ZAGOR 248-251: LA VENDETTA DI KANDRAX (analisi di Ivan)Testi: Daniele Nicolai
Disegni: Gallieno Ferri
Zagor edizione originale Zenith: n. 299, 300, 301, 302 (usciti nel 1986). I numeri reali di Zagor sono:
248, 249, 250, 251. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 248, 249, 250, 251.
TRAMAKandrax ritorna e assoggetta al suo volere molti schiavi, tra cui i protagonisti della precedente storia di Kandrax. Zagor interviene.
COMMENTOStoria ufficialmente accreditata a
Daniele Nicolai, anche se pare che ci siano stati interventi di altri autori (Sclavi? Pezzin?). Seconda apparizione per
Kandrax. Un ritorno nel contesto assai
deludente, anche se non mancano gli spunti interessanti. Spunti che purtroppo si alternano troppo spesso a pesanti cadute di tono, accrescendo così la sensazione di
occasione mancata.
PREGILa parte iniziale è intrigante: l'atmosfera di mistero funziona, e, a parte qualche eccesso di violenza con meri intenti
shocking (tipo la doppia decurtazione del povero Lem, o l'eccidio degli indifesi abitanti di Hoosik), la prima parte procede in modo abbastanza fluido ed appassionante.
Gli scopi di Kandrax sono tutto sommato coerenti col personaggio originario: ricreare la civiltà celtica nel nuovo mondo, tramite l'assoggettare, con la violenza o l'ipnosi, gli abitanti della zona.
Il castello celtico è senza dubbio una forzatura storica (soprattutto nella s
ua rappresentazione grafica), però è funzionale al fornire uno scenario affascinante per il luogo dello scontro finale. Una licenza accettabile.
Fra le sequenze riuscite, citerei lo scontro nella fossa tra Zagor e i suoi amici ipnotizzati: una situazione di
stallo perpetuo. Infatti, Zagor non può ucciderli, bensì può soltanto continuare ad abbatterli all'infinito. Carino anche lo stratagemma con cui Zagor esce dalla fossa (cioè, trasformando le asce in “gradini da parete”).
Simpatica anche questa
gag cichiana:
DIFETTISe preso di per sé, il
soggetto di base sarebbe più che discreto; purtroppo, la sua trasposizione in
scene narrative scivola troppo spesso in effettacci o comportamenti inattendibili, che non conferiscono
credibilità allo svolgimento generale (infatti alcune scene ISOLATE sarebbero anche ben riuscite, ma affogano nella raffazzonatura del CONTESTO in cui sono inserite).
Rispetto al precedente episodio,
Kandrax appare potenziato nei suoi poteri ma sminuito nel suo carisma. Nicolai manca di
delicatezza nel riprendere la sottile psicologia del Kandrax di Nolitta, mostrandolo – qui – solo come un rozzo stregone megalomane. Anche la sua parlata solenne, da sacerdote, qui è stata sostituita da spacconerie da quattro soldi.
La rivelazione che Kandrax è ancora vivo (che potenzialmente dovrebbe essere il fulcro di un grande colpo di scena)
è anticipata troppo presto, sia ai
lettori che ai
personaggi (addirittura, vediamo subito – dopo pochissime pagine – Kandrax in persona che impartisce ordini ai suoi servi). Il risultato è che l'effettiva entrata in scena di Kandrax non ha alcun effetto-sorpresa. Insomma, un
climax mancato.
Demenziale (per non dire
demente) la scena in cui Bat Batterton dà appuntamento a Zagor e Cico al deposito di reperti archeologici; i due vanno sul luogo...e vengono accolti a fucilate da Bat che li crede dei ladri! (Addirittura, gli gridano di essere Zagor e Cico...e Bat continua a sparargli dicendo che
“non cade in un trucco così ingenuo”. Ma dai!) Sequenza inaccettabile a tutti i livelli. Se nelle intenzioni voleva essere una gag spiritosa, Nicolai ha completamente toppato. C'è da chiedersi chi gli abbia lasciato passare liscia una trovataccia del genere, che svilisce sia la storia che i personaggi.
