Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "L'UOMO CON IL FUCILE" (Ivan)

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    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 5 Sep. 2017
     
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    ZAGOR 336-338: L'UOMO CON IL FUCILE (attenzione spoiler! Analisi di Ivan)

    Testi: Moreno Burattini
    Disegni: Gallieno Ferri

    1_uomo_con_fucile 2_furore_bianco

    3morte_tra_i_ghiacci


    Zagor edizione originale Zenith: n. 387-389 (usciti nel 2014). I numeri reali di Zagor sono: 336-338. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 336-338.

    TRAMA

    Nel Sud del lago Ontario, in mezzo alla neve e ai lupi, Zagor e Cico scoprono i cadaveri di quattro trapper, uccisi a colpi di fucile. Dal diario di uno di loro, Zagor viene a sapere che avevano scoperto l'oro da quelle parti, e forse il loro assassino li aveva uccisi per questo. Zagor ne segue le tracce e incontra un mezzosangue chiamato Bull, al quale avevano ammazzato la moglie indiana. Forse l'assassino della donna è la stessa persona che Zagor sa cercando. Assieme a loro si unisce anche lo sceriffo Stevens e i suoi due aiutanti, e, successivamente, il cacciatore di taglie Venom. L'uomo che cercano, Palance, viene catturato e ucciso, ma il vero colpevole è un'altra persona.

    COMMENTO

    Ovvero: bellabellabella. Una di quelle storie che riavvicinano i lettori alla testata ZAGOR dopo l'infausto medioevo toninelliano. Nella mia personale scala di storie burattiniane, la colloco di sicuro sui gradini di primo livello. Avventura di ambientazione “alpinistica” dove qua e là si possono cogliere influenze da “Assassinio sull'Eiger”, “Death hunt”, “L'ombra del lupo”.

    PREGI

    Burattini prosegue ad immettere in Zagor il suo genere prediletto: il giallo avventuroso. Con risultati alterni, ma perlomeno sfruttando un filone narrativo non ancora inflazionato (data la scarsa passione che Nolitta aveva per questo genere). L'episodio in questione è uno dei picchi più riusciti. Si parte con un semplice inseguimento, poi le cose si complicano in modo esponenziale con l'aggiunta di personaggi imprevisti: un presunto complice del fuggiasco, una tribù indiana in cerca di vendetta, uno sceriffo...Tutti elementi concatenati che riscrivono l'apparente semplicità delle premesse iniziali. In quest'occasione Burattini si dimostra abile nelle sequenze di “grasso”, ovvero quegli intermezzi narrativi che NON fanno deviare il corso della storia. Un esempio è la scena in cui Cico scivola da un costone ghiacciato e Zagor gli va dietro a salvarlo. Anche eliminando in toto questa sequenza, la trama procede da dove era rimasta...ma la sequenza è comunque di grande effetto. Idem per l'episodio del grizzly all'interno della miniera abbandonata, o la valanga che travolge Cico. Non sono episodi che hanno rilevanza per lo sviluppo della trama, ma si lasciano leggere con piacere. Intensa, nella sua crudezza, la sequenza con Palance nell'accampamento di cacciatori Seneca. Inaspettata la vendetta “postuma” della giovane squaw, che aveva avvelenato le focacce date a Palance. Azzeccato il contro-finale che riscrive il significato degli avvenimenti finora conosciuti. Ben riuscito il personaggio di Bull, presentato all'inizio come positivo, e poi ritratteggiato in negativo nel finale, giocando sui tragici retroscena della sua vita personale (una sorta di “Ben Stevens” alla rovescia).

    DIFETTI

    In generale, Burattini non possiede quella fluidità di lettura che aveva Nolitta. Ad ogni pagina sembra suggerire al lettore: «Attento, qui succede qualcosa che devi tenere a mente.» Nolitta aveva più immediatezza; ciò che leggevi in tempo reale era tutto ciò che avevi bisogno di sapere. Non dovevi rileggere la storia o tornare indietro di qualche pagina per capirla meglio. (Tuttavia questo è uno stile, più che un difetto. E probabilmente è anche un segno del mutamento dei tempi. Un po' forzato il comportamento di Venom. E' un cacciatore di taglie, e, giustamente, ci tiene a catturare Palance prima degli altri inseguitori...ma è poco credibile che, per fare ciò, sia disposto ad ucciderli tutti (col rischio di trasformarsi in ricercato a sua volta). Peraltro, ha già acciuffato Palance ed ha pure disarmato i rivali; la sua persistenza ad ammazzarli a tutti i costi dovrebbe avere una motivazione ben più forte di quella di difendere il possesso della sua preda. Tirando le somme, ci sono un po' troppe morti (praticamente muoiono tutti quanti tranne Zagor e Cico). Il rischio narrativo, quando ci sono troppe morti, è che ognuna toglie importanza all'altra; si arriva a quelle più significative (di Bull e Palance) ormai anestetizzati dalla precedente mattanza. Forse sarebbe stato meglio risparmiare la pellaccia a qualche personaggio (lo sceriffo, o anche lo stesso Venom) in modo da conferire più risalto alle singole morti di Bull e Palance.

