Il blog di Joe7

  1. RYU, UN ANIME ANCORA ATTUALE

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    Ryu
    By joe 7 il 9 May 2015
     
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    RYU, IL RAGAZZO DELLE CAVERNE

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    SIGLE

    La sigla iniziale italiana, del 1979, è stata scritta da Paolo Moroni, Marcello Casco e Paolo Lepore ed è stata cantata da Fogus. La musica è la stessa della sigla iniziale giapponese, chiamata "Genshi Shonen Ryuu ga iku" ("La strada di Ryu, il ragazzo primitivo"): è stata scritta da Jun Oshio con Takeo Watanabe ed è cantata da Ichiro Mizuki.

    Un mondo ostile
    che a tutti quanti paura fa,
    solo un ragazzo va
    è Ryu, grande Ryu!
    Ryu và, Ryu và,
    ragazzo senza età,
    col cuore in gola,
    và che presto finirà
    Non aver paura mai,
    corri corri e vai che laggiù
    risplende il sole per Ryu
    Ryu, il grande Ryu!


    La sigla finale italiana, del 1979, è stata scritta da Paolo Moroni ed è stata cantata da Georgia Lepore. Anche qui è stata usata la base della sigla finale giapponese, chiamata Ran no Uta (“La canzone di Ran”). “Uta", in giapponese, vuol dire canzone o poesia, a seconda del contesto. In questo caso, indica una poesia triste o nostalgica. E' cantata da Mitsuko Horie.

    Un milione di anni fa,
    o forse due,
    c'era chi parlava al vento ed alle stelle,
    era Ryu, ragazzo che nel cuore aveva
    favole, favole per chi le saprà sognare!
    Fantasie lontane di un mondo antico,
    la poesia che torna da quel passato,
    storie che noi viviamo,
    che viviamo tutti con Ryu
    Ryu!!


    Un cenno sugli autori italiani: ROBERTO FOGU (Fogus), (1930-1995) Pianista e cantante, era famoso anche per la sigla di Jeeg Robot. GEORGIA LEPORE: cantante e doppiatrice, è famosa anche per le sigle: Conan il ragazzo del futuro, Mimì e la nazionale di pallavolo, Peline Story.

    ELENCO EPISODI

    EPISODIO 1: IL SACRIFICIO MANCATO

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    Ryu, il protagonista


    Dopo la sigla, l'episodio inizia facendo vedere in tutta la sua ferocia l'ambiente preistorico. Vulcani eruttanti, dinosauri che lottano, fiumi vorticosi. Alcuni uomini di una tribù inseguono una donna e la catturano, portandola davanti allo stregone: è la madre di un bimbo bianco, mentre in quella tribù tutti hanno la pelle scura. Essendo quindi diverso dagli altri e maledetto, secondo la legge della tribù, deve essere sacrificato a Tirano. Nonostante le proteste della madre, il bambino viene portato via. Compare per la prima volta Tirano, un gigantesco tirannosauro cieco da un occhio. Affamato, alla fine divora un piccolo di scimmia. La madre, Kitty, è disperata, ma trova per caso il piccolo bianco Ryu, che è simile al figlio perduto, e lo adotta come figlio. Dopo diversi anni, Ryu, ormai cresciuto, dotato del senso della parola e vestito di una pelle di leopardo, insieme a Kitty incontra un gruppo di uomini bellicosi, guidati da Ian, che prende subito in antipatia Ryu, intimandogli di andarsene dal territorio di caccia. In questo incontro, Kitty è ferita alla gamba da una freccia. Preoccupato per lo stato di salute di Kitty, Ryu cerca di prendere delle erbe mediche e incontra Ran, una ragazza della tribù di Ian. Tra di loro c'è simpatia, ma all'improvviso Ian e i suoi uomini catturano Ryu e lo portano prigioniero al villaggio della tribù. Proprio mentre stanno per bruciarlo vivo legato ad un palo, arriva Kitty, zoppicante: era preoccupata per Ryu e cerca penosamente di difendere Ryu gettando delle pietre contro gli uomini del villaggio. Questi, per nulla intimoriti, le danno la caccia: ma all'improvviso arriva Tirano, che fa una strage, uccidendo anche Kitty. Ran libera Ryu ed entrambi riescono a scappare. Dopo la distruzione del villaggio, Ryu e Ran vanno a vedere se è sopravvissuto qualcuno: sono tutti morti, tranne il capotribù, che però è moribondo. Prima di morire, lui rivela a Ryu che sua madre è viva: infatti, lei faceva parte di quella tribù. Anni fa se ne andò per cercare suo figlio, appunto Ryu. Ryu seppellisce Kitty e promette di vendicarsi di Tirano: poi decide di cercare sua madre. Ran invece vorrebbe cercare il suo fratellino Don: infatti, lei non era di quella tribù. Veniva da un'altra tribù, ma erano così poveri che lei era stata venduta alla tribù distrutta da Tirano. Ryu non vuole lasciar partire Ran da sola e decide di seguirla nella ricerca del fratello di lei. L'episodio termina con Ryu e Ran che si allontanano insieme.

    COMMENTO:

    I disegni, chiari, ruvidi e a olio, rendono bene la primitività dell'ambiente. Anche i tratti dei personaggi, duri e spigolosi, si ambientano perfettamente nel contesto. Tirano è presentato in modo minaccioso: all'inizio mostrano solo una sua coda, poi un particolare dell'occhio, poi tutto il mostro. E' molto efficace come presentazione. Qui bisogna lasciar stare le domande più ovvie: com'è possibile che Ryu possa parlare e farsi dei vestiti, se è stato adottato da una scimmia semiumana? Nell'episodio, la scimmia Kitty non dice nemmeno una parola, si esprime a gesti e a versi. Quindi, non è molto credibile. Inoltre, Kitty ha addirittura un aspetto maschile, aumentando ancora di più la confusione. In una scena, "lei" si mette addosso un coniglio, facendo finta che sia una pelliccia di visone come quelle che si mettono le dame di alta società: in questo modo, il personaggio diventa ancora più grottesco...ma lasciamo stare. Quello che conta è la costruzione della storia, molto coinvolgente, con un'aura di minaccia che ristagna continuamente nell'ambiente.

    EPISODIO 2: DA SOLI NON SI VIVE

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    Ran, la donna di Ryu


    Ran corre da Ryu, che sta dormendo in una caverna scelta come rifugio: sta passando sulla prateria una mandria di bisonti (!). Ran chiede a Ryu cosa li abbia fatti scappare, ma la risposta subito è chiara: il tirannosauro Tirano è vicino e ha mangiato alcuni bisonti. Inoltre, vuole anche la carne di Ryu e Ran, che scappano, raggiungendo un bosco: però arrivano ad un crepaccio dove passa un fiume. Tirano sta arrivando, quindi devono fare in fretta: con l'aiuto di una liana attraversano il fiume. Ma la furia di Tirano non si placa: Ryu e Ran scoprono un villaggio di persone uccise da Tirano. Una donna vecchia, moribonda, muove a compassione Ran, che la vuole assistere. Ma Ryu non capisce perchè occuparsi di una vecchia moribonda. Ran rimprovera Ryu, che se ne va offeso. Dopo la morte della donna, Ran piange, mentre Ryu torna da lei. Il ragazzo ha il cuore indurito e non capisce ancora bene la compassione. Però vuole bene comunque a Ran. Mentre va a caccia per avere qualcosa da mangiare, viene catturato, insieme a Ran, da una tribù, che condanna Ryu a morte. Il ragazzo viene gettato in un crepaccio pieno di aria velenosa, mentre Ran è prigioniera. Laggiù, Ran incontra una donna che le fa sapere che la madre di Ryu, che lui cerca, era passata a quel villaggio tempo fa. Ma poco dopo tutti gli uomini del villaggio se ne vanno, portando via con sè Ran: si teme infatti che stia arrivando Tirano. A causa della pioggia, Ryu riesce ad uscire dal crepaccio senza respirare i vapori velenosi, e torna al villaggio per liberare Ran. Si accorge che lì non c'è più nessuno: ora Ryu è solo. E pensa che forse è meglio stare da soli: ma non può fare a meno di pensare a Ran. Quindi parte seguendo le tracce degli uomini del villaggio.

    COMMENTO:

    In questo secondo episodio, la psicologia dei personaggi viene approfondita. Il lato gentile di Ran contrasta con quello scontroso e misantropo di Ryu. In questa storia, il ragazzo sta percorrendo un cammino dove cerca di recuperare la sua "umanità" perduta. Capisce che non può stare da solo. Le scene sono drammatiche e ben disegnate con colori vividi. Il pericolo di Tirano incombe su tutti, non solo su Ryu: Tirano è la minaccia per eccellenza di quel mondo. Curiosamente, oltre al fatto che ci sono bisonti e antilopi in un ambiente "preistorico", Tirano sembra essere l'unico tirannosauro...non ne compaiono altri, sembra. Se non in qualche "immagine coreografica" del paesaggio.

    EPISODIO 3: LA PROVA DELLE PIETRE SACRE

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    Ran e Taka


    Ryu parte all'inseguimento di Ran, rapita dagli uomini di una tribù. Ad un certo punto, un triceratopo con un corno solo lo vede e carica addosso su di lui per ucciderlo. Ryu si trova a mal partito, nonostante riesca a ferire la bestia, quando, all'improvviso, un gruppo di uomini, guidati da un uomo chiamato Taka, uccide il triceratopo con le lance. Taka odia gli uomini bianchi e ordina di dare la caccia a Ryu, che però riesce a fuggire. Alla fine, il ragazzo raggiunge il villaggio dove è prigioniera Ran, ma viene catturato: infatti, è lo stesso villaggio di Taka. Ryu viene appeso ad un albero a testa in giù, e Ran, di nascosto, cerca di aiutarlo, ma non ci riesce. Però dice a Ryu che la madre di lui era passata per quel villaggio. Il capo della tribù vorrebbe risparmiare Ryu perchè riconosce la sua forza e coraggio, ma Taka si oppone: infatti, oltre ad odiare i bianchi perchè hanno assalito il suo vecchio villaggio, desidera Ran. Alla fine, Ryu viene sottoposto ad una prova: recuperare delle pietre per le frecce, che si trovano sulle pendici di un vulcano. Mentre Ryu si avvicina al cratere, questi erutta, facendo uscire della lava: ma Ryu riesce alla fine a fuggire e a portare le pietre. Viene accettato come membro della tribù. Ma la tribù si trova in un periodo di siccità, e deve emigrare: Ryu vorrebbe andare via per cercare sua madre, ma Taka lo sfida ad un duello con le scuri. Ryu ha la peggio, ma ad un certo punto arriva Tirano e tutti fuggono, anche Ryu e Ran.

