Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "IL SENTIERO DELLA VENDETTA" (Ivan)

    Tags
    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 5 Aug. 2017
     
    0 Comments   308 Views
    .
    ZAGOR 296-297: IL SENTIERO DELLA VENDETTA (analisi di Ivan)

    Testi: Marcello Toninelli
    Disegni: Michele Pepe

    Z_sentiero_vendetta Z_tra_due_fuochi


    Zagor edizione originale Zenith: n. 347,348 (usciti nel 1990). I numeri reali di Zagor sono: 296-297. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 296-297.

    TRAMA

    Zagor dà la caccia al ribelle indiano Occhio di Vetro, inseme ai suoi predoni. Il trafficante Mortensen e il suo socio cinese Lin Tung li riforniscono di whisky. Inoltre, un altro indiano, chiamato Testarossa, un mezzosangue, insieme alla sua sua banda, ha ucciso un Cree e l'anziano sakem dei Cree, Braccio Forte, gli dà la caccia per vendicarsi.

    COMMENTO

    Episodio atipico per molti aspetti. Innanzitutto, nella sua struttura: si tratta infatti di una storia composta da piccole storie, senza che una faccia da filo conduttore principale.
    Inoltre, è apparsa in pieno medioevo toninelliano (1990), rappresentando – pur nella sua modestia – un barlume di luce in un periodo grigissimo della serie.

    PREGI

    Questa storia, secondo me, è una delle più riuscite di Toninelli. Si tratta, in pratica, di una storia western a sè stante, in cui Toninelli ha ficcato dentro anche Zagor con un pretestino. Però la storia, di per sé, è buona; facendo finta che non ci sia Zagor, avrebbe potuto comodamente rientrare nella “Storia del west". La tematica di base (mercanti di whisky e predoni indiani) è un cliché toninelliano ormai abusato fino alla noia, però stavolta i personaggi nobilitano il déjà-vu. In particolare, Braccio Forte risulta ben caratterizzato. Traspare bene il suo desiderio di dimostrare di essere ancora un valido guerriero, nonostante la veneranda età. Personaggio che risulta “vivo” e credibile.

    zgr297d


    Anche gli altri comprimari hanno un certo fascino. A cominciare dalla nemesi di Braccio Forte, ovvero il mezzosangue Testarossa. Astuto, subdolo, e tosto nel combattimento. In più, quei baffoni così insoliti per un pellerossa gli conferiscono anche una particolare caratterizzazione fisica.

    zgr297e


    Di contro, va detto che gli altri antagonisti, Occhio di Vetro e il trafficante Mortensen, risultano piuttosto stereotipati. Più colorito l'aiutante di Mortensen, un cinesino campione di arti marziali. Peccato che faccia una fine da pirla, ma, d'altronde, trovatacce del tipo “Oh...Questo poveraccio è caduto sul suo stesso pugnale!” erano una (fastidiosa) ricorrenza di Toninelli.

    zgr297f



    DIFETTI

    Come in tutte le storie di Toninelli, c'è un sacco di azione sotto forma di pistolettate e scazzottamenti...peccato che molte di queste scaramucce siano prive di un vero senso narrativo, e diano l'impressione di essere state messe lì, giusto per riempire un po' di pagine. Il troppo stroppia, cosicché, quando si arriva agli scontri davvero significativi (es: Braccio Forte-vs-Testarossa) il lettore è ormai anestetizzato dai troppi pim-pum-pam precedenti per viverli con la giusta enfasi. In breve, manca la costruzione del climax. Questo è sempre stato un limite (grave) dello stile narrativo di Toninelli (che invece come soggettista era assai dotato).

    Anche stavolta Cico viene subito estromesso dalla vicenda con un pretesto qualsiasi (come troppo spesso accadeva in quel periodo). Pare che ciò non fosse dovuto ad una scelta di Toninelli, bensì alle direttive di Sclavi e Canzio, che consideravano il messicano come un “corpo estraneo” alla nuova linea che si voleva dare alla collana. Comunque, poco importa; di chiunque sia stata la decisione, essa si è rivelata sciagurata: la presenza di Cico era un ingrediente ESSENZIALE del successo dello Zagor di Nolitta; accantonarlo significa stravolgere lo spirito della serie. Senza Cico, Zagor non è più Zagor. Soprattutto senza “quel” Cico, prettamente nolittiano, che faceva da perfetto contraltare comico alla figura drammatica di Zagor. Da questo equilibratissimo connubio invece si era passati a un eroe imbolsito che inciampa da solo in continuazione, accompagnato da un grasso idiota mangione da accantonare il prima possibile. Mah. Misteri del medioevo toninelliano.

    Inoltre: il ridimensionamento della figura di Zagor. Qui, evidentemente, Toninelli intendeva dare più spazio in scena a Braccio Forte, ma questo si poteva ottenere anche senza far agire Zagor come un imbranato. Infatti, il vecchio pellerossa gli salva più volte la pelle da situazioni di pericolo in cui Zagor finisce con una ingenuità imbarazzante. Insomma, il grande Za-Gor-Te-Nay viene oscurato da un gerontocomprimario di passaggio, e c'è da chiedersi come mai il titolo di “Re di Darkwood” vada a Zagor e non invece al ben più valente e prestante Braccio Forte.

    Zagor imbranato totale: prese singolarmente, tutte le sconfitte di Zagor e tutte le ingenuità commesse non violano la descrizione dello Zagor nolittiano. Il problema è la FREQUENZA con cui ciò avveniva sotto Toninelli. Questo aspetto emerge se ci spostiamo dalla visione particolare alla visione generale. Nelle intenzioni, Toninelli voleva conferire a Zagor una dimensione più umana e fallibile, ma ha toppato nei MODI di rappresentarla. Cosicché, invece di apparire “più umano e fallibile”, il suo Zagor appariva solo “più rimbambito”.

    DISEGNI

    Una delle rare prove del compianto Michele Pepe, bravo disegnatore che purtroppo ha avuto la sfortuna di lavorare su Zagor in pieno medioevo, cosicché non ha mai potuto associare il proprio nome a qualche storia memorabile. Al di là di questo, lo considero – assieme a Torricelli – il più ferriano dei disegnatori dell'epoca. C'era qualcosa che non mi ha mai convinto nel suo modo di disegnare il volto di Zagor, ma, a parte questo dettaglio, la sua preparazione tecnica era indiscutibile. Avercene.

    Storia: 6,5
    Disegni: 8


    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:47
      Share  
     
    .