    DISEGNI

    Un Ferri rinvigorito, rispetto a certe prove precedenti. Probabilmente anche lui sentiva una certa demotivazione dall'impegnarsi al 100% per disegnare storie mediocri. Stavolta, invece, il livello decisamente alto della sceneggiatura sembra avergli dato una bella carica. Magnifici i suoi paesaggi innevati (da sottolineare l'effetto “vento gelido”, più che il panorama nevoso, nel comunicare il senso di gelo al lettore).

    Storia: 8
    Disegni: 9


    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:47
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    Burattini aveva ben iniziato, ma poi era incappato in prove un po’ così. Lui stesso la definisce la storia con cui raggiunse una certa maturità ed in effetti è così. Come fatto notare non manca di citare a Nolitta all’ inizio (per fortuna di li a poco queste cose le lascerà perdere), ma poi la vicenda decolla con un ritmo incalzante, personaggi ben caratterizzati, scene d’ azione e il mistero che coinvolge. I disegni di Ferri fanno veramente sentire freddo! Chissà come mai sono poche le storie con ambientazioni innevate. Boh! Concordo sulle scene che potrebbero non esserci, ma arricchiscono la vicenda e fanno la differenza. Mi viene in mente quella de “L’ impero colpisce ancora” dell’ asteroide. Non aggiunge nulla, ma si tratta comunque di un tocco di classe. Dissento sulla dicitura di infausto medioevo toninellianio. Non ricordo se ‘ l’ avevo già scritto, ma comunque ho amato Zagor anche grazie a Toninelli. Certo, poi posso capire la differenza tra leggere avventure in diretta ed in differita con la differenza dell’ altalenanza delle storie ed il non capire bene dove andasse a parare la collana.
     
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    CITAZIONE (Francesco Romani @ 3/9/2018, 21:15) 
    Burattini aveva ben iniziato, ma poi era incappato in prove un po’ così. Lui stesso la definisce la storia con cui raggiunse una certa maturità ed in effetti è così. Come fatto notare non manca di citare a Nolitta all’ inizio (per fortuna di li a poco queste cose le lascerà perdere), ma poi la vicenda decolla con un ritmo incalzante, personaggi ben caratterizzati, scene d’ azione e il mistero che coinvolge. I disegni di Ferri fanno veramente sentire freddo! Chissà come mai sono poche le storie con ambientazioni innevate. Boh! Concordo sulle scene che potrebbero non esserci, ma arricchiscono la vicenda e fanno la differenza. Mi viene in mente quella de “L’ impero colpisce ancora” dell’ asteroide. Non aggiunge nulla, ma si tratta comunque di un tocco di classe. Dissento sulla dicitura di infausto medioevo toninellianio. Non ricordo se ‘ l’ avevo già scritto, ma comunque ho amato Zagor anche grazie a Toninelli. Certo, poi posso capire la differenza tra leggere avventure in diretta ed in differita con la differenza dell’ altalenanza delle storie ed il non capire bene dove andasse a parare la collana.



    Ahimè, qui non posso dire nulla, perchè questa storia non l'ho mai letta. La recensione è solo del bravo Ivan, e mi sono limitato a postarla...
     
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    Ho appena letto una ristampa in volume di questa storia e devo dire che non ha nulla da invidiare ai classici di Nolitta.
    Memorabile il personaggio di Bull, che risulta il più approfondito della storia e concordo nel dire che la mattanza dello sceriffo e del suo gruppo é stata eccessiva.

    PS: da una pubblicità contenuta nel volume-ristampa, ho scoperto che dal mese prossimo sulla serie regolare inizia il sequel della vicenda di Britannia.l
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 11/3/2023, 16:48) 
    Ho appena letto una ristampa in volume di questa storia e devo dire che non ha nulla da invidiare ai classici di Nolitta.
    Memorabile il personaggio di Bull, che risulta il più approfondito della storia e concordo nel dire che la mattanza dello sceriffo e del suo gruppo é stata eccessiva.

