Il blog di Joe7

  1. BALDIOS, IL ROBOT CHE NON C' E'

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    Baldios
    By joe 7 il 3 Nov. 2015
     
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    BALDIOS, IL ROBOT CHE NON C'E'

    image
    Disegno di Kazuhiro Ochi per il box dei DVD giapponesi originali di Baldios


    A Lucca, tra le altre cose ho preso anche il box di Baldios della Yamato Video (80 euro mascherati da 79,99, tanto il cliente non sa contare, lo sanno tutti). E ho aggiunto di non esserne stato soddisfatto: infatti, oltre alle immagini un pò povere del box, il cartone si vede male, con sgranature vistose nei passaggi veloci da una sequenza all'altra. 80 euro per una fregatura così mi sembrano davvero tanti, ma pazienza.

    jpg
    Disegni scarsi per il box del DVD italiano di Baldios.


    LE STRANEZZE DELLA SERIE

    A parte questo, ho guardato il primo episodio oggi (titolo "Il guerriero dello spazio", bella fantasia) e devo dire che è un anime insolito, per quanto sia datato. Per prima cosa, se escludiamo la sigla, il robot Baldios non compare, nè viene nominato per tutto l'episodio. La storia, inoltre, non si svolge sulla Terra, ma su un pianeta simile alla ipotetica Terra del futuro. Invece di chiamarsi, che so, Vega o Fleed, ha un nome anonimo da scheda telefonica: S1 (sembra che significhi "Saul 1", con il numero "1" che indica il primo pianeta del loro sistema solare. In ogni caso, è sempre chiamato S1 per far prima). Tra l'altro, nella sigla di apertura, oltre a Marin Raigan (il protagonista), la "ragazza del protagonista", Rosa Afrodia (quella dai capelli verdi), non compare nemmeno: al suo posto c'è la bionda Jamie Hoshino, l'altra ragazza della serie. Solo nella sigla finale compaiono Afrodia e Marin, entrambi davanti al mare mano nella mano, mentre Jamie compare insieme agli altri protagonisti. Un triangolo amoroso? Va bene, ma non sarebbe stato meglio mettere Afrodia nella sigla di apertura, invece di Jamie? O, meglio ancora, tutti e tre? Sarebbe stato più interessante.

    Afrodia


    LA STRANA STORIA DIETRO LE QUINTE DI BALDIOS

    L';anime di Baldios ("Uchu Senshi Baldios", o "Baldios il guerriero dello spazio") fu realizzato nel 1980 dallo studio di animazione Ashi Productions (oggi chiamato "Production Reed"). Fu uno dei suoi primi lavori: in precedenza aveva fatto la Balena Giuseppina. Successivamente, farà altri lavori abbastanza famosi: Il magico mondo di Gigi e Gotriniton, in cui una dei protagonisti, Remì Shimada, ha delle somiglianze caratteriali con Afrodia.

    jamie


    La serie avrebbe dovuto durare 39 episodi, ma si interruppe bruscamente col 34° episodio a causa degli scarsi ascolti, senza risolvere gli sviluppi della serie. A causa delle insistenze dei fan, fu la Toei (e non lo studio di animazione Ashi) a fare nel 1981 un film cinematografico che concluse definitivamente la storia. In entrambi i casi (serie e film), lo sceneggiatore/creatore di Baldios è lo stesso, Akiyoshi Sakai.

    IL CREATORE DI BALDIOS

    Come si vede, Baldios ha avuto uno sviluppo problematico. Akiyoshi Sakai, è stato famoso per aver creato, prima di Baldios, il robot Daikengo (1978), la prima serie con un robot non terrestre e non ambientata sulla Terra.

    Daikengomini


    Immagine presa da Burning Blood
    Inoltre, Sakai ha partecipato alla creazione dei classici della Tatsunoko (Gatchaman, Kyashan, Polymar, Tekkaman). Nel realizzare Baldios, considerato da molti il capolavoro di Sakai, l'autore è stato influenzato probabilmente dalla serie Gundam, uscita un anno prima, in cui l'aspetto complessivo e sociale della guerra assume una importanza più grande di quella degli stessi protagonisti coinvolti.