    COMMENTO:

    Il legame tra Ryu e Ran qui si rafforza, in mezzo alle difficoltà. Stranamente, la storia selvaggia di Ryu è anche una storia d'amore, pur se non esplicita. In questo episodio compare Taka, un personaggio importante della serie. E' forse il peggior nemico di Ryu, e il suo odio per lui è quasi un'ossessione. Le immagini della siccità, col sole che dardeggia nel cielo e le ossa rinsecchite, sono impressionanti. Così pure il triceratopo dagli occhi iniettati di sangue.

    EPISODIO 4: LOTTA CONTRO IL MOSTRO

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    Kiba, il cacciatore di Tirano


    TRAMA:
    Ryu e Ran scappano per allontanarsi dalla tribù di Taka, attaccata da Tirano. Infatti, Taka, che odia Ryu, è sopravvissuto, e, insieme ad altri due uomini, è alla caccia di Ryu. Questi, insieme a Ran, attraversa una zona desertica, priva di acqua, e i due soffrono la sete. Dopo una giornata atroce di marcia, alla sera scoprono un fuoco, dove un cacciatore, inaspettatamente, li accoglie e dà loro da mangiare. E' coperto di cicatrici, e racconta la sua storia: era un capotribù un tempo, e sua moglie e suo figlio, insieme con tutta la tribù, furono uccisi da Tirano. Da allora, Kiba - questo è il suo nome - vive solo per uccidere Tirano. Due anni fa, riuscì anche ad accecarlo in un occhio. Ryu e Ran accettano di aiutarlo per compiere la sua vendetta. Visto che Tirano ogni mattina beve acqua dalle rive di un lago, preparano una trappola costruendo un'enorme balestra con la punta avvelenata. Ma la trappola fallisce, perchè il mostro si muove casualmente proprio in quell'attimo. Kiba si scontra con Tirano e cade in un crepaccio, ma sopravvive, mentre Ryu e Ran devono scappare, inseguiti da Tirano. Quando tutto sembra perduto, un tromba d'aria porta via i due ragazzi. Stanchi, ma sopravvissuti, Ryu e Ran continuano il loro cammino, mentre Taka continua ad inseguirli: ormai li ha visti in lontananza.

    COMMENTO:

    In questa puntata si fa la conoscenza di un altro personaggio importante, il cacciatore Kiba. Le scene del deserto illuminato dal sole e con le rocce secche e arse sono di grande effetto. Qui più che mai il senso di minaccia e pericolo che Tirano inserisce nella storia è opprimente.

    EPISODIO 5: PER CENTO PELLI DI CAPRA

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    L'innocente bambina Toko


    Ryu e Ran devono scappare perchè sono inseguiti da Taka e da due suoi sottoposti, che li vogliono uccidere. Dopo un inseguimento nella fenditura di una montagna, in cui Ryu e Taka si scontrano senza che uno prevalga sull'altro, Ryu e Ran si rifugiano in una caverna, riuscendo ad eluderli. Laggiù però il riposo dura poco: vengono minacciati prima dai pterosauri, poi da uno stegosauro. Usciti dalla caverna, sono sorpresi da un temporale e scappano di nuovo: sfiniti, cadono a terra e vengono scoperti da una bambina, Toko, che ne parla con suo padre, un capotribù. Lui sa di Taka, e vorrebbe scambiare Ryu con cento pelli di capra. Ma la figlia si accorge dell'inganno del padre e avvisa Ryu e Ran, che devono scappare di nuovo, inseguiti da Taka.

    COMMENTO:

    In questa puntata in certi punti si è giocato "al risparmio", con certe immagini statiche e altre spesso ripetute. Le scene e gli sfondi comunque restano impressi, come pure la pericolosità degli animali. In questa storia, si sperimenta anche il tradimento: Ryu e Ran capiscono che non possono fidarsi di nessuno. Sono soli. Da notare che Ran inciampa in ogni sasso che incontra...Ran l'inciampatrice! Per la prima volta, comunque, Tirano non compare e non è nemmeno menzionato.

    EPISODIO 6 - GUERRA AI LIMITI DEL DESERTO

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    Don, Ryu e Ran


    Ryu e Ran stanno scappando da Taka e dai suoi, che continuano ad inseguirli come mastini. Finiscono in una foresta, dove sono minacciati da una pantera nera, ma soprattutto da un'enorme pianta carnivora che li avvolge tutti e due nelle sue spire per divorarli (!). Quando tutto sembra perduto, arrivano gli uomini di una tribù, comandata da un uomo saggio, che liberano i due, facendo bruciare la pianta. Raccontano a Ryu che hanno dovuto scappare dai loro territori, perchè minacciati da una tribù avversaria, i Varugi. Ryu decide di aiutarli per ricambiarli dell'ospitalità. Intanto, nella tribù dei Varugi arriva Taka, all'inseguimento di Ryu, e lui, insieme ai suoi uomini, è costretto a partecipare alla guerra tra le due tribù. Mentre lo scontro infuria, Ryu vede un ragazzino che somiglia a Ran, e pensa che sia il fratellino di Ran, Don. Quando lo scontro termina, Ryu riferisce a Ran la sua scoperta, ed entrambi decidono di andare nel villaggio dei Varugi. Il capo della tribù amica li lascia andare, dicendo loro che è disposto a far pace coi Varugi. Alla fine, nonostante l'ostacolo di Taka, Ryu, Ran e Don si incontrano, e Don si allontana con loro, salutato dal suo amico Massi, triste per la partenza del suo amico.

    COMMENTO:

    In questa storia, compare per la prima volta Don, il fratellino di Ran, che da adesso in avanti seguirà la coppia, facendo quasi le veci del figlio. La storia stavolta è piuttosto articolata e complessa, con lo scontro di due tribù. Disegni ottimi e drammatici come sempre. Il punto debole della narrazione è il personaggio di Taka, che insegue Ryu con una tenacia degna del miglior Zenigata: ma non si capisce bene perchè. L'odio razziale non è un motivo sufficiente per inseguire qualcuno in capo al mondo. Forse l'attrazione che prova per Ran, ma non ne sembra molto motivato. Sembra semplicemente impazzito dall'odio per Ryu, senza un motivo abbastanza plausibile. In ogni caso, è un personaggio emblematico, perchè incarna tutto l'ambiente minaccioso che circonda Ryu e i suoi amici.

    EPISODIO 7: SEGUENDO LE ORME DEL MOSTRO

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    Tirano sta per mangiare Ran


    Stavolta si inizia in modo più tranquillo: Ryu è in piedi sopra un picco, con la lancia in mano, quasi come nella sigla, osservando se si vede Taka all'orizzonte. Sembra che, almeno adesso, lui abbia desistito dall'inseguirli. Torna nella caverna, che avevano scelto come rifugio, e tranquillizza Ran e Don, dicendo che non sono più inseguiti, almeno per adesso. Vedendo l'affetto tra Ran e Don, il desiderio di Ryu per ritrovare sua madre è più forte: ma lei è molto lontana, in un luogo sconosciuto e pericoloso. Ryu non se la sente di portare con sè anche Ran e Don: per questo, inizia ad addestrare Don con l'arco, perchè possa difendere sua sorella da solo. Ran si accorge dello strano comportamento di Ryu, e rimane perplessa, non capendone il motivo. Dopo aver fatto un bagno nel bosco, si riveste e si accorge che gli animali corrono via all'impazzata: terrorizzata, scopre proprio davanti a lei Tirano, che la insegue. Ran scappa spaventata, ma alla fine inciampa (come al solito) e sviene dalla paura. Ma, mentre Tirano sta per mangiarla, interviene Ryu, che lo attira verso di sè. Anche lui, però, si trova a mal partito, quando, all'improvviso, compare Kiba, che aveva incontrato tempo prima, l'inseguitore di Tirano. Kiba ferisce Tirano con la sua lancia, salvando Ryu, ma si storce una caviglia. Ryu insegue Tirano, saltando sulla sua testa per finirlo, ma il mostro gli spezza la lancia con le sue zanne e lo fa cadere: Ryu finisce sulla schiena di uno gnu, comparso insieme ad un branco di suoi simili. L'animale lo allontana subito da Tirano. Durante la sera - una sera di pioggia e tempesta - Ran cura la ferita di Kiba, quando il terreno si agita: ma non è il terremoto, è Tirano che fa sbattere le sue enormi zampe sopra il tetto della caverna, per farla crollare. Ma la roccia è più resistente del previsto, e Tirano se ne va. Durante la notte, Kiba, anche se zoppicante, se ne va per inseguire Tirano. Sia lui che il mostro sono diretti a sud, dove si trova la madre di Ryu. Questi decide allora di seguirli, chiedendo a Ran e Don di lasciarlo: è troppo pericoloso. Ma i due rifiutano: vogliono restare con Ryu. Quindi si incamminano tutti e tre insieme.

