Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "LA VENDETTA DI KANDRAX" (Ivan)

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    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 19 June 2017
     
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    ZAGOR 248-251: LA VENDETTA DI KANDRAX (analisi di Ivan)

    Testi: Daniele Nicolai
    Disegni: Gallieno Ferri

    A2_Gli_indemoniati A3_La_vendetta_di_Kandrax

    A4_assalto_al_castello


    Zagor edizione originale Zenith: n. 299, 300, 301, 302 (usciti nel 1986). I numeri reali di Zagor sono: 248, 249, 250, 251. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 248, 249, 250, 251.

    TRAMA

    Kandrax ritorna e assoggetta al suo volere molti schiavi, tra cui i protagonisti della precedente storia di Kandrax. Zagor interviene.

    COMMENTO

    Storia ufficialmente accreditata a Daniele Nicolai, anche se pare che ci siano stati interventi di altri autori (Sclavi? Pezzin?). Seconda apparizione per Kandrax. Un ritorno nel contesto assai deludente, anche se non mancano gli spunti interessanti. Spunti che purtroppo si alternano troppo spesso a pesanti cadute di tono, accrescendo così la sensazione di occasione mancata.

    PREGI

    La parte iniziale è intrigante: l'atmosfera di mistero funziona, e, a parte qualche eccesso di violenza con meri intenti shocking (tipo la doppia decurtazione del povero Lem, o l'eccidio degli indifesi abitanti di Hoosik), la prima parte procede in modo abbastanza fluido ed appassionante.

    Gli scopi di Kandrax sono tutto sommato coerenti col personaggio originario: ricreare la civiltà celtica nel nuovo mondo, tramite l'assoggettare, con la violenza o l'ipnosi, gli abitanti della zona.

    Il castello celtico è senza dubbio una forzatura storica (soprattutto nella sua rappresentazione grafica), però è funzionale al fornire uno scenario affascinante per il luogo dello scontro finale. Una licenza accettabile.

    Fra le sequenze riuscite, citerei lo scontro nella fossa tra Zagor e i suoi amici ipnotizzati: una situazione di stallo perpetuo. Infatti, Zagor non può ucciderli, bensì può soltanto continuare ad abbatterli all'infinito. Carino anche lo stratagemma con cui Zagor esce dalla fossa (cioè, trasformando le asce in “gradini da parete”).

    Simpatica anche questa gag cichiana:

    zgr250a



    DIFETTI

    Se preso di per sé, il soggetto di base sarebbe più che discreto; purtroppo, la sua trasposizione in scene narrative scivola troppo spesso in effettacci o comportamenti inattendibili, che non conferiscono credibilità allo svolgimento generale (infatti alcune scene ISOLATE sarebbero anche ben riuscite, ma affogano nella raffazzonatura del CONTESTO in cui sono inserite).

    Rispetto al precedente episodio, Kandrax appare potenziato nei suoi poteri ma sminuito nel suo carisma. Nicolai manca di delicatezza nel riprendere la sottile psicologia del Kandrax di Nolitta, mostrandolo – qui – solo come un rozzo stregone megalomane. Anche la sua parlata solenne, da sacerdote, qui è stata sostituita da spacconerie da quattro soldi.

    La rivelazione che Kandrax è ancora vivo (che potenzialmente dovrebbe essere il fulcro di un grande colpo di scena) è anticipata troppo presto, sia ai lettori che ai personaggi (addirittura, vediamo subito – dopo pochissime pagine – Kandrax in persona che impartisce ordini ai suoi servi). Il risultato è che l'effettiva entrata in scena di Kandrax non ha alcun effetto-sorpresa. Insomma, un climax mancato.

