all'acqua di rose, ma comunque sempre perenni, tanto da diventare addirittura tradizionali.

    Nella Scuola senza pudore, per la prima volta, c'erano degli studenti che cospiravano costantemente per sbirciare le ragazze in mutande; inoltre c'erano nudità e violenza gratuite ed esplicite. Gli studenti, inoltre, si ribellavano ai professori e ai genitori, trattati come esseri negativi. Rifiutavano ogni tipo di insegnamento, sostenendo concetti sessantottini tipo "I vecchi devono morire, viva i giovani!", indicando così un razzismo basato sull'età.

    La giustificazione che si dà per "La scuola senza pudore" è la seguente: "Questo manga è una satira che mette a nudo - letteralmente - i vizi segreti di una società ipocrita, che usa il moralismo per nascondere i propri peccati." Supponendo che questo sia vero, c'erano tanti altri modi di mostrare le ipocrisie senza dover arrivare a questi estremi. Inoltre, Nagai e i suoi sostenitori si dimenticano che la morale non è una cosa oppressiva inventata dall'uomo o dalla società: ma è una necessità di cui l'uomo ha bisogno per vivere bene e in modo sano e felice, con se stesso e con gli altri.

    E' piuttosto la "nuova morale" di Nagai (guardare le mutandine, spiare le donne nude, usare la violenza, molestare) ad essere artificiale e creata dall'uomo. Cosa succederebbe se tutti si comportassero DAVVERO così? L'uomo si comporterebbe male, ma credendo di essere buono, onesto, sincero, non ipocrita. Invece, senza rendersene conto, si degrada credendo ipocritamente di essere buono. Nagai, combattendo contro questa "ipocrisia", ne ha impostata una peggiore.

    La Scuola senza pudore assomigliava a una casa occupata da estremisti sinistrorsi, tipo il famoso Leoncavallo di Milano, cavalcando così la ribellione del '68. Le proteste delle famiglie fecero chiudere il manga, ma fu inutile, perchè, in questo modo, Nagai poté diventare sia un martire che un genio incompreso e un eroe (e anche uno che ha guadagnato parecchio con le vendite e la popolarità). La vera vittima della Scuola senza pudore fu, appunto, il pudore. E da allora il pudore fu bandito, aprendo la strada all'animalità di oggi. Infatti, in questo contesto, Nagai parla di "pudore" sin dal titolo del manga, condannandolo senza nemmeno sapere cosa sia. Ma che cos'è il pudore?

    CHE COS'E' IL PUDORE?

    Sebastiano-ricci-susanna-and-the-elders
    Il pudore di Susanna minacciato dai vecchioni: dal libro di Daniele.


    Il pudore è quella particolare faccenda, dice Guareschi, che distingue gli uomini dalle bestie. Il pudore è nato quando l'uomo singolo ha avuto coscienza di non essere una bestia tra milioni di bestie, ma di possedere una sua personalità. E il pudore è nato come l'unica, valida difesa della personalità e della dignità umana. Grazie al pudore, l'amore ha cessato di essere un semplice rapporto animalesco ed è diventato qualcosa di estremamente importante: la molla della vita e del progresso. L'arte, la poesia, la letteratura sono nate e hanno prosperato perchè esisteva il pudore. E l'esistenza del pudore permette ancor oggi di sopravvivere alla pseudo letteratura, pseudo poesia, pseudo arte moderna, che sono impostate appunto sull'offesa al pudore. Il novanta per cento dei letterati "moderni" trovano argomento e interesse per le loro opere solo perchè esiste ancora il pudore: così costoro possono offenderlo. Le nostre "attrici" possono denudarsi con successo sul palcoscenico e possono interpretare con successo scene di concupiscenza e di preaccoppiamento sessuale solo perchè il pudore ancora induce la grande massa a denudarsi e a consumare gli atti sessuali e i bisogni corporali solo in privato.

    Naturalmente, il pudore non è classificabile in senso assoluto, perchè esso è sempre in funzione dei costumi e dei tempi. Però, fino a un certo limite. Il pudore è l'unica forza che ancora tiene unita la famiglia e la società. Permettere di portare fino all'estremo limite la battaglia che, per scopi di lucro o politici, gli intellettuali, i cinematografari, i teatranti, i pornografi e i mangaka hanno scatenato contro il pudore, significa minare le basi stesse della società. Perchè il pudore significa rispetto di se stessi, della propria personalità, della propria intimità, della propria umana dignità. 1

    Ma Nagai andrà ancora più avanti in questa decostruzione con Mao Dante e Devilman, che attaccano Dio - direttamente in Mao Dante, indirettamente in Devilman - che è la Fonte, appunto, del pudore e della dignità umana.