    COMMENTO:

    In questa puntata, Tirano torna in grande stile, arrivando quasi a mangiare Ran. Inoltre, torna Kiba. Il tratto dei personaggi è insolitamente un pò morbido, meno grezzo: forse qui hanno cambiato animatore. Da notare che qui Ryu, per la prima volta, abbandona ogni tanto l'aria seria, facendo espressioni un pò comiche: quando Ran elogia Ryu e lui la ascolta di nascosto, il ragazzo si ringalluzzisce un pò; inoltre, quando viene portato via sulla schiena dallo gnu, e l'animale interrompe la sua corsa sbattendo contro un tronco, proprio davanti a Don, Ryu ha la faccia come minimo imbarazzata.

    EPISODIO 8: FAIDA TRIBALE

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    Kiba: il suo segreto sarà rivelato nell'episodio


    Ryu, Ran e Don corrono sotto la pioggia di un temporale con tanto di fulmini, fino a quando scoprono una caverna dove si rifugiano. Ryu si accorge che Ran sta poco bene, e, visto che non c'è fuoco, la scalda col suo corpo. Ma Don è geloso e, il giorno dopo, va da solo in cerca di erbe mediche per Ran, senza badare agli avvisi di Ryu. Finisce per sbaglio nelle sabbie mobili e sta per essere assalito da una tigre blu dai denti di sciabola (!), quando arriva Ryu e lo salva. I due fanno la pace; ma, nello stesso tempo, alla caverna, dove Ran è sola e sta poco bene, arrivano due uomini di Taka, l'uomo che odia Ryu, e portano via Ran. Ma, ad un certo punto, compare Kiba, il cacciatore di Tirano e amico di Ryu, che libera Ran. Anche Kiba è ferito, e Ran lo cura; Kiba le racconta che una volta lui aveva un fratello. Quando Ryu e Don, partiti alla ricerca di Ran, trovano lei e Kiba, decidono di fare il viaggio tutti assieme. Trovano una caverna e si rifugiano dopo aver scacciato dei grossi lucertoloni simili ai varani. Ma Taka e i suoi uomini non demordono: mentre Ryu e il bambino Don vanno a caccia,loro trovano Ran e Kiba nella grotta. Taka spiega ai due il motivo del suo odio per Ryu dalla pelle bianca: un tempo, la sua tribù fu sterminata da una tribù di uomini dalla pelle bianca. Parlando con Taka, il cacciatore Kiba capisce che lui è il fratello perduto. Ma preferisce non dirglielo: riesce a far scappare Ran, che fugge via insieme con Ryu e il piccolo Don.

    COMMENTI:

    Il bambino spesso è uno scocciatore, nelle serie animate, e l'antipatico e lacrimoso Don non fa eccezione. Qui la storia è incentrata sul conflitto del cacciatore Kiba, che capisce di essere fratello di Taka, cioè di un uomo da disprezzare. Qui c'è anche una differenza importante col manga, in cui Taka e Kiba si conoscono sin dall'inizio e sanno di essere fratelli.

    EPISODIO 9: LO STREGONE BUGIARDO

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    Lo stregone bugiardo e la madre di Ben


    Ryu, Ran e Don si trovano in mezzo ad una tempesta di sabbia nel deserto. Alla fine, trovano rifugio in una caverna in mezzo ai monti. Il giorno dopo, quando ripartono, attraversano una foresta dove trovano delle tracce di sangue: seguendole, si accorgono che è di un capotribù, scacciato via dalla sua tribù perchè suo fratello, che era diventato uno stregone e lo odiava, aveva ingannato la gente facendo credere che il capo fosse maledetto dagli dei perchè aveva perso il duello rituale contro una tigre blu dai denti di sciabola. Inoltre, lo stregone fa imprigionare Ben, il figlio del capotribù, davanti agli occhi impotenti della madre. Questo particolare colpisce Ryu: pensa che quella madre non volesse bene a suo figlio, perchè non ha combattuto per salvarlo, e forse anche la madre di Ryu non amava tanto il figlio, se lo aveva lasciato in pasto a Tirano. Ran cerca di dissuaderlo: Ryu, allora, va di nascosto nel villaggio, dove viene catturato e portato in prigione insieme a Ben. Insieme, i due fuggono, e Ryu riesce a far scappare Ben, mentre fa scoprire agli uomini il trucco dello stregone: usava delle comuni pietre focaie. Ma l'autorità dello stregone sulla tribù è troppo forte, e Ryu viene mandato senza armi contro la tigre dai denti di sciabola. Ma la madre di Ben sfila il coltello dallo stregone e lo getta a Ryu, che vince lo scontro, uccidendo la bestia. Lo stregone vuole mandarli a morte tutti e due, ma arriva all'improvviso il tirannosauro Tirano, che provoca una strage. Insegue Ryu e Ben, che, tornato al villaggio, cerca di aiutare Ryu. I due finiscono in una stretta fenditura, dove Tirano non può passare: la madre di Ben, allora, colpisce Tirano alla coda con una lancia, per distrarlo. Viene gettata via con un colpo di coda, ma sopravvive, permettendo a Ryu e Ben di scappare. Tirano, furioso, uccide molti uomini del villaggio, tra i quali anche lo stregone malvagio. Una volta andato via Tirano, la mamma di Ben viene curata e Ryu ammira il suo coraggio: forse, anche sua madre sarà così. E' ancora più determinato di prima a trovarla.

    COMMENTO:

    Qui si descrive lo stato di paura in cui viveva l'uomo primitivo, facile da ingannare: non molto diverso, comunque, dall'uomo attuale. I disegni sono efficaci e crudi, rappresentando bene il mondo duro e violento di Ryu. Il racconto del capovillaggio, che parla degli inganni del suo fratello malvagio, è pieno di ottimi fermo immagine acquerellati che sono quasi dei quadri. Complimenti all'autore!

    EPISODIO 10: GLI UOMINI DELLE NEVI

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    Un uomo delle nevi


    Questa volta la storia inizia in mezzo alle nevi e alle montagne. Ryu, Ran e Don, coperti di pelli, attraversano stanchi l’ambiente invernale, sempre alla ricerca della madre di Ryu. Incontrano delle orme misteriose, piuttosto grandi, che può averle fatte un essere alto tre volte un uomo e abbastanza simile all’uomo. Riescono alla fine ad attraversare uno stretto ponte sospeso su un crepaccio: il ponte si spezza al passaggio di Ran, ma lei era legata alla vita da una corda e Ryu afferra saldamente l’altro capo della fune per tirarla su, anche se, facendo questo, si spella le mani fino a farle sanguinare. Ran ringrazia Ryu, ma Don, geloso, pretende anche lui i ringraziamenti. Andando avanti, incontrano di nuovo non solo le orme misteriose, ma anche un orso ucciso con una pietra troppo grande da essere sollevata da un uomo normale. All’improvviso, arrivano i lupi, attratti dal sangue dell’orso. Ryu e gli altri sono in difficoltà, ma all’improvviso un urlo e un’ombra gigantesca fa scappare i lupi. L’ombra scompare, lasciando sorpresi i tre. Dopo aver camminato, alla fine scoprono un filo di fumo: forse un villaggio. Arrivati lì, ottengono ospitalità e parlano sotto la tenda del capo villaggio, Kayatsuku. Costui dice loro che forse hanno visto l’uomo delle nevi. Ryu chiede informazioni su sua madre, dicendone il nome: Esta. Kayatsuku ricorda di aver incontrato una donna che si chiamava così, al villaggio della tribù degli Estiva, dopo il lago di ghiaccio. Faceva delle pelli ricamate con cura. Ryu vuole partire subito, ma è troppo pericoloso, con l’uomo delle nevi. Inoltre, non vuole mettere a rischio le vite di Ran e Don: quindi, parte da solo, a loro insaputa, mentre dormono. Ma, durante il viaggio, viene assalito dall’uomo delle nevi, che quasi riesce ad ucciderlo, quando arrivano in suo soccorso Ran e Don, con una slitta trainata dai cani, che il capo Kayatsuku aveva dato a loro. Con una freccia, Don colpisce l’uomo delle nevi all’occhio, e lui fugge. I tre si riuniscono e partono insieme sulla slitta, ma vengono inseguiti da un gruppo di uomini delle nevi, troppi anche per le frecce, che si esauriscono subito. Attraversando il lago ghiacciato, i lastroni di ghiaccio si spezzano e molti degli inseguitori finiscono nell’acqua ghiacciata. Con un salto azzardato, Ryu e gli altri si salvano, oltrepassando la fenditura di ghiaccio sulle acque del lago: però la slitta finisce a pezzi. Comunque, sono salvi e alla fine arrivano al villaggio degli Estiva, che però è abbandonato da tempo. Ryu trova una pelle ricamata con cura: capisce che sua madre è passata di qui.

    COMMENTO:

    Qui l’ambiente stavolta cambia: non è più preistorico con montagne eruttanti, ma invernale e nevoso. L’apparizione delle orme e la minaccia incombente dell’uomo delle nevi danno una grande sensazione di pericolo per tutto l’episodio. Qui per la prima volta si dice il nome della madre di Ryu: Esta. Inoltre, il legame tra Ryu, Ran e Don si è fatto più stretto: ormai i due sono disposti a rischiare la vita pur di stare accanto a Ryu.