    PS: da una pubblicità contenuta nel volume-ristampa, ho scoperto che dal mese prossimo sulla serie regolare inizia il sequel della vicenda di Britannia.l

    Ivan infatti ne ha parlato molto bene. Dovrei decidermi a prenderlo, vedremo.

    Non so se mi interessa molto sapere il sequel di Britannia...tanto più che i prezzi della Bonelli il mese prossimo aumenteranno ancora. Saliranno da 4,40 € a 4,90 €. A questo punto, ho ancora meno interesse ad acquistare fumetti...

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    Concordo con l'ottimo giudizio di Ivan e aggiungo che effettivamente qui Burattini ha un pò esagerato nell'ammazzare tutti, compreso tre giovani e belle squaw!
    Palance e il padre di Bull sono due personaggi disgustosi.
    Però Burattini scrive una storia con Zagor, non di Zagor.
    Non so bene come spiegarlo, è una cosa che mi viene dal cuore.
    Quando leggo Nolitta mi identifico completamente in Zagor, mi sento Zagor.
    Con Burattini mi sembra di essere uno spettatore di un racconto, un racconto comunque avvincente e anche più intricato rispetto a quelli semplici di Nolitta.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 20/3/2023, 14:03) 
    Concordo con l'ottimo giudizio di Ivan e aggiungo che effettivamente qui Burattini ha un pò esagerato nell'ammazzare tutti, compreso tre giovani e belle squaw!
    Palance e il padre di Bull sono due personaggi disgustosi.
    Però Burattini scrive una storia con Zagor, non di Zagor.
    Non so bene come spiegarlo, è una cosa che mi viene dal cuore.
    Quando leggo Nolitta mi identifico completamente in Zagor, mi sento Zagor.
    Con Burattini mi sembra di essere uno spettatore di un racconto, un racconto comunque avvincente e anche più intricato rispetto a quelli semplici di Nolitta.

    Finalmente ho potuto leggere "L'uomo col fucile" e posso dire le mie prime impressioni: che coincidono di più con le tue, Kirihito, che con quelle di Ivan.

    Per prima cosa, la storia è verbosa: i personaggi parlano troppo, fanno troppi flashback, danno troppe spiegazioni. Il personaggio X, prima di morire alla fine della storia, si mette a raccontare TUTTO quello che ha combinato manco fosse in una cella degli interrogatori della Polizia. Ma non stava per morire? No, muore solo quando ha finito e ha riempito tutte le ultime 10 pagine della storia col suo flashback e con le sue spiegazioni. Un moribondo molto sano.

    Per seconda cosa, la storia è sanguinaria:
    praticamente muoiono tutti.
    Ci sono morti come se piovesse. Questa attitudine sanguinaria di Burattini diventerà sempre più accentuata con le sue future storie: gli archi narrativi della figlia del Mutante e del ritorno di Marcus e Thunderman sono pieni di morti atrocissime. Per non parlare di Sybil, la donna di Mortimer, fatta divorare dagli squali. =_= A Burattini piace il sangue e lo splatter. Mi chiedo per quale motivo lo mettano a sceneggiare Zagor. Starebbe meglio su Dylan Dog.

    Per terza cosa, tutti i personaggi, tranne Zagor e Cico, sono assai disgustosi, o quantomeno riprovevoli, mentre gli unici uomini giusti finiscono preda degli uomini disgustosi. Ci sono donne maltrattate e quasi violentate (Burattini non le fa violentare perchè siamo su un fumetto di Zagor, ma, se avesse potuto, non ho dubbi che le avrebbe fatte fare quella fine), bambini presi a cinghiate dai padri, uomini bianchi che disprezzano i mezzosangue (l'idea che invece gli uomini rossi li rispettino è una balla). Insomma, non si salva nessuno e abbiamo un campionario dell'umanità che sembra un museo degli orrori.

    Per quarta cosa, Cico è un idiota pericoloso. Non fa ridere il fatto che il suo comportamento fa rischiare a lui e a Zagor di finire sbranati dai lupi. Perchè il messicano è sì un pasticcione, ma non lo è mai stato tanto da mettere a rischio la vita di entrambi!

    Per quinta e ultima cosa, Zagor è solo uno spettatore: anche se fa qualche salvataggio, i veri protagonisti sono il mezzosangue, il macellaio e il bounty killer. Tre personaggi, guarda caso, sgradevoli, anche se il comportamento del mezzosangue lo si può capire, ma non lo si può certo approvare.

    Insomma, nonostante il bene che ne dicono tutti, per me non è una bella storia, non so cosa dire. =_=
     
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