    Demenziale (per non dire demente) la scena in cui Bat Batterton dà appuntamento a Zagor e Cico al deposito di reperti archeologici; i due vanno sul luogo...e vengono accolti a fucilate da Bat che li crede dei ladri! (Addirittura, gli gridano di essere Zagor e Cico...e Bat continua a sparargli dicendo che “non cade in un trucco così ingenuo”. Ma dai!) Sequenza inaccettabile a tutti i livelli. Se nelle intenzioni voleva essere una gag spiritosa, Nicolai ha completamente toppato. C'è da chiedersi chi gli abbia lasciato passare liscia una trovataccia del genere, che svilisce sia la storia che i personaggi. :(

    Veniamo agli “indemoniati”: innanzitutto, non si capisce perché debbano vestirsi con un abito distintivo e riconoscibilissimo (con tanti saluti alla possibilità di avvicinarsi in incognito ai loro bersagli). Ma la cosa più sconcertante è che questi terribili massacratori compiano i loro assalti...armati solo di spade! (Domanda spontanea: Ma Kandrax è scemo? Perché non gli lascia le armi da fuoco, dopo averli reclutati? Forse per permettere agli aggrediti di difendersi meglio facendo il tiro a segno su di loro? Boh. Ennesimo mistero dell'imperscrutabile logica nicolaiana.)

    Margie è stata utilizzata assai male. Innanzitutto, mancano le premesse introduttive del personaggio (se un lettore non conosce la storia precedente, non capisce chi sia e cosa c'entri nell'episodio). Infatti, Margie appare di punto in bianco soltanto verso la fine della storia (peraltro in una scena senza un minimo di enfasi per il reincontro) e solo per venire usata come esca per attirare in trappola Zagor. Decisamente un po' pochino, per un personaggio di quel potenziale. Il suo apporto alla storia risulta dimenticabilissimo, sia dal punto di vista narrativo che da quello emotivo (e idem per gli altri comprimari ripescati dalla precedente avventura. Presenze fantasma.)

    Il duello finale è piuttosto inverosimile. In pratica, Kandrax ritiene che lo sdoppiarsi in una figura incorporea lo metta in condizioni di netta superiorità rispetto a Zagor...ma è un'idea che non regge. Infatti, anche senza dover notare che solo UNO dei due Kandrax proietta ombra, a Zagor basterebbe colpire per caso l'immagine giusta, e addio druido. Infatti è solo un CASO che per due volte Zagor colpisca il Kandrax “etereo”; Kandrax è stato solo fortunato, quindi ha ben poco da ostentare sicurezza.) Per far sì che un trucco del genere sia davvero efficace, Kandrax avrebbe dovuto creare almeno UNA DECINA di propri doppioni; in questo modo la probabilità di venire colpito per caso sarebbe stata di 1 a 10 ad ogni assalto di Zagor, e non di 1 a 2 (che è come giocare alla roulette russa con tre colpi nel tamburo). Questa tattica è quasi un suicidio, se Kandrax non riesce ad uccidere Zagor subito dopo il suo primo errore e gli lascia il tempo di riprovarci. Senza contare che per Zagor dovrebbe essere molto facile tenere a mente QUALE dei 2 Kandrax si è rivelato incorporeo, quindi la sua presunta inferiorità nel duello non è per nulla credibile.

    Personalmente boccio i dialoghi in generale. Non sono molto “zagoriani”: li trovo a tratti pomposi e inutilmente teatrali (soprattutto durante gli SCONTRI, dove i contendenti si scambiano battutacce da cartone animato che affossano la drammaticità della sequenza). Probabilmente Nicolai non ha studiato molto bene lo stile classico dei dialoghi della collana, e li ha buttati giù come gli venivano spontanei. Ma qui avrebbe dovuto esserci il curatore della testata ad intervenire di matita rossa sui testi. Dunque Nicolai è parzialmente assolto ma...dove stavano Sclavi e Canzio?