    EPISODIO 11: RIVALITA’

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    Ran qui incontrerà la sua "rivale" Ema


    Dopo essere usciti dalla terra dei ghiacci, Ryu, Ran e Don riprendono il loro cammino. Ora il clima è più caldo, e devono solo attraversare un laghetto ghiacciato per raggiungere le terre calde: ma sotto i piedi di Don si apre un crepaccio e cade in acqua. Ryu lo salva, ma il ragazzo per il freddo si ammala e prende la febbre. Ryu osserva del fumo all’orizzonte e va a chiedere aiuto: all’improvviso, una pantera nera gli si para davanti e gli blocca la strada. Quando tutto sembra perduto, interviene una donna all’improvviso, che tiene a bada la pantera con la frusta: l’animale infatti è Blacky, il suo “cucciolo”. La donna si chiama Ema e appartiene alla Tribù del vulcano Nosasabi, comandata da sua nonna, la vecchia stregona Nanami. Ryu chiede aiuto ad Ema per Don e lei, dopo un attimo di perplessità, annuisce. Però, quando compare Ran, appare contrariata: la donna prova attrazione per Ryu. Arrivati al villaggio, sono accolti tutti con una gentilezza sospetta: infatti, la vecchia Nosasabi vuole catturare Ran per gettarla nel vulcano e placare gli dei della montagna. Il giorno dopo, Don è guarito e Ryu esce un momento, incontrando Ema che fa il bagno nel lago: dopo un attimo di imbarazzo, dopo essersi vestita, la ragazza parla con Ryu raccontando la storia del suo villaggio, che fu decimato dalla lava provocata dall’ira degli dei della montagna. Tutta la sua famiglia perì e sopravvisse solo sua nonna Nosasabi. Per placare l’ira degli dei, è necessario il sacrificio di una giovane donna. Ryu ha subito dei sospetti: vogliono forse sacrificare Ran? Torna di corsa nel villaggio, ma viene catturato dagli uomini del villaggio e messo in prigione insieme a Don, mentre Ran è messa in una prigione a parte. Ema supplica la nonna di risparmiare Ryu, ma la donna è irremovibile: Ryu non abbandonerà mai Ran, e se Ran non verrà sacrificata, la donna da sacrificare sarà proprio Ema, e questo la nonna non lo vuole. Ema scappa via piangendo, quando incontra Ryu e Don, che erano scappati dalla prigione. Promette loro che libererà Ran, e, con l’aiuto della sua pantera nera, libera la ragazza e iniziano a scappare. Ma Taka, l’uomo che odia Ryu, e due suoi uomini, gli bloccano la strada. La pantera Blacky uccide i due uomini di Taka, ma costui getta la sua lancia contro Ryu: l’arma però colpisce Ema, che si era messa in mezzo per salvare Ryu. Taka cade in un crepaccio, mentre Ema muore tra le braccia di Ryu, mentre il vulcano ricomincia ad eruttare.

    COMMENTO:

    Una bella storia, che non compare nel manga, con il personaggio di Ema che compare solo in questo episodio dell’anime. Ema fa la parte della “donna che si sacrifica”. I tratti del mondo primitivo di Ryu restano sempre impressi: lo sfondo col cielo rosso e il vulcano eruttante è di sicuro effetto.

    EPISODIO 12: AMICI

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    Kiba fa da maestro a Ryu


    Davanti a Ryu, Ran e Don si trova all’improvviso un vasto prato d’erba e fiori, montagne e bel tempo: tutto appare paradisiaco. Il bimbo Don corre alla caccia di una farfalla, ma all’improvviso un serpente mostruoso sta per divorarlo, quando interviene Ryu, uccidendolo. Si rendono conto che quel prato paradisiaco è un nido di serpenti. Allontanandosi da lì in fretta, Ryu costruisce una zattera ed attraversa il fiume con Ran e Don. Però un gigantesco brachiosauro carnivoro compare all’improvviso da sotto l’acqua e distrugge loro l’imbarcazione. I tre si salvano a stento e raggiungono la riva. Attraversando un bosco, avvertono dei ruggiti: riconoscono il tirannosauro Tirano. Ryu avanza da solo con prudenza e trova un gigantesco dinosauro ucciso da Tirano, che si è allontanato. Ryu vorrebbe farla finita con quel mostro e parte all’inseguimento, ma all’improvviso una lancia lo ferma, piantandosi davanti a lui sul terreno: è Kiba, il cacciatore di Tirano e amico di Ryu. L’ha fermato perché il ragazzo non è in grado di affrontare Tirano. Riuniti insieme in una caverna, Ryu dice che la loro vita è solo lotta per la sopravvivenza. Ma Kiba dice che non è solo questa la vita. Ryu, colpito dalle sue parole, chiede a Kiba di cacciare Tirano insieme a lui e di allenarlo ad essere più forte: forse Taka tornerà a minacciarli. Kiba, anche se è il fratello di Taka, accetta di addestrare Ryu, perché possano essere alla pari e un giorno rappacificarsi. L’addestramento è assai duro e Ryu è spesso in difficoltà: avverte la sua inadeguatezza quando danno la caccia ad un bisonte preistorico, che lui svolge in modo sbagliato. Ad un certo punto, gli allenamenti sono così duri che Ryu pensa che Kiba lo voglia ammazzare e scappa via con Ran e Don. Ma vengono ostacolati da Tirano, che sta per divorarli: ma Kiba, con delle frecce fiammeggianti, fa cadere il mostro in un burrone dove c’è un fiume. Sicuramente Tirano è sopravvissuto. Kiba spiega a Ryu che i suoi allenamenti erano stati molto duri per fare di Ryu un uomo.

    COMMENTO:

    In questo episodio, il tratto dei personaggi è leggermente più gentile, forse hanno cambiato il character designer. Torna Kiba, per diventare elemento importante del gruppo di Ryu, facendo le veci del mentore ed insegnante, nel classico allenamento spezzaossa delle serie giapponesi. E’ da notare che la psicologia dei personaggi nell’anime appare ancore più accentuata che nel manga, dove Kiba ha tratti più monocordi, pur rimanendo un personaggio di un certo spessore psicologico.

    EPISODIO 13 E 14: LA TRAPPOLA / LA VENDETTA IMPOSSIBILE

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    Tirano uccide Sagal, lo pterodattilo. La morte di Kiba


    Questa è una storia in due parti, la si potrebbe intitolare “La saga di Kiba”. Nel deserto, dove soffia il simun, il vento del Sahara, camminano Ryu, Ran, Don e Kiba, il cacciatore di Tirano, diventato compagno di Ryu. Durante il cammino, sono minacciati da un enorme pipistrello: è Sagal, il demone del deserto, che si dirige verso di loro. Nonostante la difesa di Ryu e Kiba, Sagal rapisce il piccolo Don e lo porta in una foresta, al suo nido, dove inizia ad aggredirlo per mangiarlo. Ma Don, essendo piccolo, riesce a sfuggire momentaneamente a Sagal: quando però sta per essere preso, Sagal all’improvviso avverte qualcosa e si allontana. Don, sollevato, esce dal nido e scende lungo l’enorme albero. Mette però un piede in fallo e cade: viene salvato in tempo da Kiba, arrivato in suo soccorso insieme a Ran e Ryu. Incamminandosi nella foresta, trovano finalmente l’acqua: però vedono anche le tracce di Tirano e pure di Taka e dei suoi due uomini. Avvertendo dei ruggiti, si avvicinano cautamente: sono Sagal e Tirano che combattono ferocemente tra di loro. Alla fine, il vincitore è Tirano, che divora Sagal. Kiba progetta una trappola per il tirannosauro: incendiando parte della foresta mentre Tirano andrà a bere alla pozza d’acqua, si lascerà libero un passaggio che faccia andare Tirano verso una grande buca coperta e riempita di grosse punte acuminate. Il piano sembra funzionare, ma Tirano riesce ad uscire dalla buca, e, anche se ferito, afferra Kiba tra le sue fauci e sta per divorarlo, quando Ryu riesce a liberarlo. Tirano, ferito, si allontana, lasciando Kiba morente. In quel momento, sopraggiungono Taka e i suoi uomini, che minacciano Ryu. Il ragazzo rivela a Taka che Kiba è suo fratello. Sulle prime, Taka è incredulo, ma davanti alle parole di Kiba deve ricredersi. Questo però non spegne la sete di vendetta di Taka: mentre Ryu, su richiesta di Kiba, va a vedere se Tirano è morto per le ferite, e Ran cura le ferite di Kiba, Taka attende il momento buono per la vendetta. Ryu non riesce a trovare Tirano e, tornato da Kiba morente, gi dice una bugia: Tirano è morto. Kiba muore soddisfatto. Taka pretende di seppellire lui Kiba, e Ryu lo lascia fare: infatti, Kiba ha fatto promettere a Taka che lui non avrebbe più attaccato Ryu. Ma era una promessa da marinaio: di notte, Taka e i suoi catturano Ran e cercano di ammazzare Ryu. Però il ragazzo non solo sconfigge gli uomini, ma batte anche Taka a duello. Lo lascia vivere per rispetto a Kiba, ma gli dichiara anche il suo disprezzo per non aver mantenuto la promessa fatta al fratello morto.

    COMMENTO:

    Qui siamo ad una svolta della storia. Con la morte di Kiba, Ryu è determinato ad uccidere Tirano più di prima, oltre a trovare sua madre. Inoltre, la viltà e meschinità di Taka si rivela in tutta la sua forma. La storia qui si sviluppa diversamente che nel manga: Taka e Kiba qui in pratica sono rivali, mentre nel manga già si conoscono e non si combattono. Inoltre, la morte di Kiba avviene nel manga alla fine, mentre nell’anime avviene a metà storia. Le scene dello scontro tra Sagal e Tirano sono impressionanti, come pure quelle del fuoco e della trappola.

    NOTA: Ryu è della tribù Okino. Ran è stata acquistata dalla tribù Ocho. Kiba era il capo della tribù Tasso. Paros e Tarusa, della tribù Otsuna, erano i genitori adottivi di Taka. Taka e Kiba appartengono alla tribù Anaguma.

