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  1. CAPITAN HARLOCK - LA FILOSOFIA DI MATSUMOTO

    By joe 7 il 4 Jan. 2014
     
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    CAPITAN HARLOCK: LA FILOSOFIA DELL'AUTORE

    okonxiok


    Capitan Harlock è una creazione di Leiji Matsumoto, che ha fatto anche Galaxy Express 999, La regina dei mille anni e altri lavori. Qui proverò a descrivere il pensiero di Matsumoto.

    LO SPAZIO

    E’ la prima cosa che si nota nei lavori di Matsumoto. Indica il mare, o l’infinito, o la sensazione che dietro l’universo ci sia tutto un mistero da scoprire. E’ anche la sensazione di libertà, dove ciò che imprigiona l’uomo a poco a poco si spezza e l’uomo può fare il suo lungo viaggio. Certo, non c’è in tutti i lavori di Matsumoto: ci sono delle opere minori che sono ambientate solo sulla Terra. Ma, anche lì, il personaggio vola su un biplano: il cielo sostituisce la funzione dello spazio. Persino in Danguard, l’unico robot gigante di Matsumoto, il viaggio nello spazio occupa quasi tutta la seconda metà della serie (cosa rara tra le serie robotiche). Ovviamente anche le sue serie più famose, Harlock e Galaxy, sono ambientate nello spazio.

    IL VIAGGIO

    Tutti i protagonisti fanno un viaggio, che è il simbolo della crescita. La cosa curiosa è che spesso sembra un viaggio senza meta. Maetel va in continuazione a bordo del Galaxy Express, tanto che è impossibile separare lei dal treno spaziale. Harlock, dopo lo scontro con le Mazoniane, si allontana in un viaggio senza fine insieme a Meeme a bordo dell’Alkadia. La Regina dei Mille Anni compare ogni mille anni in un ciclo eterno.
    Ma ci sono anche dei viaggi con una meta: Danguard deve arrivare al pianeta Prometeo; in Star Blazers, l’astronave Argo – o Yamato - deve arrivare al pianeta Iskandar di Starsha dove troverà la salvezza della Terra; in Starzinger, la principessa Aurora deve arrivare al pianeta dove sarà incoronata, grazie a Jan Coogh e i suoi compagni. Anche Tetsuro deve arrivare al pianeta dove gli daranno un corpo meccanico.
    Credo quindi che i “viaggi senza meta” di Harlock e Maetel non siano esattamente senza meta: sono il simbolo di un viaggio ancora più lungo, trascendentale, dove devono trovare la loro casa definitiva. E’ quasi come partire dalla Terra e arrivare al Cielo, la destinazione definitiva, la Casa per eccellenza. Penso sia questo il motivo per cui i “viaggi senza fine” di Harlock e Maetel siano particolarmente affascinanti: percorrono letteralmente l’infinito.

    LA DONNA

    Eterea e longilinea, la donna in Matsumoto è un mistero da rispettare. Spesso è colei che conosce bene le cose ed insegna all’uomo: non è solo il rapporto Maetel/ Tetsuro e Hajime/Yukino (la Regina dei Mille Anni), ma anche quello tra Meeme ed Harlock, dove l’aliena spesso è fonte di preziosi consigli per il capitano. Per non parlare di Starsha di Star Blazers / Yamato o Noel di Danguard.
    Appare soprattutto come una Musa ispiratrice, più che una persona da amare, almeno nella maggior parte dei casi. Una vistosa eccezione è quella di Mayu, la bambina che Harlock vuole proteggere. Ma anche questo implica il mistero da rispettare: non è un caso che sia una bambina, e non un bambino, la persona che Harlock protegge.
    La donna può anche essere una guerriera, come Emeraldas o Yuki: simboleggiano il coraggio femminile.
    Ci sono anche donne malvagie, o con motivazioni che la spingono a fare azioni malvagie, come Raflesia o Cleo, la comandante di Raflesia. E’ da notare che le Mazoniane in genere attaccano gli avversari soprattutto sul livello del sentimento, tramite ricatti o seduzioni o illusioni pericolose, più che attraverso lo scontro diretto, che è una caratteristica maschile. Questi personaggi in genere rappresentano il lato oscuro della donna.

