ZAGOR 11-12: SULLE ORME DI TITAN (analisi di Ivan e Joe7)Testi: Nolitta (Sergio Bonelli)
Disegni: Gallieno Ferri
Zagor edizione originale Zenith: n. 63 e 64 (usciti nel 1966). I numeri reali di Zagor sono:
11 e 12. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 11 e 12.
TRAMAZagor e Cico, nei loro viaggi, finiscono in un'isola dove una tribù indiana è minacciata da misteriosi uomini bianchi, che hanno un enorme essere di metallo al loro servizio: si tratta di Titan, un automa inventato dal professor Hellingen, che compare qui per la prima volta. Lo scienziato sta costruendo delle armi sperimentali per conquistare quel luogo quasi disabitato e perfezionare le sue ricerche per il dominio. Riesce a imprigionare Zagor, che però si libera e costringe Hellingen a far marciare Titan in fondo al mare, provocando poi l'esplosione del laboratorio e la presunta morte dello scienziato.
LA GESTIONE DEL PERSONAGGIO DI ZAGORA partire da questa storia, Nolitta/Sergio Bonelli prende definitivamente le redini del personaggio di Zagor dopo quasi due anni di abbandono, gestiti dal padre Gianluigi Bonelli (che lo aveva trasformato in una brutta copia di Tex) e da Gallieno Ferri, che riesce a far rispettare il personaggio di Zagor, tanto che si pensa che Ferri sia stato il coautore delle storie di Zagor insieme a Sergio Bonelli: ma non si saprà mai la verità su questi fatti (se ne parla
qui). La gestione di Nolitta andrà avanti per circa vent'anni, con brevi interruzioni di Castelli e Canzio, fino al canto del cigno di "Magia senza tempo": curiosamente, anche questa, come "Sulle orme di Titan", è una sto
ria con Hellingen. E lo Zagor di Nolitta quindi si conclude come è cominciato.
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ANALISI DI IVANSeconda (o terza?) prova di Nolitta con Zagor, a due anni di distanza dalla
“Foresta degli agguati", la prima storia di Zagor. Decisamente un salto di qualità rispetto allo Zagor molto “texiano” di Gianluigi Bonelli e Ferri. Non mancano le ingenuità o le soluzioni un po' approssimative, come quando Zagor si libera dalle manette di ferro strappandole dal muro, manco fosse Hulk, ma l'abilità caratteristica di Nolitta nel conferire
pathos anche a situazioni narrative piuttosto banali già si fa sentire.
Il personaggio di
Hellingen, che qui compare per la prima volta, si ispira chiaramente a
“Virus” di Pedrocchi & Molino (un fumetto di fantascienza del 1939, in cui il protagonista era appunto lo scienziato pazzo Virus), sia come personalità che come aspetto fisico. Qui non possiede ancora quel carisma terribile che acquisirà nelle storie successive, ma appare già un nemico diverso rispetto agli avversari “realistici” finora affrontati.
Probabilmente all'epoca Nolitta non aveva pensato a un suo riutilizzo successivo, ma le circostanze della sua presunta morte (in un incendio, dove peraltro non si vede il suo cadavere) permettevano già di rendere credibile un suo eventuale ritorno. Due parole su
Titan: a me il robottone piace. Sembra un barattolo coi piedi, ma, dopotutto, il suo aspetto è proprio come sarebbe un automa gigante se fosse stato costruito in quell'epoca: sobrio e funzionale, senza inutili orpelli “estetici”, come ad esempio il suo omologo in
“Ombre su Darkwood”, che sembra Gundam.
A ben pensarci, avrebbe potuto essere sfruttato maggiormente: per esempio, manca il confronto diretto con Zagor. Infatti qui la potenza di Titan si misura solo contro le frecce degli Ottawas; sarebbe stato interessante vederlo alle prese anche con Altri tipi di ostacoli, tipo trappole o esplosioni. Una curiosità generale: nella gag iniziale di Cico, fa la sua prima apparizione
Trampy, il compagno scalognato del messicano e campione di espedienti per la sopravvivenza quotidiana. Fisicamente non era ancora arrivato alla caratterizzazione definitiva, che raggiungerà tra pochi numeri.
Una nota su Ferri: pur essendo qui ancora piuttosto acerbo,, la sequenza della tempesta sembra già disegnata dal Ferri “golden age”. Evidentemente le ambientazioni marine lo stimolavano in modo particolare.
Storia: 7; Disegni: 8---------------------------------------------------
ANALISI DI JOE7Curiosamente, credo che
"Sulle orme di Titan" sia stata la prima storia di Zagor che ho letto: fu proprio la prima storia effettiva di Nolitta, con cui inizia il suo lungo ciclo narrativo, che mi ha fatto entrare nel mondo di Zagor. La narrazione è coinvolgente e inquietante: Nolitta sa scegliere i momenti giusti per diffondere un'aura di mistero su questo fantomatico "enorme spirito maligno" di cui parlano gli indiani e su cui Zagor non dà molto peso, fino all'impressionante apparizione di Titan.
Già in questa storia Nolitta mostra la sua abilità narrativa che fa passare in secondo piano le possibili incongruenze che Ivan ha indicato nella sua analisi. Infatti, un lettore ama seguire una storia coinvolgente come questa, non una storia possibilmente realistica fino ai più piccoli particolari, ma incredibilmente noiosa al livello di un documentario sulla foca monaca: cosa purtroppo frequente nelle storie di Zagor di oggi. Grande storia, in cui tutte le caratteristiche dello Zagor che verrà (avventura, umorismo, dramma, fantascienza, casi umani) sono già presenti, in forma ancora abbozzata, ma pronte a svilupparsi definitivamente.
QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 21:11
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