Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "I FALCHI DELLE NEVI" (Ivan)

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    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 15 July 2017
     
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    ZAGOR 78-79: I FALCHI DELLE NEVI (analisi di Ivan)

    Testi: Guido Nolitta
    Disegni: Franco Donatelli

    zgr78a zgr78b


    Zagor edizione originale Zenith: n. 129-130 (usciti nel 1971-72). I numeri reali di Zagor sono: 78-79. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 78, 79.

    TRAMA

    I Falchi delle nevi, guidati dall'inuk* Eskimo, sono dei rapinatori inafferrabili che usano gli sci (ancora scosciuti a qui tempi). Zagor riesce ad affrontarli e a sconfiggere il loro capo.

    COMMENTO

    Storiella esile del periodo pre-golden age. Non la rileggevo dal pleistocene, e me la ricordavo molto migliore. Un Nolitta decisamente sottotono. Anche se il soggetto di base era intrigante, la sua trasposizione appare manieristica e frettolosa (forse per esigenze di tempi editoriali). Comunque la storia si lascia leggere con scioltezza, senza né lode né infamia.

    PROSPETTIVA 1:

    Ave Cesare? Se non sapessi chi è l'autore, avrei scommesso su Cesare Melloncelli. È infatti un episodio basato quasi unicamente sull'originalità degli avversari di turno; tolto il fascino dei nemici che si muovono su degli sci, rimane ben poco d'altro. Anche lo svolgimento ricorda il tipico stile del Melloncelli: scolastico, lineare, formalmente corretto, ma senza guizzi. Non si direbbe un episodio sceneggiato dalla stessa mano che solo poco prima aveva scritto Gli evasi, Servizio segreto, Il re delle aquile. Persino gli espedienti narrativi per far cavare dai guai Zagor sono di seconda o terza mano, privi di inventiva (rileggere per credere: sono tutti salvataggi da parte di terzi, e pure “buttati lì” con una certa superficialità). Insomma, questa volta la tipica abilità nolittiana di compensare un soggetto scarno con uno svolgimento mozzafiato ha fatto un po' cilecca.

    Patrick Stenmark: (Patrick è il vero nome di Zagor, mentre Ingemar Stenmark è stato un famoso campione di sci di quei tempi) Altra particolarità narrativa è che qui Nolitta adotta degli sbalzi temporali per lui insoliti. Per esempio, Zagor si aggrega alla carovana di Jason per vari giorni, quando invece dal punto di vista narrativo ne sarebbe bastato uno solo. Inoltre, Zagor si ritira in una grotta per una settimana intera, periodo durante il quale non fa altro che esercitarsi con gli sci. Evidentemente, Nolitta intendeva giustificare in tal modo l'abilità di sciatore dimostrata poi da Zagor, però questi lunghi vuoti temporali privi di narrazione risultano sempre stridenti su un fumetto dove gli avvenimenti si svolgono di norma in tempo reale.

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    Eskimo, o l'incompiuto: L'elemento più interessante della storia è indubbiamente il capo dei Falchi: ESKIMO, un inuk* che ha adattato le tecniche di vita degli esquimesi all'arte della rapina. Peccato che i riferimenti alla cultura degli Inuit si limitino a questo, col risultato che Eskimo appare poco più di un volgare rubagalline dalla personalità tagliata un po' con l'accetta. Poteva essere caratterizzato molto di più, imho.