Veniamo agli
“indemoniati”: innanzitutto, non si capisce perché debbano vestirsi con un
abito distintivo e riconoscibilissimo (con tanti saluti alla possibilità di avvicinarsi in incognito ai loro bersagli). Ma la cosa più sconcertante è che questi terribili massacratori compiano i loro assalti...
armati solo di spade! (Domanda spontanea: Ma Kandrax è scemo? Perché non gli lascia le armi da fuoco, dopo averli reclutati? Forse per permettere agli aggrediti di difendersi meglio facendo il tiro a segno su di loro? Boh. Ennesimo mistero dell'imperscrutabile logica nicolaiana.)
Margie è stata utilizzata assai male. Innanzitutto, mancano le
premesse introduttive del personaggio (se un lettore non conosce la storia precedente, non capisce chi sia e cosa c'entri nell'episodio). Infatti, Margie appare di punto in bianco soltanto verso la fine della storia (peraltro in una scena senza un minimo di
enfasi per il reincontro) e solo per venire usata come esca per attirare in trappola Zagor. Decisamente un po'
pochino, per un personaggio di quel potenziale. Il suo apporto alla storia risulta dimenticabilissimo, sia dal punto di vista
narrativo che da quello
emotivo (e idem per gli altri comprimari ripescati dalla precedente avventura. Presenze fantasma.)
Il duello finale è piuttosto inverosimile. In pratica, Kandrax ritiene che lo sdoppiarsi in una figura incorporea lo metta in condizioni di
netta superiorità rispetto a Zagor...ma è un'idea che non regge. Infatti, anche senza dover notare che solo UNO dei due Kandrax proietta ombra, a Zagor basterebbe colpire
per caso l'immagine giusta, e addio druido. Infatti è solo un
CASO che per due volte Zagor colpisca il Kandrax “etereo”; Kandrax è stato solo
fortunato, quindi ha ben poco da ostentare sicurezza.) Per far sì che un trucco del genere sia davvero efficace, Kandrax avrebbe dovuto creare almeno UNA DECINA di propri doppioni; in questo modo la probabilità di venire colpito per caso sarebbe stata di
1 a 10 ad ogni assalto di Zagor, e non di
1 a 2 (che è come giocare alla roulette russa con tre colpi nel tamburo). Questa tattica è quasi un
suicidio, se Kandrax non riesce ad uccidere Zagor subito dopo il suo
primo errore e gli lascia il tempo di riprovarci. Senza contare che
per Zagor dovrebbe essere molto facile tenere a mente QUALE dei 2 Kandrax si è rivelato incorporeo, quindi la sua presunta inferiorità nel duello non è per nulla credibile.
Personalmente boccio i
dialoghi in generale. Non sono molto “zagoriani”: li trovo a tratti pomposi e inutilmente teatrali (soprattutto durante gli SCONTRI, dove i contendenti si scambiano battutacce da cartone animato che affossano la drammaticità della sequenza). Probabilmente Nicolai non ha studiato molto bene lo stile classico dei dialoghi della collana, e li ha buttati giù come gli venivano spontanei. Ma qui avrebbe dovuto esserci il
curatore della testata ad intervenire di matita rossa sui testi. Dunque Nicolai è parzialmente assolto ma...dove stavano Sclavi e Canzio?
DISEGNIFerri è sempre Ferri...però stavolta risulta piuttosto
frettoloso nella modulazione del segno. Inoltre qui sembra infischiarsene parecchio delle proporzioni anatomiche (OK, gli errorini di proporzione sono
endemici nello stile di Ferri...però in quest'episodio se ne contano più che in altri. Per esempio: le braccia di Kandrax...ehm...(Vabbe', chiamiamola
“visione grandangolare”)
Oppure: accecato dalla fame, qui Cico si è mangiato un dito del piede.
La prospettiva del bancone è presa da un quadro di Escher?
Storia:
6 (salvata solo per alcuni spunti discreti qua e là)
Disegni:
9QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 22:41
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