    DISEGNI

    Ferri è sempre Ferri...però stavolta risulta piuttosto frettoloso nella modulazione del segno. Inoltre qui sembra infischiarsene parecchio delle proporzioni anatomiche (OK, gli errorini di proporzione sono endemici nello stile di Ferri...però in quest'episodio se ne contano più che in altri. Per esempio: le braccia di Kandrax...ehm...(Vabbe', chiamiamola “visione grandangolare”)

    zgr250d


    Oppure: accecato dalla fame, qui Cico si è mangiato un dito del piede.

    zgr250b


    La prospettiva del bancone è presa da un quadro di Escher?

    zgr250c



    Storia: 6 (salvata solo per alcuni spunti discreti qua e là)
    Disegni: 9


    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:41
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  1. Alberto Cavalasca
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    sarebbe interessante capire chi siano stati veramente i curatori in quel periodo di Zagor viste le troppe distrazioni qui e là, ma non è troppo sorprendente che sia capitato se pensiamo che il fumetto più venduto della Bonelli, Tex, ha avuto un ventennale trattamento nizziano degenerativo senza praticamente interventi di sorta!
     
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    CITAZIONE (Alberto Cavalasca @ 6/7/2017, 09:55) 
    sarebbe interessante capire chi siano stati veramente i curatori in quel periodo di Zagor viste le troppe distrazioni qui e là, ma non è troppo sorprendente che sia capitato se pensiamo che il fumetto più venduto della Bonelli, Tex, ha avuto un ventennale trattamento nizziano degenerativo senza praticamente interventi di sorta!

    Qui tocchi un tasto delicato, cioè il rapporto tra Zagor e la Bonelli, o meglio il suo creatore Sergio, che non è mai stato facile.
    Dopo aver realizzato l'ultima sua storia, "Magia senza tempo", Sergio Bonelli ha non solo smesso di sceneggiare Zagor, ma lo ha anche trascurato, affidandolo ad autori che lui non ha voluto (o potuto ?), accompagnare: una cosa che era necessaria, vista la complessità del personaggio.

    Ha affidato Zagor a Sclavi che, in un crescendo, ha fatto storie - almeno per me - piuttosto banali fino ad arrivare ad una storia "stravolgente" e incomprensibile come Incubi, sempre col beneplacito di Sergio Bonelli, che non aveva mai permesso fino ad allora storie simili su personaggi classici. Successivamente, ha lasciato Zagor tutto in mano a Toninelli, quasi ininterrottamente, per sette anni circa: una cosa massacrante per chiunque, e senza nemmeno badare alle sceneggiature che il Toninelli proponeva.

    Il Rinascimento Zagoriano di cui spesso si parla, dovuto all'intervento di Boselli e Burattini con l'"Esploratore scomparso", più che per una iniziativa di Sergio Bonelli, sembra sia stata solo per una iniziativa del duo Boselli/Burattini. E Zagor, nel corso degli anni, fino alla morte di Sergio Bonelli (e anche dopo), non ha mai avuto una supervisione vera e propria. E Sergio Bonelli aveva sempre rifiutato con vigore e decisione ogni proposta, anche minima, dei lettori di tornare a sceneggiare Zagor, mentre, per Mister No, era ritornato a scrivere dopo anni di inattività per realizzare la sua ultima e lunghissima storia.

    Insomma, Sergio Bonelli sentiva più suo Mister No che Zagor: per questo, quando parli di "curatori di Zagor", tocchi un tasto delicato...

    Per quanto riguarda il Tex di Nizzi,ha avuto qualche caduta, ma non grave: e anche qui c'è stato il "problema Toninelli". Nizzi infatti ha avuto da solo Tex sulle spalle per cinque anni di fila ininterrottamente, una cosa che schianterebbe un bue. E infatti lui si è schiantato, poveretto! Inoltre, mi ricordo di alcune sue storie notevoli: Furia rossa, Alcatraz e altri. Ma non ho avuto modo di analizzare Tex a riguardo, purtroppo, spero di rimediare in futuro.
     