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    Ritorni fatti a schifiu? No, grazie! Il personaggio di Eskimo, a suo modo, è anche l'emblema di tutto quello che NON bisognerebbe fare nel riproporre un avversario di (relativo) successo. Mi riferisco ovviamente alla storia L'INVULNERABILE, che rappresentò il primo vero passo falso di Toninelli. In primis, perché un personaggio protagonista di una storia realistica mal si adatta ad essere riproposto in una storia dal taglio fantascientifico (pensare all'umanissimo Eskimo del precedente episodio e rivederlo poi con una “corazza naturale” da supercriminale Marvel lascia quantomeno perplessi). In secondo luogo, perché il ruolo di Eskimo poteva benissimo essere ricoperto da un QUALSIASI altro ritornante di secondo piano, visto che le tipiche caratteristiche di Eskimo (cioè l'essere un esperto della vita in ambienti ghiacciati) non c'entrano proprio nulla con la storia in questione. Insomma, c'erano un sacco di contesti in cui poter far tornare – ed approfondire – un personaggio dal grande potenziale ancora inespresso come Eskimo...ma Toninelli ha scelto il peggiore dei modi, bruciandolo definitivamente. Leggerezze imperdonabili che purtroppo hanno fatto scuola (vedi Supermike, Kandrax, Hellingen, Rakosi, Stevens...Nun ce posso pensa'!) :sick:

    Crepa d'invidia, Isaac Newton! La fisica è un'opinione. Lo dimostra Cico, che attraversa un igloo (lasciando pure la sagoma del suo passaggio, in stile Wilcoyote) invece di sfracellarsi contro un blocco di ghiaccio compatto.

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    Una licenza fumettistica, d'accordo...Però qui si sconfina nel grottesco, poiché questa non è solo una gag fine a se stessa, ma un intervento risolutivo nella trama “seria”, dato che l'ingresso fisicamente impossibile di Cico nell'igloo permette a Zagor di salvarsi la vita. Meno male che Nolitta non ha abusato di queste trovate surreali, quindi una scivolatina (o anche due) gliela si può concedere.

    Toninellata ante-litteram: Lo Zagor dell'arco narrativo di Marcello Toninelli è famoso per essere stato un personaggio incredibilmente ingenuo o imbecille, tanto da voltare spesso, se non sempre, la schiena al nemico mezzo sconfitto, e, anche se si trattava di un Pinco Pallino qualunque, si beccava dal suddetto una pietra, o una botta, o una bastonata, o simile, in testa, e finiva KO o in difficoltà. Per non parlare delle innumerevoli cadute di Zagor mentre camminava o correva, dovute al fatto di essere inciampato su una roccia, un anfratto, una sporgenza, un cunicolo, insomma qualunque cosa che venisse su da terra anche di mezzo centimetro, manco fosse un vecchietto. Qui, appunto, vediamo una toninellata ante litteram: Zagor mostra astutamente la schiena all'apparentemente sconfitto Eskimo e, alè, ecco una bella coltellata in arrivo.

    zgr78g



    PROSPETTIVA 2:

    Per quanto ho scritto sopra, la mia sembra quasi una stroncatura senza appello. Ma magari ho sbagliato l'approccio. Perché forse in questa storia il vero conflitto non è Zagor contro Eskimo, bensì...CICO CONTRO LA NEVE. Sembra infatti un episodio fatto apposta per sfogare la cicosità latente di Nolitta. Qui il messicano è protagonistissimo contro l'Elemento più odiato: lo vediamo prima imprecare contro la neve in sé, poi contro le racchette, e più avanti contro gli sci. E per finire Nolitta gli concede addirittura il lusso di essere il mattatore (alla sua maniera) contro il fuggitivo Eskimo. E, dulcis in fundo, il messicano spacca con immenso piacere i suoi sci per farne un bel falò e scaldarsi. ^_^

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    Da un certo punto di vista, potremmo considerare quest'episodio come il primo SPECIALE CICO, camuffato da albo della serie regolare. In tal senso, voglio regalargli un mezzo punto in più rispetto alla stiracchiata sufficienza che gli avrei dato vedendolo come una normale storia di Zagor. Et così sia.