    EPISODIO 15: LOTTA NELL’ISOLA FELICE

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    Ryu e Ran approfondiscono il loro rapporto; compare la mascotte Prendidon


    Ryu corre in fretta, facendo stancare Ran e Don: vuole vendicarsi di Tirano per la morte di Kiba. Ma Ran e Don non ce la fanno a stargli dietro: Ran dice a Ryu di riposarsi, è troppo teso. Tornando a camminare normalmente, per la prima volta i tre vedono il mare e sono stupiti. All’improvviso, appare un uomo inseguito da uno scorpione gigante: anche se a fatica, alla fine Ryu sconfigge il mostro. L’uomo è sfinito: aveva perso la strada in una battuta di caccia ed è disperso da dieci giorni. E’ Suko, figlio del capo del clan che abita sull’isola Saraban. Il ragazzo viene curato da Ran, mentre Ryu e Don costruiscono una zattera per arrivare sull’isola, dove alla fine arrivano e sono accolti con gioiosi festeggiamenti. Anche Zapi, la ragazza che è stata promessa sposa a Suko, ne è contenta, ma Suko è attratto da Ran. Dopo una notte di festa, Ran, Ryu e Don esplorano l’isola, trovando dei prati estesi ed animali innocui come conigli e pappagalli. Sono sorpresi dalla tranquillità di quel posto. Suko corre da loro e parla con Ran, chiedendole se vuole restare sull’isola. La ragazza è imbarazzata e non sa cosa rispondere. Intanto, Don scopre un piccolo dinosauro domestico, chiamato Prendidon, e si affeziona a lui. Suko parla a suo padre, dicendo che vuole Ran: Ryu è solo interessato a trovare la madre e a uccidere Tirano, in fondo – pensa – non gli interessa molto Ran. Zapi, triste per essere rifiutata da Suko, incontra Prendidon e lo abbraccia. Ma poi lo stringe con rabbia e lo butta via. Ryu va a pesca insieme con gli uomini dell’isola, e nota che Ran saluta Suko che va a pesca con gli altri. In qualche modo, si sente turbato da questo, e decide improvvisamente di partire, anche da solo se necessario. Ran è offesa, dicendo che avevano promesso di restare insieme. Discutendo, trovano Prendidon con un mucchio di pietre nel suo marsupio: glie le aveva messe Zapi in un attacco di rabbia. Mentre Suko e i suoi sono a pesca, avviene un temporale: nonostante questo, Suko riesce a tornare e dice a Ryu che ha trovato sua madre, viva, in una grotta. Mentre Ryu va da lei sotto la pioggia, Suko si dichiara apertamente a Ran, ma lei gli dice che deve stare con Zapi. Quest’ultima aveva sentito e dice a Ran la verità: nella grotta non c’è la madre di Ryu, ma un uomo: Taka, che aveva detto a Suko, mentendo, di sapere dove si trovava la madre di Ryu. Sconvolti, Ran e Don corrono da Ryu, mentre Zapi si dichiara a Suko: non si saprà mai la sua risposta. Ryu incontra Taka e i due uomini e si scontra con loro. Mentre cade in un crepaccio, vengono Ran e Don. Ma all’improvviso l’acqua alta sommerge la foresta: Ryu, Ran e Don salgono su un albero per non essere travolti, mentre sono sempre inseguiti da Taka. Mentre salgono su un ramo, questi si spezza e i tre sono portati via dalle onde. Finiscono in mezzo al mare, dove trovano una canoa alla deriva, trascinata lì dalla tempesta. Trovano dentro un ramo e il piccolo Prendidon, che diventa la loro mascotte. Ryu rema al largo, dirigendosi verso la terraferma.

    COMMENTO:

    Una storia dove, per la prima volta, si fa cenno esplicito ai sentimenti di Ryu per Ran: finora, sembrava che al ragazzo interessasse solo la madre e la morte di Tirano. Invece, sembra che non sia solo questo. La storia è articolata e con buoni colpi di scena, soprattutto nel campo dei sentimenti. Compare qui per la prima volta Prendidon. Ottimi disegni e sfondi.

    EPISODIO 16: L'UOMO BESTIA

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    Lo schiavista Tanga, l'"uomo bestia"


    Ran, Ryu e Don si rilassano immersi nell’acqua calda di una zona termale (è curioso notare che Ryu non provi imbarazzo ad essere in acqua senza vestiti insieme a Ran e Don). All’improvviso, un uomo anziano arriva e si immerge nell’acqua calda, e Ryu afferra il pugnale per sicurezza. L’anziano riconosce Ryu come uno della tribù degli Otsuna per via della sua pelle bianca. Inoltre, tempo fa il vecchio aveva incontrato una donna Otsuna dalla pelle bianca anche lei: forse era Esta, la madre di Ryu. Fu catturata e portata nella valle di Jigokudani nel villaggio degli schiavi di Tanga, un razziatore e schiavista, molto spietato, da essere soprannominato l’”uomo bestia”. Aveva fatto anche una razzia nel villaggio del vecchio, rapendo, oltre ai vari abitanti, anche Jen, il figlio del vecchio. Ryu allora si reca da solo nella valle Jigokudani per vedere se riesce a vedere sua madre. Nel frattempo, Tanga minaccia di tagliare la mano ad una schiava che aveva rubato da mangiare per suo figlio: ma Esta, la madre di Ryu, cerca di proteggerla dall’ira del capotribù. Due schiavi approfittano della distrazione di Tanga per fuggire, ma vengono inseguiti. Uno di loro viene ucciso, ma Ryu riesce a salvare l’altro, rischiando la cattura. L’uomo salvato è Jen, il figlio del vecchio, che ringrazia Ryu. Questi a sua volta è depresso perché gli uomini di Tanga gli avevano detto che sua madre era morta: ma il figlio del vecchio smentisce tutto, dicendo di aver visto sua madre viva. Ryu, consolato, decide di attaccare il villaggio di Tanga, aiutato dal vecchio, che sa usare delle cerbottane cariche di dardi velenosi, e da suo figlio Jen. L’attacco a sorpresa funziona e Ryu riesce ad uccidere Tanga. La madre di Ryu, insieme alle altre schiave, però, in quel momento erano a lavare i panni nel fiume, e, approfittando del fatto che il villaggio è stato attaccato, ne approfittano per fuggire. Esta non sa che Ryu era tra i liberatori, e si allontana con le donne alla ricerca del figlio. Ryu, Ran e Don, scoperte le tracce di Esta, partono allla sua ricerca.

    COMMENTO:

    In questa storia, Esta, la madre di Ryu, si fa sempre più vicina, ma resta sempre sfuggente. Ryu qui si mostra determinato al punto di attaccare un villaggio intero di schiavisti e di uccidere il gigantesco Tanga. Mano a mano che Ryu cerca la madre, diventa sempre più indipendente e deciso: paradossalmente, è l’assenza della madre che fa da stimolo alla crescita di Ryu: l’amore di Ryu per la madre lo spinge a fare atti di coraggio che non sarebbe mai riuscito a compiere senza una motivazione profonda.


    EPISODIO 17: VITTIME INNOCENTI

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    Taka, il nemico di Ryu; l'arciere Zon


    In un’area abbandonata, rocciosa e con un sole terribile, Ryu, Ran, Don e la loro bestia Prendidon continuano a seguire le tracce della madre di Ryu, mentre Taka e i suoi due uomini, mentre cercano Ryu per ucciderlo, incontrano il vecchio e Jen, i due personaggi dell’episodio precedente, che incautamente dicono a loro dove sia diretto Ryu. Mentre continuano la ricerca di Esta, la madre di Ryu, i nostri eroi incontrano delle persone morte in modo atroce e scoprono che è stato il tirannosauro Tirano, che è appena comparso e li insegue. Ma riescono a rifugiarsi in una fenditura. Una volta sfuggiti alla minaccia di Tirano, si dirigono in un bosco, dove ritrovano le orme di Esta. Nel frattempo, Esta, minacciata da un serpente gigantesco nel cuore della foresta, viene salvata da Zon, un arciere che vive da solo perché fu abbandonato da sua madre da piccolo. Ryu, intanto, si accorge che nella foresta si trova anche Tirano, e deve essere cauto. Nello stesso momento, Esta salvata da Zon, lo rincuora dicendo che non è possibile che sua madre lo abbia abbandonato: le madri non abbandonano mai i figli, lo dimostra il fatto che lei stessa sta cercando suo figlio Ryu. Mentre parlano, compare Tirano e Zon fa da esca, attirando a sé Tirano, mentre Esta scappa. Ryu sente le grida di Esta e Zon e si dirige verso le voci, dicendo agli altri di aspettarli. Ma nella foresta compaiono all’improvviso Taka e i suoi due uomini, che catturano Ran e il bimbo. Prendidon scappa portando con sé il fiore che Ran porta in testa, che le era caduto, e lo porta da Ryu. Lui capisce che è successo qualcosa di grave e riesce a cogliere di sorpresa Taka e i suoi uomini: uno di loro viene anche ucciso da Ryu. Taka e l’altro vengono sconfitti e restano privi di sensi. All’improvviso, compare l’arciere Zon, morente, che muore tra le braccia di Ryu, dicendogli di aver incontrato Esta. Aveva cercato di attirare Tirano a sé per salvarla, ma, alla fine, anche se ha avuto diverse ferite, non è riuscito ad impedire al tirannosauro di inseguire Esta. Ryu cerca di raggiungere la madre, ma un terremoto improvviso provoca un profondo crepaccio, impedendo l’azione di Ryu.

    COMMENTO:

    In questa storia, più che mai, si sottolinea l’aspetto ostile dell’ambiente, dove non solo la natura col terremoto, ma anche gli animali e gli uomini stessi sono ostili all’uomo. L’unica salvezza è nel rapporto di amore tra Ryu e la madre, nel sacrificio di Zan, nell’amore tra Ryu e Ran: cioè nei sentimenti migliori dell’uomo. Il fatto stesso che un animale come Prendidon, che è un piccolo dinosauro, stia insieme con Ryu e gli altri, e addirittura lo aiuti contro Taka, indica la possibilità di un ritorno ad uno stato di armonia tra l’uomo e la natura che qui è rimasto spezzato.