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  3. Alberto Cavalasca
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    Ho seguito Tex per anni e comunque dal 1984 a metà degli anni 2000 lo scrittore predominante di Tex è stato lui, Nizzi,con risultati progressivamente sconfortanti che in confronto il Toninelli di Zagor è uno scherzo come danni per la serie! Poi Tex regge come vendite ma quello è un altro discorso, ma pur con pregi e difetti Zagor ha trovato col duo Boselli-Burattini una rinascita e un rinnovamento...

    Almeno Zagor un pò vulnerabile lo è sempre stato, ma le nizzate subite da Tex (e Carson!) nel corso degli anni sono state veramente esagerate, se vai su un forum texiano troverai paginate di critiche...
     
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    CITAZIONE (Alberto Cavalasca @ 6/7/2017, 15:27) 
    Ho seguito Tex per anni e comunque dal 1984 a metà degli anni 2000 lo scrittore predominante di Tex è stato lui, Nizzi,con risultati progressivamente sconfortanti che in confronto il Toninelli di Zagor è uno scherzo come danni per la serie! Poi Tex regge come vendite ma quello è un altro discorso, ma pur con pregi e difetti Zagor ha trovato col duo Boselli-Burattini una rinascita e un rinnovamento...

    Almeno Zagor un pò vulnerabile lo è sempre stato, ma le nizzate subite da Tex (e Carson!) nel corso degli anni sono state veramente esagerate, se vai su un forum texiano troverai paginate di critiche...

    Nizzi ha scritto Tex ininterrottamente dal 1988 al 1992: sono ben cinque anni. Una cosa rara oggi, e chiaramente non ce la faceva più. Almeno capisco i motivi per cui non poteva rimanere sempre ad un certo livello. Certo, Gianluigi Bonelli ha gestito Tex da solo per un tempo molto più lungo, ma Tex era un suo personaggio e quindi lui era più agevolato: è difficile invece gestire un personaggio non realizzato da te.

    Su Toninelli con Zagor non ne ho mai sentito parlare bene, e si pensava anche di chiudere il personaggio per le basse vendite (non dimentichiamo che Toninelli ha avuto Zagor da gestire praticamente da solo per sette anni!). Se non ci fossero stati Boselli e Burattini credo che Zagor avrebbe chiuso (si parla anche di stravolgimenti pazzeschi tipo la morte di Cico e un Zagor "dark" che Toninelli avrebbe proposto per rilanciare il personaggio. Per fortuna l'idea fu accantonata). Invece, alla fine della gestione nizziana, Tex era ancora in buona salute, dopotutto. Quindi il "danno" non doveva essere stato così grave.
     
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  5. Alberto Cavalasca
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    Devi tenere anche conto che l'asticella con Tex partiva da più in alto, le 800000 copie vendute degli anni 70' di cui adesso rimangono 200000, tante ma un calo impressionante. Poi il discorso di Tex è complesso, vedo per esempio una tua recensione dove una storia recente ha il difetto boselliano di mettere altri al centro della scena, alla fine un personaggio così granitico e meno sfaccettato è difficile da scrivere con il giusto equilibrio, o lo snaturi troppo o fai un clone spesso malriuscito del ranger di Bonelli padre...

    Nel corso del tempo ho preferito altri personaggi Bonelli proprio perchè in grado di avere più sfaccettature, con Zagor qualunque genere sembra possibile...
     
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    CITAZIONE (Alberto Cavalasca @ 6/7/2017, 18:46) 
    Devi tenere anche conto che l'asticella con Tex partiva da più in alto, le 800000 copie vendute degli anni 70' di cui adesso rimangono 200000, tante ma un calo impressionante. Poi il discorso di Tex è complesso, vedo per esempio una tua recensione dove una storia recente ha il difetto boselliano di mettere altri al centro della scena, alla fine un personaggio così granitico e meno sfaccettato è difficile da scrivere con il giusto equilibrio, o lo snaturi troppo o fai un clone spesso malriuscito del ranger di Bonelli padre...

