Il blog di Joe7

  1. FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 110

    Tags
    Grande Ombra fanfic
    By joe 7 il 19 July 2016
     
    0 Comments   228 Views
    .
    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 110
    MAZINGA Z, LA FORTEZZA D'ACCIAIO, CROLLA! KOJI E SAYAKA, DUE CUORI IN UNO!

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui. Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui. Inoltre, c'è il riassunto a fumetti delle puntate dalla prima alla 79 qui.

    koji_and_sayaka_by_nivalis70_d1yun41
    dal sito Deviantart di Nivalis


    RIASSUNTO: Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Rex, il loro figlio appena nato, è stato rapito dall’Oscuro, che lo sacrificherà a Darkhold, il suo pianeta-castello, quando sette stelle saranno allineate, ottenendo così il potere assoluto. Lo scontro contro le armate dell’Oscuro è terribile: diversi compagni di Goldrake hanno perso la vita, e i pochi sopravvissuti (Mazinga Z, il Grande Mazinga e Boss Robot) cercano di respingere l’orda dei Distruttori, i robot dell’Elite dell’Oscuro. Infatti, devono proteggere sei cristalli, collocati su sei torri: questi cristalli sono capaci di sconfiggere l’Oscuro, a patto che si aggiunga ad essi il settimo cristallo sulla settima torre. Il possessore del settimo cristallo è l’Oscuro stesso: Goldrake ora sta combattendo contro di lui, ma è in difficoltà.
    Nel frattempo, Venusia ha appena concluso la battaglia finale contro Jezabel, il braccio destro dell’Oscuro, per salvare suo figlio Rex, collocato sull’altare…