    EPISODIO 18: LA CARICA DEGLI ELEFANTI

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    Prendidon, Don, Ran e Ryu catturati dalla tribù


    Esta, la madre di Ryu, scappa inseguita da Tirano, mentre Ryu e i suoi amici seguono l’animaletto Prendidon, che sta cercando una via per superare il crepaccio provocato dal terremoto avvenuto nell’episodio scorso. Intanto, Esta cade nel crepaccio, ma si aggrappa ad uno spuntone di roccia. Almeno si è salvata da Tirano. Mentre Prendidon trova la via d’uscita dal crepaccio e segue le tracce di Esta, seguito da Ryu e dagli altri, viene catturato dagli uomini di una tribù, guidati da Pikaru, il figlio del capovillaggio. Ryu cerca di liberare Prendidon, ma viene sconfitto dal numero degli avversari: nello scontro, ferisce al volto Pikaru, che gli giura vendetta. Ryu, Ran, Don e Prendidon vengono tutti legati ad una fune sospesa su un fiume popolato da coccodrilli. Quando stanno per essere gettati nelle fauci delle belve, il villaggio è in agitazione: un branco di elefanti selvaggi sta arrivando qui e distruggerà tutto, perché cercano l’acqua del fiume da bere, che attraversa appunto il villaggio. Ryu propone un piano per salvare il villaggio, e il capo lo ascolta: Pikaru però dice che Ran e Don saranno tenuti come ostaggi. Se Ryu fallisce, o non torna al villaggio prima del tramonto, Ran e Don saranno uccisi. Ryu accetta e chiede di essere accompagnato dagli uomini più forti del villaggio: infatti, l’unica salvezza è far deviare il fiume, buttando in un’ansa stretta delle grosse pietre. Alla fine, il corso del fiume viene deviato, dirigendosi verso la foresta. Gli elefanti seguono il nuovo corso del fiume, e il villaggio viene salvato. Però uno degli uomini di Pikaru dice che nella foresta c’è una donna che non sopravviverà all’alluvione, e Ryu pensa che sia sua madre. Senza perdere tempo, corre verso la foresta, e Pikaru pensa che Ryu abbia abbandonato i suoi amici. Se lui non tornerà entro il tramonto, Ran e Don saranno uccisi. Ran crede che sia andato a salvare sua madre ed è felice che Ryu la ritrovi: il suo pensiero è unicamente rivolto a Ryu, anche a spese della sua vita, mentre Don si lamenta gridando che non vuole morire. Intanto, Esta, che è riuscita ad uscire dal crepaccio, viene inseguita di nuovo da Tirano, ma l’acqua del fiume deviato la travolge e la porta lontano. Il tirannosauro è sorpreso, ma vede Ryu, che è appena arrivato, e lo insegue. Ryu salta su un albero e poi in groppa ad uno degli elefanti del branco, che erano arrivati lì seguendo l’acqua: anche questa volta Ryu è sfuggito al mostro. Ryu alla fine scende dall’elefante, ma viene raggiunto da Prendidon. Ryu allora ricorda la promessa e corre verso il villaggio per salvare Ran e Don. Ci riesce per un pelo: ora sono pronti per riprendere il viaggio.

    COMMENTO:

    Qui le storie iniziano ad essere più connesse tra di loro, con diversi riferimenti alle storie precedenti. La saga di Ryu si sta avvicinando alla conclusione, col personaggio di Esta che diventa via via sempre più presente nella storia: anche se Ryu non la incontra, lo spettatore partecipa alle sue disgrazie quasi con la stessa intensità con cui segue quelle di Ryu. Inoltre, qui si nota l’intelligenza di Ryu che è superiore a quella degli altri, in genere: è riuscito a trovare una soluzione al problema degli elefanti che nessuno aveva pensato.

    EPISODIO 19: NELLA TANA DEI LUPI

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    Ryu contro i lupi; Tirano è ferito per la prima volta da Ryu


    In un posto infestato dai lupi, davanti ad una caverna dove hanno appiccato il fuoco, Ryu, Ran, Don e Prendidon attendono che la carne sia ben cotta. Ryu è triste perché teme che sua madre sia stata divorata da Tirano, e Ran lo consola dicendogli di sperare. I loro sguardi si incrociano: quello addolorato di Ryu e quello apprensivo di Ran. Don vuole mangiare subito, ma Ryu gli dice di aspettare e prendere molta legna: i lupi sono vicini. Tra questi, un lupetto segue sua madre e ha paura a saltare da un crepaccio: ci prova, ma quasi fallisce. Però mamma lupa viene in suo soccorso. Ryu, ad un certo punto, si alza e dice a Ran e Don di entrare nella caverna e dormire lì: i lupi sono molti, è meglio che resti qualcuno a badare al fuoco. I due obbediscono, e Ran si volta osservando Ryu: gli chiede se può stare con lui al fuoco. Ryu le dice di non preoccuparsi, e Ran torna dentro: si accorge però che le spalle di Ryu tremano. Dopo che Ran torna nella caverna, Ryu urla “Mamma!” piangendo disperato (so che è una scena ridicola, ma, a parte questo, un motivo per questo comportamento credo ci sia: cercherò di spiegarlo dopo). Ryu, alla fine, si addormenta davanti al fuoco, che inizia a spegnersi. Intanto, Ran, muovendosi nel sonno, sposta una pietra dalla quale escono dei millepiedi che le salgono sopra e alla fine lei grida spaventata: questo fa svegliare Ryu, che attacca i lupi. Ran e Don cercano di aiutarlo, ma Ran è minacciata da un lupo: Ryu le dice di usare il tizzone di fuoco. Don si rifugia nella caverna inseguito da un lupo: sembra che per lui sia finita, ma Prendidon fa la faccia feroce e il lupo si allontana. I lupi si allontanano, ma la loro minaccia non è finita. Come se non bastasse, ricompaiono Taka e Kalim, il suo compagno, alla caccia di Ryu. Si accorgono di aver trovato Ryu, ma devono scappare perché un branco di lupi li insegue. Taka e Kalim si rifugiano su un albero, e da lì vedono comparire un enorme orso nero che fa strage dei lupi. L’orso attacca Ryu, e questo fa preoccupare Taka: Ryu vuole ucciderlo solo lui. Ma i timori di Taka sono infondati: con abilità, Ryu riesce a sfuggire all’orso e riesce ad ucciderlo lanciandogli contro una canna di bambù appuntita che gli trapassa il cuore. Ryu lancia un po’ di carne dell’orso ai lupi come ringraziamento: sono stati loro che, con l’attacco all’orso fatto prima da loro, ha messo all’erta Ryu. Ma per i lupi non è finita: il giorno dopo, il branco incontra Tirano in persona, che annienta i lupi uno dopo l’altro. Rimane solo il lupetto, che abbaia penosamente contro il tirannosauro. La madre lupa cerca di fare del suo meglio attaccando Tirano, ma la differenza di forze è enorme. Ryu, toccato dall’amore della madre lupa, aiuta il lupacchiotto e, grazie ad un attacco della madre lupa dall’alto, riesce a colpire Tirano all’occhio buono con la sua lancia: il mostro però non è completamente accecato, ma solo ferito temporaneamente. Tirano si allontana dolorante e furioso, mentre Ryu riconsegna il lupacchiotto ai lupi rimasti del branco. Addolorato, Ryu pensa che sua madre non sarà mai altruista come quella madre lupa, visto che da piccolo era stato sacrificato a Tirano senza che lei facesse nulla. Ran lo rimprovera per la sua superficialità di giudizio è dà uno schiaffo a Ryu (è l’unica volta che accade nell’anime). Ryu comprende di aver esagerato e riprende la ricerca della madre.

    EPISODIO 20: CACCIA AGLI SCHIAVI

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    Ryu e Don col cacciatore Gan


    La storia inizia con Gan, un gigantesco cacciatore barbuto che uccide un cerbiatto e lo porta via con sé. Nel frattempo, Ryu, Ran e Don si riposano in una foresta: ma, mentre Ran va a raccogliere delle fragole per il cibo, viene catturata dagli uomini della tribù Zora, comandata da Dana. Ryu accorre per salvare Ran, ma viene abbattuto da una freccia avvelenata. Il piccolo Don, insieme al cucciolo di dinosauro Prendidon, va a raccogliere delle erbe medicinali per curare Ryu, ma finisce senza accorgersene nelle sabbie mobili. Sta per essere inghiottito, ma viene salvato dal cacciatore Gan, che lo riporta da Ryu, insieme alle erbe mediche. Il ragazzo capisce che Gan, anche se è un po’ strano e molto silenzioso, non è cattivo: inoltre, riceve da Gan come regalo un flauto ottenuto da un osso. Nel frattempo, Ran è legata e messa all’asta da Dana. Mentre gli uomini della tribù parlano tra di loro, fanno riferimento anche ad una loro prigioniera catturata recentemente e venduta alla tribù dei Tanaki: Esta, la madre di Ryu. Ran sente tutto e pensa a come dare questa informazione a Ryu: ma, nel frattempo, arrivano Taka e Kalim. Davanti a tutti, Taka afferma che Ran è sua e la porta via: nessuno riesce a fronteggiarlo, essendo Taka assai forte superiore agli altri. Ryu, nel frattempo, si sveglia e, anche se indebolito, va a salvare Ran. Gan dice a Ryu che la donna è stata sicuramente rapita dalla tribù Zora di Dana: andrà laggiù a chiedere informazioni. Al suo ritorno, Gan informa Ryu che Taka ha portato via la ragazza: ma, inaspettatamente, gli uomini della tribù Zora, sospettosi, hanno seguito Gan e catturano Ryu e Don. I due accusano Gan di tradimento, mentre invece il cacciatore nega disperatamente. Ryu e Don sono portati, prigionieri, proprio da Taka, in un luogo desolato: infatti, Dana aveva fatto un patto con Taka: avrebbe riavuto indietro Ran se gli avesse portato Ryu, che Taka desidera ansiosamente uccidere con le sue mani, tanto è forte l’odio che cova per lui. Ma Taka non mantiene le promesse: infatti vuole anche tenersi Ran. A sorpresa, lui esali fanno cadere delle rocce che massacrano Dana e gli uomini della sua tribù, mentre Ryu e Don riescono a salvarsi. Ryu dice a Don di andare a salvare Ran di nascosto, mentre lui attirerà su di sé l’attenzione di Taka e Kalim. Ma il piano di Ryu rischia di fallire, perché sia lui che Don si trovano in pericolo di vita. Ma compare all’improvviso Gan, che attacca Kalim e nello scontro perde un occhio. Ma non demorde e copre col suo corpo Don per salvarlo dalla lancia di Kalim. Il cacciatore muore, ma Don è salvo. Ryu riesce a respingere Taka e lui si allontana con Kalim: lo scontro finale per ora è rimandato. Ran, una volta liberata, informa Ryu su quello che ha saputo di Esta. I tre decidono di andare a liberare la madre di Ryu, alla fine. Ma prima seppelliscono il gigantesco Gan, chiedendogli perdono per aver dubitato di lui. Don suona tristemente il flauto per dare l’ultimo saluto al suo amico.