    -------------------------------
    1 Lettere ai posteri, Giovannino Guareschi

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SU DEVILMAN

    Edited by joe 7 - 26/2/2024, 16:57
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    Mi ha colpito più di tutto la tua frase finale dell'articolo: preso dalla sua smania di distruggere, Nagai ha finto con l'attaccare l'essere supremo, spingendosi in un volo folle quanto quello dell'Ulisse Dantesco.

    Mi chiedo se, nelle sue opere, Nagai non abbia VOLONTARIAMENTE travisato la natura benevola di Dio, in modo di avere un qualcosa di supremo da attaccare.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 16/5/2023, 18:34) 
    Mi ha colpito più di tutto la tua frase finale dell'articolo: preso dalla sua smania di distruggere, Nagai ha finto con l'attaccare l'essere supremo, spingendosi in un volo folle quanto quello dell'Ulisse Dantesco.

    Mi chiedo se, nelle sue opere, Nagai non abbia VOLONTARIAMENTE travisato la natura benevola di Dio, in modo di avere un qualcosa di supremo da attaccare.

    Non credo che Nagai abbia fatto queste cose intenzionalmente: non crede in Dio, quindi non c'è nessuna "natura benevola da travisare" per lui. Nagai non crede in un Dio benevolo: praticamente, è ateo o agnostico. O meglio, è orientale, quindi ha un vago animismo e panteismo. Ha semplicemente seguito l'ondata di protesta di quegli anni.
     
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    Mi fa un certo effetto sapere che Devilman ha rivaleggiato con Rocky Joe: ma le vicende del giovane pugile non si possono battere.
    Certe volte sono tentato di leggere Devilman, ma la sua natura di manga "diabolico" mi fa sempre desistere dai miei propositi.

    Piccola domanda Extra: so che oltre al privilegio di apparire in copertina, certi manga ottengono anche le pagine iniziali a colori. Averne molte vuol dire che il manga é famoso?
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 26/6/2023, 10:59) 
    Mi fa un certo effetto sapere che Devilman ha rivaleggiato con Rocky Joe: ma le vicende del giovane pugile non si possono battere.
    Certe volte sono tentato di leggere Devilman, ma la sua natura di manga "diabolico" mi fa sempre desistere dai miei propositi.

    Non è certo un obbligo leggerlo, io l'ho analizzato perchè, bene o male, è un manga famoso. Ma non con una buona fama.

    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 26/6/2023, 10:59) 
    Piccola domanda Extra: so che oltre al privilegio di apparire in copertina, certi manga ottengono anche le pagine iniziali a colori. Averne molte vuol dire che il manga é famoso?

    Sì, è una caratteristica dei manga più famosi avere ogni tanto le prime pagine a colori o avere una covercolor. Per esempio, One Piece di covercolor ne ha un numero sterminato, tanto che le raccolgono in volumi.
     
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    E sarà proprio per vendicarsi della cancellazione de "La scuola senza pudore" che Nagai realizzerà Mao Dante, una storia in cui il bene si rivela il male e viceversa.
    Probabilmente Nagai voleva mettere qualcosa delle sue esperienze personali nella storia.

    Fonte: Wikipedia, pagina inglese di Mao Dante.

    Edited by Andrea Michielon - 16/8/2023, 16:49
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 16/8/2023, 16:30) 
    E sarà proprio per vendicarsi della cancellazione de "La scuola senza pudore" che Nagai realizzerà Mao Dante, una storia in cui il bene si rivela il male e viceversa.
    Probabilmente Nagai voleva mettere qualcosa delle sue esperienze personali nella storia.

    Fonte: Wikipedia, pagina inglese di Mao Dante.

    No, Nagai è stato coerente, non è che si sia vendicato. La scuola senza pudore era un orrore distruttivo alla pari di Mao Dante.

    Infatti, anche lì ciò che è buono (il comportarsi bene, essere rispettosi del proprio corpo e di quello degli altri, quello che una volta era chiamato purezza, pulizia, sanità, buon gusto) diventa cosa malvagia perchè "ipocrita" e "bigotta". Con queste due stupide parole hanno distrutto tutto: ogni rapporto sano si è rovinato.