    Storia: 6,5
    Disegni: 7

    -------------------------------------------------
    * inuk significa eschimese, versione singolare. Il termine "inuit" invece è la versione plurale di "inuk"

    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:43
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    Meloncelli no! XD Siamo in un periodo intermedio e Nolitta per il formato gigante usava sviluppi narrativi ancora piuttosto rapidi. Vedasi anche per "La dea nera", "I sei della blue star" e "La stella di latta". Infatti sono rare le storie lunghette.
    Non concordo sul Toninelli ante-litteram. O meglio si perché Nolitta in generale è un Toninelli ante-litteram. XD La differenza sta che l' autore toscano riciclava a volte un pò troppo le situazioni mentre Nolitta variava di più, ma certi cliché erano già presenti nelle sue storie. Una scena simile come quella sopra la vedremo in "Agli ordini dello zar" per dire.
    Riguardo Cico, come ha scritto qualcuno, sembra un pò il canto del cigno del nostro come personaggio slapstick.
    Anch' io ovviamente la metto tra le "minori", anche se con un certo fascino. Poi ho un debole per le ambientazioni innevate. ^^ Non posso che concordare sul modo di ripresentarsi di Eskimo nel ritorno. Si voleva stupire il lettore, ma in questo caso non ci si è riusciti.
     
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    CITAZIONE (Francesco Romani @ 23/12/2017, 14:50) 
    Meloncelli no! XD Siamo in un periodo intermedio e Nolitta per il formato gigante usava sviluppi narrativi ancora piuttosto rapidi. Vedasi anche per "La dea nera", "I sei della blue star" e "La stella di latta". Infatti sono rare le storie lunghette.
    Non concordo sul Toninelli ante-litteram. O meglio si perché Nolitta in generale è un Toninelli ante-litteram. XD La differenza sta che l' autore toscano riciclava a volte un pò troppo le situazioni mentre Nolitta variava di più, ma certi cliché erano già presenti nelle sue storie. Una scena simile come quella sopra la vedremo in "Agli ordini dello zar" per dire.
    Riguardo Cico, come ha scritto qualcuno, sembra un pò il canto del cigno del nostro come personaggio slapstick.
    Anch' io ovviamente la metto tra le "minori", anche se con un certo fascino. Poi ho un debole per le ambientazioni innevate. ^^ Non posso che concordare sul modo di ripresentarsi di Eskimo nel ritorno. Si voleva stupire il lettore, ma in questo caso non ci si è riusciti.



    Un Eskimo supereroe invulnerabile non si può vedere...su questo siamo d'accordo. Poi le "toninellate": se Nolitta le faceva solo una o due volte, Toninelli ne avrà fatte duecento. Per questo prendono il suo nome...ahimè!
     
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    Ho letto quasi tutta la storia sui volumi della gazzetta e il finale lo lessi da piccolo su un albo usato che trovai in edicola.
    Personalmente non trovo la storia così male, anche se ho trovato frettoloso il momento in cui Zagor si mischia ai suoi nemici; e pensandoci bene, lo svolgimento di quella situazione é un po' il copia incolla del "Il re delle Aquile" (Zagor viene scoperto, imprigionato e salvato da Cico).
    Unica pecca é che ho trovato inutile il fatto che Eskimo conoscesse un delinquentello arrestato da Zagor; quel punto lo si poteva usare per narrare una genesi più avvincente del villain, correggendo le leggerezze notate da Ivan.
    Memorabili i membri della carovana, poi massacrati dai banditi.
    Per caso, tu o Ivan recensirete anche "l'invulnerabile"?
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 10/7/2021, 16:57) 
    Ho letto quasi tutta la storia sui volumi della gazzetta e il finale lo lessi da piccolo su un albo usato che trovai in edicola.
    Personalmente non trovo la storia così male, anche se ho trovato frettoloso il momento in cui Zagor si mischia ai suoi nemici; e pensandoci bene, lo svolgimento di quella situazione é un po' il copia incolla del "Il re delle Aquile" (Zagor viene scoperto, imprigionato e salvato da Cico).
    Unica pecca é che ho trovato inutile il fatto che Eskimo conoscesse un delinquentello arrestato da Zagor; quel punto lo si poteva usare per narrare una genesi più avvincente del villain, correggendo le leggerezze notate da Ivan.
    Memorabili i membri della carovana, poi massacrati dai banditi.
    Per caso, tu o Ivan recensirete anche "l'invulnerabile"?