    Nel corso del tempo ho preferito altri personaggi Bonelli proprio perchè in grado di avere più sfaccettature, con Zagor qualunque genere sembra possibile...

    Tutti i fumetti, dagli anni '80 ad oggi, hanno avuto dei tracolli, non solo Tex: sono cambiate molte cose, con l'avvento dei computer, videogiochi e internet. Soprattutto, da molti anni nascono meno bambini, quindi ci sono meno produttori, meno clienti e meno vendite (ma questo vale per TUTTO il commercio, non solo quello del fumetto: questo è il motivo chiave per cui l'economia mondiale di oggi è stagnante).

    Riguardo a Tex, immagino tu ti riferisca alla mia analisi sulla storia "Jethro": in effetti è così. Ultimamente (non sempre, per fortuna) si cerca di fare un Tex senza Tex. Anche l'ultimo Texone Il magnifico fuorilegge, per quanto sia stato osannato dai forum e dalla critica, per quanto sia stata una buona storia e ben disegnata...non è una storia di Tex, ma di uno che ne porta il nome. E' stato modificato per renderlo "fallibile, quindi simpatico" come si preferisce fare oggi. Il problema è che Tex, il vero Tex, per definizione, non può mai essere fallibile, neanche in parte.

    La gente comune, che non fa analisi in rete, quando legge Tex, non vuole leggere le storie di una persona fallibile, ma una persona infallibile. Una persona che dà sicurezza e sa cosa fare in ogni situazione. Ma i mass media di oggi, in genere, non amano un personaggio simile e quindi gli autori, che vogliono compiacere anche la critica, cercano di fare una via di mezzo: un personaggio "infallibile, ma anche fallibile". So che sembra un controsenso, ma la tendenza attuale è questa.

    Zagor è un personaggio eccezionale, assai più di Tex, a mio parere, ma non vince sempre come Tex: anzi, certe sue sconfitte sono diventate leggendarie (Libertà o morte, Spedizione punitiva, Arrestate Billy Boy). Ebbene, per quanto siano raccontate bene, restano sempre delle sconfitte, e la gente non ama leggere la storia di uno che perde, o che non si è sicuri che vinca. Questo è stato il problema base di Zagor, anche nel periodo classico.
     
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  7. Alberto Cavalasca
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    concordo anche io, Zagor e Mister No sono accomunati da questo senso di sconfitta e anche vendendo meno sono entrati nel cuore degli appassionati "puri" dei fumetti. E non a caso il Tex di Nolitta non era, paradossalmente, ill vero Tex perchè troppo fallibile...
     
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    CITAZIONE (Alberto Cavalasca @ 6/7/2017, 20:06) 
    concordo anche io, Zagor e Mister No sono accomunati da questo senso di sconfitta e anche vendendo meno sono entrati nel cuore degli appassionati "puri" dei fumetti. E non a caso il Tex di Nolitta non era, paradossalmente, ill vero Tex perchè troppo fallibile...

    Infatti, il Tex nolittiano di El Muerto, Il giudice Maddox, Il segno di Cruzado, Giungla crudele era un Tex troppo fallibile, troppo zagoriano. Anche se a quei tempi non conoscevo queste cose, da piccolo, nel leggere quelle storie notavo che erano fatte in modo troppo diverso dal solito Tex. Saranno di sicuro amate dagli appassionati, ma i normali lettori avranno notato qualcosa di stridente in un Tex che perde o non realizza completamente l'impresa. El Muerto può apparire un'eccezione (a parte certi dettagli non texiani che sarebbe troppo lungo da dire qui), ma è un racconto troppo alla "Sergio Leone" per essere propriamente di Tex.
     
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  9. Alberto Cavalasca
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    col tempo ho capito che se mi piaceva quel tex... allora mi piaceva Zagor! Pensa a Sasquatch, bella storia texiana ma in verità... zagoriana!
     