    TRAMA 1° EPISODIO

    Come ho detto, l'episodio si svolge interamente sul pianeta S1, che sta per morire per via dell'inquinamento. L'imperatore Trimines III (un vecchietto dall'aria spenta) accoglie l'idea del comandante dell'esercito, il generale Gattler (somigliante a Giulio Cesare) di abbandonare S1 ed espugnare la Terra per viverci. Il professor Reigan però sostiene di riuscire a trovare un modo per depurare l'ambiente di S1. Gattler ne è contrariato, ma Rosa Afrodia, il braccio destro di Gattler, gli propone l'eliminazione dell'imperatore e la presa di potere con un colpo di stato: si darà la colpa dell'omicidio a Marin Reigan, il figlio dello scienziato. Gattler approva l'idea, eseguita con entusiasmo da Miran, il fratello di Afrodia, che prova una profonda antipatia per Marin. Afrodia uccide l'imperatore di persona, lasciando nel luogo del delitto la tessera personale di Marin, che lo inchioderà. Il fratello di Afrodia si scontra con Marin, che lo uccide per difendere il padre. Ma il professor Raigan, nonostante l'intervento del figlio, viene ucciso comunque e Marin è costretto a fuggire da S1 a bordo dell'astronave Pulser Burn, inseguito dalla nave di Afrodia, che vuole vendetta per la morte del fratello. Gattler, intanto, diventa imperatore di S1 e ordina di invadere la Terra: il passaggio spaziotemporale della sua flotta coinvolge anche le navi di Marin e Afrodia, che vengono sbalzati in posti diversi nello spazio. E la storia del primo episodio si interrompe qui.

    COMMENTO 1° EPISODIO E COMMENTO GENERALE

    Come si vede, Afrodia non è certo un fiorellino, visto che pianifica omicidi e false testimonianze; inoltre, nei dialoghi, si nota il rapporto ambiguo tra lei e Gattler, per il quale Afrodia sembra mostrare ben più di una semplice ammirazione. I personaggi non sono molto approfonditi psicologicamente: Marin è piuttosto anonimo e, oltre a mostrare una certa attrazione per Afrodia, non ha una grande personalità. Gattler come malvagio è poco carismatico: agli autori interessa soprattutto mostrare i problemi sociali del momento (inquinamento, sovrappopolazione), ma non costruiscono una psicologia definita dei personaggi, che risultano piuttosto anonimi. L'ambiguità di Afrodia è l'unico fattore rilevante dal punto di vista psicologico dell'episodio, e mi sembra ben poca cosa. Quello che è evidenziato nella storia quindi è soprattutto l'aspetto sociale (inquinamento, casta dei militari, casta degli scienziati, ribellioni nei bassifondi, ecc.): ma così diventa assai arida. Si capisce bene perchè Baldios non ha avuto un gran successo: è quasi un anime di propaganda che la butta sul sociale. Ma quel tipo di storie sono tra le più noiose che ci siano e non sono mai molto seguite, se non da un gruppo di agguerriti appassionati.

    Edited by joe 7 - 14/1/2021, 16:31
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    " il robot Daikengo (1978), la prima serie con un robot non terrestre e non ambientata sulla Terra,"

    Ah, però! Non lo sapevo!

    " l'autore è stato influenzato probabilmente dalla serie Gundam, uscita un anno prima, in cui l'aspetto complessivo e sociale della guerra assume una importanza più grande di quella degli stessi protagonisti coinvolti."

    In effetti sembra quasi un suo epigono a tempo di record! Peccato abbia avuto una sorte ben peggiore e cioé di non avere una fine. Si, c' è quella del film, ma non è la stessa cosa, anche perché li le cose sono impostate un po in maniera diversa.

    "Quello che è evidenziato nella storia è l'aspetto sociale (inquinamento, casta dei militari, casta degli scienziati, ribellioni nei bassifondi, ecc.)."