    E ciò che è cattivo (cioè fare gli sporcaccioni) è considerata cosa "buona", "liberatoria", "sincera".

    Con quell'orrore di manga Go Nagai ha distrutto tuti i manga successivi, che andranno avanti su questa linea.

    No, La scuola senza pudore è satanico allo stesso modo di Mao Dante. Sono praticamente la stessa storia, perchè hanno la stessa impostazione.
     
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    Sempre sullo stesso argomento, ho trovato questo:
    "Nagai afferma che Devilman e Mao Dante, l'opera incompiuta che lo precede (1971), basati sul rovesciamento della visione tradizionale in cui il Dio del Bene si oppone e trionfa contro le infernali schiere del Male, li immaginò e creò in seguito agli attacchi che i suoi precedenti fumetti (per esempio commedie scolastiche a sfondo blandamente erotico ) avevano subìto da associazioni di genitori e benpensanti, dalle istituzioni, dalle autorità, dai custodi della Norma, del criterio di ciò che è giusto e sbagliato. Mao Dante è la lotta fra il Mostro e la Normalità vista con gli occhi del primo"

    Questo invece é un suo estratto tratto da un'intervista del 2007, che mi ha sconvolto:

    Quale mostro dantesco le stava più simpatico?
    «Sicuramente Lucifero. Una creatura immensa, bloccata tra i ghiacci al centro della terra. Da lì partii alla fine degli anni Sessanta per realizzare "Mao Dante", una storia horror dichiaratamente ispirata alla Divina Commedia. L'opera restò incompiuta, ma da Mao Dante qualche anno più tardi è nato Devilman, uno dei personaggi a cui tengo di più».

    Cioé, qui parliamo del Diavolo vero, non della sua versione comica in Geppo.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 16/8/2023, 17:43) 
    Sempre sullo stesso argomento, ho trovato questo:
    "Nagai afferma che Devilman e Mao Dante, l'opera incompiuta che lo precede (1971), basati sul rovesciamento della visione tradizionale in cui il Dio del Bene si oppone e trionfa contro le infernali schiere del Male, li immaginò e creò in seguito agli attacchi che i suoi precedenti fumetti (per esempio commedie scolastiche a sfondo blandamente erotico )

    "Blandamente erotico" mio nonno.

    Adesso lo è, ma allora era davvero uno scandalo, con studenti trasformati in una manica di depravati. Perchè quello che scandalizzava non era solo il nudo, ma proprio l'atteggiamento privo di morale dei personaggi.

    Sono i cattivi discorsi che corrompono, e Nagai ha iniziato la corruzione della morale e della coscienza con questi fumetti. Non c'è nulla di "liberatorio" in essi.

    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 16/8/2023, 17:43) 
    avevano subìto da associazioni di genitori e benpensanti, dalle istituzioni, dalle autorità, dai custodi della Norma, del criterio di ciò che è giusto e sbagliato.

    Come no. Adesso sono Nagai e gli altri che fanno cose del genere che diventano i nuovi "Custodi della Norma" e che "stabiliscono cosa è giusto e cosa è sbagliato": un rovesciamento alla Mao Dante.

    Ma partono dai loro istinti, dai loro piaceri, non da ciò che è bene e ciò che è male. E per sapere ciò che è bene e ciò che è male non c'è bisogno della fede cristiana: qui basta la retta ragione. E curiosamente è proprio Ryo Asuka, uno dei personaggi di Devilman, che dice che per farsi possedere da un diavolo "bisogna abbandonare la ragione e seguire l'istinto". Proprio ciò che hanno fatto e insegnato loro.

    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 16/8/2023, 17:43) 
    Mao Dante è la lotta fra il Mostro e la Normalità vista con gli occhi del primo"

    La normalità è ciò che è giusto; il "mostro" è ciò che è sbagliato. Un mostro (o il diavolo, che è lo stesso) vede la normalità come una cosa sbagliata: quindi perchè mai bisognerebbe dargli la voce? Il male non ha mai il diritto di parola, perchè è male, fa il male e provoca il male. Che diritto dovrebbe avere, quindi? Ha solo il dovere di sparire e di essere scacciato via. Null'altro.

    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 16/8/2023, 17:43) 
    Questo invece é un suo estratto tratto da un'intervista del 2007, che mi ha sconvolto:

    Quale mostro dantesco le stava più simpatico?
    «Sicuramente Lucifero. Una creatura immensa, bloccata tra i ghiacci al centro della terra. Da lì partii alla fine degli anni Sessanta per realizzare "Mao Dante", una storia horror dichiaratamente ispirata alla Divina Commedia. L'opera restò incompiuta, ma da Mao Dante qualche anno più tardi è nato Devilman, uno dei personaggi a cui tengo di più».