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    CITAZIONE (Alberto Cavalasca @ 6/7/2017, 21:19) 
    col tempo ho capito che se mi piaceva quel tex... allora mi piaceva Zagor! Pensa a Sasquatch, bella storia texiana ma in verità... zagoriana!

    Me la ricordo, in queste storie nolittiane se si fosse messo Zagor al posto di Tex non sarebbe cambiato molto come impostazione. Anche I ribelli del Canada: era una storia incredibile per i canoni texiani. Tex e Jim Brandon erano all'inseguimento di Big Bear e non hanno combinato praticamente nulla, legati al palo della tortura per la maggior parte della storia, e la situazione si era risolta da sola! Pazzesco!
     
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  11. Alberto Cavalasca
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    Pensa che per molti la prima emorragia di vendite in Tex è nata con questi episodi (che per lo più sono MAGNIFICI!, non la solita brodaglia nizzana pseudoBonelli). Io direi che spesso in Boselli rivedo quel Tex, nello spostare spesso l'attenzione ad altri personaggi: El Muerto, il giovane ricercato, Sasquatch, un Jim Brandon non pantofolaio!!
     
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    CITAZIONE (Alberto Cavalasca @ 6/7/2017, 21:44) 
    Pensa che per molti la prima emorragia di vendite in Tex è nata con questi episodi (che per lo più sono MAGNIFICI!, non la solita brodaglia nizzana pseudoBonelli). Io direi che spesso in Boselli rivedo quel Tex, nello spostare spesso l'attenzione ad altri personaggi: El Muerto, il giovane ricercato, Sasquatch, un Jim Brandon non pantofolaio!!

    Già: il problema è che il fumetto è fatto per essere venduto, e, se non vende, o vende di meno, è un problema, non importa quanto siano belle le storie. Ed è una cosa normale: anche i cantastorie dell'antichità venivano pagati, Omero compreso.
     
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  13. Alberto Cavalasca
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    Vero, però anche queste storie ci confermano quanto geniale sia stato Nolitta come autore di fumetti, per me nella sua modernità (vedi Mister No) di situazioni, unità a una abilità degli schemi narrativi di assoluta qualità, lo fanno il miglior autore di fumetti italiano del 900', e un grande a livello assoluto nella storia del fumetto...
     
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    CITAZIONE (Alberto Cavalasca @ 6/7/2017, 22:33) 
    Vero, però anche queste storie ci confermano quanto geniale sia stato Nolitta come autore di fumetti, per me nella sua modernità (vedi Mister No) di situazioni, unità a una abilità degli schemi narrativi di assoluta qualità, lo fanno il miglior autore di fumetti italiano del 900', e un grande a livello assoluto nella storia del fumetto...



    Nolitta era eccezionale, e questo non si discute: e così pure autori come Berardi e Milazzo e Gino D'Antonio. Il problema era il fatto di realizzare delle storie con personaggi che in genere perdono (Zagor, anche se non sempre; Mister No, quasi sempre; Ken Parker, praticamente sempre; La Storia del West, con lo sterminio indiano) e così alla fine non raggiungono il grande pubblico, che desidera personaggi fatti bene sì, ma soprattutto vincenti. L'Uomo Mascherato, Mandrake, i supereroi classici, eccetera.

    Infatti, le opere bonelliane che ho citato, a parte forse Zagor, sono sempre state di nicchia, con uno zoccolo duro di appassionati. E Dylan Dog, che perde sempre? mi chiederai. Dylan Dog era uscito in un periodo favorevole, e per questo ha avuto un grande boom: ma anche lui non può durare come Tex, e infatti vende sempre meno. E resta di nicchia (attualmente, non si può più vendere Dylan Dog nel mercato dell'usato, anche i primi numeri originali, se non a prezzi stracciati. Te lo dico per esperienza). Tex è semplice, chiaro e vincente: e questo è il segreto del suo successo, che dura tuttora, nonostante la crisi del fumetto.
     
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