    EPISODIO 21: BIANCHI ALLA RISCOSSA

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    Ryu riesce ad accecare Tirano


    Questo episodio mostra molto la mano di Shingo Araki, che, tra l’altro, amava molto disegnare i cavalli: e in questa storia di cavalli ce ne sono molti…Ryu, Ran, Don e Prendidon, mentre sono sulle tracce della madre di Ryu, prigioniera dei Tanaki, come rivelato nella storia precedente, vengono presi di sorpresa da una tempesta di sabbia. Si sforzano di attraversare al più presto quella zona inospitale, ma, inaspettatamente, tra i venti rabbiosi, compaiono degli uomini di una tribù vicina, che impongono a Ryu di allontanarsi dal suo territorio. Infatti, lui è un “pelle bianca” e porta sfortuna, secondo le credenze superstiziose di allora. Inoltre, quelle persone erano state avvisate da Taka, che aveva preceduto Ryu. Il ragazzo, coi suoi compagni, è costretto a ritirarsi, per il momento. L’unico modo per raggiungere la tribù dei Tanaki è attraversare il territorio della tribù dei Sekudo, dediti all’allevamento. Ryu e i suoi si avviano verso quella tribù, ma non sanno che Taka, nel frattempo, sta aizzando anche loro contro Ryu. Mentre dice ai Sekudo che Ryu porta sfortuna, un misterioso cavallo bianco, chiamato dagli uomini della tribù “La Furia Bianca” libera i cavalli del recinto della tribù. Il caos si sviluppa subito, e Taka, con una lancia, riesce a ferire il cavallo bianco, che però riesce a fuggire. Taka dà astutamente la colpa di quello che è successo a Ryu e i Sekudo, all’inizio riluttanti, ora sono d’accordo con Taka. Nel frattempo, il cavallo bianco si riposa nella prateria, dove incontra Ryu e gli altri. Ran, accortosi della sua ferita, cura il cavallo con degli impacchi di erbe. Successivamente, Ryu e gli altri si avvicinano alla tribù dei Sekudo, ma sono circondati dagli uomini della tribù, guidati da Taka. Stanno per essere uccisi, quando, all’improvviso, compare di nuovo “La Furia Bianca”, insieme ad altri cavalli: il branco attacca i Sekudo e salvano Ryu e i suoi, che salgono in groppa ai cavalli e si allontanano. Taka è furibondo. L’unica via possibile a Ryu e agli altri è la Valle della Morte, un luogo pericolosissimo, in mezzo ai monti e circondato di lava, dove nessuno è mai sopravvissuto: tuttavia, non c’è altra scelta. Ryu, Ran e gli altri si incamminano, seguendo il cavallo bianco, che compare ogni tanto da lontano. E’ un animale misterioso, che forse ha deciso di aiutare Ryu per via della cura che Ran gli ha fatto, e anche, forse, per il fatto che sia lui che Ryu hanno la pelle bianca. Accendendo un fuoco, e dopo averlo spento, Ryu scopre, in mezzo alle braci, che del materiale sabbioso si era solidificato, formando una specie di metallo molto resistente (credo sia la scoperta del ferro). Incuriosito, Ryu prova ad affilare il metallo misterioso, rendendosi conto che è incredibilmente tagliente, assai più delle sue armi comuni. Sarà un aiuto prezioso. Nel frattempo, la marcia continua, in mezzo a vulcani che eruttano e terremoti che avvengono ogni tanto. Ma non c’è scelta, bisogna andare avanti. Mentre si arrampicano su un costone, dall’alto un dinosauro sta per attaccare Ryu: ma il ragazzo lo colpisce con la sua nuova arma, che taglia facilmente l’animale, sconfiggendolo. Avviene lo stesso con uno pterodattilo che lo attacca. Ryu si rende conto che quell’arma è assai meglio di come pensava. Continuando a camminare, si accorgono che la strada è interrotta: c’è solo una liana penzolante nel vuoto. Cosa fare? Ryu salta sulla liana, provando ad arrampicarsi: ma, inaspettatamente, compare Tirano in persona, che vuole mangiare finalmente Ryu, in una posizione ormai indifendibile. Ma Ryu ondeggia con la liana, andando avanti e indietro, evitando Tirano: poi, una volta preso abbastanza slancio, attacca Tirano lanciandosi in avanti con la liana ed estraendo il suo nuovo pugnale. L’impatto è tremendo e Tirano viene trafitto nel suo unico occhio con cui poteva vederci: stavolta Tirano è completamente cieco. Ruggisce pieno di rabbia e furia, distruggendo tutto quello che incontra e allontanandosi da Ryu, che scappa via insieme a Ran e agli altri: lo spettacolo di Tirano furibondo è terrificante. Però, per la prima volta, il mostro per eccellenza ha avuto una terribile ferita.

    EPISODIO 22: VERSO UNA NUOVA VITA

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    La fine di Tirano e di Taka; Ryu abbraccia sua madre Esta


    Questo è l’episodio finale di Ryu, dove tutti i nodi vengono al pettine. Tirano ormai è completamente accecato e sfoga la sua furia su tutto quello che incontra: gli animali scappano, gli alberi vengono divelti, le rocce sono spaccate. Ormai è diventato un mostro inarrestabile. Intanto, Ryu e i suoi compagni raggiungono la cima dei monti della Valle della Morte: da laggiù vedono le montagne della Valle dei Tanaki, la tribù che tiene prigioniera Esta, la madre di Ryu. La fine della loro ricerca è vicina. Sentono dei rumori giganteschi: Tirano, alla fine, è caduto in un burrone ed è quasi sepolto dai massi. Ma è ancora vivo e tra un po’ sfogherà ancora la sua rabbia. Ryu capisce che bisogna finire in modo definitivo il loro scontro. Scende con cautela, tenendo in mano il suo nuovo pugnale: Kiba, il suo amico ucciso da Tirano, e Kitty, la scimmia che l’aveva allevato, uccisa anche lei dal mostro, ora saranno vendicati. Ma Tirano si alza ancora, furibondo. Ryu arretra e, con la sua corda, forma un lazo, col quale riesce a prendere Tirano per il collo. Il mostro, avvertendo l’oggetto che lo trattiene, lo scuote con rabbia: ma era quello che Ryu voleva. Spinto in alto dalla stessa mossa di tirano, Ryu punta con tutte le sue forze al cuore del mostro, col suo pugnale appuntito. Tirano è colpito in pieno, e il pugnale fatto col nuovo metallo penetra senza pietà all’interno del corpo del mostro: i suoi spasimi fanno cadere Ryu, che, nella caduta, continua a tenere il pugnale dentro il corpo di Tirano, provocando una mortale ferita che lo taglia dall’alto al basso. Ryu salta via all’improvviso, evitando che Tirano gli cada addosso. Il mostro non si muove, e Ryu si rende conto che è morto. La belva ha finito per sempre di ruggire. Ryu alza il pugnale al cielo, proclamando la sua vittoria, mentre Ran e Don gli si avvicinano entusiasti. Tirano non li potrà mai più tormentare. Ma ora bisogna pensare ad Esta, costretta a lavorare nella tribù dei Tanaki, comandata da Mibu. Taka e Kalim sono arrivati nella tribù prima di Ryu e progettano di rapire Esta per usarla contro Ryu. Visto che i Tanaki si stanno preparando per migrare, Taka approfitta della sorveglianza meno stretta per bruciare un recinto di pecore. Mentre i Tanaki sono occupati a recuperare le bestie, Taka rapisce Esta. Dopo diverso tempo, Ryu e gli altri arrivano al villaggio dei Tanaki, che però è ormai abbandonato: i Tanaki hanno fatto la loro migrazione. Però hanno abbandonato una schiava, troppo debole per essere di loro utilità e vicina alla morte. La donna, prima di morire, dice che Esta è stata rapita da qualcuno. Prendidon, il piccolo dinosauro, percepisce le tracce di Esta e di Taka, e fa strada per Ryu e i suoi. Seguendo l’animale, si trovano alla fine in una landa ghiacciata, e devono attraversare un ponte di ghiaccio sospeso su un abisso. Ad uno ad uno, riescono a passare, ma il piccolo Don si accorge che il ponte sta per rompersi. Correndo a perdifiato, riesce a salvarsi, anche grazie all’intervento di Ryu, che lo afferra in tempo. Non hanno il tempo di rallegrarsi: dei massi di ghiacci stanno rotolando verso di loro, mandati da Taka e da Kalim, che tengono prigioniera Esta. Impongono a Ryu di stare fermo mentre lanceranno altri massi di ghiaccio: ma il ragazzo si sposta all’ultimo momento, raggiungendo Taka. Kalim minaccia Esta, ma Ryu lo uccide lanciandogli contro il pugnale: rimane solo Taka. Ryu ora ha solo un pugnale, mentre Taka ha la sua lancia. Ma Ryu riesce ad afferrare la lancia di Taka ed entrambi non mollano l’estremità dell’arma, cercando di prevalere. Taka allora spinge Ryu contro un burrone, e sta per riuscirci, quando Ryu cade per terra. Ma il ragazzo afferra di nuovo la lancia e la solleva, portando con sé Taka e facendolo cadere nell’abisso. Anche per Taka è finita. Ryu esita: finalmente si trova davanti a sua madre. Ma lo riconoscerà? Esta lo abbraccia subito: è davvero suo figlio Ryu! Ormai tutti alla fine si sono ritrovati, e Ryu e i suoi si allontanano da quelle lande ghiacciate ed inospitali, dirigendosi verso terre più calde, dove ricominciare insieme una nuova vita.