    Cioé, qui parliamo del Diavolo vero, non della sua versione comica in Geppo.

    Qui il diavolo è ridotto a "mostro dantesco", in pratica un pupazzo di peluche. Nagai vuole presentare il male come qualcosa di inoffensivo: invece è proprio il pericolo supremo da evitare. E' come dire che a buttarsi giù dal burrone non ti fai mica male come ti dicono i bigotti, anzi ti diverti. E invece muori: questo è l'inganno dei diavolo e di chi dice che il male mica è male.
     
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    Su internet non ho trovato risposte soddisfacenti: cosa sarebbe il Leoncavallo di Milano?
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 20/8/2023, 16:55) 
    Su internet non ho trovato risposte soddisfacenti: cosa sarebbe il Leoncavallo di Milano?

    Il Leoncavallo di Milano era una casa occupata da estremisti di sinistra, famosi per la loro violenza ai tempi degli anni di piombo. Vivevano in promiscuità, tra sesso, droga e rock'n roll, in perenne ribellione e scrivendo graffiti sui muri a raffica, con scritte oscene, insulti e disegni erotici vari. Erano tutti figli di gente ricca, che però volevano fare la rivoluzione "per i poveri", mentre invece si trattava di ragazzi annoiati e pronti all'idealismo violento di sinistra per sentirsi realizzati. Erano osannati dalla stampa e televisione, di sinistra e non, ed erano visti come "segno della povertà e del disagio giovanile", quindi usati come strumento per dimostrare le verità delle tesi sinistrorse.

    In sostanza, erano come gli studenti di Harenchi Gakuen, o "La scuola senza pudore", manga osannato ancor oggi come "segno dei tempi" e del "disagio giovanile" e del "desiderio legittimo di libertà". Cosa ci sia di vero in queste osservazioni lo lascio giudicare da te.
     
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    Ho letto che Nagai concluse "La scuola senza pudore" in modo provocatorio, con un violento "esercito della censura" che radeva al suolo l'edificio scolastico e massacrava tutti i protagonisti.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 13/1/2024, 17:24) 
    Ho letto che Nagai concluse "La scuola senza pudore" in modo provocatorio, con un violento "esercito della censura" che radeva al suolo l'edificio scolastico e massacrava tutti i protagonisti.

    Lo so. Evidentemente non gli piacevano le critiche.

    Ma non c'è niente da fare con situazioni simili come quelle di Nagai: in ogni caso, qualunque cosa tu faccia, perdi.

    Le ignori? E lui va avanti.

    Le accusi? E allora lui fa la vittima, magari concludendo in modo clamoroso. In questo modo Nagai (o gli altri che fanno "opere" simili) ottiene la patente di "vittima" e "perseguitato dai bigotti ottusi che non capiscono niente". Così Nagai (e altri che fanno "opere" simili) ha ricchezza, fama e martirio, perchè passa così per "santo e incompreso".

    Che fare in questi casi, allora? Accusare lo stesso, come fecero allora. Tanto, se poi l'autore fa la vittima sono affari suoi. Non c'è altro da fare: in questi casi, il conflitto è inevitabile, piaccia o no. E la strada è tutta in salita, e magari alla fine si perde perchè tutti stanno con l'"autore perseguitato" e gli cantano gli Osanna.

    Ma che importa? L'importante è testimoniare, anche se alla fine vieni preso a pedate e il colpevole viene esaltato. E' sempre stato così.
     
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    e dopo sta cagata Nagai è diventato l'autorone che sappiamo, con l'epopea dei Robot
     
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    CITAZIONE (berlicche677 @ 13/1/2024, 19:46) 
    e dopo sta cagata Nagai è diventato l'autorone che sappiamo, con l'epopea dei Robot

    Devilman non è una "cagata": è comunque una storia con un suo significato, che si può benissimo non condividere (io non lo condivido), ma la capacità narrativa di Nagai e la sua fantasia sono innegabili. Non si diventa famosi senza merito, e Nagai, nonostante presenti messaggi sbagliati tante volte, resta comunque un autore di talento che ha creato personaggi unici: è un dato di fatto. Ma essere di talento non significa essere sempre giusti. Talento e verità non sempre stanno insieme.

     
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