    Già! Tra l' altro Baldios fu una delle pochissime se non l' unica a non avere manco un bambino nel cast! Elemento irrinunciabile pare per i realizzatori delle serie robotiche dell' epoca. XD Forse perché avrebbe stemperato un po troppo i toni che in questa serie rimangono sempre seriosi. Boh!
     
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    CITAZIONE (Francesco Romani @ 30/9/2016, 00:29) 
    " il robot Daikengo (1978), la prima serie con un robot non terrestre e non ambientata sulla Terra,"

    Ah, però! Non lo sapevo!

    A volte Ryger, il pilota di Daikengo, era sceso sulla Terra, che però nella serie ha comunque un'importanza marginale. La storia di Daikengo fu realizzata in modo piuttosto semplice, ma aveva delle potenzialità notevoli: viste le premesse, avrebbe potuto trasformarsi in un fantasy robotico di tutto rispetto. Peccato.

    CITAZIONE (Francesco Romani @ 30/9/2016, 00:29) 
    "l'autore è stato influenzato probabilmente dalla serie Gundam, uscita un anno prima, in cui l'aspetto complessivo e sociale della guerra assume una importanza più grande di quella degli stessi protagonisti coinvolti."

    In effetti sembra quasi un suo epigono a tempo di record! Peccato abbia avuto una sorte ben peggiore e cioé di non avere una fine. Si, c' è quella del film, ma non è la stessa cosa, anche perché li le cose sono impostate un po in maniera diversa.

    In Baldios conta soprattutto l'aspetto sociale (l'amministrazione politica, la scienza, l'inquinamento, la sovrappopolazione, l'ottusità militaresca, ecc.) ma manca l'uomo. Manca come persona: mancano i suoi sentimenti, le sue aspirazioni. Certo, ci sono i drammi dei personaggi, ma non sono mai il filo conduttore della storia: sono solo degli eventi secondari della trama principale, che è sostanzialmente politica e sociale. L'amore-odio tra Marin e Aphrodia non è mai approfondito veramente e resta sullo sfondo della storia. Così come pure i sentimenti della dottoressa Queenstein o di Jamie. La visione di Baldios è pessimistica in modo totale: il messaggio della serie è che per l'uomo non c'è salvezza nè speranza. Non è un caso se nè gli amori di Baldios arrivano a compimento, e nemmeno la storia stessa arriva a compimento. Che conclusione si può avere in una storia in cui non c'è speranza?
    Quella di Baldios è una visione solo materialistica, che considera solo l'aspetto sociale dell'uomo, senza mai considerare veramente la sua interiorità. Infatti, Marin e Aphrodia, pur essendo i personaggi principali, non influenzano mai la trama principale. Tutti i personaggi sono solo schiavi di un fato crudele e senza senso. L'attività dell'uomo qui non conta nulla nè porta a nulla. Baldios contiene molto del pessimismo orientale, mischiato con analisi sociali.
    Invece, per fare un esempio, l'amore tra Kazuya e Erika di Daimos, per quanto un pò stereotipato, ha però cambiato fino in fondo la storia della serie.


    CITAZIONE (Francesco Romani @ 30/9/2016, 00:29) 
    "Quello che è evidenziato nella storia è l'aspetto sociale (inquinamento, casta dei militari, casta degli scienziati, ribellioni nei bassifondi, ecc.)."

    Già! Tra l' altro Baldios fu una delle pochissime se non l' unica a non avere manco un bambino nel cast! Elemento irrinunciabile pare per i realizzatori delle serie robotiche dell' epoca. XD Forse perché avrebbe stemperato un po troppo i toni che in questa serie rimangono sempre seriosi. Boh!