    Non lo cosa recensirà Ivan, è da un pò che non si fa vedere. Credo che lui sia interessato - come me - soprattutto allo Zagor nolittiano, non a quello dopo Nolitta. Di conseguenza, dubito che recensirà mai l'"Invulnerabile" di Toninelli col ritorno di Eskimo. D'altra parte, c'è già un giudizio impietoso di Ivan su quella storia, quando ha fatto cenno al ritorno di Eskimo stile Superman: un giudizio che condivido.

    Non è che questa dei Falchi delle nevi sia una brutta storia, ma Nolitta ne ha fatte senza dubbio di migliori...
     
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    Siamo d'accordo: non è una delle storie migliori di Nolitta su Zagor.
    Eppure io ci sono affezionato, perchè è comunque un racconto in cui si cerca di coinvolgere il lettore.
    Se l' autore utilizza a tale scopo qualche gag strampalata o qualche espediente ingenuo, pazienza!
    Questo non mi impedisce comunque di apprezzare il suo tentativo.
    Diversamente invece se cerca di catturare la mia attenzione con spargimenti di sangue come se piovesse, perchè se il cattivo non è un sadico che sbudella e ammazza tutti allora non è interessante per i lettori di oggi.
    Di questo episodio ricordo ancora oggi la divertente scenetta al trading post e le acrobazie di Cico sugli sci... :D
    Molto azzeccato anche il nome degli avversari e lo scenario insolito per Zagor, che dà un tocco di originalità alla storia. Le due copertine sono indimenticabili, anche se la prima non è un'idea originale di Ferri.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 25/3/2023, 19:16) 
    Siamo d'accordo: non è una delle storie migliori di Nolitta su Zagor.
    Eppure io ci sono affezionato, perchè è comunque un racconto in cui si cerca di coinvolgere il lettore.
    Se l' autore utilizza a tale scopo qualche gag strampalata o qualche espediente ingenuo, pazienza!
    Questo non mi impedisce comunque di apprezzare il suo tentativo.

    E' vero: l'importante è coinvolgere, divertite il lettore.

    Invece sembra proprio che l'ultima cosa che si voglia fare alla Bonelli (e altrove) è far divertire il lettore, che dovrebbe essere la cosa principale. Adesso vogliono essere seri, con storie politiche, orrorifiche, sataniche a volte, pessimistiche, con ideologie politicamente corrette. Che non fanno divertire per niente, anzi, fanno semplicemente schifo.

    Per non parlare dei lettori presi a pesci in faccia dagli autori bonelliani nei vari forum di Tex, Zagor e altri. Questi autori, oltre a fare brutte storie, sono anche prepotenti. "Far divertire i lettori" mio nonno. =_=

    CITAZIONE (Kirihito @ 25/3/2023, 19:16) 
    Diversamente invece se cerca di catturare la mia attenzione con spargimenti di sangue come se piovesse, perchè se il cattivo non è un sadico che sbudella e ammazza tutti allora non è interessante per i lettori di oggi.

    Con Burattini, Zagor è diventato un fumetto splatter. Almeno andasse a scrivere le sue storie su Dylan Dog, si troverebbe più a suo agio. =_=

    CITAZIONE (Kirihito @ 25/3/2023, 19:16) 
    Di questo episodio ricordo ancora oggi la divertente scenetta al trading post e le acrobazie di Cico sugli sci... :D
    Molto azzeccato anche il nome degli avversari e lo scenario insolito per Zagor, che dà un tocco di originalità alla storia. Le due copertine sono indimenticabili, anche se la prima non è un'idea originale di Ferri.

    Le copertine di Ferri erano imbattibili, mai viste di migliori da nessun parte. E sì che ne ho viste tante. :lol:

    Sono storie che anch'io rileggo volentieri. Anche se sono delle "minori". ^_^
     
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