    LA CRESCITA

    E’ una costante importante dei lavori di Matsumoto. In genere il personaggio parte da una condizione di insoddisfazione: per esempio, Tetsuro non è soddisfatto del suo corpo e ne vuole uno meccanico; Tadashi è disgustato della Terra e vuole vendetta per la morte di suo padre. Da una condizione di insicurezza e insoddisfazione, fanno un viaggio che è il simbolo del “viaggio interiore”: il guardarsi dentro ed accettarsi per come si è ed accettare il mondo così com’è. In questo modo, alla fine, il personaggio potrà agire dentro di sé e nel mondo in modo giusto, cercando di migliorarlo: Tetsuro torna sulla Terra come prima, ma nello stesso tempo più ricco di prima e pronto a condividere la sua ricchezza con gli altri. Tadashi torna sulla Terra in rovina e si rimbocca le maniche per ricostruirla.

    IL PIRATA

    Anche questa è una costante: oltre al famoso Harlock, dei pirati con cicatrici compaiono come personaggi secondari nella Regina dei Mille Anni o in Galaxy Express. Infatti, il pirata in Matsumoto è colui che è al di fuori del mondo, quasi un eremita, e può giudicarlo in modo giusto perché ha compreso il valore della libertà. In questa definizione c’è l’ambiguità di Matsumoto: oggettivamente, un pirata è un criminale e ladro (e infatti Harlock depreda dei cargo con viveri e sakè) ma si reputa al di sopra della “morale comune”, dimenticandosi che quella “morale” riguarda anche lui. Comunque, la figura del pirata è il simbolo del coraggio, della presa di posizione contro il sentire comune, anche dell’amicizia disposta a dare la vita per il prossimo. Il Jolly Roger, la bandiera dei pirati, più che un simbolo di ribellione, sembra un simbolo del ritorno agli antichi valori che la Terra ha dimenticato.

    LA MACCHINA, IL CORPO, LO SPIRITO

    Qui la visione orientale di Matsumoto è fortissima. Infatti, bisogna ricordare che in Oriente le religioni credono nella reincarnazione, quindi nel passaggio dello spirito non solo da uomo a uomo, ma anche da uomo ad animale (da qui l’amore smodato per le bestie, credendo che ci sia in loro l’anima di qualche trisavolo) o addirittura da uomo a pianta o cosa: un esempio emblematico è il trasferimento dell’ “anima” di Tochiro nel cervello elettronico dell’Alkadia. Da questa visione, dove il corpo è visto come una “divisa temporanea”, viene fatale il disprezzo per il corpo e la ricerca della spiritualità pura (al contrario del cristianesimo, dove l’uomo non ha un corpo, ma è un corpo. Anima e corpo nel cristiano sono inseparabili). Questo si vede, per esempio, nella figura di Tetsuro che vuole un corpo meccanico. Alla fine, però, lui rifiuta di diventarlo, comprendendo il valore di quello che è. Credo che qui Matsumoto voglia sottolineare il pericolo della freddezza e dell’estraneità del vivere in un mondo controllato solo da macchine (che possono anche essere delle fredde leggi che non tengono conto dell’uomo: le interpretazioni possono essere molte).
    Un cenno devo farlo per il Capitano Dan del Danguard: anche se ha soltanto una maschera di metallo, appare come un uomo “meccanizzato”, dove non ci sono sentimenti ed agisce con lezioni anche crudeli di addestramento. Mi sembra di vedere pure in lui il pericolo di “meccanizzazione” di Matsumoto.

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    Edited by joe 7 - 20/2/2023, 17:10
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    Il grande sensei ha anche collaborato con i Daft Punk
     
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    CITAZIONE (berlicche677 @ 28/7/2023, 14:02) 
    Il grande sensei ha anche collaborato con i Daft Punk

    Sì, in Interstella 5555, che in pratica era un musical pacifista.

    wallpaper___interstella_5555_by_gigagalactic-d5juk9z1

     
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