    Hai fatto un'osservazione molto acuta, complimenti, non ci avevo fatto caso: un bambino è sempre segno di speranza. Credo sia per questo che nelle serie robotiche - persino nel pessimista Gundam - ci sono i bambini.
    La serie di Capitan Harlock da questo punto di vista è emblematica: se il manga di Harlock è cupo e retorico in modo spropositato, l'anime (parlo della serie classica) invece è molto più leggero, più aperto alla vita, alla speranza, al domani. E perchè? Ma perchè nell'anime c'è la bambina Mayu, per la quale Harlock vuole combattere: un personaggio che invece nel manga non c'è. Per questo il manga di Harlock, senza bambini, con tutti quei neri dello spazio e tutta quella retorica militaresca, è pesante come un mattone.
     
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  3. francesco-due
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    Ho fatto caso adesso a questa sezione.
    Mi ricordo poco del Baldios, soprattutto quelli che chiamo errori di traduzione.
    Infatti in diverse puntate certi termini venivano sostituiti da altri e all'epoca mi diede parecchio fastidio.
    La trama era abbastanza interessante, ma alcuni episodi mi sembrarono piuttosto dei montaggi malfatti.
    Al contrario la storia del Terzo Stato (in cui soldati della Terra e di S1 si alleano come forza indipendente e costringono i due nemici ad un'azione di commando congiunta) fu una vera trovata geniale.
    Meritava di essere approfondita di più, invece, tolto di mezzo il terzo incomodo, non se ne parlò più.
    Effettivamente, all'epoca, cercai di immaginarmi una evoluzione di quella situazione.
    Se si fosse cercato di approfondire un po' di più la trama, anche solo dal punto di vista tecnologico (è stato un salto temporale o uno in dimensione parallela? per dirne uno) avrebbe certamente ottenuto un riscontro migliore.
     
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    CITAZIONE (francesco-due @ 28/12/2018, 21:59) 
    Ho fatto caso adesso a questa sezione. Mi ricordo poco del Baldios, soprattutto quelli che chiamo errori di traduzione. Infatti in diverse puntate certi termini venivano sostituiti da altri e all'epoca mi diede parecchio fastidio. La trama era abbastanza interessante, ma alcuni episodi mi sembrarono piuttosto dei montaggi malfatti. Al contrario la storia del Terzo Stato (in cui soldati della Terra e di S1 si alleano come forza indipendente e costringono i due nemici ad un'azione di commando congiunta) fu una vera trovata geniale. Meritava di essere approfondita di più, invece, tolto di mezzo il terzo incomodo, non se ne parlò più. Effettivamente, all'epoca, cercai di immaginarmi una evoluzione di quella situazione. Se si fosse cercato di approfondire un po' di più la trama, anche solo dal punto di vista tecnologico (è stato un salto temporale o uno in dimensione parallela? per dirne uno) avrebbe certamente ottenuto un riscontro migliore.

    Baldios è stata - almeno secondo me - una storia robotica che la buttava troppo sul sociale e mai sui personaggi. Personaggi che effettivamente in Baldios sono piuttosto stereotipati, o comunque poco approfonditi. L'unico vago approfondimento psicologico è quello sul rapporto morboso tra Gattler e Afrodia: ma qui si parla di una relazione malata, non di una relazione sana. Cioè, si scava solo sul torbido, non sull'umano, non so se mi spiego.

    Comunque, Baldios spinge troppo sul sociale, come ho detto: la crudele organizzazione civile e militare di Gattler, l'ottusità delle Nazioni Unite, le leggi vincolanti, i problemi sociali tipo la diffidenza verso Marin. La stessa storia di amore tra Marin e Afrodia è troppo evanescente, perchè non porta a nessun risultato: tanto che la si palleggia con la storia tra Marin e Jamie. In mezzo, gli autori hanno aggiunto delle scene di battaglie semi robotiche praticamente inutili, tanto che si vede bene che sono state messe solo per esigenze di copione: ma, se fossero state tagliate, l'economia della storia non avrebbe avuto grossi danni.

