ZAGOR 70-72: IL FIORE CHE UCCIDE (analisi di Ivan)Testi: Guido Nolitta
Disegni: Franco Donatelli
Zagor edizione originale Zenith: n. 121-123 (usciti nel 1971). I numeri reali di Zagor sono:
70, 71, 72. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 70, 71, 72.
TRAMAUna spedizione scientifica è alla ricerca di un misterioso fiore che trasforma chi lo annusa in un pazzo omicida. Esplora la zona nascosta oltre il Watanka River, ma non si sa la sua fine. Zagor e Cico, su invito del comandante di Fort Pioneer, si mettono sulle piste della spedizione e scoprono la misteriosa tribù dei Tiwa-Tiwa e i loro riti sanguinari che si basano proprio su quel fiore.
COMMENTOEpisodio che fa parte del ciclo di
storie brevi che per un paio d'anni ha preceduto l'ingresso nella Golden Age. Qui Nolitta – tra molte pause e qualche impennatina – viaggia al piccolo trotto. Forse in questo periodo doveva ancora imparare bene come adattare il proprio stile al cambio di struttura narrativa tra il formato a striscia e il formato bonellide.
PREGIAbbastanza intrigante il tema di base della storia: un fiore misterioso, il
Tumak, la cui essenza provoca un attacco di follia omicida in chi la assume. Esso cresce solo nel territorio dei bellicosi Tiwa-Tiwa, e Zagor deve attivarsi per recuperare due botanici che si erano addentrati in quella zona alla ricerca del Tumak, scortati dall'infido pellerossa Scarface. Spicca il tradimento di uno dei due botanici, che fugge assieme a Scarface, abbandonando i compagni nelle mani dei feroci Tiwa-Tiwa. Pur con qualche forzatura, Nolitta struttura bene gli elementi della storia in modo da creare una successione logica degli eventi. La cosa che più mi era rimasta
impressa di questa storia, era la sequenza in cui Cico – sotto l'effetto del Tumak – cerca di accoppare Zagor. Una scena spiazzante.
Intensa la parentesi dell'incontro con Opki, un Tiwa-Tiwa esiliato e ormai moribondo per l'abuso di Tumak. Un personaggio negativo che tuttavia ispira una certa compassione.
La sequenza più notevole dal punto di vista di “storiologia zagoriana”, è sicuramente quella in cui
Zagor fa crollare una diga sui Tiwa-Tiwa che lo stavano inseguendo. Il problema è che l'ondata di piena travolge ANCHE il villaggio a valle, facendo una strage di donne e bambini. Struggente l'afflizione di Zagor, che nonostante tutto non aveva altra scelta.
Dal punto di vista etico, questa decisione di Zagor fa certamente discutere, tuttavia rimane lo stesso un coraggioso (e riuscito) tentativo di Nolitta di rompere gli schemi narrativi classici, secondo i quali l'eroe per difendersi colpisce
solo i suoi aggressori. Questa scelta di Zagor, invece, si rivela molto umana, sofferta, quasi “iperrealista” nella sua impossibilità di selezionare scientificamente le vittime da colpire. Da parte mia la considero una grande trovata, indipendentemente dalle implicazioni etico-morali che ne derivano (
io la trovo un'idea discutibile e poco adatta al personaggio: questo fatto trasforma Zagor in un assassino di innocenti - nota di Joe7). Spassosa la gag finale, dove Cico si vendica alla sua maniera degli intrallazzi di Doppia-Testa.
A proposito di Doppia-Testa: è un personaggio simpatico, però bisogna dire che funziona solo come spalla comica; come sakem di una tribù di
guerrieri tosti e nerboruti è decisamente poco credibile. C'è da chiedersi in che modo un buffone pavido e inetto come Doppia-Testa abbia potuto ritrovarsi capo della tribù di Uroni.
DIFETTIIl ritmo di lettura procede piuttosto
a singhiozzo: le parti di forte pathos sono troppo spesso intervallate da pesanti dialogoni e sequenze abbastanza statiche. La famosa
lentezza nolittiana è un'altra cosa, ovviamente; qui parlo proprio di
lungaggini superflue, che fanno venire la tentazione di sfogliare velocemente le pagine. inoltre, c'è una incoerenza di
logistica che forse non salta subito all'occhio: il viaggio di andata nel territorio dei Tiwa-Tiwa è velocissimo e senza intoppi, mente invece il viaggio di ritorno è rappresentato come una vera odissea di molti giorni (tant'è che i protagonisti rischiano addirittura di morire di fame). Inoltre compaiono scenari assenti nel viaggio di andata (persino un DESERTO apparso dal nulla!) Insomma, sembra quasi che per il ritorno Zagor & C abbiano preso un percorso differente, molto più lungo del primo (il che ci può stare, però Nolitta avrebbe dovuto dichiararlo apertamente nel testo). Un difetto di “occasione mancata”: sarebbe stato interessante vedere – in qualche modo – Zagor sotto l'effetto del Tumak. Poteva nascerne un appassionante segmento narrativo (tipo che Zagor cerca di fare la pelle a Cico, oppure che assume solo una piccola dose di Tumak diventando iper-aggressivo ma rimanendo parzialmente lucido). Il Tumak stesso, che in teoria dovrebbe essere il
fulcro dell'intero episodio, è stato invece utilizzato solo come un
pretesto per innescare lo scontro coi Tiwa-Tiwa, per poi praticamente scomparire dalla vicenda.
Storia:
7Disegni:
7QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 21:38
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