    COMMENTI FINALI:

    Si conclude così la storia dell'anime di Ryu, molto coinvolgente e piuttosto breve (22 episodi sono un caso poco comune nelle serie animate giapponesi: di solito gli episodi sono almeno 25-26: forse avevano deciso di abbreviare perchè non aveva avuto molto successo). Ecco qui le mie considerazioni personali: Ryu, per me, è l'apologia della famiglia e della ricerca delle proprie radici. Infatti, Ryu è alla ricerca della madre, simbolo di un significato alla sua esistenza che gli possa dare uno scopo nella vita. Questa radice si trova solo in una famiglia, appunto, con una madre e un padre (figura stranamente assente in Ryu). Ma non solo: il fatto che nel mondo "ostile", come dice la sigla, Ryu viaggi insieme con Ran (che fa il ruolo della moglie) e Don (che fa il ruolo del figlio) simboleggia l'importanza dell'unità della famiglia, in cui i membri si aiutano a vicenda in un modo talmente altruista da non essere equivalente alle altre associazioni sociali, soprattutto le varie tribù che incontrano. Infatti, gli uomini delle tribù stanno insieme per convenienza e per sopravvivere insieme: ma Ryu, Ran e Don stanno insieme non solo per questi motivi, ma soprattutto perchè si amano. E l'amore vero può essere coltivato in modo sano solo in una famiglia con un uomo e una donna come genitori, dove agisce l'altruismo, appunto quello che accade nella "famiglia" di Ryu. Senza contare che il leit-motiv del ragazzo "maledetto dagli dei perchè bianco" è accettato incondizionatamente da tutte le tribù che incontrano, come se fosse la verità assoluta, da non mettere mai in discussione: questo appare come un'accusa davanti allo strapotere dei mass-media che impongono i loro punti di vista alla gente, facendo credere a loro che siano delle verità indiscutibili: e chi non accetta i luoghi comuni dei media è subito emarginato. Anche se è ambientato nel mondo preistorico, Ryu è molto più attuale di quanto sembri.


    Edited by joe 7 - 18/7/2017, 22:12
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    Nel manga Ryu è il figlio della regina aliena di Atlantide, cosa che ho letto nel manga che per un pò ho posseduto. Curiosità: Ishinomori avrebbe di nuovo affrontato il tema dei dinosauri con lo special televisivo Quando vivevano i dinosauri, con 3 ragazzini che viaggiano a ritroso fin nella preistoria per apprendere come la caduta dei dinosauri rischi di essere emulata dall'umanità attuale, che ha occupato la loro stessa nicchia ignorando i contraccolpi che il proprio operato nonchè stile di vita ha sulla natura. Gli umani sono i nuovi dinosauri, ma per non estinguersi è necessario l'amore. Cito da Terre di Confine magazine: La contrapposizione tra l’avvio, che parte da una Natura deturpata e sottomessa, e il corpo dell’opera, che ce la mostra invece fiera e dominatrice, è piuttosto netta, due estremi opposti che vogliono forse sottolineare la virtù del giusto mezzo.
     
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    CITAZIONE (berlicche677 @ 11/7/2023, 19:10) 
    Nel manga Ryu è il figlio della regina aliena di Atlantide, cosa che ho letto nel manga che per un pò ho posseduto.

    Sì, è vero: Ishinomori presenta qui la visione ciclica della storia, in cui le cose si ripetono in continuazione senza fine. E' una prospettiva presente in Giappone, in Oriente e in tutti i popoli e religioni, con l'unica eccezione degli ebrei e dei cristiani, che hanno una visione lineare della storia, con un inizio (la Creazione) e una fine (il Giudizio).

    CITAZIONE (berlicche677 @ 11/7/2023, 19:10) 
    Curiosità: Ishinomori avrebbe di nuovo affrontato il tema dei dinosauri con lo special televisivo Quando vivevano i dinosauri, con 3 ragazzini che viaggiano a ritroso fin nella preistoria

    Me lo ricordo, aveva anche delle scene piuttosto forti: ci si scannava allegramente. Comunque era stato un buon anime.

    CITAZIONE (berlicche677 @ 11/7/2023, 19:10) 
    per apprendere come la caduta dei dinosauri rischi di essere emulata dall'umanità attuale, che ha occupato la loro stessa nicchia ignorando i contraccolpi che il proprio operato nonchè stile di vita ha sulla natura.

    Questa storia dell'uomo cancro della natura, o indifferente alla natura, mi sta venendo fuori dalle orecchie, tanto ce la propinano.

    Ormai è impossibile starne fuori anche un solo minuto.

    Fogli da non stampare se no danneggi la natura. Tappi delle bottiglie di plastica legati alle bottiglie se no vengono dispersi e danneggi la natura. Lavarsi il minimo se no danneggi la natura. La banca X è ecologica e rispetta la natura, con la N maiuscola. La casa di produzione della pasta X è ecologica e rispetta la Natura, eccetera. Tutte le industrie, macchine, scarpe, mutande, sono ecologiche, senza capire cosa cavolo voglia dire questa parola.

    Posso dire sommessamente che è tutta una grossa idiozia?

    Al primo posto bisognerebbe preoccuparsi dell'uomo, la natura viene dopo, Se si pensa all'uomo, alla famiglia, allora la natura viene anch'essa preservata per forza.. Ma in questo modo, con la Natura prima e l'uomo dopo, questa viene solo adorata, anche se non in modo esplicito, con l'uomo sacerdote e nello stesso tempo agnello sacrificale di questa divinità.

    CITAZIONE (berlicche677 @ 11/7/2023, 19:10) 
    Gli umani sono i nuovi dinosauri, ma per non estinguersi è necessario l'amore.

    Posso dire che è una banalità? L'idea dell'"amore che risolve tutto" è assurda, proprio come l'idea tipo "prendi questa pillola e dimagrisci senza la minima fatica". L'amore è una cosa seria, non una pillola risolvitutto. Richiede sacrificio, dolore, umiltà, dimenticanza di sè, servizio totale al prossimo. Questo dà solo un'idea idea di quanto sia impegnativo e difficile amare veramente. Richiede sforzo, anche eroismo a volte. E' una cosa virile, non una cosa stucchevole.

    CITAZIONE (berlicche677 @ 11/7/2023, 19:10) 
    Cito da Terre di Confine magazine: La contrapposizione tra l’avvio, che parte da una Natura deturpata e sottomessa, e il corpo dell’opera, che ce la mostra invece fiera e dominatrice, è piuttosto netta, due estremi opposti che vogliono forse sottolineare la virtù del giusto mezzo.

    Un "giusto mezzo" è una parola che non vuole dire niente. O al primo posto si mette l'uomo e la famiglia (e intendo quella normale, fatta da un uomo, una donna che sono sposati e che hanno dei figli) o non si va da nessuna parte.
     
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    Esattamente, non farci consumare da un progresso dissennato, ma neanche credere di poter tornare a una natura che più che volerci riabbracciare sta già pensando con che salse mangiarci
     
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    CITAZIONE (berlicche677 @ 27/11/2023, 20:30) 
    Esattamente, non farci consumare da un progresso dissennato, ma neanche credere di poter tornare a una natura che più che volerci riabbracciare sta già pensando con che salse mangiarci

    Se si trascura l'uomo per la natura, si distrugge l'uomo e si distrugge anche la natura. Perchè la natura ha bisogno di ordine, ha bisogno dell'uomo: senza di lui non può fare altro che impazzire, svilupparsi in modo incontrollato, diventare un ambiente infernale per la natura stessa.

    Per esempio, l'Amazzonia, abbandonata a sè, ufficialmente natura incontaminata, è uno dei posti più pericolosi al mondo: non solo per l'uomo, ma anche per gli animali e le piante, perchè quella foresta non fa altro che autodivorarsi in continuazione, con un equilibro tra nascita e morte sempre precario.

    La natura è ferita dal peccato, dice il cristianesimo, e non è più amica dell'uomo, ma nemica: va controllata, curata, assoggettata, in modo che non solo l'uomo stia bene, ma anche la stessa natura stia bene, per quanto possibile. C'è un'enorme differenza tra un giardino curato e una foresta selvaggia. C'è un'enorme differenza tra un campo coltivato e una landa deserta e inospitale.

    Trascurate l'uomo e distruggerete anche la natura, oltre all'uomo. O l'uomo domina la natura - non nel senso di essere dittatore o inquinatore, ma che la tiene sotto controllo - o è la fine per tutti: sia per la natura che per l'uomo.

    L' "armonia con la natura" esiste solo nei fumetti e nei vaneggiamenti tipo Greenpeace, WWF, New Age e simili. Loro non hanno mai coltivato un campo nè hanno mai potato dei fiori in vita loro. Sono solo degli intellettuali, non sono persone pratiche che conoscono la natura vera. Quindi parlano di cose che esistono solo nella loro testa e modificano i dati che trovano seguendo la loro forma mentis. E il guaio è che li ascoltano tutti. E un cieco che segue un altro cieco finisce nel fosso insieme a lui.
     
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    Grazie Joe anch'io non ne posso più di quest'ambientalismo ipocrita e ideologico
     
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