ZAGOR 336-338: L'UOMO CON IL FUCILE (attenzione spoiler! Analisi di Ivan)Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gallieno Ferri
Zagor edizione originale Zenith: n. 387-389 (usciti nel 2014). I numeri reali di Zagor sono:
336-338. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 336-338.
TRAMANel Sud del lago Ontario, in mezzo alla neve e ai lupi, Zagor e Cico scoprono i cadaveri di quattro trapper, uccisi a colpi di fucile. Dal diario di uno di loro, Zagor viene a sapere che avevano scoperto l'oro da quelle parti, e forse il loro assassino li aveva uccisi per questo. Zagor ne segue le tracce e incontra un mezzosangue chiamato Bull, al quale avevano ammazzato la moglie indiana. Forse l'assassino della donna è la stessa persona che Zagor sa cercando. Assieme a loro si unisce anche lo sceriffo Stevens e i suoi due aiutanti, e, successivamente, il cacciatore di taglie Venom. L'uomo che cercano, Palance, viene catturato e ucciso, ma il vero colpevole è un'altra persona.
COMMENTOOvvero: bellabellabella. Una di quelle storie che riavvicinano i lettori alla testata
ZAGOR dopo l'infausto medioevo toninelliano. Nella mia personale scala di storie burattiniane, la colloco di sicuro sui gradini di primo livello. Avventura di ambientazione “alpinistica” dove qua e là si possono cogliere influenze da
“Assassinio sull'Eiger”, “Death hunt”, “L'ombra del lupo”.PREGIBurattini prosegue ad immettere in Zagor il suo genere prediletto: il
giallo avventuroso. Con risultati alterni, ma perlomeno sfruttando un filone narrativo non ancora inflazionato (data la scarsa passione che Nolitta aveva per questo genere). L'episodio in questione è uno dei picchi più riusciti. Si parte con un semplice inseguimento, poi le cose si complicano in modo esponenziale con l'aggiunta di personaggi imprevisti: un presunto complice del fuggiasco, una tribù indiana in cerca di vendetta, uno sceriffo...Tutti elementi concatenati che riscrivono l'apparente semplicità delle premesse iniziali. In quest'occasione
Burattini si dimostra abile nelle sequenze di “grasso”, ovvero quegli intermezzi narrativi che NON fanno deviare il corso della storia. Un esempio è la scena in cui Cico scivola da un costone ghiacciato e Zagor gli va dietro a salvarlo. Anche eliminando in toto questa sequenza, la trama procede da dove era rimasta...ma la sequenza è comunque di grande effetto. Idem per l'episodio del grizzly all'interno della miniera abbandonata, o la valanga che travolge Cico. Non sono episodi che hanno rilevanza per lo sviluppo della trama, ma si lasciano leggere con piacere. Intensa, nella sua crudezza, la sequenza con Palance nell'accampamento di cacciatori Seneca. Inaspettata la vendetta “postuma” della giovane squaw, che aveva avvelenato le focacce date a Palance. Azzeccato il
contro-finale che riscrive il significato degli avvenimenti finora conosciuti. Ben riuscito il personaggio di Bull, presentato all'inizio come
positivo, e poi ritratteggiato
in negativo nel finale, giocando sui tragici retroscena della sua vita personale (una sorta di “Ben Stevens” alla rovescia).
DIFETTIIn generale,
Burattini non possiede quella fluidità di lettura che aveva Nolitta. Ad ogni pagina sembra suggerire al lettore:
«Attento, qui succede qualcosa che devi tenere a mente.» Nolitta aveva più immediatezza; ciò che leggevi in tempo reale era tutto ciò che avevi bisogno di sapere. Non dovevi rileggere la storia o tornare indietro di qualche pagina per capirla meglio. (Tuttavia questo è uno
stile, più che un
difetto. E probabilmente è anche un segno del mutamento dei tempi.
Un po' forzato il comportamento di Venom. E' un cacciatore di taglie, e, giustamente, ci tiene a catturare Palance prima degli altri inseguitori...ma
è poco credibile che, per fare ciò, sia disposto ad ucciderli tutti (col rischio di trasformarsi in ricercato a sua volta). Peraltro, ha già acciuffato Palance ed ha pure disarmato i rivali; la sua persistenza ad ammazzarli a tutti i costi dovrebbe avere una motivazione
ben più forte di quella di difendere il possesso della sua preda. Tirando le somme,
ci sono un po' troppe morti (praticamente muoiono tutti quanti tranne Zagor e Cico). Il rischio narrativo, quando ci sono troppe morti, è che
ognuna toglie importanza all'altra; si arriva a quelle più significative (di Bull e Palance) ormai anestetizzati dalla precedente mattanza. Forse sarebbe stato meglio risparmiare la pellaccia a qualche personaggio (lo sceriffo, o anche lo stesso Venom) in modo da conferire più risalto alle singole morti di Bull e Palance.
DISEGNIUn Ferri rinvigorito, rispetto a certe prove precedenti. Probabilmente anche lui sentiva una certa
demotivazione dall'impegnarsi al 100% per disegnare storie mediocri. Stavolta, invece, il livello decisamente alto della sceneggiatura sembra avergli dato una bella carica. Magnifici i suoi paesaggi innevati (da sottolineare l'effetto “vento gelido”, più che il panorama nevoso, nel comunicare il senso di gelo al lettore).
Storia:
8Disegni:
9QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 22:47
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