    ------------------------------------------------------------------------------

    Lo scontro tra i robot rimasti e i Distruttori è sempre più drammatico: i pugni a razzo di Mazinga Z riescono a respingerli, ma non a danneggiarli. Il super-gren di cui sono fatti i robot dell’Oscuro è incredibilmente resistente, e solo a fatica, con ripetuti attacchi, Koji riesce a provocare l’esplosione di qualcuno di loro. Ma è come una goccia nel mare.
    Missile centrale!”
    “Raggi atomici!”
    I comandi si susseguono a ritmo frenetico.
    “Iron cutter!”
    “Raggio Fotonico!”
    Più volte la potente vampa di calore rosso viene sprigionata dal petto del robot: pure in questi casi i Distruttori sono respinti, ma non danneggiati. Ma Koji non molla.
    “Punte d’acciaio!”
    Appena ha finito di dare quell’ordine, sente qualcosa esplodergli di lato: i Distruttori si sono coalizzati e hanno mandato un’enorme quantità di raggi rosso rubino dai loro visori, che riescono a superare le difese di Mazinga Z e a colpire il suo punto più debole: il Pilder dove è alloggiato Koji. Il pilota, semistordito, avverte che nel Pilder si sono sviluppate le fiamme. Accende l’estintore automatico, consumando però istanti preziosi: inoltre, si accorge che il suo braccio destro non può più rispondergli. E sente del sangue scendergli sulla fronte, bagnandogli l’occhio destro. Ma Koji non ci pensa neppure, quasi non se ne accorge. Indifferente al fatto di essere sul ciglio della morte, installa il comando col braccio sinistro e grida con rabbia:
    “Rust Hurricane!”
    Il vento esce con furia dalle grate del volto metallico di Mazinga Z, sfregiato e fumante per il terribile colpo subìto: la sua violenza corrosiva sconvolge persino le file dei Distruttori. Avvertono per la prima volta dei danni seri su di loro, e si ritirano per attaccare il robot appena avrà finito l’attacco del Rust Hurricane. Infatti, il Mazinga non riesce a lanciare quel vento corrosivo all’infinito, e deve interrompere: i nemici si avvicinano verso di lui, ma, prima che possano reagire, uno di loro esplode inaspettatamente. Voltandosi, si accorgono di Afrodite A, il robot di Sayaka, che li assale coi missili pettorali, che fanno strage. Infatti, il Rust Hurricane ha indebolito il super-gren dei mostri, che cede facilmente agli assalti di Sayaka. Afferrando il braccio sinistro con la mano destra, Afrodite A lo estrae: il braccio si trasforma in una spada, e, con essa, il robot femmina fa a pezzi i distruttori rimasti.
    “Attenta, Sayaka!” grida Koji, angosciato. Ma è troppo tardi: un altro gruppo di distruttori ha concentrato le loro terribili linee luminose che escono dal loro unico occhio brillante, assalendo Afrodite A alle spalle. L’esplosione è spaventosa: il robot femmina si accartoccia su se stessa, deformandosi, prima di esplodere in mille pezzi.
    “SAYAKAAAA!!” grida Koji con tutta l’anima, prima di ricevere una chiamata via radio:
    “Sto arrivando, Koji!”
    Interdetto, Koji si toglie il casco rotto, cercando di aprire l’occhio chiuso: quello che sta arrivando verso di lui è proprio la navicella di Sayaka, che si era staccata un attimo prima da Afrodite A.
    “Apri il Pilder!” dice ancora la voce. Koji agisce meccanicamente e, prima ancora che lui se ne accorga, una figura salta dalla piccola astronave, raggiungendo abilmente l’interno dell’abitacolo del pilder.
    Mentre l’astronave di Sayaka si allontana, cadendo verso terra e sfracellandosi, la ragazza guarda preoccupata il pilota del Mazinga Z.
    “Mio dio, Koji, che ti è successo? La tua faccia…il braccio…”
    “Non posso muoverlo, adesso…”
    Sayaka si toglie il casco, osservando con preoccupazione il braccio di Koji.
    Maledizione, questa scheggia di metallo gli ha spezzato l’osso …come può guidare il Mazinga con un braccio solo? E quei mostri stanno arrivando di nuovo…
    “Sarò io il tuo braccio destro, Koji” risponde Sayaka, sedendoglisi accanto ed avvicinandosi ai comandi di destra “In fondo, lo sono sempre stata!” aggiunge con un sorriso.
    “Sei pazza, Sayaka. Come faccio a combattere e dirti che bottone o leva premere?”
    “Combattiamo insieme da una vita, so come agisci…inoltre, non dimenticare che i comandi di Mazinga Z sono uguali a quelli di Afrodite A!”
    Koji è sorpreso: in una simile situazione disperata, Sayaka trova lo stesso la forza di reagire. Una come lei è davvero la compagna di Mazinga…Afferra la lava principale con l’unico braccio, sorridendo stanco, mentre i Distruttori si avvicinano.
    “Sayaka…Mazinga non ha più energia da cinque minuti, più o meno. Sto combattendo con l’ausiliario…”
    “Lo immaginavo. Ormai vi conosco bene tutti e due, Koji…tu e Mazinga. Su, andiamo!”
    “Aspettate, ragazzi! Non fate pazzie! Vengo anch’io!” dice all’improvviso Boss, che appare sul video.
    “No, Boss. Devi restare lì a proteggere i cristalli. L’importante è guadagnare tempo, abbastanza perché Actarus possa trovare l’ultimo cristallo, quello nero” replica il pilota con fermezza.
    “Ma…Koji…Sayaka…voi…” Boss ha le lacrime agli occhi.
    “Non ci pensare, Boss, Salutami Nuke e Mucha. Stà in gamba, mi raccomando!” risponde lui con un sorriso.
    “Sei stato grande, Boss. Sono contenta di averti conosciuto!” aggiunge Sayaka, spegnendo il contatto.
    A bordo dell’abitacolo del Borot, i tre restano senza parole, davanti alla radio muta.

    “Stanno arrivando” dice lui.
    “Sono un bel po’. Koji…”
    “Sì, Sayaka?”
    “Ti amo”
    “Anch’io. Sul serio.”
    Si baciano in un attimo, poi Koji ha un gemito.
    “Scusa, ti ho toccato il braccio…”
    “Lascia stare, non importa. Andiamo?”
    “Certo!”
    Koji tira a sé la cloche, aiutata da Sayaka ed entrambi gridano:
    “MAAZIIINNN…GOOOO!!!”