    E' per questo che ho parlato del "robot che non c'è": anzi, in Baldios non c'è neanche una vera e propria trama, visto che ci sono solo un mucchio di idee, tipo il rapporto di amore/odio, la possibilità di dimensioni alternative, la crudeltà dell'organizzazione da Grande Fratello, eccetera, ma nessun vero sviluppo narrativo.
    Il fatto stesso di far distruggere la terra nel finale dà la sensazione che gli autori non sapessero come andare avanti e volessero dare un taglio netto alla storia per farla finita, secondo la vecchia soluzione narrativa di ripiego, cioè: "se non sai più come mandare avanti la storia, fai morire tutti i personaggi sotto un camion".
    Tant'è vero che non ha nemmeno un finale chiaro. Insomma, Baldios non è nè carne è pesce: vuole dire troppo e lo dice male.
     
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    Praticamente Baldiso é l'equivalente mecha di Mister No, con cui ha in comune alcuni punti.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 6/5/2022, 22:15) 
    Praticamente Baldios é l'equivalente mecha di Mister No, con cui ha in comune alcuni punti.

    Non vedo bene i nessi tra Baldios e Mister No, me li puoi spiegare? :huh:
     
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    Certo. entrambe le serie la buttano sul sociale e poi, perché, alla fine della serie Baldios viene sconfitto, diventando così un eroe perdente, come spesso accade a Mister No.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 6/5/2022, 23:01) 
    Certo. entrambe le serie la buttano sul sociale e poi, perché, alla fine della serie Baldios viene sconfitto, diventando così un eroe perdente, come spesso accade a Mister No.

    C'è del vero in questo. Ma direi che Baldios la butta sul sociale più di Mister No, ed è anche perdente più di Mister No. Dopotutto, Jerry Drake qualche volta vince, mentre Baldios perde proprio su tutta la linea...
     
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    Mi fa strano il fatto che nella sigla italiana dell'anime, Baldios venga definito invincibile, visto che alla fine perde.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 26/4/2024, 23:17) 
    Mi fa strano il fatto che nella sigla italiana dell'anime, Baldios venga definito invincibile, visto che alla fine perde.

    E come dovevano chiamarlo? Baldios il perdente? La sigla deve essere fatta per esaltare l'eroe, si sa. Solo che, in questo caso, l'eroe è un fallito, quindi il contrasto è stridente.

    E gli eroi falliti non piacciono a nessuno: distruggono la speranza. Infatti, la storia di Baldios fu tribolata e incompleta proprio perchè a ben pochi interessava la storia di un perdente. Solo agli intellettuali e a pochi appassionati: pochissimi, ma talmente agguerriti che tanto fecero e tanto dissero che alla fine fu realizzato il film riassuntivo di Baldios, che chiarì le cose in sospeso. Ma col protagonista sempre perdente: perchè a loro, chissà perchè, piaceva così.

    Immagino quale sia la motivazione: l'avrò sentita miliardi di volte. "Bisogna dire le cose come stanno, mica sempre si vince" eccetera.

    Sai che novità. E' vero che mica sempre si vince. Lo sapevano sin dai tempi di Omero. Ma, se hanno fatto sempre delle storie nel corso dei secoli in cui il protagonista vinceva, con ben poche eccezioni, ci sarà stata una ragione. E la ragione è questa: dare sempre della speranza.

    Agli appassionati di Baldios e delle storie pessimiste sarebbe piaciuta la fiaba del brutto anatroccolo che viene preso a calci per tutta la storia e poi muore abbandonato da tutti, perchè tante volte nella vita accadono queste cose. Ed è vero, ma in questo modo la fiaba del brutto anatroccolo non avrebbe dato speranza. Non avrebbe detto a ciascuno di noi brutti anatroccoli che un giorno saremmo diventati dei cigni. Non ci avrebbe dato la gioia di sperare. Basta davvero poco perchè appaia un pò di luce, anche nei momenti più bui. Ma, con un brutto anatroccolo (o Baldios, o quello che vuoi tu) come lo vogliono loro, non ci sarebbe stata nemmeno quella luce.

    E' proprio per questo che detesto storie come Baldios o Gundam. Tolgono la speranza.
     
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