    Lo scontro successivo è così terribile che anche i Distruttori, nella loro non-vita, avvertono qualcosa di simile alla paura. Mazinga Z dà fondo a tutte le sue armi, riuscendo a respingere incredibilmente, per un momento, l’orda. Ma, successivamente, avanzano, mentre anche il motore ausiliario di Mazinga Z perde colpi.

    Boss, Nuke e Mucha osservano allibiti dall’abitacolo la distruzione del Mazinga Z. Hanno tutti le lacrime agli occhi, mentre Boss balbetta:
    “Ko…Koji…Sayaka…”
    Alzandosi di scatto e sporgendosi fuori dall’abitacolo del Borot, Boss alza il pugno e urla:
    “LA PAGHERETE TUTTI QUANTI, BASTARDI! BOSS BOROT VI FARA’ A PEZZI!”

    Nello stesso tempo, Maria Fleed, che è ora nella mente dell’Oscuro, avverte come uno shock e capisce subito: Koji e Sayaka sono morti. Ma non c’è tempo per piangere.
    Maledizione, devo fare presto! Presto!
    Lo spirito di Maria corre, cercando di uscire dalla mente dell’Oscuro, dove è entrata per errore: deve raggiungere la mente di Actarus e trovare la parola chiave…quella che gli permetterà di togliere il sigillo definitivo e sconfiggere l’Oscuro…e alla fine, prendergli il cristallo nero e collocarlo sulla settima torre…ma attorno a lei tutto è buio, un labirinto intricato dove non sa dove andare. Corre da ogni parte, con affanno, ma sente che ritorna sempre allo stesso punto, non importa quanto si sforzi. Angosciata, Maria, nella sua forma spirituale, cade in ginocchio.
    Non c’è nessuna uscita…sono in trappola? E’ impossibile uscire da qui, allora? Cosa posso fare? Duke…
    All’improvviso, vede una luce e qualcuno che le si avvicina. Sgrana gli occhi sorpresa, riconoscendo la persona.

    Nello stesso tempo, Duke Fleed sta facendo lo scontro della sua vita. Goldrake combatte contro l’Oscuro, usando tutte le sue forze: ma non riesce a danneggiarlo. Solo il fatto di avere tolto quasi tutti i sigilli permette ad Actarus di sopravvivere: l’Oscuro ha il potere della famiglia reale di Fleed, quello della Fenice, elevato al massimo grado. Ogni colpo che il nemico manda con le sue due spade in gren rinforzato, ogni raggio che emana, persino ogni suo pensiero fende il piano stesso della realtà: Goldrake deve usare tutta la sua potenza solo per restare in piedi davanti allo tsunami di attacchi da ogni parte che l’Oscuro gli manda contro, mentre Duke Fleed non solo è costretto ad ignorare il dolore, se vuole sopravvivere, ma deve sforzarsi di non perdere la ragione, davanti all’ambiente assurdo dove stanno combattendo, che viene cambiato in continuazione dal volere dell’Oscuro.
    Sono un burattino nelle sue mani…pensa Actarus. Sto perdendo e continuerò a perdere se gioco secondo le sue regole. Devo sconfiggerlo in fretta e prendergli il cristallo. Però…credo di aver scoperto il suo punto debole! Un ultimo sforzo, Goldrake!
    Il robot-samurai si rialza di nuovo, come ha fatto decine di volte in questo scontro. Le ferite che ha sulla sua corazza sono innumerevoli, e sono le stesse del suo pilota, Duke Fleed, ormai in simbiosi totale con lui. Serra l’alabarda spaziale e si prepara ad attaccare di nuovo: Actarus sa che non gli rimane molto tempo. E’ troppo debole, e le sette stelle ormai sono già allineate. Deve agire subito, su quel punto debole che ha scoperto!
    “GOLDRAKE, AVANTI!”
    L’Oscuro, con le due spade in mano, aspetta l’attacco del suo nemico senza alcun timore. Ormai sa che ha la vittoria in pugno: può far uccidere Rex in un attimo col pensiero. Ma prima schiaccerà la testa di Duke Fleed sotto i suoi piedi.
    Finalmente è giunta la tua ora, discendente di Kail, pensa con soddisfazione.

    (110 - Continua qui)


    Edited by joe 7 - 20/7/2016, 18:03
      Share  
     
    .